"Per spogliarvi, per quanto riguarda la condotta di prima, dell'uomo vecchio che si corrompe per mezzo delle concupiscenze della seduzione, per essere rinnovati nello spirito della vostra mente..." (Efesini 4:22-23)
La mentalità sbagliata è uno dei maggiori ostacoli
alla crescita dei credenti di questa epoca!
Sì, proprio la mentalità, il modo di
pensare, il carattere.
Vedete, quello che spesso non si considera
abbastanza è il fatto che sebbene lo spirito umano venga istantaneamente
rigenerato dal Signore nella nuova nascita, la mente del credente rimane
invece la stessa. La mente (nel cui termine la Bibbia include, oltre alla
mentalità, anche il carattere) non subisce la stessa istantanea metamorfosi che
lo spirito umano sperimenta, perché altra è la strategia di Dio per essa.
Il fatto è che rinnovare il carattere, cambiare il
proprio modo di pensare, è una delle sfide più impegnative che un credente possa
affrontare.
E' nel carattere e nella mentalità, infatti, che si
gioca la partita, e l'apostolo Paolo ha dato un grande risalto a questa sfida: "... ma siate trasformati mediante il rinnovamento
della vostra mente".
Ecco la chiave: trasformazione!
E chi è che dovrebbe trasformare la propria mente?
E' ancora l'apostolo a venire in nostro soccorso,
rivelando "... ma siate trasformati..."
L'imperativo siate lascia davvero poco spazio ad alternative. Siamo
noi, naturalmente aiutati dal Signore, a voler cambiare la nostra mentalità e il
nostro carattere!
Questo ci porta a comprendere che se un credente non
si impegna nel cambiare il proprio carattere e la propria mentalità, rischia di
continuare a camminare nel vecchio modo di pensare, a dispetto di quel cammino e
di quella maturità che invece il Signore auspica per ogni credente.
Ma perché la mentalità e il carattere sono così importanti?
Vedete, il modo di pensare e il carattere possono
essere un grande ausilio al nostro spirito rinato in Cristo, ma anche un enorme
ostacolo.
Un cattivo carattere, infatti, non permetterebbe alle virtù che Dio ha
seminato nel cuore di manifestarsi nella vita della persona. Allo stesso modo,
un cattivo o errato modo di pensare impedirebbe al credente di camminare in
quella spiritualità che il Signore gli ha fornito nel momento in cui ha ricevuto
Cristo nel proprio cuore. Lo spirito della persona nata di nuovo, quello spirito
che brama le cose di Dio, si ritroverebbe infatti ostacolato dalla mentalità e
dal carattere che, invece, sono rimasti gli stessi e che pertanto non hanno gli
stessi desideri dello spirito rigenerato.
Un credente che si rifiuta di cambiare
il proprio carattere e la propria mentalità sta in realtà ponendo dei seri
ostacoli alla volontà dello Spirito del Signore che dimora in lui!
Ma facciamo un esempio. La mentalità del mondo dice: "Dio non è veramente buono altrimenti non ci sarebbero le guerre e non morirebbero i bambini innocenti...", ma una mentalità redenta dice: "Se le nazioni ricevessero Gesù Cristo e Lo onorassero, la guerra sarebbe bandita da loro e non vi sarebbero bambini che muoiono!". Purtroppo, vi sono invece credenti che continuano a dire: "Ma se Dio è buono, perché allora permette tutto questo male..!?" Vedete, questo pensiero non considera affatto che esiste un diavolo malvagio che compie e provoca il male e un Dio buono che compie invece il bene. Pensare che la causa del male nel mondo sia Dio (o che comunque Dio non faccia nulla per impedirlo) equivale ad avere un pensiero mondano, nel senso che un credente che la pensa in questo modo non sta facendo altro che pensarla come la penserebbe una persona che non ha mai conosciuto Gesù. L'apostolo Paolo dice che costoro "si conformano a questo mondo".
La persona lontana da Dio - il "mondo", direbbe l'apostolo - dice spesso: "Se Dio vuole guarire i malati,
perché
allora ci sono tantissimi malati che non guariscono?" Certo, il mondo non
considera che molti malati non credono per nulla alla guarigione divina
e che molti non considerano affatto la possibilità di ricevere da Dio anche una
guarigione. Ma è triste quando a fare questa considerazione sono anche i credenti!
Costoro dicono: "Se Dio vuole guarire, perché allora alcuni che pregano poi
non guariscono?" Essi, dicendo questo, non pensano che vi sono tantissime
varianti che possono intervenire in una guarigione divina, ma soprattutto
mettono ciò che essi vedono al di sopra di ciò che la Bibbia afferma, ossia che
è volontà di Dio che i malati guariscano. Sì, certo, so bene che nonostante Dio voglia
guarire non tutti i malati guariscono, ma so anche che nonostante Dio voglia
salvare, non tutti sono salvati: "Il Signore non ritarda
l'adempimento della sua promessa, come alcuni credono che egli faccia, ma è
paziente verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti giungano a
ravvedimento" (2^ Pietro 3:9).
E' quindi ovvio che tra il desiderio di Dio e ciò che invece l'uomo permette a
Dio di fare vi è una bella differenza! Una mente rinnovata dice: "Si, so bene
che non tutti guariscono, ma so anche che Gesù ha portato le nostre malattie e
quindi rimane desiderio di Dio guarire i malati, anche se ciò non avviene e
anche se, per qualche motivo, il Signore non ha operato la guarigione".
Dio desidera un mondo pieno di persone salvate e
guarite, ma evidentemente non sempre trova le condizioni per poter mettere il
pratica questo Suo desiderio in questo tempo e in questo mondo.
Ma anche il carattere, come dicevamo prima, è tremendamente importante. Vedete, se una persona con una bontà d'animo ha anche un carattere scontroso, è veramente difficile che gli altri si accorgano e usufruiscano di questa bontà. Solo chi conosce a fondo una tale persona se ne accorgerebbe, ma che dire di tutti quelli che avranno a che fare con lui solo superficialmente? Considerando che saranno la maggioranza, ecco che questa persona buona non potrà benedire il prossimo come vorrebbe proprio a motivo del suo carattere scontroso. In altre parole, la sua scontrosità impedirebbe alla sua bontà di manifestarsi. Questo è esattamente ciò che accade in quei credenti che non hanno mai scelto di cambiare il proprio carattere.
Quando qualche credente burbero agisce in maniera
scontrosa, sento spesso gli altri dire che "lui è fatto così". Eppure
questa non è una licenza per non cambiare. Se un credente è scontroso ed ha un
cattivo carattere, allora deve cambiare, non trovate? La Bibbia stessa gli
ordina di cambiare: "Siate trasformati..."
ammonisce l'apostolo! Perché, mi chiedo, queste persone non ubbidiscono?
Non dimentichiamo che il Padre, oltre ad essere
buono, ha anche manifestato un buon carattere. Gesù, che è la manifestazione del
carattere Divino, è sempre stato gentile, educato, magnanimo, insomma dotato di
un buon carattere, ed è stato certamente anche questo ad aver portato le
moltitudini ad avvicinarsi a Lui. Che bello quando le persone sono attirate dai
cristiani!
"Siate trasformati", esorta Paolo.
Non è un consiglio, ma è un ordine. Dio vuole che
noi ci lasciamo trasformare anche nella nostra mentalità e nel nostro carattere. Molti possono pensare che Dio poteva trasformare Lui stesso il nostro carattere e la nostra mentalità come ha trasformato il nostro spirito lavandolo dal peccato.
Vedete, Dio ha trasformato il nostro spirito per il
semplice fatto che noi non avremmo mai potuto farlo né avremmo mai potuto
contribuire alla sua rinascita! Solo Lui è stato in grado
di debellare il peccato dalla nostra vita e il solo modo efficace per farlo era
quello di distruggere completamente il vecchio spirito, la vecchia natura di
peccato, per poterla poi sostituire con la nuova natura di giustizia.
Ma se
facesse la stessa cosa con la nostra mente e se lo facesse indipendentemente
dalla nostra volontà, allora ci trasformerebbe in robot,
comprendete? Ecco perché Dio non solo vuole che trasformiamo il nostro modo di
pensare, ma vuole anche che lo facciamo con consapevolezza e con la nostra
volontà. Non vuole dei robot, ma delle persone che hanno maturato il
proprio carattere e hanno deciso di camminare in linea con la nuova vita in
loro.
E come si fa ad essere trasformati? Lo si fa tramite
la potenza della Parola di Dio, quella Parola ricevuta nel cuore e meditata di continuo, la quale, unita alla preghiera, è così potente da cambiare la nostra vita.
Ma c'è una cosa che non sempre viene osservata dai credenti. Vedete, tutti sono convinti che occorra rivestirsi del nuovo, ma pochi sono però disposti a svestirsi del vecchio!
Eppure, l'arte dello svestirsi
del vecchio è importante quanto quella del rivestirsi del nuovo.
Ecco come la mette l'apostolo Paolo:
"Voi però non è così che avete conosciuto Cristo, se
pure gli avete dato ascolto e siete stati ammaestrati in lui secondo la verità
che è in Gesù, per spogliarvi, per quanto riguarda la condotta di prima,
dell'uomo vecchio che si corrompe per mezzo delle concupiscenze della seduzione,
per essere rinnovati nello spirito della vostra mente e per essere rivestiti
dell'uomo nuovo..." (Efesini
4:20-24).
Il contesto qui non è la natura di peccato (il
credente non si sveste della natura di peccato un po' alla volta, ma è qualcosa
che avviene all'istante una volta e per sempre), ma è la condotta:
"... per quanto riguarda la condotta di prima".
La strategia di Dio per noi è quindi la seguente:
(1) spogliarsi della
vecchia condotta
(2) e rivestirsi di quella nuova.
La nostra mente non è stata istantaneamente redenta
come è successo per lo spirito. La redenzione della nostra mente passa per il
suo rinnovamento nel tempo, e di questo tutti noi dobbiamo esserne consapevoli.
Come potremmo, del resto, spogliarci del vecchio modo di pensare, se prima non
lo riteniamo inadatto e da cambiare? Come potremmo mai rinnovarci mentalmente se
continuiamo a ritenere perfetta la nostra mente?
Quello che spesso viene sottovalutato è che il
processo di rinnovamento della mente non vede soltanto l'acquisizione di nuove
informazioni. Esso include anche l'abbandono di quelle vecchie. Prima di
rivestirsi del nuovo, occorre spogliarsi del vecchio. Questo, forse, è
l'aspetto più faticoso del rinnovamento della mente. E quando un credente
rifiuta di sottoporsi a questo cambiamento, invece di crescere nella fede,
ingrassa.
I credenti che l'apostolo Paolo definisce carnali,
del resto, altro non sono che persone che pur avendo frequentato la chiesa tanti
anni, pensano e ragionano come un neofita in Cristo. Solo che il neofita, a
motivo della sua giovane età, è ancora un bambino nella fede ed è quindi
in un certo senso giustificato, mentre se la stessa condotta o lo stesso modo di
pensare ce l'ha chi dovrebbe invece essere maturo, ecco che la definizione
cambia in carnale.
I cristiani carnali, in pratica, sono dei bambini
fuori età!
Ricevere solo cose
nuove senza levare le vecchie, non crea dei credenti maturi, ma delle
persone spiritualmente goffe ed anche orgogliose! Ecco perché, per un efficace
rinnovamento della propria mentalità è necessario decidere di spogliarsi
di quella vecchia!
"E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate quale sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio"
(Romani 12:3)
Non sono convinto di quello che voi dite sulle guarigioni.
RispondiEliminaMolte volte le malattie vengono lasciate con un fine eccelso, quello di "migliorare" l'uomo e far si che egli rimanga nell'umiltà.
Se così non fosse, perché Dio avrebbe risposto a San Paolo (che gli chiedeva la guarigione) "La mia grazia ti basta ..."
e perché Timoteo "doveva curarsi" come gli suggeriva San Paolo dalle sue "frequenti infermità"? Affermare che alcuni non guariscono perché non hanno fede è un dire crudele verso quelle persone che per volontà di Dio si trovano a convivere con alcune infermità, inoltre queste persone vengono turbate nella loro fede.
Ho trovato, invece, altre vostre considerazioni bellissime che condivido.
Pace a voi
Carissimo fratello sono perfettamete daccordo con ciò che affermi, e proprio a questo concetto volevo arrivare, se pur non espresso chiaramente, che cioè non sempre si capisce se non cambiando mentalità, il che può avvenire solo conformandoci alla Parola di Dio,che in alcuni casi in cui sembra che la malattia rimanga nonostante le preghiere rivolte a Dio, per noi può sembrare una non risposta, ma per Dio può essere invece una risposta perchè nel Suo disegno di salvezza quella malattia può essere un modo per farci comprendere un Suo richiamo....quindi era in questo senso che intendevo non avere fede...cioè non avere quella vera Fede che anche se non qualcosa non si comprende lo si accetta lo stesso perchè viene da Dio....spero di essermi spiegata meglio che nel post....Dio ti benedica
RispondiEliminaHo riletto attentamente l’articolo di cui sopra e debbo riconoscere il mio precedente commento, circa il vostro pensiero sulle malattie, è stato fuori luogo e senza alcun fondamento.
RispondiEliminaUna delle possibili cause del mio “errore” di valutazione sul vostro scritto ha le radici nella “frettolosa lettura” da me fatta ed al mio “zelo” nel voler controbattere ad un errore dottrinale che in questo caso era inesistente.
Da ciò ho ricavato una buona lezione per essere per il futuro meno impulsivo e più riflessivo.
Pace e che il Signore continui a benedirvi.
caro fratello, sono felice che tu abbia potuto comprendere quello che io a volte nella mia inesperienza, non riesco a mettere troppo in chiaro, ringraziamo Dio che ci aiuta in questo...Dio ti benedica
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