Affrontare e vincere lo scoraggiamento | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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venerdì 28 settembre 2012

Affrontare e vincere lo scoraggiamento

sconforto
Un problema epidemico

C'è un'epidemia che attraversa il paese, un'epidemia molto più diffusa dell'AIDS. Non è l'influenza cinese o il cancro, e nemmeno il più comune raffreddore. Quest'epidemia, però, è altrettanto mortale della più temuta malattia conosciuta all'uomo. Quest'epidemia è chiamata scoraggiamento.
Si possono dire molte cose sullo scoraggiamento, ma almeno tre sono le caratteristiche che lo rendono un problema così forte.
La sua universalità. Una delle caratteristiche che rendono lo scoraggiamento un problema così temuto è che si tratta di un problema universale. In altre parole: lo scoraggiamento colpisce tutti. Nessuno è immune dallo scoraggiamento. Ciascuno di voi, una volta o l'altra, è stato scoraggiato. Spremetevi le meningi finché volete, non riuscirete a trovare nessuno che non sia stato mai scoraggiato. Giovani o vecchi, ricchi o poveri, istruiti o incolti, bianchi o neri, gialli o rossi, avvantaggiati o svantaggiati, cristiani o non cristiani. Tutti arrivano prima o poi allo scoraggiamento.
La sua ricorrenza. Una seconda caratteristica dello scoraggiamento è che esso è un fenomeno ricorrente. Essere stato scoraggiato una volta, non rende immuni dalla malattia. Si può essere scoraggiati sempre di nuovo. Non esiste alcun anticorpo che ci possiamo iniettare per diventarne immuni. Lo scoraggiamento viene, va e poi torna di nuovo.
E' contagioso. Una terza caratteristica dello scoraggiamento è che esso è altamente contagioso. Lo scoraggiamento si diffonde persino per contatto casuale. Si diventa scoraggiati perché altri sono scoraggiati. Magari avete sentito quella storia di un uomo che stava sul bordo di un ponte, pronto per buttarsi giù e morire. Un passante era capitato li per caso, aveva fermato l'auto ed aveva cercato di riportare alla ragione quel poveretto. In totale suo scoraggiamento, l'uomo aveva risposto che in questo mondo ci sono troppe cose sbagliate per voler continuare a vivere. Il passante così aveva cercato di ragionare con quell'uomo, dicendo che le cose non erano poi così brutte come sembravano. Per dieci - quindici minuti, così, la conversazione fra i due era continuata - alla fine tutt'e due avevano finito col buttarsi giù. Lo scoraggiamento è contagioso!

Alla luce della Bibbia
luce 
Proprio perché lo scoraggiamento può essere un tale insidioso problema, anche fra i credenti, dovremmo cercare di capire ciò che la Bibbia ha da dire sullo scoraggiamento e su come trattarlo. Consideriamo così alcune delle cause dello scoraggiamento e pure alcune fra le cure che vengono delineati in un testo della Bibbia, tratto dal libro di Nehemia. Leggiamo quanto troviamo al cap. quattro.
"Noi dunque ricostruimmo le mura che furono congiunte assieme fino a metà della loro altezza; il popolo aveva preso a cuore il lavoro. Quando però Sanballat, Tobiah, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdodei vennero a sapere che la riparazione delle mura di Gerusalemme, progrediva e che le brecce cominciavano a chiudersi, si adirarono grandemente, e tutti assieme congiurarono di venire ad attaccare Gerusalemme e a crearvi disordini. Ma noi pregammo il nostro DIO e a causa di loro ponemmo contro di loro delle sentinelle di giorno e di notte. Quelli di Giuda però dicevano: "Le forze dei portatori di pesi vengono meno, e le macerie sono tante che noi non riusciremo a costruire le mura!". Inoltre i nostri avversari dicevano: "Essi non sapranno e non vedranno nulla, finché noi piomberemo in mezzo a loro e li uccideremo; così faremo cessare i lavori". Ma quando i Giudei che dimoravano vicino a loro vennero per ben dieci volte a dirci: "Da qualsiasi parte vi volgerete, ci saranno addosso", io disposi uomini armati nei luoghi più bassi dietro le mura; vi disposi il popolo per famiglie, con le loro spade, le loro lance e i loro archi. Dopo aver esaminato la cosa mi levai e dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: "Non abbiate paura di loro! Ricordatevi del Signore grande e tremendo e combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e figlie, per le vostre mogli e per le vostre case!"" (Ne. 4:6-14).

Le cause dello scoraggiamento
scoraggiamento
Nehemia, come forse vi rammentate, era il capo degli ebrei che erano ritornati in Israele dall'esilio in Babilonia, con la precisa intenzione di ricostruire le mura di Gerusalemme. Dio gli aveva dato la visione di ricostruire ciò che era stato distrutto. All'inizio tutti avevano avuto un grande entusiasmo. Avevano cominciato l'opera con grande gioia non vedendo l'ora che fosse terminata. Il testo dice che "il popolo aveva preso a cuore il lavoro". Tutti lavoravano con diligenza. Ci viene detto che avevano ricostruito "le mura che furono congiunte assieme fino a metà della loro altezza".
Il lavoro stava andando bene, la gente era entusiasta e lentamente le mura crescevano. Poi accade qualcosa. Il popolo comincia ad avere difficoltà di ogni genere e, quando le cose erano diventate particolarmente dure, la gente aveva cominciato ad essere scoraggiata.
Vedete, quando Dio è all'opera, pure il nemico è all'opera per tentate di ostacolarlo, di boicottarlo. La ricostruzione delle mura di Gerusalemme non ne era eccezione. Dove Dio è all'opera, Satana fa sorgere degli agitatori per cercare di bloccare l'opera di Dio. Leggiamo ai versetti 7 e 8: "Quando però Sanballat, Tobiah, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdodei vennero a sapere che la riparazione delle mura di Gerusalemme, progrediva e che le brecce cominciavano a chiudersi, si adirarono grandemente, e tutti assieme congiurarono di venire ad attaccare Gerusalemme e a crearvi disordini"
Quando i nemici dell'opera di Dio cominciano a opporsi al popolo di Dio, il risultato è che il popolo diventa grandemente scoraggiato. Anche a noi accade la stessa cosa. Spesso è quando il nemico si mette contro di noi che diventiamo scoraggiati. E' importante sapere questo, e riconoscere il fenomeno per quello che è. Se noi cominciamo a capire come sopraggiunga lo scoraggiamento, potremmo anche capire come affrontarlo in modo positivo. Lo scoraggiamento arriverà. La sfida per noi è quella di intendere i segni della sua venuta e prendere le necessarie misure per vincerlo. Dobbiamo comprenderne sia le cause che le medicine.

1.  La fatica

La fatica, la stanchezza, è una delle maggiori cause dello scoraggiamento. Dopo che i nemici della ricostruzione avevano cominciato a creare disturbi fra il popolo, noi cominciamo a vedere come subentri la fatica: Al versetto 10 leggiamo: "Quelli di Giuda, però, dicevano: le forze dei portatori di pesi vengono meno…"
Il popolo che aveva lavorato fin ora a ricostruire il muro era già da tempo che lavorava. Erano esausti, ed ora questa opposizione era venuta, e questo aveva solo fatto si che la loro fatica fisica diventasse più acuta. Quando sei esaurito fisicamente, è molto facile diventare scoraggiato al più piccolo problema.
E' pure interessante notare il momento in cui questa gente era diventata stanca e scoraggiata. Il vers. 6 dice che le mura erano state ricostruite fino alla metà della loro altezza. Erano a metà dell'opera. Molte volte quando iniziamo un nuovo progetto, la prima metà va in fretta e bene. Perché? Perché siamo entusiasti e non vediamo l'ora di raggiungere l'obiettivo. E' qualcosa di nuovo, ma poi la novità scompare e il lavoro diventa una routine e noioso, e poi diventa facile stancarsi. E quando si è stanchi, è facile diventare scoraggiati e cominciare a pensare che non si arriverà mai alla fine. E' proprio quello che è successo a quelli di Giuda. Il vers. 10 dice: "Le forze dei portatori di pesi vengono meno… noi non riusciremo a costruire le mura!". Erano diventati pronti ad abbandonare l'opera. Sono le stesse persone di cui al versetto 6 si dice: "Il popolo aveva preso a cuore il lavoro".
Magari anche voi potreste pensare a qualche progetto che avevate intrapreso in cui avete avuto una simile esperienza. Magari un progetto nel vostro lavoro, intorno a casa vostra. A metà dell'opera avete cominciato a pensare che non l'avreste mai portata a compimento. Forse vi siete accorti che ci voleva più tempo di quello che all'inizio avevate pensato, il che non è insolito. Forse avete cominciato a razionalizzare e persino a sviluppare argomenti sul perché non avreste mai finito. Forse avete pure pensato che fosse la volontà di Dio a non desiderare che noi doveste terminare. Molta gente manca di compiere molte cose a causa di quel tipo di fatica e di scoraggiamento. Questo è ancora più vero quando, nel frattempo, le cose non vanno affatto bene. Quando fate cadere la vernice che avete appena dato, o rompete il vetro che cercavate di mettere, o bruciate il forno a microonde, questo può essere scoraggiante. E' particolarmente vero quando siete fisicamente stanchi.

2. La frustrazione

Un'altra ragione per cui si può diventare scoraggiati è la frustrazione. Al vers. 10 leggiamo pure che il popolo diceva: "… e le macerie sono tante che noi non riusciremo a costruire le mura!". Erano diventati scoraggiati perché erano così frustrati della situazione!
Parlavano delle macerie che si erano frapposte loro. Sono sicuro che avevano incontrato vecchie rocce spezzate, detriti, e calce seccata, come pure altri residui di varia natura sotto di loro. C'era robaccia dappertutto. Ed era frustrante.
Proprio come loro perdono di vista così il loro obiettivo, anche noi perdiamo di vista il nostro obiettivo quando nella nostra vita vi sono troppe macerie, troppi residui, troppa robaccia da dover trattare. Avete voi nella vostra vita troppe macerie che vi impediscono di andare avanti e costruire cose nuove?
Quali sono le vostre macerie? Le vostre macerie potrebbero essere dei peccati o delle azioni sbagliate da voi commesse, o cattivi pensieri e atteggiamenti che non siete disposti ad abbandonare. Le vostre macerie potrebbero anche essere le molte cose triviali con le quali perdete il vostro tempo, consumate la vostra energia, il vostro denaro. Le macerie o robaccia è tutto ciò che viene in mezzo fra voi e gli obiettivi che vi proponete, ciò che vi impedisce di realizzare obiettivi veramente importanti nella vostra vita. Le scorie, la spazzatura, i detriti causano problemi: ci frustrano. Ecco perché dovremmo venire prima alle prese con tutta la spazzatura che c'è nella nostra vita. Dobbiamo però comprendere che tutti questi detriti sono un problema.
In Ebrei 12:1 troviamo scritto: "Anche noi dunque, essendo circondati da un così gran numero di testimoni, deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti". Troppa robaccia nella nostra vita è un ostacolo ed un peso. Ci fa rallentare. Ci fa inciampare. Ci fa cadere. Ed è molto frustrante. E' come cercare di correre in mezzo al fango, non è facile muovere in fretta i piedi, consuma energie. Il risultato è che usiamo tutta la nostra attenzione ed energia su questi detriti, e non raggiungiamo l'obiettivo desiderato. Una delle cause prime dello scoraggiamento è la frustrazione.

3. La paura

Un'altra delle cause dello scoraggiamento è la paura. I nemici dell'opera del Signore sono maestri nell'instillare la paura nel popolo di Dio. Nehemia stesso vedeva la loro paura, Avevano paura dei loro nemici, e come risultato, credevano che non ce l'avrebbero mai fatta. Ricordate come dicevano al vers. 10: "Noi non riusciremo a ricostruire le nostre mura". Erano pronti a rinunciare all'opera. Avevano paura di essere ammazzati dal nemico. Sentivano di non essere in gradi di terminare ciò che avevano iniziato nel ricostruire il muro. Il risultato è che diventarono molto scoraggiati.
La paura è scoraggiante. Quando avete paura, come reagite? Bene, qualche volta la paura vi fa semplicemente abbandonare l'opera. Si tratta dello stesso sentimento che avevano quei Giudei. A causa della paura, erano pronti ad abbandonare l'opera. Pensavano di non essere abbastanza forti per potere resistere al nemico. Se pensiamo che il compito sia troppo grande e le risorse troppo limitate, qualche volta anche noi reagiamo allo stesso modo. Se facciamo così, certamente falliremo. Questi Giudei avrebbero potuto rinunciare all'impresa. Se l'avessero fatto, avrebbero sicuramente fallito, e non avrebbero compiuto l'opera che chiaramente Dio aveva determinato che essi portassero a compimento.
Dobbiamo fare attenzione a non lasciarci vincere dalla paura. Dobbiamo essere consapevoli che quando abbiamo paura, siamo più vulnerabili allo scoraggiamento. E' una tattica del nemico. E' una delle sue maggiori strategie per sconfiggerci.
Abbiamo così visto tre cose che possono portare lo scoraggiamento nella nostra vita: la fatica, la frustrazione e la paura. Dobbiamo stare molto in guardia quando le incontriamo. Là dove esse si trovano, lo scoraggiamento non mancherà di arrivare.

Il rimedio allo scoraggiamento
fede
Che fare, però, quando siamo scoraggiati? Abbiamo visto tre fra le cause dello scoraggiamento. Quale ne è la medicina?

1. Riorganizzarsi

Una delle prime cose che fa Nehemia, ed una delle prime che noi pure dobbiamo fare, è di riorganizzarsi. Al vers. 13 Nehemia dice: "io disposi uomini armati nei luoghi più bassi dietro le mura; vi disposi il popolo per famiglie, con le loro spade, le loro lance e i loro archi"
Rammentate che essi avevano già completato la metà dell'altezza delle mura. Nehemia già aveva organizzato il popolo ed essi avevano compiuto la metà di quello che si erano proposti di fare. Ora, però, era sorta una nuova situazione. Una nuova situazione richiedeva un cambiamento nell'organizzazione. Così Nehemia riorganizzò il popolo per renderlo più efficace nel loro compito.
Quando noi diventiamo scoraggiati, una delle prime cose che dobbiamo fare è riorganizzare le nostre priorità. Dobbiamo riesaminare la nostra vita ed applicarvi un cambiamento nell'approccio invece di diventare tanto scoraggiati da abbandonare l'opera.
Se avete un problema, allora, riorganizzatevi. Avete un problema nel vostro matrimonio? Beh, non desistete. Cambiate il vostro approccio. Adottate un nuovo atteggiamento. Avete un problema al lavoro? Non rinunciate. Cambiate le vostre priorità. Avete un problema nel vostro rapporto con Dio? Non smettete di seguire Gesù! Riorganizzate la vostra vita di preghiera! Affidate a Dio quell'area della vostra vita che Gli avevate sottratto. Forse siete frustrati per tutta la robaccia che si è accumulata nella vostra vita. Allora riorganizzatevi. Eliminatene un po',  il punto è  che non dovete rinunciare mai alla lotta. Non lasciatevi vincere dallo scoraggiamento. Reagite, fate qualcosa al riguardo!

2. Ricordarsi

Al fine di vincere lo scoraggiamento, dobbiamo ricordarci del Signore. Ascoltate che cosa dice Nehemia al vers. 14 quando egli vede la loro paura: "Dopo aver esaminato la cosa mi levai e dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: "Non abbiate paura di loro! Ricordatevi del Signore grande e tremendo e combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e figlie, per le vostre mogli e per le vostre case!""
In che modo voi vi rammentate del Signore? Che cosa ricordate di Lui? Beh, prima di tutto rammentatevi che Egli è presente. Vedete, si può diventare molto scoraggiati quando si pensa di essere rimasti soli nella situazione in cui vi trovate. Dio però è accanto a voi? Pensavate che si fosse ritirato da voi? Sia che ce ne rendiamo conto oppure no, aiuta a rendercene conto!
Rammentatevi che Dio è grande e tremendo. Dio è del tutto sufficiente per trattare il vostro scoraggiamento e la situazione che state affrontando. C'è qualcosa di cui dobbiamo rammentarci. Ecco che cosa significa rammentarsi del Signore.
Così, quando siete scoraggiati, dovete volgere la vostra attenzione dal vostro scoraggiamento a Colui che è in grado di venire alle prese con successo della vostra situazione. Dio vi è stato fedele nel passato, Egli vi è fedele oggi, e Lui vi sarà fedele anche per il futuro. Rammentatevi del Signore. Rammentate le Sue promesse. Rammentatevi della Sua bontà. Rammentatevi della Sua potenza. Egli è un Dio grande e tremendo. Ricordatevi di Lui!

3. Resistere

Dovete infine ingaggiare guerra contro lo scoraggiamento. Dovete essere attivi e combattere lo scoraggiamento. Notate che cosa dice Nehemia al vers. 14: " e combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e figlie, per le vostre mogli e per le vostre case!"".
Nehemia dice che essi non avrebbero dovuto desistere, rinunciare alla lotta, ma combattere. Egli dice loro non semplicemente di non cedere allo scoraggiamento, ma di resistere con tutte le loro forze! Egli li chiamava all'azione. E' questo stesso appello al quale noi dovremmo prestare attenzione se vogliamo vincere la guerra contro lo scoraggiamento.
Dalla Bibbia è chiaro che noi, come credenti, siamo ingaggiati in una battaglia spirituale. Stiamo combattendo un conflitto soprannaturale. Il nostro nemico è il diavolo ed i suoi seguaci. Satana e i suoi spiriti demoniaci sono impegnati a fare tutto quanto sia loro possibile per sconfiggerci. Dobbiamo fare precisamente ciò che a cui Nehemia incoraggiava il popolo a fare. Dobbiamo resistere.
E' esattamente ciò che ci viene detto in Giacomo 4:7: "Sottomettetevi dunque a Dio, resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi" . Dobbiamo resistere alla sua opera nel nostro mezzo. Dobbiamo resistere ai pensieri negativi. Dobbiamo resistere ad ogni scoraggiamento che egli cerca di instillare nella nostra vita. Dobbiamo combattere la battaglia della fede e stare fermi contro l'opera del nemico nella nostra vita. Solo in questo modo noi avremo successo nella nostra lotta contro lo scoraggiamento.
Sebbene la fatica, la frustrazione e la paura, possano portarci allo scoraggiamento, riorganizzare le nostre priorità, rammentarci del Signore e resistere al diavolo, ci potrà far conseguire la vittoria sullo scoraggiamento. Se applicheremo questi principi, Dio ci farà conseguire la vittoria.
di J. David Hoke (trad. di P. Castellina)

“quando il Nemico arriva come una fiumana, lo Spirito di Dio gli resisterà”
(Isaia 59,19)

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1 comments:

  1. Da tempo l'uomo occidentale ha bruciato la bisaccia e il bastone
    del viandante, con la sua commovente attitudine alla domanda.
    La dimora dell'uomo non è più l'orizzonte, ma il nascondiglio, dove non incontra nessuno e dove perciò comincia a dubitare della sua stessa esistenza.
    L'io generato dalla violenza del Potere lo rende meschino, lo convoglia nel particolare che più lo sollecita, entro cui egli ha l'illusione di autogovernarsi.
    Nella palude omologante l'uomo avverte uno strano malessere che possiamo definire come un'anoressia dell'umano.

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