La gelosia è un sentimento che parte dall'idea che ciò che io ho di più "caro" lo potrei, da un momento all'altro, perdere.
Essa si lega al concetto di possessività, alla possibile perdita di ciò
che si ritiene proprio. Entrambi i sentimenti pretendono l' "altro",
vogliono la sua presenza in termini esclusivi e personali. Parlo di
pretendere l'altro perchè lo si considera un "oggetto" piuttosto che un
"soggetto".
Spesso
chi ne è affetto manifesta la sua gelosia in assenza di qualunque
fatto, di qualunque circostanza che possa giustificare un vissuto del
genere.
Una
doverosa premessa: bisogna distinguere fra gelosia "normale" e gelosia
"patologica". La gelosia normale è inseparabile dal'amore per il
partner, ed è sempre presente a livelli accettabili. Anzi se non ci
fosse si potrebbe addirittura dubitare se è vero amore. Inoltre serve a
far sentire l'amato veramente amato, perchè attraverso la gelosia
manifestiamo la paura di perderlo. Invece parleremo di gelosia
"patologica" quando essa assume le seguenti caratteristiche:
paura irrazionale dell’abbandono e tristezza per la possibile perdita;
sospettosità per ogni comportamento relazionale del partner verso persone dell'altro sesso;
controllo di ogni comportamento dell' "altro";
invidia ed aggressività verso i possibili rivali;
aggressività persecutoria verso il partner;
sensazione di inadeguatezza e scarsa autostima di noi stessi.
La
gelosia, quella patologica è, dunque, il timore di perdere qualche cosa
che si ritiene essenziale per il proprio benessere e che questo
qualcosa, che si ritiene essenziale, altri possano impossessarsene. Essa
si manifesta anche in assenza di qualsiasi motivo valido. Spesso
proprio la gelosia è in alcuni casi la causa della rottura di una
relazione. Anzi si teme tanto che una relazione possa finire che, senza
volerlo, la si fà finire per davvero. La
gelosia patologica prende origine da sospetti o circostanze infondate,
affondando la sua vera natura in un'angoscia che prende forma nella
mente senza nessun riscontro nella realtà. Quest'angoscia produce
delle vere e proprie rappresentazioni mentali in cui si "costruisce" il
"rivale" e le "prove d'infedeltà" e la realtà effettiva viene
interpretata erroneamente. Tutto ciò può arrivare a dei veri e propri
"deliri di gelosia" che spesso sono all'origine di veri e propri fatti
di cronaca come i delitti passionali.
La
gelosia patologica, il più delle volte, affonda le sue origini
nell'infanzia in una cattiva relazione che il geloso ha instaurato con i
propri genitori. Quest'ultimi non hanno adeguatamente rinforzato il
bambino nella fiducia per sè stesso e nell'autostima contribuendo così a
determinare un adulto geloso perchè non conscio delle sue possibilità e
del suo valore, profondamente insicuro. Ciò porta a pensare che il
proprio partner potrebbe amare un altro perchè più degno, a non essere
sicuro del suo amore. Ma
la gelosia patologica può tradire anche un desiderio di possesso
assoluto del partner. Ciò avviene, anche in questo caso, per una cattiva
relazione affettiva costruita con i propri genitori, sopratutto quello
di sesso opposto.
C'è
la presenza di un'affettività che non ha trovato correspensione durante
l'infanzia, e si pensa di riscattarla da adulti, attraverso il possesso
assoluto dell'altro.
In
fin dei conti il Geloso, spesso, non vuole crescere, vuole solo
manifestare il suo bisogno di possesso confondendolo con l'amore. Questa
visione tipica dell'amore cortese, confonde la Gelosia con l'Amore.. in
tale visione non si vuole il bene dell'altro ma fagocitarlo,
possederlo, per garantire a se stessi il proprio valore.
Spesso
i soggetti gelosi si incontrano e confondono un sentimento autentico di
donazione reciproca con un sentimento velato e latente di gelosia
auto-illudendosi che questo sia amore.
A
volte vivono tutta una vita così non maturando mai (strutturando quella
che si dice una coppia a vita-relazionale-chiusa).. e poiché hanno
incontrato un soggetto che vive la stessa patologia rimangono ancor più
fermamente cristallizzati in questa povertà ed in questa illusione.
Per
tali motivi, pur manifestandosi in maniera diversa, la Gelosia non è
propria solo di un sesso ma è presente in ugual misura in entrambi i
sessi.
Anche nella vita pastorale la Gelosia non smette di "mietere" vittime..
Come
ogni contesto sociale, sia esso politico, lavorativo, collaborativo,
anche la vita delle nostre comunità non è immune da questa patologia.
E come in ogni contesto sociale essa colpisce tutti impiegati e dirigenti, tesserati e leader politici, laici e clero.
Il geloso spesso non è disponibile al servizio ma, se lo è (anche se non appare) usa gli altri e le situazioni; usa anche Dio.
D'altronde
non è capace di gesti di gratuità perché tutto gira, in fondo, sul suo
tornaconto affettivo e sulla stabilità della sua nevrosi.
Per questo facilmente tiene il "muso" e si nutre dell'altrui senso di colpa. In genere è un lamentoso per professione.
Non
ama invece promuovere la responsabilità sulla colpa proprio perché è
incapace di maturare responsabilità verso se stesso. Spesso matura un
sentimento distruttivo parallelo di invidia.
Il
non piacersi non lo fa riuscire sull'essere se stesso e pertanto legge
la riuscita degli altri non come un dono partecipativo ma come una
sconfitta di sé. In questa dinamica il geloso è "intriso" del cancro
della superbia.
Quante comunità sono ferite da questa piaga!
La
gelosia, in fin dei conti camminando sulla linea dell'invidia,
bestemmiando la persona, non fa altro che compiere quell'opera satanica
di divisione che il maligno, invidioso fin dal principio, geloso di Dio e
dell'uomo fin dall'inizio, ha compiuto e continua a compiere in forma
sottile e untuosa.
Il
Geloso in fin dei conti è un narcisista che fa ruotare tutto attorno a
sé e ai suoi fantasmi tende ad essere falso, untuoso, manipolatorio,
mormoratore, incapace di gratuità e di collaborazione.
Cos'è la gelosia
La gelosia non è una vera malattia, ma può diventarlo.
Per
alcuni è un fastidio, una sottile sensazione di disagio, per altri
un’ossessione. A volte è un bisogno, una dipendenza. Per alcuni gelosi si nasce, per altri si diventa.
La
gelosia non è tipica di una mente debole e immatura. La gelosia può
essere compresa e riconosciuta, non negata e sottovalutata. La gelosia
appartiene a quella gamma di sentimenti che hanno nell’animo umano un
posto poco nobile come la rabbia, l’invidia, l’avidità. Nella nostra
cultura chi è geloso è compatito e approvato. La gelosia, al di là della
sua connotazione negativa, pare garantire la presenza di affetti
legittimi, primo fra tutti l’amore: chi ama davvero deve essere geloso.
Ritroviamo
il “dramma della gelosia” in letteratura, in musica, nel cinema, nelle
arti figurative, addirittura nella giurisprudenza che sembra
giustificarla e compatirla attribuendo un significato “onorevole” ai
suoi delitti. Eppure spesso ci sfugge il sottile legame che la avvicina
alla sua parente più prossima: l’invidia.
In termini psicologici non è facile distinguere l’invidia dalla gelosia. Al di fuori del rapporto tra innamorati la gelosia è quasi sempre invidia.
Il
dizionario recita così: l’invidia è verso qualcosa o qualcuno che non
abbiamo e vorremmo avere. La gelosia è verso qualcosa o qualcuno che
crediamo di possedere e non vogliamo perdere. Tuttavia, chi è geloso viene capito e in qualche modo “giustificato”,
mentre chi invidia è disprezzato e condannato tanto che, sin dal
lontano Medioevo l’invidia capeggia tra i sette Vizi Capitali mentre la
gelosia non è menzionata tra i peccati neanche da Dante.
La gelosia è comunemente considerata un difetto del carattere, talvolta un atteggiamento. Per
molti la gelosia sarebbe in qualsiasi caso priva di legittimazione
poiché sorgerebbe quando trattiamo come oggetti di nostra proprietà le
persone che amiamo. Il geloso quindi commetterebbe un duplice crimine; tratta le persone come oggetti e ne rivendica il possesso esclusivo.
Si
rilevano almeno tre caratteristiche tipiche della gelosia: il bisogno
di possedere, il bisogno di controllare, la paura dell’abbandono.
Le
persone gelose sono vittime di emozioni indesiderate che portano alla
rovina proprio i rapporti a cui tengono di più. La gelosia insorge
quando una nostra particolare relazione con qualcuno viene minacciata o
riteniamo che lo sia. Quando un rapporto é esposto al pericolo della
infedeltà o della rottura si hanno reazioni molto varie e complesse.
Molti Autori, a questo proposito, parlano di sentimenti di possessività,
amore egoistico, vanità, eccessiva tendenza al controllo del proprio
partner. Molti considerano la gelosia come una frustrazione dovuta alla
diminuzione di attenzioni da parte del partner, altri parlano di gelosia
retrospettiva che si manifesta nei confronti di persone non più
presenti.
La gelosia atavica
Una
delle teorie sulla gelosia la considera alla stregua di un istinto
atavico cioè un’emozione che avremmo ereditato dai nostri predecessori.
Secondo alcuni autori la gelosia non solo è insita nella natura umana ma
è l’emozione più fondamentale e diffusa e pervade tutti i rapporti
umani. L’origine di questa emozione andrebbe ricercata nel passato
dell’umanità quando l’uomo era primitivo e selvaggio.
Eppure
l’intensità e la forza della gelosia non diminuiscono con l’evolversi
dell’umanità, con la cultura, il progresso, la
ricchezza, l’industrializzazione. La gelosia, quindi è un istinto, molto
vicino all’istinto di conservazione e di sopravvivenza. Questi
autori parlano di gelosia atavica e non semplicemente istintiva per
indicare il fatto che essa non è soltanto una tendenza ereditaria, ma
anche una forza irrazionale che può divenire distruttiva. Non dimentichiamo che per gelosia si muore e per gelosia si uccide.
Già
nel 1927 si riteneva che la gelosia tra fratelli fosse essenzialmente
un fenomeno indotto dai genitori. Accanto all’ostilità, alla diffidenza,
all’imitazione, ai dispetti tra fratelli, ci sono anche attaccamento,
affetto, interesse. Inoltre non tutti i conflitti tra fratelli sono
attribuibili alla gelosia.
I
bambini litigano per molte cose: sul possesso delle loro cose, dei loro
oggetti, del loro territorio o dei propri spazi (“vattene dalla mia
stanza”), sulla disciplina (i bambini si impartiscono ordini a vicenda).
Forme accentuate di pura gelosia si presentano in quasi tutte le
famiglie con l’arrivo di un nuovo nato. In questo caso sarà
probabilmente il primogenito a soffrire di gelosia. Una ricerca
dimostra che con l’arrivo di un neonato i fratelli più grandi diventano
più piagnucoloni ed esigenti esibendo non di rado comportamenti
regressivi.
L’arrivo
di un neonato in famiglia implica necessariamente una diminuzione delle
attenzioni. Spiegarci la gelosia infantile con i suoi moventi e le
sue modalità di espressione ci è utile per capire quanto la gelosia sia
“naturale” considerando il fatto che si manifesta così precocemente.
L’Esclusività
Quello
che le persone desiderano in una relazione affettiva è l’esclusività.
Il concetto di “legame esclusivo” è molto importante sia nell’amore che
nella gelosia. In questo caso non importa se l’intruso provochi una
effettiva riduzione del tempo, dell’affettività, dell’amore: ogni
intrusione in sé rappresenta una effettiva limitazione del carattere di
specificità del rapporto. Lo si vede nelle relazioni in cui un
partner, spesso per senso di colpa, ricopre l’altro di regali e
attenzioni pur coltivando un legame con una terza persona. Anche nel caso in cui
l’ammontare complessivo delle risorse affettive venga distribuito in
maniera da accontentare tutti, la perdita dell’esclusività sarà ritenuta
comunque di importanza capitale.
Il
discorso sulla esclusività non ci porta molto lontano da quello sulla
proprietà, la possessività, l’attaccamento. Usiamo la proprietà
per soddisfare i nostri bisogni: di cibo e abitazione nel caso degli
oggetti, di servi e prostitute nel caso delle persone.
La
proprietà è anche alla base dell’orgoglio e della vanità: siamo
orgogliosi di ciò che effettivamente ci appartiene, siamo vanitosi per
il semplice fatto di possedere qualcosa. A rendere tanto precario il
possesso di una persona è il fatto che la persona che possediamo ha un
potere di controllo sull’amore che vogliamo a lei e che tanto più
teniamo a quel possesso tanto più diveniamo vulnerabili.
Sarebbe
come se in un mondo di collezionisti ognuno potesse tenere per se un
unico oggetto d’arte. La qualità del pezzo rappresenterebbe la misura
del proprio lavoro di collezionista.
Si consideri la descrizione di una donna che vede il suo uomo a tavola con un’altra:
“L’avrei uccisa. Se ne stava lì seduta nella mia cucina, con il mio uomo e mangiava nei miei piatti le mie uova”.
Una delle esperienze più strazianti descritte dai gelosi è quella di
dover improvvisamente constatare che i loro partner avevano
ripetutamente violato l’esclusività del loro mondo privato per fare
colpo su un’altra persona. Non va dimenticato, infatti, quanto il
possesso di un altro includa il possesso di una casa, di un luogo
condiviso, di una intimità condivisa, di ricordi condivisi.
Spesso,
purtroppo, la gelosia degenera in emozioni ancor più negative come la
rabbia, 1’ira. Per gelosia si uccide, non dimentichiamo il delitto
d’onore o il delitto passionale. Secondo alcuni autori quando aumenta
a dismisura l’intensità di un “attacco” di gelosia si compiono azioni
disdicevoli poiché si perde il controllo. Non il controllo di sé, il
controllo dell’altro, della relazione, della situazione. Caratteristica
di base del soggetto geloso è infatti il bisogno di controllare.
Esistono due aspetti del controllo. Il primo riguarda le persone che,
anche in condizioni di stabilità e al di fuori di una situazione di
pericolo incombente hanno bisogno di conservare la supremazia e un
rigoroso controllo sulla loro relazione. Tali soggetti tendono a reagire
vivacemente nei confronti di ogni intrusione che ne minacci il
controllo. L’altro aspetto del controllo riguarda la reazione nei
confronti di una minaccia attuale. Alle volte è proprio il partner
minacciato ad assumere per primo l’iniziativa (pur di controllare la
situazione) e spingere l’altro al tradimento (“tanto prima o poi mi
tradirà”).
I fondamenti della Gelosia
La Gelosia trova le sue fondamenta in una persona che non si piace e non si stima. Si mendica con la violenza ciò che non si ottiene naturalmente.
La Gelosia trova le sue fondamenta in una persona che non si piace e non si stima. Si mendica con la violenza ciò che non si ottiene naturalmente.
In
qualche maniera si estende quella fonte dei bisogni primari tipici nel
neonato di cura, affetto e di centralità della propria esistenza.
Il Geloso è insicuro e diffonde insicurezza, spesso unisce a tale sentimento anche una condizione ansiogena.
Anche
una persona che sembra apparentemente equilibrata, in determinate
situazioni che colpiscono la delicata sfera delle profondità affettive,
può manifestarsi come un "geloso".
Queste situazioni di "prova" sono importanti, talvolta necessarie, per rivelare, scoprire, la persona nella sua struttura base:
qui comincia, se lo si vuole, il cammino di guarigione;
qui può operare la Grazia di Dio e la presenza accogliente e ferma allo stesso tempo della Chiesa.
Anche gli apostoli nella loro relazione con Gesù manifestano questi sentimenti feriti ( cfr.Lc 9,46) e Gesù con accoglienza e con fermezza pian piano li orientò a superare se stessi.
Gelosia e invidia
Sebbene la gelosia si distingua per natura dall'invidia essa però porta la stessa matrice ferita.
La Gelosia non sopporta la separazione dall'altro; l'invidia non sopporta l'essere dell'altro.
Tale
distinzione pur necessaria logicamente è in realtà puramente discorsiva
poiché sia l'Invidia che la Gelosia nascono (psicologicamente) da una
poca stima di sé e da un residuo infantile della vita affettiva,
pertanto spesso si uniscono in maniera tale che è difficile dire dove
finisce l'una ed inizia l'altra!
Entrambe nascono però dalla stessa nevrosi affettiva e di identità.
La protezione necessaria
Per amore di sé e dell'altro è necessario proteggersi dal Geloso con amore e con fermezza.
Questo si può fare solo se si è fatto i conti con la propria immaturità e il proprio grado di Gelosia.
Se
si è fatto un buon cammino sulle proprie ferite si può aiutare l'altro
innanzitutto con la presenza empatica e poi qualora ne si ha la
possibilità con atteggiamento specialistico.
Tutti siamo in cammino e tutti abbiamo bisogno a questo livello di guarigione.
Se
rimani dipendente da qualcuno generi Gelosia in te e in lui/lei. Devi
insegnare a te stesso e al partner geloso a trattarti come vorresti
essere trattato; guadagnare giustamente i tuoi spazi.
Spiega pure verbalmente perché fai una cosa, soprattutto quando ti senti in obbligo di farla.
Deciditi
anche a dire di no; saper dire di no talvolta è il gesto di amore più
grande.. è un profondo sì alla vita, al rispetto, all'altro e a se
stessi. "Se il tuo partner desidera andare in un posto diverso da
quello scelto da te, permettiglielo. Ricordati che si può sempre
cambiare. Se ti accorgi di essere sottomesso, dipendente, puoi smettere
di esserlo."
Tuttavia, talvolta, ciò è difficile perché il geloso sceglie i suoi simili in un circolo di alleanze sotterranee ed immature.
In tale "circolo relazionale di immaturità" non si capisce mai realmente chi è il carnefice e chi la vittima.
La
persona gelosa non comunica, si sfoga con altri che non sono la persona
interessata e non sa distinguere i contesti protetti da quelli non
protetti... anzi se può sceglie proprio quelli non protetti per
instaurare alleanze a sostegno della sua nevrosi.
Il Geloso non sa stare realmente da solo, non sa realmente essere autonomo.
Il Geloso non è capace di intimità e di indipendenza.
Se diventi indipendente, anche chi desidera dominar-ti inizierà a rispettarti.
Se
inizi ad amar-ti poni il contesto psico-affettivo affinché anche
l'altro si ami e si rispetti... o alla peggio non permetterai all'altro
di farti realmente del male e quindi eviterai che l'altro strutturi
sempre più la sua patologia.
Nella
vita di coppia tali accorgimenti cautelativi sono necessari come l'aria
che respiriamo, infatti la vera intimità nasce dalla maturità e non è
da confondere con l'intimità fisica, la quale vissuta nell'impulso di
superficie della sessualità nasconde in realtà un radicale bisogno di
possedere l'altro e di confermare la propria isteria gelosa.
La
vera intimità presuppone una libera donazione sessuata e quindi una
guarigione dalla frustrazione e dalla nevrosi della Gelosia.
Il potere distruttivo della gelosia
LA GELOSIA può
indicare un appropriato zelo per ciò che è giusto. Per esempio, Dio è
geloso del suo buon nome, e così i suoi devoti servitori. (cfr.Esodo
34:14; I Re 19:10, 14; Ezechiele 39:25). Troppo spesso però la gelosia
scaturisce da motivi errati o è mal diretta. Chi è geloso può sospettare
degli altri senza motivo o risentirsi per le attenzioni che altri
ricevono, pensando di essere l’unico ad averne diritto.
La gelosia errata ha un potere distruttivo. Può privare della serenità e alimentare ira e odio.
La persona gelosa può arrivare al punto di passare notti
insonni, vomitare, soffrire di stomaco o di mille altri disturbi. Come
dice il proverbio biblico, “la gelosia è marciume alle ossa”.(Proverbi
14:30)
Amore non significa Gelosia
La Gelosia uccide la libertà della persona.
La Gelosia dà sofferenza, l'amore dà libertà, salute psichica e spirituale.
Chi crede che se prova Gelosia ama. È nel torto.
L'amore è rispetto per l'altro, per le sue scelte, qualunque esse siano.
Il geloso non dà mai, pretende soltanto, anche quando sembra che dona.
La Gelosia è una malattia, e come tale deve essere curata.
Il Geloso dice "mio", il maturo dice "tu".
Amare significa capacità di trascendenza, Gelosia significa incatenarsi ed incatenare.
L'Amore
porta alla ricerca del vero; la Gelosia vive di dipendenze, nostalgie e
di ricordi; alimenta e genera fantasmi; spiritualizza i difetti e non
li chiama per nome.
Così
facendo l'uomo veramente uccide pian piano il meglio che c'è in sé e
tende a soffocare ed obnubilare il meglio che c'è nell'altro. L'amore invece promuove il meglio di ognuno.
Gli sollecita e gli ricorda la nostalgia di Dio; sempre!
La risposta nella Parola di Dio
Come già accennato in questo itinerario, la Parola di Dio offre un aiuto al dominare e guarire anche la piaga della Gelosia.
Come già accennato in questo itinerario, la Parola di Dio offre un aiuto al dominare e guarire anche la piaga della Gelosia.
La religione si distingue dalla fede anche da questo: là dove la religione, figlia della gelosia e dell'invidia diventa fondamentalismo produce morte.
La
fede produce libertà dentro e fuori di noi, quella libertà dei figli di
Dio a cui Cristo ci chiama... ciascuno ha dunque per spinta dello
Spirito di Cristo una chiamata alla libertà (cfr. Gv 8,32; Gal 5,13)
La
chiamata alla libertà nasce innanzitutto dal chiamare le cose con il
proprio nome, dal guardarsi dentro senza mai barare con se stessi.
Terminologicamente
la radice di Gelosia viene da dal Greco Zelous e nella Bibbia ha una
valenza sostanzialmente positiva di interesse e affezione di Dio per
l'uomo e dell'uomo per Dio; il termine in sostanza, eccetto alcuni casi,
investe la positività del termine e non la sua accezione patologica.
Guardiamo alcuni brani salienti della Bibbia che trattano la Gelosia.
Nel libro della Genesi leggiamo
Gn 4, 3 "Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in
sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il
loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì
Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era
abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e
perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse
tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua
porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo».
L'equivalente
opposto dello Zelo per Dio e per le "cose di Dio" è l'ira che Caino
prova che ne causa l'abbattimento del volto (cioè una mancanza di
autostima) e l'inizio della Gelosia-invidia verso Abele il fratello.
Dio lo mette in guardia nel non ascoltare questa pulsione dannosa perché essa porta all'omicidio.
Quello
che non fa Caino è ascoltare fiducioso ciò che Dio gli dice, non vuole
cambiare e tale disubbidienza consumerà la sua passione gelosa in
omicidio con le conseguenze che conosciamo.
Infatti
la gelosia, non dà un punto di vista formale ma sostanziale, spezza la
comunione; l'unione con se stessi con Dio e con la comunità.
Questo
è fondamentale.. è il geloso che alimenta la sua frattura con ciò che
lo guarirebbe, cioè il "noi", la comunione; è il geloso, in definitiva,
che si autopunisce. Egli è fonte del suo stesso malanno e della sua fuga
dalla guarigione.
L'invidia
che a volte ci muove tra un gruppo di appartenenza ad un altro, tra un
ordine religioso ed un altro, tra una congregazione ed un'altra non
segue altro che queste dinamiche di povertà affettiva e di povertà
spirituale.
Questa
gelosia può anche rovinare la migliore delle amicizie. Ben lo illustra
il caso di Saul, re d’Israele, e del suo leale suddito Davide.
Saul
rimase colpito dal coraggio di Davide nell’affrontare il gigante
filisteo Golia e nell’abbatterlo con una fionda da pastore, per cui mise
Davide a capo dei suoi soldati. In questo incarico Davide sostenne
lealmente la regalità di Saul e riportò numerose vittorie sui filistei.
Un giorno accadde che Davide fu lodato con canti più dello stesso re
Saul. Accogliendo i soldati vittoriosi al loro ritorno, le donne
israelite danzarono cantando: “Saul ha abbattuto le sue migliaia, e Davide le sue decine di migliaia”.
Saul se ne risentì molto, convinto che si stesse dando a Davide l’onore
che spettava a lui come re. Da allora Saul cominciò a guardare Davide
con sospetto, come un rivale che ambiva al trono. ( cfr.I Samuele
17:57, 58; 18:5-9).
I
buoni rapporti di un tempo fra Saul e Davide cessarono. Pur non avendo
alcun motivo per sospettare di Davide, Saul non si fidava più di lui.
Ossessionato dall’idea che Davide minacciasse il suo trono, Saul decise
di ucciderlo, così che Davide fu costretto a fuggire. (cfr. I Samuele
18:10-25; 19:9-12).
Il tipo di gelosia manifestato da Saul si può evitare. Come?
Bisogna stare attenti a non essere troppo suscettibili per quanto
riguarda la propria posizione, le proprie capacità o la propria
reputazione. Se
altri vengono lodati in nostra presenza, non dovremmo concludere che si
voglia deliberatamente minimizzare ciò che abbiamo fatto noi. Anche
se i commenti sembrano attribuire ad altri risultati maggiori, come nel
caso delle donne che lodarono Davide, non si deve dimenticare che molte
cose si dicono innocentemente, senza alcuna intenzione di fare
paragoni. Specialmente le espressioni dovute alla spinta emotiva del
momento vanno viste alla luce delle circostanze e non si possono
prendere come valutazioni critiche dei singoli individui. È davvero
triste quando tali affermazioni divengono motivo di risentimento nei
confronti di qualcun altro.
La libertà offerta da Gesù, camminando con Lui, nella verità di noi stessi ci fa assumere il bisogno senza esserne dipendenti.
Ci fa amministrare le nostre passioni.
E si amministra solo ciò che si conosce.
Il bisogno non fa maturare la personalità.
Il bisogno non è mai una scelta.
Il bisogno non è mai sazio.
Il bisogno non è razionale.
Il bisogno rende schiava la persona che soggiace.
Il bisogno non rende liberi.
Il bisogno fa soffrire.
Il bisogno può essere diabolico, divide!
La Gelosia è un bisogno.
L'Invidia è un bisogno.
Ognuno
è ciò che mangia.. se ti nutri di Cristo, della Sua Parola e vai a
fondo nella conoscenza delle tue passioni senza ancorarci lo "sguardo",
ma portandole come bagaglio nel cammino di Cristo e con Cristo, vedrai
che esse pian piano perdono peso e poi scompaiono.. e se non scompaiono
del tutto, sono lì, magari a ricordarti che sei una creatura sempre
bisognosa di perdono.
La Bibbia mostra che per dominare la gelosia è indispensabile
l’amore.
Nelle Scritture leggiamo: “L’amore non è geloso”. (I Corinti
13:4)
Se uno è incline a sospettare degli altri o a risentirsi per i
riconoscimenti che ricevono, farebbe bene a imparare a conoscere quelli
di cui è geloso. Dovrebbe cercare di vederne le buone qualità e
sforzarsi di apprezzare quello che stanno facendo. Invece di partire
dall’idea che gli altri stiano offuscando i suoi meriti, dovrebbe essere
lieto che la lode vada a chi spetta. È ovvio che nessuna persona può
fare tutto. La modestia e il buon senso dovrebbero farci capire che è
una benedizione quando ci sono molte persone qualificate in grado di
assolvere responsabilità.
Sotto questo aspetto Mosè vedeva le cose nel giusto modo. Quando
Eldad e Medad ricevettero lo spirito di Dio senza che Mosè fosse
presente e cominciarono a profetizzare nel campo d’Israele, Giosuè,
l’aiutante di Mosè, divenne geloso per il suo “signore”. Giosuè pensava
che la loro attività profetica sminuisse l’autorità di Mosè e che quindi
dovesse essere impedita. Ma Mosè non fu geloso del fatto di non essere
più l’unico sul quale lo spirito di Dio operasse in modo speciale, e
corresse Giosuè con queste parole: " Vorrei che tutto il popolo di Dio fosse profeta, perchè Dio porrebbe su di esso il Suo Spirito" (Numeri 11: 10,29)
Ma che dire se la persona tanto lodata in effetti non se lo
merita? Che dire se è stata sopravvalutata? Questo, ovviamente, può
succedere. Il perspicace scrittore di Ecclesiaste osservò: “Esiste
qualche cosa di calamitoso che ho visto sotto il sole, come quando esce
uno sbaglio a motivo di chi è al potere: La stoltezza è stata messa in
molte alte posizioni, ma i ricchi stessi continuano a dimorare
semplicemente in una bassa condizione. Ho visto servitori a cavallo ma
principi camminare sulla terra proprio come servitori” (Ecclesiaste
10:5-7).
A causa dell’imperfezione umana, funzionari, datori di lavoro e
altri che hanno autorità possono commettere seri errori di giudizio.
Possono mostrare scarso riguardo per chi ha lavorato sodo ed è un
‘principe’ o persona di nobili sentimenti, trattandolo come un semplice
servitore. Allo stesso tempo possono favorire uomini molto meno
qualificati. Questo può dare molto fastidio.
Ciò nondimeno, servirebbe a ben poco prendersela tanto per queste cose.
L’unico risultato sarebbe quello di perdere la pace di mente e di
cuore. Ciò potrebbe anche influire negativamente sulla propria salute
fisica. È molto meglio aspettare con pazienza. Il salmista ispirato
esortò ad ‘aspettare Dio con ardente desiderio e a non mostrarsi
accesi ad alcuno che ha successo nella sua via (cfr. Salmo 37:7).
A tempo
debito anche chi ha commesso l’errore può vedersi costretto a
riconoscerlo.
Dovremmo pure sforzarci di evitare di far nascere gelosie in altri
Le donne israelite che celebrarono col canto le imprese di Davide
non pensavano affatto che questo avrebbe provocato accesa gelosia nel re
Saul. Se avessero valutato bene la cosa, forse sarebbero state più
caute per non dare l’impressione di attribuire più onore a un suddito
che al re stesso. Riconoscendo che le persone sono imperfette, facciamo
bene a stare attenti quando, in presenza di un’altra persona, lodiamo
qualcuno o ciò che ha fatto. Vorremo assicurarci che ciò che diciamo non
possa essere facilmente interpretato dall’altra persona come un
paragone sfavorevole fra lei e colui che viene altamente lodato.
Considerando quanto può essere dannosa la gelosia, dovremmo
evitare di cedere ad essa noi stessi e di farla nascere in altri. A tal
fine dovremmo sforzarci di coltivare un amore sempre più grande per
ogni sorta di persone, apprezzandone le buone qualità e le capacità.
Dovremmo anche tener conto dell’effetto che le nostre parole e azioni
possono avere su altri. Questo contribuirà sensibilmente alla nostra
felicità e al mantenimento di buoni rapporti col prossimo.
"Allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto"
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