Un fondamento stabile | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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sabato 3 settembre 2011
Unknown

Un fondamento stabile

sabbia e roccia


"Perché mi chiamate Signore, Signore, e non fate quel che dico? Chiunque viene a me ed ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi somiglia. Somiglia ad un uomo il quale, edificando una casa, ha scavato e scavato profondo, ed ha posto il fondamento sulla roccia; e venuta una piena, la fiumana ha investito quella casa e non ha potuto scrollarla perché era stata edificata bene. Ma chi ha udito e non ha messo in pratica, somiglia ad un uomo che ha edificato una casa sulla terra, senza fondamento; la fiumana l'ha investita, e subito è crollata; e la ruina di quella casa è stata grande." (Luca 6:46-49)

Ogni persona indubbiamente desidera una vita serena e tranquilla, ma poiché tutti siamo ormai consapevoli che le vicende della vita ci possano privare facilmente di questa serenità, ci si adopera allora per acquisire, non si sa bene come, le energie necessarie per reagire positivamente alle difficoltà. Si lavora sulla propria personalità per sviluppare un carattere più deciso, s’indaga sulle proprie debolezze per accrescere l’autocontrollo e affrontare così la vita non più come dei perdenti, ma come vincitori. Abbondano le soluzioni umane, religioni, psicoanalisi, tecniche di rilassamento, magia bianca e nera, e altro ancora, ma una vita spirituale sicura, prospera, che non cede di fronte agl’inevitabili rovesci della vita e ci rende vincitori nei confronti delle ansie delle paure, non è frutto del caso e neppure dei semplici sforzi dell’uomo. La soluzione? Ancora una volta è la Parola di Dio che ci viene in aiuto, non con una soluzione alternativa, ma con l’unica soluzione valida, una fede fondata sulla “Roccia”, Gesù Cristo il Signore.


Due condizioni


  • Gesù richiama i presenti alle proprie responsabilità
Alla fine del suo discorso Gesù si appella alla coscienza dei presenti, compresi i discepoli, per richiamarli alle proprie responsabilità, le parole pronunciate sono belle, più che validi i concetti espressi, molti riconoscono in lui un’autorità particolare per il modo con cui li ammaestra, ma Gesù dichiara fermamente che se questi insegnamenti non sono messi in pratica a nulla servono, se accolti solo intellettualmente senza tradursi in azione non produrranno nessun beneficio e nessun frutto positivo nella vita dell’ascoltatore.

  • Due uomini, due terreni, due modi di edificare, due risultati diversi

Gesù in questa parabola vuole mettere a confronto due modi differenti di accostarsi a Lui e di vivere la fede, ci presenta due persone l'uno accorto l’altro disavveduto, ambedue decidono di costruire una casa, uno sceglie un terreno solido dove porre le fondamenta, l’altro disavveduto, si accontenta di costruire senza spendere troppo tempo in ciò che non si vede “le fondamenta”, l’unico elemento comune è la tempesta, l’inondazione, di fronte alle quali una casa regge l’altra inevitabilmente a causa della sua instabilità crolla ed è la rovina completa.

  • Due tipi di fede, due tipi di credenti

Così anche nell’ambito della fede vi sono due categorie di persone, coloro che si avvicinano alla religione, simpatizzano per Cristo, condividono intellettualmente, ma non realizzano mai un vero ravvedimento, vi sono invece persone che colpite dalla forza della Parola di Dio si pentono dei loro peccati, si ravvedono, diventano delle nuove creature riconoscendo in Gesù Cristo l’unico Signore e Salvatore, entrano a fare parte della schiera dei salvati per grazia.
Per i primi tutta la loro religiosità risulterà un vano aiuto nel momento della prova, e quando saranno aperti i libri davanti al “trono bianco”, con grand’amarezza scopriranno che i loro nomi non si trovano scritti, perché in realtà non hanno mai riconosciuto veramente in Gesù Cristo l’unico Salvatore, ma hanno continuato a confidare nelle loro opere, nella loro apparente giustizia.
Per la seconda categoria non vi sarà prova troppo grande e difficile da sopportare, perché nulla li potrà separare dall’amore di Gesù, e poiché in Lui hanno ricevuto il perdono e la grazia, su di loro non vi è più alcun giudizio, sono passati dalla morte alla vita.
Purtroppo anche fra i credenti si crea una divisione. Vi sono coloro che edificano saggiamente e pongono delle basi solide per la loro vita spirituale, vivono la loro fede con la dignità dei figlioli di Dio, cercando di crescere e maturare nella fede, avvalendosi degli strumenti di grazia che il Signore mette loro a disposizione, poiché noi non siamo di quelli che dicono: “Aiutati che il cielo ti aiuta”, ma crediamo che: “ il nostro aiuto viene dal Signore che ha fatto il cielo e la terra”, un aiuto che va’ richiesto per mezzo della preghiera, va' realizzato per mezzo dello Spirito Santo, va' vissuto per esperienza nell’ubbidienza alla Parola di Dio. Vi sono invece credenti che restano fermi al punto di partenza, non curandosi del loro progresso spirituale, per nulla preoccupati di dove stanno andando e di ciò che stanno facendo e se veramente camminano nella volontà di Dio, ma ricordiamoci che benché il Signore ci abbia salvati per mezzo del Suo sacrificio, e nulla possiamo aggiungere a tale fondamento, resta sempre da parte nostra la responsabilità di vegliare e crescere nella grazia e nella conoscenza, l’Apostolo Paolo scrive a Timoteo suo giovane collaboratore: “Io so in chi ho creduto …” (2 Timoteo 1:12), ma afferma anche: “Custodisci il buon deposito ...” 2 (Timoteo 1:14).
Partiamo dall’esempio negativo, per giungere poi a conoscere quali sono i presupposti corretti per vivere una vita spirituale esuberante piena di frutti di giustizia alla gloria di Dio, sia nei giorni di sole sia nel mezzo delle inevitabili tempeste.


Una casa instabile - Le cause:



  • Un costruttore disavveduto
Sono tante le persone che si adoperano con estrema diligenza per assicurarsi un futuro tranquillo, accantonano qualche risparmio per i tempi difficili o per gli imprevisti, cercano di pianificare la propria vita per essere più sereni, nelle decisioni difficili valutano con molta attenzione i pro e i contro, sono definiti “avveduti”, ciò non è sbagliato, se non diventa un’ossessione, ma domandiamoci piuttosto quanti sono così avveduti nelle cose spirituali, quanti si preoccupano di farsi un tesoro lassù nel cielo, quanti si curano delle cose che non si vedono (quelle spirituali), ma che sono quelle eterne, quanti si curano di rendere la propria vita spirituale più sicura per affrontare i momenti difficili, le prove, le tentazioni, e se pensiamo di esserne esenti forse dobbiamo rivedere il nostro modo di credere! Quanti sono disposti a “perdere” del tempo per scavare delle solide fondamenta, quanti piuttosto preferiscono al contrario costruire in fretta per mostrare al mondo un bell’edificio? Nella fretta non valutano attentamente i rischi, non prevedono, si accontentano di fare, ma non di essere, si corre il rischio dell’irruente Pietro: “Simone, Satana ha chiesto di vagliarvi … Signore con te andrò fin’anche alla morte”, pochi giorni dopo miseramente tradì il Signor Gesù.

  • Un terreno instabile

Superficialità.Tanti hanno una visione unilaterale della fede, accettare la parte che non crea problemi, riconoscere Cristo crocefisso, ma rifiutare di prendere la propria croce. Credenti convinti che vivere una vita esuberante sia fare, fare e poi ancora fare, credenti che non trovano il tempo per fermarsi ai piedi del Signore semplicemente per adorare, che non amano lasciarsi investigare dallo Spirito Santo, perché ciò richiede tempo e pazienza ma noi abbiamo fretta di costruire, ma quante volte l’Eterno diceva al suo popolo: “Ascolta Israele”, e ancora la scrittura dice: “Sta’ in silenzio davanti all’Eterno”, e l’Apostolo Paolo consigliava ai Corinti ed anche a noi “esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede”.

Religiosità. Cercare di piacere a Dio sulla base dei nostri sforzi. Un’ubbidienza formale a tante belle regole per quanto ortodosse possano essere, non ci sarà di aiuto per gettare fondamenta sicure, anzi è proprio un comportamento religioso che può produrre un pericoloso senso di autocompiacimento e giustizia fondati sulle proprie capacità, ma ciò che conta per Dio non sono i nostri formalismi, ci avevano già provato senza successo gli scribi e i farisei, il Signore desidera un cuore umile, disponibile, “stracciatevi il cuore e non le vesti” (Gioele 2:13), “Io sono con colui che è umile e contrito di cuore” dice il Signore in (Isaia 57:15).
Tutta la nostra religiosità non servirà a nulla nel giorno della prova. Potrebbe non accadere mai, ma immaginiamo se un giorno dovessimo trovarci nella persecuzione, non più le nostre belle corali, niente musica evangelica, addio alla possibilità di frequentare la comunità, forse ci troveremo soli, forse in prigione, non più i fratelli con cui rallegrarci, allora ci resterà solo il Signore, e se non avremo imparato ad avere comunione intima con Lui, come potremo resistere?  Spesso dichiariamo che Dio è vivente, ma lo realizziamo veramente, o rischia di diventare una dichiarazione religiosa?

Carnalità. E' molto pericoloso valutare il livello della propria maturità spirituale, o quella d’altri credenti, sulla base delle esperienze emotive, le emozioni fanno parte della nostra vita, qualcuno ha affermato che siamo fatti d’emozioni, ma potremo noi costruire un edificio importante come quello della nostra vita spirituale, su di un terreno instabile come lo è quello dell’emotività? Le emozioni variano e i nostri sentimenti sono mutevoli, oggi abbiamo avuto una buona giornata, ci sentiamo bene, ci viene così facile lodare il Signore, ci sentiamo ferventi, il giorno dopo siamo afflitti, la nostra preghiera è silenziosa e sofferta, ma il Signore è sempre lo stesso, a volte sentiamo particolarmente la presenza del Signore, un fremito particolare percorre tutto il nostro corpo allora tutto è bello, si afferma che è stata una riunione benedetta, come se le benedizioni scaturiscano dalle nostre emozioni, ma in quello stato d’animo tutto sembra più facile il cammino più percorribile, svaniscono timori e perplessità, ci sentiamo in pace con tutti, come amiamo i fratelli in quei momenti, ma poi tutto passa, alla riunione successiva ci sentiamo freddi, non avvertiamo nulla, che faremo allora? Non ameremo più, non saremo più spirituali perché “non sentiamo” nessuna emozione, insieme alle emozioni avremo perso tutto il nostro vigore. No! Il signore dice: “ Nel tornare a me e nel tenervi in riposo starà la vostra salvezza; nella calma e nella fiducia starà la vostra forza” (Isaia 30:15).

  • Le conseguenze

Le prove evidenziano le false o infondate professioni di fede. Nel momento della prova non serviranno a nulla i nostri sforzi, le nostre convinzioni, le nostre apparenze, la conoscenza teorica non ci potrà essere d’aiuto, saremo come una casa senza fondamenta.


Una casa stabile



fondamento
  • Un fondamento sicuro, “La roccia”
“Gesù”! Certamente, Cristo è il fondamento sicuro su cui poggiano le basi della nostra fede della nostra salvezza ma tutto questo rischia di rimanere solo un concetto teorico astratto, se non produce qualche cosa di concreto, se non lo sperimentiamo personalmente, e non solo per sentito dire!

Certamente quando nel campo della fede si parla di operare, il nostro spirito d’estrazione puramente evangelico-protestante si ribella, giammai! Siamo salvati solo ed esclusivamente per grazia, ed è assolutamente vero, ma in questo caso scavare non significa compiere opere meritorie per guadagnare la salvezza, non sono i nostri sforzi umani piacere a Dio, non si tratta di una particolare attitudine al misticismo e alla meditazione profonda, o qualche forma di penitenza religiosa.

  • Quale significato ha scavare?

Scavare, e scavare profondo significa, per quanto rientra nella nostra competenza, adoperarsi per rendere sicuro il nostro cammino, e portare frutto.

  • Scavare profondo è paragonato al mettere in pratica la Parola di Dio

"Questo libro della legge non si diparta mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte, avendo cura di mettere in pratica tutto ciò che v'è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai" (Giosuè 1:8).
Molti pensano che sia sufficiente conoscere l’Evangelo perché la propria vita sia trasformata, ma se non lo mettiamo in pratica resteremo dei religiosi teorici. Voglio fare l’esempio della prescrizione del medico, sarà idonea alla malattia, sicuramente, la cura indicata, ma se non si va' in farmacia per comprare il farmaco e poi non è somministrato secondo le indicazioni, non sarà d’alcun beneficio per il malato. Solo l’ubbidienza alla Parola di Dio rende sicuro il nostro cammino spirituale, "La tua parola è una lampada al mio piè ed una luce sul mio sentiero" (Salmo 119:105).
Per edificare su di un terreno solido è necessario vivere concretamente l’Evangelo. Non basta ascoltare, conoscere, non è sufficiente sapere che bisogna ravvedersi, dobbiamo ravvederci! Non basta essere informati che Gesù era mite ed umile, ma dobbiamo anche noi manifestare il frutto dello Spirito Santo che è: amore, pace, mansuetudine, non basta sapere che Gesù è morto sulla croce, dobbiamo prendere la nostra croce, rinunciare a noi stessi e seguirlo. Non basta ascoltare, imparare, bisogna mettere in pratica, in altro modo illudiamo noi stessi, "Perciò, deposta ogni lordura e resto di malizia, ricevete con mansuetudine la Parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre. Ma siate facitori della Parola e non soltanto uditori, illudendo voi stessi" (Giacomo 1:21-22).
L’ubbidienza è il fondamento della comunione con il Padre, senza la quale siamo privi di vita, "E Colui che mi ha mandato è meco; Egli non mi ha lasciato solo, perché fo del continuo le cose che gli piacciono" (Giovanni 8:29).

  • Scavare profondo è una vera conversione

I frutti del vero ravvedimento sono un terreno stabile e rendono sicuro il nostro edificio spirituale. Non possiamo assolutamente pensare di edificare una casa stabile rimanendo legati a qualche peccato non confessato, mantenendo nel cuore delle impurità, fate morire le vostre membra che sono sulla terra” dice Paolo, (Colossesi 3:5-6). Il peccato indebolisce la nostra vita spirituale, contrista lo Spirito Santo, che è il nostro aiutante, il Consolatore, ci condanna nella coscienza e ci fa sentire colpevoli e lontani da Dio, per tanto mancherà la pace. Se desideriamo una vita spirituale prospera dobbiamo confessare e abbandonare il peccato. Ma la vita del credente non può e non deve essere solo “non fare il male”, deve esserci anche un’azione positiva, dobbiamo imparare a fare il bene,"lavatevi, purificatevi, togliete d'innanzi agli occhi miei la malvagità delle vostre azioni; cessate del far il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l'oppresso, fate ragione all'orfano, difendete la causa della vedova!" (Isaia 1:16-17), e più saremo impegnati nel fare il bene, secondo la volontà di Dio, più le radici della nostra fede andranno in profondità.

  • Scavare profondo è il nostro progresso nella santificazione

La volontà di Dio è che ci santifichiamo, che significa separarsi da ogni forma di contaminazione per consacrarsi a Dio. Non possiamo di conseguenza pensare di eliminare dalla nostra vita i peccati più grossolani, e tollerare una serie di “cattive abitudini”, che guastano la vigna del Signore, "le mosche morte fanno puzzare e imputridire l'olio del profumiere; un po' di follia guasta il pregio della sapienza e della gloria" (Ecclessiaste 10:1).
Immaginate un costruttore che debba edificare una casa, il quale sapendo che nel terreno si trovano degli ordigni bellici inesplosi, non li faccia eliminare dagli artificieri, sarebbe una follia, prima o poi potrebbero esplodere, così potrebbe essere per tutti quei peccati sottovalutati, quei desideri impuri che a volte restano assopiti nel cuore, non tolleriamoli, non accarezziamoli, gridiamo al Signore che investighi il nostro cuore e che ci liberi, non limitiamoci a “falciare il giardino”, pareggiando erba ed erbaccia velenosa, rendendolo apparentemente ordinato, dobbiamo lasciare che il Signore tolga le radici dell’erbaccia, affinché non ricresca più.

  • Scavare profondo significa passare del tempo in preghiera

Per ultima cosa, anche se non meno importante, perché la nostra casa spirituale sia sicura, ed abbia solide fondamenta non può assolutamente mancare la preghiera. La Scrittura invita tutti i credenti ad indossare la perfetta armatura che il Signore mette a nostra disposizione per resistere nelle difficoltà e ad ogni sorta d’attacco spirituale, ma se manca la preghiera saremo come un soldato abbandonato a se stesso privo di direttive, ben armato, con delle buone difese, ma che non può ricevere ordini perché a perso il contatto con il proprio comandante e per tanto in difficoltà. "orando in ogni tempo, per lo Spirito, con ogni sorta di preghiere e di supplicazioni; ed a questo vegliando con ogni perseveranza e supplicazione per tutti i santi" (Efesini 6:18).


Conclusione



roccia


Oggi il Signore interpella anche noi per mezzo della sua Parola, chiedendoci su quale terreno vogliamo gettare le fondamenta della nostra vita spirituale? In base alla nostra scelta ed all’impegno con cui siamo disposti a scavare possiamo già fin da ora stabilire se la nostra sarà una casa che resisterà alle intemperie, o se crollerà inesorabilmente alla prima tempesta.
Adoperiamoci per costruire sulla roccia, non accontentiamoci di una fede apparente, non affidiamoci a delle semplici emozioni, ravvediamoci e abbandoniamo il peccato che ancora signoreggia sulla nostra vita.
Per la grandezza del suo amore, il Signore non permette che tu possa continuare ad edificare su di un terreno così instabile, desidera toglierti dal terreno pericoloso delle facili illusioni, vuole che tu cresca sicuro, forte, e con dolcezza ma con estrema fermezza desidera debellare il peccato che ancora ti rende debole e a volte addirittura dubbioso.
Tutto questo non significa che non troveremo più nessuna difficoltà lungo il cammino, prove ne avremo sempre, forse ci sarà forse una malattia, una sofferenza spirituale, oppure potremmo essere attaccati a motivo della nostra fede e di certo come tutti gli uomini incontreremo difficoltà di vario genere, ma se abbiamo edificato sulla roccia non saremo abbattuti e per mezzo dello Spirito Santo il Signore ci farà udire la sua voce.





“ tu, non temere, perché io son teco; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia."
(Isaia 41,10
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2 comments:

  1. Sono sempre illuminanti e arricchenti nella Parola di Dio questi approfondimenti...è un piacere ritornare, dopo un breve periodo di riposo, a commentare e riflettere la propria vita sugli insegnamenti del maestro Gesù nostro ed unico Signore...Con il Signore non possiamo vivere una vita fatta di compromessi senza che sia effettuata una vera scelta. Non possiamo far altro nel contesto che Lui ci offre dal momento che Lui per primo si è sacrificato dissipando, con la sua soffeerenza e sacrificio, le nostre iniquità. A questo proposito un versetto mi viene alla mente tratto dall'Apocalisse cap. 3,15-22 che recita testualmente..."15 "Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh, fossi tu pur freddo o fervente! 16 Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca. 17 Tu dici: 'Sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di niente!' Tu non sai, invece, che sei infelice fra tutti, miserabile, povero, cieco e nudo. 18 Perciò io ti consiglio di comperare da me dell'oro purificato dal fuoco, per arricchirti; e delle vesti bianche per vestirti e perché non appaia la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungerti gli occhi e vedere. 19 Tutti quelli che amo, io li riprendo e li correggo; sii dunque zelante e ravvediti. 20 Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.
    21 Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono.
    22 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese"».

    Nella parola di Dio troviamo ogni tipo d'esortazione affinchè il nostro spirito, debitamente preparato ed ispirato, sia predisposto di fronte alle avversità inevitabili del vivere. Contestualmente il Signore opera in noi nin una legge che non è fatta di prescrizioni, bensì di una legge scritta nella coscienza e che rivela , se consapevolmente riconosciamo le promesse salviviche di Gesù, la nostra intima relazione primordiale con Lui; in tal senso Geremia 31;31-34"31 Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
    «in cui io farò un nuovo patto
    con la casa d'Israele e con la casa di Giuda;
    32 non come il patto che feci con i loro padri
    il giorno che li presi per mano
    per condurli fuori dal paese d'Egitto:
    patto che essi violarono,
    sebbene io fossi loro signore», dice il SIGNORE;
    33 «ma questo è il patto che farò con la casa d'Israele,
    dopo quei giorni», dice il SIGNORE:
    «io metterò la mia legge nell'intimo loro,
    la scriverò sul loro cuore,
    e io sarò loro Dio,
    ed essi saranno mio popolo.
    34 Nessuno istruirà più il suo compagno
    o il proprio fratello, dicendo:
    "Conoscete il SIGNORE!",
    poiché tutti mi conosceranno,
    dal più piccolo al più grande», dice il SIGNORE.
    «Poiché io perdonerò la loro iniquità,
    non mi ricorderò del loro peccato».


    A presto e sempre pronti ad accogliere ogni giorno l'invito del Signore ad incontrarlo sempre più in una relazione profonda e vivificante...Dio ti benedica e in alto i cuori in Cristo!!!!

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  2. Il nostro vero Dio è il Dio che cerca amore e comunione con Lui ecco perchè ci ha dato libertà dal resto..perchè il nostro tempo sia davvero per LUI...pace carissimo wids72, prego che un giorno ci si senta insieme per la Lettura...Dio ti protegga e ti tenga stretto a Lui, il Nostro unico fondamento stabile!

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