Il mondo sta andando verso la fine?
Quando pace e prosperità sono all’ordine del giorno, quando guerra e terrorismo sono le ultime cose alle quali pensiamo, quando ci sentiamo fiduciosi e ottimisti riguardo alla natura umana, pensieri come la fine del mondo attraversano di rado la nostra mente. Ma quando la delinquenza dilaga, il mercato della droga prospera, la minaccia terroristica incombe sulla nostra nazione e la guerra divampa in diverse aree del globo terrestre, quando i mercati finanziari crollano, le catastrofi naturali si fanno sempre più frequenti e spaventose, quando la depravazione umana minaccia la sicurezza dei nostri figli e la disgregazione dell’istituto famigliare mette in pericolo la sopravvivenza stessa del corpo sociale, quando l’omicidio consumato fra le pareti domestiche assurge ai primi posti nella classifica delle cause di morte, i discorsi sulla fine del mondo entrano a forza in tutte le conversazioni e in tutti i luoghi.
In questi ultimi anni, ci sono state ragioni più che sufficienti perché la gente riflettesse molto sulla fine del mondo. Come se non bastasse la situazione d’incertezza e d’insicurezza nella quale viviamo, parecchi scrittori in varie parti del mondo hanno usato lo strumento della cosiddetta letteratura “apocalittica” per presentare alle nuove generazioni terrificanti scenari in cui campeggiano personalissime rielaborazioni dell’Anticristo, dell’Harmaghedon, del Millennio e della Grande Tribolazione. Oggi, a giudicare semplicemente dai molti milioni di libri venduti che trattano questi temi, sembra che l’umanità sia fortemente attratta da tutto ciò che riguarda la fine del mondo.
Sempre più gente si domanda: “Stiamo vivendo negli ultimi tempi? Gli attacchi terroristici e le guerre in Medio Oriente sono segnali di un’imminente distruzione del nostro pianeta? La fine del mondo è vicina?”.
Con queste preoccupazioni nella mente e nel cuore, apriamo le nostre Bibbie ed esaminiamo che cosa dicono le Sacre Scritture a proposito della fine del mondo.
La fine sta arrivando?
La Bibbia insegna chiaramente che il tempo sta andando verso una conclusione:
“Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio; perché la creazione è stata sottoposta alla caducità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l'ha sottoposta [vale a dire, non per sua colpa, ma perché le conseguenze del peccato dell’uomo si estesero all’intera creazione], nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio. Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo” (Romani 8:19-23). Anche la creazione (personificata) attende con impazienza, come noi, “la manifestazione dei figli di Dio”, che significherà la rimozione della maledizione dovuta al peccato.
“[…] nel passato Tu hai creato la terra e i cieli sono opera delle tue mani; essi periranno, ma Tu rimani; tutti quanti si consumeranno come un vestito; Tu li cambierai come una veste e saranno cambiati. Ma Tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non avranno mai fine” (Salmo 102:25-27).
Parlando dell’esempio d’Israele nel deserto, l’apostolo Paolo scrive: “Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche” (1Corinzi 10:11). Dio ha, cioè, fatto sì che gli eventi accaduti sotto l’Antico Patto fossero registrati a beneficio nostro, che viviamo nell’era cristiana, ossia “nella fase conclusiva delle epoche”, alla quale guardavano e conducevano le diverse tappe della rivelazione divina.
Esortando i cristiani alla vigilanza, sempre l’apostolo Paolo scrive: “E questo dobbiamo fare, consci del momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo. La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce” (Romani 13:11-12); ciò è a dire che è giunto il momento di abbandonare l’apatia e di metterci al lavoro (cfr. Efesini 5:14), perché la redenzione finale ci è adesso più vicina di quando accettammo il Vangelo. Questo è vero non solo perché ogni giorno che passa ci avvicina alla morte fisica, ma anche perché ci richiama al pensiero che il Signore ritornerà all’improvviso, senza alcun avvertimento. Dunque, il tempo che ci rimane non deve essere sprecato, ma speso con molta attenzione, cercando di capire bene quale sia la volontà del Signore (cfr. Giacomo 4:13-17; Efesini 5:15-17).
“Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte. Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro […]. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri” (1Tessalonicesi 5:1-6).
“Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Osservate come l’agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione. Siate pazienti anche voi; fortificate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina” (Giacomo 5:7-8).
L’Ascensione al cielo e la Seconda Venuta di Gesù segnano i limiti (rispettivamente iniziale e finale) dell’età presente, e costituiscono i confini temporali all'interno dei quali noi ora viviamo.
Durante l’ultima settimana della Sua vita terrena, Gesù spiegò che:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. E tutte le genti saranno riunite davanti a Lui ed Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri» (Matteo 25:31-32).
L’evangelista Luca scrive che, più tardi, il giorno in cui Gesù ascese al cielo, gli apostoli ricevettero il seguente annuncio:
“Dette queste cose, mentre essi guardavano, [Gesù] fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi. E come essi avevano gli occhi fissi al cielo, mentre Egli se ne andava, due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo»” (Atti 1:9-11).
Da quel momento, tutti i cristiani hanno atteso il ritorno di Gesù. L’apostolo Paolo scrisse ai neoconvertiti di Tessalonica:
“[…] la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di parlarne; perché essi stessi raccontano quale sia stata la nostra venuta fra voi, e come vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il Figlio suo che Egli ha risuscitato dai morti; cioè, Gesù che ci libera dall'ira imminente” (1Tessalonicesi 1:8-10).
La Scrittura insegna che il ritorno di Gesù determinerà la distruzione del mondo e il giudizio finale:
“[…] mentre i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi. […] Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate. Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno! Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia. Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da Lui immacolati e irreprensibili nella pace” (2Pietro 3:7, 10-14).
Dunque, questo è il modo in cui il mondo finirà. Ma quando avverrà tutto ciò? E che cosa dice la Bibbia riguardo a quello che noi possiamo o non possiamo sapere relativamente a questo evento?
Quando verrà la fine del mondo?
Durante l’ultima settimana del Suo ministero terreno, Gesù, un giorno, stava uscendo dal tempio con i Suoi discepoli, quando essi richiamarono la Sua attenzione sulla magnificenza di quell’edificio. Gesù, allora, rispose:
“Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata” (Matteo 24:2).
Più tardi, in una conversazione privata tra Gesù e i Suoi discepoli, questi gli posero la seguente domanda:
“Mentre Egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?»” (Matteo 24:3).
I discepoli credevano di aver formulato un’unica domanda; essi, infatti, pensavano che la distruzione del tempio di Gerusalemme, il ritorno di Cristo e la fine dell’età presente sarebbero avvenuti contemporaneamente. Invece, Gesù divise la loro domanda in due parti, dando ad esse due distinte risposte.
Riguardo alla distruzione del tempio (cosa che avvenne quando l’esercito romano distrusse la città di Gerusalemme, nel 70 d.C.), Gesù disse:
“Io vi dico in verità che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Matteo 24:34-35).
Nell’ambito dello stesso discorso, Gesù parlò anche della fine dell’età presente, dicendo:
“Ma quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo” (Matteo 24:36).
Anni dopo, parlando nell’Areopago di Atene, l’apostolo Paolo menzionò il giorno del giudizio a venire, dicendo:
“Poiché Egli [Dio] ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di quell'uomo [Gesù Cristo] che Egli ha stabilito; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo dai morti” (Atti 17:31).
I cristiani credono, infatti, che “un gran giorno” il Signore ritornerà. Tuttavia, quando “quel giorno” verrà è un segreto che è nascosto nella mente di Dio. Nessuno, basandosi su un’interpretazione personale di particolari profezie bibliche, può pretendere di essere a conoscenza di qualcosa che Gesù stesso, quando era nella carne, ha chiaramente dichiarato essere nascosto perfino ai Suoi occhi.
Nel frattempo, vale a dire da questo momento fino al giorno in cui Gesù ritornerà, i Suoi seguaci devono vivere in uno stato di costante vigilanza:
“Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà. Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa. Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà” (Matteo 24:42-44).
La nostra preoccupazione non deve essere, dunque, quella di cercare di individuare il tempo in cui Gesù ritornerà, ma piuttosto quella di farci trovare preparati al ritorno di Cristo, in qualunque momento ciò avvenga.
Buone notizie!
Quasi immancabilmente il ritorno del Signore e il giorno del giudizio sono visti e rappresentati in una prospettiva terrificante, come un vero e proprio incubo spirituale. Non è così per i cristiani. La Seconda Venuta di Cristo, alla fine dei tempi, è qualcosa di cui gli Autori sacri scrissero con un senso di vivo desiderio, poiché per loro “quel giorno e quell’ora” rappresentavano un pensiero gioioso. Il ritorno di Cristo era una buona notizia! Quello, infatti, sarà il tempo in cui le sofferenze finiranno, l’ingiustizia sarà cancellata e la comunione con Dio sarà completa:
“[…] in modo che non mancate di alcun dono, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, perché siate irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo” (1Corinzi 1:7-8);
“Fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono [=i morti in Cristo], affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con Lui quelli che si sono addormentati [=i morti in Cristo]. Poiché vi diciamo questo fondandoci sulla parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati [=i morti in Cristo]; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore. Incoraggiatevi dunque gli uni gli altri con queste parole” (1Tessalonicesi 4:13-18);
“Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno! Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia” (2Pietro 3:11-13).
Ritorniamo al punto di partenza
La risposta alla nostra domanda iniziale “Il mondo sta andando verso la fine?” è, dunque, “Sì!”.
Un giorno, Gesù ritornerà per giudicare il mondo, e la terra e i cieli attuali non esisteranno più. Quel giorno, noi tutti dovremo “comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male” (2Corinzi 5:10).
Per tutti coloro che avranno amato e servito il Signore Gesù, obbedendogli e mettendo in atto la Sua volontà, quello sarà un giorno d’incomparabile gioia; ma per gli increduli e i ribelli sarà, invece, un tremendo giorno di castigo:
“Non vi meravigliate di questo; perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio” (Giovanni 5:28-29);
“[…] mentre i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi” (2Pietro 3:7);
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. E tutte le genti saranno riunite davanti a Lui ed Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. […] Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! […] Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna» (Matteo 25:31-34, 41, 46);
“Tu, invece, con la tua ostinazione e con l’impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d’ira per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio. Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all’ingiustizia. Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male; sul Giudeo prima e poi sul Greco; ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene; al Giudeo prima e poi al Greco; perché davanti a Dio non c'è favoritismo” (Romani 2:5-11);
“Poi vidi un grande trono bianco e Colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e il soggiorno dei morti restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Poi la morte e il soggiorno dei morti furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco” (Apocalisse 20:11-15).
Quando verrà “quel giorno”? Nessuno lo sa, soltanto Dio.
Dal momento che noi tutti ignoriamo sia il giorno, sia l’ora in cui il Signore ritornerà, dobbiamo vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, aspettando e desiderando ardentemente la Seconda Venuta di Cristo.
La Bibbia si conclude con queste parole:
“Colui che attesta queste cose, dice: «Sì, vengo presto!». Amen! Vieni, Signore Gesù! […]” (Apocalisse 22:20-21).
Dovremmo fare nostra l’invocazione dell’apostolo Giovanni e impegnarci molto seriamente affinché il Signore, al Suo ritorno, in qualunque momento ciò avvenga, possa trovarci pronti, con i fianchi cinti e le lampade accese:
”Siate sempre pronti, con i fianchi cinti e le lucerne accese. Siate anche voi come quei servi che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per essere pronti ad aprirgli appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! In verità io vi dico che egli si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, arrivando nel mezzo della notte o prima dell’alba, troverà i suoi servi ancora svegli, beati loro! Or sappiate questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà quando voi non ve l'aspettate” (Luca 12:35-40).
Anche se la fine del mondo non dovesse sopraggiungere nel corso della nostra esistenza terrena, una cosa è certa: un giorno, per ciascuno di noi arriverà la fine, e questa ci metterà drammaticamente di fronte alle nostre responsabilità spirituali, se avremo ignorato i richiami di Cristo alla vigilanza e alla preparazione personale all’incontro con Lui.
La Bibbia avverte:
“Perciò, come dice lo Spirito Santo: «Oggi, se udite la Sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione” (Ebrei 3:7-8).
Ecco, teniamo presente che “oggi” è il giorno del Signore. Domani non è un altro giorno.
Potrebbe essere solo troppo tardi!
"E in quel tempo sorgerà Micael, il gran capo, il difensore de’ figliuoli del tuo popolo; e sarà un tempo d’angoscia, quale non n’ebbe mai da quando esiston nazioni fino a quell’epoca; e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; tutti quelli, cioè, che saran trovati iscritti nel libro. E molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per l’obbrobrio, per una eterna infamia. E i savi risplenderanno come lo splendore della distesa, e quelli che ne avranno condotti molti alla giustizia, risplenderanno come le stelle, in sempiterno."
(Daniele 12:1,3)
Liberamente adattato da internet
0 comments:
Posta un commento
Tutti i commenti non inerenti verranno cestinati