La strada maestra che ci riporta a casa | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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domenica 2 dicembre 2012
Unknown

La strada maestra che ci riporta a casa

strada
Cacciati via


Essere esclusi, cacciati via, espulsi, allontanati, estromessi, banditi, deportati, esiliati... Quali immagini, sentimenti o persino esperienze personali questi termini suscitano in voi? L'idea di poter essere scacciati, buttati fuori, causa in molti di noi una profonda ansia, l'angoscia. La paura di essere lasciati fuori è spesso quella che, per evitarlo, causa in molti il conformismo e la disponibilità a fare compromessi. Quanta paura vi è di dover seguire un cammino solitario che nessuno ha mai calcato prima, con nessuno al fianco che ci accompagni!
La paura dell'esclusione è radicata in noi per la stessa condizione in cui ci troviamo. Secondo la Bibbia, la condizione umana, la nostra situazione esistenziale, potrebbe essere descritta come un esilio. E' un segnale che ci rammenta quello che è accaduto quando Adamo, con sua moglie, dopo aver infranto le regole che Dio aveva stabilito per la loro vita, ricevono la loro sentenza: "Perciò Dio il SIGNORE mandò via l'uomo dal giardino d'Eden" (Ge. 3:23). Esclusi dal quel Giardino, dov'erano in comunione con Dio e dove Egli aveva loro provveduto tutto ciò di cui avevano bisogno, la vita sarebbe stata molto difficile. Inoltre, "là fuori", la morte, in tutti i suoi aspetti, sarebbe stato il loro destino. La Bibbia lo mette in questo modo: "Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l'erba dei campi; mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai» (Ge. 3:17-19).
Peggio ancora, quando il male diventa sempre più sfrenato e Caino commette il primo omicidio, la punizione sarebbe stata: "Quando coltiverai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti e tu sarai vagabondo e fuggiasco sulla terra" (Ge. 4:12). Il suo angoscioso grido continua ad echeggiare anche nella nostra vita: "Il mio castigo è troppo grande perché io possa sopportarlo. Tu oggi mi scacci da questo suolo e io sarò nascosto lontano dalla tua presenza, sarò vagabondo e fuggiasco per la terra, così chiunque mi troverà, mi ucciderà" (Ge. 4:13,14).
Lo stesso sentimento di angoscia pervadeva l'antico Israele quando esso aveva infranto patto che lo legava a Dio come Suo popolo. Essendo allo stesso modo caduto nella tentazione che avrebbero potuto vivere meglio senza Dio e le Sue leggi, essi sono espulsi dalla Terra Promessa e letteralmente portati con la forza in esilio, lontani migliaia di chilometri. Dio aveva permesso che degli stranieri si impossessassero della loro terra e dei loro beni e fossero deportati in Babilonia.
Chiediamoci ora: forse che l'umanità ha perduto ogni possibilità di ritornare nella sua felice e sicura condizione precedente? Siamo noi condannati a rimanere per sempre "nel deserto di questo mondo" dominato da frustrazioni e dalla morte? L'antico Israele si era pregiudicata la prospettiva di ritornare nella propria terra? Era forse la loro (e la nostra) una condanna all'ergastolo, la prigione a vita? Beh, sì, eccetto che per una sola cosa: la possibilità di ricevere la grazia, di "essere graziati".
Di fatto la grazia era già stata annunziata da Dio subito dopo le Sue stesse parole di condanna. Egli, infatti, aveva detto a Satana: "Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno" (Ge. 3:15). Sono parole enigmatiche, ma erano già Evangelo, buona notizia. Esse proclamavano che Dio avrebbe provveduto la grazia attraverso un futuro Liberatore e Salvatore.
Anche all'antico popolo di Israele, esiliato in Babilonia, era stata annunciata, per bocca dei profeti, la grazia: un residuo fedele fra essi sarebbe ritornato nella Terra Promessa. Entrambe queste promesse di grazia, verso l'umanità in generale e ad Israele in particolare, sono fuse assieme nelle parole dei profeti d'Israele.


La strada del ritorno
via
Una di queste profezie di grazia, è contenuta nel testo biblico di Isaia 35. Essa si sarebbe avverata per l'antico popolo d'Israele e continua ad essere rilevante per noi oggi. Essa proclama che la via del ritorno, la via del ritorno a Dio, del ritorno alla comunione con Lui ed alle Sue benedizioni, può diventare per noi realtà quando ci affidiamo completamente al Liberatore e Salvatore promesso: il Signore Gesù Cristo.
Leggiamo, allora, ciò che troviamo nel libro del profeta Isaia, capitolo 35 dal versetto 1. " Il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa; si coprirà di fiori, festeggerà con gioia e canti d'esultanza; le sarà data la gloria del Libano, la magnificenza del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del SIGNORE, la magnificenza del nostro Dio. Fortificate le mani infiacchite, rafforzate le ginocchia vacillanti! Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: «Siate forti, non temete! Ecco il vostro Dio! Verrà la vendetta, la retribuzione di Dio; verrà egli stesso a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e saranno sturati gli orecchi dei sordi; allora lo zoppo salterà come un cervo e la lingua del muto canterà di gioia; perché delle acque sgorgheranno nel deserto e dei torrenti nei luoghi solitari; il terreno riarso diventerà un lago, e il suolo assetato si muterà in sorgenti d'acqua; nel luogo dove dimorano gli sciacalli vi sarà erba, canne e giunchi. Là sarà una strada maestra, una via che sarà chiamata la Via Santa; (nessun impuro vi passerà) essa sarà per quelli soltanto; quelli che la seguiranno, anche gli insensati, non potranno smarrirvisi. In quella via non ci saranno leoni; nessuna bestia feroce vi metterà piede o vi apparirà; ma vi cammineranno i redenti.  I riscattati dal SIGNORE torneranno, verranno a Sion con canti di gioia; una gioia eterna coronerà il loro capo; otterranno gioia e letizia; il dolore e il gemito scompariranno" (Is. 35:1-10).
oasi
Ecco la scena di un deserto. Siete mai stati in un deserto? Io no, ma ho udito chi vi è stato raccontarne l'esperienza. La vita di molti, anche se non vi sono fisicamente, può essere come un deserto. C'è sabbia bruciante, caldo torrido, sete, poca vegetazione... E' quasi impossibile orientarsi in un deserto perché non vi sono punti di riferimento. Chi vi si è perduto è disorientato e la disperazione lo coglie. Dopo tanto camminare si diventa estenuati, le ginocchia si indeboliscono. Ci si vorrebbe fermare e riposare, ma fermarsi sotto quel sole può essere peggio ancora. Gli occhi sono abbagliati dalla forte luce e irritati dalla sabbia. Si hanno persino miraggi, allucinazioni che ci fanno vedere cose inesistenti. Anche le orecchie è come se diventino sorte. Non si ha nemmeno più voglia di parlare ai compagni che sono con noi e che non ci possono aiutare. Si ha paura di incontrare bestie feroci, sciacalli... Come siamo potuti finire in una situazione del genere – ci si chiede? Potremo mai uscire da questo deserto oppure diventerà la nostra tomba? Se solo potessimo trovare la via per tornare a casa, alla nostra confortevole e fresca casa, insieme ai nostri cari... Improvvisamente, però, proprio quando pensiamo di aver perduto ormai ogni speranza, scorgiamo laggiù un beduino su un cammello. Un miraggio? No, è proprio qualcuno che ci potrebbe aiutare. Lui conosce il deserto e ci potrebbe aiutare ad uscirne. Non ne siete proprio sicuri perché potrebbe essere un brigante, un assassino...Vi avvicinate... Lui capisce la vostra situazione. E' amichevole. Vi porge la sua borraccia d'acqua. E' disposto ad accompagnarvi, compassionevolmente sulla via di casa. Vi fa salire sul cammello. Dopo un po' ecco una strada, una strada nel deserto, ben curata e segnalata. La percorrete. Dopo un po' il panorama cambia, comincia ad esserci più verde, dei torrenti e delle fonti d'acqua. Ora energia e gioia ravviva il vostro stanco corpo e la vostra mente. "Che fortuna abbiamo avuto!", dite. No, non si tratta della fortuna. E' la compassione e la provvidenza di Dio, la Sua grazia. Presto sarete a casa, nel luogo a cui appartenete.


Le caratteristiche della strada maestra
deserto
Sì, voi non appartenete a quel deserto, così come Israele non apparteneva a Babilonia. Israele apparteneva alla terra che Dio aveva loro provveduto, "paese dove scorrono il latte e il miele, il più splendido di tutti i paesi" (Ez. 20:15). Là avrebbero goduto di tutto ciò di cui hanno bisogno, in comunione con Dio. Perché si erano allontanati da quello splendido paese? Perché di quel paese, col tempo, si erano dimostrati ingrati, privi di apprezzamento. Avevano col tempo cominciato a disprezzare Colui che aveva dato loro quella terra. Avevano cominciato ad essere pretenziosi, a volere di più. Che cosa avrebbero mai potuto avere di più? Era stato il loro peccato a far si che ne fossero scacciati e finissero nel deserto. Anche noi apparteniamo a Dio. Siamo stati creati proprio per essere in comunione con Lui. Senza di Lui la nostra vita non può che diventare un deserto, morale, spirituale, in ogni senso, una desolazione. Perché siamo finiti in questo deserto? Perché abbiamo pensato di poter fare a meno di Dio, la fonte di ogni bene.
Mosso a compassione, però, attraverso l'intervento del santo e giusto Figlio di Dio, Dio offre di ricondurci indietro. Ravvedendoci e confidando in Cristo, il nostro Liberatore e Salvatore, una strada maestra si apre davanti a noi. Allora, come Dio disse attraverso il profeta Ezechiele: "Io mi compiacerò di voi come di un profumo di odore soave, quando vi avrò condotti fuori dai popoli e vi avrò radunati dai paesi dove sarete stati dispersi; io sarò santificato in voi davanti alle nazioni; voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando vi avrò condotti nella terra d'Israele, paese che giurai di dare ai vostri padri. Là vi ricorderete della vostra condotta e di tutte le azioni con le quali vi siete contaminati; sarete disgustati di voi stessi, per tutte le malvagità che avete commesse; conoscerete che io sono il SIGNORE, quando avrò agito con voi per amor del mio nome e non secondo la vostra condotta malvagia, né secondo le vostre azioni corrotte, o casa d'Israele! dice DIO, il Signore" (Ez. 20:41-44). Per grazia di Dio ci è offerta una via d'uscita, una strada maestra, che riporta al conforto ed alla sicurezza. E' una strada specifica, chiara, non ambigua. Potremmo scorgere altre strade, ma dobbiamo fare attenzione, sono ingannevoli, vicoli ciechi. E' Dio che ci mostra con precisione la strada che dobbiamo percorrere e le cose che dovremmo fare. Quali sono le caratteristiche di questa strada maestra? Essa è:


1. La strada maestra di Dio 


La prima e più ovvia caratteristica di questa strada è che è di Dio, appartiene a Lui, è Lui "il gestore" di questa strada. Il testo dice: " Là sarà una strada maestra". Questo vuol dire che questa strada non è stata né progettata né costruita dall'uomo. Non ha nulla a che fare con le futili religioni e progetti di riforma sociale ideati in questo mondo. Questa strada maestra è stata progettata e tracciata da Dio da ogni eternità, costruita da Lui e ad un costo molto elevato, per la Sua gloria e per il nostro beneficio. La Bibbia dice che per essa Dio non ha risparmiato neanche Suo Figlio, ma l'ha dato per la nostra salvezza. In altre parole, questa strada maestra è stata costruita con il Suo sangue, con il Suo sudore e con le Sue lacrime. "Egli ha dato sé stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone" (Tt. 2:14). Noi che siamo invitati a camminare per essa, sappiamo che "...non con cose corruttibili, con argento o con oro, siamo stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai nostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia" (1 Pi. 1:18,19).


2. La strada maestra conduce a Sion


Questa strada maestra è quella che conduce dalla città del peccato ("La fiera delle vanità") a Sion, la città di Dio. E' la via che esce dall'Egitto ed attraverso il deserto giunge in "un paese dove scorre il latte ed il miele". Come la scala che vede Giacobbe e che dalla terra raggiunge il cielo, così questa strada maestra parte dalle profondità del nostro peccato e raggiunge l'elevato e puro cielo. Isaia 11:16 ci dice: "Ci sarà una strada per il residuo del suo popolo rimasto in Assiria, come ce ne fu una per Israele il giorno che uscì dal paese d'Egitto" (Is. 11:16). Questa strada parte dall'Egitto e dall'Assiria, cioè dall'inferno del nostro esilio. Dio ha mandato Suo Figlio fin giù dove noi siamo e ha posto i nostri piedi sulla via che porta alla comunione con Dio, in questo mondo e per l'eternità.


3. Gesù è la via maestra 


Dov'è questa strada maestra che ci condurrà a casa? Non dovremmo chiedere "dove sia" questa strada, ma "chi è" questa via. Il Signore Gesù Cristo in Giovanni 14:6 dice: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me". Magari oggi non è "politicamente corretto" dire questo, ma dobbiamo avere il coraggio di dire: non esiste altra via che porta a Dio che questa. Tutte le altre vie sono solo illusioni e vane speranze, frutto della immaginazione umana. Un vecchio proverbio dice: "Tutte le strade conducono a Roma". Poteva certamente essere vero per la rete di strade che congiungeva ogni regione dell'impero a Roma, la capitale, per promuovere la loro potenza e profitti, ma non è vero spiritualmente. Gesù Cristo solo è Dio con noi, la via che porta a Dio Padre, al Cielo, alla vita eterna.
In atti 4:12 l'apostolo Pietro dice: "In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati". Gesù Cristo "...da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione" (1 Co. 1:30). Il Suo sacrificio sulla croce è l'unico che ci possa far conseguire il perdono dei nostri peccati e la riconciliazione con Dio. Egli è il solo che abbia per noi dato l'intera Sua vita. Gesù disse che ogni altro preteso salvatore non è che un ladro ed un brigante, ciechi che conducono altri ciechi a cadere nel fosso dell'eterna disperazione.


4. La strada antica delle Scritture


Questa strada maestra è pure chiamata: "il sentiero antico", quello certo e sicuro dove che tanti già hanno percorso e non sono stati delusi. Come disse il profeta Geremia: "Fermatevi sulle vie e guardate, domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada, e incamminatevi per essa; voi troverete riposo alle anime vostre! Ma quelli rispondono: "Non c'incammineremo per essa!" (Gr. 6:16). C'è tanta gente oggi che, con tutta la loro istruzione, pretende di essere superiore ed odia questo sentiero antico di Dio. Essi chiedono: "Dov'è il sentiero più recente e moderno? Voglio camminare per esso". Qui però ci è detto: "State ad un bivio e non sapete in quale direzione andare. Dovreste chiedere informazioni a qualcuno che conosce la via giusta". A chi dovremmo domandare? Dovremmo domandare ai fedeli ministri dell'Evangelo.
Dite loro: "Voglio sapere quale sia il sentiero antico, dove sia il vecchio sentiero, quello più sicuro".
"Domandate qual è il sentiero antico", dice Dio, "e quando lo trovate incamminatevi per esso. In esso solo troverete riposo per la vostra anima". Al tempo di Isaia tanta gente "cercava lumi" per la loro vita in oroscopi ed in medium. Il profeta, però, li sfida con queste parole:"Se vi si dice: «Consultate quelli che evocano gli spiriti e gli indovini, quelli che sussurrano e bisbigliano», rispondete: «Un popolo non deve forse consultare il suo Dio? Si rivolgerà forse ai morti in favore dei vivi? Alla legge! Alla testimonianza!» Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui nessuna aurora! Andrà peregrinando per il paese, affranto, affamato; quando avrà fame, si irriterà, maledirà il suo re e il suo Dio; volgerà lo sguardo in alto, lo volgerà verso terra, ed ecco, non vedrà che difficoltà, tenebre, oscurità piena d'angoscia; sarà sospinto in mezzo a fitte tenebre" (Is. 8:19-22).


 5. Una via chiaramente tracciata


Questa strada maestra è pure una via riconoscibile, tracciata con chiarezza, che non inganna. E' così chiara che non abbiamo bisogno di essere particolarmente istruiti e sofisticati per trovarla e incamminarci per essa. Il nostro testo dice: "...anche gli insensati, non potranno smarrirvisi". La Bibbia ci dice che a seguire Gesù era soprattutto la gente comune. Lo ascoltava con gioia. "Pubblicani e peccatori" si rallegravano del Suo insegnamento. 1 Corinzi 1 ci dice, difatti, che non molte persone d'istruzione elevata, non molte persone influenti e nobili di nascita avevano trovato questa via, nonostante i vantaggi che essa offre. Coloro che camminano per essa sono gente ordinaria, ma è proprio la gente che Dio ha scelto. "Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti" (1 Co. 1:27).


6. La via santa


Il nostro testo dice che questa strada maestra è pure "la via santa" disegnata e costruita dal Dio tre volte santo. Per questo: "Nessun impuro vi passerà". Perché tanti anche oggi non vogliono incamminarsi su questa strada? Perché non vogliono separarsi dai loro peccati favoriti, nonostante le conseguenze negative che comportano! Ostinatamente vi vogliono rimanere attaccati! La strada maestra è la via della santità, cioè una via che si eleva al di sopra della confusione, del disordine, dello sporco, della spazzatura di questo mondo. Coloro che vi camminano sono chiamati ad elevarsi moralmente, a concentrare la loro attenzione su ciò che sta in alto, non ciò che sta in basso. Certo, nessuno da solo può ripulirsi dal peccato che lo contamina. Ma nessuno potrà camminare sulla via di Dio se non è pulito. L'apostolo Pietro scrive: "come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo»" (1 Pi. 1:15,16). Dio, che ci dice: "Siate santi", è pure Colui che ci può rendere santi. Egli ci tira su dal fango del nostro peccato, ci lava e ci purifica con il sangue di Cristo. Quando Dio ci purifica, la nostra colpevolezza viene rimossa, i nostri peccati sono espiati, e noi siamo giustificati, santificati e presto glorificati. Gesù è venuto a salvare il Suo popolo dai loro peccati. Coloro che fanno fatica ad accettare di camminare sulla via maestra di Dio, amano il peccato più di quanto amino Gesù Cristo.


7. Una strada sicura


Si tratta, infine di una strada sicura: "In quella via non ci saranno leoni; nessuna bestia feroce vi metterà piede o vi apparirà". Non ci saranno là leoni pronti a sbranarci. Sì, possiamo anche udire dei ruggiti, ma non dobbiamo avere paura. Possiamo vincere questi "leoni" per la fede in Colui che è venuto per distruggere le opere del diavolo. Il Signore sarà come un muro che ci protegge dal fuoco. Potremmo anche attraversare "la valle dell'ombra della morte", come dice il Salmo 23, ma non abbiamo paura. L'ombra dei leoni non ci morde, l'ombra di una spada non può ferirci, l'ombra della morte non può ucciderci! Esclamiamo allora, con Paolo: "«O morte, dov'è la tua vittoria? O morte, dov'è il tuo dardo?». Ora il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge; ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo" (1 Co. 15:55-57). Attraverso la vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo otteniamo vita eterna. Siamo sicuri nella potente mano di Dio, non periremo per la via... Quando così, camminando sulla via di Cristo, siamo tentati ad abbandonarla, abbiamo la garanzia che Dio stesso ci darà modo di resisterle e, se cadiamo in essa, di venirne fuori.


La strada maestra che ci riporta a casa
strada maestra
Abbiamo iniziato riflettendo sul fatto che a nessuno piace essere esclusi, respinti, allontanati, ignorati e mandati via. Questa è un'indicazione, come abbiamo osservato, della nostra condizione esistenziale, fatta di costanti tensioni e di rapporti spezzati con il nostro prossimo e con Dio. Vivere nel deserto e nella desolazione della miseria e della frustrazione è il risultato, la conseguenza inevitabile, di ciò che la Bibbia chiama peccato, ad ogni livello. Di conseguenza, viviamo come l'antico Israele, esiliati in una terra straniera. Sogniamo la nostra patria ed i suoi tratti, col passare del tempo, diventano, nella nostra mente, sempre più indistinti. Perdiamo allora la speranza di poterci tornare e cerchiamo di adattarci "quaggiù", sapendo che la nostra vita è veramente simile ad un ergastolo. Un giorno, però, ecco che ci viene annunziata la grazia. Quello stesso Dio che giustamente ci condanna a causa del nostro peccato, è lo stesso che provvede a noi un Salvatore in Gesù Cristo. Il profeta Isaia Lo proclama come "la strada maestra" che ci può ricondurre "a casa", là dove noi apparteniamo. Egli disse: "Io sono la via, la verità e la vita". Questa è la strada antica e sicura che ci porta a Dio e che la Bibbia continua a mostrarci, nonostante le tante moderne, ma ingannevoli "strade alternative". La via maestra, però, è chiara, distinta ed onesta. E' la via della santità di Gesù Cristo, del quale la Bibbia dice: "Egli non commise peccato e  nella sua bocca non si è trovato inganno" (1 Pi. 1:22).
Potremmo paragonare Cristo al moderno "navigatore satellitare" che è oggi sempre più comune nelle automobili. E' un piccolo apparecchio elettronico in costante contatto con un satellite in cielo e che permette di localizzare la nostra posizione e di mostrarci come arrivare passo passo alla nostra destinazione attraverso le strade migliori e più sicure. Usare un navigatore satellitare dà un meraviglioso senso di sicurezza tanto che non ci perdiamo più quando non conosciamo la via per giungere ad un determinato luogo. Di un navigatore satellitare possiamo avere completa fiducia, anche quando sembra farci passare in zone sconosciute che ci rendono perplessi e ci fanno chiedere: "Ma sarà la via giusta?". Seguiamo, però, le sue indicazioni e ci arriviamo senza ritardo. Lo stesso possiamo dire quando ci affidiamo al Signore e Salvatore Gesù Cristo, di cui la Bibbia dice: "Egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro... Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno" (Eb. 7:25; 13:8).


tratto da: http://www.riforma.net/




 “Facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. 
O Eterno, DIO degli eserciti, ristoraci; fa' risplendere il tuo volto e saremo salvati” 
(Salmi 80:18-19)
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