Una definizione elementare dice che la saggezza consiste nel "fare il miglior
uso possibile della conoscenza che si ha a disposizione".
Tu, ti consideri saggio o saggia? Questa domanda non mira a capire se usi o no la parola “saggio” quando pensi a te stesso, ma quanto ti fidi del tuo ragionamento. Se per abitudine, ti affidi quasi ciecamente ai tuoi ragionamenti e al tuo discernimento, a come le cose sembrano a te, allora, che tu te ne renda conto oppure no, ti consideri saggio o saggia.
Tu, ti consideri saggio o saggia? Questa domanda non mira a capire se usi o no la parola “saggio” quando pensi a te stesso, ma quanto ti fidi del tuo ragionamento. Se per abitudine, ti affidi quasi ciecamente ai tuoi ragionamenti e al tuo discernimento, a come le cose sembrano a te, allora, che tu te ne renda conto oppure no, ti consideri saggio o saggia.
Ecco quello che la Parola di Dio dichiara a chi si considera saggio ai propri occhi:
“Non ritenerti savio ai tuoi occhi, temi l’Eterno e ritirati dal male;” (Proverbi 3:7)
“Hai visto un uomo che si crede saggio? C’è maggiore speranza per uno stolto che per lui,” (Proverbi 26:12 )
“Guai a quelli che sono saggi ai loro occhi e intelligenti davanti a loro stessi!” (Isaia 5:21)
Chi crede di essere saggio per conto suo ha una sapienza terrena.
Esiste però un altro tipo di sapienza, la sapienza che viene da Dio. Qui, vogliamo considerare queste due forme di sapienza e i loro
frutti. La mia preghiera è che ognuno di noi possa ricercare la
sapienza che viene da Dio.
Che cos'è la sapienza
Iniziamo considerando che cos'è la saggezza, ovvero la sapienza. La saggezza è diversa dall’intelligenza.
Essere intelligenti, di solito, vuol dire conoscere fatti. Una
persona molto intelligente sa tante cose, e spesso conosce la risposta
alla domanda che le viene posta. Il mondo stima molto gli uomini
intelligenti, coloro che sanno fare, che sono molto competenti in
qualche campo. È importante ricordare che, per quanto qualcuno sia
esperto in un certo ambito, è ignorante in tantissime altre materie.
Comunque sia, il mondo premia l’intelligenza.
Tuttavia, il fatto di essere intelligenti, di sapere tante cose, non
significa saper usare quell'intelligenza per scopi buoni. Si può usare
l’intelligenza a fin di bene o per un fine malvagio. Ci sono
malviventi che hanno una grande conoscenza grazie alla quale compiono
atti disonesti. Ci sono persone brave a capire come fare per guadagnare
tanto denaro o altro, però poi arrivano al giudizio finale
spiritualmente povere. L'intelligenza non reca loro alcun vero
beneficio eterno.
Invece, possedere la sapienza significa saper usare l’intelligenza,
le varie capacità e i mezzi che uno ha per i traguardi migliori, quelli
che portano veri benefici eterni.
Ossia, essere saggi vuol dire saper adoperare la propria
intelligenza ed altre capacità per traguardi veramente buoni, anzi, per
le mete migliori. Il contrario della sapienza è la stoltezza.
Allora, una persona può essere molto intelligente, ma allo stesso
tempo, molta stolta, se usa la sua intelligenza per ottenere risultati
che alla fine saranno distrutti per sempre. Per esempio, Gesù ci
insegna che se qualcuno impiega la sua intelligenza per cercare di
stare bene in questa vita e trascura la sua condizione spirituale, non
prestando attenzione agli avvertimenti che Dio gli dà, quell'uomo
rimarrà sotto il giudizio eterno, e tutto quello per cui avrà faticato
non gli gioverà a nulla. Questa è vera stoltezza. Una persona simile è
intelligente, ma non saggia.
Chiaramente, gli uomini non vogliono ritenersi stolti ai propri
occhi. Perciò, hanno inventato una sapienza umana, terrena. La sapienza
terrena porta un frutto terribile, mentre la sapienza dall'alto, che
viene da Dio dà un frutto meraviglioso. In questo scritto, vogliamo
capire meglio qual'è la vera sapienza, quella che procede da Dio, e
vogliamo confrontarla con la sapienza terrena. Il mio scopo è di
stimolare ciascuno di noi a ricercare la vera sapienza.
Giacomo 3:13-18
Il passo che vogliamo esaminare è Giacomo 3:13-18. All'inizio di
questo capitolo, Giacomo parla del pericolo di considerarsi saggi ai
propri occhi, e di voler essere maestri senza pensare alle conseguenze
di eventuali insegnamenti sbagliati. Chi si comporta così è stolto,
non saggio.
“Chi è savio e intelligente fra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere fatte con mansuetudine di sapienza. Ma se nel vostro cuore avete amara gelosia e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità. Questa non è la sapienza che discende dall’alto, ma è terrena, animale e diabolica. Dove infatti c’è invidia e contesa, lì c’è turbamento ed ogni sorta di opere malvagie. Ma la sapienza che viene dall’alto prima di tutto è pura, poi pacifica, mite, docile, piena di misericordia e di frutti buoni, senza parzialità e senza ipocrisia. Or il frutto della giustizia si semina nella pace per quelli che si adoperano alla pace.” (Giacomo 3:13-18)
Questo brano confronta la sapienza terrena, che porta al male, con
la sapienza proveniente da Dio, che produce bene e benedizioni.
Riflettiamo sui due tipi di sapienza e impegniamoci ad avere la vera sapienza, che viene da Dio.
La sapienza terrena
Consideriamo per prima quella che il passo chiama “sapienza terrena”, la sapienza del mondo. Che cos'è la sapienza del mondo o, per meglio dire, ciò che il mondo considera sapienza? Come possiamo riconoscere questa sapienza? Quali sono alcuni dei suoi frutti?
Amara gelosia e spirito di contesa
Iniziamo con il v.14, che ci aiuta a riconoscere la sapienza terrena.
“Ma se nel vostro cuore avete amara gelosia e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità.” (Giacomo 3:14)
Alcune delle caratteristiche della sapienza terrena sono la gelosia e
uno spirito di contesa. La gelosia in sé è già molto negativa e
malvagia. Qui, viene aggiunto l’aggettivo “amara”. La gelosia ci porta a
stare male quando gli altri stanno bene, anche se non manchiamo di
nulla. Provare amara gelosia vuol dire avere il cuore agitato quando
qualcuno sta meglio di te. Chi ha questa gelosia nel cuore non può
stare bene quando gli altri sono contenti, e nemmeno quando le cose
procedono bene per lui, perché egli teme che qualcun altro potrebbe
stare meglio. La gelosia rovina i rapporti fra le persone.
La parola che viene tradotta con l'espressione “spirito di contesa” è
un termine greco che veniva usato per descrivere chi entrava in
politica per motivi egoistici e che cercava di portare avanti il suo
programma a qualsiasi costo, anche calpestando gli altri. La stessa
parola viene impiegata in Filippesi 1:16, quando Paolo descrive coloro
che predicavano il vangelo mentre egli era in prigione, e che cercavano
così di fargli del male.
“Alcuni invero predicano Cristo anche per invidia e contesa, ma vi sono anche altri che lo predicano di buon animo. Quelli certo annunziano Cristo per contesa, non puramente, pensando di aggiungere afflizione alle mie catene,” (Fil 1:15-16)
La sapienza del mondo porta ad avere uno spirito che cerca il
proprio bene, e non quello degli altri, il che produce contese. Questo è
completamente contrario allo spirito mostrato da Cristo, e che Dio ci
comanda di avere, in Filippesi 2:3,4:
“non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso. Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri.” (Fil 2:3-4)
Cercare il proprio bene, a costo di calpestare gli altri, e provare gelosia sono chiari frutti della sapienza terrena.
Notate la seconda parte del v. 14.
“Ma se nel vostro cuore avete amara gelosia e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità.” (Giacomo 3:14)
Che cosa vuol dire: “non mentite contro la verità”? Il
contesto è il seguente: se uno proclama di avere sapienza, mentre ha
nel cuore amara gelosia e uno spirito di contesa, allora, non deve
vantarsi, affermando di essere saggio, perché comportandosi in quel
modo, mente contro la verità. È uno stolto.
Notiamo anche il v.15:
“Questa non è la sapienza che discende dall’alto, ma è terrena, animale e diabolica.” (Giacomo 3:15)
La sapienza che porta a provare gelosia e ad avere uno spirito di
contesa non viene dall'alto, dal cielo, ma piuttosto è terrena, animale
e diabolica. Non ha niente a che fare con Dio. Riflettiamo su questi
aspetti della sapienza umana.
E' terrena
La sapienza terrena non va oltre questa vita. Non è capace di
considerare e capire veramente le cose di Dio, ma si limita alle cose
di questa terra. Perciò, non può essere vera sapienza, perché la vita
non è limitata alle cose terrene. Visto che la vera vita ha più a che
fare con l’eternità che con questo mondo, una cosiddetta sapienza che
non giunge fino alle realtà celesti è stoltezza, e non vera sapienza.
E' animale
La sapienza del mondo è anche animale. La parola greca tradotta come
“animale” è usata anche in 1Corinzi 2:14, dove è resa con l'aggettivo
“naturale”.
“Or l’uomo naturale non riceve le cose
dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può
conoscere, poiché si giudicano spiritualmente.” (1Corinzi 2:14)
Questo termine indica le qualità dell’uomo che assomigliano alle
caratteristiche delle bestie. In altre parole, la sapienza del mondo
rende l’uomo simile a una bestia che non sa distinguere le cose di vero
valore.
Gesù parla di questo tipo di persona in Matteo 7:6:
“Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con i piedi e poi si rivoltino per sbranarvi.” (Mat 7:6)
Gesù non sta disprezzando le persone chiamandole “porci”, ma
piuttosto sta spiegando che, come il porco non sa minimamente
apprezzare una perla, che è di grande valore, così gli uomini naturali
non sanno apprezzare i tesori di Dio. La sapienza terrena non riesce a
comprendere il vero valore delle cose che provengono da Dio.
Come il porco preferisce il fango alle perle, così la sapienza
terrena porta una persona a preferire le cose che non hanno alcun
valore eterno a quelle di vero valore.
E'diabolica
Oltre ad essere terrena ed animale, la sapienza terrena è anche diabolica. Essa deriva dalla potenza di Satana.
In Efesini 2:1,2, ci viene spiegata la condizione dell’uomo
naturale, che costituisce quella di ogni credente prima della sua
salvezza.
“Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati, nei quali già camminaste, seguendo il corso di questo mondo, secondo il principe della potestà dell’aria, dello spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza,” (Efe 2:1-2)
Per natura, gli uomini seguono il corso di questo mondo, secondo la
guida del principe della potestà dell’aria, ovvero di Satana. Quindi,
la sapienza terrena è diabolica. Non reca alcun vero bene eterno.
Il mondo esalta la sapienza terrena, ma essa è appunto solo terrena,
animale e diabolica, e non dobbiamo desiderarla, anche se ci porta ad
ottenere l’approvazione del mondo.
Compie anche opere malvagie
Il v.16 ci spiega altre qualità della sapienza del mondo. Leggiamolo.
“Dove infatti c’è invidia e contesa, lì c’è turbamento ed ogni sorta di opere malvagie.” (Giacomo 3:16)
La sapienza terrena, che produce invidia e contese, porta al
turbamento o ad ogni sorta di opere malvagie. Cioè, quando alla radice
ci sono invidia e contesa, il frutto finale sarà turbamento anziché
pace, e si avranno opere malvagie di ogni sorta, anziché vere buone
opere. I buoni rapporti verranno distrutti, e la vita sarà segnata da
tanti tipi di peccati.
La sapienza del mondo può sembrare una cosa da desiderare, e
infatti, è molto ricercata nel mondo. Tuttavia, genera tanti frutti
terribili nella vita.
La sapienza dall’alto
Passiamo ora a considerare la sapienza dall'alto. Come la sapienza terrena produce un frutto cattivo, così la sapienza dall'alto dà un frutto buono, che permette di distinguerla. Giacomo ci elenca le qualità che fanno parte della sapienza che viene da Dio. Questa è la sapienza che ognuno di noi dovrebbe ricercare ardentemente.
Essa controlla tutta la nostra vita
La prima cosa da capire è che la sapienza che viene dall'alto
controlla la vita di chi ce l'ha. Notate che Giacomo inizia con la
domanda, nel v.13, “chi è savio e intelligente fra voi?”. La
parola greca tradotta qui come “intelligente”, in tutto il NT, viene
usata solo in questo punto, e anziché avere il significato di possedere
un'intelligenza normale, questo termine vuol dire “essere un vero
esperto, che sa applicare la sua conoscenza alla vita
pratica”. Ossia, l'intelligenza normale riguarda maggiormente la
conoscenza di vari fatti, che non sempre incide sulla vita pratica.
Invece, l'intelligenza dall'alto è un’intelligenza che viene applicata
in ogni campo della vita.
Allora, quando parliamo della sapienza dall’alto, dobbiamo capire
che si tratta di una sapienza che guida tutto il nostro comportamento.
Non è una semplice conoscenza intellettuale, ma una sapienza che
dirige il nostro modo di parlare, di agire e di pensare in ogni
situazione della vita.
Un comportamento che dimostra vera sapienza
Il v.13 parla del frutto stupendo che la vera sapienza produce.
“Chi è savio e intelligente fra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere fatte con mansuetudine di sapienza.” (Giacomo 3:13)
Chi ha la sapienza dall’alto avrà anche una buona condotta, buona
secondo il metro di Dio. Non solo, ma le sue buone opere saranno
compiute con mansuetudine di sapienza. Il termine “mansuetudine” è
molto importante.
Essere mansueti vuol dire vivere umilmente, con fede in Dio, al
punto di accettare tutto quello che la Sua provvidenza ci dà, senza
lamentarci o resistervi. Significa, perciò, avere pace e accettare
quando gli altri peccano contro di noi, sapendo che Dio, con lo scopo
di purificarci, permette il male che essi ci fanno,, e sapendo per fede
che Dio ci libererà al Suo tempo perfetto. Essere mansueti quindi è il
contrario di lottare per far valere i propri diritti o spingere per
promuovere i propri interessi.
L'unico modo di essere veramente mansueti è di avere fede nella
bontà di Dio e nel suo sovrano controllo sulle nostre vite. La
persona mansueta non si preoccupa di se stessa, né si agita quando
viene offesa o se le si fa del male. La mansuetudine è un frutto dello
Spirito Santo.
Essere mansueti vuol dire rimanere calmi nella tempesta, non per forza di volontà, ma tramite una forte fede in Dio.
Perciò, chi è veramente savio e intelligente, lo dimostrerà
compiendo buone opere con mansuetudine di sapienza. La vera sapienza,
che viene dall'alto, vuol dire essere veramente mansueti.
Altri stupendi frutti della sapienza
La vera sapienza produce altri meravigliosi frutti nella vita, alcuni dei quali sono elencati da Giacomo nel v.17.
“Ma la sapienza che viene dall’alto prima di tutto è pura, poi pacifica, mite, docile, piena di misericordia e di frutti buoni, senza parzialità e senza ipocrisia.” (Giacomo 3:17)
Consideriamo ciascuno di questi frutti.
E' pura
La qualità più importante della vera sapienza, ciò che la
caratterizza prima di tutto, è che essa è pura. Le altre qualità sono
essenziali, ma per prima cosa, la vera sapienza è pura.
La parola greca tradotta con “pura” è “Agnos”, che deriva dal
termine “Agios”, il cui significato è “purezza, santità”. Essere santi
vuol dire essere separati da tutto ciò che è impuro e non secondo la
Parola di Dio.
Quindi, la qualità fondamentale della vera sapienza è la purezza, la
santità, cioè la conformità alla Parola di Dio, e di conseguenza, la
separazione da tutto quello che è peccato.
Altre qualità:
Su questa base, proseguiamo verso le altre qualità che fanno parte della vera sapienza, proveniente da Dio.
E' pacifica: la vera sapienza è pacifica.
Quest'aggettivo indica chi ama e promuove la pace. Di natura, l’uomo
non è pacifico. Si agita, si arrabbia, serba rancore e tanti altri
sentimenti negativi che possono portare alla divisione. La sapienza del
mondo ha uno spirito di gelosia e di contesa. Essere pacifici è il
contrario di tutto questo. Essere pacifici vuol dire impegnarsi per
promuovere la vera pace con gli altri, e anche la pace fra l’uomo e
Dio. Questo fa parte della vera sapienza.
E' mite: un'altra qualità è di essere mite: questo
termine descrive una persona che non ha alcun desiderio di vendetta.
Quando subisce un'ingiustizia, lei rimane calma, fidandosi di Dio e
trovando la sua pace e la sua gioia in Lui.
Questa è la qualità che vediamo in Gesù quando si trova davanti al sinedrio e poi davanti ai soldati romani. Leggo Isaia 53;7:
“Maltrattato e umiliato, non aperse bocca. Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori non aperse bocca.” (Isaia 53:7)
Chi è mite, porta pace e riduce la tensione ovunque vada.
E' docile: la vera sapienza è docile: questa qualità
dipinge chi si sottomette facilmente alle regole e alle richieste che
gli vengono imposte, come ad esempio un ragazzo che entra a fare parte
dell'esercito, e accetta senza problema le varie regole della vita
militare. Egli fa tutto ciò che gli viene detto, senza sentirsi
aggravato e a prescindere dal fatto che ogni cosa sia giusta oppure no.
Perciò, per un credente essere docile vuol dire accettare senza
problema i comandamenti del Signore, e quello che la provvidenza di Dio
permette nella sua vita. Questa è vera sapienza, perché le vie del
Signore sono perfette e sono per il nostro bene. La vera sapienza
riconosce questa realtà, anche quando non capisce il perché di una
situazione. La fede in Dio, fa sì che il credente è docile poiché egli
sa che Dio non sbaglia mai.
È piena di misericordia: la vera sapienza è piena di
misericordia. Mostrare misericordia significa avere riguardo per
coloro che soffrono o si trovano in situazioni difficili, e anche
essere pronti a perdonare. Dio dimostra tanta misericordia con ciascuno
di noi. La vera sapienza riconosce questo fatto, e perciò è piena di
misericordia verso gli altri.
È piena di frutti buoni: la sapienza che viene
dall’alto è anche piena di frutti buoni. Se la vita di una persona non è
piena di frutti buoni, non c'è vera sapienza. Notate
nella preghiera
di Paolo per i credenti, in Filippesi 1 come la vera conoscenza e il vero discernimento, che fanno parte della
sapienza, sono collegati ai frutti della giustizia.
“E per questo prego che il vostro amore abbondi sempre di più in conoscenza e in ogni discernimento, affinché discerniate le cose eccellenti e possiate essere puri e senza macchia per il giorno di Cristo ripieni di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, alla gloria e lode di Dio.” (Fil 1:9-11)
Quando cresciamo in vera sapienza, che è anche conoscenza e
discernimento, essa ci porta necessariamente ad essere ripieni di
frutti di giustizia. Questi frutti portano gloria e lode a Dio. Chi ha la sapienza che
viene dall’alto, avrà una vita piena di buoni frutti.
È senza parzialità:
la vera sapienza è senza parzialità. Essere parziali vuol dire fare
delle distinzioni sbagliate e prendere decisioni per interessi, anziché
compiere ciò che è giusto. Dio non usa parzialità, ed è un grave
peccato essere parziali. La vera sapienza porta ad essere imparziali
in tutti i nostri rapporti.
È senza ipocrisia: infine, la vera sapienza è senza
ipocrisia. Non porta una maschera, non fa sembrare una cosa diversa da
quella che è. La sapienza terrena spesso cerca di fingere per ottenere
qualcosa. Anzi, la sapienza terrena considera molto importante e
intelligente essere in grado di nascondere i veri sentimenti e
pensieri, per arrivare ad affrontare meglio una situazione. Tale
mentalità è veramente diabolica, ed è il contrario dell’amore
cristiano. Avere vera sapienza dall’alto vuol dire essere completamente
senza ipocrisia. Questo è il comportamento che viene benedetto da Dio.
Quindi, chi ha vera sapienza dall'alto non cerca di sfruttare una
situazione per soddisfare i propri interessi, come fa chi ha una
sapienza terrena. Piuttosto, chi ha vera sapienza si fida di Dio,
sapendo che Egli lo curerà nel migliore dei modi, secondo il suo piano
perfetto, per i suoi scopi eterni.
Chi ha la sapienza dall'alto segue Dio in tutto, ed è docile, mite,
pieno di misericordia e di buoni frutti.
Questi sono alcuni dei buoni frutti della sapienza dall'alto.
Questi sono alcuni dei buoni frutti della sapienza dall'alto.
Il frutto della giustizia
Il v.18 conclude il brano con una verità molta bella.
“Or il frutto della giustizia si semina nella pace per quelli che si adoperano alla pace.” (Giacomo 3:18)
La vita di fede, vissuta con la sapienza dall'alto, è una vita
ricolma della giustizia di Dio. Questa giustizia produce molto frutto
che si semina nella pace. Colui che è
pieno di sapienza dall'alto avrà pace con Dio, avrà pace nei suoi
rapporti con gli altri, e aiuterà alcuni ad essere in pace con Dio
per mezzo di Gesù Cristo. Chi vive secondo la sapienza dall’alto si
adopererà per la pace.
Adoperarsi per la pace vuol dire proclamare e promuovere il Vangelo,
perché solamente tramite la salvezza per fede in Gesù si può ottenere
pace con Dio e poi pace con gli altri. Se vogliamo portare pace nel
mondo, dobbiamo riconoscere che l’unica vera pace deve iniziare dalla
pace con Dio, e che l’unico modo di avere la pace con Dio è per mezzo
della salvezza in Gesù Cristo. Chi non ha il perdono dei propri peccati
non ha pace con Dio, e non potrà mai avere vera pace. Quindi,
adoperatevi per la pace, vivete per proclamare il Vangelo di Gesù
Cristo. Chi vive così avrà una vita piena del frutto della giustizia e
piena di vera pace.
Conclusione
E' chiaro che esiste
un contrasto infinito fra quella che il mondo considera sapienza e la
vera sapienza, la sapienza che viene dall’alto.
La sapienza del mondo porta a vivere per cercare di stare bene in
questa vita, ignorando le realtà eterne, e produce una vita piena di
gelosia, contese e tante altre cose malvagie. In realtà, la sapienza
terrena è vera stoltezza.
La sapienza dall'alto, invece, è pura e genera mansuetudine, umiltà,
e fede in Dio in ogni situazione. Essa produce tanti buoni frutti. Chi
ha questa sapienza non cerca di difendersi, ma piuttosto, si adopera
al compimento di buone opere e per la pace.
Capire la distinzione fra la sapienza terrena e la sapienza
dall'alto è essenziale, ma è ancora più importante porsi la domanda
seguente: quale sapienza stai cercando nella tua vita? Stai cercando di combattere per i tuoi diritti, di difenderti da offese e torti subiti e di fare strada nella vita?
Oppure, ti stai umilmente fidando di Dio, dei Suoi tempi, e della
Sua provvidenza, impegnandoti per il bene degli altri e per la gloria
di Dio?
Vi esorto a ricercare la sapienza dall'alto, in Cristo Gesù.
Umiliatevi, fidatevi di Dio. Non combattete per quelli che vi sembrano i
vostri diritti; piuttosto, diventate miti e mansueti, e lasciate che
Dio combatta per voi nel suo tempo e nel suo modo. Voi, lottate contro
la vostra carne e il vostro peccato. Così, avrete la sapienza
dall'alto, con il suo buon frutto. E così conoscerete la pace di Dio!
Questo è possibile per chi ha Gesù Cristo come Salvatore e Signore.
Quindi, prima di tutto, cercate Gesù come Salvatore. Poi, seguite le
orme di Gesù per vivere giorno per giorno secondo la sua volontà, e
quindi con saggezza, finché non vedrete Dio.
di Marco deFelice
"Temere il Signore, questo è sapienza, e fuggire il male è intelligenza"
(Giobbe 28:28 )
0 comments:
Posta un commento
Tutti i commenti non inerenti verranno cestinati