Uno degli
aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti
più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti
più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente
facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare
abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un
ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero
che non abbiamo veramente bisogno di Dio.
Però,
dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato.
Vogliamo
esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché
possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo
nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella
Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono
essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio
ci insegna nella sua parola sulla preghiera.
La Bibbia
insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento
ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi.
Ma la verità
che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto
che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente,
che cosa significa pregare nel nome di Gesù.
Chi può pregare?
La prima
verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare?
Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà?
Chiaramente,
oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano
non significa che vengono ascoltate da Dio.
Secondo la
Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò
come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare.
Per esempio,
in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come
Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al
trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo
pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio.
Leggiamo il brano.
“14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è
passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che
professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa
simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come
noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena
fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed
essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16)
Quindi,
solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare.
A CHI si deve pregare?
Quando
preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere?
E' giusto
pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito
Santo? Cosa ne dice la Bibbia?
In Matt. 6:9
Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio
Padre.
“Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9)
In Giov.
16:23 Gesù parla della preghiera al Padre.
“In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In
verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome,
egli ve la darà.” (Giov 16:23)
La Bibbia ci
insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo
pregare a Dio Padre.
Allora, qual
è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo?
Se dobbiamo
pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo?
Nel nome di Gesù
Gesù ci ha
insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto.
Lo Spirito Santo
Per quanto
riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta
allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non
esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo
pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo?
Lo Spirito
Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per
giungere a questo fine.
“Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo
annuncerà.” (Giov 16:14)
Si può anche
leggere Giov. 14:14-26.
Quando un
grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota
neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo
è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo.
Inoltre, lo
Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di
porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo.
“26 Allo
stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non
sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri
ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello
Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom
8:26-27)
Che
consolazione!
Quindi, a
chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo.
per COSA si deve pregare?
Per che cosa
dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni
preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure,
pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste?
Chiaramente,
nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per
avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari,
prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio,
prega per un buon tempo durante le vacanze.
Che cosa ne dice la Bibbia?
Esaminiamo
alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il
loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male.
Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male
spiritualmente.
Giovanni 14
Consideriamo
per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo.
“12 In
verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che
faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello
che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel
Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov
14:12-14)
Prima di
esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti
tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella
carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è
realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo
sforzarci di dividere rettamente questo brano.
Alcuni
credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente
questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo
nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase
“nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello
che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo
celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa
interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete
nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì.
Chi crede a
questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo
è un pensiero molto falso, e molto pericoloso.
Pensiamo a
come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse
situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività
comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha
anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo
versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente
è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta.
In un
secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore.
Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà
suo figlio.
In un altro
esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e
citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio,
visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio
nel nome di Gesù.
In un altro
esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una
che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il
proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È
convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che
desidera.
Senza andare
ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla
base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio
qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà
solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio
diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta.
Dio sarebbe soggetto alla nostra
volontà.
Se è così,
allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe
dovuto insegnarci a pregare:
“sia fatta
la nostra volontà, non la Tua”
Però, Dio
NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come
vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che
la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta!
Ci sono
tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio.
Per esempio,
leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino:
“E, andato
un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre
mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio
io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39)
Gesù,
nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse
la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua
richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la
sua.
In Luca 22,
Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che
sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse
evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo.
“31 «Simone,
Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io
ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai
convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32)
Gesù NON ha chiesto che Dio gli
togliesse la prova.
In
Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara
alla chiesa di Smirne.
“8
«All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e
l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la
tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di
essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere
quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi
in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci
giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha
orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà
colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11)
Egli spiegò
che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro
fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le
loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che
morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non
era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero
rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano
per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto
piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte
fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi.
Infatti, Dio
ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la
decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello
che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11
“In
lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il
proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria
volontà,” (Efe 1:11)
Se le nostre
preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile,
Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse
preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo.
Se le nostre
preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero
quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra
morte e di quella dei nostri cari.
“15 Le mie
ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle
profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e
nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando
nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16)
Se Dio ci
desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché
tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di
guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro
volontà, non quella di Dio. Se fosse
così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà
dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma
nel momento stabilito da noi.
Ma non è
così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che
stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose
secondo la decisione della Sua volontà!
Per esempio,
leggiamo in 1Samuele 2:6-8
“6 Il
SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa
risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8
Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere
con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della
terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8)
E' il
Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi!
Allora, qual
è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:
“e quello
che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)?
Per capire
bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo
contesto.
Cosa significa “nel mio nome”?
Dobbiamo
capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo
che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa
motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per
poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un
certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani.
Quindi, qual
è il senso della frase: “nel mio nome?”
Chiedere
“nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera,
costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi
saremo i sovrani. Ma non è così!
Pregare “nel
nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per
garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due
cose:
1. chiedere per i Suoi meriti
Prima di
tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti,
riconoscendo che noi non ne abbiamo.
Nessun di
noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di
Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio
nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi
venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico
del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla
(visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli
chiedo nel nome del mio amico.
Allora, chiedere nel nome di Gesù
necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per
conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria
insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver
nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste
per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente,
pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del
pregare nel nome di Gesù.
2. chiedere secondo la volontà di
Gesù
Dobbiamo però
considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di
chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere
secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo
principio. Ripeto: chiedere nel nome di
Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra.
Un soldato
semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome
del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà
del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il
nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato.
In 1Giovanni
5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio
esaudirà. Leggiamo.
“14 Questa è
la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua
volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli
chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov
5:14-15)
Avete notato
la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci
esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non
la nostra.
Quindi, se
preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la
volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per
quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo
come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare
Dio.
Quindi,
ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo
di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad
accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la
volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà.
Affinché il Padre sia glorificato
Allora, qual
è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano,
dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto.
“12 In
verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che
faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello
che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel
Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov
14:12-14)
Notiamo che
le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e
infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù
non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il
Padre.
Infatti, in
Giacomo 4:2-4 leggiamo:
“2 Voi
bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi
litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non
ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente
adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi
dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4)
Non avete perché non domandate,
ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché
domandate per spendere nei vostri piaceri.
Quando
chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde.
Torniamo
agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio.
Pensiamo
all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male,
e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta
pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di
Dio.
Nell'esempio
del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle),
quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per
la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può
essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per
prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori
hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in
fin dei conti, a se stesso.
Poi ho fatto
l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole
che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni
ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una
preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.
Poi c'era il
credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che
gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio
quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria
di Dio.
Quindi, non
dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase
“nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli
chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua
volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il
proprio comodo, ma la gloria di Dio.
Un brutto risultato
Che cosa
succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta?
Quando Dio
NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente
scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione
spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel
credente rimane deluso di Dio.
Giov. 15:5-7,16
Quindi, è
importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio
questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della
preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14.
Giovanni
15:5-7
“5 Io sono
la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro,
porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non
dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si
raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie
parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov
15:5-7)
Qui, Gesù
insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo
portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se
le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo.
Questa è una
condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una
condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà.
Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a
seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per
la sua.
Solamente se
ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo
e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di
Dio.
Un altro
versetto importante è Giovanni 15:16
“Non siete
voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché
andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che
chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16)
Gesù
risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in
eterno.
Ostacoli alle nostre preghiere
È importante
menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere.
L'orgoglio
Una cosa che
ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si
allontana da noi.
“Il SIGNORE
è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.”
(Sal 34:18)
Quando
abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella
figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo
pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non
confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi.
Mancanza di fede
Un altro
ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo
1.
“5 Se poi
qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti
generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede,
senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal
vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal
Signore,” (Giac 1:5-7)
Questo brano
ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre
verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di
Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però,
dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere
fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati.
La Preghiera fatta con egoismo
Abbiamo già
menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè,
alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria
di Dio, ma perché è il nostro desiderio.
Questo è ciò
che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei
piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio.
Come conoscere la volontà di Gesù
Visto che la
preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà,
come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio?
Dio ci ha
già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare
quando non la conosciamo.
Prima di
tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio?
Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando
non siamo sicuri della volontà di Dio?
Gesù stesso
ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36;
Luca 22:42. Leggo da Matteo.
“E, andato
un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre
mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio
io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39)
Nella sua
umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire
sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire
quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha
esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio.
Ed è così
che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà
di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi
a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo
confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà.
Conclusione
La preghiera
è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La
preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è
ascoltare Dio che ci parla.
E importante
pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose
giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per
merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non
secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante
accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi.
Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la
volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto
quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio
sia fatta!
Preghiamo
poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua
perfetta volontà.
Non
dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche
il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve
anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere
che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la
gloria di Dio.
Oh che
possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un
servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti
dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia,
quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio
glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore!
Marco deFelice
"Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15)
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Consolazione Proporzionata alle Sofferenze Spirituali
Un sermone del sabato mattina, 11 Marzo 1855,
da parte del rev. C. H. SPURGEON,
all’ Exeter Hall, Strand
“Perchè come le sofferenze di Cristo abbondano in noi,
così anche la nostra consolazione abbonda da parte di Cristo.” (2
Corinzi 1:5)
Cercate di riposare dalle vostre angustie oh voi figli di dolore e di
pena? Questo è il luogo dove potete alleggerire il fardello, e perdere
le vostre preoccupazioni.
Oh, figlio di afflizione e miseria, vuoi dimenticare per qualche
tempo le tue pene e i tuoi dolori? Questa è la Bethesda, la casa della
misericordia, questo è il luogo dove Dio ha a cuore di allietarti e
placare le tue angosce che mai arrestano il loro corso, questo è il
luogo dove i suoi figli amano ritrovarsi, perché qui trovano
consolazione nel mezzo delle tribolazioni, la gioia nei loro dolori, e
il conforto nelle loro afflizioni.
Perfino gli uomini mondani ammettono che c’è qualcosa di estremamente
confortante nelle Sacre Scritture, e nella nostra santa religione, ho
anche sentito dire di alcuni, che dopo aver pensato, con la loro logica, di aver annientato il cristianesimo, e provato che era falso,
hanno riconosciuto di aver rovinato un'eccellente e confortante
“delusione”, tanto da sedersi in lacrime perchè non era realtà.
Sì, amici miei, se non fosse vero, avreste ragione di piangere.
Se la Bibbia non fosse la verità di Dio, se non siamo riusciti a
riunirci intorno al trono della misericordia, allora dovreste mettere le
vostre mani sui fianchi e camminare come se foste in travaglio.
Se non aveste qualcosa nel mondo, accanto al motivo, accanto alle gioie
fugaci della terra, se non aveste qualcosa che Dio vi ha dato, qualche
speranza al di là del cielo, un rifugio che sia più che terrestre, una
liberazione che sia più che terrena, allora dovreste piangere; ah! piangete, il vostro cuore e i vostri occhi, e lasciate che i
vostri corpi interi marciscano in una lacrima perpetua. Si perchè
chiedereste alle nuvole di riposarvi sulla testa, ai fiumi di scorrere
giù tumultuosi dai vostri occhi, perchè il vostro dolore sarebbe tale
da “aver bisogno di tutti rivoli d’acqua che la natura possa produrre.”
Ma, benedetto sia Dio, abbiamo consolazione, abbiamo la gioia nello
Spirito Santo. Non la troviamo in nessun altro luogo. Abbiamo aperto il
fuoco attraverso la terra, ma non abbiamo mai scovato alcuna pietra
preziosa, abbiamo girato questo letamaio di mondo di sopra e di sotto
mille volte, e mai abbiamo trovato nulla di prezioso, ma è qui, in
questa Bibbia, qui nella religione di Gesù benedetto, che i figli di
Dio, hanno trovato conforto e gioia, e noi possiamo veramente dire:
“Come le nostre afflizioni abbondano, così le nostre consolazioni
abbondano anche in Cristo.”
Ci sono quattro cose nel mio testo a cui vi invito a prestare
attenzione: la prima sono le sofferenze da aspettarsi, “Le sofferenze di
Cristo abbondano in noi” la seconda, degna di essere notata, sono “le
sofferenze di Cristo”, la terza, è una proporzione da sperimentare,
“come le sofferenze di Cristo abbondano, così le nostre consolazioni
abbondano”, e la quarta, la persona che deve essere onorata, “Così la
nostra consolazione abbonda in Cristo”.
I. LE SOFFERENZE DA ASPETTARSI
Il nostro santo Apostolo dice: “Le sofferenze di Cristo abbondano in noi.”
Prima di indossare l’armatura cristiana dovremmo sapere chetipo di servizioci aspetta.
Un sergente di reclutamento fa spesso scivolare uno scellino in mano a
qualche giovane ignorante, e gli dice che il Servizio per Sua Maestà è
una bella cosa, che non ha nulla da fare se non camminare negli
sgargianti colori del re, che non avrà nessun compito duro, anzi, che
non deve fare nulla per essere un soldato, e andare dritto verso la
gloria.
Ma il sergente cristiano quando arruola un soldato della croce, non
lo illude così. Gesù Cristo stesso ha detto: “Mettete in conto il
costo”. Egli non desiderava avere nessun discepolo che non fosse
disposto ad andare fino in fondo, "per sopportare la durezza come un
buon soldato”.
Qualche volta ho sentito la religione descritta in un modo che i suoi
alti colori mi dispiacciono. E ‘vero che “le sue vie sono vie di
piacevolezza,” ma non è vero che il cristiano non avrà mai dolori o
problemi. E‘ vero che l’allegria degli occhi lucidi, e i piedi leggeri
d’amore, possono passare per il mondo senza grande depressione e
tribolazione, ma non è vero che il cristianesimo possa proteggere l’uomo
dai guai, né deve essere così presentato.
In realtà, dovremmo parlarne in un altro modo: Soldato di Cristo, se
ti arruoli, dovrai fare una dura battaglia. Non c’è nessun letto di
piume che ti aspetta, non è come andare in cielo in carrozza. La strada
accidentata deve essere percorsa, montagne devono essere scalate, fiumi
devono essere guadati, draghi devono essere combattuti, giganti devono
essere uccisi, difficoltà devono essere superate, grandi prove devono
essere sostenute. Non è una strada liscia fino al cielo, credimi,
perchè quelli che vi si sono recati solo per qualche passo l'hanno trovata
essere una strada dura.
E’ si piacevole, la più deliziosa in tutto il mondo, ma non è facile
di per sé, è piacevole per la compagnia, a causa delle promesse dolci
su cui si affaccia, a causa del nostro Amato che cammina con noi
attraverso i duri e spinosi ostacoli di quel vasto territorio.
Cristiano, aspettati dei guai: “Non reputare strana la fiera prova, come
se qualcosa di strano ti sia capitato” perchè tu sei un figlio di Dio,
il tuo Salvatore ti ha lasciato la sua eredità, “Nel mondo, avrete
tribolazioni; in me, avrete la pace“. Se non avessi mai avuto dei
problemi non crederei mai di essere uno della famiglia. Se non avessi
mai avuto una prova non penserei di essere un erede del cielo.
Come figli di Dio non dobbiamo e non sfuggiremo alla verga. I
genitori terreni possono viziare i propri figli, ma il Padre celeste non
farà mai ciò con i suoi. “Colui che Egli ama lo corregge” e flagella
ogni figlio che Egli si è scelto. Il suo popolo deve soffrire, quindi,
aspettati questo, Cristiano, se tu sei un figlio di Dio stanne certo,
aspettati questo, e quando arriva, dici: “Bene sofferenza, io ti
prevedevo, tu non sei estranea, ti ho atteso continuamente.”
Non si può neanche spiegare quanto questo alleggerirà le tue prove,
se te le aspetti prima, con rassegnazione. In effetti, meravigliati solo
se si riesce a passare una giornata facile. Se si rimane una settimana
senza persecuzione, pensala come una cosa notevole, e se mai
trascorresse un mese, senza un sospiro dal profondo del cuore, penso che
questo sia il miracolo dei miracoli.
Ma quando il problema arriva, diremo: “Ah questo è quello che
attendevo; È marcato sulla mappa del cielo, la pietra miliare è messa
giù, navigherò con fiducia per mezzo di essa, il mio Maestro non mi ha
ingannato”.
“Perché dovrei lamentarmi di bisogno o disagio
tentazione o dolore? Egli mi ha detto di non aspettarmi niente di meno.”
Ma perché il cristiano deve aspettarsi guai? Perché deve aspettarsi
che le sofferenze di Cristo abbondino in lui? Stai qui un momento,
fratello mio, e ti mostrerò quattro motivi perché tu debba sopportare
la prova.
In primo luogo guarda in alto, poi guarda verso il basso, poi guarda
intorno a te, e poi guarda dentro di te, e vedrai quattro ragioni per
cui le sofferenze di Cristo dovrebbero abbondare in te.
Guarda verso l’alto. Vedi tu il tuo Padre celeste, un essere puro e
santo, immacolato, giusto, perfetto? Sai tu che un giorno dovrai essere
come lui? Credi tu che facilmente riuscirai a diventare conforme alla
sua immagine? Non richiederai forse molto lavoro di fornace, molta
macinatura nel mulino dei guai, molti colpi di pestello nel mortaio
dell’afflizione, molta rottura sotto le ruote dell’agonia? Credi che
sarà una cosa facile per il tuo cuore diventare puro come Dio? Credi tu
che puoi così presto sbarazzarti delle tue corruzioni, e diventare
perfetto come il Padre tuo che è nei cieli è perfetto?
Solleva il tuo sguardo di nuovo, riesci a discernere gli spiriti
luminosi vestiti di bianco, più puri dell’ alabastro, più casti, più
equi del marmo pario? Ecco mentre stanno nella gloria. Chiedete loro da
dove è provenuta la loro vittoria. Alcuni di loro vi diranno che
nuotarono attraverso mari di sangue. Ecco le cicatrici d’onore sulle
loro fronti, vedi, alcuni di loro alzano le mani e ti dicono che una
volta furono consumati nel fuoco, mentre altri furono uccisi con la
spada, fatti a pezzi da bestie selvatiche; erano poveri afflitti,
tormentati.
O voi nobile esercito di martiri, voi gloriose schiere del Dio
vivente. Voi avete dovuto nuotare attraverso mari di sangue, e io dovrei
sperare di andare in cielo avvolto in pellicce di ermellino? Voi avete
sopportato le sofferenze, e io dovrei essere coccolato con i lussi di
questo mondo? Voi avete lottato per poi regnare, e io dovrei regnare
senza una battaglia? Oh, no. Con l’aiuto di Dio mi aspetto che come
avete sofferto così anch’io dovrò, e come attraverso molte tribolazioni
siete entrati nel regno dei cieli, così sarà per me.
Avanti, Cristiano, volgi gli occhi verso il basso. Sai tu che nemici
hai sotto i tuoi piedi? Ci sono l’inferno ei suoi leoni contro di te. Tu
una volta eri un servo di Satana e nessun re perde volentieri i suoi
sudditi. Credi tu che Satana sia contento per te? Tu hai cambiato la tua
patria. Una volta eri un ligio servo di Apollyon, ma ora sei diventato
un buon soldato di Gesù Cristo, e credi che il diavolo si rallegri di
te? Ti dico no.
Se tu avessi visto Satana al momento in cui sei stato convertito,
avresti veduto una scena meravigliosa. Non appena hai dato il tuo cuore a
Cristo, Satana ha aperto le sue ali di pipistrello ed è volato giù
all’inferno, e chiamando tutti i suoi consiglieri, ha detto: “Figli
della fossa, veri eredi delle tenebre; voi che prima eravate vestiti in
luce, ma che cadeste insieme a me dall’alta gloria, un altro dei miei
servi mi ha abbandonato, ho perso un altro della mia famiglia; se ne è
andato dalla parte del Signore degli eserciti. Oh voi, miei compari, voi
miei compagni di lavoro dei poteri delle tenebre, non lasciate nulla di
intentato per distruggerlo. Vi dico scaraventate tutti i più feroci
dardi contro di lui. tormentatelo, fate abbaiare i cani infernali contro
di lui, fate che i demoni lo assedino; non dategli tregua, molestatelo a
morte, lasciate che i fumi del nostro lago corrotto e ardente salgano
alle sue narici, lo perseguitino, l’uomo è un traditore; Non dategli
pace, dato che non posso averlo qui per legarlo in catene di diamante,
dal momento che non posso averlo qui per tormentarlo e affliggerlo,
finché potete, fino alla morte, vi incarico di urlare contro di lui,
fino a che non attraversi il guado, di affliggerlo, contristarlo,
tormentarlo, perché il disgraziato si è rivoltato contro me, ed è
diventato un servo del Signore “.
Tale può essere stata la scena dell’inferno, proprio quel giorno in
cui tu hai amato il Signore. E tu pensi che Satana ti odi di meno ora?
Ah! no. Lui sarà sempre per te il tuo nemico “come un leone ruggente,
cercando chi possa divorare”. Aspettati quindi guai, Cristiano, quando
guardi sotto di te.
Poi, uomo di Dio, guarda intorno a te. Non dormire. Apri i tuoi
occhi, guarda attorno a te. Dove sei? È forse un amico quell’uomo che ti
sta vicino? No, tu sei in un paese nemico. Questo è un mondo malvagio.
Metà delle persone, suppongo, professano di essere irreligiosi, e coloro
che professano di essere pii, spesso non lo sono. “Maledetto sia colui
che confida nell’uomo e fa della carne il suo braccio.”-Benedetto colui
che confida nel Signore, e la cui fiducia è l’Eterno“.
Riguardo poi “gli uomini di basso grado, essi sono vanità”; la voce
della folla non vale la pena averla e riguardo “gli uomini di alto
grado, essi sono una menzogna”, che è peggio ancora; il mondo non deve essere considerato attendibile, non si deve farvi
affidamento. I veri cristiani hanno messo sotto i loro piedi.. ”tutto
ciò che la terra chiama bene o cose grandi”.
Guarda intorno a te fratello mio, vedrai alcuni cuori buoni, forti e
valorosi, vedrai alcune anime vere, sincere e oneste, vedrai alcuni
fedeli amanti di Cristo, ma ti dico O figlio della luce, che, per
ogni uomo sincero, ne incontrerai venti ipocriti; dove troverai uno che ti
condurrà al cielo, troverai qualcuno che ti spingerebbe all’inferno.
Tu sei in una terra di nemici, non di amici, non credere che il mondo
sia per la maggior parte buono. Molte persone si sono bruciate le dita
prendendo possesso di esso. Molti sono rimasti feriti mettendo la mano
in una tana di serpenti a sonagli, il mondo; ...pensando che le tinte abbaglianti del serpente addormentato
fossero rassicurazione di non ricevere alcun danno…, o Cristiano il
mondo non è tuo amico. Se lo è, allora non sei amico di Dio!, perché chi
è amico del mondo è nemico di Dio, e chi è disprezzato dagli uomini, è
spesso amato da Geova. Tu sei in un paese nemico, o uomo: dunque,
aspettati guai.
Aspettati che l’uomo che “mangia il tuo pane alzerà il suo calcagno
contro di te”, aspettati che tu diventi uno straniero per coloro che ti
amano, sii certo che, poiché tu sei nella terra del nemico, troverai
nemici ovunque.
Quando dormi, pensa che dormi sul campo di battaglia; quando cammini
aspettati un agguato! ad ogni siepe, Oh fa attenzione, fa attenzione:
questo non è un mondo buono perchè tu debba chiudere gli occhi. Guarda
intorno a te, o uomo, e quando sei sulla torre di guardia, conta pure i guai che sicuramente verranno.
Ma poi, guarda dentro di te. C’è un piccolo mondo qui dentro, che è
più che sufficiente per darci problemi. Un romano disse una volta che
avrebbe voluto avere una finestra sul suo cuore, affinchè tutte le
persone potessero vedere che cosa stava succedendo lì. Sono molto
contento di non averla, se l’avessi la terrei chiusa il più serratamente
possibile. Starei ben attento ad avere tutte le persiane calate.
La maggior parte di noi avrebbe grande bisogno di persiane, se
avessimo una finestra. Tuttavia, per un momento, sbircia nella finestra
del tuo cuore, per osservare quello che c’è. Il peccato è lì, il peccato
originale e la corruzione, e per di più, il proprio ego è ancora
dentro.Ah! se tu non avessi il diavolo per tentarti, tu ti tenteresti
da solo, se non ci fossero nemici a combattere contro di te, tu saresti
il tuo peggior nemico, se non ci fosse il mondo, di sé il tuo sarebbe
già abbastanza, perché “il cuore è ingannevole sopra ogni cosa, e
insanabilmente maligno“.
Guarda dentro di te, credente, sappi che tu sopporti un cancro nelle
tue stesse viscere; che tu porti dentro di te una bomba, pronta ad
esplodere alla minima scintilla della tentazione, sappi che hai dentro
il tuo cuore una cosa maligna, una vipera raggomitolata, pronta a
morderti e condurti nei guai, e nel dolore e in una miseria indicibile.
Fa attenzione al tuo cuore, Cristiano, e quando avrai un dolore, una
difficoltà, una preoccupazione, guardati dentro e dì: “In verità, posso
anche sopportare questa pena, considerando il cuore malvagio e
incredulo che mi porto in giro”
Ora riesci a capire, fratello Cristiano? Non c’è speranza di sfuggire
dai guai, essi sono lì. Cosa dovremmo fare allora? Non vi è alcuna
possibilità per noi. Dobbiamo sopportare la sofferenza e l’afflizione,
pertanto, dobbiamo sopportarlo allegramente.
Alcuni di noi sono gli ufficiali del reggimento di Dio, e siamo il
bersaglio di tutti i fucilieri del nemico. In piedi in avanti, dobbiamo
sopportare tutti i colpi. Che misericordia il fatto che nessuno degli
ufficiali di Dio cada mai in battaglia! Dio li sostiene sempre. Quando
le frecce volano veloci, lo scudo della fede le copre tutte, e quando il
nemico è più infuriato, Dio è più contento. Quindi, per quanto ci
importi, il mondo può andare avanti, il diavolo può insultare, la carne
può infiammare; “Perché noi siamo più che vincitori per virtù di colui
che ci ha amati”. Pertanto, ogni onore sarà a Dio solo. Aspettatevi
sofferenza, questo è il nostro primo punto.
II. LE NOSTRE SOFFERENZE SONO QUELLE DI CRISTO
Ora, in secondo luogo, vi è una distinzione da notare. Le nostre
sofferenze sono dette essere le sofferenze di Cristo. Ora, la sofferenza
in sé non è una prova del cristianesimo. Ci sono molte persone che
hanno prove e difficoltà ma che non sono figli di Dio. Ho sentito alcune
persone povere venirmi a dire piangenti: “So di essere un figlio di Dio,
perché sono in debito, perché sono nella miseria, perché sono nei
guai.” Davvero? Conosco un gran numero di furfanti nella stessa
condizione, e non credo che tu sia figlio di Dio perché ti capita di
essere in misere circostanze.
Ci sono abbondanza di persone che sono in difficoltà e a disagio, che
non sono figli di Dio. Non è il destino peculiare della famiglia di
Dio, e se, come motivo della mia speranza di cristiano, non avessi
altro che le mie esperienze dolorose, avrei un fondamento davvero
scarso.
Ma c’è una distinzione da essere notata. Sono queste sofferenze i
patimenti di Cristo, o non lo sono? Un uomo è disonesto, e viene messo
in galera per questo, un uomo è un vigliacco ed è lo zimbello di altri
uomini per questo, un uomo non è sincero, e, di conseguenza, le persone
lo evitano. Tuttavia, egli dice di essere perseguitato. Perseguitato!
Niente affatto, gli sta bene! Se lo merita. Ma queste persone si
consolano con il pensiero, di essere parte del “caro popolo di Dio”,
perché gli altri li evitano, quando si dà il caso che invece se lo
meritano. Essi non vivono come dovrebbero, quindi la punizione del mondo
è il loro deserto.
Badate, carissimi, che le vostre sofferenze siano vere sofferenze di
Cristo, siate sicuri che esse non siano solo le vostre sofferenze,
perché se lo sono, non si otterrà nessun sollievo. E ‘solo quando sono
le sofferenze di Gesù che noi possiamo ricevere conforto.
“Beh,” tu dici: “Cosa si intende con le nostre sofferenze sono le sofferenze di Cristo?”.
La parola “Cristo” nella Bibbia significa a volte tutta la Chiesa con
Cristo, come in 1 Corinzi 12:12, e molti altri brani che non riesco a
ricordare proprio ora, ma voi potete portare alla mente un versetto in cui si
dice: “Io completo le sofferenze di Cristo, per il suo corpo, che è la
Chiesa.”Ora, come Cristo, il capo della Chiesa, ha avuto una certa
quantità di sofferenza da sopportare, ugualmente il corpo deve anche
avere un certo peso da portare.
Le nostre afflizioni sono le sofferenze del corpo mistico di Cristo, le
sofferenze del corpo di Cristo, le sofferenze della Chiesa di Cristo,
perché si sa che se un uomo fosse talmente alto da avere la testa in
cielo ed i piedi in fondo al mare, sarebbe ancora lo stesso corpo, e la
testa sentirebbe le sofferenze dei piedi. Così, anche se il mio Capo è
in cielo, e io sono sulla terra, i miei dolori sono i dolori di Cristo,
le mie prove sono le prove di Cristo, Egli soffre le mie afflizioni.
“Sento nel mio cuore tutti i tuoi sospiri e i tuoi gemiti,
Poiché tu sei vicino a me, alla mia carne e alle mie ossa;
In tutte le tue angosce, il tuo capo sente il dolore,
Eppure, di ognuna di esse c’è necessità, neanche una è invano.”
Le prove di un vero cristiano sono tanto le sofferenze di Cristo, quanto le sofferenze del Calvario.
Eppure voi dite: “Vogliamo capire se i nostri guai sono le prove di
Cristo”. Beh, sono le prove di Cristo, se si soffre per amore di Cristo.
Se siete chiamati a sopportare la durezza per amore della verità,
allora queste sono le sofferenze di Cristo. Se si soffre per sè stessi,
può essere una punizione per i peccati, ma se dovete sopportare per
amore di Cristo, allora sono le prove di Cristo.
”Ma”, dicono alcuni, “c’è qualche persecuzione oggi giorno? Forse che i
Cristiani devono soffrire per amore di Cristo adesso?” Soffrire,
signori! Sì.
Potevo spiegare un fatto avvenuto questa mattina, se volevo, di
fanatismo insopportabile, di persecuzione quasi maligna come quella ai
tempi di Bloody Mary (n.d.r. Maria la sanguinaria, regina cattolica
inglese che perseguito’ fino al rogo i cristiani); la differenza è solo
che i nostri nemici non hanno il potere e la legge dalla loro parte
oggi.
Potrei dirvi di alcuni che, solo perchè scelgono di venire ad
ascoltare questo giovane uomo disprezzato, questo tizio che inveisce,
devono essere considerati come rifiuto da tutti. Molte persone che
vengono da me, devono condurre una vita misera e infelice, semplicemente
perché dalle mie labbra hanno ascoltato la parola della verità. Eppure,
nonostante tutto, ascoltano.
Ne sono certo, a molti di coloro che sono qui davanti a me gli occhi
si aprirebbero in lacrime, se dovessi raccontare la loro storia, alcuni
che privatamente mi mandano a dire di come devono soffrire per amore di
Cristo, perché scelgono di ascoltare il predicatore che gradiscono. Non è
il momento che gli uomini scelgano secondo cio’ che desiderano? Se non
mi interessa fare come gli altri ministri, non ho forse il diritto di
predicare, come mi pare e piace? Se non ce l’ho, lo farò lo stesso, ecco
tutto.
E non hanno gli altri il diritto di ascoltarmi, se vogliono, senza
chiedere ai signori e ai governatori di oggi, se io sia davvero
clericale o meno. Libertà! libertà! Lasciate che le persone facciano ciò
che vogliono. Ma la libertà, dove si trova? Tu dirai in Gran Bretagna.
Si forse, in una misura, ma non completamente. Tuttavia, mi rallegro che
ci sono alcuni che dicono: “Beh, la mia anima ne è contenta: e lascia
che gli uomini dicano ciò che vogliono, mi aggrapperò saldamente e con
risolutezza alla verità, e al luogo in cui sento la parola per
l’edificazione della mia anima.”
Quindi, cari cuori, andate avanti, andate avanti, e se soffrite per
amore di Cristo, queste sono le sofferenze di Cristo. Se siete venuti
qui semplicemente perché avete da guadagnarvi qualcosa per interesse,
allora le vostre sofferenze sarebbero solo vostre, ma poiché non vi è
nulla da guadagnare, se non il profitto delle nostre anime, continuate e
tenete duro, e qualunque cosa si dica, la vostra persecuzione non vi
procurerà altro che una corona luminosa nella gloria.
Ah! Cristiani, questo ci nobilita. Fratelli miei, questo ci rende
orgogliosi e felici di pensare che le nostre prove sono le prove di
Gesù. Oh! Penso a quale onore abbia avuto il vecchio soldato, che stava
col Duca di ferro nelle sue battaglie, dicendo: “Noi combattiamo con il
buon vecchio duca, che ha vinto tante battaglie: e quando vince, parte
dell’onore sarà nostro.”
Cristiano, tu combatti fianco a fianco con Gesù. Cristo è con te,
ogni colpo è un colpo mirato a Cristo, ogni calunnia è una calunnia
rivolta a Cristo, la battaglia è del Signore, il trionfo è del Signore,
quindi ancora alla vittoria !
Mi ricordo la storia di un grande comandante, il quale, dopo aver
vinto molte vittorie gloriose, condusse le sue truppe in una gola, e una
volta lì, un grande corpo del nemico lo circondava. Sapeva che la
battaglia era inevitabile il mattino dopo, quindi andava in giro per
tutte le tende, ad ascoltare in quali condizioni i suoi soldati erano,
se scoraggiati o meno. Egli venne ad una tenda, e mentre ascoltava, udì
un uomo dire: “Ecco lì c’è il nostro generale, è molto coraggioso, ma
non è stato molto saggio, questa volta, ci ha condotto in un luogo in
cui siamo sicuri di essere battuti , c’è tanta cavalleria nemica, tanta
fanteria“ e poi quell’uomo contò tutte le truppe dalla loro parte e ne
valutò il numero. Allora il comandante, dopo aver sentito il racconto,
delicatamente scostò da una parte la tenda, e disse: “Quanti ne hai
contati per me da solo? Si, hai contato la fanteria e la cavalleria, ma
quanto valuti me, il tuo valoroso capitano, che ha vinto tante vittorie?“.
Ora, Cristiano, dico, quanto valuti uno? Egli non è uno, né mille:
egli è il “capo dei diecimila.” Ma è più di questo. Oh! metti in conto
una cifra alta, e quando avrai contato gli aiuti e gli ausiliari, adesso
conta Cristo, per tutti in tutto, perché in lui la vittoria è certa: il
trionfo è sicuro.
III. UNA PROPORZIONE da essere sperimentata
Come le sofferenze di Cristo abbondano in noi così anche le
consolazioni di Cristo abbondano. Ecco una proporzione benedetta. Dio
mantiene sempre un paio di piatti della bilancia, da questa parte mette
le prove del suo popolo e dall’altra mette le loro consolazioni. Quando
il piatto della sofferenza è quasi vuoto, troverete sempre il piatto di
consolazione nella stessa condizione, e quando il piatto è pieno di
prove, si trova il piatto di consolazione altrettanto pesante, perchè le
sofferenze di Cristo abbondano in noi, e quindi anche la consolazione
abbonda da parte di Cristo.
Si tratta di una questione di pura esperienza. Alcuni di voi non
sanno nulla al riguardo. Voi non siete cristiani, non siete nati di
nuovo, non vi siete convertiti, non siete rigenerati, e, quindi, non
avete mai capito questa proporzione ideale tra le sofferenze e le
consolazioni di un figlio di Dio. Oh! è un mistero che, quando le nuvole
nere si radunino di piu’, la luce dentro di noi è sempre più brillante.
Quando la notte si abbassa e la tempesta sta arrivando, il capitano
celeste è sempre più vicino al suo equipaggio.
Si tratta di una cosa benedetta, quando i piu’ sono abbattuti, è
allora che siamo più sollevati dalle consolazioni di Cristo. Lascia
che ti mostri come cio’ sia possibile.
La prima ragione è, perché le prove fanno più spazio per la
consolazione. Non c’è nulla che faccia avere ad un uomo un cuore grande
come una grande prova. Ho sempre trovato che i miserabili, i cui cuori
sono circa le dimensioni di un granello di senape, non hanno mai avuto
delle serie prove. Ho scoperto che le persone che non hanno alcuna
simpatia per i loro simili, che non hanno mai pianto per i dolori degli
altri, molto raramente hanno avuto dei guai propri. Grandi cuori possono
essere creati solo da grandi problemi. La vanga dei problemi scava nel
serbatoio del conforto più profondo, e fa più spazio per la
consolazione. Dio viene nel nostro cuore lo trova pieno e comincia a
rompere le nostre comodità per renderlo vuoto, cosicchè vi è più spazio
per la grazia.
Più un uomo è in uno stato umiliato, più conforto egli avrà sempre.
Mi ricordo che una volta camminai insieme ad un contadino, che seppur
tale era profondamente istruito, e davvero degli aratori potrebbero
essere dei grandi predicatori meglio di molti gentiluomini del college, e
lui mi disse: “Conta su questo mio caro fratello, se tu o io siamo un
solo centimetro più alti del suolo, allora siamo già un centimetro
troppo in alto”. Credo che sia vero, più in basso ci si trova, il più
vicino a terra siamo, più i nostri problemi ci umiliano, più adatti
diveniamo a ricevere conforto e Dio ci dà sempre conforto quando siamo
più adatti per questo. Questo è il motivo per cui le consolazioni
incrementano in proporzione alle nostre prove.
Poi di nuovo, I problemi esercitano le nostre grazie, e l’esercizio
delle nostre grazie tende a renderci più confortati e felici. Quando le
piogge cadono di più, c’è l’erba più verde.
Suppongo che le nebbie d’Irlanda la rendano “l’Isola di Smeraldo,” e
ovunque si trovino nebbie e grandi problemi, nebbie di dolore, si trova
sempre il cuore verde smeraldo: pieno di erba verdeggiante di conforto e
dell’amore di Dio.
O cristiano, non dire: “Dove sono andate le rondini, ecco sono
morte”. Esse non sono morte, hanno sfiorato il mare purpureo, e sono
andate in una terra lontana, ma saranno di nuovo di ritorno. Figlio di
Dio, non dire che i fiori sono morti, non dire che l’inverno li ha uccisi, e
se ne sono andati. Ah! no, se l’inverno li ha rivestiti con l’ermellino
della sua neve, farranno di nuovo capolino con le loro teste, e saranno
vivi molto presto. Non dire, figlio di Dio, che il sole si spegne,
perché la nube l’ha nascosto. Ah! no, è là dietro, che prepara l’estate
per te, perché quando esce di nuovo, avrà fatto le nuvole idonee a far
cadere le docce d’aprile, che fanno fiorire i dolci fiori di maggio. E
oh! soprattutto, quando il tuo Dio nasconde il suo volto, non dire, che
ti ha dimenticato.
Egli ha solo indugiato un po‘ affinchè tu possa amarLo meglio e
quando Egli viene, avrai la gioia nel Signore, e sarai esultante di
gioia indicibile. Nell’attesa, esercita la grazia, in attesa, cerca la
fede, quindi, attendi nella speranza, perché sebbene la promessa si
oscuri, non può mai tardare ad arrivare.
Un altro motivo per cui spesso siamo consolati nei nostri problemi è
che in quel momento abbiamo il rapporto più vicino a Dio. Parlo dal
cuore e dalla conoscenza della mia esperienza. Non abbiamo mai tali
rapporti stretti con Dio come quando siamo nella tribolazione. Quando la
stalla è piena, l’uomo può vivere senza Dio, quando la borsa è piena
d’oro, in qualche modo può fare a meno di tante preghiere. Ma una volta
che si perdono le sicurezze, tu desideri il tuo Dio, una volta mondata
la casa dagli idoli, allora onorerete Geova.
Alcuni di voi non pregano la metà di quanto dovrebbero. Se siete
figli di Dio, riceverete la frusta, e quando riceverete la frusta,
correrete da vostro Padre. Si tratta di una bella giornata, e il bambino
cammina, davanti a suo padre, ma vi è un leone in mezzo alla strada, il
bambino arriva e prende la mano di suo padre. Ecco che prima correva un
mezzo miglio davanti a lui quando tutto andava bene, ma alla vista del
leone, grida “Padre, Padre!” e gli sta il più vicino possibile.
E‘ così anche con il cristiano. Se tutto va bene, dimentica Dio.
Israele si è ingrassato, e ha cominciato a recalcitrare contro Dio, ma se
gli porti via le sue speranze, se fai saltare le sue gioie, se permetti che il
figlio giaccia nella bara, che le sue colture siano distrutte, che la mandria
sparisca dalla stalla, che il marito dalle ampie spalle finisca nella tomba,
che i figli siano orfani, allora è che Dio è Dio davvero.
Oh, spogliami nudo, prendi da me tutto quello che ho, fammi povero,
mendicante, senza un soldo, impotente: frantuma la mia cisterna;
schiaccia la mia speranza, spegni le stelle, fa sparire il sole, avvolgi
la luna nel buio, e ponimi tutto solo nello spazio, senza un amico,
senza un aiuto, allora, “Dal profondo io grido a te, o Dio!”. Non vi è
alcun grido tanto forte come quello che proviene dal fondo della
montagna, preghiera più calorosa di quella che viene dal profondo
dell’anima, attraverso prove profonde e afflizioni.
Quindi le prove ci portano a Dio, e noi siamo felici, perché questo è
il modo per essere felici, di vivere vicini a Dio. Così che, mentre i
problemi abbondano, essi ci guidano a Dio, e le nostre consolazioni
abbondano.
Alcune persone chiamano pesi i guai. In verità una nave che ha vele
di grandi dimensioni e un buon vento, ha bisogno di zavorra. I guai sono
la zavorra di un credente. Gli occhi sono le pompe che recuperano
l’acqua di sentina della sua anima, e gli impediscono di affondare. Ma
se le prove sono pesi vi dirò un lieto segreto: come farsi sollevare da
un peso. Se ho un peso incatenato a me, esso mi tiene giù, ma se mi dai
carrucole e pulegge, posso fare in modo che mi tiri su. Sì, c’è un modo
con cui un peso ti puo’ sollevare verso il cielo.
Ah signori una volta chiesi a un amico, che aveva un bellissimo
cavallo che si nutriva al pascolo con uno zoccolo di ferro sulla zampa,
“Perché appesantire un animale così nobile?” “Signore” disse,
“Preferisco averlo appesantito che perderlo. Si è messo a saltare le
siepi”
Questo è il motivo per cui Dio appesantisce i Suoi. Egli preferisce
appesantirli piuttosto che perderli, perché se non li appesantisse,
salterebbero la siepe e se ne andrebbero. Hanno bisogno di una pastoia e
per impedire il loro randagismo, Dio li lega con afflizioni, per
tenerli vicino a Lui, alla loro conservazione, ed averli in Sua
presenza. E’ una benedizione che i nostri problemi abbondino, cosi’
abbondano anche le nostre consolazioni.
IV. C’E ‘UNA PERSONA DA ONORARE
Ora possiamo chiudere con il nostro ultimo punto, e che lo Spirito
Santo ancora una volta mi dia forza dire una parola o due per voi. E‘ un
dato di fatto che i cristiani possono gioire nella profonda angoscia, è
una verità: metteteli in prigione, ancora canteranno e come molti altri
volatili, cantano meglio nelle loro gabbie. E‘ vero, quando le onde si
rovesciano su di loro, la loro anima non affonda. E‘ vero, hanno una
spinta che mantiene sempre la loro testa sopra l’acqua, e li aiuta a
cantare nel buio, nella notte buia, “Dio è ancora con me”. Ma a chi
daremo l’onore? A chi deve essere data la gloria? Oh! a Gesù, a Gesù,
perché il testo dice che tutto viene da Gesù.
Non è perché sono un cristiano che provo gioia nel mio problema, non
necessariamente è così, non è sempre che i problemi portino
consolazioni, ma è Cristo che viene a me. Sono malato nella mia camera;
Cristo viene su per le scale, si siede vicino al mio letto, Egli mi
amministra dolci parole. Sto morendo, le gelide acque fredde del
Giordano hanno toccato il mio piede, sento il mio sangue ristagnare e
congelare. Devo morire, Cristo mi prende tra le braccia, e dice: “Non
temere, caro, morire è essere benedetti, le acque della morte hanno la
loro sorgente in cielo, non sono amare, sono dolci come il nettare,
perchè esse discendono dal trono di Dio“. Guado il torrente, i flutti
si riuniscono intorno a me, sento che il mio cuore e la mia carne
vengono meno, ma c’è la stessa voce al mio orecchio: “Non temere, io
sono con te non aver paura, io sono il tuo Dio”. Ah! Ah!
Ora, io vengo ai confini dell’ignoto infinito, quel paese “da cui nessun
viaggiatore ritorna” sono quasi spaventato di entrare nel regno delle
ombre, ma una voce dolce dice: “Io sarò con te dovunque tu vada; se tu
dovessi fare il tuo letto in Ades io sarò con te“ e ancora vado
avanti, contento di morire, perché Gesù mi allieta, egli è la mia
consolazione e la mia speranza. Ah! voi che non conoscete quel nome
ineguagliabile, Gesù, voi avete perso la nota più dolce che mai che può dare
melodia. Ah! voi che non siete mai stati incantati dal prezioso sonetto
contenuto in quell'unica parola Gesù, voi che non sapete che vuol dire Jesu,
I-ES-U, (“Io ti allevio”); avete perso la gioia e
il conforto della vostra vita, e dovrete vivere miseri e infelici.
Ma il cristiano può rallegrarsi, dal momento che Cristo non lo
abbandonerà, mai lo lascerà, sarà con lui.
Una parola o due prima di concludere: primo, ho una parola per voi che vi aspettate problemi, e sono molto
triste perché voi ve li andate a cercare. Prendete i consigli della
gente comune, e “non attraversate mai un ponte, prima di esserci
arrivati.” Seguite il mio consiglio: non portate i vostri problemi più
vicini di quanto lo siano, perché già è sicuro che presto saranno su di
voi.
So che molte persone si preoccupano per le loro prove prima che
vengano. Che bene se ne ha sulla terra? Se mi mostrate alcun beneficio
in cio’ vi dirò fate pure, ma a me sembra già abbastanza che il Padre
bacchetti il figlio senza che il figlio stesso si castighi da solo.
Perché dovresti farlo? Tu, che hai paura dei guai, perché dovrebbe
essere così? La prova non potrà mai vincere su di te e se viene, la forza
arriverà con essa. Pertanto, a te, uomo, che siedi gemendo, a causa di
presentimenti.
“La religione non è mai stato progettata
per diminuire i nostri piaceri”
Fatti forza! Su!Su! Perché sei seduto congelato a morte? Quando i
guai verranno, allora combatti, con cuore virile e forte, immergiti
nella corrente, vestito come sei, e nuotaci attraverso, ma oh! non avere
paura prima che arrivino.
Poi Cristiano che sei nei guai, ho una parola da dirti. Dunque,
fratello mio, tu sei nei guai, sei caduto nelle onde di afflizione. Non è
cosa strana, vero fratello? Ci sei passato molte volte prima. “Ah”, ma
dici tu “questo è il peggiore che abbia mai avuto. Sono venuto qui
questa mattina con una macina da mulino al collo, ho una miniera di
piombo nel mio cuore. Sono infelice, sono infelice, sono estremamente
abbattuto“.
Bene, ma fratello, come i tuoi problemi abbondano, così sarà la tua
consolazione. Fratello, tu hai appeso la tua arpa sui salici? Sono
contento che non hai spezzato l’arpa del tutto. Meglio, appenderla ai
salici piuttosto che romperla; fa’ attenzione a non romperla. Invece di
essere angosciato per il tuo problema, gioisci in esso, tu puoi onorare
Dio, tu glorificherai Cristo, tu porterai peccatori a Gesù, se canterai
nelle profonde difficoltà, la gente dirà: “Deve esserci qualcosa nella
religione, dopo tutto, altrimenti l’uomo non sarebbe così felice”.
Poi una parola per voi, che siete quasi disperati. Vorrei allungare
le braccia, se potessi, questa mattina, perché credo che un predicatore
dovrebbe essere un Briareo, con mille mani per andare a prendere i suoi
ascoltatori ad uno ad uno, e parlare con loro. C’è un uomo qui che è
abbastanza disperato, ha quasi persa ogni speranza. Fratello, ti devo dire
cosa fare? Tu sei caduto dal ponte principale, sei nel mare, le onde ti
circondano, non sembri avere alcuna speranza; ti arrampichi sugli
specchi, cosa farai adesso? Fare? perché? Giaci sul mare dei guai, e
galleggia su di esso, stai li’, e sappi che Dio è Dio, e tu non perirai
mai. Tutto il tuo scalciare e dimenarti ti farà sprofondare, ma sta
fermo, ecco per la nave di salvataggio arriva; Cristo sta venendo in tuo
soccorso, presto ti libererà e ti tirerà fuori da tutte le tue
perplessità.
Infine, alcuni di voi non hanno affatto alcun interesse in questo sermone. Non cerco mai di ingannare i miei ascoltatori facendo loro
credere che tutto quello che dico appartiene a tutti voi che mi
ascoltate. Ci sono diversi caratteri nella parola di Dio, ma il vostro è
quello di indagare nei vostri cuori oggi stesso, e vedere se siete il
popolo di Dio, o no. Come vive il Signore, davanti al quale io sto, ci
sono due classi qui. Non c’è distinzione aristocratica e democratica,
ai miei occhi, e agli occhi di Dio ogni uomo è uguale.
Noi siamo fatti di sola carne e sangue, non abbiamo signori di
porcellana e poveri di terracotta, siamo tutti fatti della stessa pasta.
Vi è una differenza, e solo una. O voi siete figli di Dio, o figli del
diavolo, o siete rinati di nuovo, o morti nelle trasgressioni e nei
peccati.
Spetta a voi fare risuonare la domanda nelle vostre orecchie: “Dove
mi colloco? sotto il nero tiranno, con la sua spada di fuoco, come mio
re, oppure davvero possiedo Geova Gesù come mia forza, mio scudo, mio
Salvatore?” Io non vi costringo a rispondere, io non dirò niente su
cio’. Solo rispondete voi, lasciate che i vostri cuori parlino, lasciate
che le vostre anime parlino.
Tutto quello che posso fare è di proporre la domanda. Dio la applichi
alle vostre anime! Lo imploro di farvelo capire! e che la freccia
giunga a voi presto!
“E Gesù mio! Sono ora disposto,
ad affrontare quello che ho ritenuto più arduo;
Sì, lasciate che i venti soffino di guai,
E che le comodità si sciolgano come la neve,
Nessun albero infruttuoso, nessuna coltura persa,
Possono ostacolare le mie speranze eterne;
Sebbene la creatura cambi, il Signore è lo stesso;
Allora lasciate che trionfi nel Suo nome.
"Perciò io mi diletto
nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni,
nelle avversità per amore di Cristo, perché quando io sono debole,
allora sono forte."
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