Una vita per una vita | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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mercoledì 15 settembre 2010

Una vita per una vita



La morte di Gesù innocente ci permette di ricevere il perdono da Dio.

Una vita per una vita

Luis e Sebastian erano gemelli. Erano cresciuti tanti anni fa in una piccola casa bianca situata fuori dalle mura di una piccola città di montagna. Alla morte dei loro genitori avevano ricevuto una piccola eredità. Così i figli avrebbero potuto continuare ad abitare nella loro vecchia casa. Si assomigliavano così tanto che nessuno riusciva a distinguerli.
Nel corso degli anni i due giovani avevano preso strade molto diverse. Sebastian aveva imparato una buona professione. Era gentile, affidabile e diligente. Tutti gli volevano bene. Luis, invece, era pigro e non aveva voglia di lavorare. Voleva solo divertirsi e passava tutte le sere in osteria a giocare. Spesso rientrava solo all’alba. Sebastian l’esortava a lasciare la cattiva compagnia e ad iniziare una nuova vita, ma invano. Luis lo derideva soltanto.
Una notte, tardi, la luna piena illuminava le mura bianche della città. Sebastian era seduto alla finestra, stranamente inquieto. I suoi occhi vagavano lungo la strada fino alla porta della città. Come al solito Luis non era rientrato.



 All’improvviso Sebastian vide qualcuno che correva,  era il fratello. Corse alla porta. Luis era solo e si precipitò in casa. La lampada illuminava il suo volto pallido e i suoi vestiti stracciati e insanguinati. Luis tremava talmente che non riusciva nemmeno a parlare.
"Oh Sebastian! Nascondimi! Mi stanno inseguendo, se mi prendono è finita…"
"Che cosa è successo?" chiese Sebastian correndo verso la finestra – ed effettivamente c’ era gente che stava venendo minacciosa dalla porta della città. Correvano…
"Abbiamo bevuto… c’è stata una lite… non volevo… uno è caduto indietro ed è morto. Sebastian! Nascondimi! Che cosa devo fare?"
Sebastian rifletté brevemente, e già si stava togliendo i suoi abiti. In fretta! Non c’ era tempo da perdere!
"Qui! Prendi questi e dammi i tuoi!" comandò. "Spicciati! E smettila di frignare! E adesso fuori! Passa dal retro e vai sulle montagne! Non farti vedere per un po’ di tempo… Dai, sbrigati fratello! Corri!"
Era ora. La gente stava già alla porta e gridava. Un attimo dopo entrò il guardiano della città, seguito da una moltitudine di agitati. Si fermarono davanti a Sebastian – egli era lì, fermo, ansimante. Aveva scompigliato i capelli e si era sporcato il volto e le mani. Portava il mantello di suo fratello, macchiato di sangue. Senza opporre resistenza gli legarono le mani. Si lasciò condurre alla prigione della città, in silenzio. Alcuni giorni più tardi ci fu il processo. Fu condannato a morte per omicidio.
Quasi tutti gli abitanti della città si ammassarono nel tribunale per vedere il prigioniero. Finito il processo, gli uomini andarono nelle loro osterie a discutere il caso. Continuamente dicevano: "Ma avete visto come era calmo? Non ha detto nemmeno una parola in sua difesa. Non ha neanche chiesto la grazia! Sembrava quasi che non avesse paura. 'Avete visto il sangue sul mio mantello – non ho niente da dire per giustificarmi.' Sono le uniche parole che ha detto!"
"Ma dov'era suo fratello Sebastian?" chiedevano altri. "Perché non è venuto al processo? Da quella notte non è nemmeno più andato a lavorare… Forse si vergogna di suo fratello e lo lascia morire da solo…"
Nessuno sapeva la risposta. Pochi giorni dopo Sebastian fu giustiziato. Vita per vita. 
 

Luis visse molte settimane in un piccolo villaggio delle montagne. Cambiò i suoi vestiti da città con abiti da campagna e lavorò presso un contadino durante il tempo della mietitura. Dapprima non osava nemmeno uscire dalla sua dimora. Ogni notte sognava quella fatidica notte assassina e si svegliava ansimante davanti ai suoi inseguitori. Poi, col passare del tempo, si calmò. Gli dispiaceva amaramente di aver ucciso un suo compare e desiderava ardentemente rivedere suo fratello. "Forse hanno smesso di darmi la caccia," pensava. "Il prossimo giorno di mercato mi travestirò e andrò in città a cercare mio fratello per parlargli."
Aveva lasciato crescere la barba e il suo volto era abbronzato. Nessuno l’avrebbe riconosciuto. Con i suoi abiti contadini si aggregò a un gruppo che andava al mercato per vendere la loro mercanzia. Nella calca del mercato cercò di scoprire che cosa era successo nel frattempo in città. Cautamente portò il discorso sull’ omicidio avvenuto tempo prima.
"Ho sentito che l’ assassino è scappato…" disse. "Lo cercano ancora? O hanno rinunciato?"
"Rinunciato?" disse uno degli astanti, sorpreso. "La nostra polizia non rinuncia mai! L’ hanno acchiappato la notte stessa. E nel giro di una settimana gli hanno fatto il processo. Due giorni dopo è stato giustiziato. Finalmente giustizia! L’ unica cosa singolare di tutta la storia è che il fratello dell’ assassino è scomparso dopo il fattaccio. Alcuni dicono…"
Ma Luis non ascoltava più. Con un urlo disperato corse via dalla piazza del mercato. Quasi cieco dalle lacrime giunse al palazzo di giustizia. Vi entrò con gran trambusto. Quando il giudice apparve per vedere che cosa stava succedendo, Luis cadde ai suoi piedi.
"Avete giustiziato un innocente!" ripeteva in continuazione. "Sono stato io, non mio fratello! Giustiziate anche me – come potrei continuare a vivere?"
Il giudice si ritirò. Dopo diversi lunghi colloqui ritornò. 
 

 "La legge esige vita per vita," proclamò. "Come potevamo sapere che tuo fratello era innocente? Aveva il mantello macchiato di sangue, non si è difeso. Il caso è chiuso. Va’ e taci. E bada a non trasgredire nuovamente la legge!"
Luis stava per partire, quando il giudice lo richiamò: "Un istante! Sei tu l’unico fratello del giustiziato?"
"Sì, sono io. Non abbiamo altri fratelli."
"Allora ho una lettera per te. Il prigioniero l’ha scritta di fretta e me l’ha affidata prima dell’esecuzione. Vado a prenderla."


Poco dopo Luis era seduto nella vecchia casa dove aveva passato così tante belle ore assieme a suo fratello. Piangeva a dirotto. Quando si decise, finalmente  ad aprire la lettera il sole stava già tramontando. Erano solo poche righe. Luis continuò a rileggerle finché calò la notte – ormai le sapeva a memoria.
 
"Caro fratello. Stamattina morirò per mia spontanea volontà, vestito con i tuoi abiti macchiati di sangue. Ora ti scongiuro! Vivi nei miei abiti puliti! Ti assicuro che ti amo. Dio ti benedica. Sebastian."
 

Luis comprese le intenzioni di suo fratello. L’incapace che aveva vissuto solo per se stesso, che aveva continuamente cercato litigi, e che aveva infine anche ucciso – questo incapace era dichiarato morto. Ma l’uomo che aveva amato, sofferto, e che si era sacrificato, quell’uomo doveva continuare a vivere. Sì! Era così. Luis stette lì a ripensarci finché l’ alba non rischiarò la stanza. Poi si alzò e si tolse i suoi abiti sporchi. Si lavò, indossò dei vestiti puliti, come faceva Sebastian, ed entrò nel nuovo giorno.
Conclusione
Cristo ha preso sulla croce il posto di tutti i peccatori. Si è caricato del nostro peccato ed è morto sulla croce. Ora Egli ci chiama a riverstirci degli abiti nuovi del Suo amore e della Sua bontà. Dio non ricorderà più i nostri peccati, poiché vede Gesù, il Signore che vive in noi.

2 Corinzi 5:14-21 " L'amore di Cristo ci costringe, perché siamo giunti a questa conclusione: che uno solo morì per tutti, quindi tutti morirono; e che egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.Quindi, da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista umano; e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così.Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione.Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione.Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui."

Preghiera

Grazie, Signore Gesù, per aver preso su di Te le mie colpe, affinché io potessi essere rivestito della Tua giustizia.
Aiutami a spargere giorno per giorno qualcosa della Tua bontà, purezza e bellezza.
Aiutami a conoscerti sempre meglio.
Aiutami a crescere sempre di più nell’ amore.
Dedicato al mio migliore amico e a tutti quelli che credono che ricevere il dono della salvezza sia una cosa complicata: Dio ha già fatto tutto, l'unico nostro passo è accettare il dono della Sua morte per la salvezza di tutti noi...Basta dire con tutto il cuore" Si Dio mio ci credo e lo accetto con gioia! Perdonami ora...."

 

"Erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato. Ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato!Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità. Il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e grazie alle sue ferite noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti." 
(Isaia 53:4-6)

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