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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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domenica 26 agosto 2012
Consapevoli nella Parola

Consolazioni a buon mercato?

copie
 L’industria del falso

Copie, imitazioni, falsi... Oggi è molto fiorente l’industria delle imitazioni dei prodotti di marca e di qualità. Assomigliano all’originale: un bell’orologio, una bella borsa, un bell’apparecchio fotografico... costano anche poco, ma dopo un po’ ti accorgi che si guastano presto e sono solo da buttare via... A volte conviene spendere di più, aspettando di avere i soldi necessari, ma avere qualcosa che veramente valga, sia efficace, duri...
Non si tratta necessariamente di essere ingannati: a volte si compra coscientemente ciò che sappiamo essere imitazione e falso, aspettandosi chissà quale convenienza, oppure per mostrare agli altri di avere anche noi quell’oggetto. Oggi è di moda avere il telefonino portatile: farsene vedere in giro con uno è un grande prestigio, così a qualcuno è venuta l’idea di costruire dei telefonini falsi che costano poco, vuoti dentro, che si possono portare in giro e magari fare finta di telefonare...
Copie, imitazioni, falsi... Spesso si fa anche passare per cristianesimo ciò che altro non è che un patetico e vano travestimento della verità, qualcosa che nulla ha a che fare con quanto autorevolmente afferma la Bibbia. Si, perché come non tutto ciò che luccica è oro e come non basta mettere su una bottiglia l’etichetta "vino" perché lo sia di fatto, non tutto quello che si dice cristiano lo è veramente.
Le contraffazioni in questo campo abbondano specialmente quello che è un tragico inganno perpetrato - quel che è peggio - verso chi soffre...."le consolazioni a buon mercato".

Un grave fraintendimento

Quante volte, davanti a chi soffre, certamente anche con sincerità da parte nostra, si dice: tutto ti andrà bene, spera sempre, abbi fede in Dio, Dio è buono... Dio perdona... prega e risolverai il tuo problema... Lui ti darà forza... Lui ti salverà... senza rendersi conto di perpetrare davanti a quella persona, un tragico inganno!
Ma come - direte voi - non è forse vero che Dio è buono, che perdona e che risponde alle preghiere? Si,  tutto questo è vero, ma a certe condizioni!
Un giorno ho incontrato in ospedale un uomo che, prima ancora che gli dicessi qualcosa, mi disse beffardamente: "Davanti alla mia malattia lei mi dirà sicuramente di pregare, ma io ho pregato e non mi è successo niente.... Tutte le vostre preghiere e il vostro Dio non sono che fandonie...".
Avrei però potuto rispondergli: "Vede, lei per tutta la vita di Dio se n’è fregato altamente, è vissuto come se non esistesse, ignorandolo e trasgredendo allegramente le sue leggi: perché mai Dio dovrebbe ora rispondere alle sue cosiddette preghiere? Se lei vuole scoprire quanto siano vere le preziose promesse che Dio fa nella Sua Parola, si metta prima a posto con Dio nei termini che Egli ha indicato, chieda perdono per i suoi peccati, Lo implori affinchè Egli la lavi con il prezioso sangue di Cristo, Gli chieda il ravvedimento e la fede, Lo scongiuri di adottarlo come Suo figliolo, ed allora sarà nella posizione di chiederGli qualcosa.".
Illuderei la gente con le consolazioni e le promesse della Bibbia, e predicherei un cristianesimo falso e contraffatto, se io non mettessi in chiaro che queste consolazioni e promesse sono state rivolte a persone particolari che già intrattenevano con Dio quello speciale rapporto che la Bibbia stessa definisce e che solo le rende efficaci. E’ come se, per assurdo, io ad un poveraccio dicessi: "Vedrai che un giorno il famoso miliardario Rockfeller ti aiuterà e ti farà tuo erede. Abbi fiducia! Continua a sperare!". Non sarebbe un tragico inganno? Perché mai dovrebbe farlo se non hai mai avuto alcun rapporto con lui e non hai mai nemmeno provato a scrivergli per proporgli di diventare suo figlio adottivo!". Allo stesso modo oggi c’è troppa gente che prende per scontate le promesse di Dio, ma è nella condizione di farle proprie?

Un bellissimo testo
speranza
Prediamo per esempio un bellissimo testo biblico di consolazione che si suole leggere in particolari circostanze di disagio e di sofferenza, Isaia 43:1-7: "Ma ora così parla il Signore, il tuo Creatore, o Giacobbe, colui che ti ha formato, o Israele! Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!  Quando dovrai attraversare i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà,  perché io sono il Signore, il tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo Salvatore; io ho dato l’Egitto come tuo riscatto ...  Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo, io do degli uomini al tuo posto, e dei popoli in cambio della tua vita. Non temere, perché io sono con te, io ricondurrò la tua discendenza da oriente, e ti raccoglierò da occidente... tutti quelli cioè che portano il mio nome, che io ho creati per la mia gloria, che ho formati, che ho fatti".
Magnifiche promesse, non è vero? A chi però sono state rivolte? Abbiamo il diritto di farle nostre, su quale base e se si, a quali condizioni?

A chi sono rivolte queste parole

Quelle che abbiamo letto sono le parole che il Signore Iddio rivolge tramite il profeta Isaia al popolo di Israele, il Suo popolo eletto, in un particolare momento della sua storia.
Il popolo di Israele considera con sgomento la desolazione operata dai suoi nemici sul suo territorio e sulla sua popolazione, e se ne chiede il perché. Iddio così lo conduce a riflettere su sé stesso e a considerare come questa non sia che la diretta - e per altro prevista - conseguenza della loro disubbidienza alle clausole del Patto che hanno stipulato e che li lega a Dio e  li rende Suo popolo.
Il profeta dice: "Chi ha abbandonato Giacobbe al saccheggio e Israele in balia dei predoni? Non è stato forse il Signore? Colui contro il quale abbiamo peccato, nelle cui vie non si è voluto camminare, e alla cui legge non si è ubbidito? Perciò egli ha riversato su Israele la sua ira furente e la violenza della guerra; la guerra l’ha avvolto nelle sue fiamme, ed egli non ha capito; l’ha consumato, ed egli non se l’è presa a cuore" (Is. 4:24,25).
Si, i fatti che stavano capitando a Israele erano conseguenza del giudizio di cui erano fatti oggetto da parte di Dio. Però: forse che ora dovevano considerarsi abbandonati da Dio per sempre? No, il Signore vuole confortare e consolare Giacobbe-Israele, il popolo salvato dall'Egitto. Israele non doveva aver paura. Il Signore dice: "Nonostante tu sia stato largamente insensibile alle motivazioni per cui il mio giudizio ti ha colpito, e che io potrei farti oggetto di giudizi ancora più pesanti, io ti tratterò con misericordia". Sebbene molti si siano dimostrati intrattabili, l’amore di Dio continuerà ad essere rivolto al Suo popolo, ed il corpo della nazione sarà riservato alla Sua misericordia. Perché? Perché il popolo può ricevere queste assicurazioni?

I. I presupposti della Sua cura

Dobbiamo chiederci: su quale base Dio si prende cura e si interessa del Suo popolo? Giacobbe-Israele, sebbene sia finito in condizione miserevole a causa del suo peccato, continuerà a godere della benedizione di Dio perché:

1. Sono opera Sua
 
Il popolo di Israele è "un’idea di Dio", è stato creato e formato di Sua iniziativa per un compito particolare da svolgere nella storia. Con il popolo di Israele Dio si è proposto un piano che Egli, Dio, porterà a compimento fedelmente nonostante la debolezza e l’infedeltà di questo popolo. Dio li ha creati come popolo: non soltanto ha dato loro l’esistenza, ma li ha portati a formare una nazione, ha costituito il loro governo ed ha dato loro una speciale ‘carta costituzionale’ che essi hanno firmato, il patto che li lega a Dio e l’uno con l’altro.
Questa certezza di benedizione da parte di Dio vale pure per tutti i discendenti spirituali di Abramo, cioè tutti coloro che, gente di ogni luogo e tempo, ravvedendosi dei loro peccati e affidando consapevolmente la loro vita al Signore e Salvatore Gesù Cristo, sono stati così, secondo le promesse di Dio, resi membri del Suo popolo, la Chiesa, adottati nell’ambito della Sua famiglia, resi titolari dei diritti e dei doveri che questo comporta, e quindi rassicurati che Dio manterrà fede anche per loro alle Sue promesse.
Se siamo credenti, siamo, come dice la Scrittura, "opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo" (Ef. 2:10).
Solo un miracolo ha potuto fare di me, peccatore, una nuova creatura e un membro del popolo di Dio. Le promesse di Dio sono per me e mi consolano, perché Egli tratterà con grazia l’opera delle Sue mani. Dio mi ha reso membro del Suo popolo, sono Suo figlio adottivo, Egli mi ha unito a Sé stesso. Sono stato creato per la Sua gloria, Dio onorerà le Sue promesse e manifesterà la Sua gloria nel liberare chi ha voluto inserire nei Suoi piani.

2. Sono stati riscattati da Lui 

Un’altra base per cui posso essere sicuro della Sua protezione è che Dio, per amore di Sé stesso, ha sempre redento il popolo che Gli appartiene. Dalla terra di Egitto Egli ha spezzato le catene che legavano Israele in schiavitù. "Nel suo amore e nella sua benevolenza egli li redense" (Is. 63:9) dice la Scrittura.
Se questo è vero com’è stato vero storicamente per il popolo di Israele, ancora di più Egli si prenderà cura di coloro che sono stati redenti col sangue di Suo Figlio. Sei stato chiamato a far parte del popolo di Dio ed hai risposto di sì assumendotene tutti i diritti ed i doveri? Si? Allora il sangue del sacrificio di Cristo è stato sparso sulla tua vita e sei stato purificato da tutto ciò che la guasta e la corrompe, per il tempo e per l’eternità. I cristiani autentici possono dire di aver fatto un taglio netto con gli usi ed i costumi di un’umanità vana, ribelle e senza Dio, di essere come morti a tutto ciò che a Dio dispiace. "Avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici, a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente, e a rivestire l’uomo nuovo che è creato ad immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità" (Ef. 4:22-24). Se questo è avvenuto nella tua vita, sei titolare anche tu delle promesse di Dio. "...perché io ti ho riscattato" e quindi, dice il Signore, Ti riscatterò ancora.

3. Un popolo particolare 

I membri del popolo di Dio possono essere consolati perché sono il Suo popolo particolare. Egli "li ha chiamati per nome". "Ti ho chiamato per nome", dice il nostro testo, il nome di "popolo di Dio" che per loro era tanto peculiare come quello di Israele. Israele non era un popolo come gli altri, ma era stato formato fra tutti gli altri popoli per grazia di Dio ad una missione particolare.
Ascoltate ciò che il Signore dice sulle responsabilità di chi Gli appartiene: "Oggi, il Signore, il tuo Dio, ti comanda di mettere in pratica queste leggi e queste prescrizioni; osservale dunque, mettile in pratica con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua. Tu hai fatto dichiarare oggi al Signore che egli sarà il tuo Dio, purché tu cammini nelle Sue vie e osservi le Sue leggi, i suoi comandamenti, le sue prescrizioni, e che tu ubbidisca alla sua voce. Il Signore ti ha fatto oggi dichiarare che sarai un popolo che gli appartiene, come egli ti ha detto, e che osserverai tutti i suoi comandamenti, affinché egli ti metta al di sopra di tutte le nazioni che ha fatte, quanto a gloria, rinomanza e splendore e tu sia un popolo consacrato al Signore tuo Dio, come Egli ti ha detto" (De. 26:16-19).
Questo è il popolo che Dio benedice, perché legato a Lui da un preciso patto. Tu sei legato a Dio in Cristo da un simile patto, è Dio il Tuo Dio esclusivo a cui rendi fiducia ed ubbidienza? Coloro che hanno Dio con loro non devono temere chi o che cosa può essere contro di loro. Per questo il credente può dire: "Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? ... in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati" (Ro. 8:35,37).

II. I precedenti della Sua cura

Se questi sono come sono i presupposti della cura e della benedizione del Signore, possiamo avere oggi la testimonianza che Dio è stato fedele a queste sue promesse, sia nel passato, fra l’antico popolo di Dio, che nel presente. Innumerevoli sono infatti le testimonianze di uomini, donne, e bambini, che hanno toccato con mano la veracità delle promesse di Dio. E’ il nostro stesso testo che cita questo dato di fatto riportando due situazioni concrete che il popolo come tale ha vissuto. Quanti casi però, anche a livello personale, potrebbe contare!

1. A caro prezzo

Dio ha acquistato per sé stesso il Suo popolo, antico e moderno, veramente a caro prezzo. Gli Etiopi li avevano invasi al tempo di Asa, essi però non avevano potuto, alla lunga, conservare questa loro conquista, perché Dio non permette che si tocchi il Suo popolo più di quanto non ritenga Egli necessario. Il testo dice: "io ho dato l’Egitto come tuo riscatto". Dio dimostrò la Sua fedeltà quando colpì gli Egiziani, sia i primogeniti che gli altri, in Egitto, e fece annegare il Faraone ed il suo esercito nel Mar Rosso, per la sicurezza ed il beneficio del Suo popolo nella terra promessa.
Che sono però l’Egitto, l’Etiopia e Sheba, con tutte le loro vite e tesori, a confronto con il sangue di Cristo? Per poter includere noi nel popolo di Dio e farci titolari delle Sue promesse, Dio ha dato il Suo unico figlio a morire sulla croce. Là ha pagato il prezzo del nostro riscatto. A queste condizioni, non ci darebbe Egli forse ogni cosa con Lui? E non vuol dire questo che a coloro che Gli appartengono viene attribuito molto valore? Come potrebbe abbandonare Dio coloro che ha acquistato con così gran prezzo?

2. La riprensione come segno di interesse 

Anche la riprensione e il castigo sono per il credente un segno di Dio che non lo abbandona. Se noi non importassimo a Dio, Egli non si prenderebbe nemmeno la briga di riprenderci e correggerci. La Scrittura dice: "Il Signore corregge quelli che egli ama e punisce tutti coloro che riconosce come figli. Sopportate dunque queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga? Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli" (Eb. 12:6-8). Nel nostro testo il Signore dice al Suo popolo: "Sebbene io ti castigherò per i tuoi peccati, non permetterò ai tuoi nemici di distruggerti completamente". Dice la Scrittura: "Il giusto è salvato dalla tribolazione, e l’empio ne prende il posto" (Pr. 11:8).

III. Le ulteriori manifestazioni della Sua cura

Ed ecco così come in questo contesto, con questi precisi presupposti, le promesse del Signore acquistano la dolcezza di una concretezza e di una realtà senza pari.

1. Nel fuoco 

Sarebbe stato con loro presente nelle più grandi difficoltà e pericoli: "Quando dovrai attraversare i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà" (2). Pensate al personaggio biblico di Daniele, alla protezione che Egli riceve dal Signore quando, per la sua fedeltà a Dio, viene gettato prima in una fossa di leoni e poi nel fuoco, uscendone incolume. Pensate alla calma ed alla determinazione dei martiri della fede, torturati ed uccisi. Pensate alle serene morti di coloro che pur nelle sofferenze hanno testimoniato a noi che il Signore era con loro.

2. Privilegi spirituali

Senza paura di fare dei favoritismi, il Signore promette a coloro che Gli appartengono, un trattamento privilegiato. Dice loro: "Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo, io do degli uomini al tuo posto, e dei popoli in cambio della tua vita". Certo non ottengono quelle benedizioni a causa dei loro meriti, ma a causa della grazia di Dio che li ha eletti a vita eterna per magnificare la Sua gloria. Dio avrebbe ancora, all’occasione, privilegiato i loro interessi rispetto a quelli degli altri, ed infine una parte di loro sarebbe stata riportata nella terra promessa dopo che Dio avrebbe suscitato in loro il desiderio di tornare, perché Dio rimane fedele alle Sue promesse nonostante tutto ciò che possano dire e fare i Suoi avversari. Chi è il seme di Israele che sarà così raccolto? Lo dice il v. 7: " tutti quelli cioè che portano il mio nome, che io ho creati per la mia gloria, che ho formati, che ho fatti": sono coloro che Dio, nella Sua misericordia ha contrassegnato

Conclusione

Eravamo partiti con la nostra riflessione considerando come tante siano oggi le copie, le imitazioni e i falsi, che si cercano spesso appositamente per ottenere qualcosa facilmente e a poco prezzo. In realtà non otteniamo ciò che cerchiamo, come quello che fa finta di parlare con un falso telefonino, e poi evidentemente non parla con nessuno.
Quanto spesso è lo stesso con il cristianesimo: si danno consolazioni a buon mercato, si illude la gente con false sicurezze, si pensa di essere a posto con Dio o si pretende da Dio quello che non ti potrebbe dare perché in realtà non sei a posto con Dio o non ti avvicini a Lui nei modi e nei termini che Egli ha sovranamente stabilito. Accontentarci di un cristianesimo facile e a buon mercato non ci servirà a nulla. Cercate il cristianesimo genuino, quello a "denominazione di origine controllata", cioè conforme alla Bibbia, e non secondo i nostri pii ma infondati desideri. E’ un cristianesimo che "costa molto", ma non avremo mai nulla di adeguato così, con poca fatica. Soltanto nel contesto di un cristianesimo "a caro prezzo" sarà possibile comunicare a quelli della nostra generazione le preziose promesse del Signore: "Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio! ".


di P.Castellina


"La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno.
Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti."
(1 Timoteo 6:6-8)

Consapevoli nella Parola

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