Il giudizio imminente | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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sabato 16 aprile 2011
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Il giudizio imminente

giudizio

L'uomo moderno non ama pensare a Dio in termini di collera, d'ira e di giudizio. Gli piace modellarsi un Dio secondo le proprie preferenze e attribuire a Dio le caratteristiche che vorrebbe farGli avere. Cerca di rifare un Dio che si conformi ai suoi profondi desideri e che lo faccia sentire a suo agio nei propri peccati.
Questo "dio" moderno ha gli attributi dell'amore, della misericordia e del perdono senza quello della giustizia. Ciò significa l'inesistenza di condanna e di punizione per il peccato. Dio è ricostruito secondo i princìpi della tolleranza, dell'amore che abbraccia tutti, e del benvolere universale.
La concezione biblica che nella natura divina la giustizia sia fondamentale come l'amore, viene abbandonata. In questa immagine di Dio non vi sono leggi che esigano obbedienza assoluta né criteri cui l'uomo debba attenersi.
Per esempio qualche tempo fa, più di novecento tra ecclesiastici e studenti si riunirono alla Scuola Teologica di Harvard per studiare la cosiddetta " nuova moralità " ed il suo significato per la chiesa. Un professore di teologia disse che l'unione sessuale tra coppie fidanzate prima del matrimonio non era un male e che Iddio avrebbe compreso. In un'altra scuola teologica un professore insegnava che la chiesa non dovrebbe condannare in forma assoluta nessun rapporto sessuale. Molti capi ecclesiastici continuano così a rifarsi un Dio secondo le tendenze mondane ed umanistiche del nostro tempo. 
Ma questa specie di "dio" renderebbe il mondo impossibile, caotico, irresponsabile e votato alla distruzione di se stesso. Sarebbe impossibile all'uomo vivere con certezza e felicità. Perché abbia un significato, la vita dell'uomo deve essere basata sulla legge e su un legislatore. Il salmista diceva: "La legge dell'Eterno è perfetta, ella ristora l'anima; la testimonianza dell'Eterno è verace, rende savio il semplice. I precetti dell'Eterno son giusti, rallegrano il cuore; il comandamento dell'Eterno è puro, illumina gli occhi" (Salmo 19:7-8). La Bibbia ammonisce che "gli uomini dati al male non comprendono ciò ch'è giusto" (Proverbi 28:5). 



Rivelazione

 La Bibbia insegna che Iddio è un Dio di giudizio, di collera e di ira.
Se la Bibbia insegna qualcosa, questa è che Iddio giudicherà l'uomo. Gesù ammonì ripetutamente che vi sarebbe stato un giudizio: "Nel giorno del giudizio la sorte di Tiro e di Sidone sarà più tollerabile della vostra" (Matteo 11:22).
"D'ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderan conto nel giorno del giudizio" (Matteo 12:36).
"Il Figliuol dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d'iniquità, e li getteranno nella fornace del fuoco. Quivi sarà il pianto e lo stridor dei denti" (Matteo 13:41-42).
"Ma non v'è niente di coperto che non abbia ad essere scoperto, né di occulto che non abbia ad esser conosciuto" (Luca 12:2).
"Il Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figliuolo" (Giovanni 5:22).

 In tutto il Nuovo Testamento gli apostoli insegnavano che sarebbe venuto un tempo di giudizio: "Ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell'uomo ch'Egli ha stabilito" (Atti 17:31)"Tu invece, seguendo la tua durezza e il tuo cuore impenitente, t'accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere" (Romani 2:5-6). "A voi che siete afflitti, requie con noi, quando il Signor Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Iddio, e di coloro che non ubbidiscono al Vangelo del nostro Signor Gesù" (II Tessalonicesi 1:7-8). "È stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio" (Ebrei 9:27). "Una terribile attesa del giudizio e l'ardor d'un fuoco che divorerà gli avversari" (Ebrei 10:27). "Essi renderanno ragione a colui ch'è pronto a giudicare i vivi ed i morti" (I Pietro 4:5). "E i re della terra e i grandi e i capitani e i ricchi e i potenti e ogni servo e ogni libero si nascosero nelle spelonche e nelle rocce dei monti; e dicevano ai monti e alle rocce: Cadeteci addosso e nascondeteci dal cospetto di Colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira e chi può reggere in pié?" (Apocalisse 6:15-17).
Questi sono solo alcuni delle centinaia di passi che si potrebbero citare ad indicare che vi sarà un giudizio e che allora ciascun uomo vissuto su questa terra sarà chiamato, e che nessuno sfuggirà! Togliendo alla Bibbia tutti i richiami al giudizio contenutivi essa avrebbe dimensioni molto minori.

Giustizia, misericordia ed amore


giustizia

Molti dicono che la condanna non si accorda con la giustizia, la misericordia e l'amore. Ma ciò è dovuto al fatto che non capiscono la natura di Dio. Essi ricusano di accettare la rivelazione della natura divina che ci viene dalla Bibbia.
La condanna concorda con la giustizia. La giustizia esige che vi sia un equilibrio della bilancia, e senza condanna ciò sarebbe impossibile. Dicendo: "Ecco, i giorni vengono, dice l'Eterno, quand'io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e prospererà, e farà ragione e giustizia nel paese" (Geremia 23:5), il profeta poneva questi fattori allo stesso livello.
È impossibile che vi sia giustizia senza condanna. La legge non può esistere senza una punizione. La ragione ci dice che dovrà esservi un momento in cui tutti gli Hitler, gli Stalin, e gli Eichmann saranno chiamati a render conto. Altrimenti non vi sarebbe giustizia nell'universo. Migliaia di persone malvagie hanno vissuto praticando il male ai danni di altri senza apparentemente scontare alcuna condanna in questa vita. Ma vi sarà un momento in cui i sentieri distorti saranno raddrizzati (Isaia 45:2).
La condanna si armonizza con la misericordia. Il Dio che vuole essere misericordioso deve agire con misericordia secondo i princìpi della giustizia e della rettitudine. Il giudizio non contrasta affatto con la misericordia; poiché se si deve offrire misericordia, il giudizio deve far parte dell'ordine divino. Esser misericordiosi senza esser giusti costituisce una contraddizione.
Il giudice che amministra la giustizia deve basare i suoi atti sulla legge. L'infrazione alla legge esige la punizione. Mostrare misericordia davanti alla legge non rispettata significa distruggere l'ordine e creare il caos. La misericordia è una qualità che non può dimenticare né trascurare il principio della legge. Se non costituisce un atteggiamento universale in tutti i casi in cui viene infranta la legge, essa distrugge l'ordine.
 La condanna si armonizza con l'amore. Un Dio d'amore deve esser un Dio di giustizia. Iddio è giusto in quanto ama. La Sua giustizia costituisce un equilibrio al Suo amore e dà valore ai Suoi atti sia di amore che di giustizia. Iddio non potrebbe esser coerente se amasse gli uomini senza provvedere alla condanna dei malvagi. La punizione del malvagio e la separazione del giusto costituisce una manifestazione del grande amore di Dio. Sul buio sfondo del giudizio dobbiamo vedere sempre la croce. L'intenso amore di Dio per l'uomo Gli fece dare il proprio Figliuolo perché l'uomo non affrontasse il giudizio.


terrore

 Il giudizio è necessario per spronare la coscienza. Come impedimento al male l'uomo ha bisogno dell'incentivo costituito dalla ricompensa alla bontà e dalla minaccia della punizione. In quanto la sua natura morale è tale, la punizione è un "pungolo" necessario per la sua coscienza. Egli ha bisogno di questa minaccia e del suo ammonimento perché gli sia impedito di compiere il male. Questo non sarà il motivo più elevato per fare il bene, ma è necessario viste le imperfezioni che esistono nella natura morale dell'uomo dal tempo del giardino di Eden. Dobbiamo prendere l'uomo per quel che è, non per quello che dovrebbe essere, e predicare, affermare le nostre opinioni di giustizia, misericordia, amore e giudizio sulla persona di Dio e sulla attuale imperfetta natura umana. Non esiste "l'ideale assoluto" tranne nella irragionevole fantasia del filosofo moderno che tesse le sue teorie filosofiche senza tener conto della rivelazione biblica di Dio e della malattia spirituale dell'uomo.
Se non vi fossero forze di polizia si avrebbe il caos dalla sera alla mattina. Se non vi fossero tribunali per raddrizzare i torti il paese sarebbe in un completo marasma. Non si sarebbe al sicuro in nessun luogo. In alcune città la gente non è al sicuro malgrado la protezione della polizia, ed in alcune strade perfino gli agenti sono in pericolo. E di tanto in tanto qualche poliziotto è arrestato per aver infranto la legge. Le passioni malvagie dell'uomo, malgrado l'applicazione della legge, sono appena frenate. E di ciò rendono testimonianza i giornali con tutte le loro storie di delitti.

L'ultimo grande conflitto
 
Armageddon

 La Bibbia insegna che l'uomo è talmente ribelle alle leggi di Dio che un giorno schiererà i suoi eserciti contro Iddio stesso. Sarà l'ultima grande battaglia, quella di Harmaghedon. "Ed essi li radunarono nel luogo che si chiama in ebraico Harmaghedon" (Apocalisse 16:16). Sarà l'ultima guerra, l'ultimo sforzo convulso dell'uomo caduto contro la legge di Dio. Quale sarà la risposta di Dio? Una dimostrazione di misericordia? Una esibizione di tolleranza? No! Sarà la condanna. L'unica alternativa alla misericordia quando questa è disprezzata e rifiutata, è la condanna. Dio ha già offerto all'uomo il Suo amore, la Sua misericordia e il Suo perdono. Dalla croce Iddio ha detto al mondo intero il Suo amore. Ma quando quell'amore è deliberatamente respinto, l'unica alternativa è il giudizio.

I differenti giudizi
 
inferno

 Contrariamente all'opinione popolare, la Bibbia non parla affatto di un giudizio generale nel quale tutti gli uomini compariranno al cospetto di Dio in una sola occasione. La Bibbia elenca un certo numero di diversi giudizi. V'è per esempio un giudizio dei giusti al trono del giudizio di Cristo (II Corinzi 5:10). V'è un altro giudizio delle nazioni (Matteo 25:31-46). V'è anche un giudizio dei malvagi già morti, davanti al gran trono bianco (Apocalisse 20:11-13). Questi giudizi di diversi soggetti in momenti diversi e per differenti fini formano negli avvenimenti presentati nei testi profetici della Scrittura il quadro composito del giudizio.

Il giudizio per il peccato
 
libertà

 Questa condanna si attuò alla croce. La Scrittura dice: "Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l'ha fatto esser peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui" (II Corinzi 5:21). Per questa ragione la Scrittura insegna: "Non v'è dunque ora alcuna condanna, per quelli che sono in Cristo Gesù" (Romani 8:1).
In altre parole il giudizio per il peccato, che io meritavo, è già stato emesso. Cristo ha preso su di Sé alla croce la mia condanna. Ogni esigenza della legge è stata coperta. La legge è stata completamente soddisfatta nell'offerta di Sé stesso per i peccati fatta da Cristo. "L'Eterno ha fatto cader su lui l'iniquità di noi tutti" (Isaia 53:6). "Egli, che ha portato egli stesso i nostri peccati nel suo corpo" (I Pietro 2:24). "Questi (Gesù), dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è posto a sedere alla destra di Dio" (Ebrei 10:12).
La legge dice: "Il salario del peccato è la morte" (Romani 6:23), e ancora: "L'anima che pecca sarà quella che morrà" (Ezechiele 18:4). Io meritavo il giudizio e la morte, ma Cristo ha subìto il giudizio e la morte per me. Cristo stesso ha detto: "In verità, in verità io vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio ma è passato dalla morte alla vita" (Giovanni 5:24). Nessuna affermazione potrebbe dire in maniera più chiara che il vero credente in Gesù Cristo non verrà in giudizio. Quel giudizio è già avvenuto. "Ti sei gettato dietro alle spalle tutti i miei peccati" (Isaia 38:17).
Iddio ha detto attraverso il profeta Geremia: "Non mi ricorderò più del loro peccato" (Geremia 31:34).


paradiso

 Non comprenderemo mai la grandezza dell'amore mostrato da Dio in Cristo alla croce se non avremo capito che non dovremo presentarci in giudizio davanti a Dio per i nostri peccati. Cristo si è caricato dei nostri peccati. Egli ha portato a termine l'opera di redenzione. Io non sono salvato per un'opera o per un merito personale. Ho predicato a migliaia di persone in ogni continente, ma non andrò in cielo perché sono un predicatore. Andrò in cielo interamente per merito dell'opera di Cristo. Non comparirò mai davanti al tribunale di Dio. Tutto questo è passato.
Se crediamo in Gesù Cristo e accettiamo il Suo sacrificio abbiamo già superata la tempesta del giudizio. Essa si è abbattuta sulla croce.

Il giudizio dei credenti

 In base a quel che ho appena detto, questo potrebbe sembrare una contraddizione. Ma non si tratta di giudizio nel senso di condanna, bensì di valutazione. Sarà il momento in cui Cristo darà le ricompense ai Suoi: "Poiché dobbiamo tutti comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte quand'era nel corpo, secondo quel che avrà operato, o bene, o male" (II Corinzi 5:10).
Pur non potendo il vero credente in Cristo essere salvato mediante le opere perché "non è in virtù d'opere affinché niuno si glori" (Efesini 2:9) e perché "Egli ci ha salvati non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia" (Tito 3:5), egli può, non di meno, lavorare per ottenere una ricompensa. La Scrittura dice: "Poiché nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Gesù Cristo. Ora, se uno edifica su questo fondamento oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera d'ognuno sarà manifestata, perché il giorno di Cristo la paleserà; poiché quel giorno ha da apparire qual fuoco; ed il fuoco farà la prova di quel che sia l'opera di ciascuno. Se l'opera che uno ha edificata sul fondamento sussiste, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvato, però come attraverso il fuoco" (I Corinzi 3:11-15).
Ogni opera compiuta da un seguace di Cristo alla gloria di Dio costituisce "oro, argento, pietre di valore". Ma l'opera fatta da un seguace di Cristo per proprio interesse personale o per ambizione sarà "legno, fieno, paglia" e sarà bruciata.
Non si parla qui di salvezza, ma di "opere" successive alla salvezza. In questi passi il credente è presentato nell'atto di edificare una sovrastruttura di servizio o di opere che deve esser provata dal fuoco. Così, chiunque svolga un compito nel campo del Signore, ogni credente insomma, dovrà passare attraverso il fuoco che proverà l'opera di ciascuno.
L'apostolo Paolo si preoccupava costantemente di essere "approvato da Dio" (II Corinzi 10:18). Egli non si preoccupava della propria salvezza poiché ciò era stato regolato alla croce. Egli temeva però che le sue opere non fossero approvate se non fosse stato accorto sulla maniera nella quale lavorava per Dio.

corona

I credenti riceveranno una ricompensa al trono del giudizio di Cristo. Questa ricompensa viene a volte indicata nelle Scritture col nome di "premio" (I Corinzi 9:24). A volte è chiamata "corona" (I Corinzi 9:25; Filippesi 4:1; I Tessalonicesi 2:19).
I credenti in Cristo non debbono nulla in pagamento a Dio per la salvezza poiché è un dono loro offerto gratuitamente. Ma devono a Dio una vita di devozione e di servizio senza riserve. Perfino una tazza d'acqua fresca riceverà la sua ricompensa. Questo diviene un incentivo per amare il proprio prossimo e per mostrare questo amore "immischiandosi" nei suoi guai e nei suoi bisogni.

Il gran trono bianco del giudizio
 
trono bianco

 Di esso si parla in Apocalisse 20:11-13, dove l'apostolo Giovanni dice: "Poi vidi un gran trono bianco e Colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggirono terra e cielo; e non fu più trovato posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavan ritti davanti al trono; ed i libri furono aperti; e un altro libro fu aperto, che è il libro della vita; e i morti furon giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le opere loro. E il mare rese i morti ch'erano in esso; e la morte e l'Ades resero i loro morti ed essi furon giudicati, ciascuno secondo le sue opere".
È questo il giudizio che attende chiunque sia senza Cristo. La data è ormai stabilita da Dio. Tutti gli uomini di ogni razza e nazionalità, morti e viventi, saranno là. Sarà il giorno in vista del quale tutti gli altri giorni furono creati.
In questa vita potete prendere appuntamenti e non mantenerli, ma questo è il solo appuntamento a cui nessuno mancherà.
Gli scettici dei nostri giorni rideranno e metteranno in ridicolo l'idea di un giudizio imminente. Risero alla predizione del diluvio fatta da Noè. Risero di Geremia che prediceva la distruzione di Gerusalemme. Risero di Lot che ammoniva gli uomini di Sodoma che Iddio avrebbe fatto cadere fuoco e zolfo. Risero di Amos che mise in guardia Israele sul giudizio che incombeva. Ma tutti questi giudizi si avverarono. "Iddio dunque ... fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia" (Atti 17:30-31).

libri

 In quel giorno saranno aperti i "libri". Questi libri contengono la storia della vita d'ogni uomo dalla culla alla tomba. I nomi di tutti, ricchi o poveri, titolati o gente comune, vecchi o giovani, sani o malati, famosi o no, saranno tutti rivelati in piena luce, perché tutti li vedano, sulle pagine tenute tanto accuratamente da Dio. È un libro di morte. Quale terribile momento per milioni di persone quando i "libri" saranno aperti, e "Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo" (Romani 2:16).


ingiustizia

La Scrittura contiene numerosi ammonimenti circa quel gran giorno a venire, quel giorno di giudizio. Questo sarà il giorno profetizzato in Proverbi 1:24-31: "Ma poiché, quand'ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano nessun vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch'io mi riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura v'investirà come un uragano, e vi cadranno addosso la distretta e l'angoscia. Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno. Poiché hanno odiato la conoscenza e non hanno scelto il timor dell'Eterno e non hanno voluto sapere dei miei consigli e hanno disdegnato ogni mia riprensione, si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli".
In quel gran giorno gli uomini si rivolgeranno a Dio chiedendoGli misericordia, ma sarà troppo tardi. In quel giorno gli uomini cercheranno Iddio, ma non potranno trovarLo. Sarà troppo tardi.
È questo il giorno di cui parlava Gesù nel Sermone sul monte quando diceva: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne' cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d'iniquità" (Matteo 7:21-23).

condanna

Vi saranno anche persone che hanno compiuto l'opera del Signore, persone attive nella chiesa che hanno fatto cose magnifiche. Ma Gesù dice: "Io non vi conobbi mai". Quale cosa spaventosa! Pensavano che le loro buone opere li avrebbero salvati. Dovrebbe farci rinsavire il sapere che un giorno Gesù Cristo sarà il giudice. "Il Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figliuolo" (Giovanni 5:22).
 
giudice

Da giovane il giudice Warren Candler aveva esercitato l'avvocatura. Uno dei suoi clienti era stato accusato di assassinio ed il giovane avvocato compì ogni sforzo possibile per far assolvere il suo cliente dall'accusa. V'erano delle circostanze attenuanti e l'avvocato le sfruttò nella sua difesa davanti alla giuria. Erano inoltre presenti in aula gli anziani genitori dell'accusato. Il giovane avvocato fece leva sovente sulle simpatie e sulle emozioni dei giurati con frequenti richiami ai timorati genitori dell'imputato.
La giuria si ritirò infine per deliberare. Raggiunto il verdetto ritornò al banco e la sua sentenza fu di non colpevolezza. Il giovane avvocato, che era credente, ebbe una seria conversazione con il suo cliente assolto. Lo ammonì a tenersi lontano da vie malvagie ed a confidare nella potenza di Dio perché lo tenesse sulla buona strada.
Trascorsero gli anni e l'imputato fu nuovamente processato. L'accusa era ancora una volta omicidio. L'avvocato che lo aveva difeso al suo primo processo sedeva ora come giudice. Alla fine del processo la giuria rese il verdetto di colpevolezza.
Ordinando al condannato di levarsi in piedi per ascoltare la sentenza, il giudice Candler disse: "Al vostro primo processo, ero il vostro avvocato, oggi sono il vostro giudice. Il verdetto della giuria mi costringe a condannarvi ad essere impiccato finché morte non sopravvenga".
Cristo è oggi il nostro avvocato, il nostro Salvatore, disposto a perdonare, a purificarci ed a dimenticare. Verrà però un giorno tremendo in cui Egli sarà il nostro giudice.
di Billy Graham
 

 "Or quando il Figliuol dell’uomo sarà venuto nella sua gloria, avendo seco tutti gli angeli, allora sederà sul trono della sua gloria. E tutte le genti saranno radunate dinanzi a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri"
(Matteo 25:31-32)


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2 comments:

  1. L'articolo è impeccabile che merita meditazione come tutti gli altri e contemporaneamente gradirei sottoporre alla visione questo link di don Giorgio:
    http://www.youtube.com/watch?v=fWQ4aoGr2vY&feature=related
    Paceebene

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  2. Grazie caro fabulus...per quanto riguarda il video, posso solo dire che le parole di questo prete, mi confermano il marcio che si nasconde nella chiesa cattolica...nessuno che si dica uomo di Dio dovrebbe dire la sua negli argomenti politici..come diceva Paolo bisogna abbandonare l'uomo vecchio, ma evidentemente questo prete, mette solo se stesso nelle cose che afferma...pace a te

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