Non giudicare | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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lunedì 12 luglio 2010

Non giudicare

dare la mano

Gesù dice di non giudicare. Perché, allora, specialmente nel mondo religioso, molti, sia singoli credenti che a livello di organizzazioni, giudicano tranquillamente l'operato e le ideologie degli altri?


Qual è il punto in comune tra due uomini che parlano in sintonia? La disgrazia di qualcun altro. Non so se avete notato, ma sembra che non possiamo fare a meno di giudicare e di spettegolare.

Si parla alle spalle degli altri e sembra che senza quest'argomento, non ci sarebbe più nulla di interessante da dire. Ma non è così. Non è sparlando degli altri che si continua a coltivare un'amicizia. Quello che penso io, è che si può essere in sintonia con una persona, a prescindere dal parlare male di qualcuno. Pensateci bene: e se quel qualcuno foste voi?
Gesù, tra le tante cose che ha voluto trasmetterci, ha trasmesso un pensiero molto importante: non giudicare e non sarete giudicati. Un concetto chiaro, semplice che però noi difficilmente riusciamo a seguire. Non ce la facciamo, è più forte di noi. Eccoci arrivati al punto: è più forte di noi. Nulla a mio parere è più forte di noi, se noi siamo in Cristo e Cristo è in noi. Il maligno per portarci dalla sua parte usa molto spesso questo inganno: ci fa credere che una cosa è più forte di noi. Così molti giustificano i loro comportamenti dicendo che la bestemmia viene spontaneamente, che giudicare gli altri viene spontaneamente, e che appunto è qualcosa più forte di lui.

Convinciamoci, sin dal momento in cui torniamo a Cristo con il cuore, che nulla è impossibile. Nulla è più forte di noi: nessuna dipendenza, che sia pornografia, masturbazione o tentazione di parlare male degli altri. Questo è un brutto comportamento che non va seguito: se noi parliamo male di qualcuno, Gesù cosa dovrebbe dire di noi? Noi che siamo i primi a sbagliare ci prendiamo il lusso di giudicare, un lusso che nemmeno Gesù si è preso quando è venuto sulla Terra.
Il Vangelo è pieno di riferimenti verso il  non giudicare gli altri, leggiamo  infatti, che Gesù dice di non giudicare se non si vuole essere giudicati da Dio, ma la Parola di Dio  dice anche: "Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprendetele" (Efesini 5:11).
 
giudicare

È importante per prima cosa lo spirito e l'attitudine che abbiamo nei confronti di coloro che esaminiamo. Se giudicare significa liquidare una persona considerandola come un avversario, oppure misurare gli altri secondo il nostro metro di giustizia anziché quello stabilito da Dio, allora questo non ci è permesso.
D'altra parte, interpretare le parole di Gesù come una proibizione di costatare la realtà e di valutare, sarebbe un malinteso. In Levitico 19:17 è scritto: "Non odierai il tuo fratello in cuor tuo. Riprendi pure il tuo prossimo, ma non ti caricare di un peccato a cagione di lui". Qui si parla della riprensione fraterna che potrebbe essere applicata a chiunque, purché si è animati dall'amore e dal desiderio di poter vedere il bene dell'altro.
 
Esortare umilmente il prossimo al ravvedimento, non significa giudicare dando una frettolosa condanna; significa desiderare che la volontà di Dio sia fatta sulla terra come è fatta nel cielo; significa voler aiutare il prossimo ad aprire gli occhi per essere redento e godere della comunione con Dio.
Riguardo alle dottrine professate pubblicamente da organizzazioni, ordini, chiese, etc., abbiamo il dovere di essere chiari, fermi ed univoci. In questi casi non vi è pericolo di fraintendimenti, perché Gesù ha detto che molti falsi profeti verranno sotto il suo nome, che i "lupi rapaci" si travestiranno da agnelli, che non chiunque lo chiama "Signore" dimostrerà di appartenere a Lui, ma chi fa la volontà di Dio.
giudice

Quanto poi al giudizio all'interno della chiesa, da parte dei conduttori, esso è permesso per esortare a vivere in modo santo (1 Corinzi 5:9-13; cfr. anche Matteo 18:15-17, 1 Timoteo 5:19). Questo non significa che dobbiamo diventare giudici degli altri, osservando e additando i loro sbagli, anzi dobbiamo badare prima di tutto alla nostra vita (leggi Luca 6:42), e poi esortare nell'amore del Signore quei fratelli che si conducono in modo sbagliato davanti a Dio, pregando Dio per loro (1 Giovanni 5:16, 2 Corinzi 2:5-11).


ammonizione

Perché ammonire chi ha commesso una colpa? Come correggere chi è in errore? Correggere gli altri è un’impresa ardua; è difficile farlo e farlo bene; è più facile e più frequente, purtroppo, parlare con altri degli altrui difetti ed errori; o limitarsi ad umiliarli e offenderli con il rimprovero… Oppure, perché non lasciarli nel loro problema, senza prendersi il fastidio di ammonirli? Qual è l’atteggiamento  di carità da assumere in tali circostanze?  Vediamo cosa dice la Parola di Dio, in tal senso in questo brano che fa parte del cosiddetto discorso, nel quale l’evangelista  Matteo raggruppa diversi insegnamenti di Gesù riguardanti i rapporti all’interno della comunità, scanditi sui seguenti passi: la vera grandezza consiste nel farsi piccoli (v. 1-5), la gravità dello scandalo dei piccoli (v. 6-11), la ricerca di chi si è allontanato (v. 12-14), la correzione fraterna (v. 15-18), la preghiera in comune (v. 19-20) e, finalmente, il perdono delle offese e la riconciliazione (v. 23-35).

L’obiettivo della correzione fraterna  è il ricupero e la salvezza del fratello/sorella che ha sbagliato o si è smarrito. Affinché l’ammonizione ottenga lo scopo desiderato, Gesù invita a procedere a tappe: in primo luogo, a livello personale, a tu per tu (v. 15); poi con l’aiuto di una o due persone (v. 16); quindi, il ricorso alla comunità (v. 17). Il fatto che, alla fine, un fratello/sorella non ascolti nessuno e lo si consideri “come il pagano o il pubblicano” (v 17), non comporta e non autorizza un abbandono, ma piuttosto si deve avere un’attenzione speciale verso queste persone, come faceva Gesù, che era “amico dei pubblicani e dei peccatori” (Mt 11,19; cfr Lc 15,1-2). La chiave per capire questa testarda preferenza di Gesù sta nella parabola del buon pastore che lascia “le 99 pecore sui monti per andare in cerca di quella perduta” (Mt 18,12). Gesù conclude questa parabola con un’affermazione forte: “Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli” (Mt 18,14).  Dio ha, infatti,  più voglia e più fretta di perdonare che l’uomo di essere perdonato.

Vediamo ora gli ammonimenti che la Parola di Dio indirizza a quanti giudicano per superbia, maldicenza, ipocrisia, o spirito di parte.

Gesù disse: "Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello."
(Matteo 7:1-5)


"Ciascuno di noi renderà conto di sé stesso a Dio. Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui un'occasione di caduta."
(Romani 14:12,13)


"Non sparlate gli uni degli altri, fratelli."
(Giacomo 4:11)


"Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente. Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in sé stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà."
(2 Timoteo 2:24)


"Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell'ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza, come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale, perché con esso cresciate per la salvezza, se davvero avete gustato che il Signore è buono.
Accostandovi a Lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo."
(1 Pietro 2:1-5)


Sono proprio tante le parole della Bibbia che invitano noi umani a non giudicare gli altri. Se sono tante, è perché nell’uomo la tendenza – potrei dire l’istinto – a giudicare e anche a condannare è molto forte, e il giudizio e la condanna del prossimo sono frequenti, quasi continui. Ecco perché dev’essere frequente, quasi continuo, l’invito a non giudicare e non condannare.

In conclusione...


accusare i propri fratelli

Troppe volte si punta il dito verso quel fratello o quella sorella che a proprio parere non sono "perfetti" nel loro cammino. Ma mentre il nostro dito è rivolto contro gli altri, le altre dita puntano verso di noi ricordandoci che il giudizio spetta solo a Dio.
Quando tuo fratello commette un errore, non trascinarlo sul tavolo degli imputati, ma parlagli con riservatezza mediante la grazia che è in te. Non sai che una parola proferita con giudizio può uccidere una vita spirituale, che poteva essere ristabilita?

Ricordati di quando vivevi come peccatore, e sei andato a Dio. Non hai trovato uno sguardo di giudizio e di condanna, ma occhi che ti guardavano con amore. Non essere precipitoso nel trarre le tue conclusioni riguardo al prossimo, perché Dio solo conosce l'intimo del cuore e per Lui nulla è nascosto.

Se sei a conoscenza di una debolezza di tuo fratello, non diffondere dicerie sul suo conto, ciò non farebbe altro che distruggere la sua vita e indebolire il corpo di Cristo. Piuttosto prega e chiedi a Dio il giusto consiglio. Una tua iniziativa personale, non da parte di Dio, potrebbe provocare danni molto gravi.




«Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa d’inciampo o di scandalo al fratello»
(Romani 14,13)


Liberamente adattato da internet
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2 comments:

  1. Ruth mi permetto di aggiungere un link.........
    che riguarda l'argomento.

    DIO ci benedica!

    http://vocechegrida.ning.com/profiles/blogs/condannato-dal-giudizio

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  2. Hai fatto benissimo caro fratello Daniele..Dio ti benedica!

    RispondiElimina

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