Perchè Dio non interviene? | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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mercoledì 14 aprile 2010
Unknown

Perchè Dio non interviene?



ebreo

Nel mondo avvengono cose terribili!
 
Camminavo per la strada a Essen, credo nell'anno 1937, quando un ragazzo di circa 16 anni mi venne incontro completamente stravolto. Dal momento che avevo terminato il mio lavoro con i giovani, gli chiesi: «Cosa ti è successo?». Egli mi rispose: «Mi hanno trascinato all'ospedale e mi hanno sterilizzato, perché mia madre è ebrea; quando sono entrato in casa, i miei genitori erano scomparsi». Non li rivide mai più: il padre fu arrestato, mentre la madre fu condotta in un campo di concentramento ad Auschwitz! Non ho potuto fare altro per lui che aiutarlo a fuggire in Olanda, da qui poi ripartì per andare in America. Mai dimenticherò quell'immagine di questo giovane sconvolto: «Mi hanno trascinato all'ospedale e mi hanno sterilizzato, perché mia madre è ebrea; quando rientrai a casa, i miei genitori erano scomparsi!». Di questi episodi se ne potrebbero raccontare milioni. Di fronte a queste cose, viene spontaneo chiedersi: «E Dio?» - «Dov'è Dio?» - «Non ha nulla da dire su questo?».......

«Perché Dio non interviene?».

Nella città di Colonia un pazzo ha fatto irruzione in una scuola pubblica con un lanciafiamme: 12 bambini arsi dal fuoco! Anche qui c'è daporsi la domanda: «E Dio?» - «Perché Dio non interviene?». Penso ad una giovane malata di cancro. Lentamente, fra sofferenze atroci, si allontana per sempre dai suoi bambini. Chi si trova a condividere una simile esperienza si chiederà: «E Dio?» - «Perché Dio non interviene?». Molte persone, raccontando la loro storia, potrebbero in conclusione domandarsi: «E Dio?» - «Dov'era Dio?» - «Perché Dio non interviene?».
Così l'uomo moderno è spesso tentato di pensare che in cielo non ci sia più un Padre d'amore, non trovando una risposta alle domande: «Dov'è Dio?» - «Perché permette tutto questo?» - «Perché non fa nulla per evitare tutte le cose terribili a cui assistiamo oggi?». Si giunge così talvolta al punto in cui nasce questa idea pericolosa: «Forse Dio non esiste! Forse il cielo è disabitato! Forse l'ateismo è la verità!».
Cari amici, colui al quale vengono in mente tali pensieri dovrebbe essere atterrito, perché se davvero Dio non ci fosse, sarebbe una cosa terribile: gli uomini sarebbero come animali, abbandonati a loro stessi! Saremmo tutti come bambini smarriti che non trovano più la strada per tornare a casa. Dio non esiste? Sarebbe spaventoso! Quando qualcuno mi dichiara: «Sono ateo!», io gli rispondo: «Lei non sa cosa sta dicendo! Niente sopra di noi?! Lasciati a noi stessi?! Lasciati soli l'uno contro l'altro?». Per l'uomo nulla è più terribile dell'uomo, vero? Un proverbio latino dice: « Homo homini, lupus », che significa: «Un uomo è un lupo per un altro uomo» - terribile!
Non so dire quante volte, come responsabile di chiesa, ho udito questa frase: «Come può Dio permettere tutto questo? Perché Dio resta muto?». Proprio a queste domande che mi sono state rivolte così spesso, vorrei ora cercare di rispondere. Prima però devo fare una premessa: io non sono il segretario privato di Dio, Egli non mi ha né confidato né dettato i suoi piani! Comprendi? In sé questa domanda non ha molto senso, perché è impossibile capire veramente Dio. Il Dio che posso conoscere sarebbe tutt'al più un mio superiore. Di questo posso farmi un'idea, ma il vero Dio non lo potrò mai comprendere del tutto. Nella Bibbia leggiamo: «I miei pensieri non sono i vostripensieri, le mie vie non sono le vostre vie» .
Questo è molto significativo. 
Io ho tuttavia alcune conoscenze bibliche e, sulla base di queste, vorrei ora rispondere, per quanto posso, alla domanda: «Perché Dio non interviene?». Ecco il primo punto.
1. Il modo sbagliato di porre la domanda
Innanzitutto vorrei dire questo: la domanda «Perché Dio non interviene?» è impostata in modo non corretto. Viene formulata, cioè, come se fossimo in un tribunale: al posto del giudice siede la signora Rossi o uno di noi e sul banco degli imputati c'è Dio. Così noi pronunciamo l'accusa: «Dio, come puoi permettere tutto questo? Perché non intervieni?». In tutta sincerità voglio dirti: non esiste un Dio che ci lasci sedere al posto del giudice e accetti di occupare il banco degli imputati! 
Mi ricordo una scena curiosa di cui fui spettatore, quando ero ancora un giovane predicatore. Avevo 27 anni ed ero appena venuto ad Essen, quando scoppiò un grosso sciopero di minatori che riscaldò molto gli animi. Un giorno, passando davanti ad una piazza, vidi un uomo in piedi su una cassa, che parlava animatamente alle persone che lo circondavano. Parlava di bambini che muoiono di fame, di salari ingiusti, di disoccupazione. Ad un tratto mi vide, mi riconobbe e borbottò: «Ah, ecco il prete! Venga un po' qui!». Generalmente accetto gli inviti amichevoli, quindi andai verso quel gruppetto di gente. Gli uomini mi fecero passare affinché raggiungessi l'oratore, intorno a me ci saranno stati centinaia di minatori. Mi sentivo un po' in imbarazzo: all'università non ero stato preparato ad affrontare simili situazioni! L'oratore si rivolse a me in questi termini: «Ascolta, prete! Se esiste un Dio, cosa di cui non sono sicuro ma che potrebbe essere vera, allora verrei, dopo la mia morte, a presentarmi davanti a lui e dirgli – e qui alzò il tono di voce: "Perché hai permesso che uomini morissero in modo straziante sui campi di battaglia? Perché hai permesso che bambini morissero di fame, mentre altri sciupavano il cibo avendone in abbondanza? Perché hai permesso che molti uomini fossero colpiti a morte dal cancro? Perché? Perché?". Vorrei poi dirgli: "Tu, Dio, vattene! Allontanati da me! Via!"».

Così gridava l'uomo; allora mi misi anch'io a gridare: «Hai ragione! Via questo dio! Via questo dio!». Improvvisamente si calmò, sul suo volto comparve un'espressione di sorpresa, mentre diceva: «Un momento! Sei un responsabile di chiesa, non puoi quindi gridare: «Via questo Dio!». Io gli risposi: «Ascolta! Questo dio di fronte al quale ti presenti così e pronunci simili parole, questo dio che si lascia chiamare in causa a tal punto che tu ti fai giudice e lui viene accusato da te, questo dio esiste solo nella tua immaginazione. A lui posso dire: Via questo dio! Via questo dio insulso, che gli uomini di oggi si sono costruiti, che possiamo accusare, ignorare o sfruttare secondo le necessità del momento! Un tale dio non esiste!

Voglio dirti però che esiste un altro Dio, quello vero
Di fronte a Lui comparirai come accusato e non potrai neppure aprir bocca, perché Egli ti chiederà: Perché non mi hai rispettato? Perché non mi hai invocato? Perché hai vissuto nell'impurità? Perché hai mentito? Perché hai odiato? Perché hai litigato? Perché hai…? Ti farà queste domande e allora tu non avrai più il coraggio di parlare! Non saprai rispondere neppure ad una di queste domande! Non c'è nessun Dio a cui si possa dire: Via da me! Un'altra cosa vorrei dirti: quando sentirai uomini che rinfacciano a Dio: "Come può Dio permettere tutto questo? Perché Dio non interviene?", di' loro: "Solo un Dio misero ed immaginario si lascerebbe accusare da noi! C'è un unico Dio Santo, che ci accusa entrambi!"».
Hai obbedito alle leggi di Dio? Cosa credi? Dio prende sul serio le sue leggi: siamo noi gli accusati, non Dio!
Questa è la prima cosa che, in tutta sincerità, dovevo dirti: il modo stesso di porre la domanda è fondamentalmente sbagliato.
Ora il secondo punto.

2. Il silenzio di Dio è il suo giudizio!

«Perché Dio tace?» È vero, Dio tace spesso, e il suo silenzio è la più terribile condanna nei nostri confronti! Io sono convinto che esista un inferno, ma certamente non sarà come talvolta ce lo immaginiamo, con le anime arrostite dal demonio o altre immagini infantili di questo genere. Credo invece che l'inferno sia la situazione in cui Dio non ha più nulla da dire agli uomini! Puoi chiamarlo, puoi pregare, puoi gridare – non ti risponde più!Lo scrittore russo Dostojewski ha detto una volta: «L'inferno è quel luogo in cui Dio non ci prende più in considerazione» - e in cui siamo per sempre separati da Lui, in cui siamo veramente abbandonati da Dio. Sì, il silenzio di Dio è la condanna che Egli ci infligge. Vedi, questo è proprio il punto di inizio dell'inferno: Dio non risponde!

Su questo vorrei ancora raccontarvi una storia tratta dalla Bibbia: "C'erano due città, Sodoma e Gomorra, città molto progredite, con una civiltà raffinata. Non vi si negava Dio (c'erano anche, probabilmente, un paio di sacerdoti), ma semplicemente non Lo si prendeva sul serio. In occasione di matrimoni o di funerali ci si ricordava forse del buon Dio, ma in generale non ci si preoccupava molto di Lui e tutte le Sue leggi venivano calpestate. A Sodoma abitava un uomo pio di nome Lot, il quale spesso diceva: «Non si può trattare così Dio! Non ingannatevi, Dio non si lascia prendere in giro! Ciò che l'uomo semina, quello raccoglierà!». «Ah!», rispondeva la gente, «non dire sciocchezze! Non sei neppure sacerdote! Smettila di dire queste cose senza senso: "Ciò che l'uomo semina, quello raccoglierà!"». Poi un giorno, all'alba, dopo aver fatto uscire Lot, Dio fece piovere sulla città fuoco e zolfo. Come questo possa essere, l'abbiamo visto durante la guerra atomica, ma Dio può farlo anche senza bisogno di aerei. Posso immaginare gli abitanti costretti a precipitarsi dal letto gridando: «In cantina!». Corrono in cantina e la trovano rovente come un forno. Non resistono. Ecco un altro grido: «Dobbiamo uscire!». Si precipitano fuori, ma dappertutto cade fuoco e zolfo. Non sanno più cosa fare: non possono uscire, ma nella cantina soffocano.

Io poi mi sono fatto un'altra immagine, che non è tratta dalla Scrittura. Un gruppo di persone tra le quali una ragazza, che fino ad allora aveva considerato Dio come un buon uomo, e un signore anziano, fine conoscitore di tutte le marche del vino, il quale, a sua volta, non aveva nulla contro il buon Dio, ma gli era del tutto indifferente. Questi tipi di persone erano lì, insieme, in cantina: uomini onesti, gente comune, bravi cittadini; ma tutti avevano i loro oscuri segreti, come succede anche oggi per ogni uomo. Nella cantina fa sempre più caldo. Vorrebbero uscire, ma non possono perché il flagello si sta abbattendo furiosamente. Il terrore li invade. Improvvisamente l'anziano signore dice: «Lot aveva ragione: Dio è davvero vivente!», e la ragazza dice: «Abbiamo ancora un'unica speranza: dobbiamo pregare! Chi vuole dunque pregare?». Si volgono allora verso il cielo con le mani alzate – a quell'epoca si pregava così – quelle mani che non lo avevano mai fatto prima. Ed ecco che inizia questo grido: «Signore, abbi pietà di noi! Abbiamo peccato! Non ti abbiamo ascoltato! Ma ora fermati! Tu sei sempre il buon Dio, sei certamente misericordioso! Signore, abbi pietà di noi!». Poi il silenzio! Si sente il crepitare del fuoco. Allora le braccia cadono e le mani prima tese verso l'alto si serrano a pugno: «Dio, perché non rispondi?». Ancora silenzio! Si sente soltanto il rumore del fuoco. Ora possono pregare o bestemmiare, Dio non risponde più! C'è un limite, che un uomo o una città o un popolo non possono superare, un limite d'indifferenza nei confronti del Dio vivente. Da quel punto in avanti, Dio non ascolta e non risponde più!
Comprendi ora che questo silenzio su Sodoma era la più terribile condanna da parte di Dio?Dio non aveva più nulla da dire loro! Per questo, quando vedo un popolo del tutto indifferente verso la verità di Dio, verso le Sue leggi e verso la Sua salvezza, sono pieno di orrore. Forse già ora vivono questa esperienza: possono pregare o bestemmiare, Dio non ha più nulla da dire! Nella Bibbia Dio dice: « Vi ho chiamato, e non avete risposto ». Perché tu, o uomo, non rispondi, quando Dio ti chiama? Dunque: il silenzio è la più terribile condanna da parte di Dio! Il terzo punto  è questo.

3. La grande distanza impedisce l'ascolto
 
Quando abbiamo la sensazione che Dio non risponda, può essere perché siamo troppo lontani da Lui! Poco tempo fa venne da me un giovane che mi disse: «Signor Busch, lei mi rende nervoso, parlando sempre di Dio. Se la incontro per strada, comincia a parlarmi di Dio. Io non sento Dio, non lo vedo. Come parla dunque questo Dio? Io non sento nulla!». Io gli risposi allora: «Conosci la storia del figlio prodigo?». «Più o meno!» rispose lui.  «Voglio raccontartela come Gesù stesso l'ha raccontata.»

"C'era un ricco possidente che aveva due figli, uno dei quali era un po' ribelle e in casa non si trovava molto bene, quell'ambiente non era adatto a lui. Un giorno si presentò a suo padre dicendo: "Vecchio, dammi la parte dei beni che mi spetta, voglio partire e andare lontano!". Il padre glielo concesse e il giovane partì. Di lui è scritto nella Bibbia: "Dissipò la sua sostanza". Potete immaginarvi, nelle grandi città ci sono mille occasioni per spendere denaro. Proprio quando ormai aveva speso tutto, sopraggiunse una carestia e una crisi di occupazione. Egli si trovava così sempre più nel bisogno e finì per andare a pascolare i porci. Poiché in Israele i porci erano considerati animali impuri, per un israelita fare questo lavoro era una delle cose più ripugnanti. Tuttavia, poiché la carestia imperversava, il giovane era felice di poter mangiare le carrube destinate ai porci. Là non poteva più udire la voce del padre, semplicemente perché fra di loro c'era troppa distanza.Il figlio perduto poteva ben dire: "Non sento la voce di mio padre". È logico che non la udisse!"

Permettimi di aprire una parentesi e di immaginarmi la storia non proprio come viene presentata nella Bibbia. Il giovane fuggito da casa siede fra i porci e nel suo malcontento accusa il padre: "Come può permettere che io mi trovi in condizioni tanto pietose?!". Così mi appare il mondo di oggi: ha abbandonato Dio precipitando sempre più nel male, ed ora grida: "Come può Dio permetteretutto questo? Perché Dio non interviene?". Naturalmente Gesù racconta la parabola del figliuol prodigo in un altro modo: ad un certo momento della sua vita, il ragazzo rientrò in sé e pensò: "Sono uno stupido! Nella casa di mio padre c'è pane in abbondanza, e io qui muoio di fame. Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: "Padre, ho peccato". Allora si alzò e tornò indietro! Il padre lo vide da lontano, gli corse incontro, ma il figliuolo disse: "Padre, ho peccato!". Per tutta risposta, il padre lo abbracciò e ordinò ai servi: "Portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzariai piedi!"». Ora egli può sentire la voce del padre!

«Se tu non riesci a sentire la voce di Dio, vuol dire che sei troppo lontano da lui! Devi ravvederti, lo sai bene!», dissi, per finire, a quel giovane. Gli uomini possono essere molto lontani da Dio. Ero ben consapevole di questo al tempo in cui ero sottotenente durante la Prima Guerra Mondiale e non avevo relazione con Dio; pensavo però sempre: «Dovrei davvero convertirmi!». Non ho mai incontrato un uomo che non avesse pensato in fondo, dentro di sé: «Dovrei cambiare!». La donna virtuosa dice: «Io sono a posto!», ma se mi soffermo a parlare con lei, mi dice: «Sì, in realtà so che dovrei cambiare! Ci sono molte colpe nella mia vita. Il mio cuore è impuro!». Ognuno di noi sa che dovrebbe ravvedersi. Perché non lo facciamo? Cambiarotta! Allora anche tu sentirai la voce del Padre! 


Passiamo ora ad un altro punto relativo alla domanda «Perché Dio non interviene?».

4. Dobbiamo ascoltare l'ultima Parola di Dio!

Ciò che ti voglio dire ora è la cosa più importante: se ti sembra che Dio non risponda, devi ascoltare l'ultima Sua Parola! Voglio, a questo proposito, citare una lunga frase della Bibbia, contenuta nell'epistola agli Ebrei: «Dio, dopo aver molte volte in molte maniere parlato anticamente ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi attraverso il suo Figliuolo». Sai chi è il Figliuolo di Dio? È Gesù!
Ecco che rientro nel mio tema preferito. Questo Gesù è, come viene definito nella Bibbia, la Parola di Dio incarnata: « La Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un periodo fra di noi ». Cerca di comprendere: quando pronunciamo una parola, questa fugge subito, come un soffio. Dio ha fatto sì che una parola diventasse carne, in Gesù. Gesù èl'ultima Parola di Dio!

Conosci l'espressione «la mia ultima parola»? 

Supponiamo che io volessi venderti una mucca. Quanto vale una mucca? Non lo so. Diciamo EUR 350.00? Tu dici: «Per questa mucca ti darei EUR 100.00, non di più!». Io ribatto: «Invece chiedo EUR 500.00!».Tu offri allora CHF 200.00 e io, da parte mia, ne richiedo 400.00. Continuiamo a trattare, finché io dichiaro: «Dunque, 300.00 è la mia ultima parola!». Se sono un uomo di parola, con questo le trattative sono concluse: non c'è più nulla da aggiungere!
Gesù è l'ultima Parola di Dio! Se tu non la ricevi, Dio non ha più nulla da dirti.
 
Comprendi? Quando gli uomini si lamentano: «Dio non parla! Perché Dio non risponde?», io ribatto: «Dio non ha più nulla da dirvi, se non volete accettare la sua ultima Parola!»

Puoi ricevere Gesù! Devi ricevere Gesù! Non c'è altro da fare! 

Incontro spesso persone che mi dicono: «Anch'io credo nel buon Dio. Ma Gesù?».
Ascolta: Gesù è l'ultima Parola di Dio fatta carne per noi! Ti spiegherò meglio il significato di questa frase parlandoti un po' di Gesù, cosa che faccio sempre molto volentieri!
Gesù è in mezzo ad una folla, e sta parlando. Improvvisamente, dietro di Lui si sente uno strano movimento. La gente comincia a parlare e a correre. Gesù interrompe il suo discorso e chiede: "Cosa sta succedendo?». Stava accadendo qualcosa di terribile: era arrivato un lebbroso. La lebbra è una malattia che provoca la progressiva putrefazione di un corpo ancora in vita. È orribile: l'infezione attaccae divora le orecchie, il naso, le labbra. Questo morbo, inoltre, è così contagioso che si trasmette perfino attraverso il respiro. Per questo i lebbrosi dovevano vivere in isolamento, non potevano unirsi agli altri uomini. Ed ora proprio uno di questi lebbrosi giunge tra la folla! Ha sentito parlare di Gesù, ed è stato spinto dal grande desiderio di vederlo. Per questo è venuto tra la gente che comincia ad indietreggiare gridando: «Vattene! Via di qui!». Gli lanciano pietre, ma egli non si lascia scoraggiare. Mi sembra quasi di vederlo, mentre si fa largo in mezzo alla folla spaventata e avanza fino a giungere Gesù. Giunto davanti a lui, cade in ginocchio e, piangendo, gli rivela tutta la sua miseria: «La mia vita è distrutta, perduta! Gesù, se vuoi, tu puoi guarirmi. Aiutami!». Vedi, la personalità umana sfigurata deve venire in contatto con il Salvatore, il figlio di Dio! Così deve essere: la nostra miseria deve essere posta di fronte a Gesù! Mi auguro di tutto cuore che tu ti scuota di dosso quello strato superficiale di «religiosità» e ti presenti a Lui in tutta la tua miseria.

Ritorniamo ora al lebbroso che implora Gesù: «Se vuoi, tu puoi guarirmi!». A questo punto
succede una cosa che io ritengo veramente meravigliosa. Potrei pensare che Gesù muova un passo indietro alla vista di quella figura umana così incredibilmente deturpata e dica: «Va bene. Alzati! Sii guarito!». Egli però non si comporta così. Gesù si avvicina al lebbroso e posa la mano su quel capo malato. La gente esclama inorridita: «Non si deve aver contatto con un lebbroso!». La Bibbia racconta: «E Gesù lo toccò». Nulla è troppo impuro per il Salvatore! Nessuna miseria è incurabile per Lui! Egli vi pone sopra la Sua mano! Se fossi un pittore, vorrei dipingere proprio questo: la mano di Gesù sul volto straziato di quel lebbroso. Questo è Gesù, il miracolo di tutti i tempi! E se ora qui c'è qualcuno che è stato abbandonato e allontanato da tutti, Gesù pone la Sua mano su di lui e dice: «Io ti ho redento, voglio che tu sia mio!». Se c'è poi qualcun altro che si tormenta perché si sente un grande peccatore, Gesù pone la Sua mano su di lui e dice: «Sii guarito!».

In Gesù tutto l'amore di Dio giunge a noi, penetrando nella nostra miseria, nel nostro peccato, nella nostra sporcizia, nella nostra malattia! Gesù è la Parola di Dio incarnata! Eppure ancora la gente si chiede: «Perché Dio non interviene?». Dio non ha forse già parlato abbastanza chiaramente e potentemente? Tutto questo non è forse espressione di Dio? Questo Gesù viene poi inchiodato su una croce, innalzata tra una folla minacciosa che è tenuta a freno dalle guardie romane. Vieni, uniamoci a questa folla, andiamo anche noi sotto la croce! Guardalo, l'Uomo del Golgota! Quel viso pieno di ferite e di dolore, quel capo disprezzato sul quale è stata posta, in segno di scherno, una corona di spine! Guardalo! Domandagli: «Perché sei appeso lì?». Egli ti risponderà: «Perché tu sei in colpa verso Dio. Questa colpa la dovrai scontare tu nell'inferno, oppure la devo scontare io qui al tuo posto. Qualcuno deve pagare! Io voglio fare questo per te. Solo abbi fede!».
Cari amici, quando io, in giovane età, compresi che Gesù è l'Agnello sacrificato, che porta i peccati del mondo– anche i miei, perché Gesù cancella la mia colpa, paga il riscatto perriconciliarmi con Dio – allora posi il mio cuore sotto la croce e dissi: «A chi altri dovrei affidarmi, o Re che muori sulla croce? Io ti offro qui la mia vita, tutto il mio cuore trabocca».
 
Gesù viene poi messo in un sepolcro, chiuso da una grossa pietra. Alcuni soldati romani vengono posti di guardia. All'alba del terzo giorno ecco un forte chiarore, così potente da provocare lo svenimento delle guardie. Come ultimo atto, si assiste alla risurrezione di Gesù in gloria! Non sto raccontando una favola, dico queste cose perché so che Gesù è risorto dai morti. Questo Gesù, che è morto per te, ora vive! Non c'è alcuno per cui Dio non sia morto! Egli vive e ti chiama, proponendoti l'ultima Parola di Dio! Accettarlo è decisivo per la tua vita! «Perché Dio non risponde?».

Dio risponde invece, cari amici, e la Sua Parola si chiama «Gesù!» e questo significa: amore, grazia, misericordia! 
Nella mia vita ho trascorso momenti terribili nelle prigioni naziste ed in guerra. Ne ricordo uno particolarmente angosciante. Dovetti soffocare un grido di orrore quando, durante la guerra, fui condotto in un cortile. Intorno a me giacevano circa 80 cadaveri. Avevo già visto immagini di una simile atrocità sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale, ma questa era più orrenda. Qui i morti non erano soldati, ma anziani, donne e bambini; bimbi, i cui corpicini portavano i segni della lunga guerra. Bimbi! Cosa c'entravano con quella stupida guerra? Mentre stavo lì, in mezzo a tutti quei cadaveri, solo in quel grigiore, solo in quel silenzio di morte, ad un certo punto gridai nel mio cuore: «Dio, dove sei? Perché non fai nulla?». Allora mi ricordai di questo versetto biblico: «Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo Unigenito Figliuolo»
Dio stesso deve avermi ispirato questo versetto proprio in quello stato di disperazione. Poi di colpo apparve davanti a me la croce del Golgota, sulla quale Dio stesso ha lasciato morire il Suo Figliuolo, per noi. Io non comprendo Dio. Non comprendo perché Dio permetta tutte queste cose; ma c'è un segno, un monumento, un faro del suo amore, ed è la croce di Gesù. «Colui che non ha risparmiato il Suo proprio Figlio, ma l'ha dato per tutti noi, come non ci darà Egli ogni altra cosa con Lui?» , dice l'apostolo Paolo.
E così quando sotto la croce di Gesù trovo pace con Dio, non ho altre domande da porre.

Quando i miei figli erano piccoli, non sempre comprendevano ciò che io facevo, ma si fidavano: «Papà farà tutto bene!». Quando sotto la croce di Gesù trovo pace con Dio e divento un suo figlio, anch'io posso fidarmi del mio Padre Celeste: Egli fa tutto bene. Allora non ho più domande da porre.
Tutto sta nell'accettare e nel ricevere Gesù, l'ultima Parola di Dio! Se Dio ha dato la spiegazione circa la morte di Gesù, allora c'è una ragione anche per tanti eventi apparentemente inspiegabili. Forse io non le conosco, ma sono consolato dal fatto che Dio conosce tutte le ragioni. Egli nella Sua Sovranità agisce sempre con giustizia anticipando a volte un giudizio o una definitiva salvezza. Dio sa! Siamo noi che nelle tenebre della nostra ribellione siamo avvolti nelle nostre contraddizioni, mentre cerchiamo di scaricare le nostre responsabilità su Dio che non conosciamo. Ultimo punto.

5. Il silenzio di Dio può essere un richiamo

Vedi, si può discutere per ore sul perché Dio permette questo o quello, ma la domanda diventa veramente importante solo quando ci riguarda personalmente. Non trovi? In tutte le difficoltà della mia vita ho sempre fatto riferimento alla croce di Gesù. Recentemente una giovane mi disse disperata: «Non posso più continuare a vivere!». Non so in quale situazione tu ti stia trovando, ma riguardo ai problemi della tua vita voglio dirti: è inutile chiedersi «Perché? Perché? Perché?», dobbiamo piuttosto chiederci: «A quale scopo?».
A questo proposito vorrei raccontarti un'ultima storia.

Quando ero predicatore in un quartiere di minatori, alcuni decenni fa, mi trovai in situazioni molto difficili. Un giorno venni a sapere che un minatore aveva avuto un incidente nella miniera. Una pietra lo aveva colpito sulla schiena ed era rimasto paralizzato, senza alcuna speranza di miglioramento. Terribile! Andai a trovarlo, ma quella visita fu la più tremenda che io abbia mai vissuto. La stanza era piena di minatori e l'uomo paralizzato era seduto su una sedia a rotelle. Appena fui entrato, levò un urlo: «Tu, brutto corvo, resta fuori! Dov'era dunque il tuo Dio, quando la pietra mi è caduta addosso? Perché Dio non interviene in questi casi?». Vennero poi le bestemmie. Era come essere all'inferno. Non riuscii a dire nulla e me ne andai.
Fra i minatori del mio quartiere avevo un paio di amici ai quali raccontai la mia visita, in occasione del nostro incontro periodico. Una settimana dopo, proprio mentre stavo per iniziare la solita riunione, la porta si spalancò rumorosamente e fu introdotta nella stanza la sedia a rotelle con quel minatore paralizzato. Gli amici minatori lo avevano semplicemente prelevato e condotto alla nostra riunione, senza porgli molte domande. Egli prese dunque posto di fronte a me. Iniziai a parlare del versetto: «Dio ha tanto amato il mondo», non significa che tutto andrà bene, ma «che ha dato il Suo Figliuolo».

Parlai di Gesù, l'ultima Parola di Dio, che noi dobbiamo ascoltare, poi continuai con il versetto: « ...affinché chiunque crede in lui non muoia ». L'uomo stava ad ascoltare, per la prima volta sentiva parlare di Gesù! All'improvviso ricevette la «luce». In breve, quattro mesi dopo apparteneva al Signore Gesù. È incredibile come tutto cambiò in lui. Il suo appartamento cambiò aspetto, diventò molto ordinato. Là, dove prima si udivano solo bestemmie, ora risuonavano canti a Gesù. I vecchi amici furono abbandonati e al loro posto ne giunsero altri. Sul tavolo venne messa una Bibbia. Sua moglie e i suoi figli ricominciarono a vivere. Diventammo buoni amici e, poco prima della sua morte, andai a trovarlo un'ultima volta.
Fu una visita indimenticabile. «Amico», gli chiesi, «come va?». «Oh!», disse lui, «da quando la mia vita appartiene aGesù, da quando ho il perdono dei peccati, da quando sono un figlio di Dio, a casa mia…» - rimase un attimo pensieroso, poi continuò: «ogni giorno è come la vigilia di Natale». È una bella espressione questa, da parte di un minatore, vero? Poi disse qualcosa che non dimenticherò mai.  Iniziò così: «Busch! Sto per morire, lo sento. Passerò così per la porta e mi presenterò davanti a Dio. Mi è del tutto chiaro che la morte non è una fine. E quando, nell'aldilà, comparirò davanti al trono di Dio, voglio cadere in ginocchio ai Suoi piedi e ringraziarLo per avermi spezzato la colonna vertebrale».
Lo interruppi perplesso: «Cosa dici?». Egli rispose: «So quello che dico. Se questo non fosse accaduto, se Dio mi avesse lasciato continuare nel mio peccato, sarei precipitato all'inferno, in un'eterna perdizione. Nel Suo immenso amore, Dio ha quindi dovuto colpirmi così forte da spezzarmi la spina dorsale perché potessi incontrare Suo Figlio, Gesù. Attraverso Gesù sono diventato un felice figlio di Dio. Per questo voglio tanto ringraziarlo!». Pronunciò poi una frase, che mi è rimasta impressa in modo indelebile: «È meglio appartenere a Gesù ed essere un figlio di Dio paralizzato, piuttosto che andare all'inferno con le gambe sane!». Io aggiunsi: «Mio caro amico! Vedi, Dio ti ha mandato una prova terribile. All'inizio dicevi con ira: "Dov'era Dio allora? Perché Dio non interviene?". Ora, invece, hai compreso per quale scopo Dio ti ha mandato questo: ti ha voluto condurre a Gesù affinché Egli potesse portarti a Lui!».

Vedi, non dovremmo tanto chiederci: «Perché?», quanto piuttosto: «A quale scopo?». 
di Wilhelm M. Busch
 


"Nella mia angoscia ho invocato il Signore, ed egli m'ha risposto.
(Salmi 120:1)
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