La pazienza | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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domenica 3 ottobre 2010

La pazienza



Il miglior momento per tenere a freno la lingua è quando senti che devi dire qualcosa per non scoppiare.
Tutto va male, le cose non funzionano, gli amici sono indiscreti, in famiglia non ci si capisce, la vita è insopportabile, basta niente perché tutti si mettano a gridare, a difendere le proprie ragioni, a parlar male degli altri, a erigere un muro sempre più insormontabile d’inascolto, d’incomprensione, di pazzia. E ognuno, da una parte e dall’altra di questo muro, parla nella propria lingua, ripropone quella Babele in cui non c’è posto per l’intelligenza, per la tolleranza, per la pazienza. Incomincia dalla mattina, fino alla sera, in un lavorio incredibile di supposizioni, ipotesi, imprecazioni contro l’altro che in qualche modo ci ha stuzzicato, ci ha offeso, ci ha frodato. In una società in cui ognuno dice la sua, ha ancora senso parlare della pazienza? Lo vediamo dalla cronaca: la gente litiga, uccide e si uccide, provoca disastri e conta sulla permalosità e sull’irascibilità dell’altro. Capita così in tutti gli angoli del mondo. Sa di trovare terreno fertile per il discorso del male, per il discorso della guerra, contro la tolleranza e contro l’umiltà che sono alla base della città, della società, della comunicazione.

Ma allora chi è paziente? Che cos’è la pazienza? Ne parliamo perché va di moda? No, la pazienza, l’intelligenza, l’umiltà non vanno mai di moda.  Queste virtù non sono popolari, nell’accezione più negativa che si dà a questo temine, perché non appartengono a tutti. Ciascuno però è in grado di formarsi, di provarsi e di vincere, con la fede, con la decisione, con l’esperienza. Parlare nella propria lingua è facile, ognuno può dire la sua e aggiungere rumore, confusione, spreco. Esercitare la virtù della pazienza è difficile: occorre essere formati alle difficoltà della vita e intendere che la vita non è mai facile, anche se così può erroneamente, qualche volta, apparire.



 Galati 5:22:" Ma il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo."

Premesso che nessuna delle nove parti che compongono il frutto esclude le altre, in quanto fondamentalmente sono tutte collegate tra loro, la pazienza, che più di tutte serve nella vita pratica, è legata all’amore. Non si può amare senza essere pazienti e non si può essere pazienti se non si ama. L’amore produce pazienza, si manifesta nella pazienza e, se a renderci capaci di amare è l’amore di Dio, a far crescere quest’amore è la pazienza.

Anche nella chiesa, oltre all’amore di Dio, si deve  manifestare la  pazienza, perché dove non c’è pazienza, non c’è  neppure chiesa.

“ L’amore è paziente,…… non s’inasprisce…… soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa” 1 Corinzi 13:4-7


La pazienza può essere definita come:
la virtù di chi sa tollerare a lungo e serenamente tutto ciò che, in minore o maggior misura, risulta sgradevole, irritante, doloroso; l’abilità di saper attendere le cose a venire e di rimanere fermi durante l’avversità; la capacità di saper aspettare Dio nei Suoi tempi e nei Suoi piani.
 La prima definizione trova  chiara spiegazione nell’esempio della madre che sopporta con amore e tenerezza anche le cose meno gradevoli del proprio bebè, e ciò perché, quando si ama davvero si è pazienti, dove c’è amore c’è anche pazienza.
Spetta a noi, dunque, non a Dio, vestirci di pazienza; è nostra responsabilità farlo, perché da come ci vestiamo dipende ciò che ci accadrà in futuro e, come nel naturale ci vestiamo quotidianamente, così nello spirituale dobbiamo indossare l’abito della pazienza ogni giorno, non occasionalmente.

In cosa dobbiamo esercitare la nostra pazienza?

  1. Innanzitutto nel nostro rapporto con Dio
 

 Salmi 37:7 Sta’ in silenzio davanti all’Eterno e aspettalo.  
Quanti di noi sono abituati alle preghiere lampo? A porre al Signore un elenco di richieste, aspettandosi risposta immediata? Quando il frutto dello spirito cresce e si diventa più maturi, però, cresce anche la qualità del nostro rapporto con Dio, cessa il monologo e inizia l’ascolto. In preghiera, la fretta non permette una vera relazione. La Scrittura ci esorta a saper aspettare in silenzio e a porci in posizione di ascolto per potere cogliere il consiglio di Dio, ma solo chi è paziente sa ascoltare.

 2.Nei giudizi

Più volte Gesù manifestò la pazienza di Dio in ciò che diceva. Nel Vangelo di Luca leggiamo la parabola del fico, che ci insegna ad avere pazienza nei giudizi.
Luca 13:6 Or disse questa parabola: «Un uomo aveva un fico piantato nella sua vigna; venne a cercarvi del frutto ma non ne trovò. 7 Disse allora al vignaiolo: "Ecco, sono già  tre anni che vengo a cercare frutto su questo fico, e non ne trovo; taglialo; perché deve occupare inutilmente il terreno?"8 Ma quegli gli rispose e disse: "Signore, lascialo ancora quest'anno; finché lo scalzi e gli metta de letame 9  e se fa frutto, bene, altrimenti in avvenire lo taglierai"».
  In questa parabola si parla di un fico che da tre anni non dava frutto e del suo padrone che, dopo aver atteso pazientemente che desse frutto, ordinò a vignaiolo di tagliarlo. È chiaro che il fico rappresenta l’essere umano e il padrone Dio, che per la Sua stessa santità è costretto a pronunciare giudizi, ma non lo fa mai in modo affrettato. Da notare, in questa Scrittura, che il vignaiolo intercedette affinché il giudizio fosse ulteriormente ritardato, infatti  suggerì di lasciarlo ancora per un anno, nella speranza che, lavorando bene il terreno circostante, avrebbe dato frutto.  
 Anche quando decise di distruggere Sodoma e Gomorra, Dio prima ne parlò ad Abrahamo, e questi intercedette con insistenza, confidando nella pazienza di Dio, affinché almeno i giusti di quelle città fossero preservati dalla distruzione. Pazienza e intercessione vanno di pari passo. Se noi siamo stati salvati e abbiamo evitato il giudizio che pendeva sul nostro capo, lo dobbiamo alla pazienza di qualcuno che ha interceduto pazientemente e con amore per noi.  

  3.Nel fare il bene

Galati 6:9 Or non veniamo meno nell’animo facendo il bene; se infatti non ci stanchiamo, raccoglieremo a suo tempo.
 Anche per fare il bene senza stancarsi occorre pazienza; la Scrittura afferma che un tal modo di vivere garantisce sempre un raccolto.
Il primo ad avere pazienza è Dio, il quale pazientemente attende che tutti giungano al ravvedimento, e la Chiesa deve seguire il Suo esempio, deve manifestare la Sua pazienza.
2Pietro 3:9 Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come alcuni credono che egli faccia; ma è paziente verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento.

Anche l’apostolo Giacomo esalta il valore della pazienza. In questi versetti, con tono accorato, fa appello più volte alla pazienza.
Giacomo 5:7 Or dunque, fratelli, siate  pazienti  fino alla venuta del Signore; guardate come l'agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra con pazienza, finché abbia ricevuto la pioggia della prima e dell'ultima stagione. 8 Siate pazienti anche voi; rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. 9  Non lamentatevi gli uni degli altri, fratelli,  affinché non siate giudicati; ecco, il giudice è alle porte. 10 Fratelli miei, prendete  come modello di sofferenza e di pazienza i profeti, che hanno parlato nel nome del Signore. 11 Ecco, noi proclamiamo beati coloro che hanno perseverato; avete udito parlare della pazienza di Giobbe, e avete visto la sorte finale che il Signore gli riserbò, poiché il Signore è pieno di compassione e di  misericordia.

Esaminiamoci, riconosciamo la nostra insufficienza in quest’area, impegniamoci a rivestirci di pazienza ed a fortificarci in essa. Riflettiamo sugli effetti negativi prodotti dalla nostra mancanza di pazienza e chiediamo a Dio di perdonarci per non averne avuta con i nostri figli, col nostro coniuge, sul posto di lavoro…; chiediamoGli perdono per le tensioni e i risentimenti che la sua mancanza in noi ha prodotto nella nostra vita; chiediamoGli di darci la pazienza necessaria per vivere distinguendoci nel generale andazzo della nostra società, in cui predominano l’impazienza, l’incapacità di sopportare gli atri e la mancanza di ascolto, e manifestando, con la nostra pazienza, l’amore di Dio.

4. Nel Corpo di Cristo




Colossesi 3:13 Sopportandovi gli uni gli altri e perdonandovi, se uno ha qualche lamentela contro un altro;  e come Cristo vi ha perdonato, così fate pure voi.
All’interno della Chiesa, i rapporti interpersonali devono essere caratterizzati da pazienza, sopportazione e perdono vicendevoli.
L’apostolo Paolo afferma che è un grande mistero il fatto che la Chiesa sia tutt’uno con Cristo. Essendo unica cosa con Lui, non possiamo considerarla come a sé stante, come fanno alcuni, che vedendone i difetti, dicono di amare Dio ma di non voler avere nulla a che fare con la Chiesa. Impossibile! Chi ama Cristo, non può limitarsi ad amare solo il Capo, deve amare anche il Suo Corpo, la Sua sposa, con cui Egli è fuso in modo indissolubile. Alcuni sono implacabili nel pronunciare giudizi, tengono i fratelli a distanza, ma la Parola di Dio comanda, senza mezzi termini, che ci si deve sopportare e perdonare vicendevolmente.   
 Nonostante le sue imperfezioni, Gesù vede la Chiesa perfetta, santa e irreprensibile, come sarà nel giorno delle nozze, e chi ne fa parte non deve mai parlare male degli altri ed evidenziarne i difetti, né annientarli con giudizi impietosi, ma prodigarsi nell’esortare e incoraggiare chi sbaglia.
Il Signore, che  perdona e dimentica i peccati, che vede la Sua Chiesa pura e senza macchia, non  permette che qualcuno la denigri, pertanto dobbiamo eliminare in noi l‘attitudine negativa di esaltare gli altrui difetti o di prestarci alle dicerie; piuttosto benediciamo chi sbaglia, se vogliamo essere benedetti dal Signore.
Per Dio, i peccati di omissione non sono meno gravi delle azioni peccaminose. Commettiamo peccato non amando il nostro prossimo o non avendo pazienza, visto che Dio ci comanda di amare e di essere pazienti, perché solo con l’amore e con la pazienza si può dare vita. Il Nuovo Testamento compendia i dieci comandamenti in uno solo, quello di amare, e chi vive nell’indifferenza, vive nel peccato. 

L’origine della vera pazienza 
Il messaggio biblico sulla pazienza ci riguarda prima di tutto perché è la testimonianza dell’atteggiamento di Dio verso il mondo e soprattutto verso il suo popolo. Ricordiamo esempi come Caino, Noè, Ninive, o anche il popolo d’Israele: durante il cammino nel deserto o nelle loro infedeltà nella terra promessa, possiamo ricordare la pazienza di Dio. La pazienza di un Dio che offre la possibilità di continuare a vivere nonostante la colpa. La posizione di Dio si pone fra i due poli estremi della collera e della grazia.

Dio è paziente, con la possibilità che egli possa distruggere o salvare. Dio stesso legittima la testimonianza della sua pazienza in Gesù Cristo, nella sua venuta sulla terra per morire sulla croce.

“Ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù”. Romani 3:24-26

Trattenendo la sua ira e la punizione che ci spetterebbe, invece della Condanna, Dio concede alla sua creatura grazia. Poiché Cristo ha portato su di sé l’ira, e la punizione che Cristo ha patito ha adempiuto ogni giustizia. Dio concede ancora del tempo, lascia che bene e male continuino ancora a convivere, con tutti i rischi che questo comporta.
“Dio dunque, passando sopra i tempi dell’ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano”. Atti 17:30
Egli perciò è il Dio della pazienza

“Il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di aver tra di voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù” Romani 15:5

Dobbiamo ora chiederci da dove procede la vera pazienza, degna dell’appellativo di virtù?

L’origine umana


Non è certamente una questione di carattere: l’iracondo, il sanguigno, non avrebbero speranza, o ne avrebbero meno rispetto al flemmatico. Alcuni attribuiscono la capacità di esercitare la pazienza alla forza di volontà umana o al carattere, non realizzando che tutte le virtù possono essere imitate, ma non per questo provengono dall’alto.

Tra gli uomini ve ne sono disposti ad avere grande pazienza anche nel male.

I briganti di una volta e gli uomini di malavita oggi devono possedere questa “virtù”. Un detto indiano dice: se il tuo nemico ti ha fatto del male siediti e aspetta sulle rive del fiume, prima o poi passerà il suo cadavere.

Nel caso di questo tipo di pazienza bisognerebbe dire quel che l’apostolo Giacomo dice della sapienza:

“Questa non è la saggezza che scende dall’alto; ma è terrena, animale e diabolica”. Giacomo 3:15

La pazienza è possibile mediante lo Spirito Santo

“Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l’andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell’aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d’ira, come gli altri”. Efesini 2:1-3

“Egli ci ha anche fatto conoscere il vostro amore nello Spirito”. Colossesi 1:8

Vogliamo ricordare che la pazienza deve andare con la parola amore e viceversa.
La pazienza deve essere associata anche con altre virtù.

La pazienza con la speranza:


Una pazienza priva di speranza sarebbe altrettanto «vuota» come la morte di Cristo senza la risurrezione; forza e sostegno della pazienza è la speranza.

”Non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo. Poiché siamo stati salvati in speranza. Or la speranza di ciò che si vede, non è speranza; difatti, quello che uno vede, perché lo spererebbe ancora? Ma se speriamo ciò che non vediamo, l’aspettiamo con pazienza“. Romani 8:23-25

“Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza”. Romani 15:4

“Siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”. Romani 12:12

Allegri mentre speriamo, pazienti mentre soffriamo, perseveranti comunichiamo con Dio.

La pazienza con l’umiltà e la mansuetudine:
 

“Io dunque, il prigioniero del Signore, vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore” Efesini 4:1-2

“Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza”. Colossesi 3:12

“Ricordiamo la reazione di in uomo conosciuto per la sua mansuetudine gli costò il divieto di entrare nella terra promessa”. Deuteronomio 32:48-52
La pazienza con la fede:

Il suo senso è di porre l’uomo nell’attesa dell’intervento di Dio, dell’adempimento delle sue promesse. In questo caso la pazienza è attiva.

“Affinché non diventiate indolenti ma siate imitatori di quelli che per fede e pazienza ereditano le promesse”Ebrei 6:12
“..in modo che noi stessi ci gloriamo di voi nelle chiese di Dio, a motivo della vostra costanza e fede in tutte le vostre persecuzioni e nelle afflizioni che sopportate”.2 Tessalonicesi 1:4

La pazienza aggiunta all’autocontrollo:


“..Alla conoscenza l’autocontrollo; all’autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà ;..“ 2Pietro 1:6

L’Apostolo Paolo dice che essa, fra gli altri pregi, possiede anche quello di sopportare ogni cosa. La carità, dice, è longanime, e dopo un poco: La carità sopporta tutto. Quanto maggiore è dunque nei santi la carità di Dio tanto più facile è per loro sopportare ogni cosa per ciò che amano.

La pazienza una necessità per servire Dio con efficacia:


“Ma in ogni cosa raccomandiamo noi stessi come servitori di Dio, con grande costanza nelle afflizioni, nelle necessità, nelle angustie, nelle percosse, nelle prigionie, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con conoscenza, con pazienza, con bontà, con lo Spirito Santo, con amore sincero..” 2Corinzi 6:4-6

“Certo, i segni dell'apostolo sono stati compiuti tra di voi, in una pazienza a tutta prova, nei miracoli, nei prodigi e nelle opere potenti”. 2Corinzi 12:12

“Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente”. 2Timoteo 2:24

“Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia costanza”. 2Timoteo 3:10

“Predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza”. 2Timoteo 4:2

La pazienza una necessità verso i servi di Dio:

“Ora, fratelli, sopportate con pazienza, vi prego, la mia parola di esortazione perché vi ho scritto brevemente”. Ebrei 13:22

Una necessità per gli anziani:


 Soliti a diventare impazienti i cristiani anziani devono ricordare l’esortazione fatta a loro:

“I vecchi siano sobri, dignitosi, assennati, sani nella fede, nell'amore, nella pazienza..”  Tito 2:2

“Il senno rende l’uomo lento all’ira, ed egli considera un suo onore passare sopra le offese”. Proverbi 19:11

Un aforisma recita:
“L’uomo empio è colui che è facile ad adirarsi e difficile a placarsi mentre l’uomo pio è colui che è difficile ad adirarsi e facile a placarsi ”.

Non tutti coloro che patiscono qualcosa posseggono la pazienza. Solo chi si fa carico della sofferenza per il bene degli altri merita l’elogio della vera pazienza e riceve la corona per la virtù della pazienza, ma solo se tutto è fatto con la gioia nel cuore.






"Vestitevi dunque, come eletti di Dio, santi ed amati, di tenera compassione, di benignità, di umiltà, di dolcezza, di longanimità"
 (Colossesi 3:12)
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