Uno sguardo alla fede | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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martedì 30 novembre 2010

Uno sguardo alla fede


Fede: una parola troppo abusata e scarsamente compresa.

Vogliamo esaminare insieme alcuni aspetti di questa “chiave” che, se usata bene, apre ogni porta sui beni terreni e celesti.
In sé e per sé la fede a nulla gioverebbe se non venisse riposta nella Verità.

Proviamo a fare qualche esempio per ciò che riguarda la nostra vita terrena


-  Un uomo, nelle prime ore di un giorno invernale, pattina sul ghiaccio del lago che si trova nei pressi della sua abitazione. Egli è convinto che il ghiaccio lo sosterrà come ha fatto nei giorni precedenti e non sa che, durante la notte passata, la temperatura si è innalzata per il passaggio di una corrente calda. L’uomo è sicuro che il ghiaccio lo terrà ed in tutta “buona fede” si slancia verso il centro del lago ma … ad un tratto il ghiaccio  si rompe ed egli si trova nelle gelide acque e muore. La “fede” di quell’uomo nel ghiaccio (nella sua tenuta) c’era ma non lo salvò poiché lo spessore non era veramente idoneo a sostenerlo. Egli aveva riposto la sua fede in una cosa NON VERA.

    Un uomo perse la vita per aver bevuto da una bottiglia d’acqua senza sapere che un malvivente vi aveva versato, con una siringa, del veleno. L’acqua non era VERA (non era semplice e pura acqua).
     Un uomo che amava teneramente sua moglie solo dopo la morte di quest’ultima seppe che lo tradiva. L’amore della moglie non era VERO.
     Un bambino perse una mano per aver raccolto quella che credeva una penna stilografica (non era una VERA penna).
     Io presi un terribile colpo alla testa cercando di uscire dalla porta di un bar fatta con un trasparentissimo vetro antisfondamento (la porta non era VERAMENTE aperta).
Potremmo continuare all’infinito a citare esempi simili!

Tutte le azioni dei protagonisti degli esempi precedenti  sono state compiute in piena FEDE ma quest’ultima non era riposta nella Verità; quello che ognuno pensava non era VERO.


Così, oggi, molti  uomini ripongono la loro fede in maghi, stregoni, fattucchiere, oroscopi, idoli ed in  tante altre cose NON VERE.
Se qualcuno, a questo punto, mi chiedesse con quale autorità dichiaro FALSE queste cose, non sarei imbarazzata nel rispondere perché direi che chi lo attesta è la Parola di Dio.
Mi rendo conto che questa mia risposta non sarebbe efficace per colui che non crede ma a quest’ultimo dico: “Caro lettore, poco importa se tu sei uno di quelli che affermano di non credere in Dio, un giorno, volente o nolente, ti troverai anche tu alla Sua presenza”.
Come abbiamo visto nei pochi esempi citati, la fede, non riposta nella Verità, tradisce amaramente!
Se allarghiamo l’orizzonte della nostra ricerca scopriamo che in qualunque cosa terrena riponiamo la nostra fede questa può essere tradita. La nostra vita è, giorno per giorno, un azzardo.


Qualunque mezzo di trasporto usiamo, anche se all’avanguardia per tecnologia, può smettere di funzionare con gravissime conseguenze!
Se rivolgiamo la sguardo alle nostre azioni in funzione della nostra futura vita eterna le cose non cambiano, anzi gli effetti sono più gravi perché, in questo caso, non si tratta di perdere al massimo un centinaio di anni della nostra vita ma l’eternità.
Come facciamo a non dare ascolto a Dio che ci dice: “ Maledetto L'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si ritrae dall'Eterno!” (Ger. 17:5) e…: Benedetto l'uomo che confida nell'Eterno, e la cui fiducia è l'Eterno! (Ger. 17:7) dopo tutte le delusioni che qualsiasi uomo ha provato mettendo la propria fede nelle cose e negli uomini di questo mondo?


La definizione che la Scrittura ci dà della fede è:
 “Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono” (Ebrei   11:1).
Una definizione che mette in luce due punti:
1.      speranza;
2.      dimostrazione.
In merito al primo punto qualcuno potrebbe dirmi:
“Vedi, se affronto un viaggio in aereo sperando di arrivare sano e salvo, non dimostro di aver fede?”
Posso tranquillamente affermare “NO”.
La “semplice speranza” non è fede perché, come dice la Scrittura, nella speranza ci deve essere il requisito essenziale della “certezza”, cosa che nelle opere umane non può trovarsi.

La certezza che permea la mia speranza poggia sulla solida base  costituita dalle “promesse di Dio”, il solo ed unico Iddio che non può mentire (cfr. Tito 1:1,2); questa stessa “speranza certa” sarà anche tua se confidi solo in Dio.
Per quanto attiene al secondo punto (dimostrazione) vorrei dire che non deve essere inteso come un insistente eloquio per convincere altri su cose invisibili, poiché questo modo di fare risulterebbe un vano farneticare.
Così facendo, non solo non dimostreremmo alcunché delle cose invisibili ma allontaneremmo gli altri da noi e dalla fede.
Allora, cosa significa “dimostrazione di cose che non si vedono?

Con l’aiuto dello Spirito di Dio ci convinceremo subito che ciò significa dimostrare agli altri, con la nostra vita, che:
·        la Parola di Dio ha purificato la nostra mente;
·        il sangue di Gesù Cristo, versato sulla croce, ci ha lavato e purificato dai nostri peccati;
·        la potenza invisibile di Dio ha trasformato la nostra vita.
Queste sono le cose che non si vedono il cui effetto sulla nostra vita dimostra agli altri una nuova innegabile realtà: ora, viviamo come figli di Dio.
La Scrittura ci dice:
 “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, son diventate nuove” (II Corinzi 5:17).
Questo, se è avvenuto in noi, dimostrerà le  “… cose che non si vedono”.

1. LA FEDE VERA NON HA BISOGNO DI PROVE

Noi crediamo per fede in cose che non richiedono per noi una controprova. Facciamo un paio di esempi.

a) L’ispirazione della Bibbia


Crediamo che le Sacre Scritture portino l’impronta di Colui che le ha ispirate ed abbiamo di questo fatto, molteplici “evidenze”, ma nessuna “prova”, nel senso scientifico del termine.

Il fatto che la Bibbia sia stata scritta durante l’arco di 1600 anni da autori di epoca, cultura ed estrazione completamente diverse e non cada mai in contraddizione con se stessa, per esempio, ci porta a pensare che ci sia stata una mente intelligente, precisamente quella di Dio, che abbia seguito la sua stesura.

Il fatto che Mosè abbia scritto un complesso di leggi sull’igiene e l’alimentazione che sono state riconosciute come valide dalla scienza moderna e che medici illustri e ricercatori dichiarino che l’uomo ha perduto moltissimo nel lasciarle da parte, c’induce a pensare che la sua affermazione di aver ricevuto queste istruzioni direttamente da Dio sia plausibile, anche perché esse andavano in controtendenza con quella che era la scienza medica del suo tempo ed anche dei millenni a venire.

Il fatto che le profezie bibliche si siano avverate con una precisione millimetrica con anni, secoli e a volte millenni di anticipo, ci porta ad accettare il dono profetico che sta alla base di queste predizioni. Se i profeti che asserivano di aver ricevuto delle visioni, delle rivelazioni da Dio, erano dei pazzi visionari, come mai - diciamo - ci hanno sempre ed immancabilmente azzeccato?

Si comprende però come tutti questi ragionamenti costituiscano delle evidenze dell’ispirazione biblica, non delle prove del genere: 2+2=4. Senza la fede non è possibile credere al tocco divino nella stesura delle SS. Scritture.
Un famoso scienziato francese un giorno ha detto: “Il calcolo delle probabilità ci dice che è assolutamente impossibile che la vita si sia prodotta per caso… Tuttavia - dal momento che Dio non esiste - vuol dire che questo pur remotissimo caso si è prodotto!”.

Voi capite che questo ragionamento non ha niente di scientifico, perché antepone alla tesi un’ipotesi di genere filosofico: “Dio non esiste:..”! Invece che chinarsi umilmente sui fatti ed ammettere che la scienza boccia senza appello la generazione spontanea della vita e che, quindi, i “fatti” ci indicano la necessità di una Intelligenza creatrice, si preferisce credere ciò che i fatti contraddicono. La premessa “Dio non esiste” inquina tutto il ragionamento seguente.

Ho letto in un libro scientifico l’esempio del branco di scimmie che scrive a macchina: che probabilità avrebbero, scrivendo per secoli e secoli, di far saltare fuori per caso un’opera complessa come “La Divina Commedia”? Nessuna ci dice la logica, nessuna ci dice il calcolo delle probabilità… E allora noi, come credenti, pensiamo che ci voglia più credulità a supporre la generazione spontanea della vita piuttosto che fede nel racconto biblico della creazione. Tuttavia, queste sono solo EVIDENZE, non PROVE.

Questa per noi è EVIDENZA che la nostra fede in una vita creata da un’Intelligenza superiore, che la Bibbia individua in un Dio personale, è ragionevole.

Tuttavia con questo non mi posso illudere di aver dimostrato matematicamente l’esistenza di Dio, perché la realtà di Dio sfugge alla mente umana ed ha sempre e comunque bisogno della fede per essere accettata.

2. LA FEDE GENUINA NON HA BISOGNO DI UN’ESPERIENZA PRECEDENTE


Noè 
Finora abbiamo parlato di evidenze… Ma che evidenza aveva Noè che un giorno sarebbe piovuto sulla terra? Nessuna, perché ancora non era mai successo.

Giosuè 

Si era mai sentito che le mura di una città fossero cadute girandoci intorno al suono di trombe suonate da sacerdoti? Eppure Giosuè e tutto il popolo d’Israele credettero che Gerico sarebbe stata presa in questo modo, perché avevano fede nella parola del Signore ed ottennero una   strepitosa vittoria.  

Pietro
Chi aveva mai sentito parlare che un uomo potesse camminare sull’acqua? Eppure Pietro credette che, all’ordine di Gesù, avrebbe potuto farlo e lo fece. Cominciò ad affondare nell’acqua solo dopo aver perso la fede e fu rimproverato per questo dal Maestro.

Naaman

Chi aveva mai sentito parlare che un lebbroso potesse essere guarito dalla sua terribile malattia tuffandosi per sette volte nel fiume Giordano? Neanche Naaman ne aveva mai sentito parlare, pure - dopo un primo momento di smarrimento - ci credette ed ottenne un grande miracolo.

3. LA VERA FEDE NON DIPENDE DALL’INCORAGGIAMENTO DELLA FAMIGLIA



(cfr. Matteo 10:34-37) Con linguaggio provocatorio, Gesù descrive qui la possibilità che la fede sia causa di divisione nel cuore stesso della famiglia. Nessuno è più interessato di Dio all’unità della famiglia, ma NON a costo della fede di qualche membro della famiglia.

Nel Nord-Ovest degli Stati Uniti un giovane architetto di nome Randy aveva accettato Gesù come suo personale Salvatore ed era diventato avventista. Dopo sette anni dalla sua conversione, durante la visita di un predicatore nella sua chiesa, si sentì chiamato al ministero pastorale. Aveva trent’anni ed era già milionario. Stava progettando una famosa catena di supermercati in quel momento. Abitava in una splendida casa sul golfo. Appresa la sua decisione, la moglie gli chiese il divorzio, ma lui sentiva la chiamata del Signore e non volle recedere. Restituì i suoi attestati e divenne pastore; la moglie, divorziando, gli portò via quasi tutto il denaro e la casa. Lui ottenne la custodia dei due figli ed andò ad abitare in un piccolo appartamento vicino alla piccola chiesa che gli era stata affidata; si sentiva ricco e felice. La comunità che gli era stata affidata si trovava al centro della città, contava solo venti membri ed era in continua decrescita. 
La voce si sparse, tutti volevano andare a sentire l’ex-milionario architetto che aveva scelto di predicare la salvezza in Cristo; dopo un anno la chiesa che dirigeva contava 150 membri. Ecco un esempio di fede che porta molto frutto, facendo a meno dell’incoraggiamento della famiglia, anzi della persona più vicina: il coniuge.

4. LA FEDE AUTENTICA NON DIPENDE DALL’INCORAGGIAMENTO DEI FRATELLI
 

Succede di passare attraverso questa disarmante esperienza… Succede che i fratelli, non solo manchino d’incoraggiarci, ma addirittura ci scoraggino, magari con la critica, con il pettegolezzo, con la mancanza d’amore. A volte ci scoraggiano senza nemmeno rendersene conto.

Ma se ci succede che la nostra fede dipenda dall’approvazione e dall’affetto dei fratelli, vuol dire che non abbiamo dimorato abbastanza in Cristo. Noi abbiamo bisogno di una fede che non richieda incoraggiamenti esterni, altrimenti che ne sarà di noi se dovessimo vedere l’apostasia di fratelli che stimavamo, o se dovessimo vivere gli anni precedenti il ritorno di Cristo quando potremmo essere chiamati a testimoniare della nostra fede, totalmente separati dai nostri fratelli? Le più grandi sconfitte e delusioni, se vissute con fede, possono trasformarsi in poderose vittorie.

Oltre due secoli fa, un giovane di venticinque anni, William Carey partecipò ad un’assemblea della chiesa alla quale apparteneva. Alla domanda del presidente Ryland se vi fossero altre questioni da sottoporre all’assemblea, William balzò in piedi dicendo: “Mi stavo chiedendo se l'ordine del Signore dato agli apostoli di predicare in tutte le nazioni, è valido anche per noi oggi!”.
“Si sieda, giovanotto - ordinò il Dott. Ryland - Quando Dio vorrà convertire i pagani, potrà farlo senza il suo aiuto!”. Carey ubbidì e si sedette, ma non smetteva di pensare all’ordine del Signore. Andò a casa a studiare la Bibbia e lesse tutto ciò che poté trovare riguardo alle varie nazioni. Fece una mappa del mondo, che attaccò alla parete della sua bottega di calzolaio. Lì sopra scrisse qualche appunto sulle popolazioni che vivevano in ogni nazione. Più studiava e più si convinceva che i tempi fossero maturi per portare l'Evangelo in tutto il mondo. Nel 1792 chiesero a William di predicare ad un incontro dell'Associazione Battista. Egli scelse il testo di Isaia 54:2 : “Allarga il luogo della tua tenda.” 
«Il Signore ci sta chiamando per portare la buona novella della Sua grazia salvifica ai pagani che sono nelle tenebre - tuonò Carey - Dobbiamo guardare al di là della nostra cerchia ristretta verso i punti più lontani della terra, dove milioni non hanno mai nemmeno sentito nominare Cristo. Non dobbiamo solo aspettarci grandi cose da parte di Dio, ma dobbiamo tentare grandi cose per Lui!.»Qua e là gli uomini annuivano approvando, ma la riunione si concluse senza che fosse presa alcuna decisione di agire. Ma William si rifiutò di farsi scoraggiare da questo atteggiamento e, dietro sua insistenza, dopo quell'incontro, fu fondata una Società Missionaria e lui stesso partì per l’India. Restò laggiù quarant'anni e tradusse la Bibbia in quaranta lingue diverse.

Pensiamo a quante anime sarebbe stata negata la possibilità di conoscere il Signore nella propria lingua, se questo giovane fosse dipeso dall’incoraggiamento dei suoi fratelli, che avevano della missione affidataci da Cristo una visione estremamente più miope della sua!


5.LA FEDE DEVE SUSSISTERE ANCHE SENZA L’APPARENTE INCORAGGIAMENTO DI DIO


(cfr. Matteo 15:22-28) C’è un esempio biblico che illustra questo concetto: la donna siro-fenicia. Gesù prova la sua fede fino al midollo. Egli sa che i Giudei chiamano i pagani “cani” e, anche per impartire una lezione ai Suoi discepoli, sembra scoraggiarla dal continuare a chiedere. Come avremmo reagito noi?

La nostra fiducia nelle promesse di Dio dev’essere tanto radicata da non mollare la presa nemmeno di fronte ad un Suo silenzio. Per poter crescere, la nostra fede ha bisogno di essere provata fino al punto di rottura, poi - al momento opportuno - Dio saprà dare il Suo incoraggiamento straordinario.

Altro esempio biblico: Dio chiede ad Abramo di offrirgli in sacrificio Isacco. Il silenzio di Dio dura tutto il tempo del viaggio: tre lunghi giorni durante i quali il patriarca si arrovella il cervello con ogni domanda possibile e chiede conferme, senza tuttavia riceverle.

Resta solo il primo terribile ordine divino: “Prendi il tuo figliuolo, il tuo unico, ed offrimelo in sacrificio sul Monte Moriah!”.

Solo quando la sua fede riesce a superare il silenzio di Dio, quel terribile fardello gli viene tolto dalle spalle: il Signore gli parla, fermando la sua mano che si era alzata munita di coltello per stroncare la vita del giovane figlio.

In quell’occasione Dio gli rivela il grande piano di salvezza concepito dal cielo per l’umanità. Abramo capisce, come nessun altro uomo sulla terra potrà mai, la grandezza del sacrificio del Padre celeste nell’offrire il Figlio per la salvezza dell’uomo peccatore.

CONCLUSIONE


Dunque decido di fidarmi di Dio ora per ora, giorno per giorno, senza occuparmi del peso del domani e senza occuparmi di come mi sento e degli incoraggiamenti che ricevo o non ricevo:

LA FEDE È UNA DECISIONE VOLONTARIA, NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LE MIE EMOZIONI.

“Voglio credere alle caratteristiche di Dio qualunque cosa Egli faccia.” “Uccidami Egli pure; io spererò in Lui.”

Questa è la dichiarazione di fede più sublime che troviamo in tutta la Bibbia.

Al di là di tutto, fede significa, quindi, avere una conoscenza personale di Dio, pregare, trascorrere tempo alla sua presenza ed aspettarlo; significa applicare tutte queste cose nelle circostanze particolari della vita. "Non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella sua fede e diede gloria a Dio": questo è il segreto della fede. Il nostro guaio principale consiste nella nostra ignoranza intorno alle cose di Dio. Quindi non concentrarti troppo sulla tua poca fede, pensa di più a Dio. Conoscilo, studia la verità che lo concerne. Se lo farai, scoprirai, forse a tua totale sorpresa, che la tua fede starà diventando più forte e tu stesso ti sorprenderai. Possa Dio, per Sua grazia, concedere che ognuno di noi possa avere una fede forte.



Un uomo che crede con certezza nelle promesse di Dio e dimostra con la propria vita gli ottimi effetti delle cose che non si vedono, farà dire agli altri: "Ecco la vera fede."
 
 Nascondimi ora
sotto le tue ali
coprimi
tra la tua potente mano

......Quando l'oceano gonfia e il tuono romba
volerò con te sopra la tempesta
Padre sei Re sul diluvio
starò quieto sapendo che sei Dio

Trova riposo anima mia
In Cristo solamente
conosci il Suo potere
nella quiete e nella confidenza.

(testo della canzone - Still
Words and Music by Reuben Morgan)


"E Gesù rispose loro: A cagion della vostra poca fede; perché in verità io vi dico: Se avete fede quanto un granel di senapa, potrete dire a questo monte: Passa di qua là, e passerà; e niente vi sarà impossibile." 
Matteo 17:20
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2 comments:

  1. Cito una tua frase:"La certezza che permea la mia speranza poggia sulla solida base costituita dalle “promesse di Dio”, il solo ed unico Iddio che non può mentire (cfr. Tito 1:1,2)" Mi sento di dire due piccole cose in aggiunta al tuo articolo esauriente:
    1- La certezza è dimostrata perchè esistono le prove dell'A.T., documentate da scienziati di tutto il mondo (Albright uno su tutti); gli stessi ebrei, molto pignoli,hanno sempre raccolto tutte le testimonianze del passato con un certo ordine e grazie anche al loro lavoro che adesso possiamo avere le certezze del compimento delle profezie nel N.T.
    2-Il nome di DIO in ebraico significa :IO SONO COLUI CHE MANTERRO' LE MIE PROMESSE
    ed è collegato al punto n.1
    Così le persone che leggono non potranno addurre ancora scuse....
    Intelligenti pauca
    Con agape fraterna
    SHALOM

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  2. Grazie caro fabulus, le tue parole sono bellissime

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