Irrilevante?
Vi sono molti oggi che pensano che "la religione", e in modo
particolare l'Evangelo di Gesù Cristo, interessi soltanto la "sfera
religiosa" dell'esistenza. Per loro la religione non riguarda "le
cose pratiche" della "vita reale" di tutti i giorni. Anzi, visto
che la "sfera religiosa" sembra interessare sempre meno la gente,
ecco che tutto ciò che riguarda "la religione" diventa, per la
maggior parte, del tutto superfluo. Sono cose irrilevanti, dicono, non contano
nulla, non servono a nulla, da esse non se ne ricava nulla di utile, e quindi
la religione può essere del tutto ignorata nella vita personale e sociale... La
considerano solo un "hobby" per chi la gradisce, una convenzione
sociale, una formalità che talvolta conviene rispettare…
In effetti, "certa religione", può essere effettivamente del tutto
irrilevante: succede quando è fatta di discorsi compiacenti,
"tolleranti" ed astratti, quando è fatta di luoghi comuni, tutta
proiettata nell'aldilà… Quando però i predicatori e i credenti osano denunciare
con forza situazioni e persone precise dell'aldiqua, quando l'Evangelo è
annunciato come deve essere, cioè come condanna dell'operato umano ed esige la
coerenza di un preciso modo di pensare, di parlare e di agire che tocca tutto
ciò che sono e faccio, ecco allora mormorii e proteste nell'uditorio… Un
Evangelo che ci metta in discussione e in crisi non ci piace più, lo rifiutiamo
e, scandalizzati, lo consideriamo come fanatismo ed integrismo… La
"religione vera" per molti è quella comoda, facile, compiacente e
fondamentalmente irrilevante; fanatismo è tutto ciò che implica da parte nostra
impegno, responsabilità, quando la si prende sul serio…
Il carattere del Signore che viene
Quando il Signore Gesù tornerà, su quale tipo di religione metterà il Suo
timbro di approvazione: su quella comoda, facile ed accomodante, oppure su quella esigente ed impegnativa? Ahimè, vi saranno brutte sorprese per chi crede
in una religione fatta di grazia e perdono a buon mercato. I versetti biblici che seguono ci
presentano la visione avuta dall'apostolo Giovanni della gloriosa e spaventevole
figura di Cristo come Egli apparirà alla fine del tempi. Ci viene presentata
all'inizio del libro dell'Apocalisse: si tratta della grandiosa figura di
Cristo che appare sia come Giustiziere di coloro che l'avevano disprezzato e
"preso sotto gamba", sia come di potente Salvatore di coloro che
l'avevano fedelmente seguito.
La visione di Apocalisse
"Fui rapito dallo Spirito nel giorno del Signore, e udii dietro a me
una voce potente come il suono di una tromba, che diceva: "Quello che
vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette chiese: a Efeso, a Smirne, a
Pergamo, a Tiatiri, a Sardi, a Filadelfia e a Laodicea". Io mi voltai per
vedere chi mi stava parlando. Come mi fui voltato, vidi sette candelabri d’oro
e, in mezzo ai sette candelabri, uno simile a un figlio d’uomo, vestito con una
veste lunga fino ai piedi e cinto di una cintura d’oro all’altezza del petto.
Il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana candida, come neve; i suoi
occhi erano come fiamma di fuoco; i suoi piedi erano simili a bronzo
incandescente, arroventato in una fornace, e la sua voce era come il fragore di
grandi acque. Nella sua mano destra teneva sette stelle; dalla sua bocca usciva
una spada a due tagli, affilata, e il suo volto era come il sole quando
risplende in tutta la sua forza. Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come
morto. Ma egli pose la sua mano destra su di me, dicendo: "Non temere, io
sono il primo e l’ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i
secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e del soggiorno dei
morti" (Ap. 1:10-19).
Il Signore Gesù Cristo appare in tutta la Sua sconvolgente gloria. Egli è "simile
ad un Figlio d'uomo", termine tecnico questo che rimanda ad una
profezia di Daniele,"Io
guardavo nelle visioni notturne ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell'uomo; egli giunse fino all'Antico di giorni e fu fatto avvicinare a lui" (Daniele 7:13). Le sue caratteristiche (in 12-16) ci rammentano "Io continuai a guardare finché furono collocati troni e l'Antico
di giorni si assise. La sua veste era bianca come la neve e i capelli del suo
capo erano come lana pura; il suo trono era come fiamme di fuoco e le sue ruote
come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva, uscendo dalla sua presenza;
mille migliaia lo servivano e miriadi di miriadi stavano davanti a lui. Il
giudizio si tenne e i libri furono aperti" (Da. 7:9,10). "...alzai
gli occhi e guardai, ed ecco un uomo vestito di lino, con ai lombi, una cintura
d'oro di Ufaz. Il suo corpo era simile al topazio, la sua faccia aveva
l'aspetto della folgore, i suoi occhi erano come torce fiammeggianti, le sue
braccia e i suoi piedi parevano bronzo lucidato e il suono delle sue parole era
come il rumore di una moltitudine" (Da. 10:5,6),
ma includono molti tratti che lo avvicinano a diverse apparizioni di Dio
nell'Antico Testamento. Questa visione mostra Cristo come Giudice e Sovrano,
sia sulla Sua Chiesa che sull'intero universo. Il testo infatti dice: "…Io
mi voltai per vedere chi mi stava parlando. Come mi fui voltato, vidi sette
candelabri d’oro e, in mezzo ai sette candelabri, uno simile a un figlio
d’uomo" (13a). La Sua divinità, autorità e potere sulla morte Gli
garantiscono la vittoria finale. Questa visione della sovranità di Dio
esercitata attraverso Cristo è il punto fondamentale del messaggio di Apocalisse.
L'aspetto da guerriero del Cristo anticipa il Suo ruolo nella battaglia
finale (19:11-21) e rimanda alle battaglie sostenute da Dio nell'Antico
Testamento. Cristo presenta il modello in cui si riassume il destino
dell'intero universo "per raccogliere nella dispensazione del compimento dei tempi
sotto un sol capo, in Cristo, tutte le cose, tanto quelle che sono nei cieli
come quelle che sono sulla terra" (Ef. 1:10). "...in lui sono state
create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle che sono sulla terra,
le cose visibili e quelle invisibili: troni, signorie, principati e potestà;
tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui, Egli è
prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui" (Cl. 1:16,17), perché ogni cosa è stata creata ed è tenuta insieme da
Cristo e da Lui verrà pure giudicata.
Seguiamo la descrizione che Giovanni ci fa della figura gloriosa ed esaltata
del Cristo che ritorna. Ogni elemento è significativo.
1. La veste. Cristo è "vestito con una veste lunga fino ai
piedi" (13b). È simbolo della Sua giustizia, la Sua perfetta
conformità con la legge di Dio. Si tratta della veste necessaria di cui pure le
creature umane abbisognano per presentarsi degnamente davanti a Dio e godere
del Suo favore. È una veste calda e confortevole, che adorna di bellezza, pura
e senza macchia. Cade fino ai piedi, come per dire: copre completamente e deve
coprire completamente la nostra esistenza. Questa veste di giustizia era
rappresentata dalle lunghe vesti degli antichi sacerdoti giudei "Questi sono i paramenti che faranno: un pettorale, un efod, un
manto, una tunica lavorata a maglia, un turbante e una cintura. Faranno dunque
dei paramenti sacri per Aaronne tuo fratello e per i suoi figli perché mi
servano come sacerdoti" (Es. 28:4). Da un lato
Cristo esige perfetta giustizia, dall'altro è Colui che pure l'aveva provveduta
in dono sulla terra a tutti coloro che lo avevano seguito con fiducia. Cristo è
qui rappresentato nella Sua funzione di sacerdote, avendo offerto per il Suo
popolo un sacrificio (quello di Sé stesso) che espia totalmente il peccato. Che
avverrà quel giorno, però, a chi verrà trovato privo di questa
"veste"? Ricordate, nella parabola, come era stato accolto alla festa
di nozze chi si era presentato senza l'apposito abito? "'Amico, come
sei entrato qui senza avere un abito di nozze?' E costui rimase con la bocca
chiusa. Allora il re disse ai servitori: 'Legatelo mani e piedi e gettatelo
nelle tenebre di fuori... '. Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli
eletti" (Mt. 22:12-14).
2. La cintura. "…e cinto di una cintura d’oro all’altezza del
petto" (13c). La Sua cintura è simile a quella del Sommo Sacerdote
"La cintura che è sull'efod e lo avvolge sarà del medesimo lavoro
dell'efod, tutto d'un pezzo con esso; sarà d'oro, di filo color violaceo,
porporino, scarlatto e di lino fino ritorto" (Es. 28:8), portata intorno al petto, all'altezza del cuore. È "la cintura
dell'amore" che Gesù ha indossato offrendosi in sacrificio ed intercedendo
per il Suo popolo. La cintura simboleggia anche la fedeltà e la giustizia, la
cintura della verità, caratteristica del profeta. È d'oro perché di gran
prezzo, purezza, gloria, durata e forza, tutte le caratteristiche della Sua
persona che molti avevano disprezzato ritenendo fossero inutili e
controproducenti "in questo mondo". Eppure quello è il criterio
secondo il quale da Lui verremo giudicati!
3. La sua testa. "Il suo capo e i suoi capelli erano bianchi
come lana candida, come neve" (14a). Questo è segno di anzianità
(l'eternità di Cristo) e di saggezza. In Cristo, infatti, ogni tesoro di
sapienza e conoscenza è contenuto. Egli è l'Eterno, e come tale verrà
riconosciuto sia da coloro che lo avevano disprezzato, e sarà per loro giudice,
sia da coloro che sulla terra lo avevano accolto con fiducia, e per loro sarà
Salvatore. Il bianco della sua testa, però è anche simbolo di eterna giovinezza
come i fiori bianchi del mandorlo. Egli è l'anziano per eccellenza, ma pure
l'eternamente giovane, come il Suo Evangelo. I Suoi capelli sono bianchi come
la lana di un agnello appena nato e come la neve, segno di gloria e maestà, lo
splendore della gloria di Dio Padre. Egli è "l'antico di giorni", il
Vegliardo "Io continuai a guardare e vidi collocare dei troni, e un
vegliardo sedersi. La sua veste era bianca come la neve e i capelli del suo
capo erano simili a lana pura; fiamme di fuoco erano il suo trono, che aveva
ruote di fuoco ardente" (Da. 7:9) e, al tempo stesso l'eternamente attuale e rilevante…
4. Gli occhi. "…i suoi occhi erano come fiamma di fuoco"
(14b). Questo significa l'onniscienza di Cristo che raggiunge ogni persona e
cosa, che scava profondo ed è penetrante per scoprire e portare alla luce le
cose più oscure. La Scrittura dice: "… il Signore… metterà in luce
quello che è nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori; allora
ciascuno avrà la sua lode da Dio" (1 Co. 4:5). Anche in questo
caso la valenza della visione è duplice. Da una parte sono i terribili occhi dell'ira e della vendetta di Dio contro i Suoi nemici, preludio di subitanea
distruzione. Essi, però, sono anche gli occhi dell'amore di Cristo verso il Suo
popolo, occhi che hanno luce e calore e il cui amore si diffonde verso di
loro. Nel Suo sguardo i Suoi fedeli scorgeranno non qualcosa di spaventevole e
di accusatorio, ma l'amore che come fiamma di fuoco scioglie la loro anima in
genuino ravvedimento.
5. I piedi. "…i suoi piedi erano simili a bronzo
incandescente, arroventato in una fornace" (15a). Questi piedi sono
segno della potenza di Cristo nel portare e sostenere il Suo popolo, del loro
governo e difesa. Sono le Sue vie o comportamento verso i Suoi fedeli, tutta la
Sua opera provvidenziale verso di loro, santa e giusta. Questi piedi pesanti ed
incandescenti, però, sono anche segno della manifestazione della Sua ira nel
calpestare con forza i Suoi nemici.
6. La voce. "…e la sua voce era come il fragore di grandi
acque" (15b). Quella del Cristo che torna si rivela come la voce
tonante, precisa, forte di chi annuncia l'Evangelo del giudizio e della grazia
di Dio. È come se in quel momento quella voce fosse l'accumulo della voce di
tutti i Suoi ministri ed apostoli che predicano l'Evangelo, udita per ogni dove
"Ma io dico: forse non hanno udito? Anzi, "la loro voce è
andata per tutta la terra e le loro parole fino agli estremi confini del
mondo"" (Ro. 10:18), che nel mondo "fa gran rumore" e che in quel giorno non potrà
più essere ignorata. Quel giorno però essa non sarà più parola di grazia, ma
sarà manifestazione di vendetta sui Suoi nemici, che, come un'inondazione sarà
terribile ed irresistibile.
7. La mano. Che cosa tiene in mano questa figura del Cristo esaltato
e trionfante? "Nella sua mano destra teneva sette stelle"
(16a). Esse rappresentano i responsabili delle sette più tipiche comunità
cristiane di cui parla il libro dell'Apocalisse. I ministri fedeli
dell'Evangelo vengono comparati a stelle perché Dio, che li ha stabiliti, li ha
fissati nel posto giusto che loro competeva e per la Sua gloria. Essi emettono
la luce dell'Evangelo. Sono tenuti in mano da Cristo, per mostrare sia quanto
Gli siano preziosi, sia perché ne può disporre come strumenti per fare la Sua
opera. Egli li sostiene affinché non sprofondino sotto il peso dei loro fardelli,
li preserva dal cadere, e li protegge affinché non siano portati qua e là dai
malvagi.
8. La bocca. Notate poi la bocca di Cristo. "…dalla sua bocca
usciva una spada a due tagli, affilata" (16b). È la Parola di Dio, "Prendete anche l'elmo della
salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio" (Ef. 6:17).
"Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque
spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le
giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore"
(Eb. 4:12), che Cristo proclama ed incarna. È Parola di Dio e non di uomo, come molti oggi
affermano. È una parola affilata che denuncia con forza la radicale corruzione
della creatura umana ed il suo peccato, minacciandolo con forza. È una parola
che mette in crisi, che può ferire e che convince di peccato. Non sorprende
perché molti rifuggano da una fedele predicazione dell'Evangelo. È a due tagli,
cioè contiene sia la Legge che l'Evangelo. La legge, infatti, mette allo
scoperto il peccato dell'uomo, riempie di amarezza ed angoscia, anzi, non solo
ferisce, ma uccide ogni umana pretesa ed arroganza. Essa distrugge ogni falsa
sicurezza umana. L'Evangelo, però, è anche annuncio di sapienza, rettitudine e
giustizia. La spada di Cristo è arma sia offensiva che difensiva. Difende i
santi contro Satana, i falsi maestri ed ogni altro nemico. È però anche
offensiva perché li taglia, li ferisce, ed è la sentenza giudiziaria di Cristo sugli
empi. Vedete, così anche qui la duplice valenza di questa visione. Come si
esprime la Scrittura: per alcuni l'Evangelo è "odore di morte", per
altri "odore di vita".
9. Il volto. Per ultimo abbiamo il volto del Cristo glorioso: "…e
il suo volto era come il sole quando risplende in tutta la sua forza" (16c),
cioè come a mezzogiorno. Lo era alla trasfigurazione e rappresenta qui la
gloria della Sua Persona, le ricchezze della Sua grazia. Egli è il Sole di
giustizia che sorge sul Suo popolo con luce, calore, gioia e conforto, "Così periscano tutti i tuoi
nemici, o SIGNORE! Coloro che ti amano siano come il sole quando si alza in
tutta la sua forza! Così il paese ebbe pace per quarant'anni" (Gd. 5:31). La
metafora mette in evidenza la gloria e la maestà di Cristo. Quanto sono ciechi
e sciocchi coloro che, su questa terra, deridono, disprezzano e sottovalutano la gloriosa
Persona di Cristo. Certo, l'umile Cristo, nella Sua prima venuta, nasconde la Sua
gloria, ma pure essa appare in tutto il suo fulgore per chi sa andare oltre
alle apparenze.
Caratteristiche della Parola di Dio
È dunque rilevante l'Evangelo di Gesù Cristo, la Sua Persona e la Sua Parola
che la Bibbia proclama in tutta la Sua chiarezza? Certamente, quando è
predicata e vissuta fedelmente. Probabilmente ancora molti non la vorranno
udire. Se ne crederanno superiori e la guarderanno con aria di sufficienza.
Quando però tornerà Cristo per adempiere alla funzione che ho voluto chiamare
di "Giustiziere" degli empi e di "Salvatore" del Suo
popolo, non si potrà più fare finta di non capire, di non vedere, di non udire.
Nessuno, in quel giorno si potrà più nascondere sotto le varie scuse di cui noi
siamo esperti. Allora non ci sarà più alcuno che potrà dichiararsi agnostico o
ateo, nessuno che potrà vantare la sua "libertà di religione" o di
"non religione", perché sarà di fronte all'unico Iddio, Sovrano
Signore di tutto il creato e di tutta la realtà, e Lui potrà esigere con pieno
diritto la resa dei conti.
La Parola di Dio mette in crisi e trasforma la realtà, la realtà
individuale e la realtà sociale, ed è bene che lo faccia ora, anche se può
essere talvolta doloroso. Ascoltate queste espressioni della Scrittura: "La parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di
qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito,
delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le
intenzioni del cuore. E non vi è alcuna creatura nascosta davanti a lui, ma
tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi di colui al quale dobbiamo
rendere conto" (Eb. 4:12-14). È dunque salutare tremare di fronte alla maestà di Dio ed alla Sua parola.
Questo stesso brano però aggiunge: "Avendo dunque un gran sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, riteniamo fermamente la nostra confessione di fede. Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per ricevere aiuto al tempo opportuno" (Eb. 4:15-16).
Questo stesso brano però aggiunge: "Avendo dunque un gran sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, riteniamo fermamente la nostra confessione di fede. Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per ricevere aiuto al tempo opportuno" (Eb. 4:15-16).
Il Signore Gesù è anche Salvatore, Salvatore di tutti coloro che si piegano
di fronte alla Sua legittima sovranità. Egli può pienamente simpatizzare con la
nostra condizione esistenziale, di Lui possiamo avere piena fiducia. Presso di
Lui siamo chiamati oggi a ricevere aiuto, misericordia e grazia. Oggi può e
vuole essere il nostro personale Salvatore. Se non lo avremo fatto, domani, al
Suo ritorno, Egli sarà per noi soltanto l'inappellabile Giudice. Possiamo permetterci di farlo
passare sulla nostra testa senza rispondervi con il ravvedimento e la fede? Lo
ripeto: possiamo permetterci di ignorarlo come se nulla fosse?
Si tratta di un fermo e severo ammonimento!
Si tratta di un fermo e severo ammonimento!
di Paolo Castellina
"Il nemico diceva: "Inseguirò, raggiungerò, dividerò le spoglie, la mia brama si sazierà su di loro; sguainerò la mia spada, la mia mano li sterminerà"."
(Esodo 15:9)
Bellissimo articolo. Grazie di cuore per averlo condiviso.
RispondiEliminaGrazie a te Giuseppe, è per questo che l'ho condiviso, Dio ti benedica.
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