Grazia sovrana e responsabilità dell'uomo | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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domenica 19 agosto 2012
Unknown

Grazia sovrana e responsabilità dell'uomo

elezione

Un sermone pronunciato il Sabato mattina del 1 Agosto 1858,
dal  Rev. C.H. Spurgeon 
Presso la  Music Hall, Royal Surrey Gardens


" E Isaia arditamente dice: «Io sono stato trovato da quelli che non mi cercavano, mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me».
Ma riguardo ad Israele dice: «Tutto il giorno ho steso le mani verso un popolo disubbidiente, e contestatore»"(Romani 10:20,21)

Indubbiamente queste parole si riferiscono primariamente alla rigetto dei Giudei e alla scelta dei Gentili. I Gentili erano quel popolo che non cercava il Signore e che viveva nell’idolatria; ma, nonostante ciò, l’Eterno Iddio si è compiaciuto, in questi ultimi tempi di indirizzare loro l’Evangelo della grazia; mentre gli Ebrei, che avevano a lungo goduto dei privilegi della Parola di Dio, a causa della loro disubbidienza e ribellione, sono stati respinti. Credo, in ogni modo, che sebbene sia questo il significato principale delle parole del nostro testo, vi sia pure, come anche Calvino afferma, la verità di un fatto universale. Cioè che Dio ha scelto coloro che non lo conoscevano e che lo ha fatto a causa della sovrabbondanza della sua grazia per manifestare la sua salvezza a uomini che erano lontani dal lui; mentre, al contrario, coloro che si perdono, dopo avere udito la Parola, sono condannati a causa della loro volontaria perseveranza nel peccato, perché il Signore ha “steso tutto il giorno le sue mani verso un popolo disubbidiente e contestatore”.
Il sistema della verità non è formato da una sola linea retta, ma da due. Nessuno avrà mai una corretta comprensione dell’Evangelo fintanto che, non sarà in grado di abbracciare con il suo sguardo, contemporaneamente, entrambe le linee. In un libro della Bibbia mi viene detto che “raccoglierò ciò che avrò seminato”; altrove, nella stessa Bibbia, mi si insegna che “non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre ma da Dio che fa misericordia”. Vedo chiaramente che Dio presiede ogni cosa con la sua provvidenza; eppure scorgo anche, e non posso non vederlo, che l’uomo agisce come gli piace e che Dio ha lasciato  le sue azioni alla sua propria volontà, in una misura molto ampia. Ma, se giungo ad affermare che l’uomo è tanto libero di agire in modo che Dio non presieda affatto sulle sue azioni, mi trovo a raggiungere il limite dell’Ateismo; diversamente, se dichiaro che Dio governa a tal punto tutte le cose in modo che l’uomo non ha alcuno spazio per essere responsabile delle proprie azioni giungo al limite dell’Antinomismo o del fatalismo. Che Dio predestina e che l’uomo sia responsabile  sono due cose che pochi riescono a vedere. Si crede che siano contraddittorie e incoerenti; ma non è così. E' solo colpa del nostro fragile giudizio. Due verità non possono contraddirsi tra loro. Pertanto, se leggo che ogni cosa è stata preordinata, questo è vero; e se trovo, da qualche altra parte, che l’uomo è responsabile di tutte le proprie azioni, anche questo è vero; è solo la mia follia che mi porta ad immaginare che due verità possano contraddirsi a vicenda. Non ritengo che queste due verità potranno mai saldarsi in una unica verità su alcuna incudine umana, ma solo nell’eternità: queste due linee sono parallele e, per quanto a lungo si potrebbe seguirle, non le si vedrà mai convergere, anche se, in effetti, in un punto convergeranno, ma questo punto è situato nell’eternità, presso il trono di Dio, da dove proviene ogni verità.
Questa mattina, sto per prendere in considerazione queste due verità. Nel verso 20 ci viene insegnata la dottrina della grazia sovrana: “Ma Isaia è molto ardito e afferma: «Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano; mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me». Al verso successivo abbiamo la dottrina della colpa dell’uomo che rifiuta l’invito divino. “Ma riguardo ad Israele afferma: «Tutto il giorno ho teso le mani verso un popolo disubbidiente e contestatore».

I. La Sovranità Divina

Chiunque sarà salvato lo sarà a causa della grazia divina, per la sola grazia di Dio. La ragione della salvezza di un essere umano non la si potrà trovare nella creatura ma esclusivamente in Dio. Noi non siamo salvati a causa di qualcosa che abbiamo potuto fare o volere; ma ciò che facciamo e vogliamo è conseguenza del disegno benevolo di Dio e conseguenza dell’opera della sua grazia nei nostri cuori. Nessun peccatore potrà mai anticipare Dio; nessuno potrà mai precederlo perché è sempre lui a prendere l’iniziativa riguardo alla salvezza. C’è lui prima delle nostre convinzioni, prima dei nostri desideri, prima dei nostri timori, prima delle nostre speranze. Quanto c’è di buono e quanto mai di buono ci sarà in noi, procede direttamente dalla grazia di Dio, ed è l’effetto di una causa Divina.
Adesso, nel parlarvi dell’atto di grazia, compiuto da parte di Dio, nella salvezza dell’uomo, prima di tutto voglio farvi osservare come sia del tutto immeritato. Potete vedere che le persone alle quali ci si riferisce nel testo che abbiamo letto non meritavano assolutamente la grazia di Dio. Essi lo hanno trovato, ma non lo avevano mai cercato; egli si è manifestato loro, ma essi non avevano mai chiesto di lui. Non c’è mai stato alcuno che sia stato salvato perché l’ha meritato. Chiedetelo a tutti i santi di Dio e vi diranno che la loro vita prima della conversione è stata spesa nelle passioni e nei desideri peccaminosi della carne; che nei giorni della loro ignoranza si sono ribellati contro Dio e che hanno abbandonato le sue vie; che quando venivano invitati a tornare a lui hanno disprezzato i suoi inviti e che anche quando venivano avvertiti dei pericoli, hanno gettato dietro le loro spalle quelle dolci esortazioni. Essi vi racconteranno come Dio li ha attirati a sé e che ciò non è stato per alcun merito che avessero prima della conversione, perché alcuni di loro, lungi dall’avere alcun merito, erano i peggiori tra i più vili. Essi erano sprofondati nel fango del peccato, non si vergognavano di compiere le cose delle quali noi proviamo orrore perfino nel parlarne; erano condottieri nel commettere il male, principi nei ranghi del nemico; eppure la grazia sovrana giunse fino a loro e vennero condotti a conoscere il Signore. Costoro vi diranno che ciò non avvenne a causa di alcuna loro buona disposizione perché, anche se adesso hanno la coscienza di possedere qualcosa di buono che è stata innestata in loro, sanno molto bene che nei giorni in cui vissero nella carne e nel peccato non possedevano alcuna qualità che non fosse piegata al servizio di Satana. Chiedete pure loro se pensano di essere stati scelti da Dio a causa del loro coraggio, vi risponderanno di no; seppure avevano del coraggio lo usavano per compiere il male. Domandate loro se sono stati scelti a causa dei loro talenti e vi risponderanno ancora di no; avevano dei talenti ma li impiegavano tutti per servire Satana; domandate loro se sono stati scelti perché erano più aperti o per la generosità della loro buona disposizione; vi risponderanno che perfino questi aspetti del loro carattere li spingevano ad immergersi di più negli abissi del peccato in modo da essere amici e colleghi dei peggiori tra gli uomini e pronti a bere lunghi sorsi ad ogni occasione di peccato che incontrassero sulla loro strada. Non c’era alcuna ragione per la quale Dio dovesse avere misericordia di loro, e ciò che adesso li meraviglia è il fatto che non sono stati recisi mentre vivevano nei loro peccati, che i loro nomi non sono stati cancellati dal libro della vita, e che non sono stati gettati nello stagno di fuoco e di zolfo dove la fiamma divora i malvagi. Ma alcuni hanno detto che Dio avrebbe scelto alcuni uomini perché avrebbe previsto che, dopo la sua scelta, questi si sarebbero comportati bene e che sarebbero stati meritevoli ed eccellenti. E allora andate ancora ad interrogare i santi del Signore. Vi diranno che anche dopo la loro conversione hanno compiuto cose sulle quali hanno dovuto piangere amaramente. Anche se si rallegrano del fatto che Dio ha iniziato in loro una buona opera, spesso si ritrovano a tremare, come se Dio non avesse fatto proprio nulla in loro. Vi diranno che, anche se hanno abbondanza di fede, pure vi sono momenti in cui si sentono sovrabbondanti di incredulità; che, anche se in certi momenti sono generosi nel compiere sante e buone opere, pure, a volte temono che perfino le loro opere migliori siano contaminate dal peccato. Il cristiano vi dirà che piange perfino sulle proprie lacrime, e che avverte la corruzione e il peccato perfino nei suoi migliori desideri; che deve pregare il Signore affinché lo perdoni perfino delle sue preghiere perché sa che le sue supplicazioni, spesso, sono mischiate con il peccato, e chiede sempre che le sue migliori offerte siano spruzzate con il sangue dell’espiazione perché non è mai riuscito a portare una sola offerta che non presentasse qualche macchia o difetto. Potrete chiedere al più onesto dei santi, a colui che, in mezzo alla gente si distingue e risplende come un angelo, e vi dirà che si vergogna di se stesso. “Si", vi dirà,  "voi potete anche lodarmi ma io non posso farlo, voi potete parlare bene di me, potete applaudirmi, ma se conosceste il mio cuore avreste sufficienti ragioni per considerarmi un peccatore salvato per grazia, che non ha nulla di cui vantarsi, che deve solo chinare il suo capo e confessare la propria iniquità dinanzi a Dio”. Per questa ragione la grazia è del tutto immeritata.
Inoltre, la grazia di Dio è sovrana. Con questa parola intendiamo dire che Dio possiede il pieno diritto di conferire la grazia a coloro che egli sceglie, e di ritenerla quando a lui piace. Non è obbligato a darla ad alcun uomo, e tanto meno a tutti gli uomini; e se decide di darla ad uno e non ad un altro, la sua risposta è: “Non mi è lecito di fare del mio ciò che voglio? Vedi tu di mal occhio che io sia buono? Io farò grazia a chi vorrò fare grazia”. Ebbene, voglio farvi notare la sovranità della grazia divina nel testo: “Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano; mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me”. Noi siamo portati a credere che, se proprio Dio voleva dare la sua grazia ad alcuno, egli sarebbe stato disposto a darla a chi lo avrebbe cercato con fervore. Noi siamo inclini a pensare che Dio, nell’alto dei cieli abbia detto: “Voglio fare grazia, ma lascerò gli uomini a se stessi, e quando avvertiranno il bisogno del mio favore e mi cercheranno diligentemente con tutto il loro cuore, giorno e notte, con lacrime, con promesse, con supplicazioni, allora io li benedirò, ma non prima di allora!”.  Ma, cari e amati, Dio non pronunciò mai un tale decreto. È vero che egli benedice coloro che gridano a lui, ma li benedice prima ancora che essi comincino a gridare, perché il loro grido non gli appartiene ma è Dio che lo ha messo nel loro cuore e sulle loro labbra; i loro desideri non sono cresciuti da soli, sono il frutto di quella buona semenza che Dio stesso ha sparso nei loro cuori. Dio salva gli uomini che non lo cercavano. O meraviglia delle meraviglie! È vera grazia quando Dio salva qualcuno che lo cerca; ma quanto maggiore sarà quando colui che è smarrito viene cercato! Osserviamo la parabola della pecora smarrita che ci è stata raccontata dal Signore Gesù Cristo. Vi sembra che egli l’abbia raccontata così? “Un pastore aveva cento pecore e una di esse si perse per la via. Egli tornò a casa e, dopo un po’ la pecora ritornò; quando la rivide la ricevette con gioia e disse ai suoi amici, rallegriamoci, perché la pecora che avevo perso è tornata a casa.” No, non è così! Nella parabola fu il pastore ad andare dietro alla pecora, la poveretta non sarebbe mai tornata a casa, piuttosto sarebbe andata sempre più lontano dall’ovile. Fu lui ad inseguirla; arrampicandosi su colline di difficoltà, attraversando vallate di scoraggiamento, il pastore seguì le sue tracce e la raggiunse; e poi non la fece camminare davanti a lui, non si fece seguire, ma se la pose sulle spalle e la riportò a casa cosicché non disse: “Questa pecora è tornata a casa”, ma: ho ritrovato la mia pecora che era perduta”. Non sono gli uomini a cercare Dio per primi, è lui che li cerca per primo; e se, tra noi oggi, c’è qualcuno che sta cercando Dio, voglio dirti che lo fai perché lui ti sta già cercando da molto tempo. Se desideri conoscerlo, sappi che questo desiderio era già nel suo cuore prima che fosse nel tuo, cosicché i tuoi buoni desideri e la tua ricerca fervente non sono le cause della tua salvezza, ma, piuttosto, gli effetti di una grazia che Dio ti ha già accordato. “Va bene", dirà qualcun altro, " io credo che anche se il Salvatore non pretende che ci sia da parte del peccatore questa ricerca continua e fervente, con lacrime e sospiri, almeno certamente vorrà che chiunque, prima di poter possedere la grazia, per lo meno, la richieda”. Infatti ci sembra del tutto naturale che Dio doni la grazia a coloro che gliela chiedono. Ma osservate, il testo dice che egli si è manifestato a “quelli che non chiedevano di lui”. Questo vale a dire che, prima ancora che noi chiediamo, Dio ci ha già dato la grazia. L’unica ragione per la quale qualunque uomo comincia a pregare è perché Dio ha già messo la Sua grazia nel suo cuore, ed è ciò che lo porta a pregare. Mi ricordo, che quando fui convertito a Dio, ero completamente Arminiano. Credevo di essere stato io a cominciare la buona opera da solo e, spesso, mi sedevo e pensavo: “Ho cercato il Signore per quattro anni prima che potessi riuscire a trovarlo”, e cominciavo già a farmi i complimenti perché avevo perseverato così a lungo in mezzo a tanti scoraggiamenti. Ma un giorno questo pensiero mi colpì: “Per quale ragione hai cercato il Signore?” e, immediatamente la risposta giunse al mio cuore: “Perché lui ti ha portato a farlo; è stato lui a mostrarti quanto avessi bisogno del suo perdono, altrimenti non lo avresti mai cercato; è stato lui a mostrarti la preziosità diCristo, altrimenti non l’avresti mai ritenuto degno di tale ricerca” e, in un solo istante, vidi chiaramente lo splendore delle dottrine della grazia. Dio deve iniziare l’opera. La natura non è mai in grado di elevarsi al di sopra di se stessa. Se mettete l’acqua in alto, in un grande serbatoio, sfruttando il principio dei “vasi comunicanti”, con una conduttura potrete portarla anche lontano, ma non più in alto del livello in cui si trova nel serbatoio, a meno che non intervenga qualche altra spinta. No, non è nella natura umana la capacità di cercare Dio. La natura umana è interamente corrotta e, pertanto, è necessaria la spinta straordinaria dello Spirito Santo perché possa essere condotta a chiedere la grazia. Ma, sappiatelo, noi non riusciamo a discernere nulla di tutto ciò mentre lo Spirito sta operando; lo impariamo e lo comprendiamo solamente dopo. Noi chiediamo come se fossimo solo noi a farlo. Il nostro compito è quello di cercare il Signore come se non ci fosse lo Spirito Santo. Ma, sebbene non sappiamo nulla di tutto ciò, deve esserci sempre una spinta precedente da parte dello Spirito nel nostro cuore prima che il nostro cuore si muova verso di lui.

Nessun peccatore può precederti
La tua grazia è sovrana, più ricca e più gratuita”

Lasciate che vi dia un’illustrazione di ciò. Guardate ad un uomo che siede sul suo cavallo, è circondato dai suoi soldati. Guardatelo quanto è orgoglioso mentre cavalca consapevole della propria dignità. “Signore, cosa avete in quella tasca? Cosa sono quelle carte che custodite con così gran cura?” “Oh, si tratta di documenti che mi danno l’autorità di distruggere la chiesa di Dio a Damasco. Ho già trascinato alcuni di loro nelle sinagoghe, uomini e donne; ne ho già battuti alcuni e li ho costretti a bestemmiare; adesso ho qui il mandato da parte del Sommo Sacerdote per portarli a Gerusalemme dove daremo loro la morte.” “Saulo! Saulo! Ma tu non ami Cristo?” Amarlo? No! Quando uccidevano Stefano io custodivo le vesti dei suoi aguzzini e me ne sono rallegrato. Avrei desiderato essere presente anche alla crocifissione del loro Maestro perché li odio di un odio perfetto e medito minacce e stragi contro di loro”. Che ne dite di quest’uomo? Se sarà salvato uno come lui, non credete che bisognerà attribuire le sua conversione alla sovranità di Dio? Guardate al povero Pilato, quante cose buone ci sono in questo governatore che ci farebbero ben sperare per lui. Avrebbe voluto salvare il Maestro, ma ebbe timore e tremò. Se fosse dipeso da noi, avremmo detto: “Signore, salva Pilato, egli non vuole uccidere Cristo, sta cercando di liberarlo; piuttosto uccidi Saulo il sanguinario, lui è proprio il peggiore dei peccatori.”, “No", risponde Dio, "Io faccio quel che mi pare con ciò che mi appartiene.”. I cieli si aprono, la gloria appare, più splendente del sole di mezzogiorno. Colpito da un tale bagliore Saulo cade a terra e ode una voce rivolta proprio a lui: “Saulo, Saulo perché mi perseguiti? Ti è duro ricalcitrare contro il pungolo” Egli si alza, Dio gli appare: “Ecco, io ti ho costituito come un vaso eletto per portare il mio nome davanti ai popoli.” Non è questa sovranità divina? Grazia sovrana senza alcuna ricerca da parte dell’uomo? Dio è stato trovato da coloro che non lo cercavano; si è manifestato a coloro che non chiedevano di lui. Alcuni obietteranno che quello è stato un miracolo: ebbene, lo è stato! E simili miracoli continuano a compiersi ogni giorno. Ho conosciuto un uomo che già da lungo tempo non frequentava più i culti; eppure una Domenica mattina, di ritorno dal mercato dove era andato a comprare un paio di anatre per il pranzo, passò davanti alla chiesa e la vide aperta. “Andiamo a vedere cosa stanno facendo qui dentro” pensò. Entrò e l’inno che si stava cantando attirò la sua attenzione; ascoltò il sermone, si dimenticò delle sue anatre, scoprì la condizione del suo cuore, tornò a casa, si gettò in ginocchio davanti a Dio e dopo poco tempo, il Signore si compiacque di dargli pace e gioia mediante la fede. Quell’uomo non aveva nulla in se stesso, niente che poteva portarci ad immaginare che sarebbe mai stato salvato, ma semplicemente perché Dio ha voluto così, egli è stato fermato dall’efficacia della grazia ed è rientrato in se stesso. Ciascuno di noi che è stato salvato da Dio è la migliore illustrazione di questo argomento. Fino ad oggi mi meraviglio ancora nel considerare il fatto che Dio abbia scelto proprio me. Non posso capire perché lo abbia fatto, e la mia unica risposta a questa domanda è: “Si, padre, perché così ti è piaciuto”.
Credo di avervi esposto abbastanza chiaramente la dottrina. Lasciate però che aggiunga ancora poche parole. Alcuni sono così impauriti da questa dottrina, essi dicono, “È vera, la condivido in gran parte, ma comunque non dovresti predicarla davanti a tante persone; è buona per confortare il popolo di Dio, ma bisogna essere cauti e non deve essere predicata pubblicamente.”. Se qualcuno dice così vorrei che discutesse la questione con il mio Maestro. Egli mi ha dato questo grande Libro per predicare e io non posso predicare nient’altro di ciò che trovo qui dentro. Se credete che egli vi abbia messo qualcosa che non sia adatto a salvare gli uomini, andate e reclamare contro di lui e non prendetevela con me. Io sono solamente un suo servo e se la commissione che mi ha affidato riceve il vostro biasimo, non ho nulla da farci. Se invio il mio servo in un certo luogo con un messaggio ed egli lo espone fedelmente, il servo non può essere biasimato. Prendetevela con me che l’ho mandato e non con lui. Per questa ragione vi dico: “prendetevela con il mio Maestro e non con me” perché l’unica cosa che sto facendo è: proclamare il suo messaggio. “Eh, no",  risponde qualcuno, "questa dottrina non si deve predicare”. E invece no! Si deve predicare. Ogni parola di Dio ci è stata data mediante l’ispirazione ed è utile a compiere qualche buon fine. Non lo dice forse la Bibbia? Lasciate che vi dica che la ragione per la quale molte delle nostre chiese si stanno degradando è proprio perché questa dottrina non viene predicata. Ovunque questa dottrina è stata insegnata si è sempre udito: “Abbasso il papato!” I primi riformatori credevano a questa dottrina e la predicavano. Ha detto bene un ministro della chiesa d’Inghilterra ad alcuni che inveivano contro di lui replicando: “Guardate al vostro Lutero. Non ritenete che sia proprio lui l’insegnante della chiesa d’Inghilterra? Ebbene, tutto ciò che Calvino e gli altri riformatori insegnarono lo potete trovare nel suo libro sul libero arbitrio.” Oltre a ciò possiamo fare riferimento ad una schiera di ministri che si sono succeduti e che giungono fino a noi. Parliamo così della successione apostolica! Colui che predica le dottrine della grazia è colui che segue veramente la successione apostolica. Possiamo ritrovare i nostri antenati in uomini del calibro di John Newton, di George Whitefield, di John Owen, di John Bunyan, per giungere fino a Giovanni Calvino, Martin Lutero e Ulrico Zwingli; e poi possiamo andare ancora più indietro fino a Girolamo Savonarola, Girolamo da Praga, Jan Huss per arrivare ad Agostino e da lì, il passo per giungere all’apostolo Paolo è veramente breve. Non ci vergogniamo della nostra discendenza; anche se adesso i Calvinisti vengono considerati eterodossi, siamo e rimarremo ortodossi. Questa è la vecchia dottrina. Andate a comprare qualcuno dei vecchi libri puritani e vedete se potete trovarvi l’Arminianesimo. Cercate in tutte le bancarelle dove si vendono libri usati e vedete se potete trovare anche uno di quei vecchi libri di formato in folio nei quali si possa trovare altro se non la dottrina della grazia gratuita di Dio. Mettete questa dottrina davanti alle menti e ai cuori degli uomini e vedrete dissiparsi i falsi insegnamenti della penitenza, della confessione; scomparirà l’abominio del pagamento delle indulgenze per ottenere il perdono dei peccati. Se la grazia è sovrana e gratuita e nelle mani di Dio, scompare la dottrina del sacerdozio gerarchico, si elimina il commercio delle cose sante che è simonia; tutto ciò se lo portano via i quattro venti del cielo e l’efficacia delle buone opere cade e va in frantumi come Dagon davanti all’arca del Signore. “Va bene", dice uno, "accetto questa dottrina; eppure sono veramente pochi quelli che la predicano e coloro che lo fanno spesso giungono ad essere estremisti”. Accetto la critica, ma vi assicuro che non mi importa se qualcuno mi definisce “estremista”. Conta poco come la gente ti chiami. Ammettiamo che qualcuno vi affibbi il prefisso di “Iper”, questo nomignolo vi può rendere malvagi? Supponiamo che qualcuno vi dica che siete Antinomiani, tale epiteto non vi renderebbe certamente tali. In ogni caso devo confessarvi che ci sono alcuni uomini che, predicando questa dottrina, stanno facendo diecimila volte più male che bene, e questo perchè lo fanno senza predicarla insieme alla seguente dottrina che sto per esporvi, e che è altrettanto vera. In pratica hanno questa dottrina come una vela per navigare ma non possiedono l’altra che è il motore per non schiantarsi. Predicano un aspetto ma non l'altro. Seguono l’aspetto superiore della questione ma dimenticano di predicare tutta la Parola di Dio. Tali uomini fanno una caricatura della Parola di Dio e, ingrandendone un particolare e rimpicciolendone un altro davanti agli occhi di chi li ascolta. Lasciate che vi dica che in certi circoli di Ultra-Calvinisti, coloro che insegnano che è dovere dell’uomo di pentirsi e credere vengono definiti, come me: “Calvinisti Bastardi”. Se sentite qualcuno dire una cosa del genere, replicate con garbo e rispetto e chiedete loro se abbiano mai letto le opere di Calvino nella loro vita. Con ciò non voglio intendere che mi preoccupo di ciò che Calvino abbia detto o non abbia detto; ma chiedete loro se hanno mai letto quelle opere; e se vi rispondono di no, come certamente dovranno dire perché si tratta di quarantotto grossi volumi, potete ben rispondere che colui che essi chiamano “un Calvinista Bastardo”, anche se non li ha letti per intero, ne ha letti buona parte e ne conosce lo spirito e sa che ciò che predica è quanto, nella sostanza, predicò anche Calvino; che tutto ciò che egli predica si può trovare nei commentari che Calvino fece su una parte della Scrittura o su qualche altra. Noi siamo calvinisti AUTENTICI, anche se Calvino non è nulla per noi. Gesù Cristo e lui crocifisso, e la vecchia e cara Bibbia sono i nostri punti di riferimento. Cari ed amati, prendiamo la Parola di Dio così come essa è. Se vi troviamo delle “alte dottrine”, andiamo in alto; se vi scorgiamo delle “basse dottrine” andiamo in basso. Non mettiamo nulla al di sopra della Bibbia, e nemmeno accanto ad essa.

II. La Responsabilità Umana

Ora passiamo al secondo punto.“Eccolo lì", dice un “amicone”, "adesso comincia a contraddirsi”. Eh no, caro amico, quello che sto per fare è contraddire te. “Ma riguardo ad Israele afferma: «Tutto il giorno ho teso le mani verso un popolo disubbidiente e contestatore». Ebbene, queste persone che Dio ha rigettato erano state corteggiate, cercate, supplicate per essere salvate; ma esse non lo hanno voluto e adesso, il fatto che non siano stati salvati è l’effetto della loro disobbedienza e della loro ribellione. Questo è sufficientemente chiaro dal nostro testo. Quando Dio mandò i profeti ad Israele e stese le sue mani verso di loro, perché lo fece? Perché voleva che venissero a lui! E perché? Per essere salvati! “No", risponde qualcun'altro,  "era solo per conferire loro delle grazie temporali e terrene”. No, non è così, cari amici, il verso che precede immediatamente quello citato si riferisce ai beni spirituali e questo riguarda le stesse cose. E allora, Dio era veramente sincero nel fare una tale offerta? Il Signore perdoni chiunque si permette di dire che non lo era! Dio è sempre sincero in tutto ciò che fa. Egli inviò i suoi profeti per supplicare il popolo Israele a cercare le cose spirituali, ma essi non lo vollero fare e, sebbene egli continuasse a stendere le sue mani per tutto il giorno, essi rimasero un popolo “disubbidiente e contestatore” che non volle avere il suo amore; così il loro sangue  ricade sulle loro teste.
Ora vorrei farvi notare il modo in cui Dio ci corteggia. Prima di tutto egli è il più affezionato corteggiatore del mondo. I peccatori perduti che odono il suono dell’Evangelo non si perdono a causa della mancanza dei più affettuosi inviti. Dio dice che ha steso le sue mani. E voi sapete cosa significa. Avete visto quel bambino che, essendo disubbidiente, non vuole andare tra le braccia del padre. Il padre, si protende, stende le sue mani e dice: “Vieni, figlio mio, vieni, sono pronto a perdonarti.”. Glielo dice con le lacrime agli occhi, le sue viscere si commuovono di compassione e ripete: “Vieni, vieni.”. Dio ci sta dicendo di aver fatto proprio questo: è lui che ha steso le mani.”.
Questo è quanto il Signore ha fatto con alcuni di voi. Voi che oggi non siete salvati siete inescusabili, perché Dio ha steso le sue mani verso di voi e ha detto: “Vieni, vieni.”.  A lungo vi siete seduti  ad ascoltare la voce piangente del vostro ministro, un gesto in cui confido. Il vostro pastore non si è dimenticato di pregare per la vostra anima in segreto e di piangere quando nessuno poteva vederlo. Ha fatto di tutto per persuadervi come  ambasciatore di Dio. Dio mi è testimone, spesse volte mi sono trovato su questo pulpito e non sarei stato più appassionato nel supplicare il Signore per me stesso di quanto ho supplicato per voi. Nel nome di Cristo ho pianto: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo." . Ho pianto su di voi come fece il Salvatore ed ho usato le sue parole per suo conto: “O Gerusalemme, Gerusalemme, quante volte avrei voluto raccogliere i tuoi figli come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le sue ali, ma voi non avete voluto.”. E voi sapete bene che spesse volte la vostra coscienza è stata toccata; spesso siete giunti a commuovervi fino a non potere resistere. Dio è stato così buono con voi; egli vi ha invitato così affettuosamente con la sua Parola, vi ha trattato così dolcemente con la sua provvidenza, le sue mani sono state stese ed avete udito la sua voce che vi diceva: “Venite a me, venite: venite adesso, discutiamo; anche se i vostri peccati fossero come scarlatto diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come la porpora diventeranno come la lana.”. Lo avete sentito gridare: “Chiunque ha sete venga a me e beva.”. Lo avete udito dire, con tutto l’affetto del cuore di un padre: “Lasci l’empio la sua via e l’uomo iniquo i suoi sentieri e si converta al Signore che avrà pietà di lui, al nostro Dio, perchè Egli perdona abbondantemente.” . Dio supplica gli uomini perchè siano salvati e, oggi, dice a ciascuno di voi “Ravvedetevi e convertitevi per la remissione dei vostri peccati. Volgetevi a me. Così dice il Signore degli eserciti; considerate la vostra condotta.”. E con  amore divino che vi corteggia,  come un padre corteggia il proprio figlio  stendendo le sue mani e gridando: “Vieni a me, vieni a me”. “No" dice un uomo dalla solida dottrina "Dio non ha mai invitato tutti gli uomini ad andare a lui, egli invita solamente alcuni.". Fermati, signore, per cortesia, questo è tutto ciò che sai su questo argomento. Hai mai letto quella parabola in cui si dice: “Ecco, i miei buoi e i miei animali ingrassati sono ammazzati; tutto è pronto, venite alle nozze.”. E quelli che erano invitati non vollero venire? E non hai mai letto che tutti cominciarono a presentare delle scuse e che poi vennero puniti perché non vollero accettare l’invito? Ora se l’invito fosse stato rivolto solo agli uomini che l’avrebbero accettato, come può essere vera questa parabola? Come potrebbe esprimere una verità? La verità è: i buoi e gli animali ingrassati sono uccisi, la festa nuziale è pronta, e la tromba suona: “Chiunque è assetato, venga e mangi, venga e beva.”.  Ecco qui ci sono le provviste, ce n’è a sufficienza per tutti, l’invito è gratuito; è un grande invito, senza alcun limite. “Chiunque vuole, venga e prenda l’acqua della vita, liberamente.”. E questo invito è espresso con parole dolci e tenere: “Vieni a me, figlio mio, vieni a me.”, “Tutto il giorno ho steso le mie mani”.
Notate ancora che questo invito è stato fatto di continuo. Le parole “tutto il giorno” potrebbero tradursi con “quotidianamente”, “Tutti i giorni ho steso le mie mani.”. Peccatore, Dio non ti ha chiamato una sola volta per venire, e poi ti ha lasciato solo, ma ogni giorno è  con te; ogni giorno la tua coscienza ti parla da parte sua, ogni giorno la sua provvidenza ti avverte, ogni Domenica la Parola di Dio ti attira. Oh, quanti di voi dovranno rendere conto di questo quando verranno chiamati alla sbarra del grande Dio! Ora non posso leggere nei vostri cuori ma so che ci sono alcuni di voi che avranno un terribile conto alla fine. Tutto il lungo giorno Dio ti ha corteggiato, dalla prima aurora della tua vita egli ti corteggiò attraverso tua madre che aveva l'abitudine di  unire le tue manine e ti insegnava a dire:

"Gentile Gesù, dolce e mite
Guarda a questo piccolo bambino,
abbi pietà per la mia semplicità
Permetti che venga a te."

E anche dopo, nella tua adolescenza, anche allora Dio stendeva le sue mani verso di te. Quante volte il tuo insegnante della Scuola Domenicale ha cercato di portarti al Tuo Salvatore. Quante volte il tuo giovane cuore si è commosso; eppure hai buttato via tutto, e non sei stato ancora toccato da ciò. Quante volte tua madre ti ha parlato e tuo padre ti ha avvertito; hai dimenticato la preghiera in quella camera da letto quando eri malato, quando tua madre  baciava la tua fronte in fiamme e si inginocchiava pregando Dio di rispiarmare la tua vita e poi aggiungeva anche questa preghiera: “Signore salva l’anima di mio figlio!”. E ti ricordi della Bibbia che ti donò quando andasti a fare il tuo apprendistato lontano da casa, e della preghiera che scrisse su quel foglio giallo sul frontale. Quando te la diede tu non lo sapevi, ma adesso puoi sapere quanto ardentemente desirò che tu potessi rinascere in Cristo Gesù; e come ti seguiva con le sue preghiere e quante volte supplicò Dio nelle preghiere per te. E non hai di certo dimenticato quante giornate hai trascorso nella casa di Dio e quante volte sei stato avvertito. Hai udito una quantità innumerevole di sermoni ti sono scivolati via; ogni anno hai udito almeno centoquattro sermoni, e forse anche di più, eppure sei ancora quello che eri prima.
Peccatori, ma udire dei sermoni è una cosa terribile se non sono benedetti per le nostre anime. Se Dio ha continuato a stendere le sue mani tutto il giorno ed ogni giorno, sarà terribile quando verrete giustamente condannati, non solo a causa delle vostre trasgressioni della legge divina ma per il vostro intenzionale rifiuto dell’Evangelo. È probabile che Dio continuerà a stendere le sue braccia verso di voi fino a quando i vostri capelli diverranno grigi, continuando ad invitarvi; e forse, anche fino a quando sarete vicini alla morte egli continuerà a dirvi: “Venite  a me, venite a me”. Ma se persisterete ad indurire il vostro cuore, se continuerete a rifiutare Cristo, vi prego che non pensiate nemmeno per un istante che rimarrete impuniti. Oh, io tremo quando penso a quella categoria di ministri che dicono ai peccatori che non sono colpevoli se non cercano il Salvatore. Come potranno essere giudicati innocenti nel grande giorno di Dio non lo so. È terribile che essi cullino quelle povere anime nel sonno,  dicendo loro che non è loro dovere di cercare Cristo e pentirsi, ma che possono fare ciò che vogliono e che, quando moriranno non saranno ritenuti più colpevoli per non aver ascoltato la Parola. Il mio Maestro non ha detto questo. Ricordate come Egli disse: “E tu, o Capernaum, sarai forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino nell’Ades. Perché se in Sodoma fossero state fatte le opere potenti compiute in te, essa sarebbe durata fino ad oggi. Perciò, vi dichiaro, nel giorno del giudizio la sorte del paese di Sodoma sarà più tollerabile della tua.” Gesù non parlò come fate voi quando si rivolse a Corazin e Betsaida; perché egli disse: “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché se in Tiro e Sidone fossero state fatte le opere potenti compiute tra di voi, già da molto tempo si sarebbero pentite, con cilicio e cenere. Perciò vi dichiaro che nel giorno del giudizio la sorte di Tiro e di Sidone sarà più tollerabile della vostra.” Non è stato neanche il modo in cui Paolo predicava. Egli non diceva ai peccatori che non avevano colpa se disprezzavano la croce. Ascoltate le parole dell’apostolo ancora un volta: “Infatti, se la parola pronunziata per mezzo di angeli si dimostrò ferma, e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata prima annunziata dal Signore, ci è stata confermata da quelli che lo avevano udito.”. Peccatore, nel grande giorno del giudizio di Dio tu dovrai rendere conto di ogni avvertimento che hai ricevuto, di tutte le volte che hai letto la Bibbia, e, anche, per tutte le volte che hai trascurato di leggerla, per tutte le giornate in cui la le porte della chiesa erano aperte e tu hai preferito non avvalerti della possibilità di udire la Parola predicata, e di tutte le volte che, dopo averla udita, non l’hai messa in pratica. Si, voi che siete ascoltatori incuranti e disattenti non state facendo altro che raccogliere la legna con la quale sarete arsi per l’eternità. Voi che udite e subito dimenticate, voi che ascoltate con leggerezza, state scavando una fossa nella quale verrete rigettati. Ricordate, nessuno sarà responsabile della vostra dannazione quanto voi stessi, l'ultimo grande Giorno. Dio non sarà responsabile della vostra dannazione: "Come è vero che io vivo, dice il Signore", e questo è un grande giuramento, "io non mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio si converta dalla sua via e viva.". Dio ha fatto tanto per voi, vi ha mandato il Suo Evangelo. Non siete nati in una terra pagana; egli vi ha dato il Libro dei libri, Egli vi ha dato una coscienza illuminata, e se perite udendo questi appelli morirete in un modo terribile e spaventoso, peggiore di qualunque altro modo.
Questa dottrina è tanto Parola di Dio quanta l’altra. Se mi chiedi di riconciliarle ti rispondo che non voglio che si riconcilino. Non ho mai provato a riconciliarle per me stesso, perché non ho mai veduto alcuna discrepanza tra di esse. Se provi a cavillare con me ponendomi cinquanta o sessanta domande, non proverò nemmeno a risponderti. Entrambe le dottrine sono vere; nessuna delle due verità è in contrasto con l’altra e tutto ciò che devi fare è credere ad entrambe. Con la prima i santi hanno molto a che  fare. Lasciate che lodino la grazia di Dio gratuita e sovrana e benedicano il Suo nome. Con la seconda sono i peccatori ad averci molto a che fare. O peccatore, umiliati sotto la potente mano di Dio; pensa a quante volte ti ha mostrato il suo amore, facendoti l'offerta di andare a Lui,  a tutte le volte che hai disprezzato la sua Parola e rifiutato la sua misericordia, e a tutte le volte che hai chiuso le tue orecchie ad ogni invito e ti sei ribellato all’Iddio d’amore violando i comandamenti di colui che ti ha amato.
E ora come concluderò? La mia prima esortazione è per i cristiani. Miei cari amici, vi supplico di non legarvi ad alcun sistema di fede se non a quello della Parola di Dio. La Bibbia e solo la Bibbia è la religione dei Protestanti. Io sono il successore del grande e venerato Dr. Gill, la cui teologia è quasi universalmente accettata tra le chiese Calviniste più forti; ma, anche se rispetto la sua memoria, ed accetto i suoi insegnamenti, eppure  lui non è il mio Rabbi. Tutto ciò che trovate nella Parola di Dio è per voi da credere e da ricevere. Non abbiate mai paura di una dottrina e, soprattutto, non abbiate mai paura di un nome. Qualche giorno fa qualcuno mi ha detto di credere che la verità si trova da qualche parte tra i due estremi. Egli lo diceva con buone intenzioni, ma ritengo che sbagliasse. Io non credo che la verità si trovi da qualche parte tra i due estremi, ma in entrambi. Credo che più in alto  un uomo va meglio è, quando si predica la dottrina della grazia. La ragione per cui un uomo viene salvato è la grazia, la grazia, la grazia, e si può andare in alto come più ci piace in questo. Ma quando si arriva ala questione del perchè gli uomini saranno condannati, allora gli Arminiani sono molto più precisi degli Antinomiani. Non mi importa di qualsiasi denominazione o parte, io sono in alto quanto Huntingdon sulla dottrina della salvezza, ma interrogatemi sulla dannazione, ed otterrete una risposta molto diversa dalla sua. Per grazia di Dio non cerco applausi da nessuno, io predico la Bibbia così come la trovo. Dove si sbaglia è quando il Calvinista inizia a spiegare a modo suo la questione della dannazione degli uomini, ed interferisce con la giustizia di Dio; o quando l'Arminiano nega la dottrina della grazia.
La mia seconda esortazione è per i peccatori. Supplico ciascuno di voi che sono ancora empi ed inconvertiti affinché questa mattina si spoglino di ogni forma di giustificazione con la quale il diavolo vorrebbe farvi spiegare la ragione della vostra impenitenza. Ricordate che tutta la conoscenza del mondo non potrà scusarvi della vostra inimicizia verso Dio e delle vostre opere malvagie. Quando vi supplichiamo di essere riconciliati con Dio è perché sappiamo che non starete bene da nessuna parte fino a quando non sarete riconciliati con lui. Dio vi ha creati:   potrete mai essere giusti fino a quando continuerete a disubbidirgli? Dio vi nutre tutti i giorni: può essere giusto che si debba ancora vivere nella disobbedienza verso di lui? Ricordate: quando i cieli saranno un tripudio quando Cristo verrà per giudicare la Terra con giustizia e il suo popolo con equità, non ci sarà nessuna scusa che si potrà dare e che sarà valida  nell'ultimo grande giorno. Se proverete a dire: “Signore non ho mai udito la tua Parola”, vi risponderà che l’avete udita e in un modo sufficientemente chiaro. “Ma Signore, ho avuto una volontà malvagia.”,  “Secondo le tue parole sei condannato; hai avuto una volontà malvagia e per essa sarai condannato. Questa è la condanna, che la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvagie.”.  “Ma, Signore - qualcuno dirà, io non ero predestinato.”,  “Che cosa c’entra questo? Tu hai agito secondo la tua volontà quando ti sei ribellato a me. Tu non sei voluto venire a me e adesso io ti distruggerò per sempre. Tu hai infranto la mia legge e sul tuo capo ricade tutta la tua colpa.” Se un peccatore dicesse in quel grande giorno: “Signore, comunque non potevo essere salvato;” i suoi tormenti all’inferno sarebbero alleggeriti da quel pensiero, ma questa sarebbe comunque la lama della spada e il bruciore del fuoco: “Voi avete conosciuto qual era il vostro dovere e non l'avete fatto; avete calpestato tutto ciò che era santo; avete trascurato il Salvatore e come potevate scampare se avete trascurato una così grande salvezza?”
Adesso, per quanto mi riguarda, alcuni di voi possono andar via da questo luogo dicendo che nella prima parte del sermone sono stato un Antinomiano e nella seconda un Arminiano. non importa. Vi chiedo di investigare la Bibbia per conto vostro. Alla legge, alla testimonianza; se il mio parlare non è conforme a questa Parola, allora non ho alcuna luce. Sono disposto ad essere messo alla prova. Non cabbiate nulla a che fare con me  se io non innalzo Cristo e il suo insegnamento. Dove mi sono allontanato dalla verità, buttate  via le mie parole. Ma se quello che  ho detto è l’insegnamento di Dio, allora vi  scongiuro, con l’autorità di colui che mi ha mandato, riflettete su queste cose e andate verso il Signore con tutto il vostro cuore.


firma



(originale: http://www.spurgeon.org/sermons/0207.htm)

Traduzione  a cura di:  Consapevoli nella Parola 



 

"Date gloria all'Eterno, il vostro DIO prima che faccia venire le tenebre e prima che i vostri piedi inciampino sui monti avvolti nel crepuscolo, perché mentre voi aspettate la luce, egli la cambi in ombra di morte e la trasformi in densa oscurità." 
(Geremia 13:16)
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