"Quando dunque
ebbe loro lavato i piedi ed ebbe ripreso le sue vesti, si mise di nuovo a
tavola, e disse loro: «Capite quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e
Signore; e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, che sono il Signore e il
Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli
altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho
fatto io. In verità, in verità vi dico che il servo non è maggiore del suo
signore, né il messaggero è maggiore di colui che lo ha mandato. Se sapete
queste cose, siete beati se le fate".(Giovanni 13:12-17)
Servitevi a vicenda con
amore
A quanti di noi sarà capitato di voler dare un
insegnamento, o di voler di voler aiutare un amico, un figlio, un fratello ecc…
a rimuovere un comportamento che è palesemente sbagliato, ci sforziamo con le
nostre parole di correggere, ma capita di non essere compresi, o addirittura
non ascoltati, allora ci arrabbiamo, cominciamo ad usare mezzi repressivi,
spesso però ci dimentichiamo di avere a disposizione uno strumento molto valido
per insegnare: "L'esempio pratico" in altre parole
dimostrare con i fatti, con un modo di comportarsi coerente con quello che
desideriamo insegnare che è possibile agire, parlare, pensare diversamente.
Certo dobbiamo ammettere che a volte può essere "scomodo", ma in
alcune circostanze, anche se non in tutte è sicuramente più efficace di mille
prediche!
Un esempio pratico, una predica
efficace
Gesù pienamente consapevole di essere giunto all'epilogo
della sua missione terrena, ed avendo amato i suoi, li amò fino alla fine, per
tanto desidera trasmettere loro un ulteriore e fondamentale principio che
doveva contraddistinguere tutti coloro che erano e che sarebbero stati suoi
discepoli: Gesù era umile e mansueto, i suoi avrebbero dovuto essere umili, Lui
era venuto per servire, i suoi erano chiamati a servire e non a ricercare
potere ed onori.
Ma come fare per trasmettere loro questo principio, come
inculcarlo nei loro cuori, se nel momento in cui aveva annunciato la sua morte
ed il suo supplizio loro si erano solo preoccupati di "chi sarebbe stato
il maggiore nel Regno dei cieli?".
Gesù desiderava celebrare con i dodici, compreso Giuda, la
Pasqua, festa rituale di cui Lui stesso con il suo sacrificio, sarebbe stato l'adempimento
eterno, ma come poteva essere in comunione spirituale con alcuni di questi
discepoli dal cuore rivolto all'ambizione, al desiderio di potere, di
primeggiare, e altri pieni di amarezza e indignazione? Avrebbe potuto fare un
bel sermone, usare una parabola adatta alla circostanza, no! Questa volta era
necessario qualche cosa di più radicale, qualche cosa che avrebbe rivoluzionato
il loro modo di vedere le cose. Qualche cosa che avrebbe lasciato un segno
indelebile nei loro cuori.
Così, nella piena consapevolezza della sua dignità, che
era venuto da Dio, e a Dio ritornava, si accinge a compiere un gesto che era
strettamente riservato ad una categoria umile, ai servi.
Nessuno prende l'iniziativa, anche se era usanza
che prima di una cena celebrativa, una festa, dei servi lavassero i piedi agli
ospiti, ma ora chi lo avrebbe fatto? Chi era servo e chi era ospite? Chi
padrone e chi servo? Gesù prende il bacino, l'acqua, si cinge con
l'asciugatoio, e si appresta a lavare i piedi ai discepoli.
Lo stupore dei discepoli che sicuramente in quel
momento rivivevano nella loro mente i momenti in cui Gesù manifestava la sua
potenza e la sua gloria: l'indignazione nel tempio, la sua forza e sicurezza
nel cacciare i mercanti, la sua potenza e la sua fierezza nel sedare la
tempesta, i miracoli, le guarigioni, e come sgridava e aveva autorità sui
demoni, e quel giorno glorioso sul monte dove avvenne la trasfigurazione… ed
ora vederlo ai loro piedi a svolgere il servizio di un servo, in ginocchio a
lavare i loro piedi… e poi proprio nei loro confronti che poco prima
meschinamente litigavano, e si contendevano il primo posto. Nessuno aveva il
coraggio di parlare... ecco cosa intendeva quando diceva "Imparate
da me ….", ecco il vero significato del "così non sia
tra voi, ma il maggiore sia fra voi come il minore, e colui che governa come
quello che serve" questa è la differenza fra il concetto umano e
quello di Dio, nei rapporti interpersonali.
Seguire l'esempio, ed essere
d'esempio
Vorrei aprire una piccola parentesi: essere servi non
significa essere servili.
Gesù non era umile perché era nato povero, perché era un
semplice figlio del falegname, perché era un nazareno, categoria un po’
disprezzata, perché sapete in realtà, anche i poveri sanno essere presuntuosi e
arroganti, anche i disprezzati sanno far valere con prepotenza i loro diritti,
e spesso tutta la loro umiltà altro non è che il non poter reagire o il subire
loro malgrado le circostanze. Quella di Gesù era una scelta! Lui era venuto per
servire, pur sapendo di essere Dio!
L'umiltà è la vera prerogativa del servo, ma non basta
predicarla bisogna manifestarla.
Hai mai pensato a quanto sia importante l'esempio
che tu puoi dare?
Le tue scelte, i tuoi modi di reagire, possono cambiare molte
circostanze, tu puoi influenzare positivamente coloro che ti circondano, la
dolcezza, un carattere veramente remissivo, possono placare l'ira, come potremo
insegnare il perdono con efficacia se noi non siamo d'esempio?
Due lezioni importanti
Prima lezione: il nostro rapporto di
comunione con Gesù.
Il rifiuto da parte di Pietro di lasciarsi lavare i piedi
da modo a Gesù di applicare alcune lezioni spirituali al suo gesto:
Mettere in evidenza la falsa umiltà di chi non vede
la propria sporcizia e per tanto non sente il bisogno di essere lavato.
La necessità di una costante purificazione. Rifacendosi
alle usanze Gesù spiegava che chi già si era lavato tutto il corpo, aveva solo
la necessità di lavarsi i piedi che durante la giornata si erano insudiciati.
Questo rappresenta una necessità per tutti i credenti che desiderano avere una
costante comunione con Cristo. Tutti coloro che sono già stati “salvati secondo
la Sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione ed il rinnovamento
dello Spirito Santo” hanno pur sempre la necessità di ricevere una costante
purificazione dei propri peccati.
La certezza del perdono. Il fatto che Gesù metta
l'accento sulla necessità del lavare solo i piedi, deve rassicurare tutti
coloro che sono costantemente in ansia per la loro salvezza, se hai
peccato, vai a Cristo con umiltà, e fatti lavare i piedi, ma attenzione questa
non è una licenza a peccare, la Parola di Dio afferma “se alcuno ha
peccato …”, è un condizionale, che dovrebbe essere considerato come una
rara eccezione nella vita del cristiano!
Seconda lezione: il nostro rapporto di comunione con il prossimo.
Riconciliazione, Gesù ha preso l'iniziativa, "se
il tuo fratello ha peccato contro di te vai…", e come andiamo: per lavare i piedi o per ottenere
giustizia? Per portare pace e cercare riconciliazione, come ha fatto Gesù
venendo verso noi peccatori o per castigare e per rivendicare i nostri diritti?
Ricordiamoci che Gesù ha preso l'iniziativa e Lui
non aveva alcun torto da farsi perdonare, non supponeva di essere nel giusto,
ma aveva perfettamente ragione.
Accoglienza. Per questo ancora una volta bisogna
rifarsi alle usanze del tempo, l'ospite che veniva accolto, riceveva questa
gentilezza, era accettato in casa. Noi come ci accogliamo, con gentilezza, con delicatezza,
con premura? E non sto parlano dell'ospitalità casalinga, ma di come accettiamo
chi è diverso da noi, chi non la pensa come noi.
Sottomissione e mansuetudine. Sappiamo stimare
l'altrui più di noi stessi, o pensiamo di essere migliori? Sappiamo essere
servi? Sappiamo umiliarci sotto la potente mano di Dio?
Viviamo il nostro rapporto con il prossimo secondo i
principi divini, così come ci vengono insegnati nella Parola di Dio.
Dare sollievo. Così come chi dopo avere camminato
trovava sollievo nell'essere accolto con una lavanda rinfrescante, anche noi
dobbiamo lavare i piedi agli scoraggiati, agli stanchi, dare sollievo,
consolare.
Disciplina. “lavare i piedi” può anche significare
disciplinare, esortare al bene per togliere la sporcizia, ma sia la disciplina
che l'esortazione non devono essere giudizio, critica, castigo, ma devono avere
lo scopo di prendersi cura del fratello, il non abbandonarlo perché si comporta
male e quindi diventa scomodo. Esortiamoci per l'edificazione incoraggiandoci a
perseverare per raggiungere insieme la meta.
Capite quel che vi ho fatto?
La domanda di Gesù non è retorica, ma tende piuttosto a
risvegliare le nostre coscienze, ci spinge a metterci in discussione, allontana
da noi la superficialità il credere che “tutto ci è dovuto”.
Innanzi tutto consideriamo chi è che ci ha “lavato i
piedi”, e che assume nei nostri confronti un atteggiamento di servo: è Gesù
Cristo il Signore, il Re dei re, il primo e l’ultimo, l’alfa e l’omega, la
Bibbia afferma che: “Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito
di ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei
cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati,
potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui,
Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.” Colossesi
1:15-17.
Consideriamo ora chi eravamo e chi siamo noi per meritarci
un simile trattamento? "E voi pure ha vivificati, voi ch'eravate morti
ne' vostri falli e ne' vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste
seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potestà
dell'aria, di quello spirito che opera al presente negli uomini ribelli; nel
numero dei quali noi tutti pure, immersi nelle nostre concupiscenze carnali,
siamo vissuti altra volta ubbidendo alle voglie della carne e dei pensieri, ed
eravamo per natura figliuoli d'ira, come gli altri. Ma Dio, che è ricco in
misericordia, per il grande amore del quale ci ha amati, anche quand'eravamo
morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo (egli è per grazia che siete stati
salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere ne' luoghi
celesti in Cristo Gesù." Efesini 2:1-6, e poiché la Bibbia afferma
con autorità che non vi è nessun giusto, tutti hanno peccato e sono privi della
gloria di Dio, quel capite è rivolto oggi a tutti noi. Sentiamo
il bisogno di questo continuo lavaggio di purificazione?
Siete beati se le fate!
Non basta sapere, conoscere, apprezzare l'insegnamento e
gli esempi, ma noi stessi dobbiamo ricercare la beatitudine del fare secondo
l’esempio di Cristo “… affinché conosciate per esperienza la buona
perfetta accettevole volontà di Dio”.
Il cammino del credente è fatto di esperienze pratiche,
l’Evangelo è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, ciò significa:
liberazione dalla condanna del peccato, e dalle sue conseguenze: “la morte
eterna”, ma anche la liberazione oggi, dai legami e dalle manifestazioni del
peccato, fra le quali possiamo sicuramente includere: invidia, ira, rancore,
risentimenti orgoglio, presunzione egoismo ecc…, sentimenti che producono
tutt’altro che beatitudine, ma la Parola di Dio ci invita alla mansuetudine,
all’umiltà, al prendere l’iniziativa per perdonare, per cercare la
riconciliazione, per “lavare i piedi al prossimo”, promettendo in tutto questo
la scoperta della felicità, “siete beati se le fate”.
La vita del credente, del discepolo di Cristo è una vita
vissuta nella fede che il Figliolo di Dio ci ha tanto amato che ha dato se
stesso per noi, ma è anche fede che ci chiama e ci sfida a rinunciare a noi
stessi, alla nostra vita, per prendere la croce, e seguire Gesù per morire ai
nostri desideri, alle nostre presunte ragioni, al nostro orgoglio, al nostro amor
proprio… Gesù lo descrive come “perdere la propria vita per amore suo”, ma è
anche la fede che ci permette di scoprire e sperimentare la vera vita, quella
nascosta in Cristo.
A chi devo lavare i piedi?
Certamente quest’attitudine di umiltà e disponibilità la
dobbiamo manifestare in ogni ambiente nel quale come figlioli di Dio ci
muoviamo, nella famiglia fra moglie e marito, figli e genitori, nella chiesa
tra fratelli senza distinzioni di rango, cultura e appartenenza,
sottomettendoci gli uni gli altri nel timore di Dio, ma anche sul posto di
lavoro nella vita sociale in genere verso tutti … e qui casca l’asino: Verso
tutti!? Diciamo che già di per se stesso è un servizio poco attraente, ma
sopportabile, se rivolto alle persone care, agli amici, a quelle amabili, dal
carattere disponibile, ma proprio verso tutti non mi sembra il caso… Quel
vicino così presuntuoso, quel collega così prepotente, quel fratello così
superbo… questo proprio no! Lui si dovrà umiliare per primo!
Consideriamo per un momento le persone alle quali Gesù ha
lavato i piedi quel giorno, erano tutti amabili, tutti amici, non vi era forse
anche un Giuda il traditore? E non ha comandato Gesù “fate come Io ha fatto”?
Noi spesso siamo propensi ad essere disponibili verso le persone concilianti,
ma altrettanto spesso non siamo disposti a lavare i piedi ai caratteri
difficili (chissà cosa pensano gli altri di noi?) non sappiamo umiliarci
davanti ai superbi per conquistarli a Cristo, non sappiamo servire imitando il
Maestro, anche quando non c’è nessun merito o premio da ricevere. Siamo
incapaci di subire qualche torto per amore di pace, non ci abbassiamo davanti
all’altro per “lavargli i piedi” per servirlo e per dargli ristoro, ma al
contrario molto spesso pretendiamo di essere capiti, perdonati, serviti e
onorati… ma nel Regno di Dio vi sono regole diverse: "tutto quello
che gli altri volete che vi facciano fatelo voi a loro", questa è
una delle leggi che regolano i rapporti di convivenza nel regno di Dio.
Conclusione
Dobbiamo ricordarci dell'umiliazione di Gesù, il quale
essendo ricco si è fatto povero per amore nostro, pur essendo Dio benedetto in
Eterno, è stato maledetto sulla croce al posto nostro, Lui che non aveva
peccato è stato fatto peccato per noi. Ricordare quel gesto d’amore unico e
perfetto, quella misericordia che sgorga dalle sue labbra “Padre perdona
loro perché non sanno quello che fanno” quella grazia abbondante che
viene dal suo "sangue del patto versato per molti per la remissione
dei peccati”.
Tutto questo ci aiuterà a riflettere sulle nostre
meschinità, sui nostri malumori inutili, le nostre assurde pretese di essere
migliori e più importanti degli altri, ci aiuterà a capire che Cristo pur
essendo il Signore, si è umiliato, ha perdonato, ha subito ogni sorta di
cattiveria e d’ingiustizia senza avere alcuna colpa, e lo ha fatto senza
mormorare, senza lamentarsi, e senza mettere in mostra la propria
“magnanimità”. Alla luce di tutto questo le nostre insoddisfazioni e le
critiche e i giudizi poco caritatevoli, le inutili parole, le espressioni
offensive, devono svanire per lasciare posto alla mansuetudine all’umiltà, alla
dolcezza ed alla vera carità, non dimentichiamoci che Gesù essendosi fatto
servo, umile ubbidiente fino alla morte, ha anche ricevuto il nome che è al
disopra di ogni altro nome.
Non è facile esortare al perdono e all'umiltà, se
chiedessi in questo momento: quanti sono disposti a fare un'offerta per le
missioni? Molti lo farebbero volentieri. Andiamo a predicare per le strade? Nascerebbe l'entusiasmo, tutti per le strade. Un appello per servire nella
chiesa: tutte le mani alzate. Ma un appello all'umiltà che ci chiama a
perdonare, senza far conto delle nostre presunte ragioni, un perdono
incondizionato, senza riserve né rivendicazioni, questo è difficile, non
suscita molti entusiasmi, eppure lo dobbiamo fare, e penso che se
ciascuno di noi guarda ora dentro se stesso, onestamente, sicuramente troverà
qualche cosa di cui deve chiedere perdono, alla moglie, al marito, ai figli ai
fratelli, alla sorella, quelle parole poco gentili, quei pensieri poco
edificanti, quei giudizi facili, le critiche, non dovremmo umiliarci e lavarci
i piedi gli uni e gli altri, riconoscere le nostre mancanze e perdonarci a
vicenda come Cristo a perdonato noi?
Se pensi che nessuno si offre per lavarti i piedi,
considera che Cristo nei tuoi confronti lo ha già fatto, e lo sta facendo, e
lo ha fatto per primo.
"Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso."
(Filippesi 2:3)
"Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso."
(Filippesi 2:3)
Liberamente adattato da internet
Le fede in Cristo è la filosofia di vita più pratica che l'uomo possa conoscere, ed è la dottrina più incisiva che l'uomo possa concepire, perchè richiama la coscienza di ciascin credente a mettere in pratica gli insegnamenti del maestro perfino a mettere in gioco se stessi ffinchè in ciò sia manifestata laglora di Dio...Romani 12,9-21 ci indica il senso della vita cristiana, la reale comunione fra chi crede e Cristo, emblema della potenza di Dio..."L'amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene. 10 Quanto all'amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all'onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente. 11 Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore; 12 siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, 13 provvedendo alle necessità dei santi, esercitando con premura l'ospitalità.
RispondiElimina14 Benedite quelli che vi perseguitano. Benedite e non maledite. 15 Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono. 16 Abbiate tra di voi un medesimo sentimento. Non aspirate alle cose alte, ma lasciatevi attrarre dalle umili. Non vi stimate saggi da voi stessi.17 Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. 18 Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. 19 Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. 20 Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo». 21 Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene."
Dio sia benedetto in eterno!!!!
Caro wids72, tutto nell'uomo è deparavazione, fin quando non interviene la Grazia di Dio a redimerlo e a cambiarlo, "Affinché nessuna carne si glori alla sua presenza. Ora grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, affinché, come sta scritto: «Chi si gloria, si glori nel Signore»."(1 Corinzi 1:29-31)...sia a Dio ogni gloria
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