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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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giovedì 6 maggio 2010
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Fuggi il male


tentazione

La tentazione

Un comune vocabolario definisce la tentazione come “forte desiderio di fare qualcosa d’imprudente e di sbagliato” o “seduzione che spinge a fare qualcosa dietro compenso”.

L'apostolo Giovanni esprime il significato della tentazione in termini ancora più chiari, quando descrive le attrattive del mondo: “Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1Giovanni 2:16,17).

La tentazione è un'esperienza comune ad ogni cristiano, indipendentemente dai suoi anni di fede. Il problema della tentazione è molto più ricorrente di quanto si creda, perciò è opportuno considerare che posto e che valore ha nella nostra vita cristiana.

Spesso accade, in chi è convertito da poco, che questo fatto susciti grande perplessità, infatti, prima di conoscere Cristo, si era coscienti che alcune cose erano una tentazione; nonostante ciò, si cedeva volentieri senza che questo procurasse sofferenza, pressione o tensione, però, nell'istante stesso in cui l'anima dell'uomo passa dalla parte di Cristo, comincia a sentire la “pressione” della tentazione.

Colui che più sente la forza e la sofferenza prodotte dalla tentazione è l'uomo in cui ha cominciato a palpitare la vita pura di Cristo e il cui spirito è controllato dallo Spirito Santo.

Non è il peccatore che sente la vera forza della tentazione, perché in genere ci si arrende ad essa senza opporre resistenza; non è l'impuro che soffre quand'è tentato, perché la sua sensibilità spirituale è quasi nulla e non soffre davanti alle seduzioni del male. Assieme alla nuova vita e alla conseguente comunione con Dio, è sopraggiunta una nuova coscienza del male, una nuova sensibilità che ci permette di intuirlo non appena esso si affaccia nel nostro cammino. La tentazione che ci aveva attaccato anche in passato, spesso senza farsi notare, torna oggi e ne sentiamo tutta la forza e la pericolosità. La nostra sensibilità alle tentazioni è la prova evidente della nuova vita. È una testimonianza indiscutibile della nuova purezza e della nuova forza che sono in azione nella nostra persona rigenerata.

Vediamo le diverse tappe della tentazione che Gesù dovette subire:

LA CONCUPISCENZA DELLA CARNE

Non appena Satana ebbe udita la testimonianza di Dio: “Tu sei il mio diletto figlio nel quale mi sono compiaciuto”, ecco giungere la tentazione: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani» (Matteo 4:3).

Il nemico usò la strategia di colpire nel momento in cui Gesù era fisicamente debolissimo. Restare senza cibo per 40 lunghi giorni è davvero difficile, ai limiti della sopravvivenza. La fame è uno degli istinti più forti, tra quelli capaci di condizionare l’uomo.

Valendosi della fame e della conseguente debolezza del corpo di Gesù, gli domandò in tono di meraviglia: “Come! È possibile che tu sia lasciato privo di cibo per quaranta giorni? Cosa aspetti a comandare a queste pietre che diventino pane! Sei stato messo in condizione d'essere affamato. Ora hai fame e hai pieno diritto di procurarti del pane, visto che Dio non te l'ha provveduto. È giusto soddisfare una naturale esigenza della tua vita!” Satana in modo sottile invitava Gesù ad operare in seguito ad un suo ordine.

Quante volte anche noi siamo tentati nella stessa maniera. Quante volte ci troviamo nel bisogno e subiamo lo stesso attacco frontale da parte del nemico delle nostre anime, che cerca di immettere nella nostra vita il veleno della sfiducia. Satana ci spinge a prendere una decisione, perché tanto “Dio lo sa che ne abbiamo bisogno, che non ce la facciamo più, che non resistiamo più”. Dice: “Dio comprenderà le tue scelte”. Sembra una cosa davvero innocente e naturale; invece è un tentativo di creare nel credente la sfiducia, facendo leva sulle sue necessità materiali.

Gesù rispose citando le Scritture. Dalla Sua mente, in cui erano nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza, Gesù avrebbe potuto facilmente trarre una parola non ancora scritta, per confondere il tentatore. Ma Egli rispose con la Parola di Dio, dimostrando che Essa è infallibile, perché ispirata, e insegnandoci a seguire il Suo esempio glorioso nelle nostre tentazioni: “Ma, egli rispose: «Sta scritto: “Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” (Matteo 4:4).

Gesù citò Deuteronomio 8:3: “Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provar la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del Signore”.

Citando questo verso, Egli respinge la concupiscenza della carne, dimostrando di credere fermamente nell’aiuto divino che sarebbe giunto al momento opportuno e che nella vita dell’uomo rappresenta il il nutrimento spirituale  più importante di  qualsiasi altra cosa.

Quando il diavolo disse a Gesù di trasformare le pietre in pani, voleva insinuare che al primo posto deve esserci la soddisfazione delle nostre esigenze fisiche. La risposta di Gesù fu ferma e decisa. L'uomo non vive solo fisicamente, come gli animali; a meno che non diventi folle e cada così nella bestialità. Se sceglie di soddisfare solo le esigenze del suo corpo, questo andrà inevitabilmente a danno del suo livello spirituale. Ciò che al diavolo interessa, ovviamente, non è la soddisfazione della nostra fame, ma la violazione delle leggi di Dio, la folle uscita dai binari della Sua volontà. Il credente non deve mai soddisfare i desideri della carne, che sono terreni e momentanei, senza prima chiedersi quanta influenza avrà questa scelta sul lato spirituale.

Le insinuazioni del diavolo possono anche essere un piccolo seme, che però può produrre un raccolto di frutti cattivi: “Abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” (2Corinzi 4:18)

Non dobbiamo mai lasciarci sfiduciare, perché Dio arriva al momento giusto e mai in ritardo: “Mentre Giosuè era presso Gerico, egli alzò gli occhi, guardò, ed ecco un uomo in piedi che gli stava davanti, tenendo in mano la spada sguainata. Giosuè andò verso di lui, e gli disse: «Sei tu dei nostri, o dei nostri nemici?» E quello rispose: «No, io sono il capo dell'esercito del Signore; arrivo adesso» (Giosuè 5:13,14).

Siamo chiamati ad avere fiducia nel Signore: “Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla; poiché il Signore, il Signore è la mia forza e il mio cantico; egli è stato la mia salvezza” (Isaia 12:2).

LA CONCUPISCENZA SPIRITUALE

Fallito il tentativo di far vacillare Gesù con la concupiscenza della carne, Satana ricorre ad un altro espediente. La prima risposta di Gesù fu Scritturale e aveva probabilmente preso alla sprovvista Satana. Ora è lui che cita la Scrittura, sperando che con una tale precauzione, la tentazione non vada a vuoto: “Poiché egli comanderà ai suoi angeli di proteggerti in tutte le tue vie. Essi ti porteranno sulla palma della mano, perché il tuo piede non inciampi in nessuna pietra”. (Salmo 91:11-12)

Ecco come sferra il secondo attacco: “Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: “Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra” (Matteo 4:5,6).

La tentazione alla quale Satana ricorre, è l’opposto della prima: infatti se precedentemente egli cerca di far nascere la sfiducia, qui abbiamo la presunzione, ossia una fiducia temeraria nella protezione divina in circostanze in cui essa non era permessa.

È come se egli avesse detto: “Gettati giù. Fai qualcosa d’eroico, di grandioso, d’eccezionale. Fai qualcosa di straordinario per manifestare la tua grande fede. Cerca di soddisfare il tuo desiderio di una spettacolare manifestazione soprannaturale. Raggiungi pure il trono alla destra del Padre, ma fallo in maniera spettacolare. Fai vedere che Dio è dalla tua parte. Scopri se questo è vero; metti Dio alla prova”.

La tentazione cerca di far leva sul prestigio spirituale, ma Gesù dice: NO! Egli definisce questo modo d'agire un “tentare Dio”: “Gesù gli rispose: "É altresì scritto: “Non tentare il Signore Dio tuo” (Matteo 4:7).

Gesù oppone alla tentazione nuovamente la Scrittura: “Non tenterete il Signore, il vostro Dio, come lo tentaste a Massa” (Deuteronomio 6:16).

È come se Gesù avesse detto. “È vero che è scritto come tu dici, ma è anche vero che facendo quello che tu mi dici di fare, tenterei il Signore. Il Padre mio mi garantisce aiuto e protezione nei pericoli, ma non devo crearmeli io. Egli non mi deluderà, ho piena fiducia in Lui, non ho bisogno di metterlo alla prova”. Questa è vera fiducia. Il diavolo, invece, dice subdolamente: “Mettilo alla prova”. Questo modo d'agire non è fede, è tentare Dio.

Quando la tentazione spirituale, molto più subdola e pericolosa di quella fisica, ci spinge a mettere alla prova la fedeltà di Dio, rispondiamo senza mezzi termini che questo è il contrario della fiducia: è tentare Dio!

Ogni volta che mettiamo Dio alla prova, stiamo violando il principio stesso della fiducia in Lui, non dimostriamo affatto di confidare in Dio, anzi dimostriamo il contrario! Se facciamo un bel salto nel vuoto, fidandoci della provvidenza divina, saremo degli eroi o dei suicidi? Respingiamo ogni tentazione a fare atti eroici, ricordando che chi mette alla prova il Signore, in realtà, non ha fiducia in Lui.

Il Dio che serviamo è un Dio fedele: “Certa è quest'affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; se abbiamo costanza, con lui anche regneremo; se lo rinnegheremo anch'egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare sé stesso” (2Timoteo 2:11-13).

LA SUPERBIA DELLA VITA

Gesù subisce l’ultimo attacco: “Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori» (Matteo 4:8,9).

Non esiste un monte dal quale si possono contemplare tutti i regni del mondo. O una eventuale immensa distesa indicata da Satana a Gesù veniva presa per rappresentare il mondo intero o vi fu un avvenimento soprannaturale di quest’esibizione oppure mostrò alla mente di Gesù tutto quello che poteva essere Suo. Nei momenti di tentazione Satana riesce a far apparire le cose più comuni, luccicanti come l’oro.

Con questo “spettacolo” Satana sceglie l’arma della cupidigia e dell’ambizione: “Potenza, godimenti, ricchezze ed onori io te li darò”. Egli conosceva la cupidigia che è la sete di potere presente nell’uomo, sapeva che molti uomini avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di governare il mondo. Del resto questa tentazione aveva funzionato con Adamo.

Sorge una domanda: “Può il diavolo avere realmente il dominio di tutti i regni della terra, così come proclama”? La Bibbia dichiara che egli è il dio di questo mondo: “Per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del Vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio” (2Corinzi 4:4).

I peccatori a lui sottomessi sono quelli che trasformano in pratica la sua dichiarazione. Pertanto in questo caso il diavolo ha mentito soltanto in una cosa: la sua influenza si può estendere soltanto entro i limiti che Dio permette. Il governatore supremo è solo Dio, che ha la sovranità assoluta nel governo dell’universo. Dio permette ad alcune persone di occupare posti di responsabilità nello stato, ma è Lui che domina sui regni degli uomini.

Il diavolo offrì a Gesù tutta la gloria e la potenza della terra. Per molti uomini una simile tentazione sarebbe stata irresistibile, ma le condizioni erano tremende: in cambio c’era l’adorazione. Da notare che il diavolo non cita la Scrittura, perché non c’è neppure un passo dove questo viene chiesto. Satana si mostra per quello che egli realmente è: “Il rivale di Dio”. A Gesù era promesso il Regno sulle nazioni: «Sono io», dirà, «che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo». Io annunzierò il decreto: Il Signore mi ha detto: «Tu sei mio figlio, oggi io t'ho generato. Chiedimi, io ti darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della terra. Tu le spezzerai con una verga di ferro; tu le frantumerai come un vaso d'argilla» (Salmo 2:6-9).

Satana cercò di allontanarlo dal traguardo della croce. Ecco la sua astuta strategia: “Tu sei venuto per costituire un regno. Prendilo dalle mie mani, te lo offro io in dono. Non Ti chiedo di mettere da parte questo obiettivo, fai bene a sperare di regnare. Ma quella che ti è stata tracciata è una strada di disprezzo e sofferenza. Io Ti suggerisco un metodo migliore. Un solo inchino davanti a me e tutti i regni della terra saranno Tuoi. Ti offro ciò per cui sei venuto, ma a prezzo scontato”.

tentazione di Gesù

Qui sta la sottigliezza della tentazione: una cosa giusta da ottenere con metodi impropri. Tutto ciò si potrebbe riassumere nel detto: “Il fine giustifica i mezzi”.

Satana voleva un singolo atto e cioè “ di prostrarsi  a lui in segno d'adorazione o di riverenza”. Dio esige che solo a Lui si tributi il culto cioè un continuo servizio d’adorazione. Cedere all'omaggio di un istante significherebbe infrangere il comandamento di Dio e diventare schiavi per una vita. Perciò l'Uomo Gesù restò fermo nella Sua fedeltà e sottomissione al Padre, riconoscendo e denunciando la gravità di quanto Gli era richiesto.

Gesù doveva giungere al trono per una via diversa da quella additata da Satana, di qui la Sua risposta: “Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto” (Matteo 4:10).

Letteralmente: “Via! Lontano da me”. Satana ha raggiunto il suo punto culminante. Gesù, chiamandolo per la prima volta per nome, lo caccia dalla Sua presenza con orrore e disgusto, citando la Scrittura per la terza volta: “Temerai il Signore, il tuo Dio, lo servirai e giurerai nel suo nome” (Deuteronomio 6:13).

Gesù non offre al nemico neppure un piccolo cedimento. Per arrivare a possedere il Regno, Egli sceglie la strada tracciatagli dal Padre, anche se passa dalla croce, anche se è la strada della sofferenza.

È incoraggiante quello che troviamo scritto: “Allora il diavolo lo lasciò”. Grande deve essere stata la rabbia di Satana. Era la prima volta dopo la caduta dell’uomo che egli aveva subito una completa sconfitta. Ciò nonostante egli non rinunciò al suo disegno, ma si ritirò momentaneamente, aspettando tempi più propizi.

Nella terza tentazione scopriamo che Satana cerca di distogliere Gesù dal Suo compito. Il nemico si dice pronto a dargli tutti i regni della terra però ad una condizione: “Se, prostrandoti, tu mi adori”. Ciò a cui l'uomo si prostra anche una volta sola, finisce col diventare il suo idolo. Non possiamo servire il male e poi servire Dio; prima o poi finiremo col restare invischiati nel pantano del peccato. Se il diavolo ci ha sedotti e spinti ad accettare un certo compromesso, corriamo il rischio di diventare suoi servi, se non ritorniamo velocemente sulla strada del ravvedimento.

Tuttavia è bene ricordare che non sempre è facile ritornare indietro. Il compromesso che abbiamo accettato può essere di una tale gravità da indebolire la nostra personalità morale. Quello che sembrava un cedimento momentaneo, può risultare fatale per la nostra integrità spirituale. Dobbiamo fare attenzione alla voce suadente del nemico che viene e dice: “La via della gloria è troppo stretta e angusta. È una salita troppo dura e faticosa; perderai anni e anni. Vieni con me e ti mostrerò una scorciatoia...”. Chi si vuole arricchire troppo in fretta, cade nel tranello del diavolo.

Terminiamo notando come la sequenza delle tentazioni si svolge in progressione:

· La prima tentazione è di natura fisica: “Dì che queste pietre divengano pani”.

· La seconda tentazione è di natura spirituale: “Se tu sei il Figlio di Dio, gettati giù”. Cioè: “Affidati a Dio, confida in Lui”.

· La terza tentazione si rivolge all'obiettivo, alla missione di Gesù: “Tu sei venuto per instaurare un Regno. Dammi un gesto d’adorazione e Ti darò tutti i regni della terra”. L'Uomo di Nazaret in questo racconto mostra la Sua natura fisica, la Sua natura spirituale e il Suo preciso obiettivo: avere compassione di un’umanità perduta.

Vittoria sulla tentazione

Il diavolo non si presenterà a noi con tanto di zoccoli e corna, come si diceva nel Medioevo, a giudicare dalle numerose raffigurazioni di questo tipo. Egli si presenterà in mille maniere diverse, con voce di sirena, contegno raffinato e in apparenze assolutamente rispettabili. Ma se ci dice di soddisfare i nostri desideri naturali ad ogni costo, anche non tenendo conto della volontà di Dio, allora dovremmo essere consapevoli che quella è la voce del diavolo. Può essere una voce suadente, colta ed educata, ma è pur sempre la voce del diavolo: “Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce” (2Corinzi 11:14).

Per questa ragione non dobbiamo ignorare le macchinazioni di Satana, ma vegliare del continuo stando fermi nella fede, perché come Gesù ha vinto, allo stesso modo possiamo vincere noi. Se siamo figli di Dio, dobbiamo attenderci ogni tipo di tentazione come una cosa inevitabile, ma la sorte del Maestro, sarà anche quella dei Suoi discepoli. Colui che non temette di assalire Gesù, non avrà paura di assalire noi, perciò siamo chiamati a resistergli, stando fermi nella fede, perché come Gesù ha vinto, allo stesso modo possiamo vincere noi: “Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, gira come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo. Or il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente. A lui sia la potenza, nei secoli dei secoli. Amen” (1Pietro 5:8-11).

Gesù simpatizza con noi. Cristo si è completamente immedesimato con l'intera umanità, poiché “in ogni cosa”, cioè in tutte le nostre infermità e difficoltà, “è stato tentato come noi”.

Tuttavia, in questa totale immedesimazione, c'è una profonda diversità: “è stato tentato in ogni cosa, però senza peccare”. È questa vittoria sul peccato la sostanziale differenza che dà autorevolezza al Suo ministerio d'intercessore: “Ma il Signore è fedele ed egli vi renderà saldi e vi guarderà dal maligno” (2Tessalonicesi 3:3).

Se stiamo sentendo la morsa della tentazione sulla nostra vita, arrendiamoci completamente a Gesù. Il Suo Santo Spirito entrerà nella nostra vita e ne prenderà possesso, difendendola dagli attacchi del nemico. Noi abbiamo dalla nostra parte lo stesso Padre, lo stesso Spirito e la stessa Parola su cui poteva contare Gesù. Perciò anche noi possiamo vincere: “Nessuna tentazione vi ha colti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare” (1Corinzi 10:13).

In Gesù siamo più che vincitori:“C hi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto: "Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello». Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:33-39).

Vademecum per vincere la tentazione

1) Resisti per mezzo della fede: “Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere” (Efesini 6:13).

2) Sottomettiti al controllo del Signore momento dopo momento: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Romani 12:1,2).

3) Satura la tua vita con la Parola di Dio: “Come potrà il giovane render pura la sua via? Badando a essa mediante la tua Parola. Ti ho cercato con tutto il mio cuore; non lasciare che mi allontani dai tuoi comandamenti. Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te” (Salmo 119:9-11).

4) Sii un uomo o una donna di preghiera: “Non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito” (1Tessalonicesi 5:17-19).

5) Resta vicino all'assemblea locale: “Non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno” (Ebrei 10:25).

6) Sii attivo per il Signore: “Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà così occupato! Io vi dico in verità che lo costituirà su tutti i suoi beni” (Matteo 24:46,47).

7) Rinuncia agli appetiti della carne: “Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1Giovanni 2:16,17).

8) Mantieni la tua mente pura: sei ciò che pensi: “Non mangiare il pane di chi ha l'occhio maligno, non desiderare i suoi cibi delicati; poiché, nell'intimo suo, egli è calcolatore; ti dirà: «Mangia e bevi!», ma il suo cuore non è con te. Vomiterai il boccone che avrai mangiato, e avrai perduto le tue belle parole” (Proverbi 23:6-8).

9) Sii pronto a fuggire davanti al peccato: meglio fuggire che cadere! “Benché lei gliene parlasse ogni giorno, Giuseppe non acconsentì a unirsi né a stare con lei. Un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro; lì non c'era nessuno della gente di casa; allora lei lo afferrò per la veste e gli disse: «Unisciti a me!» Ma egli le lasciò in mano la veste e fuggì” (Genesi 39:10-12).

10) Reagisci alle tentazioni: “Così anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù. Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze; e non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità; ma presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio; infatti, il peccato non avrà più potere su di voi” (Romani 6:11-14).

11) Evita tutte quelle cose che suscitano “l’animale” che è in te: “Questa non è la saggezza che scende dall'alto; ma è terrena, animale e diabolica” (Giacomo 3:15).

12) Nei momenti di forti tentazioni grida al Signore: “Il nome del Signore è una forte torre; il giusto vi corre, e vi trova un alto rifugio” (Proverbi 18:10).




"Ché le vie dell'uomo stan davanti agli occhi dell'Eterno, il quale osserva tutti i sentieri di lui.
L'empio sarà preso nelle proprie iniquità, e tenuto stretto dalle funi del suo peccato.
Egli morrà per mancanza di correzione, andrà vacillando per la grandezza della sua follia."
(Proverbi 5:21,23)
Liberamente adattato da internet
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2 comments:

  1. grazie Ruth.. davvero molto bello questo post.. credo che ci sia proprio tutto...Che il SIgnore ti benedica grandamente

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  2. Carissima sorella hai ragione, ci sono tantissime delle tentazioni che satana compie verso tutti noi, sta davvero solo a noi non seguire la sua voce e ascoltare ciò che la Parola di Dio ci insegna per sfuggire al male

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