I tormenti dell'inferno | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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mercoledì 7 settembre 2011
Unknown

I tormenti dell'inferno

Un giorno fu chiesto a due predicatori di esporre un sermone sul soggetto biblico dell'"inferno" in una chiesa che, a quel tempo, era senza pastore. Uno dei predicatori, sarebbe stato scelto come responsabile di quella comunità. Dopo aver ascoltato i loro sermoni, la chiesa fece la sua scelta. Il pastore che iniziò a prendersi cura di quella comunità, chiese ai credenti le ragioni che li avevano convinti a far cadere la scelta su di lui. Essi gli risposero: "Quando ascoltavamo l'altro fratello abbiamo avuto l'impressione che mentre predicava voleva mandarci all'inferno. Quando, invece, ascoltavamo il tuo sermone abbiamo avuto la convinzione che volevi liberarci dall'inferno!".

Quando oggi si menziona l'esistenza di un luogo di punizione, si è generalmente derisi. Alcuni ritengono che parlare dell'inferno sia un'idea antiquata e serva a tenere buoni i bambini capricciosi. Altri pensano che solo gli ingenui e gli ignoranti possano credere che un tale luogo esista davvero.
Non è difficile capire i motivi di quest'atteggiamento. L'uomo naturale non accetta la verità che un giorno dovrà dare conto della sua vita al Dio santo, perché ama il peccato e non vuole rinunciarvi. La mente carnale rigetta l'insegnamento sull'esistenza dell'inferno perché non vuole affrontarne la realtà. Gli uomini vivono la loro vita pensando che se ignorano la realtà dell'inferno, alla fine non ci sarà. In questi tempi, perfino le persone religiose mettono in discussione l'esistenza dell'inferno. Gli uomini possono dire quello che vogliono, le obiezioni mosse da menti vane non annullano la verità di quest'insegnamento biblico.
Nonostante la totale indifferenza nei confronti della dottrina dell'inferno, coloro che credono che la Bibbia è la Parola di Dio, non possono nascondere questa verità. Considerare i tormenti dell'inferno è una delle cose più importanti che si possono fare in questa vita.
inferno
"Se qualcuno pur udendo il suono del corno, non se ne cura, e la spada viene e lo porta via, il sangue di quel tale sarà sopra il suo capo" (Ezechiele 33:4).
Perché dobbiamo parlare dell'inferno? Perché dobbiamo spendere il nostro tempo a considerare quest'argomento? 
Vi sono alcune ragioni importanti che incoraggiano a fare ciò:
  • La dottrina dell'inferno è una verità biblica, quindi deve essere conosciuta e insegnata come le altre dottrine delle Sacre Scritture.
  • Se la dottrina dei tormenti dell'inferno è insegnata, le coscienze possono essere toccate e svegliarsi da una falsa sicurezza. Conoscere i tormenti dell'inferno potrebbe destare coloro che pensano di essere salvati perché conoscono i fatti narrati dal Vangelo, ma non hanno ancora fatto una reale esperienza di salvezza. Costoro si trovano sulla via che porta all'inferno, ma non lo sanno.
  • Parlare dell'esistenza dell'inferno potrebbe trattenere gli uomini dal commettere certi peccati. Sia il credente, sia il non credente possono essere persuasi a non peccare se sono avvertiti intorno alle conseguenze dei loro peccati.
Pare che oggi l'esistenza di un luogo di punizione sia ignorata dalla stragrande maggioranza delle persone. Perché gli uomini non conoscono i tormenti dell'inferno? Questa domanda è posta sia a coloro che appartengono ad una chiesa, sia a quelli che non sono credenti. La gente non crede all'esistenza dell'inferno. Perché? Rispondo a queste domande con un esempio. Sicuramente, non si ha paura di un leone che è dipinto in un quadro. Perché è solo un quadro. Sappiamo che non è reale. Ma se fossimo lasciati da soli in una giungla e ci trovassimo faccia a faccia con un leone vero che ci sta ruggendo ferocemente contro, resteremmo certamente terrorizzati dalla paura. La coscienza degli uomini è molto simile alla persona che vede il leone dipinto sul quadro. Si è ingannati, pensando che le verità della Bibbia non sono tutte reali. La Parola di Dio rivela chiaramente l'esistenza dell'inferno e dei suoi tormenti. Leggendo i Vangeli notiamo che il Signore Gesù parlò dell'inferno più di quanto hanno fatto altri nelle Sacre Scritture. Forse gli uomini non credono all'esistenza dell'inferno perché non hanno mai ascoltato questa verità biblica. Probabilmente nemmeno i credenti studiano ciò che la Bibbia insegna sull'inferno. Quello che ascoltiamo dalla Parola di Dio è ciò che crediamo, ma se non udiamo una verità come possiamo crederla? Solo lo Spirito di Dio può presentare i tormenti dell'inferno al nostro cuore in modo da farceli vedere reali e quindi veri. Per comprendere l'importanza della dottrina dell'inferno, basti pensare che nelle Sacre Scritture è stata usata da Dio per convertire i peccatori. 


I. La necessità dell'inferno
peccatori
La maggior parte delle persone ridicolizza l'esistenza dell'inferno, per diverse ragioni. In primo luogo, costoro desiderano perseguire le loro vie di peccato senza avere la coscienza agitata dalle conseguenze delle loro azioni. In secondo luogo, non vogliono che si dica loro che quello che fanno è sbagliato. Infine, non vogliono udire che il loro peccato un giorno sarà punito.
Posso sentire queste persone affermare: "Ma non è un'incoerenza parlare dei tormenti eterni dell'inferno e di un Dio misericordioso ed amoroso? Come potrebbe il Dio buono punire la gente mandandola per sempre all'inferno?".
Se non si conoscono il carattere di Dio e la natura del peccato si può essere facilmente sedotti da tali pensieri. 

Esaminiamo alcune ragioni sulla necessità dell'inferno.
  • La santità di Dio e la gravità del peccato
La difficoltà di comprendere la necessità dell'inferno, proviene dalla mancata conoscenza di come il peccato è terribile e come glorioso è Dio. Quando non vediamo nel più piccolo peccato il grande male che c'è, non comprendiamo neppure la santità di Dio, la Sua giustizia e la Sua collera. Se considerassimo che tutti i mali e le sofferenze del mondo sono conseguenza del peccato, cominceremmo a capire quello che il peccato è per Dio. Peccare significa rifiutare la volontà di Dio, prendersi gioco di Lui e offendere la Sua santità. Ogni volta che pecchiamo o accogliamo nel nostro cuore una concupiscenza, innalziamo noi stessi come se fossimo Dio. Il peccato rigetta il Creatore e innalza la creatura al Suo posto.
Se riuscissimo a percepire la santità di Dio e cosa significa essere puro, perfetto, giusto, e senza la presenza della più piccola imperfezione, avremmo una migliore comprensione delle ragioni che inducono Dio a odiare così tanto il peccato. La santità assoluta non può tollerare il minimo peccato: "Tu, hai gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male, e non puoi tollerare lo spettacolo dell'iniquità" (Abacuc 1:13). Se potessimo comprendere pienamente la santità gloriosa e la purezza di Dio ed anche la natura abominevole del peccato, non avremmo alcuna esitazione ad accettare la necessità dell'inferno.
Purtroppo il cuore dell'uomo non comprende le verità divine perché è spiritualmente malato. Il cuore è cattivo, ingannevole! La corruzione che è nel cuore, inganna l'uomo sulle terribili conseguenze del suo peccato. "Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?" (Geremia 17:9).
  • La natura infinita di Dio
Per comprendere ciò che il peccato è realmente, dobbiamo vederlo attraverso gli occhi di Dio. Dio è un Essere infinito ed eterno. Ogni peccato è un atto commesso contro il Dio infinito e santo. Nel commettere il peccato, l'uomo detronizza Dio e innalza se stesso al di sopra di Lui. Quando si pecca, occorre chiedersi: "La volontà di chi è stata fatta, la propria o quella di Dio?". Peccando, si pone la propria volontà al di sopra e si calpesta quella di Dio. Un solo peccato commesso contro il Dio santo e infinito merita una punizione giusta e infinita. Ogni peccato, è un errore immenso che offende un Dio immenso.
  • La giustizia perfetta di Dio
Quando una persona pecca, se non si ravvede, attira su di sé il giusto giudizio di Dio. Il peccatore impenitente chiama Dio a reclamare il Suo carattere santo e la Sua giustizia e, quindi, a punirlo tanto quanto merita. Dio può e vuole rivendicare la Sua giustizia. In Romani 12:19 è scritto: "Cedete il posto all'ira di Dio, poiché sta scritto A me la vendetta; io darò la retribuzione, dice il Signore ".
Un noto predicatore ha scritto: "La gloria di Dio è la più grande virtù; è il principale scopo della creazione; è la necessità più grande di qualunque altra cosa. E questo è il modo con cui Dio glorificherà Se stesso: nel condannare eternamente gli uomini iniqui, Egli glorificherà la Sua giustizia. Riguardo a ciò, Dio apparirà come il giusto Giudice del mondo. Il giusto giudizio di Dio si manifesterà severo, preciso, terribile, e perciò glorioso".


II. La descrizione dell'inferno


fuoco


La Bibbia descrive l'inferno come una fornace di fuoco inestinguibile, un luogo di punizione eterna, dove gli empi saranno tormentati sia nei loro corpi, sia nelle loro menti in proporzione ai peccati che hanno commesso e alla luce spirituale che hanno ricevuto, ma hanno rigettato. L'inferno è descritto anche come un luogo in cui la misericordia e la bontà di Dio sono assenti, mentre la Sua ira e il Suo giudizio sono manifestati attraverso un fuoco terrificante. L'inferno è il posto dove gli uomini vivranno per sempre in uno stato di tormento senza poter soddisfare le loro concupiscenze e i loro desideri corrotti.

In Matteo 13:47-50, Gesù insegna una parabola che si riferisce al giudizio che Dio eseguirà alla fine dei tempi. Nei versi 49-50, il Signore descrive la condanna degli empi: "Così avverrà alla fine dell'età presente. Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno nella fornace ardente. Li sarà il pianto e lo stridor dei denti ".
Se consideriamo attentamente le parole di Gesù, notiamo che l'inferno è descritto come una "fornace ardente". La fornace del re Nabucodonosor fu arroventata sette volte più del solito ed è descritta come "una fornace ardente" (Daniele 3:23). Ma quanto più ardente sarà la fornace dell'inferno? Giovanni Battista descrivendo le pene dei reprobi, affermò: "(Dio) brucerà la pula con fuoco inestinguibile" (Matteo 3:12), e l'apostolo Giovanni in Apocalisse 19:20 descrive l'inferno come "uno stagno ardente di fuoco e di zolfo". Riusciamo a comprendere pienamente l'orrore con cui è descritto questo luogo? L'immagine presentataci dalle Sacre Scritture è di un corpo che brucia interamente sul fuoco senza però consumarsi. Ogni fibra di esso, pur avvertendo un tormento intenso, non muore mai (Marco 9:48). Per quanto tempo si potrà sopportare una tale punizione? Cristo dichiara che lì ci sarà "pianto e stridor di denti" (Matteo 8:12). I perduti piangeranno e strideranno i loro denti perché non sopporteranno una pena così grande e intensa. Le sofferenze saranno continue ed eterne perché non ci sarà mai alcun sollievo.

Un  pastore descrisse i tormenti dell'inferno in questo modo: "Alcuni di voi avete visto degli edifici completamente distrutti dalla potenza di un incendio. Ora domandiamoci come una persona potrebbe contrastare la forza di un fuoco così devastante. Spesso, abbiamo osservato un moscerino o qualche altro insetto cadere in mezzo al fuoco. Non c'è stata alcuna resistenza, nessun tentativo di combattere contro il fuoco, nessuna forza ha potuto opporsi alle fiamme, non è stato possibile volare via. Immediatamente il fuoco ha preso possesso dell'intero suo corpo e lo abbiamo visto in un attimo essere consumato dalla potenza delle fiamme".
Questa è solo una piccola immagine di ciò che subiranno gli empi all'inferno se non si volgono a Cristo mentre sono in vita sulla terra, pentendosi dei loro peccati e chidendoGli di essere salvati. Incoraggiamo noi stessi a vivere secondo la volontà di Dio e così essere liberati da un luogo tanto terribile.
L'inferno è descritto anche come un "luogo di oscurità o di tenebre". Nella parabola delle nozze, Gesù ci parla di una persona che fu gettata "nelle tenebre di fuori" perché non vestiva l'abito di nozze (Matteo 22:13). Nella sua lettera, Giuda si riferisce agli empi come a persone "a cui è riservata l'oscurità delle tenebre in eterno" (Giuda 13). L'oscurità mette una tale paura nel cuore da farlo tremare come una foglia. Gli uomini, perfino quelli che pensano di essere i più forti e coraggiosi, tremerebbero se sapessero di dover trascorrere l'eternità in un luogo di oscurità e di tenebre.
In Isaia 30:33, l'inferno è paragonato ad un luogo chiamato Tofet, una "valle dove si bruciavano le immondizie". Tofet era anche il luogo dove i Giudei idolatri sacrificavano i loro bambini al dio pagano Moloc gettandoli nel fuoco. Giorno e notte, grida e pianti sono stati uditi in quel luogo di atroci e cruenti sofferenze. Così sarà all'inferno: si udranno grida, pianti e lamenti nei secoli dei secoli.
Le persone irriverenti e gli schernitori mettono a tacere la loro coscienza quando ascoltano i pastori predicare sull'amore e la misericordia di Dio. Costoro pensano che alla fine il Signore non terrà conto dei loro peccati. Ma se non si ravvedono davvero, saranno delusi. Alla fine della loro vita si troveranno davanti ad un Supremo Giudice che non passerà sopra i loro peccati. Per loro Dio sarà un terribile fuoco che li consumerà per l'eternità. Ebrei 10:30, 31 avverte: "Noi conosciamo, infatti, colui che ha detto: A me appartiene la vendetta! Io darò la retribuzione! E ancora: "Il Signore giudicherà il suo popolo. È terribile cadere nelle mani del Dio vivente". È terribile, veramente terribile, cadere nelle mani del Dio vivente. Il peccatore impenitente non potrà evitare la condanna dell'inferno. Il giudizio di Dio sarà veritiero e la sua giusta collera si abbatterà su coloro che avranno rifiutato la salvezza. "Chi conosce la forza della tua ira?" (Salmo 90:11)
In Luca 16:19-26 Cristo parla di due uomini. Uno di loro era ricco, l'altro uomo povero: il suo nome era Lazzaro. Entrambi questi uomini morirono. L'uomo povero fu portato dagli angeli in cielo e l'uomo ricco andò all'inferno. L'uomo ricco andò all'inferno non perché era ricco, né il povero andò in cielo semplicemente perché era povero. Attraverso questo contrasto, Dio ci mostra che le nostre circostanze possono cambiare drasticamente quando passiamo dal tempo all'eternità.
Il luogo eterno della benedizione, così come quello della punizione, esistono, e sono veri, come insegna Gesù. L'eternità nell'uno o nell'altro luogo dipenderà dalla condizione del cuore degli uomini davanti a Dio mentre erano sulla terra. Lazzaro era un vero figlio di Dio, un vero credente. Il ricco non lo era affatto. Notiamo attentamente quello che le Sacre Scritture ci dicono del ricco e della sua condizione dopo la morte, affinché conosciamo le sofferenze dell'inferno. I versi 23 e 24 riportano le parole del ricco: "Sono tormentato in questa fiamma ". Cosa significa "essere tormentato"? Questo tormento si riferisce tanto al corpo, perché il ricco aveva chiesto a Padre Abramo un po' di refrigerio, quanto all'anima. Egli era consapevole del suo passato e quindi provava rammarico e rimorso per aver condotto una vita di peccato, inutile, e senza Dio. Ne è prova il fatto che avrebbe voluto che i suoi fratelli, ancora in vita sulla terra, fossero avvertiti dei suoi dolori ed aver così la possibilità di cambiare vita.


tormento

All'inferno, le coscienze degli uomini saranno agitate da tormenti atroci. La coscienza è il verme che non morrà mai come dichiarano le Sacre Scritture (Marco 9:48; Isaia 66:24). Al ricco fu detto: "Figlio, ricordati che tu nella tua vita". Gli uomini saranno tormentati da pene atroci, ma saranno tormentati anche dal rimorso dei loro ricordi. Ricorderanno che sulla terra udirono parlare dell'inferno e del cielo, ma non tennero in alcun conto queste verità, anzi le derisero. Ricorderanno che furono avvertiti delle conseguenze dei loro peccati e invitati a pentirsi.
Ricorderanno che fu loro offerto il Cristo crocifisso per la salvezza della loro vita, ricorderanno che furono invitati a cercare le benedizioni del cielo e a sottomettersi alla volontà di Dio. Ricorderanno i ripetuti e dolci inviti che Dio rivolse loro in terra perché riflettessero sulla loro condizione, ma ricorderanno anche i loro sfrontati rifiuti, il loro cuore duro e insensibile alla voce divina. Saranno tormentati perché vedranno quale infinita distanza li separa eternamente dalla gloria del cielo. Come il ricco, saranno consapevoli che per tutta l'eternità saranno dannati. Saranno tormentati perché nessuno dei loro desideri sarà soddisfatto. Il ricco non poté ricevere una sola goccia d'acqua per rinfrescare la sua lingua. Saranno tormentati dalla consapevolezza che non potranno mai fuggire dall'inferno. Al ricco fu detto: "Quelli che vorrebbero passar di qui a voi non possono, né di là si passi da noi". Saranno tormentati dalle grida e dalle maledizioni degli altri condannati che sono insieme a loro.
Un predicatore affermò queste parole a proposito delle pene eterne dei reprobi: "Gli uomini saranno incapaci di trovare un solo angolo segreto dove trovare calma, dove avere una piccola tregua, una piccola diminuzione dei loro tormenti. Non troveranno mai un corso d'acqua che possa dissetarli o una fontana che possa rinfrescarli. In nessuna parte di quel luogo di tormenti ci sarà una sola goccia d'acqua per rinfrescare le loro lingue. Non troveranno alcuna compagnia per ricevere un minimo conforto, nessuno farà loro del bene. Non troveranno un piccolo spazio dove poter rimanere e riposare per un solo istante, andranno per l'inferno senza posa, senza prendere fiato, senza via d'uscita, senza speranza. Saranno solo tormentati con fuoco e zolfo, nelle tenebre e nell'oscurità; non avranno né giorno per sperare, né notte per riposare. Resteranno nei tormenti per sempre".

III. L'eternità dell'inferno

bruciare

Il più terrificante aspetto di tutti i tormenti dell'inferno, è la sua durata. L'inferno è eterno. L'inferno durerà per sempre! Riusciamo a comprendere cosa sia l'eternità? Nessuna equazione o formula matematica può spiegare l'eternità. La mente umana non può concepire l'eternità, ma nulla è più vero che quest'insegnamento biblico. La realtà di un luogo di punizione eterna dovrebbe spingere gli uomini subito a pentirsi e ravvedersi. Non sorprende che in tutte le epoche, gli scettici hanno respinto l'eternità dell'inferno e hanno cercato di sostituire questa dottrina biblica con l'annichilamento (distruzione) dell'anima dell'uomo dopo la morte.
Consideriamo ora cosa insegnano le Sacre Scritture sulla natura eterna dell'inferno. Cercheremo di comprendere meglio l'eternità e spiegheremo perché l'inferno deve essere eterno: "E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia ed il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli" (Apocalisse 20:10).
Questo verso rivela chiaramente la durata dell'inferno. Esso sarà eterno, durerà nei secoli dei secoli. Una tale verità poteva essere espressa solo con parole così forti. Lo Spirito di Dio ha voluto comunicare la natura eterna dell'inferno agli uomini, impiegando parole chiare e inequivocabili: "nei secoli dei secoli". Le Sacre Scritture usano le stesse parole per descrivere l'esistenza eterna di Dio: "A colui che siede sul trono, e che vive nei secoli dei secoli" (Apocalisse 4:9). Qualcuno dubita che Dio vivrà per tutta l'eternità? Assolutamente no! Come è possibile allora pensare che l'inferno non sia un luogo eterno di tormenti se sono usate le stesse parole per l'eternità di Dio e per quella dell'inferno?
Forse non riusciamo a comprendere pienamente i tormenti eterni dell'inferno. Tuttavia per aiutare la nostra mente, immaginiamo una persona che accidentalmente prende un carbone ardente fra le sue mani. Appena la sua pelle comincerà a bruciare per l'ustione, avvertirà un intenso dolore e subito si libererà di quel piccolo fuoco. Immaginiamo ora una persona che è gettata in una fornace ardente. Immaginiamo che il suo corpo deve rimanere in mezzo al fuoco solo quindici minuti; che orribile dolore si avverte all'interno di una tale fornace! E quanto lunghi sembreranno quei minuti! Dopo aver sopportato per un solo minuto un tale tormento, che terribile agonia pensare che dovrà restare altri quattordici minuti nel fuoco! Ma cosa proverebbe questa persona nella sua anima, se sapesse che deve restare in quel tormento per ventiquattro ore, per un anno intero, per mille anni, "nei secoli dei secoli"! Ahimè, quale disperazione proverà il suo cuore, al pensiero che dovrà rimanere nei tormenti nei secoli dei secoli! Che la sua sofferenza non cesserà mai! Che dopo milioni di milioni di anni, il suo tormento non sarà che all'inizio, e che egli non sarà mai, e poi mai, liberato dall'inferno! Voglio tuttavia dirvi, che il tormento di una persona all'inferno sarà molto più grande dell'illustrazione che è stata appena fatta.
Gesù afferma che nel grande giorno del giudizio, avverrà la separazione degli empi dai giusti: "Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna" (Matteo 25:46). Qualcuno osa negare che il cielo esisterà eternamente? Le vite dei benedetti in cielo dovranno un giorno finire? Assolutamente no! La stessa parola greca è usata in Matteo 25:46 sia per la vita "eterna" dei giusti, sia per la punizione "eterna" dei malvagi. Ogni giorno che i peccatori continuano a vivere, ogni attimo di respiro qui sulla terra senza pentirsi, senza Cristo, senza salvezza, aggiungono altri tormenti. Romani 2:5 dichiara: "Tu, invece, con la tua ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio". Tutti i giorni della sua vita terrena, l'empio continuando a peccare aumenta l'ira futura e il tormento che subirà all'inferno. La loro punizione cresce quotidianamente. All'inferno, gli uomini desidereranno non essere mai nati.
Un pastore mentre predicava su questo soggetto affermò: "Nell'inferno non ci sarà nessuna speranza. Non ci sarà la speranza di morire, la speranza di essere distrutto. Le grida dei reprobi saranno: "Sono per sempre - per sempre - per sempre perduto"! Su ogni catena dell'inferno, ci sarà scritto: "Per sempre". In ogni fiamma di fuoco, si udranno, insieme a gemiti e lamenti, queste parole: "Per sempre". Su i loro capi, i condannati leggeranno: "Per sempre". I loro occhi saranno terrorizzati e i loro cuori spaventati al pensiero che questo sarà "per sempre". Oh, se dicessi che un giorno l'inferno sarà distrutto e quelli che sono lì perduti saranno salvati, in questo momento ci sarebbe una grande festa all'inferno a motivo delle mie parole. Ma ciò non è la verità. L'inferno è per sempre.
In quel luogo di tormenti gli uomini malediranno Dio, loro stessi e quelli che sono nelle loro stesse sofferenze. Con un linguaggio blasfemo accuseranno, offenderanno e condanneranno Dio. Nemmeno all'inferno si pentiranno perché il carattere dei peccatori non cambia. Resteranno peccatori anche lì. Essi peccheranno per l'eternità, perciò Dio li punirà eternamente!

Conclusione

speranza


Le Sacre Scritture avvertono continuamente intorno ai pericoli dell'inferno: "I peccatori sono presi da spavento...un tremito si è impadronito degli empi. Chi di noi potrà resistere al fuoco divorante?" (Isaia 33:14). "Chi può resistere davanti alla sua indignazione? Chi può sopportare l'ardore della sua ira? Il suo furore si spande come fuoco" (Naaum 1:6). Chi è tanto arrogante da pensare di poter sopportare l'ira che Dio manifesterà nel giorno del suo giusto giudizio? Pensi forse che i tormenti dell'inferno non siano così terribili? C'è forse qualcuno che sarà capace di sopportarli? I tormenti dell'inferno fanno tremare dalla paura perfino i demoni.
Non bisogna cadere in una falsa sicurezza pensando semplicemente che perché si va in chiesa o si crede nell'esistenza di Dio, si eviterà la condanna dell'inferno. Non è sufficiente aderire intellettualmente alle verità della Bibbia. Un'esteriore e formale religiosità non salverà il peccatore separato da Dio. Professarsi cristiano, senza possedere Cristo nel cuore, senza avere sperimentato il perdono dei peccati attraverso il Suo sangue prezioso, senza amarlo, servirlo significa che non si è salvati. Vivere come se Dio non esistesse, senza leggere la Bibbia, senza pregare, senza parlare con Lui, significa non conoscere Dio. Condurre una vita nel peccato e disubbidire alla Sua Parola , significa non essere stati rigenerati. Se pensi che il Regno di Dio consista in una professione verbale di Cristo o in un'adesione intellettuale alla fede, ma vivi ancora nel peccato e non sei interessato ad una vita santa, sappi che stai camminando nella "via larga e spaziosa, che porta all'inferno". Non essere ingannato dai tuoi pensieri! La salvezza in Cristo non consiste in parole, o asserzioni religiose, o fede intellettuale, ma nell'aver sperimentato un cuore nuovo ed una vita nuova. Chi è veramente salvato non vive più nel peccato, ma per la gloria di Dio. Se il tuo cuore e la tua vita non sono stati cambiati da Dio, sei ancora schiavo del peccato. Se vivi disubbidendo alla Parola di Dio e resti indifferente agli inviti preziosi di Dio a ravvederti, non hai diritto di pretendere che un giorno andrai in cielo: sei sulla via che ti porta all'inferno!

Rivolgiti a Cristo Gesù e pentiti veramente di tutti i tuoi peccati, Egli è morto sulla croce per la salvezza dei peccatori. Arrenditi a Lui poiché Egli è l'unico che può salvarti. Ascolta le parole di Cristo: "Se il tuo occhio ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; meglio è per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi, ed essere gettato nella geenna del fuoco" (Matteo 18:9). Queste parole di Gesù significano che dobbiamo immediatamente eliminare tutto ciò che ci induce a peccare, anche a costo di rinunciare a qualcosa. Spesso ciò non è indolore, ma vale la pena farlo per non perdere la vita eterna. Il taglio di una mano, la perdita di un occhio, rappresentano la rinuncia a peccare per avere vera comunione con Dio. Ricorda che la condizione richiesta di abbandonare il peccato per amare Cristo non è nulla se si confronta alla sorte di coloro che rifiutando la grazia di Dio saranno condannati all'inferno.
Sono convinta che chi non è salvato, dovrebbe conoscere quali tormenti ci sono all'inferno, perché possa cominciare a cercare Dio con tutto il suo cuore ed implorare davvero la misericordia di Cristo sulla sua vita. Gli uomini stanno in piedi sull'orlo dell'inferno, pronti a cadervi precipitosamente dentro, e sono del tutto ignari del pericolo che corrono.
La vita di ogni persona è tenuta da un filo sottilissimo che può spezzarsi improvvisamente. Con il sopraggiungere della morte, si aprono, senza alcun'altra possibilità, le porte dell'eternità per il cielo o per l'inferno. Se ascoltare che esiste un luogo di punizione incoraggerà gli uomini a considerare la necessità di Dio, allora occorre far conoscere questa verità biblica. È meglio conoscere ora i terribili tormenti dell'inferno ed esserne per grazia di Dio liberati, che vivere ignorandoli e poi doverli subire per sempre perché si è morti senza la salvezza in Cristo.

Non dico che devi avere più paura dell'inferno che del peccato. Il peccato è il vero nemico. Il peccato è peggiore dell'inferno perché è a causa del peccato che esiste l'inferno. Vorresti andare all'inferno per l'eternità per aver goduto per breve tempo il falso, futile e ingannevole piacere del peccato qui sulla terra? Fuggi dal peccato! Smetti di vivere per te stesso e prendi piacere nel vivere per Cristo. Gesù ti dà molto più del peccato! La Sua gioia è duratura, la Sua pace è vera, il Suo amore è sincero, la Sua fedeltà è grande. Nessuno che ha conosciuto Cristo e lo ama sinceramente si è mai pentito di essere un vero cristiano.
Non aspettare la morte per conoscere Gesù, perché è troppo tardi. Tutte le opportunità di pentirti ed essere salvato finiscono con la morte. Oggi è il giorno della salvezza, domani non sappiamo se saremo ancora in vita. Ricorda le parole di Gesù: "Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà" (Matteo 16:25).

Un cristiano che ha un santo timore di Dio nel suo cuore ha anche rispetto per la Sua Parola. Colui che veramente ama Dio non avrà paura dell'inferno.
Considerare che l'inferno esiste, dovrebbe far crescere la tua fedeltà e gioia in Cristo, perché sei stato liberato dai tormenti dell'inferno. Quale grazia sapere di essere stati liberati dalle sofferenze eterne dell'inferno. Meditare su questo insegnamento, aumenterà il nostro amore per Cristo che ha subito l'ira di Dio sulla croce per noi. La dottrina dell'inferno dovrebbe suscitare in te un santo timore e aiutarti a non peccare o offendere Dio. Dovrebbe infondere in te un giusto timore anche per i "piccoli" peccati, e incoraggiarti a confessarli ed abbandonarli subito. L'insegnamento biblico dell'inferno ci dovrebbe trattenere dal peccare.
La certezza dell'inferno dovrebbe aiutare il cristiano ad essere paziente quando è afflitto da prove. Qualunque afflizione, per quanto grande possa essere, sarà sempre meno dei tormenti dell'inferno da cui Dio ti ha liberato. Anche se avrai delle sofferenze sulla terra, ricorda che saranno momentanee. Rallegrati di essere stato liberato da quelle eterne!

Questa certezza ti incoraggerà a parlare ad altri della salvezza di Cristo. Le sofferenze eterne dell'inferno dovrebbero farci più zelanti ed ansiosi nel testimoniare alla gente che solo Gesù può liberarli. Esiteremo a dichiarare questa solenne verità? Il pensiero dell'inferno ci dispiace? Ricorda che Dio sarà glorificato anche dalla condanna degli empi.
Nella salvezza dei santi in Cristo l'amore di Dio sarà esaltato, mentre nella condanna dei reprobi la sua giustizia e santità saranno esaltate. Nel frattempo è nostra responsabilità pregare e lavorare per la salvezza dei peccatori. Poiché conosciamo i tormenti eterni dell'inferno, non teniamo nascosta la via della salvezza in Cristo al mondo perduto!




"Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce
alla perdizione, e molti sono coloro che entrano per essa. Quanto stretta è invece la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono quelli che la trovano!"
(Matteo 7:13-14)



Liberamente adattato da internet
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17 comments:

  1. Cara Ruth è terrificante pensare a questo distacco per l'eternità dall'Amore di Gesù. Credo fermamente che la descrizione del ricco in Luca 16 rappresenti realmente ciò che avverrà se ognuno di noi rinuncerà al Suo Amore, ma personalmente, riconoscendomi pubblicamente peccatore per gli scatti di ira verso situazioni di ingiustizie e di atteggiamenti insani del prossimo, specie nei miei confronti, spero in un rinnovamento spirituale nella grazia di DIO e nella Sua infinita Misericordia. Poi nelle chiese in generale, è sempre in voga il pensiero di Origene dell'apocatastasi, dove alla fine tutti verranno redenti, e molte persone pensano realmente che ciò accadrà,per la misericordia di DIO, ecco perchè ormai vi è apostasia, in quanto sono convinti che al termine tutto si aggiusterà e saranno giustificati per le loro opere perverse. Riscopriamo il giusto timor di DIO. Amen
    SHALOM

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  2. Caro fabulus hai centrato in pieno il problema è proprio che tutti pensano che sarà così, così il timore per Dio se ne sta andando e ognuno continua a vivere come prima, pur dicendo di essere cristiano...purtroppo se ne renderanno conto troppo tardi...pace

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  3. Mi dispiace molto per quanto sta accadendo in questi ultimi tempi, non riferendomi solo alle notizie in giro, ma mi riferisco ai contatti con diverse persone tanto arroganti, in modo giornaliero: pensa che alcuni che vanno in chiesa cattolica mi "avvisano" che sono fuori dalla Chiesa di DIO e eleggibile per l'inferno, insieme alla famiglia;quelli della chiesa evangelica da cui mi sono tirato fuori, perchè la settarietà sta raggiungendo limiti insopportabili, e come una "droga" ricordano il mancato battesimo e in automatico l'inferno mi aspetta, un nostro amico in comune di un altro blog, mi ha minacciato l'inferno. Capisco che vi è lavoro precario in giro, ma sostituirsi al GIUDICE SUPREMO...sembra eccessivo... e meno male che cerco di dare meno fastidio al prossimo.. ...Mi dispiace che molti sostenitori della Chiesa di CRISTO sta combattendo contro altri fratelli di CRISTO e nn si rendono conto dei danni che stanno arrecando al prossimo alimentando l’APOSTASIA; stanno scandalizzando tante persone rendendole come la bandiera al soffio dei venti, scandalizzandole, come avvenuto a mio figlio, il quale, a causa di un sacerdote e del gruppo ACR ha perso la FEDE, ma lui ci mette del suo..anche. Credo che il katekon sta per essere tolto di mezzo....
    Solo per dire: SIGNORE GESU' VIENI PRESTO, NON TARDARE, LASCIO A TE LA TUA GIUSTA IRA.

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  4. Si hai ragione, tanti usano questo schema, senza prima guardare se stessi...ma credimi io sono la prima a dire che sto sperimentando tutti i momenti quanto sia grande l'amore di Dio, e sai che ho creato questo blog solo per dare gloria a Lui, però è anche giusto avvisare le persone di quello che le aspetta se non si ravvedono in tempo o se per settarismo, come tu dici, o false dottrine allontano le persone dalla giusta Via...io credo si giusto far vedere tutti gli aspetti del carattere di Dio, sia il Suo grande Amore che la Sua Giustizia, e nella Sua Giustizia è compresa anche la pena oltre la Salvezza gratuita che ci ha dato tramite Suo figlio...pace mio caro e torna a leggere un pò con noi...così che anche tu possa trovare quella pace che solo la condivisione sincera della Sua Parola può dare..Dio ti benedica

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  5. Il capitolo 3 della seconda lettera di Pietro ci ricorda della seconda venuta del Signore e ci chiarifica quali siano i segni indelebili degli ultimi tempi...infatti le testuali parole ci insegnano:"1 Carissimi, questa è già la seconda lettera che vi scrivo; e in entrambe io tengo desta la vostra mente sincera facendo appello alla vostra memoria, 2 perché vi ricordiate le parole già dette dai santi profeti, e il comandamento del Signore e Salvatore trasmessovi dai vostri apostoli. 3 Sappiate questo, prima di tutto: che negli ultimi giorni verranno schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi 4 e diranno: «Dov'è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione».
    5 Ma costoro dimenticano volontariamente che nel passato, per effetto della parola di Dio, esistettero dei cieli e una terra tratta dall'acqua e sussistente in mezzo all'acqua; 6 e che, per queste stesse cause, il mondo di allora, sommerso dall'acqua, perì; 7 mentre i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi.
    8 Ma voi, carissimi, non dimenticate quest'unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno. 9 Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento. 10 Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate.
    11 Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, 12 mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno! 13 Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia.
    14 Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili nella pace; 15 e considerate che la pazienza del nostro Signore è per la vostra salvezza, come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; 16 e questo egli fa in tutte le sue lettere, in cui tratta di questi argomenti. In esse ci sono alcune cose difficili a capirsi, che gli uomini ignoranti e instabili travisano a loro perdizione come anche le altre Scritture.
    17 Voi dunque, carissimi, sapendo già queste cose, state in guardia per non essere trascinati dall'errore degli scellerati e scadere così dalla vostra fermezza; 18 ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno. Amen.
    Gli avvertimenti in tal senso verso il ravvedimento sono presenti in tutta la sacra scrittura. La consapevolezza della grazia ci induce a ricercare la via della salvezzza nel concepire e vivere la Parola di Dio. Chiudendo questa considerazione allineandomi alle precedenti vi lascio nella riflessione derivante dalla lettera di Giuda da versetto 20 al 25 che recita così:"20 Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, 21 conservatevi nell'amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna. 22 Abbiate pietà di quelli che sono nel dubbio; 23 salvateli, strappandoli dal fuoco; e degli altri abbiate pietà mista a timore, odiando perfino la veste contaminata dalla carne.
    24 A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irreprensibili e con gioia davanti alla sua gloria, 25 al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli. Amen".

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  6. A gloria di Dio un abbraccio nella consapevolezza piena della salvezza la quale proviene dalla piena comprensione e concretizzazione della parola stessa. Dio vi benedica e vi illimini nei doni dello Spirito Santo...In alto i cuori!!!

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  7. Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia....carissimo wids72, questa sola deve essere la nostra aspettativa in tutta la nostra vita...pace che Dio benedica grandemente te...e in alto i cuori!

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  9. Preciso che condivido che ciò che hai scritto perchè , piaccia o non piaccia, è biblico.
    Ti dirò una cosa, però. Il concetto di pena eterna è contro i miei principi umani e anzi più di una volta mi ha allontanato da Dio, perchè io che sono contro la tortura e la disumanità, che conosco la sofferenza, e vedo, piangendo nel cuore, tanta sofferenza nel mondo(specie quei poveracci del terzo mondo) non riesco a concepire e accettare che esista anche una sofferenza che non finisce mai, e che proprio Dio, cioè la massima espressione dell' Amore e della Giustizia, non solo usi strumenti disumani di punizione(la tortura) ma addirittura fa sì che queste torture non avranno mai fine, insomma usi una punizione infinitamente più feroce di quella comminata dal più feroce e crudele degli esseri umani. E' un paradosso che mi riesce difficile accettare.
    Soprattutto la pena è assolutamente e infinitamente sproporzionata alla colpa(peccato), e il ragionamento secondo il quale essendo Dio infinitamente grande la colpa nei suoi confronti merita un castigo infinito, non mi convince per nulla, anzi fa apparire Dio come una entità infinitamente vendicativa, cosa opposta invece a quanto Gesù(che è Dio stesso) ha predicato(no alla vendetta). Soprattutto, se come si dice all' inferno non ci vanno solo i mafiosi che sciolgono i bambini nell'acido, ma anche le brave persone che però sono non cristiane, tutto ciò mi atterrisce ancor di più.

    In conclusione,lungi da me dal crearmi un dio a mia misura e immagine, quindi non posso contestare ciò che dice la Parola di Dio, e pertanto di conseguenza credo, anche se a malincuore, all' esistenza dell' inferno, però, con il cuore piangente e atterrito prego affinchè l' inferno non sia così terribile come lo si è sempre descritto o in alternativa che arrivato ad un certo punto, Dio abbi pietà dei tormenti atroci dei dannati distruggendoli definitivamente e quindi consegnandoli al nulla eterno, e questo non perchè io abbia paura di finirci all' inferno ma perchè sono così sensibile che non vorrei che nemmeno il più feroce degli esseri umani abbia a soffrire per l'eternità, mi strazia il cuore. Ripeto, la mia è solo una speranza perchè non posso permettermi di stravolgere la Parola di Dio per adattarla alla mia sensibilità. Ma ciò non ci vieta di sperare, e io ci spero

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  10. Mio caro Raffaele, capisco il tuo pensiero, che all'inizio del mio cammino era anche il mio, e che mi faceva vedere come te il nostro Dio come troppo punitivo nei confronti dei peccatori, e comprendo che a te spaventi l'idea che non solo i malvagi intesi come li vediamo noi, possano finire all'inferno, e non per un certo periodo ma per l'eternità, è qualcosa che spaventa davvero, e forse dovrebbe spaventare anche per noi stessi in primis, ma credimi è proprio nella punizione che tu riesci a vedere la Giustizia di Dio...Dio ancor prima di scacciare Adamo ed Eva aveva già prestabilito una Salvezza eterna per l'uomo, ma proprio nella Sua giustizia, non poteva darla gratis a tutti, perchè altrimenti non sarebbe mai stata una grazia giusta...ora pensa per un attimo alle donne che tu abborrisci, in quanto come femministe, fanno del loro credo un mezzo per danneggiare l'altro sesso, colpevole ai loro occhi di tutto, vorresti per loro una salvezza gratuita senza un cambiamento vero, oppure pensa a quanti si dicono cristiani, e adorano statue ed idoli fatti da mani umane, vorresti davvero che Dio dopo averli avvertiti continuamente li graziasse, senza che loro avessero davvero dentro quel cambiamento che solo la fede in Cristo fa manifestare? Sai sarebbe davvero ingiusto,ma lo sarebbe se nella Bibbia non ci fossero continui avvertimenti dall'inizio alla fine contro il peccato, che Dio proprio perchè Santo aborrisce...eppure nonostante tutti gli uomini siano peccatori, perchè viventi in un mondo in mano a satana, Lui rende tutti i peccati candidi come neve...ma questo può avvenire solo se la fede in Dio è sincera e determina un cambiamento dettato dall'amore per Lui...immagina di innamorarti follemente di una donna, che non ama affatto che tu passi il tuo tempo giocando a carte, beh non faresti di tutto, perchè innamorato di lei, e per non perderla, per smettere con il tuo vizio? E allora perchè Dio che è colui che ha creato tutto, non può chiedere che per amore Suo, tu cambi il tuo stato di peccatore? Tu puoi decidere se ami il peccato o Lui, ma anche Lui può decidere se darti la salvezza o il tormento eterno...Dio ha prestabilito equamente una Salvezza o la morte, sta all' uomo afferrare, mentre è in vita quello che vorrà avere per l'eternità...una via conduce alla Salvezza e una alla perdizione, e se si sceglie la seconda, questa porta all'inferno per sempre...è dura da accettare ma è così, l'ingiustizia ci sarebbe stata solo se ancor prima di dare la punizione Dio non avessse prestabilito la Salvezza tramite il Sacrificio espiatorio di Cristo..."Le vostre iniquità hanno scavato un abisso fra voi e il vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere il suo volto così che non vi ascolti." Isaia 59:2....ma... "E' stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione." II Corinzi 5:19...Dio ti benedica per il tuo amore per gli altri e ti aiuti anche a comprendere tutte le Sue vie...pace

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  12. Rita,infatti, non ho mai pensato che si salvino tutti, se non fosse così non sarebbe Giustizia, in quanto assolvere il colpevole non è giustizia ma ingiustizia. Ero semplicemente entrato nel merito della pena, cioè la sofferenza eterna la vedo troppo sproporzionata e lontana dai miei ideali e dalla mia sensibilità umana, mi strazierebbe il cuore anche sapere che la più feroce delle femministe soffri per l'eternità. Non capisco il motivo per cui la pena sia eterna e non invece distruzione eterna, cioè il nulla eterno, sarebbe una punizione molto più equa e umana. Ma non per questo mi permetto di mettere in dubbio ciò che dice la Bibbia, la mia è solo una speranza che la pena sia quanto più mite possibile e che la Grazia di Dio elargita attraverso i meriti di Cristo si estenda anche nei confronti di chi non per colpa sua non è stato evangelizzato(e questa è una speranza molto più fondata della prima)proprio perchè la Grazia dipende solo da Dio e non dagli uomini.
    Non è mai illecito sperare, anzi la Speranza, insieme alla Fede e all' Amore è una delle tre virtù cristiane(1 Cor 13:13).

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  13. Caro Raffaele, sperare non è un male, ma bisogna anche essere giusti e non si piò sperare che non ci sia un condanna per chi pecca...in quanto al tipo di condanna, quello sarà Dio a deciderlo, anche perchè la Bibbia stessa dice che ci saranno vari gradi di giudizio...però la chiamata per noi, quindi, e specialmente per chi non è credente, non è quella di metterci a trovare un senso che annulli il significato di queste terribili descrizioni, torcendo la Scrittura, ma di tremare, di realizzare che vi sarà una necessaria e terribile punizione per gli empi, e di volgerci via dalle nostre vie malvagie, e di confidare in Gesù Cristo. E la chiamata per il figlio di Dio, è, sii grato! Questo è quello da cui sei salvato! Questo è il motivo per cui Dio dovette mandare il Suo proprio Figlio nel mondo, il motivo per cui Egli divenne uomo, perché non vi era altro modo, e Lui bevve la coppa! Lui fu schiacciato, sulla croce! Lui fu consumato nel fuoco dell’ira di Dio, mentre pendeva dal legno! Siamo dunque confortati! E siamo grati a Dio, perché giuste e sante sono le Sue vie, e perché i nostri nomi sono scritti in quel libro, perchè i nostri nomi sono nel libro dell’Agnello ucciso prima della fondazione del mondo!...pace

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  14. Il Signore ci ordina di essere misericordiosi con tutti, sempre, ovunque e comunque, quindi io spero e prego che il Giudizio di Dio nei confronti di chiunque sia quanto meno duro possibile, anzi spero che perdoni anche chi non si ravvede in virtù delle parole di Gesù "Padre, perdonali perchè non sanno quello che fanno".
    Va da sè che purtroppo non tutti si salveranno, e infatti io non avevo messo in dubbio ciò, avevo semplicemente sperato(e spero) che la pena sarà quanto meno dura e più mite possibile perchè l'idea della sofferenza eterna è incompatibile con la mia sensibilità e con i miei ideali umani al di là se questa mia speranza possa essere fondata o meno, avverata o meno, ma ciò nonostante io non mi permetto di stabilire ciò che è giusto o non giusto perchè l' unico che può stabilirlo è Dio, nè tanto meno mi permetto di adattare Dio alla mia sensibilità e ai miei ideali negando la realtà dell' inferno.

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  15. Caro Raffaele come ti ho già scritto sperare non è un male, sapessi quanti vorrei che si salvasssero io, ma la nostra sperana non deve essere riposta nella mancanza di punizione, ma deve esserlo nella salvezza, noi dobbiamo sperare che tutti aprano il loro cuore a Dio e si pentano del loro stato di peccatori, chiedendo perdono e credendo che l'Unica Salvezza possa essere tramite Gesù Cristo, allora si che tutti potrebbero ottenere quella salvezza dalla punizione eterna che tu auspichi e che tutti i cristiani auspicano per chi li circonda...pace mio caro

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  16. C'è da considerare anche altri fattori: capita che nei giorni in cui sei in pace con Dio, ti arrivano notizie che ti riaccendono quella fiamma ardente nel cuore che ti porta a riaccendere l'ira dentro di te per delle cose ingiuste. Sarà anche il carattere sanguigno innato e peculiare nella persona.
    Certe volte penso a Pietro quando si adirava, o in un'attimo di paura rinnegò Cristo 3 volte proprio col suo comportamento impulsivo guidato dalla sua paura, dalla sua stessa carne.
    Mi sembra a volte di essere la stessa persona.

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    1. C'è da considerare che in quel momento Pietro non era salvato, perchè lo Spirito Santto venne solo dopo la morte di Gesù...e c'è da considerare che dopo cambiò completamente, è vero che parte del vecchio carattere, ma è proprio quello che dobbiamo combattere quando si nasce di nuovo, ravvedendoci dai nostri cattivi comportamenti...

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