Uno degli
aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti
più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti
più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente
facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare
abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un
ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero
che non abbiamo veramente bisogno di Dio.
Però,
dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato.
Vogliamo
esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché
possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo
nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella
Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono
essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio
ci insegna nella sua parola sulla preghiera.
La Bibbia
insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento
ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi.
Ma la verità
che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto
che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente,
che cosa significa pregare nel nome di Gesù.
Chi può pregare?
La prima
verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare?
Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà?
Chiaramente,
oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano
non significa che vengono ascoltate da Dio.
Secondo la
Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò
come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare.
Per esempio,
in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come
Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al
trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo
pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio.
Leggiamo il brano.
“14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è
passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che
professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa
simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come
noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena
fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed
essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16)
Quindi,
solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare.
A CHI si deve pregare?
Quando
preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere?
E' giusto
pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito
Santo? Cosa ne dice la Bibbia?
In Matt. 6:9
Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio
Padre.
“Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9)
In Giov.
16:23 Gesù parla della preghiera al Padre.
“In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In
verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome,
egli ve la darà.” (Giov 16:23)
La Bibbia ci
insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo
pregare a Dio Padre.
Allora, qual
è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo?
Se dobbiamo
pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo?
Nel nome di Gesù
Gesù ci ha
insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto.
Lo Spirito Santo
Per quanto
riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta
allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non
esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo
pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo?
Lo Spirito
Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per
giungere a questo fine.
“Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo
annuncerà.” (Giov 16:14)
Si può anche
leggere Giov. 14:14-26.
Quando un
grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota
neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo
è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo.
Inoltre, lo
Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di
porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo.
“26 Allo
stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non
sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri
ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello
Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom
8:26-27)
Che
consolazione!
Quindi, a
chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo.
per COSA si deve pregare?
Per che cosa
dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni
preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure,
pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste?
Chiaramente,
nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per
avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari,
prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio,
prega per un buon tempo durante le vacanze.
Che cosa ne dice la Bibbia?
Esaminiamo
alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il
loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male.
Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male
spiritualmente.
Giovanni 14
Consideriamo
per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo.
“12 In
verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che
faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello
che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel
Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov
14:12-14)
Prima di
esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti
tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella
carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è
realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo
sforzarci di dividere rettamente questo brano.
Alcuni
credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente
questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo
nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase
“nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello
che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo
celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa
interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete
nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì.
Chi crede a
questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo
è un pensiero molto falso, e molto pericoloso.
Pensiamo a
come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse
situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività
comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha
anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo
versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente
è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta.
In un
secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore.
Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà
suo figlio.
In un altro
esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e
citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio,
visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio
nel nome di Gesù.
In un altro
esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una
che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il
proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È
convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che
desidera.
Senza andare
ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla
base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio
qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà
solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio
diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta.
Dio sarebbe soggetto alla nostra
volontà.
Se è così,
allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe
dovuto insegnarci a pregare:
“sia fatta
la nostra volontà, non la Tua”
Però, Dio
NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come
vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che
la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta!
Ci sono
tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio.
Per esempio,
leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino:
“E, andato
un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre
mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio
io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39)
Gesù,
nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse
la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua
richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la
sua.
In Luca 22,
Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che
sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse
evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo.
“31 «Simone,
Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io
ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai
convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32)
Gesù NON ha chiesto che Dio gli
togliesse la prova.
In
Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara
alla chiesa di Smirne.
“8
«All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e
l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la
tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di
essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere
quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi
in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci
giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha
orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà
colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11)
Egli spiegò
che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro
fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le
loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che
morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non
era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero
rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano
per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto
piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte
fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi.
Infatti, Dio
ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la
decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello
che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11
“In
lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il
proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria
volontà,” (Efe 1:11)
Se le nostre
preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile,
Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse
preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo.
Se le nostre
preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero
quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra
morte e di quella dei nostri cari.
“15 Le mie
ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle
profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e
nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando
nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16)
Se Dio ci
desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché
tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di
guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro
volontà, non quella di Dio. Se fosse
così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà
dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma
nel momento stabilito da noi.
Ma non è
così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che
stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose
secondo la decisione della Sua volontà!
Per esempio,
leggiamo in 1Samuele 2:6-8
“6 Il
SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa
risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8
Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere
con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della
terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8)
E' il
Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi!
Allora, qual
è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:
“e quello
che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)?
Per capire
bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo
contesto.
Cosa significa “nel mio nome”?
Dobbiamo
capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo
che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa
motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per
poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un
certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani.
Quindi, qual
è il senso della frase: “nel mio nome?”
Chiedere
“nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera,
costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi
saremo i sovrani. Ma non è così!
Pregare “nel
nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per
garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due
cose:
1. chiedere per i Suoi meriti
Prima di
tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti,
riconoscendo che noi non ne abbiamo.
Nessun di
noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di
Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio
nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi
venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico
del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla
(visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli
chiedo nel nome del mio amico.
Allora, chiedere nel nome di Gesù
necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per
conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria
insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver
nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste
per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente,
pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del
pregare nel nome di Gesù.
2. chiedere secondo la volontà di
Gesù
Dobbiamo però
considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di
chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere
secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo
principio. Ripeto: chiedere nel nome di
Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra.
Un soldato
semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome
del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà
del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il
nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato.
In 1Giovanni
5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio
esaudirà. Leggiamo.
“14 Questa è
la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua
volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli
chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov
5:14-15)
Avete notato
la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci
esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non
la nostra.
Quindi, se
preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la
volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per
quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo
come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare
Dio.
Quindi,
ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo
di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad
accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la
volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà.
Affinché il Padre sia glorificato
Allora, qual
è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano,
dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto.
“12 In
verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che
faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello
che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel
Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov
14:12-14)
Notiamo che
le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e
infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù
non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il
Padre.
Infatti, in
Giacomo 4:2-4 leggiamo:
“2 Voi
bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi
litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non
ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente
adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi
dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4)
Non avete perché non domandate,
ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché
domandate per spendere nei vostri piaceri.
Quando
chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde.
Torniamo
agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio.
Pensiamo
all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male,
e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta
pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di
Dio.
Nell'esempio
del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle),
quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per
la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può
essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per
prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori
hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in
fin dei conti, a se stesso.
Poi ho fatto
l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole
che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni
ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una
preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.
Poi c'era il
credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che
gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio
quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria
di Dio.
Quindi, non
dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase
“nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli
chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua
volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il
proprio comodo, ma la gloria di Dio.
Un brutto risultato
Che cosa
succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta?
Quando Dio
NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente
scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione
spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel
credente rimane deluso di Dio.
Giov. 15:5-7,16
Quindi, è
importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio
questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della
preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14.
Giovanni
15:5-7
“5 Io sono
la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro,
porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non
dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si
raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie
parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov
15:5-7)
Qui, Gesù
insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo
portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se
le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo.
Questa è una
condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una
condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà.
Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a
seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per
la sua.
Solamente se
ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo
e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di
Dio.
Un altro
versetto importante è Giovanni 15:16
“Non siete
voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché
andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che
chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16)
Gesù
risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in
eterno.
Ostacoli alle nostre preghiere
È importante
menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere.
L'orgoglio
Una cosa che
ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si
allontana da noi.
“Il SIGNORE
è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.”
(Sal 34:18)
Quando
abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella
figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo
pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non
confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi.
Mancanza di fede
Un altro
ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo
1.
“5 Se poi
qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti
generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede,
senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal
vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal
Signore,” (Giac 1:5-7)
Questo brano
ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre
verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di
Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però,
dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere
fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati.
La Preghiera fatta con egoismo
Abbiamo già
menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè,
alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria
di Dio, ma perché è il nostro desiderio.
Questo è ciò
che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei
piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio.
Come conoscere la volontà di Gesù
Visto che la
preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà,
come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio?
Dio ci ha
già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare
quando non la conosciamo.
Prima di
tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio?
Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando
non siamo sicuri della volontà di Dio?
Gesù stesso
ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36;
Luca 22:42. Leggo da Matteo.
“E, andato
un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre
mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio
io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39)
Nella sua
umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire
sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire
quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha
esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio.
Ed è così
che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà
di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi
a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo
confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà.
Conclusione
La preghiera
è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La
preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è
ascoltare Dio che ci parla.
E importante
pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose
giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per
merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non
secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante
accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi.
Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la
volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto
quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio
sia fatta!
Preghiamo
poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua
perfetta volontà.
Non
dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche
il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve
anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere
che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la
gloria di Dio.
Oh che
possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un
servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti
dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia,
quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio
glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore!
Marco deFelice
"Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15)
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"Fratelli,
pregate per noi" (1 Tessalonicesi 5:25).
Se ci domandiamo perché c'è poco amore tra
molti Cristiani, e per quale motivo proprio la caratteristica che dovrebbe
far conoscere a tutti che siamo discepoli del santo Gesù, è
quasi bandita dal mondo Cristiano, ci accorgeremo che, in gran parte,
questo è dovuto al fatto di trascurare o di praticare con superficialità
quella parte eccelsa della preghiera, l'INTERCESSIONE, cioè
l'implorare la grazia e la misericordia di Dio per gli altri.
Alcuni dimenticano
questo dovere di pregare per gli altri, perché essi raramente
ricordano di pregare per se stessi. E anche coloro i quali pregano
costantemente il loro Padre che è nei cieli, spesso sono così
egoisti nelle loro richieste al trono della grazia, che spesso non
estendono le loro suppliche al benessere dei loro fratelli Cristiani,
come dovrebbero fare; e perciò mancano di raggiungere quella
carità Cristiana, quell'amore non finto per i loro fratelli,
al quale la loro sacra professione di fede li obbliga ad agognare,
e senza la quale, quand'anche essi donassero tutti i loro beni per
nutrire i poveri, e dessero i loro corpi a essere arsi, non gli gioverebbe
a niente.
Stando così
le cose, dalle parole del testo (sebbene originariamente inteso in
senso più stretto) cercherò di dimostrare:
PRIMO, che è dovere di ogni Cristiano pregare per gli altri
oltre che per se stesso. SECONDO, per chi dovremmo pregare, e in che modo dobbiamo farlo.
TERZO, offrirò delle motivazioni per incitare tutti i Cristiani
ad abbondare in questo gran dovere dell'intercessione.
1. Cercherò
di dimostrare che è dovere di ogni Cristiano pregare per gli
altri, oltre che per se stesso.
Ora, la preghiera è un dovere fondato sulla religione; gli
stessi pagani non la trascurano mai, eppure molti cristiani
tra di noi non lo fanno. La preghiera è un dovere così essenziale
per la Cristianità, che possiamo facilmente accostare l'idea
di un uomo che non respira più, a quella di un vero Cristiano
che non ha lo spirito di preghiera e supplicazione. Perciò,
non appena Paolo si convertì, "ecco, egli era in preghiera",
dice l'Iddio Onnipotente (cfr. Atti 9:11). E così sarà
per ogni figlio di Dio, non appena egli diventa tale, essendo la preghiera
il grido naturale dell'anima nata di nuovo.
Poiché nel cuore di ogni vero credente c'è una celeste
tendenza, una divina attrazione, che lo attira sensibilmente a parlare
con Dio, così come una calamita attira un ago.
Una profonda
coscienza della propria debolezza e della pienezza di Cristo, e un
forte convincimento dello stato di corruzione della propria carne
e della necessità della grazia rigenerante, non permettono
ai veri credenti di trovare riposo senza gridare notte e giorno al
loro Onnipotente Redentore, affinché l'immagine divina, che
è stata perduta con Adamo, possa attraverso la Sua onnipotente
mediazione e l'opera santificante del Suo benedetto Spirito, iniziare,
essere portata avanti, e pienamente portata a compimento nelle loro
anime e nei loro corpi.
Così
fervidi, così insistenti, sono tutti i Cristiani sinceri nel
pregare per sé; ma non avendo la stessa viva, durevole, e profonda
percezione dei bisogni dei loro fratelli Cristiani, sono in gran parte
negligenti e manchevoli nelle loro preghiere per essi. Mentre, se
l'amore di Dio fosse sparso abbondantemente nei nostri cuori, e se
amassimo il nostro prossimo nel modo in cui il Figlio di Dio nostro
salvatore ha amato noi, e secondo il Suo comandamento ed esempio,
non potremmo non essere tanto insistenti per il loro benessere spirituale
e fisico quanto lo siamo per il nostro; e desiderare ardentemente
e sforzarci affinché altri, come noi, possano condividere i
benefici della morte e della passione di Gesù Cristo.
Nessuno pensi
che questo è un inusuale grado di carità, o un livello
troppo elevato di perfezione al quale nessuno può arrivare;
poiché, se ci è stato comandato di "amare il nostro
prossimo (cioè tutti gli uomini) come noi stessi" (cfr.
Luca 10:27), e di "dare la nostra vita per i fratelli" (1
Giovanni 3:16), allora, è dovere di tutti pregare per il prossimo
come per se stessi, e anche, con ogni possibile atto ed espressione
d'amore e di affetto, in ogni momento, mostrare la propria prontezza
a deporre la propria vita per i fratelli, se mai Dio si compiacesse
di chiamarci a far questo.
Il nostro
benedetto Salvatore, che ci ha "lasciato un esempio, affinché
seguiamo le Sue orme" in ogni cosa, lo ha fatto in modo particolare
in questo: in quella divina, perfetta e inimitabile preghiera (riportata
nel capitolo 17 del vangelo di Giovanni) che Egli ha fatto poco prima
della Sua passione, troviamo ben poche suppliche per Se stesso, e
invece molte per il bene dei Suoi discepoli. E in quella forma perfetta
che Egli si è compiaciuto di insegnarci, ci viene insegnato
a dire, non MIO, ma "Padre NOSTRO", affinché ricordiamo
sempre che, quando ci accostiamo al trono della grazia, dobbiamo pregare
non solo per noi stessi, ma per tutti i nostri fratelli e sorelle
in Cristo.
L'intercessione,
dunque, è certamente un dovere che incombe su tutti i Cristiani.
2. Per chi
dovremmo pregare, e in che modo dobbiamo farlo, è la prossima
cosa che considereremo.
Innanzi tutto,
la nostra intercessione dev'essere UNIVERSALE."Esorto dunque,
(dice l'Apostolo) prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche,
preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini"
(1 Timoteo 2:1). Poiché, come la grazia di Dio è sopra
tutte le Sue opere, e come Gesù Cristo è morto per redimere
gente di ogni nazione e di ogni lingua, così noi dobbiamo pregare
che "tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza
della verità". Abbiamo molte promesse preziose nelle Sacre
Scritture: che il vangelo sarà conosciuto nel mondo intero,
che "la conoscenza del Signore riempirà la terra, come
le acque coprono il fondo del mare", e perciò è
nostro dovere non limitare le nostre supplicazioni alla nostra nazione,
ma pregare che quelle nazioni che ora siedono nelle tenebre e nell'ombra
di morte, possano vedere la luce gloriosa del vangelo splendere su
di esse, così come per noi. Ma non avete bisogno che alcun
uomo vi insegni questo, dato a voi Dio, e Gesù Cristo stesso,
ha insegnato a pregare che "le vie di Dio si conoscano sulla
terra, e la Sua salvezza fra tutte le nazioni".
Oltre a pregare
per tutti gli uomini, dovremmo, secondo l'insegnamento di Paolo, pregare
per le AUTORITÁ; in particolare per chi ci governa, e per tutti
coloro i quali hanno ricevuto autorità sotto di lui; affinché
possiamo vivere in pace, in completa devozione ed onestà. Poiché,
se consideriamo quanto è pesante l'incarico di governare, e
quanto il benessere delle persone dipenda dallo zelo e dalla rettitudine
di coloro che hanno autorità; se guardiamo ai molti pericoli
e alle difficoltà cui i governatori sono esposti a causa della
loro posizione, e alle continue tentazioni cui essi sono sottoposti,
siano esse lussuria o condiscendenza verso se stessi; allora, non
solo avremo pietà, ma pregheremo per loro: affinché
Colui che preservò Ester, Davide e Giosia, conservandoli puri
dal mondo, nella magnificenza di una corte, e dando successo ai loro
progetti, preservi anche loro, santi e irreprensibili, e li faccia
prosperare nelle opere delle loro mani.
Ma, come
terza cosa, dovete pregare, in modo particolare, per coloro che "lo
Spirito Santo ha costituito vescovi" su di voi. Questo è
ciò che Paolo implora, più e più volte, alle
chiese a cui scrive; egli dice nel testo: "Fratelli, pregate
per noi"; e ancora, nella sua epistola agli Efesini: "pregando
sempre, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; e
anche per me, affinché mi sia dato di parlare apertamente per
far conoscere con franchezza il mistero del vangelo". E altrove,
per esprimere il suo zelo in questa richiesta, e la grande importanza
delle loro preghiere per lui, egli chiede alla chiesa di "combattere
(o, secondo il significato della parola originale, 'essere in agonia')
con lui nelle loro preghiere". E sicuramente, se il grande Paolo,
che era un vaso scelto, favorito dal cielo, aveva bisogno delle preghiere
insistenti dei suoi fratelli Cristiani, quanto più i comuni
ministri del vangelo hanno bisogno dell'intercessione dei loro rispettivi
greggi.
E non posso
non insistere in maniera particolare su questo aspetto del vostro
dovere, perché è un argomento di così grande
importanza: infatti, sono persuaso che molti beni sono spesso impediti
nelle vite di molti, a causa della loro mancanza di pregare per i
loro MINISTRI; e li avrebbero ricevuti, se avessero pregato come dovrebbero.
Per non parlare del fatto che le persone spesso si lamentano della
mancanza di pastori diligenti e fedeli. Ma come può meritare
buoni pastori, chi non prega Dio con fervore per averne? Se non preghiamo
il Signore delle mèssi, possiamo forse aspettarci che Egli
mandi altri operai nella Sua mèsse?
Inoltre,
quale ingratitudine è non pregare per i vostri ministri! Essi
vigilano e operano in parola e dottrina per voi, e per la vostra salvezza,
e in cambio voi non pregherete per loro? Se qualcuno vi fa dei doni
materiali, voi pensate che sia giusto, e vostro dovere, pregare per
loro; e non dovreste ricordare nelle vostre preghiere, coloro i quali
nutrono e si curano delle vostre anime? Considerate inoltre che, pregare
per i vostri ministri, è una prova manifesta del fatto che
credete, che sebbene Paolo abbia piantato, e Apollo abbia annaffiato,
è Dio soltanto che ha fatto crescere. E vi accorgerete anche
che questo è il modo migliore per promuovere il vostro stesso
benessere; poiché Dio, in risposta alle vostre preghiere, potrà
impartire ai vostri ministri una porzione doppia del Suo Santo Spirito,
e dunque essi saranno in grado di ministrarvi secondo una maggiore
conoscenza delle cose spirituali, e in grado di dividere rettamente
la Parola della verità.
Se gli uomini
osservassero sempre questo consiglio, e quando i loro ministri pregano
Dio per loro, essi Lo implorassero umilmente di esaudire tutte le
loro supplicazioni; o, quando i ministri parlano a loro in nome di
Dio, pregassero che lo Spirito Santo possa cadere su tutti quelli
che ascoltano la Parola; allora, vedremmo un effetto ben più
visibile della loro dottrina, e un amore reciproco più grande
tra i ministri e le loro pecore. Poiché le mani dei ministri
sarebbero sostenute in alto per l'intercessione dei credenti, e i
credenti non oserebbero mai diffamare o travisare quelli che sono
i soggetti costanti delle loro preghiere.
Oltre ai
nostri ministri, i NOSTRI AMICI devono avere un posto nella nostra
intercessione; non dovremmo accontentarci di pregare in modo generico
per loro, ma piuttosto dovremmo adattare le nostre preghiere alla
loro particolare situazione. Quando Miriam fu colpita da Dio con la
lebbra, Mosè gridò e disse: "Signore, guariscila".
E quando un capo della sinagoga venne a chiedere aiuto a Gesù,
per sua figlia, disse: "Mia figlia è morta or ora; ma
vieni, posa la mano su di lei ed ella vivrà". Allo stesso
modo, quando i nostri amici sono in circostanze dolorose, dobbiamo
sforzarci di pregare per loro, con particolare attenzione alle loro
circostanze.
Ad esempio, un amico è malato? Dovremmo pregare, che se è
nella volontà di Dio, quella malattia non sia a morte; ma se
così è, che Egli gli conceda la grazia di visitarlo,
affinché, al termine di questa vita di dolore, egli possa vivere
con Lui per l'eternità.
Un amico è in dubbio su una questione importante? Dovremmo
esporre il suo caso davanti a Dio, come Mosè fece per le figlie
di Selofedad, e pregò, che lo Spirito Santo di Dio potesse
guidarlo in tutta la verità, e dargli tutte le opportune indicazioni.
È nel bisogno? Dovremmo pregare, che la sua fede non venga
mai meno, e che al tempo stabilito da Dio, egli possa essere sollevato.
E in tutti gli altri casi, non dovremmo pregare per i nostri amici
solo in generale, ma esporre le nostre supplicazioni per le loro particolari
sofferenze e afflizioni; poiché, altrimenti, potremmo non chiedere
mai ciò di cui i nostri amici necessitano maggiormente.
Abbiamo molti
nobili esempi nelle Sacre Scritture del successo di questa particolare
intercessione; ma nessuna è più notevole di quella del
servo di Abraamo, nel libro della Genesi. Questo servo, essendo stato
mandato a cercare una moglie per il figlio di Abraamo, Isacco, pregò
in modo particolare per lui (cfr. Genesi 24:11 e seg.). E dal seguito
della storia apprendiamo in che modo straordinario la sua preghiera
fu esaudita. Se ora i Cristiani pregassero per i loro amici nello stesso particolare
modo, e con la stessa fede che il servo di Abraamo ebbe nel pregare
per il suo padrone, essi, senza dubbio, riceverebbero in molte situazioni
risposte visibili, e avrebbero molti motivi per cui benedire Dio per
loro, come quel servo.
Ma, come
dobbiamo intercedere per i nostri amici, allo stesso modo dobbiamo
anche pregare per i NOSTRI NEMICI. "Benedite coloro che vi maledicono,
(dice Gesù Cristo) fate del bene a quelli che vi odiano, e
pregate per quelli che vi maltrattano e che vi perseguitano"
(Matteo 5:44). Questo comandamento Egli lo ha imposto nel modo più
potente, mediante il Suo stesso esempio: nelle agonie e negli spasimi
della morte, Egli pregò anche per i Suoi uccisori, "Padre,
perdona loro, perché non sanno quello che fanno!".
Questo, bisogna confessarlo, è un dovere difficile, eppure
non è impraticabile, per quelli che hanno rinunciato alle cose
di questa vita presente - sapendo che da un amore immoderato di esse
sorge ogni inimicizia - e che, conoscendo i terribili giudizi che
aspettano coloro che offendono i piccoli fanciulli in Cristo, possono,
per una profonda pietà, e conoscenza del pericolo nel quale
incorrono, pregare per quelli che fanno tali cose.
Infine, e
in conclusione di questo paragrafo, dovremmo intercedere per tutti
quelli che sono in qualunque modo AFFLITTI nella mente, nel corpo,
o nelle loro condizioni di vita; per tutti quelli che chiedono, e
hanno bisogno delle nostre preghiere, e per tutti quelli che non pregano
per se stessi.
E, oh che
tutti voi che mi ascoltate, voleste riservarvi un po' di tempo ogni
giorno per il dovuto adempimento di questo indispensabile dovere!
3.
Per questo, procederò
ora a mostrare i vantaggi, e offrire alcune considerazioni, per incitare
tutti voi ad abbondare nella pratica quotidiana dell'intercessione.
E, innanzi tutto,
desidero che i vostri cuori siano ripieni di amore gli uni per gli
altri. Chi ogni giorno intercede di cuore presso il trono della grazia
per tutta l'umanità, non può non essere in breve tempo
ripieno di amore e carità verso tutti: ed esercitando frequentemente
il suo amore in questa maniera, allargherà il suo cuore, e
lo renderà partecipe della grande abbondanza d'amore che è
in Cristo Gesù nostro Signore! Invidia, malizia, vendetta,
e altri simili temperamenti infernali, non possono più albergare
in seno a un benevolo intercessore; egli sarà pieno di gioia,
pace, mitezza, pazienza, e di ogni altra grazia nello Spirito Santo.
Portando frequentemente le necessità del suo prossimo in preghiera
davanti a Dio, egli sarà toccato da un sentimento fraterno
di intesa; si rallegrerà con chi è nella gioia, e piangerà
con chi è nel dolore. Ogni benedizione concessa ad altri, anziché
suscitare in lui invidia, sarà vista come risposta alla sua
intercessione, e riempirà la sua anima di gioia inesprimibile
e di gloria appieno.
Abbondate
dunque in atti di intercessione generale e specifica; e quando sentite
parlare degli sbagli del vostro prossimo, invece di raccontarli in
giro, e di svergognarlo davanti agli altri, portateli in segreto davanti
a Dio, e implorateLo di correggerlo e di aiutarlo. Quando sentite
parlare di un noto peccatore, anziché di pensare che fareste
bene ad adirarvi, supplicate Gesù Cristo di convertirlo, e
di renderlo un monumento della Sua grazia gratuita; non potete immaginare
quale benedetto cambiamento possa produrre nel vostro cuore questa
pratica, e quanto più crescerete giorno per giorno nello spirito
d'amore e di mitezza verso tutta l'umanità!
Ma ancora,
per invogliarvi alla pratica costante di questo dovere dell'intercessione,
considerate i molti esempi nelle Sacre Scritture, della sua potenza
e della sua efficacia. Cose grandi ed eccelse vi sono descritte come
effetti di questa divina occupazione. Ha fermato piaghe, ha aperto
e chiuso i cieli; e ha frequentemente stornato l'ira di Dio dal Suo
popolo. Come fu liberata la casa di Abimelec, per mezzo dell'intercessione
di Abraamo, dalla malattia che Dio aveva mandato tra di loro! Quando
"Fineas si alzò e s'interpose", quanto rapidamente
cessò la piaga! Quando Daniele umiliò e afflisse l'anima
sua, e intercedé per il popolo del Signore, quanto rapidamente
fu mandato a lui un angelo per dirgli che la sua preghiera era stata
ascoltata! E, per menzionare solo un altro esempio, come si lasciò
vincere Dio dall'insistenza di Mosè, quando questi intercedé
per il popolo idolatra!
Questo dimostra
sufficientemente, direi quasi, l'onnipotenza dell'intercessione, e
dimostra come possiamo, come Giacobbe, combattere con Dio, e mediante
una santa violenza (cfr. Genesi 32:28; Matteo 11:12) prevalere per
noi stessi e per gli altri. E senza dubbio è grazie a questa
segreta e vittoriosa intercessione delle poche anime rette che ancora
rimangono fra noi, che Dio risparmia ancora questa nazione miserabilmente
peccatrice: poiché se non fosse per poche persone fedeli, come
Mosè, rimaste a intercedere sulla breccia, saremmo presto distrutti,
proprio come lo fu Sodoma, e ridotti in cenere come Gomorra.
Ma, per esortarvi
ancora ad esercitare l'intercessione, considerate che, con ogni probabilità,
essa è l'occupazione frequente anche dei santi glorificati:
poiché sebbene sono stati liberati dal peso della carne, e
restituiti alla gloriosa libertà dei figli di Dio, la loro
felicità non può ancora essere completamente consumata
fino alla risurrezione dell'ultimo giorno, quando tutti i loro fratelli
saranno glorificati con loro; allora non possiamo non pensare quanto
spesso essi insistano presso il nostro Padre celeste, affinché
completi il numero dei Suoi eletti, e affretti la venuta del Suo regno.
E dunque noi, che siamo sulla terra, vogliamo praticare questa divina
occupazione, come fa quella gloriosa compagnia di spiriti di uomini
retti resi perfetti per grazia? Non vogliamo intercedere frequentemente
per la chiesa qui in terra, e chiedere con fervore di poter essere
tutti uno, con la chiesa trionfante nei cieli, e come il santo Gesù
e Suo Padre sono uno, poter anche noi essere resi perfetti nell'unità?
Per incitarvi
in questo grande lavoro e opera d'amore, ricordate che è il
lavoro incessante del nostro santo e sommamente esaltato Signore Gesù,
che siede alla destra di Dio, ascoltare tutte le nostre preghiere,
e intercedere continuamente per noi! Quindi chi è continuamente
impegnato ad intercedere per gli altri, sta facendo sulla terra quello
che l'eterno Figlio di Dio fa continuamente in cielo.
Immaginate
dunque, quando elevate mani pure in preghiera gli uni per gli altri,
di vedere i cieli aperti, e il Figlio di Dio in tutta la Sua gloria,
come gran sacerdote della vostra salvezza, che intercede per voi mediante
i perfetti meriti del Suo sacrificio davanti al trono del Suo celeste
Padre! Unite allora le vostre intercessioni alle Sue, e implorateLo
che possano, attraverso di Lui, salire come un incenso, ed essere
ricevute come offerte di odor soave, accettevoli agli occhi di Dio!
Ciò fortificherà la vostra fede, infondendo un santo
fervore nelle vostre preghiere, e facendovi combattere con Dio, come
fece Giacobbe, quando Lo vide faccia a faccia, e la sua vita fu risparmiata;
come Abraamo, quando supplicò per Sodoma; e come Gesù
Cristo stesso, per abbondare nell'amore, e in questa buona opera del
pregare gli uni per gli altri. Sebbene miserabili, sebbene poveri
come Lazzaro, sarete allora benefattori per tutta l'umanità;
migliaia, e venti volte dieci migliaia, saranno benedetti a motivo
di voi! E quando avrete impiegato alcuni anni in questa divina occupazione
quaggiù, sarete trasportati in quel luogo gioioso, dove avete
sempre desiderato poter essere; ed esaltati a sedere alla destra del
nostro onnipotente e sempre vittorioso Intercessore, nel regno del
Suo Padre celeste.
Comunque,
non posso non insistere con voi in modo particolare su questo argomento
ora, poiché voi tutti, tra i quali ho predicato, in tutta probabilità
non mi vedrete più; dovrò andar via (credo, sotto la
guida del santissimo Spirito di Dio) da voi, senza sapere cosa mi
accadrà: ho dunque bisogno delle vostre più insistenti
intercessioni, affinché niente possa smuovermi dal mio dovere,
e affinché io possa non reputi la mia vita cara a me stesso,
e possa finire la mia corsa con gioia, e il ministero che ho ricevuto
dal Signore Gesù, per testimoniare del vangelo della grazia
di Dio!
Mentre sono
stato qui, per quel che mi è dato sapere, non ho mancato di
dichiararvi tutta la volontà di Dio; e sebbene la mia predicazione
possa essere stata un odore di morte a morte per alcuni, io confido
che sia anche stata un odore di vita a vita per altri; e pertanto
spero sinceramente che costoro non mancheranno di ricordarmi nelle
loro preghiere. Quanto a me, la molta benevolenza immeritata che ho
ricevuto da voi, non mi permetterà di dimenticarvi: da luoghi
profondi so che il mio grido arriverà a Dio; e mentre i venti
e le tempeste si abbatteranno su di me, al Signore rivolgerò
le mie supplicazioni per voi. Poiché è solo per un altro
po', e "tutti compariremo davanti al tribunale di Cristo";
dove io dovrò dare un rigoroso resoconto della dottrina che
ho predicato, e voi del vostro modo di condurvi sotto di essa.
O che in quel giorno io non debba essere chiamato a testimoniare contro
qualcuno per la cui salvezza ho sinceramente, sebbene troppo debolmente,
lavorato e desiderato!
È
vero, sono stato censurato da alcuni con l'accusa di stare agendo
secondo idee egoistiche e funeste; ma poco m'importa di essere giudicato
dal giudizio degli uomini; credo che il mio occhio sia limpido; ma
vi imploro, fratelli, per le grazie di Dio in Cristo Gesù,
pregate che possa esserlo ancora di più! E che io possa crescere
nella grazia della conoscenza e nell'amore di Dio attraverso Gesù
Cristo nostro Signore.
E ora, fratelli,
cos'altro vi dirò? Vorrei continuare il mio discorso ancora
a lungo, poiché non potrò esprimere mai appieno il desiderio
dell'anima mia verso di voi! Infine, dunque, fratelli, "tutte
le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte
le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama;
se vi è qualche consolazione in Cristo, qualche comunione di
Spirito", qualche speranza di apparire per il conforto l'uno
dell'altro davanti al solenne tribunale di Gesù Cristo, "pensate
alle cose che avete udito", e a quelle che i vostri pastori vi
hanno proclamato, e che vi proclameranno; e continuate sotto il loro
ministerio a "compiere la vostra salvezza con timore e tremore",
affinché anche se io non dovessi vedervi mai più, o
se Dio volesse compiacersi di chiamarmi a Sé in qualunque momento,
io possa avere sempre la soddisfazione di sapere che i vostri discorsi
sono tali, secondo il vangelo di Cristo.
Credo che
patirei volentieri qualunque cosa, se potesse in qualche modo promuovere
la salvezza delle vostre preziose e immortali anime; e vi imploro,
come mia ultima richiesta, di "obbedire a quelli che hanno autorità
su di voi nel Signore"; e di essere sempre pronti a prendervi
cura del loro ministerio, come è vostro sacro dovere. Non pensate
che io desideri essere esaltato a scapito di un altro; ma anzi, non
abbiate nessuna persona in eccessiva ammirazione, ma stimate tutti
i vostri ministri con lo stesso grande amore, che giustamente meritano
a causa dell'opera loro.
E ora, fratelli,
"vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia, la quale può
edificarvi e darvi l'eredità di tutti i santificati".
Possa Dio ricompensarvi per tutte le vostre opere di fede, e ciò
che avete compiuto per amore, e farvi abbondare sempre di più
in ogni buona parola e opera verso tutti gli uomini. Possa Egli convertire
tutti coloro che sono stati convinti, e risvegliare tutti quelli che
sono morti nelle trasgressioni e nei peccati! Possa Egli confermare
tutti quelli che stanno vacillando! E possiate voi tutti andare di
gloria in gloria, fino ad arrivare alla misura della statura della
pienezza di Cristo; e così possiate essere resi idonei a stare
davanti a quel Dio, "nella cui presenza vi sono gioie a sazietà,
e alla cui destra vi sono delizie in eterno!" Amen! Amen!
diGeorge Whitefield
"Quanto a me, lungi da me il peccare contro il Signore cessando di pregare per voi! Anzi, io vi mostrerò la buona e diritta via."
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