Libero arbitrio – Una schiavitù | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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mercoledì 8 agosto 2012
Unknown

Libero arbitrio – Una schiavitù

Gesù


Un sermone pronunciato sabato mattina, 2 dicembre 1855,  
dal REV . C. H. Spurgeon
A
New Park Street Chapel, Southwark

Ma voi non volete venire a me per avere la vita.”(Giovanni 5:40)

Questo versetto é una delle grandi armi d'attacco degli Arminiani, un cannone che essi montano sulla cima delle loro mura, e che spesso viene usato per sparare bordate contro quei poveri cristiani chiamati Calvinisti.
Questa mattina desidero rendere inservibile quel cannone, o meglio cercherò invece di puntarlo su loro stessi perché non era loro, esso non fu mai forgiato nella loro fonderia, ma aveva lo scopo di insegnare a tutti una dottrina esattamente opposta a quella che asseriscono.
Di solito, quando questo versetto viene spiegato, le interpretazioni sono:
  • Primo, che l'uomo ha una volontà;
  • Secondo, che egli è completamente libero;
  • Terzo, che le persone devono essere disposte a venire a Cristo, altrimenti non saranno salvate.
Ora noi non ci baseremo su tali interpretazioni, ma cercheremo di dare al testo uno sguardo più ampio, e non perché vi troviamo parole come “volete” o “non volete” ci mettiamo in testa la conclusione che insegna la dottrina del libero arbitrio. E 'già stato dimostrato oltre ogni controversia che il libero arbitrio è un'assurdità.
La libertà non può stare con la volontà cosi come la ponderabilità non può appartenere all'elettricità. Sono cose completamente diverse. Il libero arbitrio si può credere, ma il libero arbitrio è semplicemente ridicolo. La volontà è ben conosciuta da tutti di essere diretta dalla comprensione, di essere mossa da motivazioni, di essere guidata da altre parti dell'anima, e per essere una cosa secondaria. La filosofia e la religione rigettarono immediatamente entrambe il concetto di libero arbitrio; e voglio andare più lontano come Martin Lutero, in quella sua forte dichiarazione che afferma: "Se si attribuisce il merito della salvezza, anche minimo, al libero arbitrio di qualsiasi uomo, non si sa nulla della grazia, e non si conosce Gesù Cristo". Tale affermazione può sembrare dura, ma chi crede nel suo cuore che l'uomo, di sua propria volontà può essere in grado di ritornare a Dio, non può avere il pensiero di Dio, poiché uno dei primi insegnamenti che Dio dà quando Egli inizia con noi, è che noi non abbiamo né volontà, né potenza di salvarci; ma che Egli le dà entrambe, che Egli è “l'Alfa el'Omega” per la salvezza degli uomini.

Questa mattina, i quattro punti sui quali mi soffermerò saranno i seguenti:
Primo, che ogni uomo è morto, perché é scritto: "Voi non volete venire a me per avere la vita".
Secondo, che c’è vita in Gesù Cristo, infatti  "Voi non volete venire a me per avere la vita" impica che c'è vita in Lui.
Terzo, che c'è vita in Gesù Cristo per coloro che vanno a Lui per riceverla". Infatti "Voi non volete venire a me per avere la vita", implica anche che tutti coloro che vanno a Lui avranno vita.
Quarto, il nocciolo della questione sta proprio qui, nessun uomo per sua natura vuole andare a Cristo, poiché il testo dice: "Voi non volete venire a me per avere vita". Quindi lungi dall'asserire che gli uomini, di loro propria volontà, possano fare una cosa simile, Egli con coraggio decisamente lo nega, dicendo: "VOI NON VOLETE VENIRE A ME PER AVERE LA VITA". Perciò diletti, sono sul punto di affermare: "Non hanno nessuna conoscenza quei sostenitori del libero arbitrio che osano schierarsi contro l'ispirazione? Non hanno intelletto quelli che negano la dottrina della grazia? Si sono forse allontanati da Dio, per torcere il sano insegnamento cercando di provare il libero arbitrio, mentre il testo dichiara chiaramente: "voi non volete venire a me per avere vita."".

I. Gli uomini per natura sono morti

Nessun essere umano ha bisogno di vita se egli ha già vita in se stesso. Il testo parla molto duramente quando afferma: "Voi non volete venire a me per avere la vita". Anche se dunque non a parole ma a fatti, ci viene detto che gli uomini necessitano di una vita migliore da quella che hanno. Cari ascoltatori, siamo tutti morti, a meno che non siamo rinati ad una speranza viva.

Siamo tutti noi, per natura, legalmente morti. "Nel giorno che tu ne mangerai, tu sarai morto", disse Dio ad Adamo, e anche se Adamo non è morto in quel momento, naturalmente, è morto legalmente, come a dire che la morte è stata registrata contro di lui. Come accade, all'Old Bailey, quando il giudice mette il cappuccio nero, non appena, pronuncia la sentenza, l'uomo è riconosciuto di essere morto secondo la legge. Anche se forse può passare un mese prima che sia portato sul palco per subire la sentenza della legge, la legge lo considera come un uomo morto. Per lui è impossibile comprare o vendere, ereditare o trasmettere la sua volontà per testamento; egli è solo un uomo morto e nulla più. Lo Stato lo considera tale. Rinchiuso nella sua cella, egli é condannato ed é morto.
Ah! E voi, empi peccatori, che non avete mai avuto vita in Cristo, che questa mattina siete qui vivi per dilazione, ma non sapete di essere legalmente morti e che Dio vi considera come tali; che nel giorno in cui vostro padre Adamo toccò il frutto, è quando anche voi stessi peccaste, e Dio, l'Eterno Giudice, si mise il cappuccio nero e vi condanno? Adesso voi parlate disinvoltamente della vostra onesta reputazione, della vostra bontà e moralità. Dove trovate scritte queste cose? La Scrittura dice invece che voi siete già condannati. Non dovete dunque aspettare un'altra condanna nel giorno del giudizio; esso sarà il giorno dell'esecuzione della sentenza; “voi siete già condannati". Nel momento in cui avete peccato i vostri nomi sono stati scritti nel libro del giudizio; ognuno di noi viene giudicato da Dio condannato a morire, a meno ché egli non trovi un sostituto nella persona di Cristo, per i suoi peccati.
Cosa pensereste se doveste andare all'Old Bailey a vedere il condannato colpevole seduto nella sua cella ridere felice?
Ah! Com’è insensato l'uomo del mondo che, mentre la sentenza viene pronunciata contro di lui, vive nella felicità e nella gioia! Pensate forse che la sentenza di Dio sia senza efficacia? Pensate che il vostro peccato, scritto con uno stilo di ferro sulla roccia e per sempre, non produca in voi nessun orrore? Dio ha detto che sei già condannato. Se volessi sentire questo dentro di te, non dovresti far altro che rimescolare nella tua tazza le dolci amarezze della vita; le tue danze allora dovrebbero fermarsi, le tue risate sarebbero mutate in singhiozzi, solo se volessi rammentarti che, così tale quale sei, sei già condannato. Dovremmo tutti piangere se ponessimo questo pensiero nelle nostre anime, la sentenza di morte é già stata pronunciata contro di noi, e cosi siamo considerati morti agli occhi di Dio, come esseri già gettati nell'inferno; noi che siamo qui, siamo condannati dal peccato, e sebbene non soffriamo ancora la pena prevista, essa é stata scritta contro di noi e quindi siamo legalmente morti, e non possiamo avere vita a meno che non troviamo vita legale nella persona di Cristo, di cui parleremo fra poco.

Non solo siamo legalmente morti, ma lo siamo anche spiritualmente. Perché la sentenza scritta sul libro si è trasferita sul cuore, è entrata nella coscienza e attualmente opera nell'anima, nell'intelletto, nell'immaginazione ed in ogni cosa. "Nel giorno che ne mangerai per certo morrai", ciò non fu adempiuto soltanto al momento della sentenza, ma anche da qualcosa che avvenne in Adamo. Proprio come quando ad un certo momento questo corpo morirà e il sangue si fermerà, e le pulsazioni e il respiro dei polmoni cesseranno, cosi quando Adamo mangiò quel frutto, l'anima sua morì; la sua immaginazione perse la potenza per comprendere le cose spirituali e così vedere il cielo; la sua volontà perse la potenza di scegliere sempre ciò che è buono; il suo giudizio perse tutta la capacità di giudicare con decisione ed infallibilità fra il giusto e l'errato, e anche se qualcosa fu serbata nella coscienza, la sua memoria venne inquinata, soggetta a ritenere le cose cattive e a dimenticare quelle buone; ogni potenza cessò come pure la sua vitalità morale. La bontà, che era la vitalità della sua potenza scomparve. La virtù, la santità e l'integrità, queste cose erano la vita dell'uomo, ma quando queste scomparvero, l'uomo dunque mori!
Adesso, ogni uomo, per quanto concerne le cose spirituali, è spiritualmente morto, "morto nei falli e nei peccati".
L'anima non è meno morta del cadavere dell'uomo naturale che si trova nella tomba; egli è semplicemente morto. Infatti Paolo, quando afferma che "Egli ci ha vivificati, voi che eravate morti nei falli e nei peccati", non parlava certo in senso metaforico.
Diletti ascoltatori, ancora una volta, vorrei poter predicare ai vostri cuori su questo argomento. Era già abbastanza brutto quando ho descritto la morte e come sia stata registrata, ma ora io parlerò di essa e di come ha realmente avuto luogo nei vostri cuori. Voi non siete ciò che voi una volta eravate, voi non siete quello che eravate in Adamo, non ciò che siete stati creati. L'uomo è stato fatto puro e santo. Voi non siete le creature perfette che alcuni si vantano di essere, voi siete del tutto caduti, voi siete andati fuori strada, voi siete diventati corrotti e sporchi. Oh! Non ascoltate la voce suadente di coloro che parlano della vostra dignità morale nonché della vostra grande preparazione in vista della salvezza. No non siete perfetti; quella grande parola "Rovina" é scritta nei vostri cuori e la morte é incisa nel vostro spirito. Non concepire affatto, o uomo morale, che sarai capace di stare in piedi davanti a Dio con la tua moralità, perché legalmente non sei altro che una carcassa imbalsamata e un cadavere vestito forse di belle vesti, ma corrotto al cospetto di Dio. Non pensare che il fatto di essere religioso sia una qualifica per renderti gradito al cospetto di Dio. Perchè uomo tu sei morto! Potresti abbigliare la morte gloriosamente come più ti piace, ma, pur sempre, non sarebbe altro che un mero inganno.
Vai dove giace Cleopatra, mettile una corona sulla testa, vestila di abiti regali e ponila seduta sul trono, ma ciò che ti attraversa quando passi vicino a lei è solo un brivido freddo. Ella è bella anche se morta, ma come é orribile stare accanto ad una regina morta, celebrata una volta per la sua maestosa bellezza e finezza! Nello stesso modo tu puoi essere grande nella tua bellezza e finezza, essere pieno di amore e gratitudine, puoi mettere una corona d'onestà sul tuo capo, ed indossare gli abiti della giustizia, ma, a meno che Dio non ti abbia cambiato, o uomo, fino a che lo Spirito non avrà avuto comunione con la tua anima, agli occhi di Dio sei così sgradito come un cadavere seduto sul tavolo, né Dio può amarti così come sei presentato al Suo cospetto. Egli é in collera con te ogni giorno, perché tu vivi nel peccato e nella morte. Oh! credilo questo, prendilo per la tua anima, appropriatene, perché è più che vero che tu sei morto, spiritualmente e legalmente.
 
Il terzo tipo di morte è il compimento degli altri due:la morte eterna. Essa non è altro che l'esecuzione della sentenza legale, è la consumazione della morte spirituale.
La morte eterna é la morte dell’anima; essa ha luogo dopo che il corpo é stato deposto nella tomba, cioè dopo che l'anima si è allontanata dal corpo. Se la morte legale é terribile, ciò é a causa delle sue conseguenze, e se la morte spirituale é spaventevole, ciò é a causa di quel che verrà. I due tipi di morte di cui abbiamo parlato sono le radici mentre la morte che ha da venire è il fiore. Oh! Potessi avere parole sufficienti, questa mattina, per tentare di descrivervi ciò che è la morte eterna. Immaginate l'anima davanti al suo Fattore; il libro é aperto, la sentenza pronunciata: "Via da me maledetto",  si è scosso l'universo rendendo pallide le sfere per l'aggrottare delle ciglia del Creatore. L'anima è sprofondata negli abissi dove deve dimorare con le altre per la morte eterna.
Oh! Quanto è terribile la sua posizione adesso. Il suo letto è un letto di fiamma; quei luoghi micidiali che vede tormentano l'anima sua. I soli suoni che sente sono grida, gemiti, lamenti e pianti; tutto ciò che il suo corpo conosce è l'inflizione di un dolore miserabile! Un dolore indicibile di assoluta miseria. L'anima alza lo sguardo, ma la speranza è estinta, non c'è più. L'anima guarda in basso nel terrore e nella paura; scruta a destra e i muri adamantini del destino la tengono stretta entro i limiti della tortura. Volge lo sguardo a sinistra e un fuoco ardente circonda di fiamme la scala per impedire ogni sogno di fuga. Si guarda intorno in cerca di consolazione lì, ma un verme rodente le è entrato dentro. Appare evidente che, non ha amici per aiutarla, non ha consolatori, ma solo carnefici in abbondanza. Non ha nessuna speranza di essere liberata; ha sentito l'eterna chiave del destino girare terribilmente e ha visto Dio prendere quella chiave e lanciarla negli abissi dell'eternità dove non sarà mai più trovata. Non ha nessuna speranza. Non conosce modi di fuga o di liberazione. Anela solo la morte, ma essa le è più che nemico, desidera ardentemente che la mancata esistenza lo possa ingoiare, perchè questa morte eterna è peggio dell'annientamento. Anela il riposo, come il lavoratore il suo Sabato; brama scomparire nel nulla come il galeotto in cerca di libertà ma non può: é eternamente morta.
Quando l'eternità avrà percorso miriadi dei suoi cicli eterni, essa sarà ancora morta. Ciò che è eterno non conosce fine; l'eternità può spiegarsi solo con l'eternità. Quindi l'anima vedrà scritto sul suo capo: "Tu sei dannato per sempre"! Ascolta urla che saranno perpetue, vede fiamme inestinguibili, conosce pene non lenite, e sente una sentenza che non tuona come i tuoni di questa terra che presto si tacciono, ma con tuoni sempre più forti, facendo risuonare i suoi echi per l'eternità, per tuonare per migliaia di anni quel terribile suono, quella voce terribile: "Dipartiti. Dipartiti da me maledetto!". Questa é la vera morte eterna.


II. In Gesù Cristo c'è la vita

Solo in Cristo c'è vita, poiché Egli dice "non volete venire a me per avere la vita". In Dio Padre non c'è vita per un peccatore; né in Dio Spinto Santo c'è vita per un peccatore separato da Cristo. La vita per un peccatore si trova solo in Cristo. Se tu vai al Padre senza il Figlio, sebbene Egli ami i suoi eletti ed abbia decretato che essi dovranno vivere, la vita si trova solo nel Figlio. Non osiamo né possiamo rivolgerci al Padre né allo Spirito per avere la vita spirituale. La prima cosa che ci viene comandata di fare allorché Dio ci conduce fuori dall'Egitto é di mangiare la Pasqua. Il primo mezzo per cui otteniamo vita è il mangiare la carne e il sangue del Figlio di Dio; vivendo in Lui, confidando in Lui, credendo nella Sua grazia e potenza. Il nostro pensiero è: c’è vita in Cristo. Mostrerò adesso che ci sono tre tipi di vita in Cristo, come abbiamo parlato prima di tre tipi di morte.

In primo luogo, in Cristo c'è la vita legale. Come ogni uomo per natura in Adamo, aveva avuto una sentenza di condanna, proprio dal momento del peccato di Adamo, cioè a partire dalla sua prima trasgressione, così io, se sono un credente, e tu, se credi in Cristo, abbiamo avuto una sentenza legale di assoluzione mediante quello che Gesù ha fatto. Oh, peccatore condannato! Tu potresti sedere questa mattina come un prigioniero condannato a morte, ma prima che questo giorno tramonti potresti essere liberato dalla colpa ed essere come gli angeli del cielo.
In Cristo c'è la vita legale; sia ringraziato Dio! Alcuni di noi si rallegrano già. Sappiamo anche che non possiamo più essere puniti poiché Cristo soffrì in nostra vece. La Pasqua é stata immolata per noi; l'architrave e gli stipiti sono stati spruzzati e l'angelo distruttore non può più toccarci. Non c'è più inferno per noi, sebbene esso divampi con fiamme crudeli. Anche se Tofet é da tempo preparato, con i suoi mucchi di fiamme e tutto fumante, non potremo più trovarci là. Cristo morì al nostro posto. Che accadrebbe se ci trovassimo sulle ruote di orribili torture? Oppure davanti ad una sentenza da orribili echi di suoni tonanti? No, adesso nessuna ruota di tortura, né tuoni, né prigioni sono più per noi. In Cristo Gesù veniamo liberati: "Non c'è dunque, nessuna condanna per noi adesso che siamo in Cristo Gesù, che camminiamo non secondo la carne, ma per lo Spirito".
Peccatore! Sei questa mattina legalmente condannato? Ti senti male? Allora permettimi di dirti che la fede in Cristo ti darà la conoscenza della tua legale assoluzione.
Diletti, non è fantasia, la nostra condanna in conseguenza dei peccati è realtà. Ma un uomo condannato ad essere impiccato, se riceve un pieno perdono sentirà una grande gioia in una grande realtà. Dirà: "Ho ricevuto un perdono completo e perciò ora nessuno mi potrà più toccare". Questo è come mi sento io:
  
    "Ora, liberato dal peccato io cammino nella sua via,
Il sangue del Salvatore è l' estinzione del mio debito completo,
Ai piedi del Suo caro contenuto io giaccio,
Un peccatore salvato, che rende omaggio. "
 
Fratelli, abbiamo ottenuto vita legale in Cristo, e tale vita non la possiamo perdere. La sentenza pronunciata contro di noi, è stata annullata.
Sta scritto: “Non c'è più ora nessuna condanna” e quel “ora” sarà sempre attuale per me, sia tra 50 anni,  così come lo è adesso. In qualunque tempo vivremo, rimarrà sempre scritto: “Non c'è più ora nessuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù".

In secondo luogo, dunque, in Cristo Gesù c'è vita spirituale. Siccome l'uomo è spiritualmente morto, Dio ha per lui una vita spirituale, poiché non c'è bisogno alcuno che Gesù non possa soddisfare, né vuoto nel cuore che Cristo non possa riempire, né desolazione che Egli non possa far fiorire come una rosa. O voi peccatori morti! Voi, spiritualmente morti;  in Cristo Gesù c'è vita, perché lo abbiamo provato, si! Questi occhi hanno visto dei morti rivivere; abbiamo visto uomini i cui pensieri e scopi erano carnali, diretti da potenti passioni e voglie, improvvisamente, per un'irresistibile potenza dal cielo, consacrarsi a Cristo e diventare così figli di Dio. Si, sappiamo che in Cristo Gesù c'è vita spirituale; si, ed anche in noi stessi, nelle nostre persone, abbiamo sentito che c'è vita spirituale. Possiamo ricordare quando eravamo seduti in un luogo di preghiera, cosi freddi e cosi morti come i banchi dove sedevamo. Abbiamo ascoltato per un po' la voce del Vangelo, ma non accadde nulla fino a quando, improvvisamente, come se i nostri orecchi fossero stati aperti dalle dita di qualche angelo potente; una voce entrò nel cuore. Credemmo di sentire Gesù che diceva: "Chi ha orecchio per udire, oda". Una mano irresistibile si posò sul nostro cuore e da esso uscì una preghiera. Mai più abbiamo rivolto a Dio una preghiera del genere: "O Dio! Abbi pietà di me peccatore". Qualcuno di noi si sentì per mesi e mesi pressato da una mano, come se fossimo stati in una morsa e le nostre anime sanguinanti gocce di tormento.
Quella miseria che cominciammo a sentire fu un segno della sua vita che veniva in noi. Le persone che stanno annegando non sentono dolore finché non riposano. Oh! Possiamo contemplare il dono di questa vita spirituale come fa un uomo liberato dalla fossa della morte. Possiamo immaginare Lazzaro ricordarsi della sua risurrezione, anche se non di tutte le circostanze. Ed anche noi, sebbene abbiamo dimenticato parecchio, cerchiamo di contemplare il momento in cui ci siamo dati a Cristo, per dire ad ogni peccatore spiritualmente morto, che in Cristo c'è vita, nonostante egli si veda marcio e corrotto nella sua tomba. Colui che ha risuscitato Lazzaro, ha risuscitato pure noi, ed Egli può dire anche a te: “Lazzaro, vieni fuori”!

In terzo luogo Cristo c'è vita eterna. E, oh! Se la morte è cosa terribile, la vita eterna invece é cosa benedetta perché Egli ha detto: “Padre, io voglio che dove sono Io, siano con me anche quelli che Tu m'hai dati, affinché vedano la mia gloria”. E – “Io dò alle mie pecore vita eterna, e loro non periranno mai". Ora, ogni Arminiano che vorrebbe predicare su questo versetto della Scrittura, dovrebbe comprarsi un paio di labbra di caucciù, perché, sono sicuro che avrebbe bisogno di allargare spaventosamente la bocca poiché non sarà capace di dire l'intera verità senza sbuffare in modo ridicolo. Vita eterna, cioè non una vita che deve essere perduta di nuovo, ma vita eterna. Se la mia vita era già perduta in Adamo, adesso l'ho ritrovata per sempre. VITA ETERNA! I nostri occhi risplenderanno di gioia e le nostre anime arderanno di estasi al pensare che vivremo in gioie e benedizioni. Poni fine al tuo sguardo o sole! I miei occhi mireranno il Re nella sua bellezza, quando i tuoi raggi non rallegreranno più la terra. E tu luna, tramutati in sangue! Quando il tuo sangue  scomparirà,  questo spirito continuerà ad esistere, mentre tu invece cesserai di esistere. E tu, grande mondo! Sarai inabissato come la schiuma che viene travolta in un istante dall'onda che la manteneva a galla, ma io avrò vita eterna. O tempo! Tu potresti vedere immense montagne scomparire e sprofondare e le stelle cadere come fichi maturi dall'albero, ma tu mai vedrai morire il mio spirito.

III. La vita eterna è data a tutti quelli che vengono a Lui per riceverla

Non c'è mai stato uomo che sia venuto a Lui per avere la vita eterna, sia quella legale che quella spirituale, che non l'abbia ricevuta e che non sia stata manifesta a lui appena ricevuta. Leggiamo ora uno o due versetti: “Egli è potente a salvare coloro che vengono a Lui”.
Ogni uomo che viene a Cristo troverà che Cristo è in grado di salvarlo, non in grado di salvarlo un poco, di liberarlo da un piccolo peccato, di impedirgli di un po' di prove, di portarlo per un po' e poi farlo cadere , ma in grado di salvarlo nella misura estrema del suo peccato, fino all'estrema durata delle sue prove, fin nelle profondità estreme dei suoi dolori, fino all'estrema durata della sua esistenza. Cristo dice ad ognuno che viene a Lui: Vieni, povero peccatore, senza chiedermi se sono potente a salvarti. Io da parte mia non ti chiederò quanto grande sia il tuo peccato; però posso assicurarti che Io sono potente da salvarti fino all'estremo.”Ecco ora un altro verso: "Colui che viene a Me (Notate, le promesse sono sempre fatte per quelli che vengono) io non lo caccerò fuori." Ogni uomo che viene a Lui troverà la porta di casa di Cristo aperta, e anche la porta del Suo cuore. Ogni persona che viene, e lo dico nel senso più ampio, troverà in Cristo misericordia. La più grande assurdità nel mondo è che si vuole avere un Vangelo più grande di quello che si ha nelle Scritture. Io predico che ogni persona che crede sarà salvata e se viene a Cristo, troverà misericordia. Alcuni mi chiedono: “Supponiamo che una persona non eletta verrà a Cristo; sarà salvata?” “Voi dite delle sciocchezze ed io non ho intenzione di darvi una risposta. Se una persona non è stata eletta, non verrà mai a Lui. Quando viene, questa è la dimostrazione certa che è stata eletta.”
Qualcun altro dirà: “Supponiamo che un tale viene a Cristo senza essere stato chiamato dallo Spirito.".  ALT! fratello mio, questa è una supposizione che non hai il diritto di fare, perché una tale cosa non può succedere; tu lo dici per imbrogliarmi e non lo puoi fare proprio ora. Io sostengo con la Bibbia, che ogni persona che viene a Cristo sarà salvata. E questo lo può dire un Calvinista o un Iper-Calvinista, cosi come lo puoi dire anche tu. Io non ho un Vangelo più ristretto del tuo, soltanto che il mio é fondato su un solido fondamento, mentre il tuo è costruito sul nulla, sulla sabbia e sul marciume. “Ogni uomo che viene a me sarà salvato, perché nessuno può venire a me, se il Padre non lo attira.” “Ma” puoi dire ancora “Immaginiamo che tutto il mondo viene a Cristo, Egli riceverà tutti?”
Certamente, se venissero, ma il fatto è che non vengono. Io vi dico che tutti quelli che vengono, anche se avessero un cuore pieno di tutti i peccati, anche se fossero cattivi come i demoni, Cristo li riceverà. Anche se avessero un cuore stracolmo di tutti i peccati e le sozzure di questo mondo, Cristo li riceverà.

Un altro può dire: “Voglio conoscere il resto del popolo di Dio. Posso andare a dire loro: «Gesù Cristo è morto per ognuno di voi?» No,  così proprio non lo puoi dire. Tu puoi solo dire: «In Cristo c'è vita per ognuno che crede, per ognuno che viene».” Ma se dici che in Cristo c'è vita per ognuno anche per chi non crede, tu stai dicendo una grossa bugia. Se dici loro che Gesù fu crocifisso per il loro peccato, nonostante loro rimangano ancora perduti e nell'incredulità, dici una grossa bugia. Pensare che Dio punisca prima Gesù Cristo per i loro peccati e poi loro non credano, è una grossa falsità. Mi meraviglio di come osate essere cosi imprudenti in simili affermazioni! Una volta un caro fratello stava predicando che in cielo erano pronte arpe e corone per la sua comunità, e poi continuava con la seguente affermazione: “Cari amici, molti per i quali queste cose sono preparate, non li riceveranno.” Disse cosi una tale eresia che più grande non poteva essere. Penso che in quel momento egli avrà fatto piangere gli angeli del cielo e tutti i santi, poiché una tale affermazione avrebbe rovinato completamente il cielo.
Quando ci si riunisce per il Natale e ti siedi assieme ai tuoi cari guardando la sedia rimasta vuota  del fratello David morto, dirai «In questa festa ci siamo sempre rallegrati, ma oggi c’è, una mancanza, il mio povero fratello è morto ed è stato sepolto!»
Pensi forse agli angeli che riuniti in cielo dicono: “Ah! Questo cielo è un bel posto, ma non ci piace vedere tutte queste corone piene di ragnatele. Non possiamo sopportare questa strada deserta; non possiamo guardare quei troni vuoti.” E poi povere anime potrebbero iniziare a  dirsi l'un l'altra: "Nessuno di noi sarà salvato malgrado la promessa: “Io dò loro la vita eterna” perchè invece c'è un gran numero di noi nell'inferno anche se Gesù è morto anche per loro.
No, assolutamente. Se non crediamo ad una promessa del Signore, non possiamo credere a tutte le altre. In un caso del genere il cielo potrebbe perdere il suo fondamento e cedere. No, questo Vangelo è insensato! Dio ci dà la salvezza ed il solido fondamento di Dio é costruito su fatti e relazioni già promessi, su eterni fini e sicuri adempimenti.

IV. Per natura nessuno vuol venire a Cristo

Il testo, infatti,  dice:“Voi non volete venire a me per avere la vita”.
Io dichiaro, secondo questo testo e per l'autorità della Scrittura, che voi non volete venire a Cristo per avere la vita.
Inoltre, vi dico che potrei predicare del continuo, prendere in prestito l'eloquenza di un Demostene o di un Cicerone, ma con tutto ciò voi non verrete mai a Cristo. Vi potrei supplicare, inginocchiato e con le lacrime, mostrandovi gli orrori dell'inferno e le gioie del paradiso, l'opera completa di Cristo e la vostra misera condizione spirituale, ma nessuno di Voi sarebbe capace di venire senza che lo Spirito Santo, che un giorno riposava su Cristo, non lo attiri. Questa è la verità riguardo a tutti gli uomini nella loro naturale condizione, cioè non vogliono venire a Cristo.
Mi sembra di sentire un altro di tali chiacchieroni porre un'altra domanda: “Loro potrebbero venire se lo desiderano?” Amico mio, te lo ripeto un'altra volta. Non è questo l'argomento di stamani. Oggi sto predicando su “loro vogliono” e non sul “se possono”. Quando parlerete di libero arbitrio, noterete allora che il povero Arminiano comincia subito a parlare di potenza in sè, e confonde le due cose assieme, due soggetti invece che devono essere trattati separatamente. Non vogliamo trattare due argomenti in una volta. Evito per parte mia di combattere due cose allo stesso tempo. Un altro giorno predicherò, sul testo: “Nessun uomo può venire a Me se il Padre non lo attiri”.
Oggi invece stiamo parlando sulla volontà umana, ed una cosa certa è che gli uomini non vogliono venire a Cristo per avere la vita. Per sostenere questo argomento possiamo prendere molti passi della Scrittura, ma desidero solo accennare ad una parabola. Ricordate la parabola di quel certo re che fece una festa per suo figlio ed invitò un gran numero di persone; furono scannati gli animali ingrassati e mandò i suoi messaggeri ad invitare molti alla festa.
Andarono forse a quell'invito? Ah, no! Tutti ad uno ad uno trovarono delle scuse per non andarci. Uno disse che aveva preso moglie e quindi non poteva andare, invece poteva benissimo andare con lei. Un altro aveva comprato un paio di buoi e doveva andare a provarli; ma quella festa si svolgeva di sera ed era impossibile provare dei buoi al buio. Un altro aveva comprato un pezzo di terra e non pensò che ci voleva una lanterna per vederla di sera. Così tutti presero delle scuse per non venire. Il re però aveva stabilito quella festa, e allora disse: “Andate per le vie e per i sentieri e .... invitateli!?”...ALT! Non disse cosi...ma: “costringeteli ad entrare”. Perché anche quelle povere persone non sarebbero mai venute se non le avessero costrette. Leggiamo un'altra parabola: “Un uomo aveva una vigna; nella stagione del raccolto egli mandò uno dei suoi servitori per ricevere i frutti della vigna. Che fecero i vignaioli? Batterono quel servitore. Egli ne mandò un altro ma l'uccisero. Alla fine, disse: “Manderò, mio figlio, sicuramente saranno riverenti a lui”. Ma che avvenne? Essi dissero: “Questi è l'erede, uccidiamolo e cacciamolo fuori della vigna”. E fecero così. La stessa cosa avviene agli uomini nel loro stato naturale. Il figlio di Dio è venuto e gli uomini lo hanno rigettato. Voi non volete venire a me per avere la vita”.

Impiegheremo molto tempo a citare i vari passi scritturali. Vogliamo riferirci comunque, alla grande dottrina della caduta dell'uomo. Chi crede che la volontà umana sia completamente libera e quindi può essere salvato secondo la propria volontà non crede alla caduta. Come ho detto altre volte, pochi predicatori religiosi credono veramente alla dottrina della caduta, o magari pensano che quando Adamo cadde, si ruppe solo il dito mignolo e non il collo e quindi non portò a rovina la sua razza. Perché, diletti, la caduta rovinò completamente l'uomo. Essa non lasciò solo qualche virtù menomata, ma tutto fu infranto, degradato ed offuscato; proprio come alcuni templi ben fatti,e crollati che con i pilastri e le loro colonnine commemorative fanno ancora la loro figura ma, tutto è rotto, sebbene qualcosa si conserva ancora della sua forma e posizione. La coscienza dell'uomo conserva alcune volte molto della sua antica sensibilità, ma é caduta. E la volontà non è esclusa. Anche se si tratta del “Signor Maggiore dell'Anima Umana”, come lo chiama Bunyan, il Signor Maggiore sbaglia e il Signor Voglio essere volenteroso sta errando.

Avrete senz'altro ascoltato molti sermoni da parte di Arminiani, ma sono sicuro che non avete mai sentito un Arminiano esprimersi in preghiera con sentimenti arminiani, poiché i santi in preghiera appaiono come realmente sono nei pensieri della mente. Un Arminiano in ginocchio pregherà come un Calvinista. Egli non può pregare col o del suo libero arbitrio: non ci sarà spazio per far questo. Forse fantasticherà nella preghiera, dicendo: “Signore, io ti ringrazio  perchè io non sono come quei poveri presuntuosi calvinisti. Signore, io sono nato con un glorioso libero arbitrio, io sono nato con il potere attraverso il quale posso rivolgermi a te da me stesso. Ho perfezionato la mia grazia. E se  tutti facessero come me avrebbero la Tua grazia, come me, e cosi potrebbero essere salvati. Signore, so che non ci fai desiderosi quando non abbiamo la volontà. Tu dai la grazia ad ognuno; alcuni non la perfezionano, mentre altri lo fanno. Ci sono molti che andranno all'inferno, anche se comprati col Sangue di Cristo come me. Lo Spirito Santo è stato donato pure a loro ed erano benedetti come me; non è stata la Tua grazia a renderci diversi; io ho fatto un buon uso di quello che mi hai dato, e sono così arrivato; io ho fatto buon uso del talento che mi avevi dato, mentre gli altri che avevano lo stesso talento non ne hanno approfittato. Questa è la differenza fra me e loro.”
Questa preghiera è satanica, perché nessuno offrirebbe una tale preghiera.
Ah! Quando vengono a predicare con molta calma, possono errare nella dottrina, ma quando pregano, la verità viene a galla, non possono sostenere l'errore. Se uno parla lentamente, può parlare in modo forbito; ma quando comincia a parlare un po' più veloce, la cadenza dialettale verrà fuori. Vi chiedo ancora avete mai sentito dire da un credente: «Vieni a Cristo senza la potenza dello Spirito Santo»? Io penso che se una frase del genere viene ascoltata da voi, non esiterete a rispondere: «Mio caro signore: lo credi proprio? Senza la potenza dello Spirito Santo, ti svieresti facilmente dalla tua strada. Leggi la Bibbia, poiché non conosci nulla della potenza dello Spirito, e non sai nulla delle cose di Dio; e ti trovi nel fiele dell'amarezza e nel legame dell'iniquità» Un altro dice: «Io ho cercato Gesù prima che mi cercasse.  Sono andato alla ricerca dello Spirito e per questo ho pregato ma Egli non me l'ha ancora accordato» No, miei cari: ognuno di noi deve mettere la mano sul cuore e cosi dire: 

 "La Grazia ha insegnato alla mia anima a pregare,
E ha creato i miei occhi per farla sgorgare;
è stata la Grazia che mi ha tenuto fino ad oggi,
E non mi lascia andare. "

C'è uno qui, un solitario, uomo o donna, giovane o vecchio, che può dire: "Ho cercato Dio prima mi cercasse?" No, anche voi che siete piccoli Arminiani, canterete:

"Oh sì, io amo Gesù
Perché per primo mi ha amato "

Allora, un'altra domanda. Non troviamo, anche, dopo che siamo venuti a Cristo, che la nostra anima non è libera, ma è tenuta da Cristo? Non troviamo tempi, anche ora, quando la nostra volontà non è presente con noi? C'è una legge nelle nostre membra, che combatte contro la legge della nostra mente. Ora, se coloro che sono spiritualmente vivi sentono che la loro volontà è contraria a Dio, che diremo di colui che è "morto nei falli e nei peccati"? Sarebbe un un'assurdità incredibile mettere i due su uno stesso livello, e sarebbe ancora più assurdo mettere il morto prima del vivente. No, il testo è vero, l'esperienza l'ha marchiato nei nostri cuori: “Voi non volete venire a me per avere vita.”

Adesso dobbiamo dire le ragioni perché le persone non vogliono venire a Cristo. La prima è: Perché nessun uomo per natura è capace di pensare a Cristo. Per natura l'uomo pensa di non avere bisogno di Cristo. Egli pensa di avere abbastanza giustizia in sè, che è ben vestito, dunque non è nudo, e non ha bisogno del sangue di Cristo per sua purificazione, non è sporco e quindi non ha bisogno della Sua Grazia per essere salvato.
Nessuno conosce a fondo il suo bisogno fino a che Dio non glielo mostra. E se lo Spinto non rivela la necessità del perdono, nessuno andrà a cercarlo. Io posso predicare Cristo del continuo, ma fino a quando non senti di volere Cristo, non verrai mai a Lui. Un farmacista può avere una bella farmacia, ma nessuno comprerà i suoi medicinali senza un vero bisogno.
Il secondo motivo è: Perché agli uomini non piace la via di Cristo per essere salvati. Uno dirà: «A me non piace la via di Cristo perché Egli mi vuole santo nella mia vita, non potrei bere o bestemmiare divenendo un credente.» O un altro dirà «Egli richiede da me che io sia preciso e puro, mentre a me piace essere licenzioso». Un altro ancora non apprezzerà la via di Cristo perché la porta del cielo non é abbastanza alta per la sua testa, e a lui non piace curvarsi. Queste è una delle ragioni perché non volete venire a Cristo, poiché non potete raggiungerlo con le vostre teste alzate, Egli vi farà curvare. Un altro non vuole essere graziato per nessun motivo. “Oh!” dirà: “Se potessi avere un po’ d'onore.” Ma quando egli vede che tutto l'onore è dato a Cristo e a Lui solo appartiene, dirà: “Non vengo” e torna sui suoi passi. Ah, orgogliosi peccatori, voi non volete venire a Cristo! Ah! poveri ignoranti, non volete venire a Cristo perché non sapete nulla di Lui, e ciò conduce al terzo motivo.
Gli uomini non conoscono il suo valore, perché se lo conoscessero, verrebbero a Lui. Perché prima di Colombo, nessun navigante si azzardò a navigare per l'America? Perché non credevano che esistesse una certa America. Colombo invece ebbe fede e ci andò. Colui che ha fede in Cristo, va a Lui. Ma voi non conoscete ancora Cristo, molti di voi non hanno mai visto il Suo meraviglioso volto, non avete mai sentito come il Suo sangue può essere applicato al peccatore, quanto grande sia stato il Suo sacrificio e come sono più che sufficienti i Suoi meriti. Ecco perché “non volete venire a Lui”.

Oh! miei cari ascoltatori, il mio ultimo pensiero è solenne. Ho predicato sul fatto che non volete venire. Ma qualcuno dirà: “E per il loro peccato che non vogliono venire”. È così. Non volete venire, perchè la vostra volontà è una volontà di peccato. Qualcuno penserà che noi “cuciamo cuscinetti a tutti i giro maniche” quando predichiamo questa dottrina, ma non é cosi. Noi vogliamo attribuire questo fatto alla natura umana, ma come appartenente alla sua natura decaduta. E il peccato che vi ha condotti in questa condizione, nonché a non volere venire al Signore. Se voi non foste caduti, sareste venuti a Cristo nel momento stesso che vi e stato predicato; ma non siete venuti e non venite per la vostra peccaminosità e per le vostre azioni inique. Le persone accampano la scusa di avere un cuore cattivo. Questa é la scusa più frivola di questo mondo. I furti e le rapine non vengono forse da un cuore cattivo? Supponiamo che uno dica al giudice che lo sta accusando: “Non ho potuto evitare di rubare, perché il mio cuore è malvagio”. Che risponderà il giudice? “Tu, furfante: se riconosci che il tuo cuore é cattivo, allora ti darò una più severa condanna, perché sei cattivo davvero”.
La tua scusa infatti sarà inutile. “L'Onnipotente” riderà di loro e li avrà in derisione. Non sto predicando questa dottrina al fine di potervi scusare, ma affinché vi umiliate. Avere un cuore cattivo é colpa mia e può diventare la mia più terribile calamità. È un peccato che sarà sempre imputato all'uomo. Quando non vogliono venire a Cristo è perché il peccato li tiene lontani da Lui. Chi non predica cosi, temo che non sia fedele a Dio e nemmeno alla sua coscienza.
Andate dunque a casa con questo pensiero: «Io per natura sono cosi pervertito che non sono in grado di venire a Cristo perché l'empia perversità della mia natura è il mio peccato. Merito di essere condannato all'inferno.» E se questo pensiero che lo Spirito Santo sta usando non vi rende umili e pentiti, non lo potrà fare nessun altra cosa.
Questa mattina non ho esaltato la natura umana, anzi l'ho abbassata.
firma
Dio vi renda tutti umili. Amen.


 
Traduzione  a cura di:  Consapevoli nella Parola 

 
 

"In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui"
(Efesini 1:4)
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