Accadde a Pentecoste
Il giorno della prima Pentecoste cristiana è veramente un giorno straordinario. Il giorno della prima Pentecoste cristiana è il giorno in cui i discepoli del Signore Gesù ricevono sapienza e potenza dall'alto per annunciare con coraggio e con grande forza di persuasione che Gesù Cristo è più vivo e operante che mai e che Dio Lo ha stabilito come Signore e Salvatore del mondo intero.
Il giorno della prima Pentecoste cristiana, lo Spirito Santo, terza Persona della Santa Trinità di Dio, interviene con potenza attraverso la predicazione dell'apostolo Pietro e dà nuova vita a migliaia di persone spiritualmente morte, tanto che sta scritto:
"Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli altri apostoli: 'Fratelli, che dobbiamo fare?'. Allora Pietro disse loro: 'Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Poiché la promessa è per voi e per i vostri figli, e per tutti coloro che sono lontani, per quanti il Signore Dio nostro ne chiamerà'" (At. 2:38,39).
Si, il perdono dei peccati, la salvezza eterna, e i meravigliosi doni di Dio sono a disposizione di quanti il Signore chiama, e possono essere fatti propri attraverso il ravvedimento e la fede nel Signore e Salvatore Gesù Cristo!
Che cosa vuol dire la parola "ravvedimento" e perché ravvedersi è così importante, oggi più che mai?
I. Un dovere per ciascuno
"Mi sono ravveduto, non mi comporterò più a quel modo" dice il criminale che riconosce i propri errori, che si pente del male fatto, che è disposto a farne riparazione ed ammenda, promettendo di vivere da ora in poi secondo giustizia.
Molti di noi sono pronti ad elogiare i criminali sinceramente pentiti, ma sapete voi che ciascuno di noi, se vuole essere salvato, deve per prima cosa ravvedersi, anche se magari non ha mai infranto le leggi della società umana?
"Ravvedersi? Da che cosa?" dice il piccolo borghese che afferma di non aver mai fatto male a nessuno e di vivere una vita accettabile ai suoi occhi ed a quelli della società?
Eppure, vedete, la Bibbia insegna chiaramente che proprio ora e da ciascuno di noi, Dio esige un profondo e sincero ravvedimento, e questo prima che Egli possa e voglia per grazia dare a qualcuno vita eterna, anzi, essa afferma che questo ravvedimento deve essere un dato costante nella vita anche di ciascuno che sia credente e che la Bibbia chiama 'santo'. Si, la Bibbia insegna chiaramente che il ravvedimento è assolutamente necessario alla salvezza, tanto quanto lo è la fede nel Signore Gesù Cristo.
L'apostolo Paolo dice proprio questo ai suoi ascoltatori in Atti 20:20,21 che egli non si era astenuto dall'annunziare loro nessuna di quelle cose che erano giovevoli alla loro salvezza, "dichiarando solennemente ai giudei e ai greci la necessità della conversione a Dio e della fede nel nostro Signore Gesù Cristo" meglio detto nella Versione Riveduta:"scongiurando giudei e greci a ravvedersi dinanzi a Dio e a credere nel Signore nostro Gesù Cristo".
Ravvedimento e fede, nella predicazione apostolica, vanno sempre di pari passo, ne siamo coscienti noi che desideriamo essere accettevoli agli occhi di Dio e salvati?
II. Anche noi dobbiamo deporre le armi
Parlavamo prima di criminali ravveduti, e questo lo possiamo comprendere, e magari pensiamo a terroristi e mafiosi che depongono le armi della loro ribellione, sottoponendosi alla legittima autorità dello stato. Comprenderemo però anche perché anche a noi pure è imposto ravvedimento quando diventiamo coscienti di chi siamo noi agli occhi di Dio, cioè anche noi ribelli al Suo legittimo governo e trasgressori della santa Legge che Egli ha stabilito su di noi.
Il Signore Gesù Cristo è venuto sulla scena di questo mondo predicando il ravvedimento. Il Suo primo discorso in Matteo 4:17 era: "Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino" o"ravvedetevi, perché il re è venuto". Egli aveva messo l'accento sul fatto che coloro che vogliono entrare nel regno di Dio devono prima deporre le armi della loro ribellione, sventolare la bandiera bianca della resa, perché noi viviamo per natura e per consuetudine da nemici di Dio. In altre parole, chi vuole entrare nel Regno di Dio deve cambiare idea sul peccato. Ecco ciò che esattamente significa ravvedersi, ravvedersi significa cambiare idea sul peccato e cambiare idea su Dio, voltare le spalle a ciò che Dio considera peccato e volgersi risolutamente ad obbedire a Dio solo.
E' un rivolgimento veramente notevole questo, perché esso influisce sull'intera vita della persona che si ravvede! Il ravvedimento è così essenzialmente un atteggiamento verso il peccato: odiare ciò che Dio considera sbagliato e riprovevole e detestare noi stessi per averlo commesso verso Dio. Inoltre daremo a vedere che questo ravvedimento è autentico quando camminiamo per il sentiero della giustizia e della vera santità: un vero e proprio "portare frutti di giustizia", un'evidenza, a riprova che questo cambiamento è di fatto avvenuto nella nostra vita.
III. Caratteristiche del vero ravvedimento
Il ravvedimento secondo la Parola di Dio comporta delle precise caratteristiche, ed esse devono pure trovarsi in noi, se veramente aspiriamo ad essere giustificati di fronte a Dio.
- 1. Ravvedimento è quando il peccatore si assume tutta la colpa della sua condizione di peccato davanti a Dio e si mette dalla parte di Dio contro sé stesso. Quante volte, infatti, cerchiamo delle scuse o delle attenuanti per giustificare il nostro comportamento sbagliato. Quante volte per certe cose sbagliate che succedono incolpiamo altri, la società, una circostanza, una malattia... Adamo ed Eva, colti in flagrante si giustificavano dando la colpa di quello che avevano fatto ad altri. Ravvedimento, però, significa dire onestamente: "E solo colpa mia!". Si, l'auto-condanna è certamente una componente dell'autentico ravvedimento difronte a Dio. Significa riconoscere di essere peccatore e ribelle davanti a Dio e riconoscere senza alcuna riserva di meritare il giusto giudizio di condanna che Dio, nella Sua Parola emette su di noi.
- 2. Ravvedimento è pure onesta, circostanziata e sincera confessione di peccato, confrontarci cioè la nostra vita con la Parola di Dio e dire: "Io sono colpevole perché non sono come Dio mi comanda", senza nascondergli nulla.
- 3. Ravvedimento però include pure addolorarsi profondamente d'aver peccato, farne cordoglio, perché se uno non è veramente rattristato e dispiaciuto per aver insultato Dio con il proprio peccato, egli certo non potrà ravvedersene.
- 4. E poi noi, nel ravvedimento, non solo confessiamo il nostro peccato ed esprimiamo vero e profondo cordoglio per esso ponendoci dalla parte di Dio contro noi stessi, ma il ravvedimento implica l'abbandono di ciò che Dio considera peccato, la determinazione di non ritornarvi più.
Vediamo così il peccatore profondamente consapevole del suo peccato che prende il suo posto davanti a Dio come un peccatore giustamente condannato, con odio verso il peccato, desiderio di esserne liberato, un profondo dolore per esserci posti contro Dio, e la determinazione di non ritornarvi più.
IV. Una ribellione da piegare
Questo punto è da sottolineare con grande forza. Il ravvedimento davanti a Dio è indispensabile perché noi tutti siamo dei ribelli di fronte a Dio per natura, E' perché ogni persona che non sia in comunione con Cristo è un ribelle contro il trono di Dio (Romani 8:7) che Egli ci comanda ed esige ravvedimento prima di salvarci. E' perché tu ed io per natura ci eravamo risolti a vivere indipendentemente da Dio, che Egli ci comanda di ravvederci di fronte a Lui prima di poterci portare con Lui in cielo. Vedete così che ci deve essere un cambiare idea ed atteggiamento, l'unico che possa preludere il nostro appello di fronte a Dio di diventare Signore e re della nostra vita!
Inoltre, prima di salvarci per amore di Cristo, Egli esige da noi ravvedimento perché Gli abbiamo sputato in faccia, bestemmiato il Suo nome, perché ci siamo inchinati agli dei dell'oro e del piacere, vissuto come a noi pareva meglio e contro di Lui camminato nell'orgoglio e nell'arroganza. Così ci deve essere da parte nostra un cambiamento nel nostro atteggiamento rispetto all'orgoglio e all'arroganza, alla cupidigia e al piacere mondano, come pure alla nostra pretesa di autonomia. Ci deve essere il nostro grido di invocazione verso di Lui affinché egli operi in noi fede ed amore: di tutto questo costituisce il vero ravvedimento.
Si, è perché non Lo abbiamo amato con tutto il nostro cuore, anima, mente, e forza, ed abbiamo rivolto questo amore a noi stessi ed al mondo, che Dio ci comanda il ravvedimento e prima che Egli ci dia vita eterna in Cristo. Nel vero ravvedimento, il nostro io viene deposto dal trono e Cristo viene incoronato ed insediato come Nostro Signore.
V. Confronto con la Bibbia
Ora confrontiamo tutte le affermazioni che finora abbiamo fatto con la Scrittura. In Luca 13:3 udiamo il Signore, commentando un tragico fatto di cronaca con morti e feriti dice:"Se non vi ravvederete, perirete allo stesso modo". Gesù intende dire questo: fintanto che non deponi le armi della tua ribellione contro Dio, sarai cacciato dalla Sua presenza, perché rimarrai sottoposto alla Sua ira. Fintanto che non confessi i tuoi peccati, fintanto che non li lascerai ed odierai, come pure il tuo stesso io (per aver vissuto in un tale stato di ribellione contro un tale Dio santo), tu perirai per sempre.
In Atti 17:30 leggiamo queste parole: "ma, passando sopra ai tempi dell'ignoranza, Dio comanda a tutti gli uomini e dappertutto che si ravvedano". Egli dice: "tutti gli uomini", non solo i pagani, ma tutti gli uomini, il che include ogni lingua, nazione, tribù e popolo. E nel v. 31 troviamo il perché Dio ha comandato a tutti gli uomini e dappertutto che si ravvedano: è perché il giudizio è prossimo! "Ravvedetevi!". Egli dice: il re sta per venire a giudicare! Ravvedetevi! se date valore alla vostra anima immortale!". Perché: "egli (Dio) ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di quell'uomo che egli ha stabilito (Gesù Cristo stesso); e ne ha dato prova a tutti (che è veramente così) risuscitandolo dai morti". Si, Dio comanda a tutti gli uomini che si ravvedano e portino frutti degni di ravvedimento, cioè una vita santa, altrimenti Egli ci verrà incontro nel giudizio senza misericordia.
VI. Le condizioni della salvezza le pone Dio
Si, Dio è sovrano nella tua salvezza. Egli solo pone le condizioni secondo le quali egli riceverà peccatori ribelli nel suo regno. La Sua parola dichiara che egli è amore, misericordia e grazia, ma anche giustizia e santità, e quindi egli deve esigere il ravvedimento. Egli non può ricevere un ribelle nella comunione con Sé stesso in Cristo se prima questa ribellione non è stata piegata ed il peccatore ribelle ridotto in sottomissione alla sua volontà. Questi è tenuto a fare credibile professione di odiare il peccato, confessare il peccato, abbandonare il peccato, e di conversione a Lui con cuore contrito. E quindi è proprio a un peccatore così che Egli guarderà, come ci dice Isaia 66:2: "su chi dunque volgerò lo sguardo? Su chi è umile, ha lo spirito contrito e trema alla mia parola".
Sia lode però Dio! Egli non respingerà mai un tale peccatore che ravveduto, cerca presso di Lui salvezza perché è proprio questo tipo di peccatore che Cristo è venuto a cercare e a salvare. Ascoltate Isaia 55:6,7 "cercate l'eterno mentre lo si può trovare, invocatelo, mentre è vicino. Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri, e ritorni all'eterno che avrà compassione di lui, e al nostro Dio che perdona largamente". Notate come in questi versetti che ancora c'è il comando di abbandonare il peccato e di ritornare a Dio; il che significa che non esiste altro modo per ricevere la salvezza che Dio provvede se non abbandonare il peccato e la ribellione, e ritornare a Dio odiando di tutto cuore ciò che ci ha separato da Dio.
VII. Un ravvedimento perenne
Consideriamo infine un'ultima verità: il ravvedimento biblico è perpetuo e continuerà fintanto che Dio non ci porterà a casa con Sé. Con l'aggettivo 'perpetuo' intendiamo dire che non è solo la mia conversione oggi che costituirà la prova della mia salvezza; non si tratta di detestare sempre il peccato. E' un abbandono del peccato definitivo, per non più ritornare ad esso vita natural durante.
Quanta gente a questo punto si illudono di sé stessi. Sembrano abbracciare il ravvedimento per un po', abbandonano tutto ciò che li teneva lontano da Dio e sembrano decisi a vivere da ora in poi come dice la Bibbia. Alcuni addirittura possono anche giungere a predicare e ad insegnare. In quanto però si tratta di uditori dal "terreno pietroso", essi perseverano solo per un poco, e poi cominciano a raffreddarsi e gradualmente a ritornare sulle loro antiche vie. Essi ritornano al peccato, ritornano a ciò che un tempo avevano lasciato. Vedete, il loro ravvedimento non era perpetuo, e quindi possono essere classificati secondo quanto la Scrittura dice: "quelli infatti che sono fuggiti dalle contaminazioni del mondo per mezzo della conoscenza del signore e salvatore Gesù Cristo, se sono da queste di nuovo avviluppati e vinti, la loro ultima condizione è peggiore della prima. Poiché sarebbe stato meglio per loro non aver conosciuto la via della giustizia, anziché, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento che era stato loro dato. Ma è avvenuto loro ciò che dice un vero proverbio: 'il cane è tornato al suo vomito', e 'la scrofa è tornata a voltolarsi nel fango'" (2 Pi. 2:20-22).
Il processo può essere lento, ma è tragico e inesorabile. In molti casi questo ritorno è stato lento e il risultato finale è solo un'illusorio ed inutile cristianesimo formale. Attenzione dunque ad un ravvedimento che non sia ravvedimento permanente! Perché se non è autentico ravvedimento biblico, allora il nostro cuore ancora troverà soddisfazione nella spazzatura che il mondo offre e solo inganneremo noi stessi. Dice la Bibbia "Un tale si pasce di cenere, il suo cuore sedotto lo travia. Egli non può liberare la sua anima e dire: 'ciò che tengo nella mia destra non è forse una menzogna?'" (Is. 44:20).
La Parola di Dio autorevolmente insiste e sottolinea che il vero ravvedimento è perpetuo. Esso continua per tutta la nostra vita, un continuo odio ed abbandono del peccato, un ardente desiderio di santità, per essere come Cristo e per compiacere Dio.
Conclusione
Il giorno della prima Pentecoste cristiana è allora veramente un giorno straordinario. Il giorno della prima Pentecoste cristiana è il giorno in cui i discepoli del Signore Gesù ricevono sapienza e potenza dall'alto per annunciare con coraggio e con grande forza di persuasione che Gesù Cristo è più vivo e operante che mai e che Dio Lo ha stabilito come Signore e Salvatore del mondo intero.
Il giorno della Pentecoste è il giorno dove con grande energia ed efficacia uomini e donne vengono chiamati al ravvedimento ed alla fede: condizioni indispensabili queste per la salvezza.
Abbiamo spesso sottolineato l'importanza della fede, e molti hanno sinceramente fede, ma ci siamo mai ravveduti dalla nostra fondamentale ribellione a Dio? Abbiamo mai deposto le armi e ci siamo mai piegati a riconoscere l'assoluta sovranità di Dio sulla nostra vita? Abbiamo mai fatta l'esperienza di un vero ravvedimento biblico? Dio dice che è indispensabile per la nostra salvezza. Prego Dio che ciascuno di noi oggi lo possa fare.
tratto da: http://www.riforma.net/
Rielaborato da: Consapevoli nella Parola
Rielaborato da: Consapevoli nella Parola
"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo"
(Marco 1:15)
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