
Il Diavolo adopera ogni mezzo per farci perdere il “controllo” di noi stessi, e di conseguenza cadere nel peccato. Se non sappiamo auto - controllare la nostra vita, non potremo mai attirarci il rispetto di coloro che ci vivono attorno, e non potremo mai portare alto e con onore il nome che Dio ci ha dato in Cristo Gesù. Solo una persona che sa controllare la sua vita nelle dipendenze del Signore, lo può servire e portare del frutto alla Sua Gloria.L’autocontrollo deve essere esercitato tanto sulle piccole come sulle grandi cose. Dobbiamo ricordarci che a volte sono proprio le piccole cose, che noi giudichiamo senza alcuna importanza, che possono condurci a commettere dei peccati ed a farci fare delle gravi cadute. L'autocontrollo serve affinché non abbiamo mai da sviarci dal sentiero di Dio. La Scrittura ci esorta a vivere in questo mondo: temperatamente, giustamente e piamente (cfr. Tito 2:12).
Il credente deve essere una persona: educata, moderata e disciplinata. Sappiamo che la disciplina non solo fa parte dell'educazione, ma soprattutto della “correzione”.
La Scrittura ci dice: “Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore, non ti ripugni la sua riprensione; perché il Signore riprende colui che egli ama, come un padre il figlio che gradisce” (Proverbi 3:11; 6:23; 12:1). Ringraziamo il Signore, “Poiché Iddio ci ha dato uno spirito non di timidità, ma di forza e d'amore e di correzione” (II Timoteo 1:7).
- Noè
- Esaù
Se avesse saputo “autocontrollarsi”, avrebbe sofferto un po’ la fame, in quel momento, ma non avrebbe mai perso il prezioso diritto della primogenitura. Purtroppo ancora oggi il mondo e pieno di “Esaù”, che sacrificano un avvenire di benedizioni messo a loro disposizione da Dio, per soddisfare il desiderio di un momento. Esaù si è lasciato trascinare e dominare dalla natura umana, ha perso l'autocontrollo ed ha così commesso un grave errore.
Quante volte, un’eccitazione della carne domina i credenti come se fosse potenza dello Spirito!
- Davide
Una notte passeggiando sopra il tetto della casa reale vide quello che sarebbe stato meglio non avesse mai veduto. Una donna si lavava senza aver preso le debite precauzioni. Questa donna era bellissima di aspetto, ci dice la Scrittura. Davide non solo la vide, ma si fermò a guardare ed a contemplare la sua bellezza, e la mandò a chiamare. I suoi occhi gli fecero perdere “l’autocontrollo” di sé e del suo cuore. La triste e dolorosa conseguenza, la conosciamo tutti molto bene. Il salmista diceva: “Distogli gli occhi miei dal contemplare la vanità, e vivificami nelle tue vie” (Salmo 119:37).
A volte è sufficiente uno sguardo per cadere nella tentazione e nella concupiscenza. Gesù disse: “Io vi dico che chiunque guarda una donna per appetirla ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Matteo 5:28).
- I discepoli di Gesù
Anche Pietro un giorno perse “l’autocontrollo” quando trasse la spada e percosse il servo del sommo sacerdote, e gli recise l'orecchio destro. Gesù gli dovette dire: “Rimetti la spada nel fodero; non berrò io il calice che il Padre mi ha dato?” (Giovanni 18:11).
- Il credente: la vecchia natura
Il Signore ci chiama ad una vita santa, ma questa dobbiamo riconoscere è ben lontana dalla perfezione. In ogni credente ci possono essere i suoi momenti di alte levature spirituali, come più bassi e sconcertanti periodi di rilassamento. Inoltre non sempre lasciamo che sia Lui a guidare, ministrare e dirigere la nostra vita ed il nostro cammino.
Se a volte Dio è deluso della nostra vita, è solamente perché Egli col Suo Spirito non vive e non dimora nel nostro cuore. Per alcuni credenti Gesù è il loro Salvatore, ma non il loro Re e Signore. Non dobbiamo dimenticarci che la “vecchia natura”, è sempre presente nel credente e la sola cosa che essa è capace di fare è: peccare. È vero che essa è stata “crocifissa”, che ha trovato la sua fine alla croce di Cristo; ma finché vivremo quaggiù su questa terra, nei nostri corpi, faremo sempre l'esperienza che essa, malgrado la consideriamo come morta, è anche fin troppo vivente ed esigente.
Il credente deve vegliare continuamente e costantemente su di essa affinché le tendenze naturali siano immediatamente giudicate e mortificate. Il credente deve saper controllare tutto il suo corpo, onde evitare che esso la faccia cadere nel peccato. E’ vero che Dio ha fatto di questo nostro corpo il tempio dello Spirito Santo, e che le nostre membra devono essere usate come suoi strumenti; ma a volte, per motivi diversi, si perde “l’autocontrollo”, ed esso invece di essere uno strumento utile e prezioso per il Signore diventa un intralcio.
Il credente con l'aiuto del Signore non deve mai lasciarsi dominare da esso, ma deve saperlo, in modo cristiano, dominare e vincere. Anche se ne dobbiamo avere molta cura affinché possa essere disponibile per il Signore, lo dobbiamo: assoggettare, disciplinare e autocontrollare. Solo quando godiamo della pienezza dello Spirito Santo, ed è Lui a guidarci, i nostri pensieri, le nostre parole i nostri sguardi e le nostre azioni manterranno il loro giusto posto.
Quando parliamo o ascoltiamo delle persone, dobbiamo saper esercitare un severo controllo su noi stessi, onde evitare di divenire dei propagatori di pettegolezzi (II Timoteo 2:24). Il credente dovrebbe sottomettersi ad un tale controllo da non lasciarsi andare a conversazioni che escono dall'ambito cristiano. Così pure i nostri rapporti con le persone del mondo non devono essere troppo aperti e licenziosi.
L'autocontrollo nel parlare eliminerà molti discorsi superficiali e scurrili, che la Scrittura definisce “cose sconvenienti” (Efesini 5:4). Il parlare del credente deve essere sempre con grazia condito con sale (Colossesi 4:6). Chi custodisce la sua bocca, e sa autocontrollarsi nel parlare preserva la propria vita (Proverbi 13:3).
Il lavoro
Anche nel lavoro il credente può perdere “l’autocontrollo”. Ci sono dei credenti che sembrano siano nati solo per lavorare. La loro vita ha un solo scopo: lavorare. E’ vero che la Scrittura condanna la pigrizia, e Gesù stesso non andò nell'angolo degli eterni disoccupati per scegliere i suoi dodici discepoli, ma questo non vuol dire che dobbiamo lasciarci sopraffare dal lavoro.
Essere dei buoni lavoratori è una bella cosa; direi una virtù che ogni credente dovrebbe possedere, ma non dobbiamo lasciarci soggiogare da esso al punto da dimenticare o accantonare il servizio che siamo chiamati a svolgere tutti quanti per il Signore. E’ veramente penoso constatare come alcuni credenti siano tanto zelanti per le cose del mondo e tanto indolenti per quelle del Signore. Dobbiamo riconoscere che il lavoro e gli affari della vita a volte ci impediscono di rendere chiara e visibile la nostra testimonianza.
Il Signore nella Sua grazia ci aiuti affinché la luce, che siamo chiamati ad emanare in questo mondo di tenebre, non venga soffocata dall'eccessivo impegno di lavoro, ma che possiamo esercitare su di esso un “controllo cristiano”. Cosa disse Gesù un giorno a Marta di Betania? “Marta, Marta, tu ti affanni e t'inquieti di molte cose, ma di una cosa sola fa bisogno. E Maria ha scelto la buona parte che non le sarà tolta” (Luca 10:41,42).
I propri figli
Non c'è dubbio che i figli devono ubbidire ai propri genitori, tuttavia la Scrittura ci dice e ammonisce perché anch'essi hanno le loro responsabilità e diritti. Sta scritto: “Padri, non provocate ad ira i vostri figliuoli, ma allevateli in disciplina e in ammonizione del Signore” (Efesini 6:4). Sebbene noi genitori abbiamo autorità sui nostri figli, dobbiamo tuttavia imparare come comportarci nel cospetto del Signore nei loro riguardi.
I genitori cristiani non dovrebbero mai agire in modo capriccioso verso i loro figli, col solo pretesto d'averne diritto. Sebbene Dio ci abbia creati, non ci ha mai maltrattati, pur avendo ogni diritto su di noi. Un dovere di capitale importanza per i genitori cristiani è: I'autocontrollo, mediante la luce e la guida dello Spirito Santo. La responsabilità ed il non facile compito dei genitori è quello di istruirli ed allevarli in disciplina e in ammonizione del Signore. Il nostro dovere come genitori cristiani è quello di: amarli, istruirli, educarli e proteggerli, sotto lo sguardo del Signore.
I genitori cristiani devono saper controllare prima loro stessi, per saper controllare i loro figli senza provocarli ad ira. Le lunghe e aride discussioni, il tono di voce alta, le restrizioni spesso non raggiungono lo scopo desiderato. E’ vero che la Scrittura ci dice che colui che risparmia la verga odia il suo figliuolo (Proverbi 13:24), ma ci dice pure che colui che lo ama è diligente e saggio nel riprenderlo.
E’ vero che bisogna rimanere fermi nelle decisioni, ma non incomprensivi e irragionevoli. Se sapremo, con l'aiuto del Signore “autocontrollarci”, sapremo ancora conversare e dialogare con loro, ed eviteremo tanti urti e conflitti nocivi. I nostri figli non devono pensare che i loro genitori manchino di comprensione, ma che, al contrario, accettano il dialogo e sono anche disposti ad accettare dei suggerimenti, quando questo viene fatto con sottomissione e rispetto.
Sono convinta che nulla è più scoraggiante per un figlio delle critiche continue e ingiustificate di un padre o di una madre. Non c'è cosa più deleteria di una punizione non meritata. Noi genitori cristiani dobbiamo renderci conto che dobbiamo assolutamente saperci “autocontrollare”, se non vogliamo creare nei loro cuori la diffidenza, e indebolire in loro il senso dell'amore e del rispetto.
Anche qui c'è il pericolo che il marito si lasci occupare a tal punto dai bisogni e dalle necessità da non avere sufficientemente tempo per occuparsi dei bisogni e problemi della propria moglie. Il marito cristiano non solo deve amare la propria compagna, ma deve avere cura e prendere parte ai suoi bisogni e problemi. Quando un marito è troppo occupato è facile per lui perdere l'autocontrollo nei suoi doveri come capo famiglia e come marito. Se non sa autocontrollarsi, ossia se non veglia sufficientemente può mancare anche nell'amore, nelle attenzioni di ogni giorno e nel controllo del suo carattere.
Spesso succede che il mondo esteriore causi dell'irritazione che è facile scaricare a casa, soprattutto sulla propria moglie. Questo è uno dei tanti aspetti di questa vita di ogni giorno, che siamo chiamati a vivere nel mondo e col mondo; e se non ci si sa autocontrollare non solo si viene meno nei doveri di marito e verso la famiglia, ma Cristo stesso viene messo da parte.
L'autocontrollo, ossia la temperanza

La “temperanza” è una qualità che dovrebbe caratterizzare ogni figliuolo di Dio. Il credente deve essere una persona non solo modesta ma soprattutto moderata in tutte le cose. Ecco perché la “temperanza”, è definita la virtù della moderazione. C'è un solo segreto per superare e vincere ogni tentazione ed è: dimorare in Cristo.
Il salmista diceva: “Chi dimora nel ritiro dell'Altissimo alberga all'ombra delI'Onnipotente” (Salmo 91:1). E’ vero che noi siamo “dimora” di Dio per lo Spirito (Efesini 2:22), ma i momenti in cui questa verità non si realizza nella nostra vita, dobbiamo riconoscere e confessare sono veramente tanti. Nella vita di ogni credente ci sono i momenti di stanchezza, d'impazienza e di nervosismo, come quelli causati dagli eccessivi impegni; perciò io credo sia veramente utile per noi credenti chiedere al Signore di: guidare, dirigere e controllare Lui stesso tutta la nostra vita.
Solo se sarà Dio stesso a guidare e a controllare il nostro cammino, potremo sentirci al sicuro e al riparo di ogni caduta. Fra i tanti aspetti del frutto dello Spirito che il credente è chiamato a manifestare in ogni momento o circostanza, uno è la: “temperanza”. Questo autocontrollo, questa continenza, questo sapersi dominare è affare di ogni giorno; anzi di ogni momento, se vogliamo che sia il Signore ad essere soddisfatto e non la nostra carne.
Preghiamo il Signore affinché tutto il nostro essere: lo spirito, l'anima ed il corpo, possano sempre essere sotto il controllo e l'autorità della Sua Parola; solamente così saremo preservati dalle insidie e dalle contaminazioni che sono nel mondo.
CONTROLLO SULLA VITA INTERIORE
“L'uomo che non si sa padroneggiare, è una città smantellata, priva di mura” (Proverbi 25:28). Questo paragone era molto significativo al tempo in cui venne scritto, quando bande di saccheggiatori erano sempre in agguato e una città non protetta da alte mura era facilmente vittima dei loro assalti. La persona che non esercita un controllo assiduo sulla sua vita interiore è come una città che non ha mura: può divenire facile bersaglio di tutti. Chi non possiede il controllo di se stesso è continuamente soggetto ad attacchi dall'esterno e dall'interno, talché, se non s'innalzano fin dal principio alte difese, è facile che l'attacco del nemico abbia successo.
E' essenziale guardarci nell'intimo del cuore e vedere se tutto è sotto controllo, in ordine. Dobbiamo studiare realisticamente questo problema, perché la questione dell'autocontrollo non riguarda solo noi, ma anche quelli con i quali veniamo a contatto.
La nostra capacità o la nostra incapacità di controllarci si ripercuote inevitabilmente sui nostri rapporti con gli altri; in Proverbi 15:18 leggiamo: «L'uomo iracondo fa nascere contese, ma chi è lento all'ira acquieta le liti». Chi non riesce a controllare i propri sentimenti provoca sempre guai: può arrivare anche a provocare danni fisici e morali irreparabili. Tutto sta, quando ci si sente spinti a manifestare i nostri impulsi incontrollati, nel cercare di dominarci invocando l'aiuto del Signore. Questo sforzo di autocontrollo e di dominio su se stessi, senza dubbio, contribuirà validamente allo sviluppo di un carattere forte.
Esaminiamo ora alcuni punti dove è maggiormente necessario esercitare questo attento controllo. L'importanza del saper controllare i propri sentimenti è messa in evidenza in Proverbi 16:32: «Chi è lento all'ira val più del prode guerriero; chi padroneggia se stesso val più di chi espugna città». E' dunque necessario che ogni passione, o sentimento, che è nel nostro cuore sia sempre tenuto sotto il controllo della nostra volontà. Mai dobbiamo divenire schiavi delle nostre passioni. Notiamo i brani seguenti della Scrittura, che esaltano il controllo delle varie passioni umane. Riguardo:
- All’ira (Proverbi 14:17,29);
- All’odio (Proverbi 15:17; I Giovanni 4:20; 2:9);
- Al timore (Giosuè 1:9; Matteo 10:28);
- All’amore (Giovanni 13:34,35; I Giovanni 4:18,20; Marco 12:30,31; Cantico dei Cantici 8:6,7);
Dio ha formato il corpo umano in modo che possa rispondere a determinate Sue leggi: esse sono le leggi della natura. La violenza di qualcuna di queste leggi ci porterà danno e sofferenza. Un'intemperanza nel mangiare o nel bere, un atto di sregolatezza troppo accentuata, uno strapazzo fisico troppo forte, tutto può provocare dei danni alla nostra salute. Dobbiamo conoscere e rispettare quelle norme che Dio ci ha fatto conoscere in tanti modi, poiché con una buona autodisciplina potremo conservare in buono stato la nostra salute e la nostra forza fisica (Proverbi 25:16; Romani 13:14; I Corinzi 9:27).
" Ora, chiunque si esercita ne’ combattimenti è temperato in ogni cosa; e que’ tali fanno ciò, per ricevere una corona corruttibile; ma noi dobbiam farlo per riceverne una incorruttibile. "
Grazie sempre per queste esortazioni.
RispondiEliminaAmen
Grazie a te carissimo...Dio ti benedica!
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