Il Signore è risuscitato | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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venerdì 22 aprile 2011

Il Signore è risuscitato

tomba vuota


"Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordatevi come vi parlò, mentre era ancora in Galilea, dicendo che il Figlio dell'uomo doveva esser dato nelle mani di uomini peccatori, essere crocifisso e risuscitare il terzo giorno"(Luca 24:6,7)


Tutti i movimenti, o gruppi di qualunque genere, sia politico, religioso, culturale, filosofico, hanno il loro capo storico, il fondatore, l'ispiratore, un leader che ha fatto discepoli, e li guidati secondo una linea di pensiero, molte di queste persone famose sono morte, e benché siano ricordati, onorati, rimpianti, sono definitivamente morti, di loro resta solo una bell'immagine, biografie, fotografie; nei casi estremi, come quello di Lenin, troviamo un corpo imbalsamato, esposto al pubblico, per essere ricordato e venerato. Un altro personaggio tanto ricordato e amato dalla passata generazione, può essere il famoso Ernesto "Che" Guevara, gran rivoluzionario, e combattente per la libertà, tanti lo hanno seguito fino alla morte, aveva il piglio ed il carisma di un vero leader, ma tutte le sue imprese non restano che un lontano ricordo, i sogni le aspirazioni, sono finite con la sua morte, certo pur di non vedere morire le proprie speranze ci si attacca anche a strane fantasie, ma la realtà è che tutti questi personaggi non torneranno in vita, e pian piano con il tempo, anche la forza delle loro imprese perderà d'importanza. 
Lo stesso vale per i vari movimenti religiosi, Maometto è morto, Confucio è morto, e così tutti gli altri fondatori e ispiratori di varie religioni. Per i cristiani la cosa risulta essere molto diversa, il cristianesimo è l'unico movimento che può vantarsi di avere un Capo, un Maestro risorto dai morti, certo, ma qualcuno può dire che Gesù non è l'unico ad essere risorto, anche altre persone sono risorte dai morti, ed alcune proprio per i miracoli che Lui operava! Gesù Cristo il Signore però è l'unico risorto e vivente nei secoli e per l'eternità, questa è la differenza che fa del cristianesimo non una delle tante religioni, ma l'unico e vero credo che ci lega a Dio, perché non è fondato, guidato, ispirata da un uomo, ma è fondato su Gesù, vero Dio e vero uomo, Colui che è morto, ma è anche risorto, Lui è il principio e la fine.  

Le diverse posizioni nei confronti della risurrezione


 Quando si parla della risurrezione di Gesù Cristo, e di conseguenza della risurrezione dei morti ci si scontra con l'incredulità, il cinismo, l'ironia, Gesù stesso dovette riprendere i Sadducei, per la loro ignoranza e incredulità "Voi errate perché non conoscete né le Scritture, né la potenza di Dio", allo stesso modo oggi tante persone si ritengono colte, istruite, scientificamente preparate, e per tanto non si fanno abbindolare da simili fantasie, eppure sono disposte a credere alle teorie più strane, reincarnazione, trasmigrazione delle anime, tutto fuorché alla realtà che Dio è potente per resuscitare i morti, e che Gesù è veramente morto e risuscitato il terzo giorno.
Vi è poi la categoria dei religiosi per tradizione, o meglio credenti nominali, essi, credono alla risurrezione, ma per loro in realtà rimane più che altro un fatto storico, una data da ricordare una volta l'anno, un fatto accaduto tanto tempo fa, e che oggi si può ricordare attraverso delle belle e commoventi immagini sulle pareti di una chiesa, o rivivere emozionalmente per mezzo di una lettura evangelica d'occasione, il tutto si dissolve dopo i bei pranzi e le feste, senza avere prodotto cambiamenti, e soprattutto senza avere ricevuto consolazione e speranza.
Ma noi che ci riteniamo cristiani di fatto, perché crediamo in Cristo morto e risorto, come interpretiamo e viviamo realmente il fatto della risurrezione di Gesù? Cosa ha portato, e cosa porta ogni giorno nella nostra vita la fede in Cristo risorto? 

L'importanza di un'esperienza personale "L'incontro con il Signore risorto dai morti"


Leggendo nella Scrittura, notiamo inevitabilmente che, il fatto della risurrezione di Gesù, non provocò immediatamente nei discepoli quella gioia e quell'entusiasmo tipici di chi vede adempiersi ciò che tanto si è desiderato e sperato, vediamo piuttosto che la sua morte aveva prodotto, sgomento e rassegnazione, e la tomba vuota invece di generare speranza, è al contrario motivo di tristezza sbigottimento, paura, dubbio, perplessità, tutto questo però, cessò nel momento stesso in cui Gesù si presentò a loro e si fece riconoscere, aprì i loro occhi, gli ricordò le Scritture, cenò con loro.
Questo ci fa capire, che per comprendere la risurrezione di Gesù, non è sufficiente conoscerlo intellettualmente, avere ascoltato i Suoi insegnamenti, fare parte del "gruppo dei discepoli", non saranno efficaci le prove o le dimostrazioni scientifiche per convincere le persone della sua risurrezione, le donne, Pietro, gli altri discepoli di fronte alla realtà della tomba vuota, della pesante pietra rotolata, dei lenzuoli piegati, rimasero pur sempre perplessi stupiti, increduli. 


fede


 In termini attuali, possiamo affermare che, non basta sapere che Cristo è risorto, averne le prove scientifiche, ascoltare le predicazioni, fare studi biblici, fare parte di una denominazione evangelica che crede nella risurrezione, tutto questo non è sufficiente. Per comprendere pienamente, e vivere spiritualmente la risurrezione di Gesù, dobbiamo prima d'ogni altra cosa incontrarlo personalmente come "Il Vivente, risorto dai morti". Non è l'incontro della nostra intelligenza con un fatto razionale, chiaramente spiegabile e comprensibile, e per tanto accettabile, ma prima di tutto è il nostro incontro con la Parola di Dio, "la fede viene dall'udire, udire la parola di Dio", quella parola che ci toglie dall'ignoranza, e che va accettata per fede, (cfr.I Cor.15:1-9). L'incontro con Cristo risorto, non nasce quindi nella nostra fantasia, e non vive sulle ali delle emozioni, ma si realizza oggi per mezzo della Parola, che accettata per fede, opera potentemente in noi per mezzo dello Spirito Santo, portandoci a quell'esperienza profonda e spirituale che la Scrittura definisce nuova nascita, così come allora Gesù risorto soffiò sui discepoli lo Spirito Santo, dandogli la vita spirituale, allo stesso modo tutti coloro che lo incontrano oggi come il Signore Gesù risorto e vivente, ricevono la vita dello Spirito Santo.

Il significato spirituale della risurrezione


La risurrezione di Gesù, è la dimostrazione che Egli non era semplicemente un profeta, un dottore venuto da Dio, uomo potente in opere, Gesù è veramente chi diceva di essere, il Figlio di Dio, il Messia, colui che la scrittura profetica definisce come "Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace", Lui aveva annunciato la sua morte e la sua risurrezione, ed ora portava a compimento ciò che aveva dichiarato di fronte ai Giudei, "Disfate questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere", Gesù parlava del suo corpo, e dopo la sua risurrezione, i discepoli si ricordarono di quelle parole. Egli aveva dichiarato "Io sono la risurrezione e la vita", Lui tiene le chiavi dell'ades, Lui solo può aprire e nessuno può chiudere, Lui può chiudere e nessuno può aprire. 
La tomba vuota era, ed è la dimostrazione, la prova della Sua perfetta divinità, il mondo lo voleva crocefisso, maledetto, sconfitto e umiliato, ma Dio Padre lo ha potentemente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra d'ogni altro nome, e davanti al quale ogni ginocchio si piegherà, gli uomini lo hanno incoronato di spine, il Padre gli ha ridato la corona della gloria, che gli apparteneva, e lo scettro di un regno che non avrà mai fine.
La risurrezione di Gesù, è l'adempimento di tutte le promesse di Dio.
Tutto ciò che Dio aveva annunciato, per mezzo dei profeti, e quello che ancora oggi ci annuncia, e promette per mezzo delle Scritture, è stato sigillato con la morte e la risurrezione di Gesù, perché, la sola morte non sarebbe stata una prova sufficiente, molte brave e stimate persone sono morte per delle cause nobili, ma la loro morte, il più delle volte non è servita, e non è stata sufficiente a concretizzare e rendere efficaci i loro progetti e le loro promesse, ma Gesù ha fatto molto di più, ha deposto la sua vita per ripigliarla poi, dimostrando così in modo inappellabile che in Lui solo tutte le promesse di Dio hanno il loro "Si", Lui può portare a compimento perfetto ogni promessa, perché Cristo è morto, ma è anche risorto ed è salito alla destra del Padre, e vive per sempre, la nostra fede e la nostra speranza non sussistono perché la "tomba è vuota", ma perché Cristo è vivente e glorificato! 

Le conseguenze nella nostra vita spirituale


salvezza


  • La certezza della salvezza e del perdono dei peccati 

Sulla croce Gesù prima di morire disse "Tutto è compiuto", e noi sappiamo bene che egli è stato il sacrificio unico e perfetto che ci libera da ogni colpa e ingiustizia, perché senza spargimento di sangue non vi può essere remissione dei peccati, così dichiara la Scrittura, quindi non per opere o per meriti noi potremmo essere perdonati, ma solo ponendo fede nel sacrificio espiatorio di Gesù, ma la Scrittura dice anche: "Se con la tua bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti sarai salvato". Un salvatore morto, incapace di salvare se stesso, non ci sarebbe stato d'alcuna efficacia, ma noi crediamo in un Salvatore e Signore risorto con potenza dai morti, Egli non solo ha inchiodato l'atto accusatore che ci condannava, ma ha spezzato i legami della morte, e la sua risurrezione è la dimostrazione, e la certezza per tutti noi, che Dio ha pienamente accettato e gradito il suo sacrificio, se al contrario fosse rimasto nella tomba chi ci assicurava che eravamo veramente giustificati davanti alla giustizia di Dio?  


via

In ogni caso come avremmo mai potuto avere l'opportunità di avvicinarci a Dio, se Gesù risorto non avesse inaugurata per gli uomini, la via per accostarsi al trono della grazia, (cfr.Ebrei 10:19-20), e nel nome di chi potremmo noi innalzare le preghiere, le richieste sperando di essere ascoltati, se Gesù non fosse risorto, saremmo costretti a pregare un intermediario morto, e impotente, e sappiamo bene che Dio, non esaudisce, e non gradisce le preghiere rivolte ai morti, ma Gesù Cristo, il figliolo dell'Iddio vivente è risorto e siede alla destra del Padre, e ancora di più Egli intercede per noi.


  • La risurrezione di Gesù, è sorgente di forza spirituale

Come peccatori, non solo abbiamo bisogno di perdono e giustificazione, ma anche di santificazione, e di forza spirituale e la stessa potenza che Dio ha mandato ad effetto in Cristo Gesù uomo per farlo risorgere dai morti, è la stessa che Dio manda ad effetto nella vita dei peccatori pentiti e ravveduti, per farli risorgere spiritualmente, e non solo,  ma la risurrezione di Gesù, offre a tutti i credenti la certezza di ricevere vigore e vita spirituale in esuberanza, perché Cristo risorto e glorificato ci ha mandato lo Spirito Santo. Oggi ogni figliolo di Dio può e deve camminare in novità di vita perché non solo è morto con Cristo, ma è stato risuscitato in modo simile a Lui.
 
  • La risurrezione è sorgente di speranza  


Croce

Noi credenti abbiamo davanti una speranza eterna, grazie alla risurrezione di Gesù. Paolo parlando della risurrezione affermava che la fede di coloro che non vi credono è vana, e saremmo i più miserabili degli uomini se la nostra fede fosse solo terrena, se Cristo non fosse risorto, saremmo ancora nei nostri peccati e per di più senza speranza, a che ci servirebbe lottare, soffrire, perseverare? Tanto vale mangiare, bere, e divertirsi, un giorno saremmo tutti morti senza alcuna possibilità di rifarci e ricominciare, ogni cosa persa sarebbe persa per sempre, ma Cristo, dice Paolo "è risorto, e anche noi risorgeremo", nella risurrezione di Gesù troviamo certezza, e speranza per affrontare e superare le inevitabili crisi, stanchezza nel cammino cristiano, paure, difficoltà, avversità, in tutto questo siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amato, ed è risorto a garanzia della nostra fede, coraggio anche per affrontare la morte, perché Cristo ha vinto la morte, e noi con Lui.


Le conseguenze pratiche nella nostra vita, e nel nostro cammino di fede

"Ricordati di Gesù risorto d'infra i morti", anche noi se vogliamo continuare a perseverare e progredire nella fede dobbiamo costantemente ricordarci e considerare Gesù risorto e vivente.

Era il tema centrale della predicazione apostolica

apostoli

Il fatto e la certezza dell'avvenuta risurrezione avevano completamente cambiato la vita dei discepoli, sapevano di avere riposto la loro fede in un Dio vivente, che aveva parlato con loro, che aveva mangiato con loro, aveva camminato e sofferto con loro, lo avevano visto vivente, poi crocefisso, in fine risorto dai morti, questo dava loro forza per annunciare e predicare l'evangelo, a fronte d'ogni avversità e opposizione. Loro erano testimoni della risurrezione, come potevano tacere!

  • Un cambiamento di vita

Il messaggio della risurrezione aveva anche cambiato il modo di vivere dei primi discepoli, avevano compreso che il fine della fede in Cristo non era un regno terreno, ma il regno eterno di cui il loro Signore era il sovrano, ben presto cominciarono a realizzare la portata delle parole di Gesù e cominciarono a capire che quando Gesù diceva che si sarebbero incontrati di nuovo, intendeva parlare della sua risurrezione e della loro risurrezione, la vita eterna e il regno dei cieli, non furono più concetti astratti, ma una fondamentale certezza, questo li portò a vivere in modo diverso, a praticare con coraggio e fede gli insegnamenti di Gesù, realmente non ricercavano più le ricchezze e gli onori del mondo, sapevano di essere destinati a possedere un'eredità molto migliore. 

Rinunciavano alle loro case, ai loro averi, mettevano tutto in comune, un po' eccessivo, diciamo noi, forse, ma noi di fronte alla realtà della risurrezione come reagiamo, non dovrebbe la risurrezione di Gesù, pegno della nostra risurrezione, costringerci a vivere in modo più sobrio, sapendo che non siamo cittadini di questo mondo, ricordarci di Cristo risorto, non dovrebbe aiutarci a considerare la vita terrena in modo diverso, sapendo che non saremo sempre su questa terra. Sapendo di essere destinati ad una meta così gloriosa non dovremmo affrontare diversamente le nostre avversità, imparare ad essere più sereni, a vivere con più gioia, sapendo che: "La nostra fatica non è vana nel Signore", possiamo ottenere ogni giorno le forze necessarie per affrontare le fatiche dell'essere coerenti con la nostra confessione di fede, in ogni circostanza, e questa certezza di ricevere un giorno la corona della vita, grazie alla risurrezione di Gesù, dovrebbe accendere un fuoco nel nostro cuore, e spronarci a lottare per l'evangelo, con ogni costanza senza aspettarci nessun premio oggi, "perché grande è il nostro premio lassù nel regno dei cieli", ma non dimentichiamo che non vi può essere alcuna risurrezione, se prima non si passa per la croce e la morte! 

Conclusione 

" Ma le cose che mi erano guadagno, le ho ritenute una perdita per Cristo. Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesú mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo, e per essere trovato in lui, avendo non già la mia giustizia che deriva dalla legge, ma quella che deriva dalla fede di Cristo: giustizia che proviene da Dio mediante la fede, per conoscere lui, Cristo la potenza della sua risurrezione e la comunione delle sue sofferenze, essendo reso conforme alla sua morte. "(Filippesi 3:7-10)

Paolo era disposto a tutto pur di avere maggior comunione con Gesù, e non solo, ma di poter conoscere più intensamente e in modo sperimentale la potenza della sua risurrezione, perché sapeva che la forza per continuare e progredire nel cammino verso la meta risiedeva proprio nel ricevere e realizzare giorno dopo giorno questa potenza che scaturisce da Cristo risorto, questo ci aiuta a comprendere che non sarà mai sufficiente quello che abbiamo realizzato fino ad oggi, la manna nel deserto durava giusto un giorno, all'indomani bisognava uscire per raccoglierne ancora, così noi dobbiamo impegnarci con costanza e serietà a ricercare ogni giorno la comunione con il Signore, Gesù risorto e vivente che presto ritornerà. Per noi credenti questa deve essere la speranza che ci accompagna "notte e giorno", nelle prove, continua ad avere fede, passeranno il primo, e il secondo giorno, e arriverà il terzo, il giorno della risurrezione, la liberazione dai legami della morte.

inferno

Ma per tutti coloro che non credono, la certezza della risurrezione di Gesù, dovrebbe produrre sgomento e timore, perché se Cristo è risorto, significa che esiste una risurrezione dai morti, un giorno il Signore farà udire la sua voce maestosa e potente, e i morti usciranno dalle tombe, in risurrezione di vita eterna per quelli che hanno operato bene, in risurrezione di giudizio per tutti coloro che non avendo ricevuto Gesù Cristo come loro Signore e Salvatore, dovranno rendere conto di tutte le loro opere, ed essere giudicati per tutti i loro peccati, non v'illudete ogni promessa di Dio ha il suo compimento in Gesù risorto, ed è scritto che: "L'uomo muore una sola volta dopo di che viene il giudizio e la morte eterna". 

 Ma per ogni persona che per fede oggi lo vuole ricevere nel proprio cuore, Gesù Cristo, il Signore risorto dai morti, proclama a gran voce:
"Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà, e chiunque vive e crede in me non morirà mai".


 

“Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso. Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che l'invocano. Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.”

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