Non mollare! | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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venerdì 14 maggio 2010
Unknown

Non mollare!

prigioniero
Disprezzare se stessi

Questa è un' infermità dell'anima che ci limita, ci fa perdere l'abilità di giungere ad essere quello che Dio sempre ha desiderato che fossimo. Ci impedisce di giungere a svolgere la nostra personalità, nella cammino della vita, in tutta la sua estensione.

Che cos'è il disprezzo di se stessi? Un sentimento di auto commiserazione e svalutazione di se stessi. Sentirsi indegni o troppo inferiori rispetto agli altri o all'opera da compiere.
Quando l'apprezzamento di se stessi è basso o negativo, giungiamo a credere che non c'è nessun potenziale in noi e che mai otterremo qualcosa di importante nella nostra vita.
Ci vediamo insignificanti, tanto inutili che smettiamo di fare piano piano qualsiasi cosa. Ci convinciamo che la nostra vita non ha un senso e che non importa in realtà la nostra opinione o la nostra partecipazione.

Questo disprezzo di sé stessi, ci obbliga a restare fermi e, di conseguenza, perdiamo grandi opportunità.

Voglio usare quattro esempi della Bibbia che ci aiuteranno ad intendere quanto seria è questa infermità e il gran bisogno che abbiamo di affrontarla e di trovare la ricetta che ci porterà la salute alla nostra anima.


NOE'

Se Noè potesse darci qualche consiglio, credo che quello che ci direbbe è che: "Una persona può fare una grande differenza". È l'esempio più chiaro della Bibbia. Una persona sola, può fare una gran differenza.

Nel libro della Genesi, al capitolo 6, vediamo che la malvagità dell'uomo era giunta a tali livelli che Dio si preparava per intervenire e castigare l'umanità. L'intenzione del cuore dell'uomo era di fare il male e questo produsse la reazione di Dio.

Quanto siamo poco originali noi. A volte, leggendo il periodico, mi immagino che Dio stia sul punto di castigare l'umanità un'altra volta: di certo ce  lo meriteremmo.
Se non assassiniamo i nostri figli prima che nascano con l'aborto, abusiamo di loro dopo con la nostra indifferenza. Li lasciamo in mano di pedofili che abusano e si divertono con la loro innocenza. Disobbediamo ai comandamenti di Dio e ci crediamo tanto intelligenti che non ci rendiamo conto che stiamo distruggendo la nostra casa. Pensiamo di essere tanto moderni che non abbiamo bisogno della moralità divina e che essere omosessuale o immorale fa notizia perché lo consideriamo come qualcosa da essere applaudita e per questo, nella prima pagina dei periodici abbiamo adultèri, notizie di matrimoni tra gay e pensiamo che è straordinario e fantastico che il mondo si sia così evoluto. Ma siamo un popolo libero.
Non ci rendiamo conto che Dio non si diverte con questo e che tra non molto castigherà la nostra malvagità. Gen. 6:7-8 "E il Signore disse: «Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato: dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento di averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore".
Noè e l'arca
Noè ci direbbe: una persona può fare la differenza.

1. Noè ci direbbe che possiamo fare la differenza nella nostra famiglia. Lui fece la differenza per la sua famiglia Gen. 7:1 "Il Signore disse a Noè: «Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ho visto che sei giusto davanti a me, in questa generazione»".
2. Noè ci direbbe che possiamo fare la differenza per la creazione. Non solo la famiglia di Noè fu salvata, ma anche la creazione fu salvata. Proprio perché Noè fu fedele e giusto, e così  anche gli animali furono salvati.
3. Noè ci direbbe: non solo uno può fare la differenza per la generazione che ci tocca vivere, ma anche per quelle future. Ogni volta che vediamo un arcobaleno ricordiamoci che c'è perché Noè fu fedele, oggi Dio non ci castiga con il diluvio come lo fece allora. Il patto di Dio con Noè riguarda anche noi, migliaia di anni dopo.
4. Noè ci direbbe: possiamo fare la differenza per Dio. Dio stava disposto ad iniziare  di nuovo da zero, distruggere l'umanità e sradicarla completamente, però Noè fu capace di fare in modo che  che Dio cambiasse idea. Quando era sul punto di distruggere  tutta l'umanità, Dio vide  Noè e lo riconobbe come uomo giusto nella sua generazione.
5. Noè ci direbbe: non importa l'età, possiamo fare la differenza ugualmente. Noè già aveva compiuto 600 anni. Questo ci dice che a qualsiasi età possiamo fare la differenza nella nostra famiglia o nella società. Per le generazioni che verranno dopo di noi, per il mondo nel quale viviamo e per Dio.

La Bibbia ci dice che una persona può fare la differenza., così sii certo che anche tu puoi fare la differenza nella tua famiglia, nel tuo lavoro, nella scuola o  in questa società.

* Per un voto, la Francia si trasformò in repubblica e smise di essere una monarchia.
* Oliver Cromwell, uno degli statisti più conosciuti d'Inghilterra, fu eletto primo ministro per un voto di differenza.
* Dopo la rivoluzione Nord americana, per un voto si decise che la lingua ufficiale degli Stati Uniti doveva essere l'inglese e non il tedesco.
* Il Texas fu eletto come uno stato degli Stati Uniti per un voto di differenza.
* Per un voto, Adolf Hitler prese la presidenza del partito nazista in Germania.

Una persona può cambiare la storia e io ringrazio Dio perchè una persona mi ha parlato del vero Dio e  ha fatto sì che io cambiassi la mia vita.

Una persona può cambiare il futuro di un altro. Tu sei importante, non crearti pensieri di inferiorità. Alza il livello della tua stima. Forse ti sei già reso conto, che la tua vita può influenzare  per il bene quella di  altri.

Noè ci direbbe anche:

Non aver paura di essere differente dagli altri. Noè stette solo contro tutti gli altri della sua generazione. Non aver paura di dichiarare le tue convinzioni, anche se significa restar solo. Non aver paura di far qualcosa per la prima volta. Noè costruì la prima nave della storia dell'uomo. La costruì in mezzo ad una città, lontano dal mare. Mai prima aveva piovuto. Era il barzellettiere della città, colui che destava il sorriso beffardo dei suoi concittadini. Però non ebbe paura di fare qualcosa di nuovo.
Ogni volta che vedi l'arcobaleno, ricorda che una persona può fare la differenza. Questo è quello che ci direbbe Noè.

GIUSEPPE

Credo che la prima cosa che ci direbbe Giuseppe è: "Non ti arrendere. Segui il tuo sogno fino a quando si trasformerà in realtà".
I sogni sono concepiti molto prima che si trasformino in realtà. Il tempo che intercorre tra il concepimento del sogno e la realizzazione dello stesso, si chiama "processo". È un periodo di tempo pieno di dubbi, avversità, sorprese, cambiamenti, giorni buoni e giorni meno buoni.
Spesse volte ci troviamo ad affrontare lo stesso dilemma: vado avanti o mi arrendo?  Giuseppe ci direbbe di non  arrenderci.

Il sogno di Giuseppe 

Non aveva iniziato bene Giuseppe. Giuseppe era un giovane di 17 anni, era il figlio prediletto del padre, il figlio che sempre se ne usciva con la sua. Ma con questa attitudine gettava sale sopra la ferita, ricordando ai suoi fratelli che lui era il centro dell'universo in quella famiglia. Un giorno Dio gli dette un sogno nel quale intese che doveva essere il leader della famiglia, non solo dei fratelli, ma anche dei genitori. Non ci pensò due volte e iniziò con entusiasmo a condividere con gli altri questo sogno. Quando il sogno è condiviso con gli altri crea tensioni, rivalità e gelosie. Suo padre stesso lo riprese e i suoi fratelli volevano vendicarsi, e lo fecero.

Voglio condividervi un'immagine che credo abbia la sua applicazione in questo punto dell'insegnamento:
 
ucellino

C'era una volta un uccellino che era emigrato al nord, in Canada, per passare lì l'estate insieme con tutti i suoi amici. Fu un'estate sublime, la passò super bene. Gli piacevano gli alberi e gli alimenti che trovò. Quando giunse il momento di emigrare verso il sud per scappare dal freddo dell'inverno, questo uccellino decise di rimanere lì. Si salutò con tutti i suoi amici dicendogli sempre la stessa frase: "ci vedremo la prossima estate. Vi aspetto quà". Tutti cercarono di dissuaderlo, ma fu inutile. Non ascoltò nessuno di loro. E uno dopo l'altro, i suoi amici se ne andarono volando verso il sud. Finalmente restò solo. I primi giorni furono straordinari. C'era sufficiente alimento e il clima era benigno. Si convinse che tutto stava andando bene. Ma pochi giorni dopo, il clima cambiò e giunse il freddo. Iniziò a dubitare della sua decisione. Un giorno comparve la neve. Decise che era prudente fare i bagagli e andare verso il sud. Iniziò il suo volo, però subito la neve e il gelo paralizzarono le sue ali e dovette fare un atterraggio di emergenza, sopra un campo coperto di neve. Pensando che stesse sul punto di morire di freddo, si raccomandò a Dio. In quel mentre una vacca passò di lì e, anche se questo non lo credete, fece i suoi bisogni proprio sul posto dove stava l'uccellino e lo coprì totalmente col suo escremento caldo. Il calore rianimò l'uccellino che felice che non dovesse morire di freddo, iniziò a fischiettare. In quel mentre passò un gatto, lo udì fischiettare e in un colpo solo se lo ingoiò piume e tutto. Morale: se stai al caldo e contento, stai muto. Non si sa mai chi ti sta ascoltando. E Giuseppe non seppe restare muto. Però anche se aveva iniziato male, non si arrese. Non rifiutò il suo sogno.

Non ti arrendere anche quando la tua famiglia ti sta contro. Se hai un sogno, un'ambizione, qualche tuo vicino non sarà molto contento. Però non ti arrendere. Giuseppe ebbe problemi con la sua famiglia. Vediamo come si opposero i suoi genitori e fratelli quando condivise il suo sogno. Suo padre gli disse in Gen. 37:10, "Egli lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli; suo padre lo sgridò e gli disse: «Che significa questo sogno che hai fatto? Dovremo dunque io, tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci fino a terra davanti a te?»" e dopo nei versi 18-20 i suoi fratelli dissero: "Essi lo videro da lontano e, prima che egli fosse vicino a loro, complottarono per ucciderlo. Dissero l'uno all'altro: «Ecco, il sognatore arriva! Forza, uccidiamolo e gettiamolo in una di queste cisterne; diremo poi che una bestia feroce l'ha divorato e vedremo che ne sarà dei suoi sogni»".

Giuseppe ci dice non ti arrendere, anche se il cammino verso la realizzazione del tuo sogno è pieno di sorprese. È un cammino che ha i suoi momenti nuvolosi, ma anche soleggiati, a volte  fatto di montagne ma anche di valli. Momenti in cui vogliamo arrenderci, come anche momenti in cui vogliamo andare avanti.

Il cammino di Giuseppe era pieno di sorprese:

* Fu venduto come schiavo dai suoi fratelli. Questa era una grande sorpresa. Non pensò che questo sarebbe successo.
Che faccio? Mi arrendo?Tentazione di Giuseppe
* Incontrò favore nella casa di Potifar. Questo è buono. Se uno deve essere schiavo e trovare favore davanti al padrone è sempre buono.
Posso andare avanti.
* Fu accusato ingiustamente di illecito sessuale dalla moglie del suo padrone.
La vita non è giusta, mi arrendo.
* Fu mandato in carcere.
Non solo la vita è ingiusta ma anche dolorosa. Mi arrendo.
* Fu posto ad una posizione di autorità nel carcere.
Questo è buono, credo che posso proseguire il cammino.
* Dopo  disse al coppiere del faraone di ricordarsi di lui. Il coppiere si dimenticò.
Questo non è buono, credo che mi devo arrendere.
* Passarono altri due anni nel carcere.
Credo che devo proprio arrendermi.
* Il coppiere si ricordò di Giuseppe.
Questo è buono, posso proseguire.
* E finalmente Giuseppe interpreta il sogno del faraone e può proseguire fino a quando si adempie il suo sogno.

In questo tragitto che dovette percorrere Giuseppe, c'erano più occasioni negative che positive. Più occasioni per arrendersi che per andare avanti. Così è anche la vita.
Perché, però, Giuseppe non si arrese? Perché la Bibbia  ci dice che ogni volta che il sogno era in pericolo, Dio stava con Lui. Quando la vita non aveva alcun senso per Giuseppe, per Dio invece c'era un senso.

Giuseppe ci dice non ti arrendere anche se ci vuole del tempo affinché il tuo sogno si converta in realtà. Per Giuseppe occorsero 23 anni da quando condivise il suo sogno con la famiglia fino al momento in cui ci fu la riconciliazione con i suoi fratelli.

Non ti arrendere. Non ti arrendere. Non ti arrendere.

* Dio sta sempre con te.
* Da figlio a schiavo.
* Da schiavo a carcerato.
* Da carcerato a primo ministro.
* In ogni momento Dio stava con Giuseppe.

È importante notare che la frase "Il Signore era con Giuseppe" si ripete nei momenti più difficili della vita di quest'uomo. Gen. 39:2, 21 "Il Signore era con Giuseppe: a lui riusciva bene ogni cosa e stava in casa del suo padrone egiziano… E il Signore fu con Giuseppe, gli mostrò il suo favore e gli fece trovar grazia agli occhi del governatore della prigione".
Certo nei momenti facili la presenza di Dio è evidente. Ma ci è utile ricordare, che anche nei momenti difficili Dio sta con noi. Anzi nei momenti difficili Dio è più attivo per noi che in quelli facili.
Anche se è duro affermarlo, noi scopriamo che i momenti difficili in realtà sono i migliori momenti.

Quando Dio sta con noi? Sempre.
Quando abbiamo bisogno di sentire la presenza di Dio con noi? Sempre, però come Giuseppe, abbiamo bisogno di vederlo proprio quando le circostanze nascondono la Sua presenza davanti a noi.

Approfitta di questi momenti difficili per apprendere, per far maturare le virtù dello Spirito Santo nella tua vita. La tua pazienza è cruciale. Giuseppe non si arrabbiò per quello che stava accadendo nella sua vita.
Tutti dobbiamo affrontare momenti difficili, l'importante però è che questi momenti non ci rubino l'opportunità di crescere. Non arrabbiamoci, non lamentiamoci. Abbiamo un sogno da inseguire e questo sogno può portarci in un cammino di tradimenti e di persecuzioni e di malintesi, però se ci teniamo fermi nella nostra pazienza alla fine il nostro sogno sarà una bella realtà.

C'è una gran differenza tra il promuovere se stessi e lasciare che Dio ci promuova.
Quando Giuseppe tentò di farlo davanti ai suoi fratelli e genitori fallì miserabilmente. Solo quando apprese bene ad essere un servo sottomesso, nella casa di Potifar, poté esser promosso ad un incarico di autorità.
Dopo nel carcere servì i carcerati e fu promosso ad un incarico di autorità.
Quando cercò di autopromuoversi parlando al coppiere del faraone, fallì un'altra volta e dovette aspettare altri due anni prima che potesse avere udienza con il faraone.
Giuseppe apprese la sua lezione: Dio è Colui che promuove.
Quando il faraone chiese a Giuseppe l'interpretazione del sogno, Giuseppe rispose Gen. 41:16 "Non sono io, ma sarà Dio che darà al faraone una risposta favorevole".

Quando il sogno si trasforma in realtà, è tanto dolce che uno non può descriverlo.
Tutto quello che dovette soffrire Giuseppe per un sogno, si trasformò in dolcezza. Si riconciliò con i suoi fratelli. Ricevette la benedizione di suo padre. Salvò tutta la nazione da una morte sicura.
Vale la pena soffrire per vedere un sogno diventare realtà? Giuseppe dice mille volte "si". L'adempimento del tuo sogno deve coinvolgere  il bene di tutti coloro che ti stanno vicino. Sei qualcuno di importante.

NEEMIA

Voglio che lo vediamo, perché ci insegna che i grandi problemi hanno una soluzione.
Non importa lo spessore del tuo problema, si può risolvere.
Il problema era che la città di Gerusalemme si trovava senza mura di protezione e Neemia comprendeva che il suo popolo era  totalmente esposto alle intemperie e che qualsiasi nemico, per quanto debole potesse essere, lo poteva conquistare e distruggere. Era una situazione molto delicata.
Neemia si deprimette, la Bibbia  ce lo dice, in Neemia 1:4 "mi misi seduto, piansi, e per molti giorni fui in grande tristezza. Digiunai e pregai davanti al Dio del cielo".
Questa tristezza fu notata dal re. C'era già una certa amicizia tra loro. Erano stati insieme tutti i giorni per vari anni e il re era sensibile al cambiamento di umore del suo coppiere.
Neemia 2:1-2 dice così: "Io non ero mai stato triste in sua presenza. Il re mi disse: «Perché hai l'aspetto triste? Eppure non sei malato; non può essere altro che per una preoccupazione»".
Neemia fu colto da un grande timore "Cosa posso rispondergli? Il re potrebbe pensare che sia un problema causato da lui. Loro avevano distrutto le mura di Gerusalemme. Gli dico la verità? Mi invento un'altra storia?" Decide di dirgli la verità. Gli dice, infatti,  al v. 3 "Come potrei non essere triste quando la città dove sono le tombe dei miei padri è distrutta e le sue porte sono consumate dal fuoco?"

Il re si preoccupò della situazione del suo coppiere e volle aiutarlo vv. 4-5 "Che cosa domandi?" Allora io pregai il Dio del cielo; poi risposi al re: "Se ti sembra giusto e il tuo servo ha incontrato il tuo favore, mandami in Giudea, nella città dove sono le tombe dei miei padri, perché io la ricostruisca".
Il re fu d'accordo nel lasciarlo andare a Gerusalemme ad edificare le mura, firmaò le lettere, gli concesse una scorta del suo esercito, gli dette del denaro per comprare il materiale.
Allora Neemia andò a Gerusalemme e personalmente si interessò del problema e condividette la visione della ricostruzione delle mura. Incoraggiò anche la popolazione a partecipare alla costruzione del muro.
Una persona sola può farlo, il potere di uno, può cambiare una situazione avversa.

Vediamo cosa ci dice Neemia.
Io credo che quello che Neemia ci insegna è che non dobbiamo temere di chiedere aiuto.
Nel momento opportuno, qualcuno ci aiuterà. Se hai un problema, non aver paura nel chiedere aiuto. Mettiamo a fuoco un nostro desiderio. Non lasciamo che altre cose o persone ci distraggano da quello che sentiamo in cuore di fare. I nemici di Neemia cercarono di diluire la sua messa a fuoco. Cercarono di distrarlo con altre attività e altri problemi. Però se dobbiamo risolvere il problema, manteniamoci con la messa a fuoco.

E ora vediamo una donna. Una donna che è protagonista di una storia intensa e interessante:

ESTER

Ester ci insegna che c'è un posto per noi, dove Dio ci chiama. Tu stai dove Dio vuole che tu stia. C'è un proposito, una ragione. Dio ci ha collocati dove Lui ci necessita. In Ester 4:14 leggiamo "…e chi sa se non sei diventata regina appunto per un tempo come questo?"

Vediamo un poco la vita di Ester.

* Fu posta nella casa dei suoi zii. Fu posta lì perché era orfana. I suoi genitori erano morti e gli zii la presero e se ne presero cura per la crescita. Per iniziare, fu posta in una casa che non gli spettava. Non ebbe un'infanzia normale.
* Fu posta in una cultura totalmente differente a quella della sua nascita.
* Fu posta in un'altra nazione. Stava nella città di Susa, capitale del regno persiano.
* Fu posta nel palazzo del re. Stava fuori del suo circolo sociale. Lei veniva da una nazione che era stata conquistata. Era di un livello sociale molto inferiore di coloro che stavano nel palazzo del re.

* Una casa che non gli apparteneva.
* Una cultura che era totalmente differente
* Una nazione straniera.
* In un circolo culturale alla quale non gli apparteneva.
* Però in ogni momento lei stava al centro della volontà di Dio.

Bene, comunque sia, giunse lo stesso ad essere regina anche se presto scoprì che i suoi privilegi non erano per il suo piacere personale.
A volte ci dimentichiamo di questo. Giungiamo alla vetta, abbiamo un buon posto di lavoro, abbiamo tutto quello che è necessario per la famiglia e ci dimentichiamo che stiamo lì posti da Dio con un proposito che và al di là del nostro piacere personale.
Tutti dovremmo intendere che non stiamo qui per noi stessi. Dio ci ha comprato con un prezzo alto. Dio ci ha posto in un luogo importante per Lui che, però, allo stesso tempo richiede molto coraggio.

Ester voleva andare alla presenza del re, però la legge del regno indicava che solo quando il re la chiamava alla sua presenza lei poteva entrare e,  se lo faceva da sola, poteva essere messa a morte. Si giocava letteralmente la vita. Era passato già un mese e il re non l'aveva chiamata. Ella allora dovette prendere l'iniziativa. Se la nazione doveva essere salvata, lei doveva prendere l'iniziativa e avvicinarsi al re.
Ester sapeva che Dio l'aveva posta lì con un proposito definito e per questo poteva star sicura che era così.
Tutta la trama si trova in questi tre versi del cap. 4:13-15 "Non metterti in mente che tu sola scamperai fra tutti i Giudei perché sei nella casa del re. Infatti se oggi tu taci, soccorso e liberazione sorgeranno per i Giudei da qualche altra parte; ma tu e la casa di tuo padre perirete; e chi sa se non sei diventata regina appunto per un tempo come questo?"
Quando Ester capì che questo era il piano di Dio, che  il suo posto perfetto  era al centro della volontà di Dio e che stava lì solo perché Dio lo volle, allora ella mandò il seguente messaggio a suo zio Mardocheo v. 16 "Va', raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa, e digiunate per me, state senza mangiare e senza bere per tre giorni, notte e giorno. Anch'io con le mie ancelle digiunerò allo stesso modo; e dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge; e se io debbo perire, che io perisca!"
Quando uno comprende il motivo della nostra esistenza, è  solo allora che ci riempiamo di valore e coraggio. Così lei pianificò come doveva fare per entrare davanti al re.
Ester ci dice che c'è un posto perfetto, dove Dio ci necessita.
Per un periodo di tempo non intendiamo i piani di Dio, i Suoi propositi per la nostra vita. Questo successe anche ad Ester.
Quando uno però si rende conto del proposito di Dio in lui, allora questi riceve qualla forza dall'alto che gli permette di portarlo a compimento.

Rischiare è facile quando sappiamo che Dio sta controllando totalmente le nostre vite.

* Noè ci insegna che una persona può fare la differenza.
* Giuseppe ci insegna che vale la pena lottare per il nostro sogno e a non  arrenderci.
* Neemia ci insegna che ogni problema ha una soluzione.
* Ester ci insegna che c'è un posto perfetto, dove Dio ci necessita e vuole che operiamo.

Non disprezzarti quindi  e non mollare!


cielo

Ricordati sempre che, anche se non comprendi il disegno di Dio per te,  Lui opera per fartelo portare a termine, sta solo a te lasciare che tutto vada  a compimento e non pensare mai che tu sia solo un granellino per Lui, non sempre quello che tu reputi una piccolezza, lo è nel Piano di salvezza del Tuo Padre Celeste, anche una sola persona che tu salverai per Lui farà la differenza e se questa persona dovessi essere tu stesso per Lui non vi sarà alcuna differenza! 
"Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio. Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, ossia giustizia, santificazione e redenzione; affinché com'è scritto: 'Chi si vanta, si vanti nel Signore'." (1 Corinzi 1:26-31).

SE IO MOLLASSI

Se io mollassi che cosa guadagnerei?
Finirebbe la battaglia? Sarei veramente felice?
No! La porta non si chiuderebbe né la battaglia cesserebbe
Perché Dio avrebbe un altro in piedi sulla Roccia.
Se io mollassi.

Se io mollassi che farei?
Cercherei rifugio dal calore? Dimenticherei il grido dei perduti?
Sarei felice per un po' e poi toccherei il fondo
E spenderei il mio tempo a pregare per qualcosa da fare
Dicendo: "Signore perché ho mollato".

Se io mollassi che direi al Signore che mi ha chiamato?
Che direi ai fratelli che mi hanno mandato?
Che direi ai pagani che hanno fiduciosamente aspettato
Che mostrassi loro la via?
Che direi alla spinta quotidiana dello Spirito Santo?
No Signore! Io non posso mollare.

Se dovessi uscire di scena fa che sia solo quando morrò
Non mentre vivo, non quando sarò perseguitato,
non quando sarò umiliato
ma ti prego o Signore, fa che il giorno che mollerò
sia per me quando morrò.


Da una poesia di Charles Greneway
(Missionario in Africa 1920-1993)



"Non lo sai tu? Non l'hai mai udito? Il SIGNORE è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile. Egli dà forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato. I giovani si affaticano e si stancano; i più forti vacillano e cadono; ma quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano"
 (Isaia 40:28-31)
Liberamente adattato da internet
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