Diventare figli di Dio | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

Ultime News

giovedì 23 settembre 2010

Diventare figli di Dio

bibbia
Il mio intento, in questo articolo, è quello di spiegare in parole semplici cosa dice la Bibbia sull’argomento, la stessa Bibbia che magari hai nella tua libreria e che non ti ha mai interessato più di tanto. 

1) DIO ESISTE

Non importa se t’interessi o no di religione. Le religioni sono svariate e ognuna porta avanti le sue teorie.
Dio non può essere racchiuso in una semplice religione. Dio è sempre più che mai presente nella vita di tutti i giorni e vuole entrare a far parte anche della tua.
Al giorno d’oggi siamo tutti testimoni del degrado che sta prendendo piede nella nostra società, si stanno perdendo uno a uno tutti i valori morali che ci hanno sempre caratterizzato e se ci fermiamo un attimo a pensare, l’unico vero appiglio che ci è rimasto è Dio.
E’ importante cercare di avvicinarsi a Lui.
La Bibbia afferma che Dio è alla porta e bussa, chiunque è desideroso di incontrarlo deve solo decidere di aprire la porta. (cfr.Apocalisse 3:20).
Lui stesso ha fornito a noi la sua parola scritta, il libro più famoso del mondo, la Bibbia.
La Bibbia è una guida per la vita di tutti i giorni, da essa io ho preso spunto, e da essa tu puoi prendere spunto per affrontare ogni circostanza della vita.
2Timoteo 3:16 -17 "Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona."

Se quello che hai letto fino adesso ti ha interessato t’invito a leggere i paragrafi successivi i quali ti aiuteranno a trovare la strada che conduce a Dio.
 
2) COS' E’ LA SALVEZZA

La vita che viviamo qui sulla terra prima o poi finisce, non è eterna, questa è una certezza per tutti.
Eppure quando Dio creò l’uomo, gli aveva concesso vita eterna. Lui voleva vivere insieme all’uomo e avere una relazione con lui. Infatti la Bibbia narra che Dio fece l’uomo e lo depose nel giardino dell’Eden per custodirlo. Dio stesso era lì insieme all’uomo, parlavano, passeggiavano.
Genesi 3:8 "Poi udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della sera." 
E’ stato il peccato di Adamo a limitare la nostra vita terrena e a far si che la morte avesse accesso su di noi, e allo stesso tempo, ha creato divisione tra uomo e Dio.
Dio non aveva inteso cosi la nostra esistenza.
Per riparare a tutto ciò, Dio ha voluto dare la possibilità a tutti coloro che ci credono di ereditare un'altra vita dopo di questa; una vita diversa, migliore, che non conosce fine, la stessa che aveva concesso ad Adamo ed Eva.
Infatti il gesto compiuto da Gesù Cristo è servito come sacrificio di riscatto, tramite il quale i nostri peccati sono stati annullati e ci è stato dato un nuovo accesso a Dio.
Romani 5:10-11 "Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.
Non solo, ma ci gloriamo anche in Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, mediante il quale abbiamo ora ottenuto la riconciliazione."

La Bibbia narra che, come per il gesto di un uomo (Adamo), il peccato è entrato nel mondo, allo stesso modo tramite un solo uomo (Gesù) veniamo riscattati dal peccato.
Romani 5:17 "Infatti, se per la trasgressione di uno solo la morte ha regnato a causa di quell'uno, tanto più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia, regneranno nella vita per mezzo di quell'uno che è Gesù Cristo."



Questa è la salvezza: riconciliazione con Dio e accesso alla vita eterna. 

Ma in che maniera Gesù venne a salvare l’uomo dal peccato? Offrendo in sacrificio la sua carne e il suo sangue. Vediamo di spiegare questo concetto fondamentale partendo dal peccato. Il peccato è entrato nel mondo tramite un uomo solo di nome Adamo e questo peccato è passato su tutti gli uomini, per cui tutti hanno peccato (cfr. Rom. 5:12). Ma che cosa rende forte il peccato nell’uomo? La legge, perché come dice Paolo essa è "la forza del peccato" (1 Cor. 15:56). Sempre Paolo spiega questo quando dice che: "Il peccato, còlta l’occasione, per mezzo del comandamento, mi trasse in inganno; e, per mezzo d’esso, m’uccise" (Rom. 7:11). In altre parole il peccato fa leva sulla legge per portare la morte nell’uomo; la legge è sì buona e santa, ma il peccato si usa di essa proprio per cagionare la morte nell’uomo.

Per fare un paragone è come se un omicida si usasse di un pezzo di legno fatto da Dio per uccidere un altro uomo; chi ammazza non è il legno fatto da Dio e buono in sé stesso, ma l’omicida che si usa di esso per adempiere il suo criminoso disegno. Così il peccato omicida si usa delle legge data da Dio ad Israele, e perciò buona, per uccidere spiritualmente le persone. Quindi occorreva annullare il peccato, cioè spogliarlo del suo potere che aveva sull’uomo. E Gesù ha fatto proprio questo con il suo sacrificio sulla croce, ha annullato il peccato (cfr. Ebr. 9:26); ha potuto fare questo perché egli si è caricato delle nostre iniquità morendo sulla croce per noi tutti (cfr. Is. 53:6,11,12).
Ecco perché chi crede in Lui viene affrancato dal peccato,  perché Gesù sulla croce ha crocifisso il suo (di chi crede) vecchio uomo (cfr. Rom. 6:6-7). Quindi chi crede in Cristo muore con Cristo al peccato; e di conseguenza la legge cessa di dominarlo perché la legge signoreggia l’uomo solo mentre egli vive e non anche dopo che è morto. Ed il credente mediante il corpo di Cristo è morto alla legge, a quella cioè che lo teneva soggetto a schiavitù, per appartenere ad un altro, cioè a Colui che è risorto dai morti (cfr. Rom. 7:1-6).

3) COME SI OTTIENE LA SALVEZZA




Molti credono che la salvezza vada guadagnata, che ci si debba impegnare fino allo spasimo e poi sperare.
Altri sostengono che bisogna affrontare prove folli o addirittura sacrificare la vita attuale per ereditarne una migliore (ad esempio i kamikaze).
La verità biblica è che la salvezza non si ottiene per opere, nel fare questo o quest’altro.
La Bibbia spiega chiaramente che la salvezza si ottiene solo credendo in Gesù.
Il primo passo è quello di credere con il cuore che Gesù è morto sulla croce per te.
Lui ha coperto tutte le tue trasgressioni e i tuoi peccati e ti ha riscattato. Si è sacrificato al tuo posto.
Il secondo passo è quello di pentirsi inchinandosi umilmente alla volontà di Dio per noi.
Questo è l’unico modo per ottenere la salvezza.

Romani 3:23-24 "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù."
Romani 10:9-10 " perché se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato".
Giovanni 14:6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Gesù è l’unica via che porta a Dio, Gesù è l’unica verità, Gesù è l’unico che può dare vita eterna.

 

4) HA PAGATO AL TUO POSTO


"Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi". (Romani 5:8)
Un evangelista stava predicando il Vangelo in una città del Canada quando entrò in quella sala un ubriaco che si mise a provocare disordine. Tentarono di farlo uscire, ma egli riuscì a svincolarsi e ferì il predicatore. Dovette intervenire la polizia e dopo un mese l'uomo si ritrovò in tribunale. Fu condannato a pagare una multa o, se non avesse potuto pagare, a qualche settimana di prigione.
Terminata la seduta, l'evangelista, che assisteva al processo, si fece avanti e chiese di pagare la multa. Il giudice esitava, ma non potè rifiutare. Allora questi fece richiamare il condannato e gli disse:
"Lei è libero: un altro ha pagato al suo posto".
"Al mio posto? Chi mai vorrebbe pagare per me?"
"È quello che lei ha picchiato".

Comosso fino alle lacrime, l'uomo si volse verso il credente e gli strinse la mano con riconoscenza.
Questo aneddoto mette in evidenza come il Vangelo concilia la giustizia con l'amore. Il predicatore non ha impedito il corso della giustizia. L'uomo riconosciuto colpevole doveva pagare la multa, ma il predicatore poteva, per pura bontà, pagare al suo posto. È così per il Vangelo. Dio non rinuncia alla sua giustizia. Deve punire ogni peccato, ma, nel suo amore, ha dato il proprio Figlio perché portasse al nostro posto il castigo delle nostre colpe. Così Gesù Cristo si è assunto a suo carico il debito che avevamo contratto verso Dio. Ha pagato al nostro posto e, se l'accettiamo, siamo liberi, e più ancora, siamo fatti figli di Dio e godremo l'eternità insieme a Lui.


5) PERCHÈ GESÙ MORÌ ?



 

Perché Gesù s'è lasciato crocifiggere, quando aveva in Sé tutta la potenza per liberarsi dai nemici?
Parecchie volte Gesù sfuggì alle mani di quelli che cercavano di farlo morire. In Getsemani, quando Giuda venne per tradirlo, bastò che Gesù dicesse: "Sono io", perché tutti i soldati cadessero a terra. Nessuno avrebbe potuto mettere le mani su Gesù, se Egli non l'avesse permesso.
Perché dunque s'è lasciato condurre «come un agnello allo scannatoio, come una pecora muta dinanzi a chi la tosa»? perché non ha aperto la bocca? (cfr.Matteo 26:62; 27:12-14). Perché ha dato se stesso alla morte? (cfr.Isaia 53:12).
Perché? Per amore per Dio suo Padre, di cui stava compiendo l'opera della salvezza alla croce.

«Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita, per ripigliarla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me» (Giovanni 10:17).
«Io sono il buon Pastore; il buon Pastore dà la sua vita per le pecore» (Giovanni 10:11).
«Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Giovanni 13:1).
«Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui. Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato» (Giovanni 3:17,18).
«Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi» (Efesini 5:2), «diede se stesso come prezzo di riscatto per tutti» (1 Timoteo 2:6).
   
6) LA SALVEZZA PER GRAZIA  



"È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere, affinché nessuno se ne vanti. " (Efesini 2:8).
Abbiamo sempre la tendenza a distoglierci dalla grazia che Dio ci propone. In realtà è l'orgoglio che porta a respingere la grazia; accettare quest'ultima sottintende che riconosciamo di essere dei peccatori perduti.
Chi è ammaestrato dalla Parola di Dio scopre tutta la propria nudità morale e riconosce la propria colpevolezza. Non soltanto questo, però! Impara anche che la grazia e la verità sono venute verso di lui nella persona di Gesù Cristo. Dio, spinto dal suo amore, ha mandato il suo Figlio verso gli uomini perché fosse il loro Salvatore. La salvezza che offre è assolutamente completa. Dio è perfetto, e non sarebbe soddisfatto se quelli che Egli salva non fossero resi perfetti. Se abbiamo colto qualche cosa delle ricchezze della sua grazia ricevendo una così grande salvezza, non cerchiamo più di migliorare il nostro "io" incorreggibile che è stato crocifisso con Cristo alla croce.
Voler aggiungere a questa salvezza qualche merito, con degli obblighi, delle regole e dei precetti, equivarrebbe a mancare di fede e a misconoscere Dio. Il vecchio "io" egoista e pretenzioso ci è presentato, nella Bibbia, come crocifisso e sepolto con Cristo.
Accettiamo questa dichiarazione della Scrittura e, credendo al Vangelo, lasciamo questo vecchio "io" nella morte per vivere pienamente la vita nuova, coscienti della nostra relazione filiale con Dio, che ci ama.

7) PERSEVERARE NELLA SALVEZZA

La salvezza non è un qualcosa che si acquista una volta nella vita e poi rimane lì.
La salvezza è come un fuoco che va alimentato, quindi si crea un vero e proprio rapporto con Dio, una relazione.
Questa relazione va coltivata attraverso la preghiera e la lettura della Parola di Dio.
Dio vuole prendere parte in tutti gli aspetti della tua vita, ecco perché è importante coinvolgerlo sempre più.
Fino ad arrivare al punto in cui Lui ci guida passo dopo passo intervenendo nei momenti di bisogno sia emotivo che materiale.
Una giusta ed armoniosa relazione col Signore non comincia mai col fare qualche cosa, ma col credere in qualcuno e in qualcosa che è già stato fatto. Infatti, da Cristo in poi, la vita e la salvezza sono contenute in una notizia da accogliere nel cuore. La salvezza è un annuncio, è qualcosa da conoscere, ed è proprio il Vangelo che ci fa conoscere la meravigliosa notizia che non c'è più condanna per qualsiasi peccatore che si ravvede e crede nel Signore Gesù!
Gesù stesso ha sintetizzato la vita eterna con queste parole: "Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo" (Giovanni 17:3).
 
Il Signore ci annuncia nelle Scritture che Egli stesso ha fatto la pace con noi peccatori rimuovendo il peccato. Questo, Egli lo ha fatto di Sua iniziativa, senza coinvolgerci nell'azione. Ora, ci offre la pace, il perdono e la salvezza alla sola condizione che noi l'accettiamo. Infatti, il nocciolo del Vangelo è un invito a riconoscere la nostra condizione di peccatori davanti a Dio, e a riconciliarci con Lui mediante il sacrificio del Suo Figlio. Paolo infatti scrive: "E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo dì Cristo... Infatti Dio riconciliava con sé il mondo per mezzo di Cristo non imputando agli uomini le loro colpe" (2 Corinzi 5:18-19). Questo ha fatto il Signore, e ce lo fa sapere perché approfittiamo di questo Suo grande amore ed entriamo per fede in questa salvezza gratuita. Ma l'apostolo prosegue il suo messaggio indicando la nostra parte nel problema: "Vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio" (2 Corinzi 5:20). Cioè, come Dio si è riconciliato con voi, facendone pagare il caro prezzo al Suo Figlio, ora voi, riconciliatevi con Lui, col vostro cuore, umiliandovi, riconoscendo la vostra malvagità e corruzione, ma ponendo fede in ciò che Egli ha detto, e cioè che chi crede in Lui, non è più condannato, ma ha la vita eterna, perché così ha voluto il Signore.

Ecco perché tutto è contenuto nel messaggio del Vangelo, perché esso è la grande notizia della salvezza gratuita per ciascuno di noi, notizia di cui tutti gli uomini hanno diritto di venire a conoscenza. Gesù parlando della salvezza che era venuto a portare disse: "Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Giovanni 8:31-32).

È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.  (epistola di Paolo agli Efesini 2:8-10)

8)  E LE OPERE?


A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere?  (epistola di Giacomo 2:14)

Non c'è alcuna contraddizione tra le parole dell'apostolo Paolo e quelle di Giacomo. Il primo ha in vista la salvezza nella sua radice, il secondo nei suoi frutti. Paolo spiega che la fede è l'opera di Dio che produce una vita nuova; Giacomo spiega che le opere sono una prova dell'esistenza di questa nuova vita.
Si può abusare della fede tanto quanto delle opere: facendo della fede un guanciale di sicurezza, e delle opere "meritevoli" un falso appoggio. Giacomo combatte la prima di queste tendenze e Paolo la seconda.

Entrambi gli insegnamenti sono necessari. Occorre che in ogni credente ci siano l'uno e l'altro, a seconda della vita distorta che siamo tentati d'imboccare. Se ci capita di guardare con compiacimento a quello che abbiamo fatto e di gloriarci delle nostre opere, o di confidare in qualche misura nella nostra religiosità, Paolo ci ricorda che "l'uomo è giustificato mediante la fede, senza le opere della legge" (Romani 3:28).
E se ci capita di fare appello ai meriti di Cristo passivamente, con un atteggiamento ozioso e sterile, sarà Giacomo a ripeterci: "vedete che l'uomo è giustificato per opere e non per fede soltanto" (Giacomo 2:24).

Così abbiamo i due insegnamenti per controllare e dirigere la nostra vita cristiana. Paolo e Giacomo, lungi dal contraddirsi, si completano. Ascoltiamoli tutti e due insieme.

9) RENDERE GRAZIE A DIO


Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori.  (Giovanni 4:23)

La maggior parte delle religioni consiste in cerimonie e opere che bisogna obbligatoriamente compiere per piacere all'Essere supremo e per soddisfare la sua giustizia. È per questo che i pagani portavano, e portano ancora oggi, delle offerte ai loro idoli per renderseli favorevoli alle loro richieste. Ma non è per tali ragioni o interessi che noi cristiani rendiamo un culto a Dio Padre e al Suo Figlio Gesù Cristo.
Non Lo adoriamo per essere salvati, liberati o protetti, ma perché L'amiamo. Noi uomini non possiamo fare nulla per la nostra salvezza. La nostra natura in Adamo non è in grado né di amare Dio, né di piacerGli. È Lui che ha fatto tutto, donandoci Suo Figlio Gesù, il salvatore! Il culto che offriamo a Dio è semplicemente l'espressione della nostra riconoscenza e obbedienza, l'occasione di ringraziare e di celebrare la Sua grandezza e il Suo amore per noi.
Insistiamo su questa differenza fondamentale fra il vero culto e ciò che si intende generalmente per religione. L'uomo vuol fare e portare qualcosa, e pensa che Dio ne terrà conto perdonandolo e occupandosi di lui. Ma bisogna ben capire che Dio è Colui che per primo ci ha donato grazia (cfr. Romani 5:8), e a noi tocca renderGli grazie per ciò che Lui è, e per ciò che ha fatto per noi. Il nostro amore, che esprimiamo attraverso la lode e l'adorazione, è una risposta al Suo amore. Come dice 1 Giovanni 4:19: "Noi l'amiamo perché Egli ci ha amato per primo".

10) COME DEVE ESSERE LA FEDE



L'amore, naturalmente, deve anche esprimersi nell'ubbidienza a Dio e nel nostro modo di vivere e di agire ogni giorno della nostra vita, altrimenti la nostra fede è morta (vedi Giacomo 2:17 e seguenti). Dio vuole da noi TUTTO il nostro cuore: "Figliuol mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie" (Prov. 23:26).
La vera fede sta nel credere che qualcuno ha gia fatto tutto per noi. Quel qualcuno si chiama Gesù Cristo che è morto alla croce pagando il prezzo per noi. La vera fede, quindi, è una fede operante: avere fede non significa semplicemente credere, ma agire di conseguenza; così come non basta credere che Dio esista, ma bisogna riconoscersi peccatori, rivolgersi al Signore e accettare in dono la salvezza, la giustificazione, che si riceve solo per fede in Cristo Gesù (Galati 2:16), avere vera fede non significa tenere questo tesoro solo per noi , e nasconderlo sottoterra, ma portarlo a frutto "In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, e così sarete miei discepoli" (Giov. 15:8). Operante significa, perciò, essere al servizio di Dio per portare anche agli altri la notizia di questa salvezza, così che come noi siamo giunti a Lui anche altri possano farlo "Chiunque mi riconoscerà pubblicamente, sarà riconosciuto da me davanti al Padre mio che è in cielo" (Matte0 10:32) .
"Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità" (2 Timoteo 1:9).



 

 "Anche noi eravamo una volta insensati, ribelli, traviati, servi di varie concupiscenze e voluttà, menanti la vita in malizia ed invidia, odiosi e odiantici gli uni gli altri. Ma quando la benignità di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore verso gli uomini sono stati manifestati, Egli ci ha salvati non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo..." 
(Tito 3:3-5)
Liberamente adattato da internet
  • Blogger Commenti
  • Facebook Commenti

2 comments:

Tutti i commenti non inerenti verranno cestinati

Item Reviewed: Diventare figli di Dio 9 out of 10 based on 10 ratings. 9 user reviews.
Scroll to Top