“L’amore è…, è benevolo; l’amore non invidia…”
I Corinzi 13:4
L’amore accompagna tutte le virtù cristiane, si manifesta perciò non solo nella pazienza ma anche nella benevolenza.
La benevolenza, tradotto anche con benignità, è l’atteggiamento di chi non si accontenta di fare il bene quando gli capita, anzi, ne è costantemente e volontariamente alla ricerca.
“Apre la bocca con saggezza, e ha sulla lingua insegnamenti di bontà” Proverbi 31:26
L’invidia è il sentimento che si prova quando qualcuno, che noi consideriamo del nostro stesso valore, ci sorpassa, e ottiene l’ammirazione altrui. È il dispiacersi per la virtù altrui.
L’amore rifiuta l’invidia come anche la legge: “Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, ne il suo servo, ne la sua serva, ne il suo bue, ne il suo asino, ne cosa alcuna del tuo prossimo” Esodo 20:17
L’invidia è un’emozione complessa; presuppone innanzitutto un paragone tra la nostra situazione e quella dell’altro. Una volta costatata l’inferiorità possono sorgere pensieri ed emozioni persino contrastanti: tristezza, rivalità, collera ed imitazione.
Come nasce l’invidia?
L'invidia è un sentimento negativo che si prova nei confronti di una o più persone che hanno qualcosa che noi non possediamo (in quanto sentimento negativo tendiamo quindi a portarle, momentaneamente o stabilmente nel nostro mondo dell'odio). Può essere diretta (quando si vorrebbe ciò che l'altro ha) oppure indiretta (quando si desidera che l'altro perda ciò che ha).
Contrariamente alla credenza comune, l'invidia non è opposta alla superbia, in quanto un soggetto invidioso può essere anche superbo, quando in lui la personalità violenta non è ben controllata e si verificano situazioni in cui è spesso vincente, cioè in cui arriva a possedere l'oggetto del desiderio. Se il soggetto ha una componente violenta bassa o comunque controllata, può alternare momenti di grande affabilità e disponibilità (quando il risultato gli è favorevole) a momenti di invidia che lui stesso comunque avverte come peggiorativi della qualità della sua vita.
La causa - L'invidia è un indicatore di come la propria autostima si basi sui risultati (l'oggetto dell'invidia è sempre raggiunto o perso con un'azione propria o altrui), anziché provenire dal "dentro di sé". Non a caso l'invidioso tende a stilare classifiche, a vedersi in competizione. Anche di fronte a una persona eccezionale, il soggetto equilibrato non è invidioso per il semplice fatto che sa che dentro di sé ci sono qualità uniche, non confrontabili, né classificabili con altri, i suoi valori.
Contrariamente alla credenza comune, l'invidia non è opposta alla superbia, in quanto un soggetto invidioso può essere anche superbo, quando in lui la personalità violenta non è ben controllata e si verificano situazioni in cui è spesso vincente, cioè in cui arriva a possedere l'oggetto del desiderio. Se il soggetto ha una componente violenta bassa o comunque controllata, può alternare momenti di grande affabilità e disponibilità (quando il risultato gli è favorevole) a momenti di invidia che lui stesso comunque avverte come peggiorativi della qualità della sua vita.
La causa - L'invidia è un indicatore di come la propria autostima si basi sui risultati (l'oggetto dell'invidia è sempre raggiunto o perso con un'azione propria o altrui), anziché provenire dal "dentro di sé". Non a caso l'invidioso tende a stilare classifiche, a vedersi in competizione. Anche di fronte a una persona eccezionale, il soggetto equilibrato non è invidioso per il semplice fatto che sa che dentro di sé ci sono qualità uniche, non confrontabili, né classificabili con altri, i suoi valori.
L'invidia è l'odio degli stupidi
Invidia e personalità
L'invidia è un sentimento trasversale fra alcune personalità che la vivono ognuna a modo proprio. Può essere quindi un interessante rilevatore di esse.
Svogliati – È presente quanto più il soggetto pretende che il mondo si adatti a lui. In molti casi è indiretta perché lo svogliato non ha la forza sufficiente per competere, desiderando solo che "l'altro perda l'oggetto dell'invidia".
Irrazionali – L'invidia scatta se non si sono comprese le ragioni per cui si arriva a un certo risultato. L'invidia dell'irrazionale è cieca proprio perché "non capisce".
Deboli – Nel debole l'invidia è anche frustrante perché è successiva a quello che lui ritiene un fallimento.
Sopravviventi – L'invidia porta spesso a negare l'oggetto, con il classico meccanismo della volpe e l'uva: per tornare nel proprio mondo di mediocrità si rinuncia alla sfida e un'apparentemente blanda invidia è ciò che resta in superficie.
Statici – L'invidia propria dello statico è caratterizzata dalla negazione del nuovo come superiore.
Violenti – L'invidia del violento puro può essere vista come una forma di "odio senza giusta causa". Purtroppo nel violento l'invidia spesso si concretizza in azioni scorrette o persino illegali, tese a ristabilire la propria supremazia.
Romantici – L'invidia è sfumata, un'ammirazione che si è inacidita e susseguente a un pensiero del tipo: "deve pur esserci un modo per realizzare i miei sogni! Perché io non ci riesco?".
Insofferenti – L'invidia può essere successiva alla mancata aspettativa di un risultato e può manifestarsi con la stessa intensità dei violenti. Manca però l'azione di rivalsa con cui si cerca di ristabilire il proprio predominio.
Insoddisfatti – L'invidia nasce dal comune meccanismo per cui gli estremi si toccano: viene inconsciamente invidiato chi si disprezza perché lontano da quella situazione ottimale che si vorrebbe raggiungere (per esempio, un perfezionista, maniaco dell'ordine, invidia chi riesce a vivere nel caos).
Apparenti – Poiché la vita dell'apparente è una continua gara con gli altri, l'invidia può scattare quando viene superato, sia nell'essere sia nell'apparire. A dire il vero, nell'apparente l'invidia non è così comune come si può pensare perché spesso a lui interessa apparire "a un certo livello", a prescindere da dove arrivano (o sembrano arrivare) gli altri.
Contemplativi – L'invidia può nascere in tutte quelle manifestazioni culturali in cui c'è una classifica, a iniziare dalla scuola.
Vecchi – Un cattiva gestione (comprensione) del tempo che avanza può portare il soggetto all'invidia verso chi è più giovane e a un'avversione verso ogni forma di attività a lui preclusa dagli anni troppo pesanti.
La reazione di invidia è tanto più forte quanto più l’inferiorità notata emerge in un campo che per noi è importante, proviamo il morso dell’invidia , perciò, solo quando la superiorità dell’altro si manifesta in un ambito a cui noi diamo valore allora l'invidia morde i nostri cuori.
“Aman uscì, quel giorno, tutto allegro e con il cuore contento; ma quando vide, alla porta del re, Mardocheo che non si alzava né si moveva per lui, fu pieno d’ira contro Mardocheo. Tuttavia Aman si contenne, se ne andò a casa e mandò a chiamare i suoi amici e Zeres, sua moglie. Aman parlò loro della magnificenza delle sue ricchezze, del gran numero dei suoi figli, di tutto quello che il re aveva fatto per renderlo grande e di come l’aveva innalzato al di sopra dei prìncipi e dei servitori del re. E aggiunse: << Anche la regina Ester non ha fatto venire con il re altri che me al convito che ha dato; e anche per domani sono invitato da lei con il re. Ma tutto questo non mi soddisfa, finchè vedrò quel Giudeo Mardocheo sedere alla porta del re>>” Ester 5:9-13
Chi è l’oggetto dell’invidia?
Capita spesso che gli amici riescano a raggiungere i loro obiettivi e a sfondare nella vita. Che si tratti di lavoro, un matrimonio o un figlio, alcuni successi suscitano l’invidia, quel mostro dagli occhi verdi che senza volerlo si impossessa di noi.
“Sono felice per lui, ma perché non io?” Questo sentimento inconfessato lascia spesso il tempo che trova, eppure si manifesta così improvvisamente da farci dubitare di noi stessi e della persona che siamo. Simbolo di incertezze e paure, può manifestarsi nei migliori dei casi silenziosamente o come scatto d’ira insensato.
L’esperienza della vita quotidiana, nonché le ricerche condotte dagli esperti nello studio del comportamento umano, confermano che tendiamo ad invidiare persone vicine a noi (fratelli, sorelle, amici, colleghi, vicini, e purtroppo anche fratelli spirituali!), e questo per due motivi: innanzitutto perché la vicinanza rende più facile e più frequenti i paragoni; in secondo luogo, perché con le persone che ci circondano condividiamo più o meno lo stesso tenore di vita e, in linea di massima, gli stessi campi di interesse: è quindi facile che ci risulterà indifferente pensare alle ricchezze di un miliardario, mentre ci farà soffrire sapere che un nostro amico ha fatto un ottimo affare, che magari anche noi speravamo di concludere.
In Genesi 37 troviamo un esempio di invidia in famiglia: leggiamo che Giuseppe era il prediletto di suo padre Giacobbe perché “era il figlio della sua vecchiaia”. Un favoritismo che causò non poche amarezze ai suoi fratelli. Inoltre i sogni che Giuseppe faceva gli preannunciavano un avvenire molto più luminoso di quello dei suoi fratelli e questo alimentava sempre di più la loro invidia.
L’ INVIDIA E' IL PROBLEMA DI OGNI CLASSE
Quello che sembra un problema di poco conto o trascurabile colpisce invece ogni creatura indistintamente.
L’ invidia degli angeli
“Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori;. Allora Gesù gli disse: Vattene, Satana, poichá sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il tuo culto. Matteo 4: 8-10
Lucifero, l’angelo più bello tra gli angeli, voleva diventare come Gesù.
L’ invidia del re
“Saul ne fu molto irritato; quelle parole gli dispiacquero e disse: Ne danno diecimila a Davide e a me non ne dano che mille! Non gli manca altro che il regno!” I Samuele 18:8
L’invidia tra il popolo
L’invidia era il problema degli operai delle diverse ore. Matteo 20: 11-15
Anche noi come quegli operai ci troviamo a volte a lamentarci col Signore perché ha concesso ad altri qualcosa che noi non abbiamo, mentre non ci accorgiamo che l’invidia allontana da noi la benevolenza; se siamo tanto occupati a dispiacerci per chi ha ottenuto più di noi (invidia), come potremo accorgerci di chi ha meno di noi e muoverci in suo aiuto (benevolenza)?
ESISTONO DIVERSI TIPI DI INVIDIA
Se ne possono distinguere tre forme, in genere queste tre forme si mescolano o addirittura si danno il cambio l’una all’altra.
1. L’INVIDIA DEPRESSIVA
Questo tipo di reazione al successo altrui pone alcuni in uno stato di depressione; può far soffrire tanto da paralizzare chi si fa sopraffare: la tendenza è di mettersi da parte con il proprio dispiacere e di non parlare. Chi ne soffre prova il tormento dell’impotenza.
“E Acab se ne tornò a casa sua triste e irritato per quella parola dettagli da Nabot D’Izreel:Io non ti darò l’eredità dei miei padri!Si gettò sul suo letto, voltò la faccia verso il muro, e non prese cibo”. I re 21:4
2. L’INVIDIA OSTILE
Come si manifesta?
Con la violenza verbale, contraddicendo in continuazione la persona invidiata: “Ma i giudei vedendo la folla, furono pieni d’invidia e, bestemmiando, contraddicevano le cose dette da Paolo”. Atti 13:45
Si prendono le distanze o al contrario si cerca l’occasione per litigare, nello stesso campo d’azione che ha fatto nascere l’invidia o magari usando un altro pretesto in un altro ambito.
- Con la violenza fisica:
Caino uccise suo fratello per invidia.“Ma non guardò con favore Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato, e il suo viso era abbattuto”. Genesi 4:5
“Non come Caino che era dal maligno, e uccise il proprio fratello. Perché l’uccise? Perché le sue opere erano malvagie e quelle di suo fratello erano giuste” Giovanni 3:12.
- Tentando di svalutare l’invidiato:
L’invidioso che usa questa strategia lo fa perché, fino a che non viene scoperto, ha il vantaggio di non scatenare nessuna ostilità o litigio con l’invidiato, tutelando così momentaneamente il loro rapporto, non esponendo quindi la propria persona ad un ulteriore giudizio.S i comincia a svalutare l’oggetto dell’invidia nel suo insieme, esempio :Lei sarà anche bella, ma è un’oca&gt..Lui avrà anche una bella macchina ma è un disonesto..Predica bene, ma razzola male…
La lingua qui ha un ruolo fondamentale, pettegolezzo e maldicenza la fanno da padrone.
E ancora si cerca di sminuire la virtù dell’invidiato trovando degli svantaggi compensativi, vale a dire :"Anche se ha ricevuto la promozione dovrà lavorare molto per mantenerla!".
- Denunciando presunti illeciti:
Gesù fu denunciato come un malfattore ma la verità era un’altra.
“E Pilato rispose loro:"volete che io vi liberi il re dei Giudei?"
Perché sapeva che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia”. Marco 15:9-10
3. L’INVIDIA EMULATIVA
Si tende a congratularsi in modo spettacolare e scenografico con chi ha ottenuto un successo. A volte chi invidia benevolmente tende a diventare uno dei più grandi adulatori: la lusinga aiuta a far credere di partecipare al successo altrui, mascherando così il senso di disagio e dispiacere per non aver realizzato noi quel determinato successo.
Nella cultura americana un comportamento del genere è perfettamente accettato: vi è infatti un’incitazione esplicita ad identificarsi con il “vincitore”. Ciò non accade invece nelle culture latine, dove chi riesce di più non fa altro che mettere in luce l’insufficienza altrui.
CONSEGUENZE DELL’INVIDIA
Quando l’invidia ostile si manifesta, si rischia di avvelenare in maniera definitiva i rapporti con chi ci è vicino, in famiglia, nelle amicizie, sul lavoro …
“Non tramare il male contro il tuo prossimo, mentre egli abita fiducioso con te”. Proverbi 3:29
L’invidia, come tutti gli altri peccati, esclude dalla vita della chiesa e dalla vita del cielo.
“Invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio”. Galati 5:21
QUALCHE CONSIGLIO PER TENERE A BADA QUESTA EMOZIONE:
- Abbiate un concetto sobrio di voi stessi
L’orgoglio è una valutazione esagerata dei propri meriti e delle proprie qualità, per cui ci si considera superiori agli altri in tutto e per tutto.
Qualcuno osservava che l’invidia è a volte “la pena dell’orgoglioso” (il che vale soprattutto per l’invidia ostile e per il risentimento). L’orgoglioso infatti è tormentato dall’invidia a causa di un vantaggio altrui, ma soprattutto dal pensiero di meritare quel vantaggio molto di più di chi l’ha ricevuto.
- Riconoscete l’invidia come peccato
Questo consiglio vale per tutte le emozioni negative, ma soprattutto per l’nvidia, che tentiamo di nascondere persino a noi stessi. È un’emozione di cui vergognarsi, tipica di chi “non sa perdere”. Il morso dell’invidia èuna conseguenza della nostra carnalità.
“Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell’ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza”. I Pietro 2:1
Vi potete sbarazzare del peccato dell’invidia tramite il ravvedimento: riconoscete questo peccato, confessatelo al Signore, lasciatelo per realizzare la conversione; se vi rendete conto di aver recato amarezza a qualcuno per la vostra invidia chiedete perdono e riconciliatevi; se invece sono state coinvolte altre persone (oltre all’invidiato), tornate da loro e, anche se svelare la parte più meschina e vulnerabile di sé è molto doloroso, ditegli che il vostro atteggiamento e le vostre parole riguardo a quella determinata persona erano mosse da invidia, ma che ora il Signore vi ha mosso a ravvedimento.
In conclusione posso affermare che per sconfiggere l’invidia vergognarsi non basta, bisogna intervenire volontariamente ammettendo prima di tutto a noi stessi di essere soggetti a questo problema e chiedendo al Signore di liberarci da questo peccato.
“Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità”.
“Amore non è guardarci l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione e la nostra direzione deve essere Gesù Cristo!”.
“Amore non è guardarci l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione e la nostra direzione deve essere Gesù Cristo!”.
“Un cuore calmo è la vita del corpo, ma l’invidia è la carie delle ossa”
(Proverbi 14:30)
Liberamente adattato da internet
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