Nessuno Ma Gesù | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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mercoledì 4 gennaio 2012
Unknown

Nessuno Ma Gesù

Gesù

Sermone predicato nella mattinata di Domenica, 
17 Febbraio 1861 dal Rev. C. H. Spurgeon, 
A Exeter Hall, Strand 

"Chi crede in lui non è condannato" (Giovanni 3:18)

La via della salvezza è descritta nella Scrittura in termini veramente semplici, eppure, forse, non esiste una verità su cui siano stati proferiti così tanti errori, come ciò che concerne la fede che salva l'anima.
Bene è stato dimostrato dall'esperienza, che tutte le dottrine di Cristo sono misteri. Misteri non tanto in se stessi, ma perché sono nascosti a coloro che sono perduti, ai quali il dio di questo mondo ha accecato gli occhi.
E' così semplice la Scrittura, che sarebbe stato detto "uno che corre può leggere"; ma l'occhio dell'uomo è così debole, ed è così distorta la sua comprensione, che la più semplice verità della Scrittura viene travisata e distorta.
E infatti, fratelli miei, anche per quelli che sanno cosa è la fede, personalmente e in via sperimentale, non sempre è facile dare una buona definizione di essa. Pensano di avere colpito nel segno, e poco dopo si lamentano di aver fallito.
Sforzando se stessi per descrivere alcune parti della fede, scoprono di averne dimenticate altre, e nell'eccesso di zelo per togliere al peccatore anche un solo errore, spesso lo portano ad un errore peggiore.
Così credo di poter dire che, anche se la fede è la cosa più semplice del mondo, essa è uno degli argomenti più difficili su cui predicare, perché dalla sua grande importanza, la nostra anima inizia a tremare appena parliamo di essa, e così non siamo in grado di descriverla come vorremmo.
Io intendo questa mattina, con l'aiuto di Dio, mettere insieme alcuni pensieri sulla fede, su ognuno dei quali posso aver già parlato in tempi diversi, ma che non sono mai stati raccolti insieme in un sermone prima d'oggi, e che (non ho dubbi) sono stati fraintesi, per non essere stati messi nel loro giusto ordine consecutivo.
Parlerò un po' su ognuno di questi punti. Primo, l'oggetto della fede, o ciò che appare. Poi, la ragione della fede, da dove viene. In terzo luogo, il terreno della fede, o come si usa quando arriva. Quarto, il mandato della fede, o perché essa si affronta per arrivare a Cristo. E infine il risultato della fede, o come essa accelera quando ti fa andare a Cristo.

I.
L'OGGETTO DELLA FEDE,
o ciò a cui la fede guarda

Nella Parola di Dio mi viene detto di credere... ma in cosa devo credere? Mi è stato ordinato di guardare... ma a cosa devo guardare? Quale deve essere l'oggetto della mia speranza, fede, e confidenza?
La risposta è semplice. L'oggetto della fede per un peccatore è Gesù Cristo.
Quanti sbagliano su questo pensando che devono credere in Dio Padre! Ora credere in Dio è il risultato successivo della fede in Gesù. Noi arriviamo a credere nell'amore eterno del Padre come risultato della fede nel prezioso sangue di Gesù.
Molti uomini dicono: "io crederei in Cristo se sapessi che sono stato eletto". Questo è arrivare al Padre, e nessun uomo può arrivare al Padre se non attraverso Cristo. L'elezione è opera del Padre, tu non puoi arrivare direttamente a Lui, pertanto non puoi sapere se sei stato eletto finché non hai creduto in Cristo il Redentore, solo attraverso la redenzione puoi arrivare al Padre e conoscere la tua elezione.
Alcuni, inoltre, commettono l'errore di cercare l'opera dello Spirito Santo di Dio. Essi guardano dentro se stessi per vedere se hanno certi sentimenti, e se li trovano, allora la loro fede diventa forte, ma se questi sentimenti non sono in loro, allora la loro fede diventa debole, così che essi la cercano attraverso l'opera dello Spirito, che non è l'oggetto che rafforza la fede del peccatore.
Sia il Padre che lo Spirito Santo sono da considerare degni di fede, così da completare la redenzione, ma per la particolare grazia della giustificazione e del perdono, il sangue del Mediatore è l'unico motivo richiesto. I cristiani devono avere fede nello Spirito dopo la conversione, ma l'occupazione del peccatore, se egli vuole essere salvato, non è attraverso la fede nello Spirito né cercando lo Spirito, ma guardando a Gesù Cristo, e solo a Lui.
So che la tua salvezza dipende dall'intera Trinità, tuttavia il primo e immediato oggetto della fede giustificatrice di un peccatore non è Dio Padre, o Dio Spirito Santo, ma Dio il Figlio incarnatosi per offrire l'espiazione per i peccatori.
Hai l'occhio della fede? Allora guarda a Cristo come Dio.
Se vuoi essere salvato, credi che Egli è Dio su ogni cosa e benedetto nei secoli.
Inchinati di fronte a Lui e accettaLo come " Vero Dio da Vero Dio", perché se tu non lo fai, non avrai nessuna parte in Lui.
Quando avrai creduto a questo, crederai in Lui anche come uomo. Credere alla meravigliosa storia della Sua incarnazione, significa affidarti alla testimonianza degli evangelisti che presentano l'Infinito nei panni di un bambino, che dichiarano che l'Eterno era celato all'interno di un uomo mortale, che Colui che era il Re del cielo si fece "servo dei servi" e Figlio dell'uomo.
Credi e ammira il mistero della Sua incarnazione, perché se non credi a questo, tu non potrai essere salvato.
Poi specialmente, se vorrai essere salvato, lascia che la tua fede si spalanchi a Cristo nella Sua perfetta giustizia. Vedere Lui, la Sua osservanza della legge senza macchia, nell'obbedire a Suo Padre senza errori; preservando la Sua integrità, senza difetto. Tutto questo devi considerarlo come fatto per tuo conto.
Tu non avresti potuto osservare la legge, Egli l'ha osservata per te. E tu non avresti potuto obbedire a Dio perfettamente - la Sua obbedienza permane in luogo della tua obbedienza - ma tu sei salvato.
Fa attenzione che la tua fede si fissi principalmente su Cristo morente e su come è morto. Visualizza l'agnello muto di fronte ai suoi tosatori; vedilo come uomo di dolori, familiare con la sofferenza; vai con Lui nel Getsemani, e guardalo sudare sangue.
Riconosci che la tua fede non ha nulla a che fare con te stesso, ma con un qualcosa che è al di fuori di te.
Credi in Lui allora, mentre è là sul legno inchiodato mani e piedi che offre la Sua vita per i peccatori. Ecco l'oggetto della fede per la tua giustificazione, non in te stesso, non in qualcosa che lo Spirito Santo ha fatto in te, o qualcosa che ha promesso di fare al tuo posto. Tu devi guardare a Cristo, e solo Cristo.
Allora ecco la tua fede seguire Cristo che sta risorgendo dalla morte. Vedilo, Egli ha sopportato la maledizione, e ora riceve la giustificazione. Egli muore per pagare il debito; egli risorge affinché i segni dei chiodi sulle mani siano testimonianza del debito pagato sulla croce.
Vedilo salire in cielo, e guardalo, quel giorno, intercedere davanti al trono del Padre. Lui è lì e supplica per il suo popolo, offrendo ancora oggi la Sua autorevole intercessione per tutti quelli che vanno a Dio attraverso di Lui.
Lui, come Dio, come uomo, come vivente, come morto, come risorto, e come Re su tutto, Lui, e solo Lui, deve essere l'oggetto della tua fede per il perdono dei peccati.
Su niente altro devi riporre la tua fede. Lui solo deve essere sostegno e pilastro su cui confidare. E ogni altra cosa volessi aggiungervi sarebbe empia e contro Cristo, sarebbe come una ribellione alla sovranità del Signore Gesù.
Ma fa attenzione affinchè la tua fede ti salvi, che mentre guardi a Cristo in tutte queste cose, che tu lo veda come un "sostituto". Questa dottrina della sostituzione è così essenziale per tutto il piano della salvezza che devo spiegarla qui per la millesima volta.
Dio è giusto, deve punire il peccato, Dio è misericordioso, vuole perdonare coloro che credono in Gesù. Come può essere questo? Come può Egli essere giusto ed eseguire la pena, graziando, ed accettando il peccatore?
Lo ha fatto così: ha preso i peccati del suo popolo sollevandoli da loro e mettendoli su Cristo, così che essi potessero di nuovo essere innnocenti, come se non avessero mai peccato, e Cristo invece, è stato visto da Dio come se tutti i peccatori del mondo siano una sola persona. I peccati del suo popolo sono stati tolti dalle persone, realmente ed effettivamente, non metaforicamente, ma in realtà e di fatto, posti su Cristo. Poi Dio è arrivato con la Sua spada fiammeggiante per incontrare il peccatore e punirlo. Ma incontrò Cristo, che non peccò mai, ma che gli furono imputati tutti i peccati del Suo popolo.
La Giustizia dunque ha incontrato Cristo come se fosse stato davvero Lui il peccatore e Lo ha punito per i peccati del Suo popolo, tanto quanto i suoi diritti potevano esigere, fino all’ultimo atomo di pena senza lasciare nella coppa alcun residuo. 
Ed ora, chi considera Cristo il suo sostituto, e ripone in Lui la sua fiducia, è pertanto liberato dalla maledizione della Legge. Quando guardi Cristo che ubbidisce alla Legge, la tua fede deve esclamare: la sta osservando per il Suo popolo!
Quando Lo vedi morire, devi contare ogni goccia di sangue e dire "così Egli ha tolto via i miei peccati". Quando Lo vedi risorgere dai morti, devi dichiarare "Egli risorge per essere il capo e la primizia di tutti i Suoi eletti". Quando Lo vedi seduto alla destra del Padre, devi considerarLo come la garanzia che tutti quelli per cui è morto arriveranno sicuramente a sedere alla destra del Padre.
Impara a considerare Cristo come se, agli occhi di Dio, fosse Lui il peccatore. In Lui non c'era peccato, era "il Giusto", ma ha sofferto per gli ingiusti. Egli era il giusto, ma si è messo al posto degli ingiusti; e tutto ciò che gli ingiusti avrebbero dovuto sopportare, Cristo l’ha sopportato una volta per tutte, ed ha, per sempre, eliminato i loro peccati con il sacrificio di Sé stesso.
Questo è il grande "oggetto" della fede. Ti prego di non sbagliare mai su questo punto, poiché un errore sarebbe molto pericoloso, per non dire fatale.
Per mezzo della fede, considera Cristo come sostituto nella vita, nella morte, nella sofferenza e nella risurrezione, di tutti coloro che il Padre Gli ha dato, e come sacrificio vicario per i peccati di tutti coloro che confidano in Lui. Visto in questa prospettiva, Cristo così come lo abbiamo presentato, è l'oggetto della fede salvifica.
Vorrei sottolineare ancora che sicuramente vi sarà qualcuno che dopo aver letto questo dirà: "Io crederei e sarei salvato, se...". Se cosa? Se Cristo fosse morto? "No, il mio dubbio non riguarda Cristo". Quale è allora il dubbio? "Ebbene, crederei se avessi sentito questo, o se avessi fatto quello”.
Ma io ti dico che non potresti credere in Gesù sulla base dei tuoi sentimenti od opere, perché in tal caso crederesti in te stesso e non in Cristo. La cosa è chiara: se tu fossi così o così allora potresti avere fiducia. Fiducia in che cosa? Ovvio, fiducia nei tuoi sentimenti, fiducia nelle tue azioni, e questo è esattamente l’opposto della fiducia in Cristo. Questo dev'essere ben chiaro. Se tu ragioni così, allora confidi nelle tue sensazioni e nelle tue opere, il che è l'esatto contrario della fede in Cristo!
Fede non significa dedurre sulla base di qualcosa di buono che c'è dentro di me, che sarò salvato; significa ammettere, tra i denti e anche a dispetto dei fatti, che sono colpevole agli occhi di Dio e che merito la Sua condanna. E ciononostante credo che il sangue di Gesù Cristo Suo Figlio, mi purifica da ogni peccato; e nonostante che la mia attuale consapevolezza mi condanni, la mia fede prevale sulla mia consapevolezza ed io credo che "Egli salva perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio" (Ebrei 7:25).
Venire a Cristo come santi è un lavoro facile. Anche confidare nelle cure del dottore quando sai di stare migliorando è facile; ma conservare la tua fiducia nel medico quando ti senti come se la condanna a morte fosse nel tuo corpo, rialzarti quando la malattia si palesa sulla tua stessa pelle, e quando l’ulcera sta accumulando il suo veleno; credere persino allora nell’efficacia della medicina, quella è fede.
Analogamente, quando il peccato ti domina, quando senti che la legge ti condanna allora, persino allora, come peccatore confidare in Cristo sarà l’impresa più ardita che vi sia al mondo.
La fede che ha fatto crollare le mura di Gerico, la fede che ha risuscitato i morti, la fede che ha tappato la bocca dei leoni non era maggiore della fede necessaria ad un povero peccatore per confidare nel sangue e nella giustificazione di Gesù Cristo.
Fa questo, e allora sarai salvato, chiunque tu sia. Se crederai sarai salvato, chiunque tu sia.
L'oggetto della fede, quindi, è Cristo come sostituto per ogni peccatore. Dio in Cristo, ma non Dio indipendentemente da Cristo, né una qualsiasi opera dello Spirito, ma l’opera di Gesù soltanto deve essere considerata da te come fondamento della tua speranza.
Ed ora, in secondo luogo,
II.
IL MOTIVO DELLA FEDE,
o perché l'uomo crede e da dove viene la sua fede

"La fede viene dall'udire" (Romani 10:17)Certo, la fede viene dall'udire, ma non tutti gli uomini odono, e come mai molti ancora [anche se odono] rimangono increduli? Come, dunque, uno arriva alla fede?
Dal punto di vista dell'uomo la sua fede si presenta come il risultato di un senso di bisogno. Egli sente il bisogno di un Salvatore, che trova in Cristo perchè è proprio il Salvatore di cui ha bisogno, e quindi perché non può farne a meno, crede in Gesù.
Non avendo nulla in se stesso, sente di dover accettare Cristo, oppure perire per sempre, e quindi lo fa perché non può fare altrimenti. E' stretto in un angolo, e non c'è che una via di fuga, quella cioè tramite la giustizia di un altro, perché sente che non può sfuggire la condanna mediante buone azioni o tramite sue sofferenze. E così va a Cristo e umilia se stesso, perché non può fare a meno di Cristo, e perirebbe se non Lo afferrasse.
Ma per portare la questione più indietro, da cosa nasce nell'uomo il suo senso di bisogno? Come è possibile che lui, piuttosto che altri, senta il bisogno di Cristo? È certo che ha necessità di Cristo come altri uomini. Come viene a sapere, quindi, che è perduto e rovinato? Come è possibile che si sia spinto dal suo senso di rovina a dover afferrare Cristo il restauratore?
La risposta è: questo è il dono di Dio, questa è l'opera dello Spirito.
Nessuno viene a Cristo se lo Spirito non lo attira, e lo Spirito attira gli uomini a Cristo rinchiudendoli sotto la Legge, e convincendoli che se non vengono a Cristo periranno. A questo punto sotto questo stress emotivo, virano come una nave, e corrono al sicuro in questo porto celeste.
La salvezza di Cristo è così sgradevole alla nostra mente carnale, in un modo tanto incompatibile con il nostro amore per i meriti umani, che non avremmo mai desiderato Cristo come il nostro tutto, se lo Spirito non ci avesse convinto che siamo delle nullità.
Così ci ha spinti ad afferrare Cristo. Ma poi, la questione va ancora più indietro, come è possibile che lo Spirito di Dio insegni ad alcuni uomini il bisogno di salvezza, e ad altri uomini no? Perché mai alcuni di voi sono stati spinti dal senso di bisogno di Cristo, mentre altri continuano nella loro ipocrisia a morire?
Non c'è nessuna altra risposta da dare se non questa: "Perché così, o Padre, è piaciuto a te" (Matteo 11:26). 
Si tratta di sovranità divina. Il Signore ha "nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le ha rivelate ai piccoli" (Matteo 11:25)
Secondo il modo in cui Cristo mette le cose: "le mie pecore ascoltano la mia voce" (Giovanni 10:27), "voi non credete perché non siete delle mie pecore, come vi ho già detto" (Giovanni 10:26), alcuni teologi vorrebbero leggere in questo modo: "voi non siete mie pecore, perché voi non credete", cioè come se fosse il credere a renderci pecore di Cristo, ma il testo dice: "Voi non credete, perché non siete delle mie pecore". 
"Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me" (Giovanni 6:37) e se non vanno a Gesù è una prova evidente che non gli sono mai stati dati, perché coloro che sono stati dati dall'eternità a Cristo, eletti da Dio Padre e poi redenti da Dio Figlio, questi sono guidati dallo Spirito mediante un senso di bisogno per andare ad afferrarsi a Cristo.
Nessun uomo ancora ha mai creduto o mai crederà in Cristo, a meno che non senta il bisogno di Lui.
Nessun uomo lo ha mai fatto nè mai sentirà il bisogno di Cristo, a meno che lo Spirito glielo faccia sentire, e lo Spirito non farà sentire a nessuno il bisogno di Gesù per la salvezza, a meno che non sia scritto il suo nome in quel libro eterno in cui Dio ha inciso i nomi dei suoi eletti.
Così ora penso che non dovrei essere frainteso su questo punto, che la ragione della fede, o il perché gli uomini credono, è l'amore di Dio che li elegge e che opera mediante lo Spirito che dà loro un senso di bisogno per portarli a Gesù Cristo.
Ma ora voglio tutta la vostra attenzione, mentre passo al prossimo punto, sul quale forse penserete che mi stia contraddicendo, ed è:
III.
LA BASE DELLA FEDE DEL PECCATORE,
o su quale motivo uno osa credere nel Signore Gesù Cristo

Miei cari amici, ho già detto che nessuno crederà in Gesù, a meno che non senta il bisogno di Lui. Ho già detto, e lo ripeto ancora una volta, che non vado a Cristo sostenendo che "sento" il bisogno di Lui; la mia ragione di credere in Cristo non è perché "sento" il bisogno di Lui, ma è che ho bisogno di Lui.
La base su cui un uomo viene a Gesù, non è come peccatore "sensibile", ma come un peccatore, e nient'altro che un peccatore.
Il peccatore non verrà a meno che non sia risvegliato, ma quando viene, egli non dice:
"Signore, io vengo a te perché io sono un peccatore risvegliato, salvami".
Ma dice: "Signore, io sono un peccatore, salvami".
Non il suo risveglio, ma la sua peccaminosità è il metodo e il piano sul quale egli osa venire. Intuite quello che voglio dire, perché non posso spiegarmi più esattamente in questo momento.
Se faccio riferimento alla predicazione  di molti grandi teologi calvinisti, essi dicono ai peccatori: "Ora, se senti il tuo bisogno di Cristo, se ti sei pentito davvero, se sei stato straziato dalla legge a tale livello, allora puoi venire a Cristo per il fatto che sei un peccatore risvegliato".
Io, invece, dico che questo è falso. Nessun uomo può venire a Cristo sulla base del suo stato di peccatore risvegliato, lui deve venire a Cristo solo come un peccatore. Quando vado a Gesù, so che non ci sarei andato se non fossi stato risvegliato, eppure non vado come un peccatore risvegliato.
Io non potrei stare ai piedi della Sua croce ed essere lavato perché mi sono pentito, perché quando giungo lì non porto niente se non il peccato. Un senso di bisogno è una bella sensazione, ma quando mi trovo ai piedi della croce, io non credo in Cristo, perché ho dei buoni sentimenti, ma credo in Lui, sia che abbia dei buoni sentimenti oppure no.
"Così come sono... senza altro... ma solo per il Tuo sangue che è stato versato per me, che tu mi chiami a te, Oh Agnello di Dio, io vengo ".
Questo è quello che il signor Roger, il signor Sheppard, il signor Flavel, e molti eccellenti teologi, in età Puritana, e soprattutto Richard Baxter, usavano dire per dare la descrizione di quello che un uomo deve sentirsi prima di poter osare di andare a Cristo.
Ora, dico nel linguaggio del buon signor Fenner, un altro di quei teologi, che si è dichiarato un bimbo in grazia confrontato a loro: "Io oso dire, che tutto questo non è biblico. I peccatori si sentono tali prima che queste cose accadano, non vengono sulla base di averle provate, ma vengono sulla base di sentirsi peccatori, e per nessun altro motivo ".
Il cancello della Misericordia è aperto, e sopra la porta è scritto: "Questo è un fedele detto e degno di essere pienamente accettato, che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori" (1a Timoteo 1:15).
Tra la parola "salvare" e la successiva parola "peccatori", non c'è nessun aggettivo.
Non dice "peccatori pentiti" o "peccatori risvegliati" o "sensibili peccatori" o " peccatori in cordoglio" o "peccatori allarmati".
No, dice solo "peccatori", e io so questo, che quando vado, vado a Cristo oggi, perché ritengo che sia altrettanto necessario nella mia vita di andare alla croce di Cristo oggi come lo era stato andarci dieci anni fa; quando vado a Lui non oso andare come un peccatore "cosciente" o un peccatore "risvegliato", ma devo andare come un peccatore con nulla in mano.
Ho visto un uomo anziano questa settimana nella sagrestia di una cappella nello Yorkshire. Era cristiano ormai da anni, e disse: non ho mai visto nessuno dirlo più esatto di così, ma so che questo [del cantico] è proprio il modo in cui vado al Signore:
Nelle mie mani nulla porto, semplicemente alla tua croce mi aggrappo. Nudo, guardando a te per esser vestito. Indifeso, vengo a te per ottenere grazia. Sporco (abbastanza sporco, disse il vecchio) io alla fonte mi affretto... Lavami, o Salvatore, altrimenti muoio.
La fede è sempre uscire fuori da voi stessi e entrare in Cristo. So che molte centinaia di povere anime sono turbate perché un ministro ha detto "se tu ne senti bisogno, puoi venire a Cristo". "Ma", questi rispondono, "io non sento abbastanza il bisogno, sono certo di no".
Molte delle lettere che ho ricevuto da povere anime inquiete dicevano: "mi permetterei di credere in Cristo, per salvarmi, se avessi una coscienza tenera; se avessi un cuore morbido, ma il mio cuore è come una roccia di ghiaccio che non si scioglie. Non riesco a sentirmi dentro come vorrei sentirmi, e quindi non posso credere in Gesù".
Oh! Basta, basta con queste cose! Si tratta di una malvagia dottrina anti-Cristo, questo è piatto papismo! Non è il tuo cuore morbido che ti dà diritto a credere. Devi credere in Cristo per rinnovare il tuo cuore duro, e venire a Lui con niente di te, solo il peccato.
La base sulla quale un peccatore viene a Cristo è che lui è sporco, che è morto. E non perché "sa" di essere morto. Perché si è perduto, e non perché "sa" che è perduto.
Lo so che non andrà a meno che non lo saprà, ma questa non è la base che lui comprende. E' la ragione segreta per cui egli va, ma non è la ragione pubblica che lui capisce. Eccomi qui, anno dopo anno, avendo paura di venire a Cristo perché pensavo di non sentire abbastanza, e leggevo quell'inno di Cowper sull'essere insensibile come l'acciaio:
"Se qualche cosa si fa sentire è solo il dolore di scoprire che non riesco a sentire".
Quando ho creduto in Cristo, ho pensato che non sentissi proprio. Ora, quando mi guardo indietro, trovo invece che per tutto il tempo sentivo acutamente e intensamente, e, soprattutto, pensavo di non sentire.
Generalmente la maggior parte delle persone che si pentono, pensa di essere impenitente, e le persone sentono maggiore bisogno quando pensano di non sentirlo affatto, perchè noi non siamo i giudici dei nostri sentimenti, e quindi l'invito del Vangelo non è messo sulla base di qualcosa che possiamo giudicare, ma viene messo sulla base del nostro essere peccatori, nient' altro che peccatori.
"Bene," qualcuno può dire, "se è scritto 'Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò riposo', allora si deve essere stanchi e oppressi". Proprio così, così è nel testo, ma poi c'è n'è un altro: "Chiunque vuole, venga" e che non dice "affaticati e stanchi".
Inoltre, mentre l'invito è rivolto agli stanchi e gli oppressi, si percepisce che la promessa non è per loro come affaticati e stanchi, ma è rivolta a loro come a coloro che vengono a Cristo. Non sapevano che erano affaticati e stanchi, quando vennero, pensavano non lo fossero.
Essi lo erano davvero, ma parte della loro stanchezza era che non potevano essere così stanchi come desideravano esserlo, e parte del loro carico era perchè non sentivano il loro carico sufficientemente pesante. Sono venuti a Cristo, così come erano, e Lui li ha salvati, non perché non vi era alcun merito nella loro stanchezza, o alcuna efficacia nel loro essere stanchi, ma li ha salvati in quanto peccatori e solo come peccatori, e quindi sono stati lavati nel Suo sangue e resi puri.
Mio caro ascoltatore, lascia che esponga in questa sede la verità per te. Se tu vuoi venire a Cristo questa mattina, come nient'altro che un peccatore, Egli non ti scaccerà. Il vecchio Tobias Crisp dice, in uno dei suoi sermoni, su questo grande punto:
"Io oso affermarlo, ma se tu vuoi venire a Cristo, chiunque tu sia, se Egli non ti riceve, allora non è fedele alla Sua parola, perché Egli dice: 'Colui che viene a me, io non lo caccerò via'". 
Se tu vieni, non importa qualifica o preparazione. Egli non necessità di nessuna qualifica di mansioni nè di sentimenti. Tu puoi venire così come sei, e se tu sei il più grande peccatore fuori dall'inferno, tu sei idoneo per venire a Cristo come se tu fossi il più morale e il più eccellente degli uomini.
C'è un bagno: chi è idoneo ad essere lavato? La scellerataggine di un uomo non è una ragione per cui non dovrebbe essere lavato, ma è il motivo più chiaro e il motivo per cui dovrebbe esserlo.
Quando le nostre autorità cittadine portano sollievo ai poveri, nessuno dice "Io sono così povero, pertanto non sono degno di ricevere sollievo!". La tua povertà è la tua preparazione, qui il nero è bianco, strana contraddizione!
L'unica cosa che può portarti a Cristo è il tuo peccato e la tua malvagità. Tutto ciò che Egli chiede è che si venga a mani vuote. Se hai qualcosa di tuo, devi lasciare tutto prima di venire. Se c'è qualcosa di buono in te, non potrai confidare in Cristo. Devi venire con niente in mano.
Accettatelo nella totalità, questa è l'unica base su cui una povera anima può essere salvata, come peccatore, e nient'altro che un peccatore.
Ma per non prolungarmi, il mio quarto punto tratta della 

IV.
GIUSTIFICAZIONE PER FEDE,
o perché un uomo dà fiducia a Cristo

Non è imprudente per qualunque uomo affidarsi a Cristo per salvarsi, e soprattutto quando non ha alcunchè di buono? Non è una arrogante presunzione per qualunque uomo affidarsi a Cristo?
No, signori, non lo è. Per l'uomo è l'opera grandiosa e nobile dello Spirito Santo per rivelare tutti i suoi peccati, e ancora, per porre ai Suoi il sigillo per credere che Dio è verace, e credere nella virtù del sangue di Cristo.
Ti chiedo ora: ma perché qualche uomo ha il coraggio di credere in Cristo?
"Bene", dice un uomo, "ho richiesto la fede per credere in Cristo, perché sentivo che c'era un'opera dello Spirito dentro di me..." Allora tu non credi affatto in Cristo .
"Bene," dice un altro, "ho pensato che avessi il diritto di credere in Cristo, perché ho avvertito un pò di emozione..." Non avevi affatto alcun diritto di credere in Cristo su una garanzia come quella.
Quindi qual'è è la garanzia di un uomo per credere in Cristo? Eccola: Cristo gli dice di farlo, quella è la sua garanzia.
La Parola di Cristo è la garanzia del peccatore per credere in Cristo, non ciò che uno sente e non quello che è, né ciò che non è, ma che Cristo gli ha detto di farlo.
Il Vangelo funziona così: credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato, chi non avrà creduto sarà condannato.
La fede in Cristo è quindi un dovere comandato così come un privilegio benedetto, e ciò che una grazia è, è che è un dovere, perché non ci può essere alcun dubbio che un uomo abbia il diritto di compiere il proprio dovere.
Ora per il fatto che Dio mi comanda di credere, ho il diritto di credere, sono io che posso. Il Vangelo viene inviato ad ogni creatura. Bene, io appartengo a quella tribù, sono una di tutte quelle creature, e questo vangelo mi comanda di credere e io lo faccio. 
Non posso essermi sbagliato nell'obbedire ad un comando di Dio. E' un comando di Dio donato ad ogni creatura la quale dovrebbe credere immediatamente che Dio ha inviato Gesù Cristo.
Questa è la tua garanzia, peccatore, ed è una garanzia benedetta, è quella per la quale l'inferno non si può negare, e per la quale il cielo non può ritirarsi.
Non c'è bisogno di guardarti dentro alla ricerca di garanzie nebbiose della tua esperienza, non hai bisogno di stare a guardare alle tue opere e ai tuoi sentimenti, per ottenere alcune garanzie scialbe e insufficienti per avere fiducia in Cristo.
Tu puoi credere in Cristo perchè Lui ti dice di fare così. Questa è una base sicura per stare fermi, una base che non ammette dubbi.
Supponiamo che stiamo tutti morendo di fame, che la città sia stata assediata e chiusa, e vi sia stata una lunga, lunga carestia, e noi stiamo per morire di fame. Allora ci proviene un invito a rifugiarci immediatamente nel palazzo di qualche facoltoso per mangiare e bere, ma siamo diventati stolti: non accetteremo l'invito.
Supponiamo ora che qualche follia orribile si sia impossessata di noi, e noi preferiamo morire di fame, piuttosto che andare là.
Supponiamo che l'araldo del re dicesse: "venite e banchettate, povere anime affamate, ma poichè so che non siete disposti a venire, io aggiungerò questa minaccia: se voi non verrete i miei guerrieri saranno su di voi e vi faranno sentire l'asprezza delle loro spade".
Penso miei cari amici, che dovremmo dire: "benediciamo questo grande uomo per tale minaccia, perché adesso non potremo più dire 'non posso venire', perché fatto sta che non potremo star fermi".
Ora non ho bisogno di dire che non sono degno di andare, perché a quel punto mi è stato comandato, e addirittura sono minacciato se non andrò; e quindi io vado".
Quella terribile sentenza "chi non crede sarà condannato" (Marco 16:16). Non è stata aggiunta per rabbia, ma perché il Signore conosceva la nostra stupida follia, e che avremmo rifiutato tale misericordia se Lui stesso non avesse tuonato contro a noi per farci andare al banchetto.
"Costringeteli ad entrare" (Luca 14:23), questa fu la Parola dell'antico Maestro, e questo testo è parte della realizzazione di tale esortazione: "costringili ad entrare".
Peccatore, non puoi essere perduto confidando in Cristo, ma tu sarai perduto se non ti fidi di Lui, sì, lo sarai per non aver confidato in Lui.
L'ho posta arditamente peccatore, non solo puoi venire ora, ma ti prego di non sfidare l'ira di Dio, rifiutando di venire!
La porta della misericordia si trova spalancata, perché non vieni? Perché non è vero? Perché sei così orgoglioso? Perché vuoi ancora rifiutare la Sua voce e perire nei tuoi peccati?
Segnatevelo! Se perite, ognuno di voi, il vostro sangue non è alla porta di Dio, né alla porta di Cristo, ma alla vostra!
Egli può dire di voi: "voi non venite a me, voi che potreste avere la vita" (cfr. Giovanni 5:40).
Oh! Povero fremente, se tu vuoi venire, non c'è nulla nella Parola di Dio a trattenerti dal venire, ma ci sono sia le minacce per guidarti che la forza per attrarti! Tuttavia ti sento dire: "io non devo confidare in Cristo". Si può dico io! Ad ogni creatura sotto il cielo è comandato di farlo, e quello che ti è stato comandato di fare, tu devi fare!
"Ah bene", dice uno, "ancora non sento che posso..."
Ci risiete di nuovo, voi dite che Dio non farà quello che vi dice, a causa dei vostri stupidi sentimenti. Non ti è stato detto di confidare in Cristo, perché senti qualcosa, ma semplicemente perché sei un peccatore. Ora sai che sei un peccatore.
"Io lo sono", dice un altro, "e questo è il mio dolore..."
Perché il tuo dolore? Questo è un segno che tu stai credendo.
"Sì," dice un altro ancora, "ma non credo a sufficienza, e per questo motivo soffro. Io non credo come dovrei..."
Bene, supponiamo che tu creda, o supponiamo che tu non lo faccia. Se sei un peccatore "certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori" (1a Timoteo 1:15).
"Oh, ma io sono talmente un vecchio peccatore, io sono stato 60 anni nel peccato..."
Dove sta scritto che dopo sessanta anni non puoi essere salvato? Signore, Cristo ti potrebbe salvare a cento anni, se tu fossi un Matusalemme in colpa. "Il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato". "Chiunque vuole lasciatelo venire". "Egli è in grado di salvare, fino all'estremo, quelli che accostano a Dio tramite Lui".
"Sì," dice uno, "ma sono stato un ubriacone, un bestemmiatore, o lascivio, o profano..."
Allora sei un peccatore, non ti sei spinto oltre l'estremo, ed Egli è in grado di salvarti ancora.
"Sì," dice un altro, "ma non so come la mia colpa sia stata aggravata".
Questo ti dimostra soltanto di essere un peccatore, e che ti è stato comandato di fidarti di Cristo ed essere salvato.
"Sì," grida ancora un altro", ma tu non sai quanto spesso ho rigettato Cristo!"
Sì, ma questo ti rende solo molto più peccatore.
"Voi non sapete quanto sia duro il mio cuore..."
Proprio così, ma ciò ti dimostra soltanto di essere un peccatore, e continua a dimostrarti di essere uno di quelli che Cristo è venuto a salvare.
"Oh, ma, signore, non ho alcun bene in me. Se l'avessi avuto, sai, avrei avuto qualcosa per incoraggiarmi..."
Il fatto di non avere proprio alcuna cosa buona mi dimostra solo che tu sei l'uomo al quale sono stato inviato per predicare. Cristo è venuto a salvare ciò che era perduto, e tutto quello che hai detto prova solo che sei perduto, e dunque che Egli è venuto per salvarti. Fidati di Lui, fidati di Lui.
"Ma se io sarò salvato", dice uno, "io sarò il più grande peccatore che sia mai stato salvato!"
Allora la musica sarà più forte in cielo quando arriverai lì, una maggior gloria per Cristo, perché più grande è il peccatore e più è grande l'onore per Cristo, quando alla fine sarà portato a casa.
"Sì, ma il mio peccato è abbondato..."
La Sua grazia sarà molto più sovrabbondante.
"Ma il mio peccato ha raggiunto il cielo..."
Sì, ma la Sua grazia arriva al di sopra dei cieli.
"Oh, ma la mia colpa è ampia come il mondo..."
Sì, ma la Sua giustizia è più ampia di migliaia di mondi.
"Sì, ma il mio peccato è scarlatto..."
Sì, ma il suo sangue è più scarlatto dei tuoi peccati, e può rimuovere lo scarlatto dal più ricco scarlatto.
"Ahi! Ma io merito di essere perduto e piangere morte e inferno per la mia dannazione..."
Sì, in questo modo, puoi, ma il sangue di Gesù Cristo può piangere più forte della morte o dell'inferno, e grida anche oggi "Padre, lascia che il peccatore viva".
Oh! Io desidererei poter fare uscire questo pensiero dalla mia bocca, e metterlo nelle vostre teste, che quando Dio ti salva, non è per qualcosa in voi, è per via di qualcosa dentro Lui stesso.
L'amore di Dio non ha alcun motivo se non nelle Sue stesse viscere, la ragione di Dio per perdonare un peccatore si trova nel Suo stesso cuore, e non nel peccatore.
E vi è una ragione, altrettanto in te che dovresti essere salvato come per altri che dovrebbero essere salvati, vale a dire, nessuna ragione per tutti. Non c'è alcuna ragione in te perché avrebbe dovuto avere pietà di te, ma non c'è ragione perchè abbia voluto, perchè il motivo risiede in Dio e in Dio solo.
Ed ora sono arrivato alla conclusione, e spero che abbiate pazienza con me, perché il mio ultimo punto è veramente un punto glorioso, e pieno di gioia per quelle anime che come peccatori osano credere in Cristo.

V.
IL RISULTATO DELLA FEDE,
o come la fede accelera l'andare a Cristo

Il testo dice "colui che ha creduto non è condannato" (Giovanni 3:18). C'è un uomo che vi ha appena creduto in questo momento. Ed egli non è condannato.
Ma è stato 50 anni nel peccato, ed è stato immerso in ogni genere di vizio, e i suoi peccati, che sono molti, gli sono tutti perdonati. Si trova al cospetto di Dio, ora, come innocente, come se non avesse mai peccato. Tale è il potere del sangue di Gesù, che "colui che ha creduto non è condannato".
Questo riguarda ciò che avverrà nel giorno del Giudizio?
Vi prego guardate il testo, e troverete che non dice 'chi ha creduto non "sarà" condannato', ma non lo è, non lo è "ora".
E se non lo è ora, ne consegue che lo non sarà mai, perchè avendo creduto in Cristo questa promessa si attua ora, "chi crede non è condannato"Io credo oggi, io non sono condannato. Nel tempo di 50 anni questa promessa sarà la stessa cosa: "chi ha creduto non è condannato".
Nel momento in cui qualcuno ripone la sua fiducia in Cristo, egli è liberato da tutte le condanne, passate, presenti e future, e da quel giorno egli si trova, agli occhi di Dio, come se fosse senza macchia né ruga o alcunché di simile.
"Ma egli pecca", tu dici.
Egli effettivamente lo fa, ma i suoi peccati non sono stabiliti a suo carico. Furono stabiliti molto tempo fa in carico a Cristo, per la sua imputazione, e Dio non può caricare il reato su due persone, prima su Cristo, e poi sul peccatore.
"Sì, ma cade spesso nel peccato".
Questo può essere possibile, però se lo Spirito di Dio si trova in lui non ha più peccato come soleva fare. Pecca a causa della debolezza, ma non a motivo del suo amore per il peccato, perchè ora lo odia.
Comunque sottoporrete la questione, io risponderò: Sì, ma sebbene egli pecchi, tuttavia non è più colpevole agli occhi di Dio, perchè tutta la sua colpa è stata sollevata da Lui, e posta su Cristo, concretamente, letteralmente, ed effettivamente sollevata da Lui, e messa su Gesù Cristo.
Avete presente il sacrificio ebraico? Vi è il capro espiatorio mandato fuori. Il Sommo Sacerdote confessa il peccato del popolo sulla testa del capro espiatorio. Il peccato è tutto scomparso dal popolo, e riversato sopra al capro espiatorio. Il capro espiatorio scompare nel deserto. C'è qualche peccato lasciato sul popolo? Se c'è, allora il capro espiatorio non lo ha portato via. Perché non può essere qui e anche lì. Non può essere portato via e anche lasciato indietro.
No? La Scrittura dice che il capro espiatorio ha portato via il peccato; non uno era stato lasciato sul popolo quando il capro espiatorio aveva portato via il peccato. E così, quando per fede poniamo la nostra mano sul capo di Cristo, Cristo toglie il nostro peccato, o non lo fa? Se non lo fa, allora è inutile di credere in Lui; ma qualora Egli faccia realmente portar via il nostro peccato, allora il nostro peccato non può essere su di Lui e anche su noi, se esso è su Cristo, siamo liberi, nettati, accettati, giustificati, e questa è la vera dottrina della giustificazione per fede.
Non appena l'uomo crede in Cristo Gesù, i suoi peccati sono andati da Lui e andati via per sempre. Sono cancellati oggi.
Come se un uomo fosse debitore di un centinaio di sterline, avendo una quietanza, egli è libero, il debito cancellato. Se c'è una cancellatura fatta nel libro, e il debito è andato.
Anche se l'uomo commettesse un peccato, essendo stato pagato il debito precedente anche il debito fino ad ora è stato acquisito, egli non è più un debitore alla legge di Dio.
La Scrittura non dice che Dio ha gettato i peccati del suo popolo nelle profondità del mare? Ora, se sono nelle profondità del mare, non possono essere anche sul Suo popolo.
Benedetto sia il Suo nome nel giorno in cui getta i nostri peccati nel profondo del mare, Egli ci vede come puri davanti a Lui, e ci troviamo accettati nell'Amato.
Poi è scritto: "così lontano come l'oriente dall'occidente, così lontano egli ha rimosso le nostre trasgressioni da noi" (Salmo 103:12). Esse non possono essere rimosse ed essere tuttora qui. Quindi se tu hai creduto in Cristo, tu non sei più un peccatore al cospetto di Dio; tu sei accettato come se fossi stato perfetto, come se tu avessi osservato la legge, perchè Cristo l'ha osservata, e la Sua giustizia è tua. Tu l'hai infranta, ma il tuo peccato è Suo, ed è stato punito per questo.
L'errore non viene più da te stesso, non sei più quello che eri; quando credi, ti trovi al posto di Cristo, addirittura come se Cristo si trovasse al tuo vecchio posto. 
La trasformazione è completa, lo scambio è positivo ed eterno. Coloro che credono in Gesù sono altrettanto accettati da Dio Padre, come anche il Suo Figlio Eterno è accettato.
E quelli che non credono, verranno lasciati fare quello che vogliono, ma essi saranno lasciati andare, per risolvere la loro propria giustizia; ma dovranno conformarsi alla Legge, e perciò saranno sotto maledizione.
Ora, voi che credete in Gesù, percorrete su e giù la terra nella gloria di questa grande verità. Voi siete peccatori in voi stessi, ma siete stati lavati nel sangue di Cristo.
Davide dice: "lavami, e diventerò più bianco della neve" (Salmo 51:7). Ultimamente avete visto cadere la neve? Come è chiara! Come è bianca! Cosa potrebbe esserci di più bianco? Ma il cristiano è più bianco di questa.
Tu dici: "no, lui è nero..."
Lo so che è nero, come chiunque, così nero come l'inferno, ma il sangue sgocciolante cade su di lui, e lui è come bianco, "più bianco della neve".
La prossima volta che vedrai i cristalli bianchi della neve che cade dal cielo, guarda e dì: "Ah, sebbene debba confessare dentro di me che sono indegno e sporco, tuttavia, credendo in Cristo, Egli mi ha dato la Sua giustizia così completamente, che sono più bianco della neve mentre scende dal tesoro di Dio".
Oh! Per fede, afferrati a questo! Oh! Per una fede travolgente che otterrà la vittoria su dubbi e paure, e ci farà godere della libertà con la quale Cristo rende gli uomini liberi.
Va a casa, tu che credi in Cristo, e và nel tuo letto questa notte, e dì: "se muoio nel mio letto non posso essere condannato". Nel caso ti svegliassi la mattina successiva, va nel mondo e dì: "io non sono condannato!".
Quando il diavolo ti urla, digli: "Ah! Tu puoi accusarmi, ma io non sono condannato!".
E se a volte i tuoi peccati si rialzassero dì: "Ah, vi conosco, ma siete tutti andati per sempre. Io non sono condannato."
E quando verrà il tuo turno per morire chiudi gli occhi in pace.
"Ardito ti leverai in piedi in quel gran giorno, perché chi potrà deporre alcunché a tuo carico?"
Alla fine sarete trovati completamente assolti per grazia, e la maledizione tremenda e la colpa di tutti i peccati saranno portati via, ma non perchè voi abbiate fatto qualcosa.
Vi prego fate tutto il possibile verso Cristo in segno di gratitudine, e quando avete fatto tutto, non fermatevi lì. Riposate ancora nella Sua sostituzione e nel Suo sacrificio.
Siate ciò che Cristo era al cospetto del Padre Suo, e quando la coscienza si risveglia, voi potete dirle che Cristo era per voi tutto ciò che voi avreste dovuto essere stati, che Egli ha sofferto tutte le vostre pene, ed ora né la misericordia né la giustizia possono punirvi, poiché la giustizia ha le mani giunte con la misericordia in un fermo decreto per salvare l'uomo la cui fede è nella croce di Cristo.

Traduzione  a cura di:  Consapevoli nella Parola 


 


"Chi crede in lui non è condannato"
(Giovanni 3:18)
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