Le vergini avvedute e le vergini stolte | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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mercoledì 13 novembre 2013
Unknown

Le vergini avvedute e le vergini stolte

dieci vergini
"Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno, né l'ora in cui il Figlio dell'uomo verrà" (Matteo 25:13)


L'apostolo Paolo, nella sua epistola agli Ebrei, ci avverte che "è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ciò viene il giudizio" (Ebrei 9:27). E io credo che, se deve esserci qualche considerazione atta a  risvegliare il mondo dalla sonnolenza,  deve essere questa, che ci sarà un giorno  in cui  questi cieli saranno avvolti come una pergamena, gli elementi si dissolveranno consumati dal calore e la terra e le opere che sono in essa saranno arse; ed ogni anima, di ogni lingua e nazione, sarà chiamata a comparire davanti al terribile tribunale del giusto Giudice dei vivi e dei morti, per ricevere ricompense e castighi,  a seconda delle azioni compiute nella propria vita nel mondo. Il grande apostolo Paolo, quando  fu condotto davanti al governatore Felice, non pensò ad alcun mezzo migliore, per  convertire quell'uomo peccatore, di quello del parlargli "di giustizia, di autocontrollo e del giudizio futuro" (Atti 24:25). E sono persuaso che fu l'ultimo di questi tre argomenti, il giudizio a venire, che lo fece tremare: e sebbene il mondo non faccia che peggiorare e diventare sempre più malvagio, sono pochi coloro le cui coscienze sono così inaridite da negare che  un giorno dovranno rendere conto della loro esistenza a Dio. La dispensazione promiscua della provvidenza in questa vita, in cui noi vediamo uomini buoni afflitti, indigenti, tormentati, e l'empio trionfante a cui è permesso di cavalcare sopra le loro teste, è stata sempre considerata come un argomento irrefutabile, dalla gran parte degli uomini, che non ci potrà essere un giorno in cui Dio giudicherà il mondo con giustizia, e gestirà  la giustizia sul suo popolo.  Infatti, seppure in questa vita vediamo spesso persone afflitte, sofferenti, angosciate, e persone ripiene di malvagità trionfare sui deboli, sappiamo che si avvicina il giorno in cui Dio giudicherà il mondo con giustizia, e farà ragione al Suo popolo. 


Alcuni, infatti, sono così audaci da negarlo, mentre sono impegnati con la concupiscenza degli occhi e l'orgoglio della vita. Ma visitateli sul loro letto di morte, e chiedetegli, quando le loro anime stanno per andare verso l'eternità, cosa pensano del giudizio a venire; essi vi risponderanno che non riescono più a mentire alla loro coscienza. Essi provano nei loro cuori una spaventosa attesa di giudizio e di indignazione ardente. Se dunque le cose stanno così, non riguarda anche ciascuno di noi, fratelli miei, esaminare seriamente la situazione della nostra anima nei confronti di Dio, e cosa dobbiamo aspettarci in quel giorno? Per i fornicatori, gli idolatri, gli adulteri, gli effeminati, gli omosessuali, i ladri, gli avari, gli ubriaconi, gli oltraggiatori, i rapinatori, e coloro che fanno altre cose simili, non ci sono dubbi su cosa sarà di loro; se non si ravvedono essi non entreranno mai nel regno di Dio e di Cristo: no, la loro dannazione non tarderà; un Tofet di fuoco ardente, acceso dal furore dell'ira ardente di Dio, è preparato per accoglierli, e nel quale essi dovranno subire la pena di un fuoco eterno. E non vi è neppure alcun dubbio sulla sorte dei veri credenti; perchè essi, anche se disprezzati e rigettati dagli uomini naturali, sebbene siano nati di nuovo da Dio, sono figli ed "eredi di Dio e coeredi di Cristo" (Romani 8:17). Nei cuori dei veri credenti vi è la caparra dell'eredità promessa dal Signore, e la garanzia della Via nuova e vivente preparata per loro per mezzo del sangue di Gesù Cristo, attraverso il quale sarà loro "ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore", nel gran giorno del giudizio. 

L'unica domanda che dobbiamo porci è, che ne sarà dei "quasi cristiani", coloro cioè che si accontentano di arrivare in cielo, come essi ritengono, attraverso una via di mezzo, vivendo senza essere troppo carnali, o come immaginano erroneamente, giusti sopra molti altri. In ogni comunità vi sono molti credenti di questo tipo. E quel che è peggio è che è più facile convincere i pubblicani e i peccatori del loro stato di non salvati di uno qualsiasi di questi. Nonostante ciò, se Gesù Cristo è Colui che può giudicarci, essi saranno certamente rigettati e disconosciuti da Lui nell'ultimo giorno, come se essi avessero vissuto in aperta sfida a tutti i Suoi comandamenti. Questo è ciò che dice il nostro Signore nella parabola della quale i versi che abbiamo letto sono la conclusione, e di cui intendo fare l'argomento del mio presente discorso. "Allora", cioè nel giorno del giudizio, del quale Gesù sta parlando, "il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrare lo sposo"

In queste parole si allude a un'usanza ebraica dei tempi del nostro Signore, praticata in occasione dei matrimoni, che solitamente avvenivano di notte; era consuetudine per le persone che erano nella stanza della sposa uscire in processione con delle luci e andare incontro allo sposo. Lo sposo, nella parabola che abbiamo letto, è Gesù Cristo. La chiesa, cioè i veri credenti, sono la Sua Israele; Egli è unito ad essa da un solo spirito, anche in questa vita; ma la solennità delle loro sacre nozze è riservata al giorno del giudizio, quando Cristo verrà Egli stesso a prenderla per portarla a casa, e per presentarla agli uomini e agli angeli come suo acquisto, e al Padre, senza macchia né difetto. Le dieci vergini qui rappresentano la cristianità in generale. Tutti sono chiamati vergini, perché sono chiamati ad essere santi. Chiunque nomina il nome di Cristo è obbligato da quella professione di fede a ritirarsi da qualunque iniquità. Ma i semplici e i puri di cuore saranno gli unici a ricevere la benedizione di vedere Iddio. Come Cristo nacque da una vergine, così Egli può dimorare solo in anime vergini, rese pure e sante dalla presenza in esse dello Spirito Santo. Cosa dice l'apostolo? "Non tutti quelli che sono d'Israele sono Israele" (Romani 9:6), e non sono tutti Cristiani coloro che si fanno chiamare Cristiani: no, dice il nostro Signore, nel secondo verso, "cinque di loro erano avvedute" (veri credenti) "e cinque stolte" (ipocriti attaccati ai formalismi). Ma per quale motivo viene detto che cinque vergini erano avvedute e le altre cinque erano stolte? Ascoltate cosa dice il nostro Signore nei versi che seguono: "le stolte, nel prendere le loro lampade, non avevano preso con sé dell'olio; mentre le avvedute, insieme con le loro lampade, avevano preso dell'olio nei vasi" (Matteo 25:4-5)

Le stolte avevano preso le loro lampade solo per formalismo. Sono quei credenti che frequentavano la chiesa, recitavano interi manuali di preghiere, andavano ai raduni all'aperto per ascoltare i sermoni, davano i soldi alle collette, e ricevevano regolarmente i sacramenti. Ma ecco dov'era lo sbaglio: non avevano olio nelle loro lampade, non avevano il principio della grazia, la fede vivente nei loro cuori, senza la quale quand'anche dessimo tutti i nostri beni per nutrire i poveri, e i nostri corpi per essere arsi, non servirebbe a nulla. In breve, non erano altro che dei superstiziosi bigotti in quanto alla forma, ma del tutto stranieri alla grazia della quale, in effetti, avevano rinnegato la potenza nei loro cuori. Andavano alla chiesa, ma allo stesso tempo, non ritenevano sbagliato andare a ballare o a godersi una festa, nonostante avessero promesso al loro battesimo di rinunciare agli sfarzi e alle vanità di questo mondo malvagio. Temevano così tanto di essere "eccessivamente" giusti, da perseguitare o calunniare coloro che erano davvero devoti, se facevano un passo più avanti di loro. In una parola, non avevano mai sperimentato la "potenza del mondo a venire". Pensavano di poter essere Cristiani senza un ravvedimento interiore, profondo, e perciò, nonostante le loro pretese, avevano soltanto nome di vivere.

E ora, fratelli e sorelle, fermiamoci un attimo, e nel nome di Dio, il quale mi sforzo di servire nel vangelo del Suo caro Figlio, permettetemi di farvi una domanda. Mentre vi illustravo le caratteristiche delle vergini stolte, molti di voi non sono stati richiamati dalla propria coscienza, la quale con una debole voce vi ha detto: "Tu uomo, tu donna, sei una di quelle vergini stolte, perché il tuo cuore e la tua vita assomigliano alle loro" ? Non soffocate, ma piuttosto incoraggiate queste convinzioni; e chissà che il Signore, che è ricco in misericordia verso tutti quelli che Lo invocano con fede, operi in voi mediante questa predicazione, per farvi diventare delle vergini avvedute prima di tornare a casa?

Vediamo subito le caratteristiche di queste vergini: "le avvedute, invece, insieme alle lampade, presero anche l'olio nei loro vasi" (Matteo 25:4). Notate che anche le avvedute, cioè i veri credenti, avevano delle lampade come le vergini stolte; perché il Cristianesimo non ci chiede di sbarazzarci di ogni tipo di forma esteriore; possiamo seguire la forma prescritta, senza per questo essere formali: per esempio, è possibile servire Dio pregando secondo un certo ordine, ma in spirito e verità. E quindi, fratelli e sorelle, non giudichiamoci l'un l'altro. Le vergini avvedute avevano le loro lampade; non era qui la differenza con le stolte, cioè che le une adoravano Dio seguendo una certa forma e le altre non lo facevano. No: come i Farisei e i Pubblicani andavano al tempio a pregare, così le vergini avvedute e quelle stolte potevano andare nello stesso luogo per adorare, e frequentare la stessa comunità; ma le avvedute avevano preso dell'olio nei loro vasi con le lampade; seguivano la forma richiesta, ma non si fermavano ad essa; le parole che usavano in preghiera erano il linguaggio dei loro cuori, che scaturiva dal loro intimo; erano i credenti che non avevano timore di studiare le dottrine, né si offendevano quando dei ministri gli dicevano che meritavano la dannazione eterna; non si reputavano giusti da sé stessi, ma erano disposti che fosse Gesù Cristo a ricevere tutta la gloria per la loro salvezza; erano pienamente convinti che i meriti di Gesù Cristo potessero essere ricevuti solo per fede; ma erano attenti a non trascurare le buone opere, come se esse servissero alla loro giustificazione, pur sapendo di essere salvati per fede. In breve, la loro obbedienza era completata dall'amore e dalla gratitudine, era gioiosa, costante, uniforme, universale, proprio come l'obbedienza che hanno santi angeli verso il nostro Padre che è nei cieli.

Ora vorrei esortarvi a fare un'altra pausa; e se qualcuno tra voi riconosce sinceramente queste caratteristiche nel suo cuore, glorifichi Dio, e riceva conforto nell'anima, perché se è così non siete falsi ma veri credenti. Gesù Cristo è stato fatto da Dio in voi sapienza, quella sapienza che porta alla salvezza. Anche se gli uomini non la vedono, Dio vede la differenza che esiste tra voi e le vergini stolte. Non dovete essere turbati, sebbene le circostanze e gli eventi possano indurvi ad esserlo. Infatti al verso 5 leggiamo: "siccome lo sposo tardava" (lo spazio di tempo intercorso tra l'ascensione del nostro Signore e il Suo ritorno per giudicare il mondo) "tutte divennero assonnate e si addormentarono". Sia le avvedute che le stolte morirono, perché siamo polvere, e polvere dobbiamo ritornare. Non è un difetto nell'amore divino il fatto che tanto i credenti quanto gli ipocriti debbano attraversare la valle dell'ombra della morte; perché Cristo ha distrutto il dardo della morte, cosicché non dobbiamo temere alcun male. Per i credenti essa è il passaggio alla vita eterna: la morte è terribile solo per coloro che non hanno speranza, perché vivono senza fede, nel mondo. Sono persuaso che tutti coloro che tra voi hanno ricevuto le primizie dello spirito sono pronte a gridare "non vogliamo rimanere per sempre qui, desideriamo molto di più partire da questo corpo per essere con Gesù Cristo; e sebbene i vermi divoreranno i nostri corpi di carne, noi siamo pieni di gioia, certi che il nostro Redentore vive, e che negli ultimi giorni Egli discenderà dal cielo, e noi, risorti, vedremo Dio.

Ma non sarà così per gli ipocriti e gli increduli che saranno morti; poiché cosa dice il nostro Signore? "Verso mezzanotte", osservate, viene detto verso mezzanotte, quando tutto era calmo e regnava il silenzio, e nessuno immaginava potesse accadere una cosa del genere, "si levò un grido"; si udirono la voce di un arcangelo e la tromba di Dio suonare questo allarme; verso tutto ciò che è in cielo, in terra, nelle acque, e sotto la terra, risuonò: "Ecco!"; pensate a quanto sia terribile questa parola gridata per richiamare la nostra attenzione. "Ecco lo sposo, uscitegli incontro!". Gesù Cristo, il desiderio delle nazioni, lo Sposo della chiesa, Sua sposa: ha tardato per mettere alla prova la fede dei santi, e per dare ai peccatori tempo per ravvedersi, e gli schernitori dicevano: "dov'è la promessa della sua venuta?". Ma "il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come alcuni credono che egli faccia, ma è paziente verso di noi non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento" (2 Pietro 3:9). "Ancora un brevissimo tempo, e colui che deve venire verrà e non tarderà" (Ebrei 10:37). Egli viene per essere glorificato nei Suoi santi, e perché i Suoi nemici - coloro che non hanno obbedito al Suo vangelo - siano posti come sgabello dei Suoi piedi (cfr. Ebrei 10:13). Egli non verrà di nuovo come un povero uomo di Galilea; non verrà per essere posto in una mangiatoia maleodorante; non verrà per essere disprezzato e rigettato dagli uomini; né per essere coronato di spine, sputato in viso, e schiaffeggiato; né per essere inchiodato e crocifisso al legno maledetto di una croce; Egli non viene come il Figlio dell'uomo, ma come Egli realmente è, l'eterno Figlio dell'Iddio eterno: Egli viene cavalcando sulle ali del vento, nella gloria del Padre e dei Suoi santi angeli, e per essere considerato con eterna riverenza da tutti coloro che saranno con Lui.

"Uscitegli incontro!", levatevi, morte, stolte vergini, e anche voi avvedute, levatevi e presentatevi per il giudizio. Senza dubbio, moltitudini di persone che ascolteranno questo grido di risveglio si rallegrerebbero se le rocce crollassero su di loro e i monti li nascondessero dalla presenza dell'Agnello: cosa darebbero, se, come in vita vissero come animali, potessero ora morire come gli animali? Quanto si rallegrerebbero, se quelle stesse scuse che usavano in questa vita per disertare una vita cristiana consacrata, potessero servire loro per evitargli di apparire davanti lo Sposo divino! Ma, come Adamo, nonostante le foglie di fico e gli alberi del giardino, non poté nascondersi da Dio quando questi lo chiamò dicendo "Dove sei?", così ora l'ordine è partito, e la tromba ha suonato per l'ultima volta; tutte le lingue, i popoli, e le nazioni, tanto le vergini avvedute quanto quelle stolte, devono venire alla presenza di Dio, e inchinarsi davanti a Lui. Anche Ponzio Pilato, Anna e Caiafa; anche gli orgogliosi alti prelati e i Farisei di questa generazione, devono apparire davanti a Lui: perché così dice il nostro Signore nella Sua Parola: allora (quando si udì il grido "Ecco lo sposo!"), in un momento, le tombe si aprirono, il mare restituì i suoi morti, e "tutte quelle vergini si svegliarono e prepararono le loro lampade" (Matteo 25:7), cioè tentarono di mettersi in condizione di incontrare lo Sposo.

Ma, come possiamo immaginare, le vergini stolte restarono sorprese quando, nonostante l'alta concezione di sé e il sentimento di falsa sicurezza che era stato in loro, ora vedevano di essere del tutto nude, e senza quella santità interiore e purezza di cuore, senza le quali nessuno potrà in quel giorno vedere senza spavento il Signore! Senza dubbio, le vergini stolte, mentre erano ancora in questo mondo, potevano essere vestite di porpora e abiti costosi, vivendo nel lusso ogni giorno, e disdegnando il modo di vivere delle vergini avvedute, alcune delle quali erano forse come il povero Lazzaro. Queste erano viste dalle stolte come dei fanatici e dei pazzi, come persone che con presunzione si ritenevano giuste, e che volevano stravolgere lo stato delle cose del mondo: ma ora la morte aveva aperto i loro occhi, e le aveva convinte, per loro eterno dolore, che un vero Cristiano non è chi fa professione di esserlo esteriormente, ma chi lo è dentro. Ora esse scoprono (sebbene ormai troppo tardi) che erano loro, e non le avvedute, ad essere state fuori di sé. Ora i loro cuori orgogliosi hanno dovuto fermarsi, e i loro sguardi alteri si sono dovuti abbassare; e come il ricco della parabola, ormai tra i tormenti dell'inferno, implorava affinché Lazzaro intingesse nell'acqua la punta del dito per rinfrescargli la lingua, così le vergini stolte, gli ipocriti, i formalisti, sono obbligati ad abbassarsi a implorare coloro che prima disprezzavano: "Dateci del vostro olio" (Matteo 25:8). Oh! Impartite anche a noi un po' di quella grazia e dello Spirito Santo, per le quali cose noi stolte abbiamo ritenute le vostre vite essere pazzia; poiché "le nostre lampade si spengono" (stesso verso). Avevamo solo l'apparenza della pietà; eravamo sepolcri imbiancati; avevamo l'ipocrisia nel cuore; ci bastava desiderare di essere buoni; pensavamo così di essere salvati, ma ora la nostra speranza è del tutto svanita, ora Dio ha chiamato a sé le nostre anime: perciò dateci, oh! dateci, anche se vi abbiamo disprezzate, dateci del vostro olio, perché le lampade della nostra devozione esteriore, la nostra forma esteriore di Cristianità, e il nostro fugace ravvedimento, si spengono.

"Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio" (Isaia 40:1). Fratelli e sorelle miei in Cristo, ascoltate cosa dicono le vergini stolte alle avvedute, e imparate a condurvi con diligenza. Se siete veri seguaci di Gesù, come Lui era umile così sono persuaso che anche voi non badiate ai vostri titoli o all'orgoglio della vita, e che ogni sorta di male e falsità sia stato detto contro di voi, a causa del Suo santo nome. Poiché nessuno ha mai vissuto né mai vivrà con la santità e la devozione di Cristo Gesù, senza soffrire la persecuzione; no, non dubito che i vostri nemici peggiori siano proprio quelli della vostra casa. Ditemi, i vostri conoscenti e amici carnali non vessano forse le vostre anime sensibili giorno per giorno, dicendovi di risparmiare voi stessi, di stare attenti a non andare troppo avanti nella vostra devozione, di non allontanarvi dal mondo? E quando siete venuti ad ascoltare la Parola di Dio, non avete sentito moltitudini di Farisei gridare: "Ecco un altro gruppo di Suoi seguaci!"? Fratelli, sorelle, non meravigliatevene, i servitori di Cristo sono da sempre considerati pazzi dal mondo; sapete che il mondo ha odiato Lui prima di odiare voi. Rallegratevi e giubilate. Ancora un po' di tempo, ed ecco, lo Sposo verrà, e allora tutti quei formalisti, quei Farisei che vi hanno deriso, vi diranno: "Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono". Quando vi insultano, non rispondete con altri insulti; quando soffrite, non minacciate; affidate le vostre anime nelle mani di Colui che giudica con giustizia: perché, ecco, il giorno viene in cui i figli di Dio parleranno per sé stessi.

Le vergini avvedute, nella parabola, senza dubbio subirono le stesse crudeli derisioni che potete aver subito voi, ma come l'agnello resta muto davanti a chi lo tosa, così in questa vita non hanno aperto le loro bocche per replicare; ma ora vediamo che possono dare una risposta ai loro nemici: "No, perché non basterebbe per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene" (Matteo 25:9). Queste parole non vanno intese come se fossero dette per insultare; poiché la carità autentica ci insegna ad usare verso i peggiori peccatori, e i nostri nemici più crudeli, la mansuetudine e la dolcezza di Cristo. Anche se il ricco della parabola era all'inferno, Abrahamo non gli rispose chiamandolo delinquente o malvagio, ma disse solo "Figlio, ricordati", e io sono persuaso che, se avessero potuto, le vergini si sarebbero comportate con le stolte come, Dio lo sa, farei io con i miei nemici più inveterati, dando loro non solo l'olio di cui avevano bisogno, ma anche esaltandole alla destra di Dio. Non era dunque per mancanza d'amore, ma per timore di non averne abbastanza neanche per sé, che le avvedute risposero: "No, perché non basterebbe per noi e per voi". Anche chi ha ricevuto molta grazia non ne ha mai "troppa"; solo le vergini stolte, coloro che si considerano giusti per i propri meriti, credono di essere buoni abbastanza o di aver già raggiunto la meta. Chi è veramente avveduto è sempre diffidente verso la propria carne, dimentica le cose che stanno dietro per protendersi verso le cose che stanno davanti, e dopo aver fatto ogni cosa ci pensa due volte prima di affermare di aver raggiunto la salvezza.

"No, perché non basterebbe per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene". Queste parole potrebbero sembrare essere pronunciate con tono di sfida, ma certamente sono state pronunciate nel modo più compassionevole; "andate piuttosto dai venditori e compratevene". Vergini infelici! Avete ritenuto che le nostre vite fossero follia; quante volte ci avete condannati per il nostro zelo nel correre ad ascoltare la Parola di Dio, e ci avete definiti fanatici, perché parliamo e affermiamo che dobbiamo essere guidati dallo Spirito Santo, che dobbiamo camminare per lo Spirito, e sentire la presenza dello Spirito di Dio che testimonia al nostro spirito che siamo Suoi figli? Un giorno vorrete essere fatti partecipi di questo privilegio, ma non sarà in nostro potere di farlo. Vi siete accontentati solo di cercare di entrare, quando avreste dovuto sforzarvi di entrare per la porta stretta. E ora andate dai venditori e, se potete, compratene per voi stessi.

E cosa risponderete a questo, stolti formalisti? Poiché non dubito che la curiosità e la novità abbiano potuto condurre molti in questo luogo che disprezzate, ad ascoltare un sermone. Riuscite ad ascoltare la risposta data alle vergini stolte, e non tremare dentro di voi? Eppure, ancora poco tempo, e così accadrà a voi. Rallegratevi e confidate nelle vostre opere e nelle vostre forme esteriori; sforzatevi di coprire la vostra nudità con le foglie di una Cristianità soltanto esteriore, e di una giustizia legalistica, dovuta alle vostre buone opere; disprezzate i veri servitori di Cristo quanto volete, ma sappiate che ogni vostra speranza crollerà quando Dio vi chiamerà in giudizio. Poiché non chi si loda viene giustificato, ma coloro che lodano il Signore.

Ma ritorniamo al nostro discorso; non sentiamo alcuna risposta da parte delle vergini stolte: no, le loro coscienze le condannavano; come l'uomo senza l'abito da nozze, ammutoliscono, e sono invase da pensieri ansiosi su come faranno a trovare dell'olio da comprare per la loro lampada, affinché possano comparire davanti allo Sposo. "Ma, mentre quelle andavano a comprarne" (verso 10), mentre le vergini stavano pensando a cosa fare, lo Sposo - il Signore Gesù, il Re, il Marito della chiesa, Sua sposa - arrivò con le miriadi di santi e di angeli; "e quelle che erano pronte", cioè le vergini avvedute che avevano dell'olio nelle loro lampade, che erano sigillate con il Suo Spirito nel giorno della redenzione, e che avevano l'abito da nozze della giustizia imputata dal Signore, e una nuova natura, "entrarono con lui nella sala delle nozze".

Chi mai potrà descrivere la gioia ineffabile provata dalle vergini avvedute, quando furono ammesse nella sala da nozze, in santo trionfo, nella Sua presenza e nella Sua completa gioia, di cui le loro anime erano affamate e assetate! Senza dubbio avevano assaporato il Suo amore, e per fede erano spesso state nutrite di Lui nei loro cuori, quando, in terra, sedevano a commemorare la Sua ultima cena; ma quanto pieni dovevano essere i loro cuori e la loro bocca di lodi, quando insieme a Lui si sedettero a mangiare il pane nel Suo regno celeste. E ancor di più, "la porta fu chiusa" (stesso verso), a godere della presenza dell'amato Signore, e la compagnia degli angeli e degli spiriti degli uomini e donne resi giusti, senza più alcuna interruzione per l'eternità. Dico, senza interruzione, perché in questa vita i loro occhi spesso hanno versato lacrime perché gli uomini non seguono i comandamenti di Dio; e non potevano andare ad ascoltare la Parola del Signore senza che satana e i suoi emissari andassero a disturbarli; ma ora la porta è chiusa, ora c'è una perfetta comunione tra i santi, quella comunione che cercavano invano quando erano in questo mondo misero; ma ora non crescono più le zizzanie assieme al grano; nessun ipocrita o incredulo si nasconde più tra di loro. Ora gli empi non possono più affliggere, e ora le anime dei credenti possono godere un riposo eterno vivendo con il Signore.

Ancora una volta, oh credenti, voglio esortarvi a condurvi diligentemente in questa vita. Dio, se vi ha gratuitamente giustificati per la fede nel Suo Figlio, e vi ha dato il Suo Spirito, vi ha sigillati per essere Suoi; e vi ha posti al sicuro, con la stessa sicurezza con cui protesse Noè, quando trovò scampo nell'arca. Ma in quanto eredi di Dio, e coeredi con Cristo, poiché né uomini né demoni possono rapirvi dalla mano del vostro Padre celeste, dovete passare attraverso varie tentazioni; però, alzate il capo, il giorno della vostra perfetta e completa redenzione si avvicina. Guardate, lo Sposo viene Egli stesso a prendervi, la porta sarà chiusa, e sarete per sempre con il Signore.

Ma tremo nel dover dire a voi, Cristiani solo di nome, che la porta sarà chiusa, intendo la porta della misericordia, non sarà mai, mai più aperta per concedervi di entrare, anche se voi doveste continuare a bussare per tutta l'eternità. Poiché così dice il nostro Signore, al verso 11: "Più tardi", cioè quando coloro che erano pronte erano entrate, ma non le stolte, che, contristate, avevano capito che l'olio non poteva più essere acquistato, né la grazia essere imputata loro, "vennero anche le altre vergini"; e come Esaù, dopo che Giacobbe ebbe ottenuta la benedizione, diede un grido forte ed amarissimo, dicendo "Benedici anche me, padre mio!", così vennero le vergini, dicendo: "Signore, Signore, aprici!" (Matteo 25:11). Osservate l'insistenza delle parole delle vergini stolte: "Signore, Signore". Mentre erano nel corpo, immagino che leggessero le loro preghiere, invece di pregare col cuore. Se ora aveste detto loro "pregate senza stancarvi", avrebbero pregato con tutto il cuore, sentendo il desidero di ciò per cui pregavano; vi avrebbero risposto che non sapevano cosa significava essere toccati nel cuore, perché Dio non vuole che noi siamo sempre in ginocchio, ma se un uomo vive giustamente, ama la misericordia, e si conduce secondo i canoni e le forme richieste dalla chiesa, è tutto quello che il Signore può volere da un uomo.

Temo, amici, che troppi tra noi siano di questa opinione: anzi, ho paura che molti siano così privi dell'amore di Dio, da pensare che sia un sacrificio troppo grande alzarsi presto la mattina per offrire un sacrificio di lode e adorazione accettevole a Dio attraverso Gesù Cristo. Se tali credenti, per la buona provvidenza di Dio, sono venuti qui questa mattina, vi supplico di riconsiderare il vostro modo di vivere, e di ricordare che se non vi svegliate dal vostro sonno spirituale, e vivete una vita di preghiera qui nel mondo, tra breve tempo griderete invano con le vergini stolte: "Signore, Signore, aprici!". Osservate inoltre l'impudenza, oltre che l'insistenza di queste vergini; dicono: "Signore, Signore", come se fossero in stretta comunione con il santo Gesù. Come molti tra noi, che poiché frequentano una chiesa, ripetono un credo, e ricevono i benedetti sacramenti, credono di avere diritto di chiamare Gesù il loro Salvatore, e osano chiamare Dio loro Padre, quando pronunciano la preghiera "Padre Nostro". Ma Gesù non è il vostro Salvatore. Il diavolo, non Dio, è vostro padre, a meno che i vostri cuori non siano purificati per mezzo della fede, e non siate nati di nuovo da alto. Non è il semplice battesimo in acqua, ma il nascere di nuovo nello Spirito Santo che può aprirvi le porte della salvezza; e nel grande giorno del giudizio, non vi servirà a nulla dire a Cristo, il Signore: "il mio nome è scritto nel registro di quella parrocchia o di quella comunità". Sono persuaso che le vergini stolte potessero dire questo ed altro; ma cosa rispose loro Gesù? Rispose e disse, al verso 12: "Io vi dico in verità:", Egli dice "in verità", per sottolineare che parlava seriamente. "Io vi dico", Io che sono la verità, Io, cui avete detto di appartenere a parole, ma nei fatti avete rinnegato. "Io vi dico in verità: Non vi conosco". Queste parole non devono essere interpretate letteralmente; benché gli Ariani e i Sociniani possano dire il contrario, noi affermiamo che Gesù Cristo è Dio, Dio per sempre benedetto, e quindi Egli conosce ogni cosa. Come Egli vide Natanaele sotto il fico, così guarda noi dal cielo, per vedere come ci comportiamo in questi campi. Fratelli, sorelle, non conosco i pensieri e gli intenti dei vostri cuori, che vi hanno spinti a venire qui stamattina; ma Gesù Cristo sa chi è venuto come una creatura nata di nuovo, desiderosa di essere nutrita del puro latte della parola; e sa chi è venuto con l'intento di ascoltare cosa dice un chiacchierone, per andarsene con qualche mezza frase, in modo da poterlo accusare e deridere. Dunque, questa espressione: "Non vi conosco", non deve essere interpretata letteralmente; no, essa implica una prova di approvazione. È come se Cristo avesse detto loro: mi chiamate "Signore, Signore", ma non avete fatto le cose che vi ho detto (cfr. Luca 6:46); desiderate che vi apra la porta per farvi entrare, ma come potreste farlo senza avere un abito da nozze? Guardatevi, siete nudi; dov'è la mia giustizia imputatavi? Dov'è la mia immagine divina incisa sulle vostre anime? Come osate chiamarmi "Signore, Signore", quando non avete mai ricevuto lo Spirito Santo, col quale sigillo tutti quelli che mi appartengono davvero? "Andate via da me maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli" (Matteo 25:41).

E ora, chi ha orecchie da udire ascolti che tipo di persone erano quelle che Gesù licenziò con questa risposta. Ricordate, vi supplico, ricordate che essi non sono scacciati per essere stati fornicatori, bestemmiatori, per non aver rispettato le domeniche, o per essere figli prodighi. No, in tutta probabilità, come ho detto prima, si trattava di persone che, considerando solo l'osservanza della legge morale, potremmo definire irreprensibili. Erano rispettosi della forma della religione; e se non facevano del bene, si direbbe, non facevano neppure male a nessuno. La sola cosa per cui furono condannate, ed eternamente bandite dalla presenza del Signore (poiché tutto questo è implicato nell'affermazione "Non vi conosco") era il fatto che non avevano olio nelle loro lampade, non c'era il principio della vera fede vivente e santità nei loro cuori. E se dunque le persone possono andare in chiesa, ricevere sacramenti, condurre vite moralmente oneste, eppure finire all'inferno nell'ultimo giorno, dove sarete voi, ubriachi? Dove sarete voi, bestemmiatori? E voi, che ignorate il giorno del riposo? Dove sarete voi che negate la rivelazione divina, e disprezzate quelli che servono il Signore? Dove comparirete voi, e tutti gli altri peccatori? Davanti al terribile tribunale di Gesù Cristo; comunque potete, come Felice, continuare a seguire le vostre convinzioni, eppure anche voi, come tutti, risorgerete dopo morti, e apparirete in giudizio. Allora vi accorgerete - e sarà troppo tardi per pentirvi - che quello che vi ho detto all'inizio era vero; la vostra dannazione non è una finzione: ma il peccato ha accecato i vostri cuori, e indurito il vostro collo. Ancora un po' di tempo e il Signore distruggerà i Suoi nemici. Credo, per fede, che vedremo i cieli aperti, e il santo Gesù discendere; il suo volto sarà migliaia di volte più luminoso del sole, e la Sua ira consumerà i peccatori. Mi sembra di vedervi, risorgere dalle vostre tombe, tremanti e attoniti, e gridare: "chi può sostenere il giorno della Sua venuta!".

E ora quale deduzione trarrò da quanto vi ho detto? Il nostro Signore, nelle parole del testo, ne ha tratta una per me e per voi: "Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno, né l'ora in cui il Figlio dell'uomo verrà" (Matteo 25:13).

"Vegliate", cioè, state in guardia, e non smettete di vivere secondo la grazia e la santità. Poiché se ci è stato comandato di perseverare nella preghiera, significa che dovremmo pregare sempre senza stancarci; e quando ci viene detto di vegliare, in generale, significa che dobbiamo indossare l'intera armatura di Dio, e vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo. Oh, possa ora il Signore darmi la forza di far sentire la mia voce come uno squillo di tromba! Perché se anche potessi parlare con una forza tale da farmi sentire in tutto il mondo, non potrei far risuonare un avvertimento più potente di quello che è contenuto nei versi che abbiamo letto. Vegliate, dunque, amici miei, vi supplico per le misericordie di Dio in Cristo Gesù, vegliate; state in guardia; svegliatevi, voi che dormite nella polvere: poiché non sapete né il giorno, né l'ora in cui il Figlio dell'uomo verrà. Forse oggi, forse questa notte, udremo il grido; "in un batter d'occhio… la tromba… suonerà" (1 Corinzi 15:52). Comunque, pur volendo immaginare che il giorno del giudizio finale sia molto lontano, il giorno della nostra morte è ancora più vicino; poiché cos'è la nostra vita? "È un vapore che appare per un po' di tempo, e poi svanisce" (Giacomo 4:14). Sia benedetto Dio, che siamo qui e stiamo bene; ma chi, in questa gran moltitudine di persone, può dire "andrò a casa mia e sarò al sicuro" ? Chi può sapere se, anche mentre sto parlando, Dio comandi agli spiriti che lo servono di portare a sé qualcuno di voi, improvvisamente, per rendergli conto dell'attenzione che avete prestato alle parole di avvertimento di questo sermone? Fratelli e sorelle, come sapete alcuni tra noi sono stati chiamati dal Signore ultimamente; quale angelo o spirito può assicurarvi che non toccherà a voi la prossima volta? "Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno, né l'ora in cui il Figlio dell'uomo verrà" (Matteo 25:13). Ed è principalmente per questo motivo che Dio non ci ha rivelato quale sarà il giorno in cui moriremo. Così, ognuno di noi dica a se stesso: dal momento che potrei dover lasciare questo corpo domani, perché, anima mia, non vegli oggi? Non so quando avverrà, ma potrei morire tra un momento, perché dunque non ti prepari ad incontrare il Signore?

Molte riflessioni del genere sono tra i miei pensieri. Ma ora, benedetto sia il Signore, che si compiace di magnificare la Sua potenza tramite la debolezza di un misero verme quale io sono, non tanto per quello che dirò, ma per quello che lascerò non detto. Come Elihu, "il mio intimo è come vino rinchiuso"; dall'abbondanza del mio cuore parla la mia bocca. Vedendo una moltitudine di persone così grande davanti a me, provo un senso dell'infinita maestà del Dio nel cui nome io predico, e davanti al quale, come voi, dovrò apparire, per rendere conto della mia vita; e non so se vivrò ancora un altro giorno per potervi parlare. Queste considerazioni, e soprattutto la presenza di Dio, che sento nella mia anima, mi spingono a parlarvi, riempiendomi di così tante parole che a malapena so da dove cominciare, o dove terminare. Comunque, per chiarezza, e con l'aiuto divino, dividerò il discorso in tre parti.

Per prima cosa, vorrei ricordare a coloro che sono apertamente increduli e ostili le parole pronunciate dal nostro Signore nel brano che abbiamo visto: poiché sebbene vi abbia detto che la vostra dannazione non tarderà, voi continuate a vivere in uno stato di impenitenza; eppure quello che vi ho detto aveva il solo scopo di risvegliarvi, di convincervi dell'imminente pericolo che correte, e di spingervi a gridare: "cosa devo fare per essere salvato?" (Atti 16:30). Mi appello a tutti voi che mi ascoltate; vi ho forse detto che la porta della grazia vi sarà chiusa in faccia, se crederete in Gesù Cristo? No, quand'anche tu fossi il più grande dei peccatori, anche se tu avessi ucciso tuo padre e tua madre, o se appartieni alla feccia della società, se credi in Gesù Cristo e Lo invochi con la stessa fede del ladro morente sulla croce: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!" (Luca 23:42), ti garantisco sulla salvezza eterna della mia anima che ti accoglierà prontamente nella Sua presenza. Poiché è scritto in 1 Timoteo 1:15: "Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori" (quelli cioè sinceramente ravveduti e che credono). Anzi, tanto grande è il Suo amore, che sono persuaso che se fosse necessario, Egli verrebbe di nuovo nel mondo, a morire una seconda volta sulla croce per i peccatori. Ma, benedetto sia Dio, quando il nostro Signore, sulla croce, chinò il capo e rese lo spirito, la nostra redenzione era stata completata. Non saranno i nostri peccati, ma la mancanza di una fede vivente nel Suo sacrificio, a condannarci per l'eternità: se vi avvicinate a Lui per fede, anche se foste i peggiori peccatori, Egli non vi dirà: "In verità, non ti conosco". No, la porta della misericordia e della grazia ti sarà aperta. Guarda allora, guarda, con l'occhio della fede, a quel Dio-uomo che hanno trafitto. Osservalo sanguinare, ansimare, morire sulla croce, con le braccia distese pronte per abbracciare tutti voi. Ascoltate i suoi gemiti! Guardate come tutta la natura è in agonia! Le rocce si frantumano, le tombe si aprono; il sole ritira la sua luce, come se si vergognasse di vedere l'Iddio che ha creato la natura soffrire inchiodato alla croce; e tutto questo per salvare l'uomo. E ancora, il santo Gesù, proprio nell'agonia e negli spasimi della morte, prega per i Suoi carnefici: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno" (Luca 23:34). Se dunque hai peccato contro la luce, non disperare, soltanto credi, e anche questo ti sarà perdonato. Avete letto, o per lo meno avete certamente sentito parlare, dei tremila che furono convertiti dalla predicazione di un solo sermone di San Paolo, dopo l'ascensione in cielo del nostro Signore; senza dubbio molti di coloro che avevano crocifisso il Signore della gloria erano tra quelli, perché dunque tu dovresti disperare? "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno" (Ebrei 13:8). Lo Spirito Santo scenderà su di te, come avvenne per quelli, se solo credi; poiché Cristo è asceso in cielo per ricevere questo dono anche per il più vile degli uomini.

Venite dunque, voi tutti che siete affaticati e oppressi dai vostri peccati, afferrate Cristo per fede, ed Egli vi darà riposo; poiché la salvezza è il dono gratuito di Dio per tutti quelli che credono. E sebbene possiate pensare che questa notizia è troppo buona per essere vera, vi sto parlando nella verità in Cristo, non vi sto mentendo, questo è il Vangelo, questa è la buona notizia che ci è stata detta di predicare a ogni creatura. Non siate increduli, ma credenti. Non lasciate che il diavolo vi tenga ancora soggetti alla sua volontà; perché il salario che dà a tutti i suoi servi è la morte, morte spesso in questa vita, e morte eterna nella vita a venire: ma il dono gratuito di Dio, è la vita eterna per tutti quelli che credono in Gesù Cristo. I Farisei saranno offesi dalla mia predicazione, dal fatto che vi sto predicando la salvezza gratuita e non in virtù delle vostre buone opere; ma più essi mi imporranno di smettere, più io alzerò la mia voce per proclamare il Vangelo ai peccatori; Gesù, figlio di Davide secondo la carne, ma Signore di Davide in quanto era Dio stesso, avrà pietà di tutti quelli che con fede vivente vanno a Lui.

Se questo mio modo di fare è considerato vile, prego Dio di esserlo ancora di più. Se non mi lasceranno predicare Cristo crocifisso, e offrire la salvezza ai poveri peccatori in una chiesa, predicherò per le vie, per le strade, e lungo le siepi; e niente mi rallegra di più del fatto di trovarmi a predicare in una delle più grandi roccaforti del diavolo. Certamente il Signore non ci ha chiamati per nulla; no, benedetto sia Dio, i campi sono bianchi da mietere, e spero che molte anime saranno raccolte nel Suo granaio celeste. È vero, questa è la mezzanotte della chiesa, specialmente per la povera chiesa d'Inghilterra, ma Dio ultimamente ha mandato i Suoi servitori a gridare: "Ecco lo Sposo!". Vi supplico, o peccatori, ascoltate quella voce! Permettetevi di celebrare per fede le nozze tra voi e il mio amato Maestro; e d'ora in poi "vegliate e pregate", affinché possiate essere pronti ad andare ad incrontrarLo.

Come seconda cosa, vorrei parlare a voi che, pur non essendo apertamente increduli o profani, dipendete da una devozione esteriore, formale, illudendo le vostre anime, in quanto siete come le vergini stolte. Ma devo parlare per convincervi, piuttosto che per consolarvi. Miei cari fratelli e sorelle, non illudete le vostre anime. Avete ascoltato quanto avanti erano giunte le vergini stolte, eppure ricevettero la risposta: "In verità, non vi conosco". Il motivo è che solo quelli che hanno una fede vivente in Cristo Gesù, e sono veramente nati di nuovo, possono sperare di entrare nel regno dei cieli. Potete forse vivere una vita moralmente onesta, ma se dipendete da quella onestà, o se unite le vostre opere alla vostra fede per essere giustificati agli occhi di Dio, non avete alcun diritto di ricevere la redenzione in Cristo: perché tutto questo non è altro che negare quello che il Signore ha fatto per voi. Non significa forse questo fare di voi stessi i vostri salvatori? Prendere la corona di Gesù Cristo, e metterla sulla vostra testa? Il crimine del diavolo, secondo alcuni, consisté nel fatto che non si inchinò davanti a Gesù Cristo, quando il Padre comandò a tutti gli angeli di servirlo; e non state facendo anche voi lo stesso? Non volete e non vi sottomettete alla Sua giustizia; pretendete di servirLo con le vostre labbra, ma i vostri cuori sono lontani da Lui; inoltre voi, in effetti, rinnegate l'opera del Suo santo Spirito, confondendo la grazia comune per quella divina; sperate di essere salvati perché avete buoni sentimenti, e qualche pentimento; e cosa significa questo, se non ritenere Dio, la Sua Parola, e tutti i Suoi santi, dei bugiardi? Un ebreo, o un turco, hanno le stesse vostre basi su cui costruire la speranza della propria salvezza. Non vi devo dunque avvertire, vergini stolte, di vegliare? Implorate Dio affinché Egli vi convinca del fatto che la tutta vostra giustizia, l'incredulità segreta dei vostri cuori, vi lasceranno impreparati per incontrare il Signore quando si udrà il grido: "Ecco lo Sposo!". Potrete gridare: "Signore, Signore", ma la risposta sarà: "Io vi dico in verità: Non vi conosco".

Come terza cosa, vorrei dire un paio di parole di esortazione alle vergini avvedute, a coloro che sono certe di avere indossato l'abito da nozze della giustizia imputata dal Signore. Sono certo che ci siano molti tra voi che per grazia hanno rinunciato alla propria giustizia, e sanno che la giustizia del Signore è loro imputata. Dio ha un residuo segreto nei periodi peggiori; e sono persuaso che Egli non abbia fatto ascoltare il grido del Vangelo tra il Suo popolo con tanta forza inutilmente. No, sono certo che lo Spirito Santo sia stato dato a molti durante la predicazione di fede, e sia sceso con potenza su molti, mentre hanno ascoltato la Parola. Non siete dunque più vergini stolte, ma avvedute; nonostante ciò, vi supplico di ascoltare anche la parola di esortazione, poiché le vergini avvedute sono troppo inclini a diventare assonnate e ad addormentarsi, quando lo Sposo tarda.

Vegliate dunque, miei amati fratelli e sorelle, vegliate e pregate, specialmente in questi tempi; poiché forse si avvicina un periodo di sofferenza e di prova. L'arca del Signore giù inizia ad essere guidata nel deserto. State dunque in guardia, e perseverate nel seguire il vostro Signore, anche senza un accampamento, portando il biasimo; il grido è stato udito, e ha risvegliato il diavolo e i suoi servi; la loro collera è tremenda; e non a torto lo è, poiché il loro regno è in pericolo. Vegliate dunque, poiché se non siete sempre in guardia, un periodo di prova può cogliervi impreparati, e invece di riconoscere, potremmo come Pietro essere tentati di rinnegare il nostro Maestro. Ponete spesso la morte e l'eternità davanti a voi. Guardate a Gesù, l'autore e compitore della vostra fede, e considerate quanto poco tempo manca, prima che giunga il giudizio; e allora il nostro biasimo sarà portato via; gli accusatori dei fratelli e di noi stessi saranno gettati giù, ma noi albergheremo per sempre con il nostro caro Signore Gesù.

Infine, quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate; grandi e piccoli, poveri e ricchi, giovani e vecchi, uno con l'altro, vi supplico, per le misericordie di Gesù, state in guardia: volate, volate a Gesù Cristo, allo Sposo celeste; ecco, Egli desidera portarvi a Sé, miserabili, poveri, ciechi e nudi come siete; Egli vuole vestirvi con la Sua eterna e perfetta giustizia, e rendervi partecipi di quella gloria di cui godeva presso il Padre quando il mondo non era ancora stato creato. Non siate sordi a queste parole; non rigettate il messaggio a causa della pochezza di chi ve lo sta annunciando. Sono soltanto un giovane, ma il Signore ha scelto me affinchè tutta la gloria possa essere solo Sua. Se per invitarvi avesse mandato un rabbino estremamente colto, avreste ben potuto pensare di essere stati convinti per le sue capacità di linguaggio o di ragionamento; ma invece Dio ha mandato un ragazzo, affinché l'eccellenza della Sua potenza possa essere riconosciuta non come proveniente da un uomo, ma solo da Dio. Lasciate che gli eruditi Farisei disprezzino la mia giovane età; non m'importa quanto vile possa io apparire agli occhi di uomini simili; mi glorio in questo. E sono persuaso che quelli tra voi si uniranno a Gesù grazie a questa predicazione, non avranno da pentirsene quando andranno in cielo, perché Dio avrà mandato loro un ragazzo a gridare loro: "Ecco lo Sposo!".

Oh! Fratelli e sorelle miei, il pensiero di essere uno strumento del Signore per portare anche uno solo di voi in gloria, mi riempie di nuovo zelo. Ancora una volta vi imploro: "Vegliate, vegliate e pregate". Poiché il Signore Gesù riceverà tutti quelli che Lo invocano con fede. Lasciate che quel grido, "Ecco lo Sposo!", risuoni continuamente nelle vostre orecchie; e iniziate ora a vivere come se vi fosse stato assicurato che stanotte dovrete "andare a incontrarLo". Potrei parlare ancora, ma gli altri doveri del giorno mi impongono di fermarmi. Possa il Signore dare a voi tutti orecchie aperte per udire, un cuore obbediente, e unirvi insieme a Lui in un solo spirito, affinché quando Egli verrà con la Sua tremenda maestà a giudicare l'umanità, possiate essere trovati con indosso il vestito da nozze della Sua giustizia, ed essere pronti ad andare con Lui al matrimonio.

Concedici questo, o Signore, per amore del Tuo amato Figlio!

di George Whitefield
 


  "Io mi rallegrerò grandemente nell'Eterno la mia anima festeggerà nel mio DIO, perché mi ha rivestito con le vesti della salvezza, mi ha coperto col manto della giustizia, come uno sposo che si mette un diadema, come una sposa che si adorna dei suoi gioielli."
(Isaia 61:10)


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