Un sermone del sabato mattina, 11 Marzo 1855,
da parte del rev. C. H. SPURGEON,
all’ Exeter Hall, Strand
da parte del rev. C. H. SPURGEON,
all’ Exeter Hall, Strand
“Perchè come le sofferenze di Cristo abbondano in noi,
così anche la nostra consolazione abbonda da parte di Cristo.” (2
Corinzi 1:5)
Cercate di riposare dalle vostre angustie oh voi figli di dolore e di pena? Questo è il luogo dove potete alleggerire il fardello, e perdere le vostre preoccupazioni.
Oh, figlio di afflizione e miseria, vuoi dimenticare per qualche
tempo le tue pene e i tuoi dolori? Questa è la Bethesda, la casa della
misericordia, questo è il luogo dove Dio ha a cuore di allietarti e
placare le tue angosce che mai arrestano il loro corso, questo è il
luogo dove i suoi figli amano ritrovarsi, perché qui trovano
consolazione nel mezzo delle tribolazioni, la gioia nei loro dolori, e
il conforto nelle loro afflizioni.
Perfino gli uomini mondani ammettono che c’è qualcosa di estremamente
confortante nelle Sacre Scritture, e nella nostra santa religione, ho
anche sentito dire di alcuni, che dopo aver pensato, con la loro logica, di aver annientato il cristianesimo, e provato che era falso,
hanno riconosciuto di aver rovinato un'eccellente e confortante
“delusione”, tanto da sedersi in lacrime perchè non era realtà.
Sì, amici miei, se non fosse vero, avreste ragione di piangere.
Se la Bibbia non fosse la verità di Dio, se non siamo riusciti a
riunirci intorno al trono della misericordia, allora dovreste mettere le
vostre mani sui fianchi e camminare come se foste in travaglio.
Se non aveste qualcosa nel mondo, accanto al motivo, accanto alle gioie fugaci della terra, se non aveste qualcosa che Dio vi ha dato, qualche speranza al di là del cielo, un rifugio che sia più che terrestre, una liberazione che sia più che terrena, allora dovreste piangere; ah! piangete, il vostro cuore e i vostri occhi, e lasciate che i vostri corpi interi marciscano in una lacrima perpetua. Si perchè chiedereste alle nuvole di riposarvi sulla testa, ai fiumi di scorrere giù tumultuosi dai vostri occhi, perchè il vostro dolore sarebbe tale da “aver bisogno di tutti rivoli d’acqua che la natura possa produrre.”
Se non aveste qualcosa nel mondo, accanto al motivo, accanto alle gioie fugaci della terra, se non aveste qualcosa che Dio vi ha dato, qualche speranza al di là del cielo, un rifugio che sia più che terrestre, una liberazione che sia più che terrena, allora dovreste piangere; ah! piangete, il vostro cuore e i vostri occhi, e lasciate che i vostri corpi interi marciscano in una lacrima perpetua. Si perchè chiedereste alle nuvole di riposarvi sulla testa, ai fiumi di scorrere giù tumultuosi dai vostri occhi, perchè il vostro dolore sarebbe tale da “aver bisogno di tutti rivoli d’acqua che la natura possa produrre.”
Ma, benedetto sia Dio, abbiamo consolazione, abbiamo la gioia nello
Spirito Santo. Non la troviamo in nessun altro luogo. Abbiamo aperto il
fuoco attraverso la terra, ma non abbiamo mai scovato alcuna pietra
preziosa, abbiamo girato questo letamaio di mondo di sopra e di sotto
mille volte, e mai abbiamo trovato nulla di prezioso, ma è qui, in
questa Bibbia, qui nella religione di Gesù benedetto, che i figli di
Dio, hanno trovato conforto e gioia, e noi possiamo veramente dire:
“Come le nostre afflizioni abbondano, così le nostre consolazioni
abbondano anche in Cristo.”
Ci sono quattro cose nel mio testo a cui vi invito a prestare
attenzione: la prima sono le sofferenze da aspettarsi, “Le sofferenze di
Cristo abbondano in noi” la seconda, degna di essere notata, sono “le
sofferenze di Cristo”, la terza, è una proporzione da sperimentare,
“come le sofferenze di Cristo abbondano, così le nostre consolazioni
abbondano”, e la quarta, la persona che deve essere onorata, “Così la
nostra consolazione abbonda in Cristo”.
I. LE SOFFERENZE DA ASPETTARSI
Il nostro santo Apostolo dice: “Le sofferenze di Cristo abbondano in noi.”
Prima di indossare l’armatura cristiana dovremmo sapere che tipo di servizio ci aspetta.
Un sergente di reclutamento fa spesso scivolare uno scellino in mano a
qualche giovane ignorante, e gli dice che il Servizio per Sua Maestà è
una bella cosa, che non ha nulla da fare se non camminare negli
sgargianti colori del re, che non avrà nessun compito duro, anzi, che
non deve fare nulla per essere un soldato, e andare dritto verso la
gloria.
Ma il sergente cristiano quando arruola un soldato della croce, non
lo illude così. Gesù Cristo stesso ha detto: “Mettete in conto il
costo”. Egli non desiderava avere nessun discepolo che non fosse
disposto ad andare fino in fondo, "per sopportare la durezza come un
buon soldato”.
Qualche volta ho sentito la religione descritta in un modo che i suoi
alti colori mi dispiacciono. E ‘vero che “le sue vie sono vie di
piacevolezza,” ma non è vero che il cristiano non avrà mai dolori o
problemi. E‘ vero che l’allegria degli occhi lucidi, e i piedi leggeri
d’amore, possono passare per il mondo senza grande depressione e
tribolazione, ma non è vero che il cristianesimo possa proteggere l’uomo
dai guai, né deve essere così presentato.
In realtà, dovremmo parlarne in un altro modo: Soldato di Cristo, se
ti arruoli, dovrai fare una dura battaglia. Non c’è nessun letto di
piume che ti aspetta, non è come andare in cielo in carrozza. La strada
accidentata deve essere percorsa, montagne devono essere scalate, fiumi
devono essere guadati, draghi devono essere combattuti, giganti devono
essere uccisi, difficoltà devono essere superate, grandi prove devono
essere sostenute. Non è una strada liscia fino al cielo, credimi,
perchè quelli che vi si sono recati solo per qualche passo l'hanno trovata
essere una strada dura.
E’ si piacevole, la più deliziosa in tutto il mondo, ma non è facile
di per sé, è piacevole per la compagnia, a causa delle promesse dolci
su cui si affaccia, a causa del nostro Amato che cammina con noi
attraverso i duri e spinosi ostacoli di quel vasto territorio.
Cristiano, aspettati dei guai: “Non reputare strana la fiera prova, come
se qualcosa di strano ti sia capitato” perchè tu sei un figlio di Dio,
il tuo Salvatore ti ha lasciato la sua eredità, “Nel mondo, avrete
tribolazioni; in me, avrete la pace“. Se non avessi mai avuto dei
problemi non crederei mai di essere uno della famiglia. Se non avessi
mai avuto una prova non penserei di essere un erede del cielo.
Come figli di Dio non dobbiamo e non sfuggiremo alla verga. I
genitori terreni possono viziare i propri figli, ma il Padre celeste non
farà mai ciò con i suoi. “Colui che Egli ama lo corregge” e flagella
ogni figlio che Egli si è scelto. Il suo popolo deve soffrire, quindi,
aspettati questo, Cristiano, se tu sei un figlio di Dio stanne certo,
aspettati questo, e quando arriva, dici: “Bene sofferenza, io ti
prevedevo, tu non sei estranea, ti ho atteso continuamente.”
Non si può neanche spiegare quanto questo alleggerirà le tue prove,
se te le aspetti prima, con rassegnazione. In effetti, meravigliati solo
se si riesce a passare una giornata facile. Se si rimane una settimana
senza persecuzione, pensala come una cosa notevole, e se mai
trascorresse un mese, senza un sospiro dal profondo del cuore, penso che
questo sia il miracolo dei miracoli.
Ma quando il problema arriva, diremo: “Ah questo è quello che
attendevo; È marcato sulla mappa del cielo, la pietra miliare è messa
giù, navigherò con fiducia per mezzo di essa, il mio Maestro non mi ha
ingannato”.
“Perché dovrei lamentarmi di bisogno o disagio
tentazione o dolore? Egli mi ha detto di non aspettarmi niente di meno.”
Ma perché il cristiano deve aspettarsi guai? Perché deve aspettarsi
che le sofferenze di Cristo abbondino in lui? Stai qui un momento,
fratello mio, e ti mostrerò quattro motivi perché tu debba sopportare
la prova.
In primo luogo guarda in alto, poi guarda verso il basso, poi guarda
intorno a te, e poi guarda dentro di te, e vedrai quattro ragioni per
cui le sofferenze di Cristo dovrebbero abbondare in te.
Guarda verso l’alto. Vedi tu il tuo Padre celeste, un essere puro e
santo, immacolato, giusto, perfetto? Sai tu che un giorno dovrai essere
come lui? Credi tu che facilmente riuscirai a diventare conforme alla
sua immagine? Non richiederai forse molto lavoro di fornace, molta
macinatura nel mulino dei guai, molti colpi di pestello nel mortaio
dell’afflizione, molta rottura sotto le ruote dell’agonia? Credi che
sarà una cosa facile per il tuo cuore diventare puro come Dio? Credi tu
che puoi così presto sbarazzarti delle tue corruzioni, e diventare
perfetto come il Padre tuo che è nei cieli è perfetto?
Solleva il tuo sguardo di nuovo, riesci a discernere gli spiriti
luminosi vestiti di bianco, più puri dell’ alabastro, più casti, più
equi del marmo pario? Ecco mentre stanno nella gloria. Chiedete loro da
dove è provenuta la loro vittoria. Alcuni di loro vi diranno che
nuotarono attraverso mari di sangue. Ecco le cicatrici d’onore sulle
loro fronti, vedi, alcuni di loro alzano le mani e ti dicono che una
volta furono consumati nel fuoco, mentre altri furono uccisi con la
spada, fatti a pezzi da bestie selvatiche; erano poveri afflitti,
tormentati.
O voi nobile esercito di martiri, voi gloriose schiere del Dio
vivente. Voi avete dovuto nuotare attraverso mari di sangue, e io dovrei
sperare di andare in cielo avvolto in pellicce di ermellino? Voi avete
sopportato le sofferenze, e io dovrei essere coccolato con i lussi di
questo mondo? Voi avete lottato per poi regnare, e io dovrei regnare
senza una battaglia? Oh, no. Con l’aiuto di Dio mi aspetto che come
avete sofferto così anch’io dovrò, e come attraverso molte tribolazioni
siete entrati nel regno dei cieli, così sarà per me.
Avanti, Cristiano, volgi gli occhi verso il basso. Sai tu che nemici
hai sotto i tuoi piedi? Ci sono l’inferno ei suoi leoni contro di te. Tu
una volta eri un servo di Satana e nessun re perde volentieri i suoi
sudditi. Credi tu che Satana sia contento per te? Tu hai cambiato la tua
patria. Una volta eri un ligio servo di Apollyon, ma ora sei diventato
un buon soldato di Gesù Cristo, e credi che il diavolo si rallegri di
te? Ti dico no.
Se tu avessi visto Satana al momento in cui sei stato convertito,
avresti veduto una scena meravigliosa. Non appena hai dato il tuo cuore a
Cristo, Satana ha aperto le sue ali di pipistrello ed è volato giù
all’inferno, e chiamando tutti i suoi consiglieri, ha detto: “Figli
della fossa, veri eredi delle tenebre; voi che prima eravate vestiti in
luce, ma che cadeste insieme a me dall’alta gloria, un altro dei miei
servi mi ha abbandonato, ho perso un altro della mia famiglia; se ne è
andato dalla parte del Signore degli eserciti. Oh voi, miei compari, voi
miei compagni di lavoro dei poteri delle tenebre, non lasciate nulla di
intentato per distruggerlo. Vi dico scaraventate tutti i più feroci
dardi contro di lui. tormentatelo, fate abbaiare i cani infernali contro
di lui, fate che i demoni lo assedino; non dategli tregua, molestatelo a
morte, lasciate che i fumi del nostro lago corrotto e ardente salgano
alle sue narici, lo perseguitino, l’uomo è un traditore; Non dategli
pace, dato che non posso averlo qui per legarlo in catene di diamante,
dal momento che non posso averlo qui per tormentarlo e affliggerlo,
finché potete, fino alla morte, vi incarico di urlare contro di lui,
fino a che non attraversi il guado, di affliggerlo, contristarlo,
tormentarlo, perché il disgraziato si è rivoltato contro me, ed è
diventato un servo del Signore “.
Tale può essere stata la scena dell’inferno, proprio quel giorno in
cui tu hai amato il Signore. E tu pensi che Satana ti odi di meno ora?
Ah! no. Lui sarà sempre per te il tuo nemico “come un leone ruggente,
cercando chi possa divorare”. Aspettati quindi guai, Cristiano, quando
guardi sotto di te.
Poi, uomo di Dio, guarda intorno a te. Non dormire. Apri i tuoi
occhi, guarda attorno a te. Dove sei? È forse un amico quell’uomo che ti
sta vicino? No, tu sei in un paese nemico. Questo è un mondo malvagio.
Metà delle persone, suppongo, professano di essere irreligiosi, e coloro
che professano di essere pii, spesso non lo sono. “Maledetto sia colui
che confida nell’uomo e fa della carne il suo braccio.”-Benedetto colui
che confida nel Signore, e la cui fiducia è l’Eterno“.
Riguardo poi “gli uomini di basso grado, essi sono vanità”; la voce
della folla non vale la pena averla e riguardo “gli uomini di alto
grado, essi sono una menzogna”, che è peggio ancora; il mondo non deve essere considerato attendibile, non si deve farvi
affidamento. I veri cristiani hanno messo sotto i loro piedi.. ”tutto
ciò che la terra chiama bene o cose grandi”.
Guarda intorno a te fratello mio, vedrai alcuni cuori buoni, forti e
valorosi, vedrai alcune anime vere, sincere e oneste, vedrai alcuni
fedeli amanti di Cristo, ma ti dico O figlio della luce, che, per
ogni uomo sincero, ne incontrerai venti ipocriti; dove troverai uno che ti
condurrà al cielo, troverai qualcuno che ti spingerebbe all’inferno.
Tu sei in una terra di nemici, non di amici, non credere che il mondo
sia per la maggior parte buono. Molte persone si sono bruciate le dita
prendendo possesso di esso. Molti sono rimasti feriti mettendo la mano
in una tana di serpenti a sonagli, il mondo; ...pensando che le tinte abbaglianti del serpente addormentato
fossero rassicurazione di non ricevere alcun danno…, o Cristiano il
mondo non è tuo amico. Se lo è, allora non sei amico di Dio!, perché chi
è amico del mondo è nemico di Dio, e chi è disprezzato dagli uomini, è
spesso amato da Geova. Tu sei in un paese nemico, o uomo: dunque,
aspettati guai.
Aspettati che l’uomo che “mangia il tuo pane alzerà il suo calcagno
contro di te”, aspettati che tu diventi uno straniero per coloro che ti
amano, sii certo che, poiché tu sei nella terra del nemico, troverai
nemici ovunque.
Quando dormi, pensa che dormi sul campo di battaglia; quando cammini
aspettati un agguato! ad ogni siepe, Oh fa attenzione, fa attenzione:
questo non è un mondo buono perchè tu debba chiudere gli occhi. Guarda
intorno a te, o uomo, e quando sei sulla torre di guardia, conta pure i guai che sicuramente verranno.
Ma poi, guarda dentro di te. C’è un piccolo mondo qui dentro, che è
più che sufficiente per darci problemi. Un romano disse una volta che
avrebbe voluto avere una finestra sul suo cuore, affinchè tutte le
persone potessero vedere che cosa stava succedendo lì. Sono molto
contento di non averla, se l’avessi la terrei chiusa il più serratamente
possibile. Starei ben attento ad avere tutte le persiane calate.
La maggior parte di noi avrebbe grande bisogno di persiane, se
avessimo una finestra. Tuttavia, per un momento, sbircia nella finestra
del tuo cuore, per osservare quello che c’è. Il peccato è lì, il peccato
originale e la corruzione, e per di più, il proprio ego è ancora
dentro. Ah! se tu non avessi il diavolo per tentarti, tu ti tenteresti
da solo, se non ci fossero nemici a combattere contro di te, tu saresti
il tuo peggior nemico, se non ci fosse il mondo, di sé il tuo sarebbe
già abbastanza, perché “il cuore è ingannevole sopra ogni cosa, e
insanabilmente maligno“.
Guarda dentro di te, credente, sappi che tu sopporti un cancro nelle
tue stesse viscere; che tu porti dentro di te una bomba, pronta ad
esplodere alla minima scintilla della tentazione, sappi che hai dentro
il tuo cuore una cosa maligna, una vipera raggomitolata, pronta a
morderti e condurti nei guai, e nel dolore e in una miseria indicibile.
Fa attenzione al tuo cuore, Cristiano, e quando avrai un dolore, una
difficoltà, una preoccupazione, guardati dentro e dì: “In verità, posso
anche sopportare questa pena, considerando il cuore malvagio e
incredulo che mi porto in giro”
Ora riesci a capire, fratello Cristiano? Non c’è speranza di sfuggire
dai guai, essi sono lì. Cosa dovremmo fare allora? Non vi è alcuna
possibilità per noi. Dobbiamo sopportare la sofferenza e l’afflizione,
pertanto, dobbiamo sopportarlo allegramente.
Alcuni di noi sono gli ufficiali del reggimento di Dio, e siamo il
bersaglio di tutti i fucilieri del nemico. In piedi in avanti, dobbiamo
sopportare tutti i colpi. Che misericordia il fatto che nessuno degli
ufficiali di Dio cada mai in battaglia! Dio li sostiene sempre. Quando
le frecce volano veloci, lo scudo della fede le copre tutte, e quando il
nemico è più infuriato, Dio è più contento. Quindi, per quanto ci
importi, il mondo può andare avanti, il diavolo può insultare, la carne
può infiammare; “Perché noi siamo più che vincitori per virtù di colui
che ci ha amati”. Pertanto, ogni onore sarà a Dio solo. Aspettatevi
sofferenza, questo è il nostro primo punto.
II. LE NOSTRE SOFFERENZE SONO QUELLE DI CRISTO
Ora, in secondo luogo, vi è una distinzione da notare. Le nostre
sofferenze sono dette essere le sofferenze di Cristo. Ora, la sofferenza
in sé non è una prova del cristianesimo. Ci sono molte persone che
hanno prove e difficoltà ma che non sono figli di Dio. Ho sentito alcune
persone povere venirmi a dire piangenti: “So di essere un figlio di Dio,
perché sono in debito, perché sono nella miseria, perché sono nei
guai.” Davvero? Conosco un gran numero di furfanti nella stessa
condizione, e non credo che tu sia figlio di Dio perché ti capita di
essere in misere circostanze.
Ci sono abbondanza di persone che sono in difficoltà e a disagio, che
non sono figli di Dio. Non è il destino peculiare della famiglia di
Dio, e se, come motivo della mia speranza di cristiano, non avessi
altro che le mie esperienze dolorose, avrei un fondamento davvero
scarso.
Ma c’è una distinzione da essere notata. Sono queste sofferenze i
patimenti di Cristo, o non lo sono? Un uomo è disonesto, e viene messo
in galera per questo, un uomo è un vigliacco ed è lo zimbello di altri
uomini per questo, un uomo non è sincero, e, di conseguenza, le persone
lo evitano. Tuttavia, egli dice di essere perseguitato. Perseguitato!
Niente affatto, gli sta bene! Se lo merita. Ma queste persone si
consolano con il pensiero, di essere parte del “caro popolo di Dio”,
perché gli altri li evitano, quando si dà il caso che invece se lo
meritano. Essi non vivono come dovrebbero, quindi la punizione del mondo
è il loro deserto.
Badate, carissimi, che le vostre sofferenze siano vere sofferenze di
Cristo, siate sicuri che esse non siano solo le vostre sofferenze,
perché se lo sono, non si otterrà nessun sollievo. E ‘solo quando sono
le sofferenze di Gesù che noi possiamo ricevere conforto.
“Beh,” tu dici: “Cosa si intende con le nostre sofferenze sono le sofferenze di Cristo?”.
“Beh,” tu dici: “Cosa si intende con le nostre sofferenze sono le sofferenze di Cristo?”.
La parola “Cristo” nella Bibbia significa a volte tutta la Chiesa con
Cristo, come in 1 Corinzi 12:12, e molti altri brani che non riesco a
ricordare proprio ora, ma voi potete portare alla mente un versetto in cui si
dice: “Io completo le sofferenze di Cristo, per il suo corpo, che è la
Chiesa.” Ora, come Cristo, il capo della Chiesa, ha avuto una certa
quantità di sofferenza da sopportare, ugualmente il corpo deve anche
avere un certo peso da portare.
Le nostre afflizioni sono le sofferenze del corpo mistico di Cristo, le
sofferenze del corpo di Cristo, le sofferenze della Chiesa di Cristo,
perché si sa che se un uomo fosse talmente alto da avere la testa in
cielo ed i piedi in fondo al mare, sarebbe ancora lo stesso corpo, e la
testa sentirebbe le sofferenze dei piedi. Così, anche se il mio Capo è
in cielo, e io sono sulla terra, i miei dolori sono i dolori di Cristo,
le mie prove sono le prove di Cristo, Egli soffre le mie afflizioni.
“Sento nel mio cuore tutti i tuoi sospiri e i tuoi gemiti,
Poiché tu sei vicino a me, alla mia carne e alle mie ossa;
In tutte le tue angosce, il tuo capo sente il dolore,
Eppure, di ognuna di esse c’è necessità, neanche una è invano.”
Poiché tu sei vicino a me, alla mia carne e alle mie ossa;
In tutte le tue angosce, il tuo capo sente il dolore,
Eppure, di ognuna di esse c’è necessità, neanche una è invano.”
Le prove di un vero cristiano sono tanto le sofferenze di Cristo, quanto le sofferenze del Calvario.
Eppure voi dite: “Vogliamo capire se i nostri guai sono le prove di
Cristo”. Beh, sono le prove di Cristo, se si soffre per amore di Cristo.
Se siete chiamati a sopportare la durezza per amore della verità,
allora queste sono le sofferenze di Cristo. Se si soffre per sè stessi,
può essere una punizione per i peccati, ma se dovete sopportare per
amore di Cristo, allora sono le prove di Cristo.
”Ma”, dicono alcuni, “c’è qualche persecuzione oggi giorno? Forse che i Cristiani devono soffrire per amore di Cristo adesso?” Soffrire, signori! Sì.
”Ma”, dicono alcuni, “c’è qualche persecuzione oggi giorno? Forse che i Cristiani devono soffrire per amore di Cristo adesso?” Soffrire, signori! Sì.
Potevo spiegare un fatto avvenuto questa mattina, se volevo, di
fanatismo insopportabile, di persecuzione quasi maligna come quella ai
tempi di Bloody Mary (n.d.r. Maria la sanguinaria, regina cattolica
inglese che perseguito’ fino al rogo i cristiani); la differenza è solo
che i nostri nemici non hanno il potere e la legge dalla loro parte
oggi.
Potrei dirvi di alcuni che, solo perchè scelgono di venire ad
ascoltare questo giovane uomo disprezzato, questo tizio che inveisce,
devono essere considerati come rifiuto da tutti. Molte persone che
vengono da me, devono condurre una vita misera e infelice, semplicemente
perché dalle mie labbra hanno ascoltato la parola della verità. Eppure,
nonostante tutto, ascoltano.
Ne sono certo, a molti di coloro che sono qui davanti a me gli occhi
si aprirebbero in lacrime, se dovessi raccontare la loro storia, alcuni
che privatamente mi mandano a dire di come devono soffrire per amore di
Cristo, perché scelgono di ascoltare il predicatore che gradiscono. Non è
il momento che gli uomini scelgano secondo cio’ che desiderano? Se non
mi interessa fare come gli altri ministri, non ho forse il diritto di
predicare, come mi pare e piace? Se non ce l’ho, lo farò lo stesso, ecco
tutto.
E non hanno gli altri il diritto di ascoltarmi, se vogliono, senza
chiedere ai signori e ai governatori di oggi, se io sia davvero
clericale o meno. Libertà! libertà! Lasciate che le persone facciano ciò
che vogliono. Ma la libertà, dove si trova? Tu dirai in Gran Bretagna.
Si forse, in una misura, ma non completamente. Tuttavia, mi rallegro che
ci sono alcuni che dicono: “Beh, la mia anima ne è contenta: e lascia
che gli uomini dicano ciò che vogliono, mi aggrapperò saldamente e con
risolutezza alla verità, e al luogo in cui sento la parola per
l’edificazione della mia anima.”
Quindi, cari cuori, andate avanti, andate avanti, e se soffrite per
amore di Cristo, queste sono le sofferenze di Cristo. Se siete venuti
qui semplicemente perché avete da guadagnarvi qualcosa per interesse,
allora le vostre sofferenze sarebbero solo vostre, ma poiché non vi è
nulla da guadagnare, se non il profitto delle nostre anime, continuate e
tenete duro, e qualunque cosa si dica, la vostra persecuzione non vi
procurerà altro che una corona luminosa nella gloria.
Ah! Cristiani, questo ci nobilita. Fratelli miei, questo ci rende
orgogliosi e felici di pensare che le nostre prove sono le prove di
Gesù. Oh! Penso a quale onore abbia avuto il vecchio soldato, che stava
col Duca di ferro nelle sue battaglie, dicendo: “Noi combattiamo con il
buon vecchio duca, che ha vinto tante battaglie: e quando vince, parte
dell’onore sarà nostro.”
Cristiano, tu combatti fianco a fianco con Gesù. Cristo è con te,
ogni colpo è un colpo mirato a Cristo, ogni calunnia è una calunnia
rivolta a Cristo, la battaglia è del Signore, il trionfo è del Signore,
quindi ancora alla vittoria !
Mi ricordo la storia di un grande comandante, il quale, dopo aver
vinto molte vittorie gloriose, condusse le sue truppe in una gola, e una
volta lì, un grande corpo del nemico lo circondava. Sapeva che la
battaglia era inevitabile il mattino dopo, quindi andava in giro per
tutte le tende, ad ascoltare in quali condizioni i suoi soldati erano,
se scoraggiati o meno. Egli venne ad una tenda, e mentre ascoltava, udì
un uomo dire: “Ecco lì c’è il nostro generale, è molto coraggioso, ma
non è stato molto saggio, questa volta, ci ha condotto in un luogo in
cui siamo sicuri di essere battuti , c’è tanta cavalleria nemica, tanta
fanteria“ e poi quell’uomo contò tutte le truppe dalla loro parte e ne
valutò il numero. Allora il comandante, dopo aver sentito il racconto,
delicatamente scostò da una parte la tenda, e disse: “Quanti ne hai
contati per me da solo? Si, hai contato la fanteria e la cavalleria, ma
quanto valuti me, il tuo valoroso capitano, che ha vinto tante vittorie?“.
Ora, Cristiano, dico, quanto valuti uno? Egli non è uno, né mille:
egli è il “capo dei diecimila.” Ma è più di questo. Oh! metti in conto
una cifra alta, e quando avrai contato gli aiuti e gli ausiliari, adesso
conta Cristo, per tutti in tutto, perché in lui la vittoria è certa: il
trionfo è sicuro.
III. UNA PROPORZIONE da essere sperimentata
Come le sofferenze di Cristo abbondano in noi così anche le
consolazioni di Cristo abbondano. Ecco una proporzione benedetta. Dio
mantiene sempre un paio di piatti della bilancia, da questa parte mette
le prove del suo popolo e dall’altra mette le loro consolazioni. Quando
il piatto della sofferenza è quasi vuoto, troverete sempre il piatto di
consolazione nella stessa condizione, e quando il piatto è pieno di
prove, si trova il piatto di consolazione altrettanto pesante, perchè le
sofferenze di Cristo abbondano in noi, e quindi anche la consolazione
abbonda da parte di Cristo.
Si tratta di una questione di pura esperienza. Alcuni di voi non
sanno nulla al riguardo. Voi non siete cristiani, non siete nati di
nuovo, non vi siete convertiti, non siete rigenerati, e, quindi, non
avete mai capito questa proporzione ideale tra le sofferenze e le
consolazioni di un figlio di Dio. Oh! è un mistero che, quando le nuvole
nere si radunino di piu’, la luce dentro di noi è sempre più brillante.
Quando la notte si abbassa e la tempesta sta arrivando, il capitano
celeste è sempre più vicino al suo equipaggio.
Si tratta di una cosa benedetta, quando i piu’ sono abbattuti, è
allora che siamo più sollevati dalle consolazioni di Cristo. Lascia
che ti mostri come cio’ sia possibile.
La prima ragione è, perché le prove fanno più spazio per la
consolazione. Non c’è nulla che faccia avere ad un uomo un cuore grande
come una grande prova. Ho sempre trovato che i miserabili, i cui cuori
sono circa le dimensioni di un granello di senape, non hanno mai avuto
delle serie prove. Ho scoperto che le persone che non hanno alcuna
simpatia per i loro simili, che non hanno mai pianto per i dolori degli
altri, molto raramente hanno avuto dei guai propri. Grandi cuori possono
essere creati solo da grandi problemi. La vanga dei problemi scava nel
serbatoio del conforto più profondo, e fa più spazio per la
consolazione. Dio viene nel nostro cuore lo trova pieno e comincia a
rompere le nostre comodità per renderlo vuoto, cosicchè vi è più spazio
per la grazia.
Più un uomo è in uno stato umiliato, più conforto egli avrà sempre.
Mi ricordo che una volta camminai insieme ad un contadino, che seppur
tale era profondamente istruito, e davvero degli aratori potrebbero
essere dei grandi predicatori meglio di molti gentiluomini del college, e
lui mi disse: “Conta su questo mio caro fratello, se tu o io siamo un
solo centimetro più alti del suolo, allora siamo già un centimetro
troppo in alto”. Credo che sia vero, più in basso ci si trova, il più
vicino a terra siamo, più i nostri problemi ci umiliano, più adatti
diveniamo a ricevere conforto e Dio ci dà sempre conforto quando siamo
più adatti per questo. Questo è il motivo per cui le consolazioni
incrementano in proporzione alle nostre prove.
Poi di nuovo, I problemi esercitano le nostre grazie, e l’esercizio
delle nostre grazie tende a renderci più confortati e felici. Quando le
piogge cadono di più, c’è l’erba più verde.
Suppongo che le nebbie d’Irlanda la rendano “l’Isola di Smeraldo,” e ovunque si trovino nebbie e grandi problemi, nebbie di dolore, si trova sempre il cuore verde smeraldo: pieno di erba verdeggiante di conforto e dell’amore di Dio.
Suppongo che le nebbie d’Irlanda la rendano “l’Isola di Smeraldo,” e ovunque si trovino nebbie e grandi problemi, nebbie di dolore, si trova sempre il cuore verde smeraldo: pieno di erba verdeggiante di conforto e dell’amore di Dio.
O cristiano, non dire: “Dove sono andate le rondini, ecco sono
morte”. Esse non sono morte, hanno sfiorato il mare purpureo, e sono
andate in una terra lontana, ma saranno di nuovo di ritorno. Figlio di
Dio, non dire che i fiori sono morti, non dire che l’inverno li ha uccisi, e
se ne sono andati. Ah! no, se l’inverno li ha rivestiti con l’ermellino
della sua neve, farranno di nuovo capolino con le loro teste, e saranno
vivi molto presto. Non dire, figlio di Dio, che il sole si spegne,
perché la nube l’ha nascosto. Ah! no, è là dietro, che prepara l’estate
per te, perché quando esce di nuovo, avrà fatto le nuvole idonee a far
cadere le docce d’aprile, che fanno fiorire i dolci fiori di maggio. E
oh! soprattutto, quando il tuo Dio nasconde il suo volto, non dire, che
ti ha dimenticato.
Egli ha solo indugiato un po‘ affinchè tu possa amarLo meglio e
quando Egli viene, avrai la gioia nel Signore, e sarai esultante di
gioia indicibile. Nell’attesa, esercita la grazia, in attesa, cerca la
fede, quindi, attendi nella speranza, perché sebbene la promessa si
oscuri, non può mai tardare ad arrivare.
Un altro motivo per cui spesso siamo consolati nei nostri problemi è
che in quel momento abbiamo il rapporto più vicino a Dio. Parlo dal
cuore e dalla conoscenza della mia esperienza. Non abbiamo mai tali
rapporti stretti con Dio come quando siamo nella tribolazione. Quando la
stalla è piena, l’uomo può vivere senza Dio, quando la borsa è piena
d’oro, in qualche modo può fare a meno di tante preghiere. Ma una volta
che si perdono le sicurezze, tu desideri il tuo Dio, una volta mondata
la casa dagli idoli, allora onorerete Geova.
Alcuni di voi non pregano la metà di quanto dovrebbero. Se siete
figli di Dio, riceverete la frusta, e quando riceverete la frusta,
correrete da vostro Padre. Si tratta di una bella giornata, e il bambino
cammina, davanti a suo padre, ma vi è un leone in mezzo alla strada, il
bambino arriva e prende la mano di suo padre. Ecco che prima correva un
mezzo miglio davanti a lui quando tutto andava bene, ma alla vista del
leone, grida “Padre, Padre!” e gli sta il più vicino possibile.
E‘ così anche con il cristiano. Se tutto va bene, dimentica Dio.
Israele si è ingrassato, e ha cominciato a recalcitrare contro Dio, ma se
gli porti via le sue speranze, se fai saltare le sue gioie, se permetti che il
figlio giaccia nella bara, che le sue colture siano distrutte, che la mandria
sparisca dalla stalla, che il marito dalle ampie spalle finisca nella tomba,
che i figli siano orfani, allora è che Dio è Dio davvero.
Oh, spogliami nudo, prendi da me tutto quello che ho, fammi povero,
mendicante, senza un soldo, impotente: frantuma la mia cisterna;
schiaccia la mia speranza, spegni le stelle, fa sparire il sole, avvolgi
la luna nel buio, e ponimi tutto solo nello spazio, senza un amico,
senza un aiuto, allora, “Dal profondo io grido a te, o Dio!”. Non vi è
alcun grido tanto forte come quello che proviene dal fondo della
montagna, preghiera più calorosa di quella che viene dal profondo
dell’anima, attraverso prove profonde e afflizioni.
Quindi le prove ci portano a Dio, e noi siamo felici, perché questo è
il modo per essere felici, di vivere vicini a Dio. Così che, mentre i
problemi abbondano, essi ci guidano a Dio, e le nostre consolazioni
abbondano.
Alcune persone chiamano pesi i guai. In verità una nave che ha vele
di grandi dimensioni e un buon vento, ha bisogno di zavorra. I guai sono
la zavorra di un credente. Gli occhi sono le pompe che recuperano
l’acqua di sentina della sua anima, e gli impediscono di affondare. Ma
se le prove sono pesi vi dirò un lieto segreto: come farsi sollevare da
un peso. Se ho un peso incatenato a me, esso mi tiene giù, ma se mi dai
carrucole e pulegge, posso fare in modo che mi tiri su. Sì, c’è un modo
con cui un peso ti puo’ sollevare verso il cielo.
Ah signori una volta chiesi a un amico, che aveva un bellissimo
cavallo che si nutriva al pascolo con uno zoccolo di ferro sulla zampa,
“Perché appesantire un animale così nobile?” “Signore” disse,
“Preferisco averlo appesantito che perderlo. Si è messo a saltare le
siepi”
Questo è il motivo per cui Dio appesantisce i Suoi. Egli preferisce
appesantirli piuttosto che perderli, perché se non li appesantisse,
salterebbero la siepe e se ne andrebbero. Hanno bisogno di una pastoia e
per impedire il loro randagismo, Dio li lega con afflizioni, per
tenerli vicino a Lui, alla loro conservazione, ed averli in Sua
presenza. E’ una benedizione che i nostri problemi abbondino, cosi’
abbondano anche le nostre consolazioni.
IV. C’E ‘UNA PERSONA DA ONORARE
Ora possiamo chiudere con il nostro ultimo punto, e che lo Spirito
Santo ancora una volta mi dia forza dire una parola o due per voi. E‘ un
dato di fatto che i cristiani possono gioire nella profonda angoscia, è
una verità: metteteli in prigione, ancora canteranno e come molti altri
volatili, cantano meglio nelle loro gabbie. E‘ vero, quando le onde si
rovesciano su di loro, la loro anima non affonda. E‘ vero, hanno una
spinta che mantiene sempre la loro testa sopra l’acqua, e li aiuta a
cantare nel buio, nella notte buia, “Dio è ancora con me”. Ma a chi
daremo l’onore? A chi deve essere data la gloria? Oh! a Gesù, a Gesù,
perché il testo dice che tutto viene da Gesù.
Non è perché sono un cristiano che provo gioia nel mio problema, non
necessariamente è così, non è sempre che i problemi portino
consolazioni, ma è Cristo che viene a me. Sono malato nella mia camera;
Cristo viene su per le scale, si siede vicino al mio letto, Egli mi
amministra dolci parole. Sto morendo, le gelide acque fredde del
Giordano hanno toccato il mio piede, sento il mio sangue ristagnare e
congelare. Devo morire, Cristo mi prende tra le braccia, e dice: “Non
temere, caro, morire è essere benedetti, le acque della morte hanno la
loro sorgente in cielo, non sono amare, sono dolci come il nettare,
perchè esse discendono dal trono di Dio“. Guado il torrente, i flutti
si riuniscono intorno a me, sento che il mio cuore e la mia carne
vengono meno, ma c’è la stessa voce al mio orecchio: “Non temere, io
sono con te non aver paura, io sono il tuo Dio”. Ah! Ah!
Ora, io vengo ai confini dell’ignoto infinito, quel paese “da cui nessun viaggiatore ritorna” sono quasi spaventato di entrare nel regno delle ombre, ma una voce dolce dice: “Io sarò con te dovunque tu vada; se tu dovessi fare il tuo letto in Ades io sarò con te“ e ancora vado avanti, contento di morire, perché Gesù mi allieta, egli è la mia consolazione e la mia speranza. Ah! voi che non conoscete quel nome ineguagliabile, Gesù, voi avete perso la nota più dolce che mai che può dare melodia. Ah! voi che non siete mai stati incantati dal prezioso sonetto contenuto in quell'unica parola Gesù, voi che non sapete che vuol dire Jesu, I-ES-U, (“Io ti allevio”); avete perso la gioia e il conforto della vostra vita, e dovrete vivere miseri e infelici. Ma il cristiano può rallegrarsi, dal momento che Cristo non lo abbandonerà, mai lo lascerà, sarà con lui.
Ora, io vengo ai confini dell’ignoto infinito, quel paese “da cui nessun viaggiatore ritorna” sono quasi spaventato di entrare nel regno delle ombre, ma una voce dolce dice: “Io sarò con te dovunque tu vada; se tu dovessi fare il tuo letto in Ades io sarò con te“ e ancora vado avanti, contento di morire, perché Gesù mi allieta, egli è la mia consolazione e la mia speranza. Ah! voi che non conoscete quel nome ineguagliabile, Gesù, voi avete perso la nota più dolce che mai che può dare melodia. Ah! voi che non siete mai stati incantati dal prezioso sonetto contenuto in quell'unica parola Gesù, voi che non sapete che vuol dire Jesu, I-ES-U, (“Io ti allevio”); avete perso la gioia e il conforto della vostra vita, e dovrete vivere miseri e infelici. Ma il cristiano può rallegrarsi, dal momento che Cristo non lo abbandonerà, mai lo lascerà, sarà con lui.
Una parola o due prima di concludere: primo, ho una parola per voi che vi aspettate problemi, e sono molto
triste perché voi ve li andate a cercare. Prendete i consigli della
gente comune, e “non attraversate mai un ponte, prima di esserci
arrivati.” Seguite il mio consiglio: non portate i vostri problemi più
vicini di quanto lo siano, perché già è sicuro che presto saranno su di
voi.
So che molte persone si preoccupano per le loro prove prima che
vengano. Che bene se ne ha sulla terra? Se mi mostrate alcun beneficio
in cio’ vi dirò fate pure, ma a me sembra già abbastanza che il Padre
bacchetti il figlio senza che il figlio stesso si castighi da solo.
Perché dovresti farlo? Tu, che hai paura dei guai, perché dovrebbe
essere così? La prova non potrà mai vincere su di te e se viene, la forza
arriverà con essa. Pertanto, a te, uomo, che siedi gemendo, a causa di
presentimenti.
“La religione non è mai stato progettata
per diminuire i nostri piaceri”
Fatti forza! Su!Su! Perché sei seduto congelato a morte? Quando i
guai verranno, allora combatti, con cuore virile e forte, immergiti
nella corrente, vestito come sei, e nuotaci attraverso, ma oh! non avere
paura prima che arrivino.
Poi Cristiano che sei nei guai, ho una parola da dirti. Dunque,
fratello mio, tu sei nei guai, sei caduto nelle onde di afflizione. Non è
cosa strana, vero fratello? Ci sei passato molte volte prima. “Ah”, ma
dici tu “questo è il peggiore che abbia mai avuto. Sono venuto qui
questa mattina con una macina da mulino al collo, ho una miniera di
piombo nel mio cuore. Sono infelice, sono infelice, sono estremamente
abbattuto“.
Bene, ma fratello, come i tuoi problemi abbondano, così sarà la tua
consolazione. Fratello, tu hai appeso la tua arpa sui salici? Sono
contento che non hai spezzato l’arpa del tutto. Meglio, appenderla ai
salici piuttosto che romperla; fa’ attenzione a non romperla. Invece di
essere angosciato per il tuo problema, gioisci in esso, tu puoi onorare
Dio, tu glorificherai Cristo, tu porterai peccatori a Gesù, se canterai
nelle profonde difficoltà, la gente dirà: “Deve esserci qualcosa nella
religione, dopo tutto, altrimenti l’uomo non sarebbe così felice”.
Poi una parola per voi, che siete quasi disperati. Vorrei allungare
le braccia, se potessi, questa mattina, perché credo che un predicatore
dovrebbe essere un Briareo, con mille mani per andare a prendere i suoi
ascoltatori ad uno ad uno, e parlare con loro. C’è un uomo qui che è
abbastanza disperato, ha quasi persa ogni speranza. Fratello, ti devo dire
cosa fare? Tu sei caduto dal ponte principale, sei nel mare, le onde ti
circondano, non sembri avere alcuna speranza; ti arrampichi sugli
specchi, cosa farai adesso? Fare? perché? Giaci sul mare dei guai, e
galleggia su di esso, stai li’, e sappi che Dio è Dio, e tu non perirai
mai. Tutto il tuo scalciare e dimenarti ti farà sprofondare, ma sta
fermo, ecco per la nave di salvataggio arriva; Cristo sta venendo in tuo
soccorso, presto ti libererà e ti tirerà fuori da tutte le tue
perplessità.
Infine, alcuni di voi non hanno affatto alcun interesse in questo sermone. Non cerco mai di ingannare i miei ascoltatori facendo loro
credere che tutto quello che dico appartiene a tutti voi che mi
ascoltate. Ci sono diversi caratteri nella parola di Dio, ma il vostro è
quello di indagare nei vostri cuori oggi stesso, e vedere se siete il
popolo di Dio, o no. Come vive il Signore, davanti al quale io sto, ci
sono due classi qui. Non c’è distinzione aristocratica e democratica,
ai miei occhi, e agli occhi di Dio ogni uomo è uguale.
Noi siamo fatti di sola carne e sangue, non abbiamo signori di
porcellana e poveri di terracotta, siamo tutti fatti della stessa pasta.
Vi è una differenza, e solo una. O voi siete figli di Dio, o figli del
diavolo, o siete rinati di nuovo, o morti nelle trasgressioni e nei
peccati.
Spetta a voi fare risuonare la domanda nelle vostre orecchie: “Dove
mi colloco? sotto il nero tiranno, con la sua spada di fuoco, come mio
re, oppure davvero possiedo Geova Gesù come mia forza, mio scudo, mio
Salvatore?” Io non vi costringo a rispondere, io non dirò niente su
cio’. Solo rispondete voi, lasciate che i vostri cuori parlino, lasciate
che le vostre anime parlino.
Tutto quello che posso fare è di proporre la domanda. Dio la applichi
alle vostre anime! Lo imploro di farvelo capire! e che la freccia
giunga a voi presto!
“E Gesù mio! Sono ora disposto,
ad affrontare quello che ho ritenuto più arduo;
Sì, lasciate che i venti soffino di guai,
E che le comodità si sciolgano come la neve,
ad affrontare quello che ho ritenuto più arduo;
Sì, lasciate che i venti soffino di guai,
E che le comodità si sciolgano come la neve,
Nessun albero infruttuoso, nessuna coltura persa,
Possono ostacolare le mie speranze eterne;
Sebbene la creatura cambi, il Signore è lo stesso;
Allora lasciate che trionfi nel Suo nome.
Possono ostacolare le mie speranze eterne;
Sebbene la creatura cambi, il Signore è lo stesso;
Allora lasciate che trionfi nel Suo nome.
Sermone originale:http://www.spurgeon.org/sermons/0013.htm
traduzione a cura di verovangelo.org
"Perciò io mi diletto
nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni,
nelle avversità per amore di Cristo, perché quando io sono debole,
allora sono forte."
(2 Corinzi 12:10)
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