La Festa delle Trombe | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

Ultime News

    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

    • Abramo era giudeo?

    • Un unico eletto

    • Vicini alla fine

    • Il quasi cristiano

giovedì 7 aprile 2011
Unknown

La Festa delle Trombe

festa delle trombe

Le Feste dell’Eterno

Il capitolo 23 del Libro del Levitico presenta l’insieme delle sette Feste solenni che il popolo d’Israele doveva osservare, secondo l'ordine dato dall'Eterno a Mosè. Ogni festa rappresenta un segno profetico concernente la vita ed il ministero del Signore Gesù Cristo. Questi segni, di conseguenza, si applicano anche alla Chiesa, Corpo di Cristo.

Il piano completo di Dio per l'umanità è rivelato, in una maniera straordinaria, dalla perfetta ed esatta natura del calendario delle sette Feste dell'Eterno che Israele doveva osservare. Sostanzialmente, tra la prima e la settima Festa, si svolge il destino completo della specie umana.
Il calendario di Dio è basato sulle fasi lunari e solari. Ogni mese ebraico comincia, quindi, immediatamente dopo una luna nuova.

Ecco l'elenco di queste Feste e la loro data

- La Festa della Pasqua ebraica: il 14 del mese di Nisan. Prima luna piena di primavera.

- La Festa dei Pani Azzimi (senza lievito): dal 15 al 22 del mese di Nisan.

- La Festa delle Primizie: il primo giorno della settimana che segue il sabato della Pasqua del mese di Nisan (n.b.: il sabato della Pasqua è il primo sabato che segue il giorno di Pasqua, n.d.t.). Potrebbe essere il 16 del mese, se il 15 fosse un sabato. Altrimenti, è necessario aspettare il primo giorno della settimana che segue il primo sabato della Pasqua.

- La Festa di Pentecoste: il 6 del mese di Sivan.

- La Festa delle Trombe: il primo del mese di Tishri.

- La Festa delle Espiazioni: il 10 del mese di Tishri.

- La Festa dei Tabernacoli: il 15 del mese di Tishri.

Le feste di Primavera
sangue
A. Pesach (Festa della Pasqua - Levitico 23:5). L'anno religioso ebraico comincia quel giorno. Questo giorno commemora il sacrificio dell'agnello, nel paese di Egitto, che ha segnato la liberazione finale del popolo d’Israele. Il sangue dell'agnello è stato applicato sugli stipiti e sulle porte di ogni casa. L'angelo distruttore, vedendo il sangue, passava al di sopra della casa, senza colpire i suoi occupanti.
Significato spirituale per la Chiesa: Questa Festa rappresenta la messa a morte del Signore Gesù, il giorno stesso della Pasqua. L'Agnello di Dio ci ha liberati della schiavitù del peccato, della carne, del mondo e del diavolo. La nostra "casa" (il nostro corpo) è segnato dal sangue dell'Agnello, questo sangue prezioso col quale siamo stati riscattati.
L'anno della morte del Signore, il giorno della Pasqua (14° giorno del mese di Nisan) doveva essere un mercoledì, per permettere al Signore di rimanere nella tomba tre giorni e tre notti. Il "Venerdì Santo" del Cattolicesimo è una tradizione senza alcun fondamento né biblico né storico.
La Pasqua ebraica rappresenta quindi anche la nostra morte in Cristo.

B. Chag HaMotzi (Festa dei Pani Azzimi - Levitico 23:6). Questa Festa si osservava fin dal giorno seguente la Pasqua, il quindicesimo giorno del mese di Nisan e durava sette giorni, dal 15 al 21 del mese di Nisan. Il quindicesimo giorno di Nisan, cioè il primo giorno della Festa, era festivo (non lavorativo). Durante questa Festa, gli Israeliti dovevano mangiare pane senza lievito. Il lievito rappresenta il peccato. Il fatto di mangiare durante sette giorni dei pani senza lievito rappresentava il cammino nella santità. Si dovevano anche pulire completamente le case da ogni traccia di lievito.
Gli ebrei hanno varcato il Mare Rosso, all’asciutto, durante la Festa dei Pani Azzimi.
Ogni pane senza lievito (matzah) fu striato (come flagellato) e forato. L’usanza ebraica era di seppellire, nascondere e "resuscitare" il secondo dei tre pani azzimi (quello del centro, che rappresenta Gesù messo nella tomba).
Ciò rappresenta la sepoltura di Cristo. Il suo corpo puro e senza peccato fu flagellato e forato sulla croce, ed Egli, per amore, morì per noi. Gesù è anche il "Pane della Vita" disceso dal Cielo. Egli è nato a Betlemme, che in ebraico significa "casa del pane."
Gesù è stato seppellito la sera della Sua morte, ovvero, all'inizio del giorno seguente la Pasqua. Se il giorno di Pasqua era un mercoledì (questo giorno cominciava dalla sera di martedì), il quindicesimo giorno del mese di Nisan cominciò fin dalla sera di mercoledì. Era un giorno festivo, esattamente come un sabato.
Questa Festa rappresenta anche la nostra sepoltura in Cristo.

C. Yom Habikkurim (Festa delle Primizie - Levitico 23:11). Questa Festa si osservava il primo giorno della settimana che segue il sabato della Pasqua (n.b.: il sabato della Pasqua è il primo sabato che segue il giorno di Pasqua, n.d.t.). Quel giorno, le primizie di ogni prodotto del paese erano presentate all’Eterno, per ringraziarLo della fertilità che Egli concedeva al Suo popolo.
Gesù è risorto il primo giorno della settimana. Egli è la "Primizia" della risurrezione e di coloro che risorgeranno. Siccome la Festa dei Pani Azzimi è cominciata la sera di mercoledì ed essendo il giovedì festivo (non lavorativo come un sabato), in quanto primo giorno di questa festa, ne consegue che il venerdì era un giorno normale di lavoro. È in questo giorno che le donne hanno dovuto preparare gli aromi per imbalsamare il corpo di Gesù. Ma il giorno successivo essendo un sabato ordinario (il primo sabato dopo la Pasqua), si sono riposate, per andare al sepolcro il mattino del primo giorno della settimana.
Ma questo primo giorno della settimana (domenica) era cominciato già la sera del sabato (shabbat). Gesù era già risorto la "mattina del primo giorno della settimana", domenica mattina, quando le donne arrivarono al sepolcro. Per rispettare i "tre giorni e le tre notti" nella tomba, il Signore deve quindi essere risorto già alla fine del giorno di sabato, prima della notte. I Vangeli dicono infatti: "Gesù, essendo risorto la mattina del primo giorno della settimana" (Marco,16:9). Questo non significa che Egli sia risorto effettivamente la mattina del primo giorno della settimana. Questo può volere dire anche che Egli era già risorto il mattino del primo giorno della settimana, quando le donne sono arrivate al sepolcro
Questa Festa delle Primizie rappresenta anche la nostra risurrezione in Cristo.

Queste tre prime Feste della Primavera rappresentano le tre tappe della nostra salvezza in Gesù Cristo: la nostra morte, la nostra sepoltura e la nostra risurrezione in Cristo.

D. Shavu'ot (Festa di Pentecoste - Levitico 23:16). Questa Festa si celebrava "il giorno seguente il settimo Sabato dopo il sabato che segue la Festa delle Primizie", ovvero il cinquantesimo giorno seguente.
È anche il giorno in cui gli Ebrei commemorano il dono della Torah a Mosé da parte dell’Eterno, sul Monte Sinai.
Si può anche notare che il giorno in cui Mosé discese dal Monte Sinai con le Tavole della Legge, circa "tremila uomini" morirono a causa dell'idolatria del popolo (Esodo 32:28). In compenso, il giorno della Pentecoste, in seguito alla predicazione di Pietro, "circa tremila anime" si convertirono a Cristo (Atti,2:41)!
È nello stesso giorno della Festa di Pentecoste che lo Spirito Santo è stato versato sulla Chiesa, segnando l'inizio del tempo della grazia che deve durare fino al ritorno del Signore.
Durante questa festa, dovevano essere offerti due pani intrecciati, cotti con lievito. Essi rappresentano la chiesa, composta da Ebrei e Gentili uniti nello stesso Corpo.
Le prime quattro Feste della Primavera si sono già compiute durante la vita ed il ministero del Signore Gesù. Le tre Feste d'autunno devono ancora compiersi, nel loro conseguimento profetico per Cristo e per la Chiesa. Noi siamo perciò sempre sotto il regime di Shavu'ot, della Pentecoste, ovvero dello Spirito Santo.

Le Feste dell'autunno
le trombe
Tre Feste si celebravano in autunno, tra settembre e ottobre:

E. Yom Teru'ah (Festa delle Trombe - Levitico 23:24). Questa Festa doveva essere celebrata il primo giorno del mese di Tishri, in settembre. Essa dura un giorno in Israele e due giorni fuori d'Israele. L'intervallo, di quasi quattro mesi, che intercorre tra la Festa di Pentecoste e la Festa delle Trombe, rappresenta il tempo della Chiesa. È anche un tempo di siccità in Israele, ma anche il tempo della maturazione dei raccolti e delle messi.
L'ultimo mese dell'estate è il mese di Elul. Durante questo mese, ogni giorno, suonava solo una volta lo shofar (il corno d’ariete), per preparare il popolo alle prossime tre feste dell'autunno.
Infine, il primo giorno del mese di Tishri, che segna l’inizio della Festa delle Trombe, lo shofar squilla 100 volte, per radunare i fedeli e convocarli al Tempio. Tutti dovevano allora abbandonare i lavori del raccolto per recarsi alla Festa.
Questo giorno segna anche il primo giorno dell'anno civile Ebraico, o Rosh Hashanah.
In 1Corinzi 15:51-53, Paolo parla del suono della tromba di Dio che deve risvegliare i morti e indicare il giorno del Rapimento della Chiesa. I Cristiani cesseranno allora di mietere per partire e incontrare il Signore nell’aria.
Questo giorno simboleggia dunque la risurrezione di tutti coloro che sono "morti in Cristo", ed il "cambiamento in un batter d’occhio" di tutti coloro che saranno viventi, nel giorno del Rapimento.
Secondo la tradizione Ebraica, questo sarà il Giorno del Giudizio, in cui il Creatore giudicherà tutti gli abitanti della terra. Questo giorno era anche considerato come quello dell'inizio della creazione.
Il fatto che le prime quattro tappe profetiche del ministero di Gesù, corrispondano alle prime quattro Feste della primavera, ci permette di pensare che le ultime tre tappe profetiche del Suo ministero saranno a loro volta inaugurate gli stessi giorni delle ultime tre Feste d'autunno.
Il Rapimento della Chiesa, che coincide col giorno della risurrezione dei morti in Cristo, dovrebbe perciò  avvenire durante una delle prossime Feste delle Trombe.

Ecco le date delle prossime Feste delle Trombe
ultima tromba
2011: Giovedì 29 settembre (1 Tishri 5772)
2012: Lunedì 17 settembre (1 Tishri 5773)
(Notare che i giorni ebraici cominciano di sera alla vigilia).

F. Yom Kippur (Festa delle Espiazioni - Levitico 23:27). Questa Festa doveva celebrarsi il decimo giorno del mese di Tishri. È il giorno più santo dell'anno religioso Ebraico. Questo giorno era preceduto, proprio dopo la Festa delle Trombe, dai "giorni terribili/pericolosi." Questi erano dei giorni di preparazione allo Yom Kippur che doveva seguire, dei giorni di esame di sé, pentimento, riconciliazione e messa in ordine davanti all’Eterno. Gli ebrei dovevano affliggere le loro anime nel giorno dello Yom Kippur. Loro non dovevano né mangiare né bere durante 24 ore.
È il giorno dello Yom Kippur: una volta all’anno il Sommo Sacerdote aveva il diritto di entrare nel Luogo Santissimo, col sangue di agnelli e di capri, per fare l’espiazione per sé stesso e per il popolo. È in quest’unica occasione annuale che il Sommo Sacerdote poteva anche pronunciare, nel Luogo Santissimo, il nome impronunciabile dell’Eterno.
Il Sommo Sacerdote iniziava sacrificando un toro per sé stesso. Poi sacrificava un capro "per il Signore", ed entrava nel Luogo Santissimo per spargere il sangue sul propiziatorio. Poi metteva (con imposizione delle mani n.d.t.) i peccati del popolo su un altro capro, il "capro per Azazel", che veniva poi scacciato nel deserto (Levitico 16). Azazel rappresenta Satana, che sarà legato per mille anni durante il Millennio.
Questa Festa simboleggiava quindi la riconciliazione degli Ebrei con Dio.
Questa Festa si compirà profeticamente all’epoca del ritorno del Signore Gesù sulla terra, nel momento della battaglia di Harmagheddon. Questo ritorno avverrà il giorno dello Yom Kippur del settimo anno dopo la Festa delle Trombe dello stesso anno del Rapimento della Chiesa.
Questo giorno sarà quello del riconoscimento di Gesù Cristo come loro Messia, da parte di tutti gli Ebrei sopravvissuti. Sarà il giorno della conversione generale di Israele a Cristo. 

G. Sukkot (Festa dei Tabernacoli - Levitico 23:34). Questa Festa cominciava il quindicesimo giorno del mese di Tishri, e durava sette giorni. "Il 22° giorno, o ottavo giorno, era anche un giorno santo distinto dagli altri e costituiva l’ultimo grande giorno della Festa."
Così come la Pasqua inaugurava le Feste della primavera, ed era seguita dai sette giorni della Festa dei Pani Azzimi, così l'ultima delle Feste dell'Eterno, comprendeva i sette giorni della Festa dei Tabernacoli, seguiti da un ottavo giorno, distinto dagli altri, che era "l’ultimo grande giorno della Festa." Questo grande giorno finale segna il termine di tutte le Feste dell'Eterno e del ciclo religioso.
La Festa dei Tabernacoli celebra il fatto che Dio aveva provveduto dei rifugi per il Suo popolo durante l’attraversamento del deserto, dopo l'uscita dell'Egitto.
Questa Festa avrà il suo pieno compimento profetico quando il Signore ritornerà con la Sua Chiesa "Tabernacolo", per abitare in mezzo al Suo popolo, dopo il Suo ritorno sulla terra, per instaurare il Suo Regno millenario. Il suo grande Tabernacolo sarà situato a Gerusalemme, che sarà il centro del mondo futuro. Le nazioni del mondo intero saliranno a Gerusalemme, ogni anno, per la Festa dei Tabernacoli (cfr.Zaccaria 14:16-17). 
Questa Festa dei Tabernacoli del settimo anno, dopo l'inizio della Tribolazione, segnerà, quindi, l'inaugurazione ufficiale del Millennio.
L’"ultimo grande giorno della Festa", l'ottavo giorno, rappresenta ciò che accadrà alla fine del Millennio, nel momento dell’ultimo Giudizio, quello del "Grande Trono Bianco" che precede la nuova creazione, il nuovo cielo e la nuova terra sulla quale discenderà la Nuova Gerusalemme. La morte non ci sarà più. La storia di questa terra finirà e inizierà l'eternità col Signore.
Possiamo quindi notare come questo ciclo delle sette Feste dell’Eterno, date al popolo ebraico, riveste un grande significato profetico sia per la Chiesa del Signore Gesù, sia per il mondo intero.
Non si tratta, per la Chiesa della Nuova Alleanza, di ritornare alla pratica obbligatoria di queste Feste. I cristiani che desiderano celebrarle possono farlo liberamente, come commemorazione, ma non si tratta più di una ordinanza legale, come sotto la Legge di Mose.
Tuttavia è importante per la Chiesa comprendere il senso spirituale di queste Feste, osservandole in modo spirituale. Ogni Festa rivelava uno degli aspetti essenziali del carattere di Dio e prefigurava un aspetto fondamentale della vita e del ministero del Messia, Gesù Cristo il nostro Signore.
La grande lezione da trarre da queste Feste, è che noi dobbiamo essere sempre pronti, permanentemente, a servire e celebrare il Signore, amandoLo con tutto il nostro cuore, con tutti i nostri pensieri, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze.
Non si tratta di aspettare da lontano l’arrivo della prossima Festa delle Trombe, per prepararci poi alla svelta! Non ne avremmo il tempo. Si tratta di condurre una vita che sia permanentemente alla gloria del Signore, come se ogni giorno della nostra vita dovesse essere quello del Rapimento!
Ogni giorno deve essere per noi un grande giorno di Festa per l'Eterno! Poi, quando l'ultima tromba suonerà, beneficeremo pienamente della grazia di Dio per andare incontro al Signore. 
Ora  sviluppiamo quanto scritto

Innanzi tutto riassumiamo ancora una volta l'essenziale dell'articolo :
Le Feste dell'Eterno sono sette: quattro in primavera, e tre in autunno.
Le quattro feste della primavera hanno corrisposto, esattamente nel medesimo giorno, ad un evento preciso della vita del Signore e della Chiesa:
- Cristo morì lo stesso giorno della Festa della Pasqua ebraica.
- È stato seppellito il primo giorno della Festa dei Pani Azzimi.
- È risorto lo stesso giorno della Festa delle Primizie.
-Lo Spirito Santo discese sulla Chiesa il medesimo giorno della Festa di Pentecoste.
Si può dunque ragionevolmente pensare che le tre feste dell'autunno corrispondano anche ad un evento fondamentale della vita del Signore e della Sua Chiesa. 

Ecco gli eventi ai quali, probabilmente, corrisponderanno queste feste d'autunno : 

- Il Rapimento della Chiesa dovrebbe avvenire durante una delle prossime Feste delle Trombe.

- Il ritorno del Signore sulla terra dovrebbe verificarsi il giorno stesso della Festa dello Yom Kippur che segue il Rapimento della Chiesa, poiché sarà in quel momento che tutti gli ebrei sopravvissuti alla Grande Tribolazione si convertiranno al vero Messia.

- L'inizio del Millennio dovrebbe essere proclamato il giorno della Festa dei Tabernacoli, che è la Festa che segue lo Yom Kippur. 


La Festa delle Trombe e il Rapimento

suonare lo shofar
Il significato profondo della Festa delle Trombe nel Giudaismo, e la sua applicazione al Rapimento della Chiesa.
La Festa delle Trombe (Yom Teruah) è la prima delle tre grandi feste dell'autunno, nel calendario religioso Ebraico.
Così come le quattro feste della primavera corrisposero alla prima venuta di Gesù, le tre feste d'autunno devono corrispondere al secondo avvento del Signore.
Queste due serie di feste sono separate da un lungo periodo, corrispondente al tempo della Chiesa. È il tempo della maturazione del raccolto e della messe. È anche un tempo di grande siccità in Israele. 
La Festa delle Trombe è l’unica ad essere celebrata in un giorno di luna nuova. Deve essere celebrata in un arco di due giorni che formano un’unica "lunga giornata". Era nota come la festa "della quale non si conosce né il giorno né l'ora."
Appena la prima mezzaluna era vista dai due testimoni incaricati di questo compito, venivano suonati cento colpi di tromba: 11 serie formate da nove brevi colpi ciascuna e alla fine di queste serie un suono potente e prolungato, quello dell’"ultima tromba". Questa è l’"ultima tromba" di cui parla l'apostolo Paolo in 1Corinzi 15:51-53.
 

Questo ordine preciso di suoni diversi, brevi e prolungati, indicava anche, agli Ebrei nel deserto, che dovevano prepararsi a lasciare l’accampamento, per dirigersi verso un luogo nuovo di riposo.
Qual’è il significato della Festa delle Trombe presso gli Ebrei? È multiplo.
Il suono della tromba, o piuttosto dello shofar (corno di ariete), è prima di tutto destinato a ricordare ai Giudei che il Dio d'Israele è un Dio di misericordia, ma anche un Dio di giudizio. Il suono della tromba è una chiamata al pentimento, ricordando a Dio la Sua misericordia per coloro che si pentono.
È anche l'annuncio del giudizio per coloro che rifiutano di pentirsi. I più grandi giudizi divini devono manifestarsi a partire da questo giorno. È perciò contemporaneamente l'annuncio della risurrezione e del rapimento dei giusti, ma anche del giudizio finale degli ingiusti.
 

Nel Giudaismo, la Festa delle Trombe evoca ancora molte cose: 

 
- Tradizionalmente, il giorno della Festa delle Trombe commemora la creazione di Adamo, nel sesto giorno della creazione, immediatamente prima del riposo divino dello shabbat. Per noi, esso rappresenta il benedetto giorno in cui il nostro corpo sarà risuscitato o mutato in un batter d’occhio nel momento del Rapimento della Chiesa e che precede le nozze dell'Agnello nel Cielo, prima del grande Shabbat della terra che rappresenta il Millennio.
- Questo giorno segna anche il primo giorno dell'anno civile Ebraico, o Rosh Hashanah. 

 
- Il giorno della Festa delle Trombe è anche il giorno anniversario della nascita di Noé. Noé è una figura del Rapimento della Chiesa (Genesi 7:6 e 8:13). È anche il giorno in cui scoperchiò l'arca, quando la terra si asciugò. 

 
-Questo giorno annuncia anche il giorno dell'inizio del giudizio divino (Geremia 30:6-7 e Sofonia 1:14-16). Si tratta del Grande Giorno dell’Eterno.

 
- Questo giorno della Festa delle Trombe è quello del radunamento degli eletti di Dio (Numeri 29:1-6). Lo shofar era sempre usato per radunare il popolo, specialmente per raggruppare le truppe o per "levare il campo." (1Tessalonicesi 4:16: "…perché il Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno per primi").

Libri sacri

È in questo giorno dello Yom Kippur che i libri vengono chiusi, ed è pronunciata la sentenza divina. Il Signore vuole sempre avvertire i peccatori prima di pronunciare i Suoi giudizi. Solo quelli che si pentono sfuggono al Suo giudizio.
Ricordiamo che il giorno dello Yom Kippur è quello che dovrebbe vedere il ritorno del Signore sulla terra con la Chiesa. Tutti gli ebrei sopravvissuti alla Grande Tribolazione, riconosceranno allora "Colui che essi hanno trafitto", e si convertiranno a Gesù il loro Messia (Romani 11:12).
È interessante sapere che, nella tradizione ebraica, quando Mosé discese per la seconda volta dal Monte Sinai, con le Tavole della Legge, era proprio il giorno dello Yom Kippur. Più tardi, quando Mosé costruì e consacrò il Tabernacolo, era il primo giorno del primo mese (Esodo 40:1). È questo primo giorno del primo mese (mese di Nisan) che segna l'inizio dell'anno religioso.
E
zechiele ricevette la visione del Tempio del Millennio il giorno dello Yom Kippur, il decimo giorno del primo mese (Ezechiele,40:1).
D'altra parte, quando Salomone consacrò il Tempio di Gerusalemme, era il giorno della Festa dei Tabernacoli, figura del Millennio (2Cronache 5:3).

 
- Le trombe vengono anche suonate per annunciare il giorno delle nozze del Messia (Gioele,2:15-16). È anche in questo giorno che la Chiesa risorta sarà unita per sempre col suo Signore, quando Egli verrà a rapirla da questa terra per incontrarLo nell’aria, e condurla alle nozze dell'Agnello. 


Il matrimonio ebraico
sposa
  • Il matrimonio era combinato e approvato dai genitori, in particolare dal padre.
  • Il fidanzato doveva presentarsi al domicilio della sua futura fidanzata con tre cose: una forte somma di danaro, un progetto di contratto di matrimonio, ed un otre di vino.
  • Veniva fissato un prezzo per "l'acquisizione" della sposa. Questo prezzo doveva essere pagato dal fidanzato.
  • La fidanzata doveva dare il suo consenso.
  • Nel momento in cui l’accordo veniva concluso, si versava del vino in una coppa, per sigillare l'alleanza. Il fidanzamento era così concluso. I fidanzati erano giuridicamente uniti come marito e moglie, ma senza poter ancora coabitare.
  • Veniva quindi scritto un documento, il ketubah, che fissava il "prezzo" della fidanzata, le promesse fatte dal fidanzato, e i diritti della fidanzata.
  • Il fidanzato dava poi dei regali (doni) alla sua fidanzata.
  • La fidanzata doveva passare attraverso un bagno rituale, o "mikveh", simboleggiando l'abbandono della sua vecchia vita ed il suo passaggio ad una vita nuova.
  • Il fidanzato ritornava alla casa di suo padre, per preparare un posto alla sua fidanzata. Questo posto era chiamato la "camera"
  • La fidanzata, da parte sua, si preparava alla sua futura vita di sposa e di madre ed al ritorno del suo fidanzato.
  • Solo il padre del fidanzato poteva fissare la data di questo ritorno, perché era necessario che egli fosse completamente soddisfatto dei preparativi fatti da suo figlio per la sua fidanzata.
  • Il ritorno del fidanzato avveniva generalmente di notte, al suono dello shofar. Egli portava la sua fidanzata nella sua "camera", dove la loro unione veniva consumata. Poi una grande festa di sette giorni rallegrava tutti gli invitati.
  • È facile vedere tutti i simboli meravigliosi che si incontrano nella relazione tra Cristo e la Sua Sposa!
  • Le trombe sono suonate anche per annunciare l'incoronazione del Messia, del Re d'Israele (Salmi 47 e 98:6-9). Il Signore è incoronato come Re di Israele e del mondo. La sua sovranità è allora affermata.
  • È interessante sapere che i re di Israele e Giuda venivano generalmente incoronati proprio nel giorno della Festa delle Trombe. È allora che essi erano proclamati re, salivano pubblicamente sul trono, ricevevano l'unzione dell’olio reale erano acclamati da tutti i loro sudditi, venuti a rendergli omaggio e fedeltà.
In quale stato spirituale si troverà la Chiesa nel momento del Rapimento?
orologio
Nel momento del Rapimento, la Chiesa fedele sarà pronta! Essa starà vegliando e pregando. Non sarà sorpresa come da un ladro nella notte. È la Chiesa morta che sarà sorpresa.
Ecco ciò che dice Paolo ai Tessalonicesi:
"Ora, quanto ai tempi e alle stagioni, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva, poiché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. Quando infatti diranno: "Pace e sicurezza", allora una subitanea rovina cadrà loro addosso, come le doglie di parto alla donna incinta e non scamperanno affatto. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno vi sorprenda come un ladro. Voi tutti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre. Perciò non dormiamo come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri. Infatti coloro che dormono, dormono di notte, e coloro che s'inebriano, s'inebriano di notte. Ma noi, poiché siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore, e preso per elmo la speranza della salvezza. Poiché Dio non ci ha destinati all'ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo"(1 Tessalonicesi 5:1-9). Il testo (greco) parla di "tempi e stagioni." Paolo faceva dunque riferimento ai tempi e alle stagioni delle convocazioni solenni dell'Eterno, cioè alle Feste consacrate dell'Eterno.
Paolo afferma chiaramente che i Cristiani che vivono come figli del giorno e della luce non saranno sorpresi da questo giorno! Sono i Cristiani della chiesa morta che saranno sorpresi, come dice Gesù nell'Apocalisse alla Chiesa di Sardi:
"E all'angelo, della chiesa in Sardi scrivi: queste cose dice colui che ha i sette Spiriti di Dio e le sette stelle. Io conosco le tue opere; tu hai la reputazione di vivere, ma sei morto. Sii vigilante e rafferma il resto delle cose che stanno per morire, perché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. Ricordati dunque quanto hai ricevuto e udito; serbalo e ravvediti. Se tu non vegli, io verrò su di te come un ladro, e non saprai a quale ora verrò su di te"(Apocalisse 3:1-3).
 La Chiesa di Sardi è morta e se non si ravvede non saprà a quale ora il Signore verrà. 
Nella tradizione ebrea, il sommo sacerdote ed il capitano delle guardie del Tempio erano anche soprannominati dei "ladri nella notte." Effettivamente, i sacerdoti che vegliavano continuamente sul fuoco sacro e sulla manutenzione del candeliere non dovevano mai addormentarsi durante il loro servizio. Se il sommo sacerdote o il capitano delle guardie, durante una visita improvvisa, sorprendevano un sacerdote addormentato, davano fuoco ai suoi vestiti. Questo doveva liberarsi dei suoi vestiti infiammati e scappare con vergogna. Ciò ricorda la frase "così che la vergogna della sua nudità non appaia" (Apocalisse 3:18).
Ne risulta che la Chiesa vivente, saprà in che momento il Signore ritornerà, anche se non conosce esattamente né il giorno né l'ora! Essa non si lascerà sorprendere, perché veglia permanentemente.
Il Signore Gesù ha detto: "Or fate attenzione che talora i vostri cuori non siano aggravati da gozzoviglie, da ubriachezza e dalle preoccupazioni di questa vita, e che quel giorno vi piombi addosso all'improvviso. Perché verrà come un laccio su tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché abbiate la forza di scampare a tutte le cose che staranno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo" (Luca,21:34-36).
In Matteo 24, Gesù disse anche:
"Qual è dunque quel servo fedele e avveduto, che il suo padrone ha stabilito sulla sua gente, per dar loro il cibo a suo tempo? Beato quel servo che il suo padrone, quando egli tornerà, troverà facendo così. In verità vi dico che gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni. Ma, se quel malvagio servo dice in cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire", e comincia a battere i suoi conservi, e a mangiare e a bere con gli ubriaconi; il padrone di quel servo verrà nel giorno in cui meno se l'aspetta e nell'ora che egli non conosce; lo punirà duramente e gli riserverà la sorte degli ipocriti. Lì sarà il pianto e lo stridore di denti (Matt.24:45-51).
Né il buono, né il cattivo servitore, conoscono l'ora esatta del ritorno del loro padrone. Ma il buon servitore ha continuato fedelmente a portare a termine il suo compito. 
È ciò che la Chiesa fedele continuerà a fare fino alla fine. 
In questo versetto Gesù afferma: "Quanto poi a quel giorno e a quell'ora, nessuno li conosce, né gli angeli dei cieli, né il Figlio ma soltanto il Padre mio"
Non si tratta quindi di fissare né un giorno né un'ora, ma osservare i segni!  
Se noi prendiamo questo verso di Matteo 24:36 nel senso letterale più stretto, esso ci dice solo che noi non sapremo mai né il giorno né l'ora del ritorno del Signore. Anche se noi sapessimo, per esempio, che Gesù deve ritornare durante la Festa delle Trombe 2012 noi non possiamo sapere né il giorno né l'ora, in quanto questa festa si svolge durante due giorni, e che la scelta del giorno e dell'ora appartiene al Padre.

Tuttavia, senza sapere il giorno né l'ora, noi possiamo conoscere il momento o il periodo, a partire dai segni che ci sono dati nella Bibbia.

Ciò significa che possiamo, e dobbiamo, osservare i segni dei tempi e dei momenti, come Paolo dice ai Tessalonicesi. Se il Signore decise di intervenire, nella storia degli uomini, durante le precedenti Feste dell'Eterno, significa che queste rivestono un'importanza considerevole nell'osservazione dei tempi.

È parte del ruolo della chiesa fedele osservare accuratamente i segni dei tempi, e avvertire il mondo e la Chiesa dell'importanza di certi eventi, specialmente quando sono stati profetizzati nella Bibbia.

La conoscenza di queste informazioni non ci deve assolutamente demotivare o spingerci alla passività, nell'attesa del ritorno ineluttabile del Signore. Ma deve, al contrario, stimolarci a riscattare il tempo, innalzare i nostri capi, perché la nostra liberazione si avvicina!

lume
I tempi sono molto brevi! Raddoppiamo gli sforzi per avvertire tutti coloro che sono attorno a noi.Viviamo ed agiamo permanentemente come se questo ritorno dovesse accadere nei giorni o nelle settimane che vengono, sapendo che Egli può tardare! Così non saremo mai sorpresi, anche se questo ritorno dovesse farsi ancora attendere! Rimaniamo pronti noi stessi e vegliamo permanentemente, qualunque sia il momento del ritorno del Signore! 
 

 
 

"E avverrà che ogni sopravvissuto di tutte le nazioni venute contro Gerusalemme salirà di anno in anno ad adorare il Re, l'Eterno degli eserciti, e a celebrare la festa delle Capanne. "
(Zaccaria 14:16


Liberamente adattato da internet

  • Blogger Commenti
  • Facebook Commenti

2 comments:

  1. Bellissimo articolo pieno di utili riflessioni per il nostro cammino cristiano e splendida conclusione incentrata sull'atesa del nostro Signore.
    Iddio ti benedica sorella Ruth.

    RispondiElimina

Tutti i commenti non inerenti verranno cestinati

Item Reviewed: La Festa delle Trombe 9 out of 10 based on 10 ratings. 9 user reviews.