Una buona notizia ma per chi? | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

Ultime News

    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

    • Abramo era giudeo?

    • Un unico eletto

    • Vicini alla fine

    • Il quasi cristiano

giovedì 10 marzo 2011
Unknown

Una buona notizia ma per chi?

festa

Un'occasione di festa 
 
Paolo proclama: "Io non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede" (Romani 1:16). Ogni comunità cristiana celebra l'arrivo di una nuova "pecora" nel "gregge di Cristo" al quale appartiene. Gesù un giorno disse: "Ho anche altre pecore, che non sono di quest'ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore" (Giovanni 10:16). A dire il vero, non è festa soltanto quaggiù, ma anche in cielo! Gesù disse infatti: "Vi dico che così ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento" (Luca 15:7)
Se questi sono "gradazioni di gioia" (gioia nella chiesa quaggiù e gioia in cielo), c'è una gioia ancora più grande di queste: quella di colui o colei che comprende e riceve l'Evangelo di Gesù Cristo in tutte le sue implicazioni per la propria vita. Voi avete avuto l'esperienza della grande ed indescrivibile gioia del comprendere e ricevere quanto Iddio dona attraverso la Persona e l'opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo?

La gioia dell'Evangelo 

Davvero l'annuncio di ciò che è avvenuto ed ancora avviene in Cristo è un messaggio che dà grande gioia. Questo è il significato letterale del termine stesso Evangelo, il messaggio centrale e qualificante della chiesa cristiana, vale a dire una buona e gioiosa notizia , una notizia che infonde grande gioia. 
L'annuncio dell'Evangelo è incentrato nella Persona del Signore e Salvatore Gesù Cristo. È il messaggio che originalmente era stato portato da un angelo di Dio a dei pastori che si prendevano cura del loro gregge nei dintorni di Betlemme: "...Io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: 'Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore'" (Luca 2:10). 
L'annuncio dell'Evangelo è incentrato nella Persona del Signore e Salvatore Gesù Cristo e ciò che in Lui e tramite Lui è stato compiuto e continua a compiersi: uomini e donne sono riconciliati con Dio e salvati dalla potenza distruttrice del peccato nella loro vita. Essi possono così accedere alla beatitudine dell'eterna comunione con Lui. La missione di Gesù era stata, infatti, così sintetizzata dall'annuncio originalmente rivolto a Giuseppe di Nazareth, fidanzato di Maria, madre di Gesù: "Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati" (Matteo 1:21). 
I discepoli di Gesù, secondo il Suo preciso mandato, portano questo Evangelo nel mondo. Attraverso di esso, chiamano uomini e donne a confessare ed a respingere dalla loro vita tutto ciò che Dio considera peccato e ad accogliere e seguire Gesù come Signore e Salvatore. Ricevendo per fede in Lui la grazia del perdono, essi apprendono e praticano il modo di pensare e lo stile di vita incarnato da Cristo. Essi scoprono così vita autentica, vita significativa ed eterna. Ecco perché l'apostolo Paolo, salvato egli stesso per la grazia di Dio da una vita sbagliata, proclama apertamente questo messaggio e può così dire con fierezza: "Io non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede" (Romani 1:16). Questa è davvero una magnifica confessione di fede. 
 
Una buona notizia ma non per tutti 

prigioniero

Che l'Evangelo di Cristo sia una bella e gioiosa notizia, però, non sembra essere condiviso da tutti. Ieri come oggi, la realtà è che questo Evangelo non è considerato affatto da tutti una buona e gioiosa notizia. Di fronte ad esso, infatti, tanti rimangono del tutto indifferenti, se non apertamente ostili. Sembrano meglio disposti ad apprezzare ed accogliere ben altri vangeli, dal contenuto molto diverso da questo, "vangeli" che ritengono più convenienti; vangeli che, per altro, vengono loro generosamente forniti da predicatori compiacenti.
Per quali tipi di persone l'Evangelo di Cristo non solo non è una "buona notizia", ma qualcosa che non suscita in loro reazione alcuna oppure derisione e rifiuto? 

  • I morti

L'Evangelo, prima di tutto, lascia del tutto indifferenti ...i morti, coloro che la Scrittura descrive come spiritualmente morti. Questa, di fatto, è la condizione in cui si presenta oggi l'umanità, “morti nelle ... colpe e nei ... peccati” (Efesini 2:1). Come potrebbe, infatti, essere per loro una notizia gioiosa? Non hanno l'udito per poter sentire il suo suono gioioso; non hanno la vista per poter vedere la bellezza e la desiderabilità di Gesù, il cui amore e sacrificio esso proclama. Non hanno un cuore che possa coglierne la potenza. Essendo spiritualmente morti nei loro peccati, sono completamente insensibili alla sua voce melodiosa. Oltre tutto, essi amano i loro peccati, sono innamorati delle loro passioni, abbracciano ed accarezzano in seno i loro idoli.

Dato che ciò che l'Evangelo proclama è guerra mortale contro queste abominazioni, essi considerano l'Evangelo, inevitabilmente, come il nemico giurato di ciò in cui maggiormente si rallegrano. Lo stesso suono dell'Evangelo di Cristo è odioso per le loro orecchie, perché l'Evangelo chiama uomini e donne a ravveders i dei loro peccati, ad abbandonare i loro idoli, a rinunciare alle loro passioni, e chiama ad una vita di santità e di santo timor di Dio.
E' chiaramente impossibile che l'Evangelo possa essere buona notizia per chi è innamorato del suo peccato, inebriato dalle sue passioni, follemente determinato a perire piuttosto che a separarsi dai propri idoli. L'Evangelo, per loro, è piuttosto un suono tetro e deprimente o, come si esprime l'apostolo Paolo: "un odore di morte che conduce a morte"  (2 Corinzi 2:16). Difatti, odiano persino il suo nome, perché parla di liberazione dall'amore e dalla potenza di quegli stessi peccati dei quali sono avvolti l'intero loro cuore ed essere.

  • I Farisei

L'Evangelo, poi, non viene accolto da coloro la cui religione assomiglia molto a quella degli antichi Farisei. Sono persone che si ritengono "molto religiose" che si ritengono "a posto" e che vantano di fare opere meritorie tali che "sicuramente" (a dir loro) garantiranno la loro accoglienza presso Dio. Sono persone compiaciute di sé stesse, innamorate delle loro "opere buone", del loro incessante impegno in ogni dovere morale e religioso attraverso il quale cercano di stabilire la propria giustizia. È come pretendere di salire in cielo con una scala di propria fabbricazione.

Come potrebbe l'Evangelo essere per loro una buona notizia? L'Evangelo di Cristo, infatti, li invita a riconoscere la corruzione del proprio cuore, la totale inadeguatezza delle loro opere, il loro totale fallimento morale e spirituale, la loro impotenza a conquistarsi il gradimento di Dio.
L'Evangelo li esorta ad abbandonare le loro pretese ed a gridare: "O Dio, abbi pietà di me, peccatore!" (Luca 18:13). Per il loro orgoglio non si abbasserebbero a tanto. Come potrebbero accettare un Evangelo che li invita a cogliere la grazia di Dio basata sulla giustizia guardagnata non da loro, ma da un altro per loro, una giustizia guadagnata con le lacrime, il sudore e il sangue di Cristo ?
Un simile Evangelo, per loro, sarebbe troppo "umiliante" da accettare.

  • Gli affaristi

In terzo luogo, l'Evangelo non viene accolto da quelli che potremmo ben descrivere "gli affaristi", impegnati da mattino a sera ad accumulare ricchezze trafficando e speculando, e per i quali il denaro è il tutto della vita.
Come, infatti, potrebbero apprezzare le ricchezze della grazia di Dio, le benedizioni spirituali guadagnate dal Signore della vita e della gloria? Un buon interesse bancario è migliore per loro più di una qualsiasi promessa evangelica. Per loro, vivere e morire ricchi è molto meglio che vivere e morire per il Signore. Per una persona così l'esortazione di Gesù: “fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano” (Matteo 6:20) è priva di senso.

A loro riguardo Gesù aveva raccontato una parabola: «La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?" E disse: "Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: 'Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?" Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio» (Luca 12:16-21).

  • I libertini

L'Evangelo, in quarto luogo, non viene accolto da coloro che l'Evangelo descrive come: “amanti del piacere anziché di Dio” (2 Timoteo 3:4). Come, infatti, potrebbe essere buona notizia per coloro che che come farfalle, allegramente, svolazzano da un fiore all'altro, che passano la loro breve vita in divertimenti vani e nelle follie di questo mondo, e per i quali l'idea stessa di “religione” è come fumo negli occhi? Perché? Perché li distrarrebbe dai loro vani piaceri, rammentando loro che “la loro fine è la morte” (Romani 6:21). 
L'Evangelo di Cristo parla loro di una croce da portare. Gesù dice: "Chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo" (Luca 14:27). Accogliere l'Evangelo implica rinunce. Infatti, l'Apostolo scrive che esso: "ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo" (Tito 2:12).
La via dell'Evangelo non è una via comoda e facile. Gesù dice: "Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano" (Matteo 7:13-14).
L'Evangelo è dunque una buona notizia? Certo non per chi è spiritualmente morto, per i moderni Farisei, per gli affaristi ed i libertini. A quali altre categorie potreste pensare? Potreste essere contati in una di queste? 

Un messaggio irricevibile? 


babilonia

Se le cose stanno così e, credetemi, stanno così, annunciare l'Evangelo è davvero un'impresa disperata! Chi mai potrebbe accettarlo? Non a caso, come già dicevamo in precedenza, vi sono oggi chiese e predicatori compiacenti che propongono vangeli molto più facili, molto meno esigenti di quello del Nuovo Testamento, vangeli "più accettabili" che (in modo molto più "pragmatico") garantiscono "un maggiore successo".
Il fatto, però, rimane: chi mai potrebbe accogliere l'Evangelo di Dio autentico? Ecco quanto riporta il vangelo di Luca, dove troviamo Gesù che osserva: «Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio! Perché è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio». Quelli che udirono dissero: «Chi dunque può essere salvato?» Egli rispose: «Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio»" (Luca 18:24-27).  E' una domanda che già si erano posti i primi discepoli di Gesù. Una volta, infatti, ad un giovane facoltoso che voleva seguire Gesù, Gesù mise condizioni così esigenti che quel giovane si allontanò. Indubbiamente l'Evangelo non era stata per lui una buona notizia.
La chiave del nostro "problema" sta proprio nella frase di Gesù: «Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio». Soltanto Dio, infatti, è in grado di rimuovere gli ostacoli che si frappongono all'accoglienza dell'Evangelo. Rammentate l'Apostolo che dice: "Io non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede".
La potenza di Dio, infatti, si manifesta quando lo Spirito Santo converte a Cristo uomini e donne che altrimenti non avrebbero mai accolto l'Evangelo, tanto gli sono refrattari. È la potenza di Dio, infatti, che può sciogliere la durezza del cuore umano e rigenerare spiritualmente uomini e donne che così sono in grado di accoglierlo, di ravvedersi dai loro peccati ed affidarsi di tutto cuore a Cristo.
L'Apostolo scrive: "Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione. E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre»" (Galati 4:4-6).

 Per chi l'Evangelo è una buona notizia


ponte

Prima, così, ci chiedevamo: forse che allora l'Evangelo non è una buona notizia e forse che Dio si è sbagliato a chiamarlo così? No, l'Evangelo è davvero buona notizia, ma per coloro che lo accolgono sulla base dei presupposti che una tale notizia richiede. Per chi, allora, l'Evangelo è buona notizia?
  •  Chi si riconosce peccatore e condannato
L'Evangelo è buona notizia per coloro che davanti a Dio si rendono conto di essere dei peccatori condannati e detestano sé stessi per essersi ribellati a Dio ed aver infrante le Sue leggi. È buona notizia per coloro che dalla legge di Dio e dal verdetto della loro coscienza, davanti a un Dio santo, si riconoscono colpevoli. Essi sono i peccatori rispetto ai quali Gesù ha detto: “Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori ” (Matteo 9:13).
Essi sono "gli empi" dei quali l'Apostolo dice: “A chi non opera ma crede in Colui che giustifica l'empio, la sua fede è messa in conto come giustizia” (Rom 4:5), e per i quali Cristo è morto, come dice l'Apostolo: “...mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi” (Romani 5:6).
Questi sono “gli umili” il cui cuore spezzato il Signore è venuto a fasciare, gli “afflitti di Sion” ai quali Egli dona gioia al posto di dolore, lode al posto di uno spirito abbattuto” (Isaia 61:1-3). Aggravati dal fardello del loro peccato, essi trovano riposo in Gesù che, rivolgendosi a loro, dice: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo" (Matteo 11:28). 
Sono loro che apprezzeranno quando direte loro che in Cristo trovano piena salvezza da tutti i loro peccati e dall'inferno, il perdono grazie al sangue da Lui versato sulla croce, completa liberazione dalla morte e dall'inferno attraverso l'opera che Lui ha compiuta, e questo “senza denaro e senza pagare” (Isaia 55:1-2). Questa sì che per loro è una buona notizia! Per coloro che sono impotenti e senza speranza, l'Evangelo davvero scalda il cuore! 
  • Chi si umilia davanti a Lui
L'Evangelo è buona notizia per coloro che, spogliati di ogni forza, sapienza, bontà e giustizia, giacciono davanti a Dio come nella polvere e, come l'antico Esdra, nella sua “umiliazione, con le vesti e con il mantello stracciati, caddi in ginocchio e, stendendo le mani verso il SIGNORE, mio Dio, dissi: «Mio Dio, io sono confuso; e mi vergogno, mio Dio, di alzare a te la mia faccia, perché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa, e la nostra colpa è così grande che giunge al cielo” (Esdra 9:5-6). Come quando Saulo cade da cavallo nella polvere, abbagliato dalla visione di Cristo, per essere poi portato per mano proprio presso quei cristiani che prima perseguitava, questa è l'esperienza di chi scopre l'Evangelo come la notizia migliore che potessero ricevere. Come il pubblicano che aveva confessato umilmente il suo peccato, infatti Gesù dice: "Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello; perché chiunque s'innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato" (Luca 18:14). 
Sono persone così che trovano in Cristo, nel sangue del Suo sacrificio, una fonte per lavarsi da tutti i loro peccati e miseria. Coloro che si affidano completamente a Lui, in Lui trovano tutto pienamente (cfr. Colossesi 2:11). L'autentica chiesa di Cristo è la comunità di coloro che in Cristo sono disposti ad essere purificati e ad essere guidati. Della Chiesa di Cristo sottoposta alla Sua opera efficace è detto: “...per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile” (Efesini 5:27). Davvero coloro che in Cristo trovano questa grazia, diventano le persone più gioiose che ci siano: hanno ricevuto con l'Evangelo davvero una bella notizia!

  • Gli afflitti

L'Evangelo è buona notizia per coloro che sono afflitti, e non solo a causa delle afflizioni di questo mondo (che già sono molte) ma quelli che sono afflitti dal peccato, da Satana, dalle prove spirituali e dalle tentazioni, afflitti nel corpo e nella mente, afflitti nella loro famiglia o a causa delle circostanze in cui si trovano, tanto da essere stati privati di ogni conforto terreno.
L'Apostolo della consolazione dell'Evangelo nelle afflizioni, scrive: "Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione; perché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Perciò se siamo afflitti, è per la vostra consolazione e salvezza; se siamo consolati, è per la vostra consolazione, la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare le stesse sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione" (2 Corinzi 1:3-7).
Per questi l'Evangelo è buona notizia, perché dichiara che come abbondano le afflizioni, le consolazioni sovrabbondano, e il loro cuore è condotto al Padre di ogni misericordia ed al Dio di ogni consolazione, il quale conforta tutti coloro che sono tribolati e li libera dai loro guai.  

Conclusione


zattera

L'Evangelo è davvero una buona e gioiosa notizia per coloro che veramente temono e amano Dio,  e la cui coscienza è stata ammorbidita, i loro cuori spezzati, i loro spiriti contriti, umiliati nella polvere. Essi ricevono la salvezza totalmente come un dono. Hanno operato da soli fino allo sfinimento, trovandosi sempre solo peggio e non meglio: per questi l'evangelo della grazia di Dio è una buona e gioiosa notizia, perché dice loro che: “il tempo della loro schiavitù è compiuto; che il debito della loro iniquità è pagato ” (Isaia 40:2) e che Dio, ha messo sotto i suoi piedi le loro colpe e gettato in fondo al mare tutti i loro peccati (cfr. Michea 7:19) e ora sono finalmente liberi. 
Pregherò affinchè anche voi possiate essere fra questi,  facendo così l'esperienza della grande gioia di far parte  del popolo dei redenti, della famiglia di Dio, così che anche voi possiate annunciare l'Evangelo, senza preoccuparvi che sia troppo esigente e che non riscuota il successo sperato. Esso, infatti, avrà successo, raggiungendo con efficacia coloro che lo vogliono accettare e a cui è destinato.

festa

Allora ci potremo rallegrare grandemente di quelli che, accogliendolo, manifesteranno così di far parte della famiglia di Dio. Allora diremo loro, come già l'Apostolo diceva al giovane Timoteo: " Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato e in vista della quale hai fatto quella bella confessione di fede in presenza di molti testimoni" (1 Timoteo 6:12).

Leggi anche: QUAL'E' IL MESSAGGIO DEL VANGELO?


"...quelli che sono sulla via della perdizione; per questi, un odore di morte, che conduce a morte; per quelli, un odore di vita, che conduce a vita. "
(2 Corinzi 2:16)


Liberamente adattato da internet
  • Blogger Commenti
  • Facebook Commenti

0 comments:

Posta un commento

Tutti i commenti non inerenti verranno cestinati

Item Reviewed: Una buona notizia ma per chi? 9 out of 10 based on 10 ratings. 9 user reviews.