Vi siete mai chiesti... | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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domenica 24 gennaio 2010

Vi siete mai chiesti...

Da dove hanno origine le odierne “GUARIGIONI MIRACOLOSE” 
 
benny Hinn

Le malattie sono un gravissimo problema, è perciò naturale che chi è ammalato cerchi una cura efficace per guarire. Ma, nonostante il progresso nelle conoscenze e gli sforzi della scienza medica per trovare i rimedi a tantissime, e anche gravi, malattie che affliggono il genere umano, queste continuano a mietere vittime, causando enorme dolore e lutti.
Perciò non fa meraviglia che molti, non vedendo altra via d’uscita, considerino le “guarigioni miracolose” almeno come un tentativo da fare, considerandole una valida alternativa per coloro che la medicina tradizionale giudica inguaribili. Questo tipo di guarigioni, definite anche “guarigioni per fede” (in inglese faith healing) vengono considerate “un metodo per curare le malattie mediante la preghiera e la fede in Dio”.
Ci sono diversi gruppi religiosi che si definiscono “cristiani” i quali hanno come pratica comune della loro fede le “guarigioni miracolose”. Sono piuttosto eterogenei tra loro, spesso anche in contrasto sul piano dottrinale e cerimoniale, ma accomunati da questo spirito carismatico che li caratterizza in maniera peculiare.
Le comunità pentecostali sono fra questi. Leggo spesso nelle pagine dei loro blog esperienze di fedeli che narrano gli eventi “miracolosi” che avvengono nelle loro chiese o nella loro vita.
Diversi gruppi carismatici sono sorti anche all’interno della Chiesa Cattolica i quali, sulla scia dell'esperienza dei gruppi pentecostali, fondano la loro fede sull’effusione dello Spirito Santo e sulle conseguenti manifestazioni soprannaturali, incluse le “guarigioni miracolose”.
Nella stessa Chiesa Cattolica, peraltro, abbondano luoghi di culto che sono diventati meta di pellegrinaggi di malati alla ricerca del ”miracolo” che permetta loro di godere di nuovo una buona salute. Basta, ad esempio, ricordare i numerosi treni della speranza che viaggiano carichi di infermi verso Lourdes dove, bagnandosi nell’acqua “santa”, sperano nella “guarigione miracolosa”. Quanti di questi tornano a casa delusi nella loro speranza? Delle centinaia di migliaia di malati che si sono recati in quel luogo nei passati 150 anni, la Chiesa ha “certificato” appena 67 casi di “guarigioni”(fonte:wikipedia). 


E tutti gli altri?
Chi conosce la Bibbia sa che in molte occasioni Gesù Cristo fece delle guarigioni prodigiose. Nel vangelo di Matteo, capitolo 15, versetti 30 e 31, leggiamo infatti: “Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì. E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano”.
In una occasione, arrivato a Gerusalemme, Gesù si recò presso una cisterna d’acqua dove abitualmente sostavano persone inferme. Visto un uomo che era malato da ben 38 anni gli si avvicinò e gli chiese: “Vuoi guarire?”. Quell’uomo rispose: “Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me”. A quell’epoca, a Gerusalemme molti credevano che in quel luogo fossero avvenuti miracoli, proprio come oggi molti credono che in determinati santuari accadano guarigioni miracolose. Gesù non fece alcun rito particolare ma, rivolgendosi all’uomo, semplicemente disse “alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. Con quale risultato? “E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare” (Giovanni 5:5-9).
Qualche anno dopo, l’apostolo Pietro, avendo ricevuto da Dio il dono di compiere miracoli, camminando sempre per le strade di Gerusalemme, incontrò “un uomo, zoppo fin dalla nascita”. Alla sua richiesta di aiuto materiale, l’apostolo rispose: “Io non ho né argento né oro [che differenza con il suo presunto “successore”, addobbato d’oro e pietre preziose!], ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati, e cammina!”. Quale fu il risultato? “in quell'istante i suoi piedi e le caviglie si rafforzarono. E con un balzo si rizzò in piedi e si mise a camminare” (Atti 3:1-8).
Come si può notare le guarigioni dei tempi biblici avvenivano all’istante e senza alcuna cerimonia preparatoria; non c’erano manifestazioni di forte emotività da parte delle folle né frenesia o gesti spettacolari da parte di Gesù o degli apostoli. Invece, perché le odierne “guarigioni miracolose” abbiano successo, spesso ci vogliono giorni, settimane o addirittura mesi e anche complicati rituali!
Con quale potere Gesù compì quelle guarigioni? Un altro evangelista, il medico Luca, ha scritto: “la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni” (Luca 5:17). Dunque Dio, il suo Padre celeste, era la fonte del suo potere miracoloso. Gesù ne era pienamente cosciente e non si attribuì mai il merito di quelle guarigioni. Una volta disse a un uomo che aveva liberato dalla possessione demonica: “Va' a casa tua dai tuoi, e racconta loro le grandi cose che il Signore ti ha fatte, e come ha avuto pietà di te” (Marco 5:19). Come risultato le persone non glorificavano Gesù ma, come è scritto, “glorificavano il Dio d'Israele” (Matteo 15:31).
In seguito, anche quando i suoi discepoli ricevettero il Dono di compiere guarigioni miracolose, le persone erano spinte a glorificare non gli uomini, ma Dio, come nel caso dell’apostolo Pietro sopra riportato, poiché il racconto dice che quell’uomo sanato dalla sua invalidità “entrò con loro nel tempio, camminando, saltando e lodando Dio [non attribuì, quindi, alcun merito all’apostolo]” (Atti 3:8).
E’ forse questo che accade anche con i presunti “miracoli” proclamati nei nostri giorni? E’ a Dio che si rende gloria, o a questo e quel “santo” o personaggio che avrebbe operato il prodigio?
C’è un altro particolare che colpisce leggendo i racconti evangelici. In Matteo 12:15 è scritto: “grandi folle lo seguirono, ed egli li guarì tutti” (cfr. anche Luca 6:17-19). Dunque nessun infermo che si rivolgeva a Gesù tornava a casa deluso nelle sue aspettative. Egli guariva tutti. Che notevole differenza rispetto a ciò che invece accade con i “miracoli” odierni!
I moderni guaritori, poi, amano citare le parole che Gesù rivolse a una donna che da 12 anni soffriva di una perdita di sangue e che era andata da lui per essere guarita: “la tua fede ti ha guarita; va' in pace!” (Luca 8:43-48).   Era quello un esempio di “guarigione per fede” come viene intesa e praticata oggi?
La donna menzionata sopra arrivò all’improvviso e, senza dire nulla a Gesù, gli toccò di nascosto il mantello da dietro, e “in quell'istante il suo flusso di sangue si arrestò”. In un’altra circostanza Gesù guarì un uomo che era fra quelli che erano andati ad arrestarlo (cfr. Luca 22:49-51). 
Da questi esempi scritturali possiamo capire che le guarigioni compiute da Gesù erano molto diverse da quelle che si vedono comunemente, o che si dice avvengano oggi. Non c’erano manifestazioni di forte emotività - grida, salmodie, pianti, svenimenti e simili - da parte delle folle né frenesia o gesti spettacolari da parte di Gesù.
 Perché Gesù fece quei miracoli?
Benché durante il suo ministero terreno Gesù compisse numerose guarigioni, il suo non era primariamente un “ministero di guarigione”. Le sue guarigioni miracolose furono sempre secondarie rispetto alla sua attività principale, quella di “predicare il vangelo del regno” (cfr. Matteo 9:35; Luca 9:11). Nei vangeli egli viene spesso chiamato “Maestro”, ma mai “Guaritore”.
Qual’era, dunque, il motivo delle sue guarigioni miracolose? Egli voleva dimostrare che era il promesso Messia. Quando Giovanni il Battista volle essere rassicurato sul fatto di aver portato a termine la missione che Dio gli aveva affidato e inviò i suoi discepoli a chiedere a Gesù: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?”, Gesù rispose: “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella” (Matteo 11:2-5). Quindi il fatto che Gesù compiva guarigioni, ma anche le altre opere miracolose descritte nei vangeli, confermava al di là di ogni dubbio che egli era “colui che doveva venire”, il promesso Messia. Non c’era nessun bisogno di “attenderne un altro”.
I «miracoli e segni» che Gesù fece per confermare la sua missione messianica e la venuta del regno di Dio, erano ordinati e legati strettamente alla chiamata alla fede. Questa chiamata in relazione al miracolo ha due forme: la fede precede il miracolo, anzi è condizione perché esso si realizzi; la fede costituisce un effetto del miracolo, perché provocata da esso nell'anima di coloro che lo hanno ricevuto, oppure ne sono stati i testimoni.
Dal giorno di Pentecoste del 33 d.C., con il versamento dello Spirito Santo il potere di compiere guarigioni miracolose fu dato anche agli apostoli fedeli. Perché?
Quando leggiamo il resoconto delle attività degli apostoli e degli altri discepoli, narrato principalmente nel libro biblico di Atti, non possiamo fare a meno d’essere colpiti dalla potenza e dall’intensità  dell’operato dello Spirito Santo su quegli uomini. Essi viaggiarono instancabilmente in gran parte della terra abitata formando numerose comunità cristiane, tanto che, dice il racconto, “si aggiungeva al Signore un numero sempre maggiore di credenti, moltitudini di uomini e donne” (Atti 5:14).
Perché lo Spirito operò così potentemente, radunando migliaia e migliaia di persone nella chiesa cristiana in un così breve tempo della sua storia primitiva?
Un motivo importante era che c’erano relativamente solo pochi anni in cui stabilire, edificare e rafforzare quella nuova comunità. Gli apostoli, dunque, lavorarono instancabilmente per edificare la chiesa cristiana affinché fosse “colonna e sostegno della verità” contro le onde tempestose dell’apostasia che l’avrebbero quasi inghiottita(cfr.1Timoteo 3:15; 4:1; Atti 20:29,30; 2Pietro 2:13).
Perciò è evidente che occorreva l’aiuto di Dio, oltre ciò che era normale, per compiere quell’opera. In che modo Egli lo fornì?
Nella sua prima lettera ai cristiani di Corinto l’apostolo Paolo spiegò come questo avvenne. Egli scrisse:
“Or vi sono diversità di doni, ma non vi è che un medesimo Spirito. Vi sono anche diversità di ministeri, ma non vi è che un medesimo Signore. Vi sono parimenti diversità di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti. Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l'utilità comune. A uno infatti è data, per mezzo dello Spirito, parola di sapienza; a un altro, secondo il medesimo Spirito, parola di conoscenza; a un altro fede, dal medesimo Spirito a un altro doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro potere di compiere potenti operazioni; a un altro profezia; a un altro discernimento degli spiriti; a un altro diversità di lingue, a un altro l'interpretazione delle lingue. Or tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, che distribuisce i suoi doni a ciascuno in particolare come vuole” ( 1Corinzi 12:4-11).
Tutti questi “doni” o capacità furono allora dati a quegli uomini in maniera “straordinaria” (cfr. 2Corinzi 4:7) per dimostrare che quell’opera aveva il sostegno di Dio, che i discepoli di Cristo Gesù costituivano il popolo del “nuovo patto” che il sacrificio di Cristo aveva convalidato e per difendere la verità riguardo al Regno che essi proclamavano a fronte dell’imminente apostasia che il principale “nemico” di Dio stava per seminare all’interno proprio della comunità cristiana servendosi di uomini ambiziosi (cfr. Ebrei 2:4; 1Timoteo 4:1-3).
E tra quei “doni” c’era anche la capacità di compiere “guarigioni” e altre “potenti operazioni” perché servissero da segni per gli increduli, comprovando potentemente che lo Spirito di Dio era sulla comunità cristiana e ne facilitava l’opera (cfr. Atti 5:12-16). C’è ancora da rilevare che anche nel loro caso il resoconto biblico dice che “tutti venivano guariti” (Atti 5:16).
Essi avevano adempiuto allo scopo di dimostrare che i discepoli di Cristo costituivano la “nuova nazione” che aveva sostituito l’infedele Israele carnale nella realizzazione del proposito di Dio. Ora i cristiani si sarebbero riconosciuti non per le opere miracolose che potevano compiere, quali le “guarigioni”, ma per l’amore che avrebbero dimostrato gli uni per gli altri, esattamente come Gesù aveva detto: “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri” (Giovanni 13:35).
Stando così le cose, da dove hanno allora origine le presunte “guarigioni miracolose” dei nostri giorni?.
La conoscenza e l’intendimento della Parola di Dio ci aiutano a ragionare al riguardo.
L’apostolo Paolo aggiunse alla condanna di Cristo quest’altro monito: “Tali falsi apostoli infatti sono degli operai fraudolenti, che si trasformano in apostoli di Cristo. E non c'è da meravigliarsi, perché Satana stesso si trasforma in angelo di luce. Non è dunque gran cosa se anche i suoi ministri si trasformano in ministri di giustizia la cui fine sarà secondo le loro opere” (2Corinzi 11:13-15).
Per render ancora più chiaro tale concetto l’apostolo ritornò sull’argomento dicendo: “La venuta di quell'empio avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno e d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati” (2Tessalonicesi 2:9,10).
Mi sembra, dunque, che ci sono abbastanza elementi per arrivare ad una giusta conclusione al riguardo!
Solo quando il Regno di Dio, stabilito nelle mani di suo figlio Gesù, dominerà sull’intera terra abitata, allora “nessun abitante dirà: «Io sono malato»” (Isaia 33:24; cfr. anche Apocalisse 21:3,4). Ora, dunque, è tempo di rivolgere le nostre menti non ai “prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno e d'iniquità” ma di aprire “il cuore all'amore della verità per essere salvati”.


“Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità” 
(Matteo 7:22,23)
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