E tu che cristiano sei? | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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venerdì 24 giugno 2011
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E tu che cristiano sei?

cristiano

"Essi parteciparono per un anno intero alle riunioni della chiesa, e istruirono un gran numero di persone; ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani".(Atti 11,26)
Il moderno dizionario Encarta dice che cristiano è: "Chi professa la fede di Cristo, chi appartiene al cristianesimo; chi accetta la fede nel Cristo e segue il suo esempio ed i Suoi insegnamenti". In questo articolo, desidero parlarvi di sette tipi di cristiani.

1. IL CRISTIANO ILLUSO

È colui che pensa di essere un cristiano e non lo è. Pensa di essere salvato, ma non lo è, pensa di avere lo Spirito di Dio, ma in realtà o non lo ha mai avuto o lo ha perso. Un esempio è Sansone. Si legge in Giudici 13:25:
"Lo spirito del Signore cominciò ad agitarlo"; Giudici 14:6: "Lo spirito del Signore investì Sansone, che, senza aver niente in mano, squartò la belva, come uno squarta un capretto". Giudici 14:19: "Lo spirito del Signore lo investì ed egli scese ad Ascalon, vi uccise trenta uomini. Giudici 15:14: "Quando giunse a Lechi, i Filistei gli si fecero incontro con grida di gioia, ma lo spirito del Signore investì Sansone".
Sansone si era illuso che lo Spirito di Dio lo avrebbe sempre investito, ma aveva dimenticato che lo Spirito di Dio è "tre volte santo" e che una vita non consacrata, non santificata, non può coesistere con la presenza dello Spirito Santo. Quando la sua sensualità ebbe la meglio e si ritrovò alla mercè di una perfida donna, quale era Dalila, realizzò che lo Spirito di Dio lo aveva abbandonato:
"Lei gli disse: "Come fai a dirmi: "Ti amo", mentre il tuo cuore non è con me? Già tre volte mi hai beffata, e non mi hai detto da dove viene la tua gran forza".
La donna faceva ogni giorno pressione su di lui con le sue parole e lo tormentava. Egli ne fu rattristato a morte e le aperse tutto il suo cuore e le disse:
"Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo, consacrato a Dio, dal seno di mia madre; se mi tagliassero i capelli, la mia forza se ne andrebbe, diventerei debole e sarei come un uomo qualsiasi". Dalila, visto che egli le aveva aperto tutto il suo cuore, mandò a chiamare i prìncipi dei Filistei e fece dire loro: "Venite su, questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il suo cuore". Allora i prìncipi dei Filistei salirono da lei, e portarono con sé il denaro. Lei lo fece addormentare sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece tagliare le sette trecce della testa di Sansone; così giunse a domarlo; e la sua forza lo lasciò".
Che illusione! Gesù, nel famoso sermone sul monte, parlò di credenti illusi, ma anche di servitori illusi, infatti, dirà:
"Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!"
Quanta illusione! Erano illusi anche i sette figli di Sceva. Si legge che Dio intanto faceva miracoli straordinari per mezzo di Paolo; al punto che si mettevano sopra i malati dei fazzoletti e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie scomparivano e gli spiriti maligni uscivano. Or alcuni esorcisti itineranti giudei tentarono anch'essi d'invocare il nome del Signore Gesù su quelli che avevano degli spiriti maligni, dicendo:
"Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo annunzia". Quelli che facevano questo erano sette figli di un certo Sceva, ebreo, capo sacerdote. Ma lo spirito maligno rispose loro: "Conosco Gesù, e so chi è Paolo; ma voi chi siete?" E l'uomo che aveva lo spirito maligno si scagliò su due di loro; e li trattò in modo tale che fuggirono da quella casa, nudi e feriti".
Impariamo dall'apostolo Paolo che non era certo un illuso:
"Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile. Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato".
Noi non vogliamo essere dei cristiani illusi, dei sognatori, non dobbiamo essere proiettati verso una chimera, ma verso la vita eterna.

2. IL CRISTIANO AUDACE 
 
È colui che è troppo sicuro di se stesso, che non mostra incertezze o debolezze. È il cristiano che sa il fatto suo. Appare invincibile, inossidabile. Troppo sicuro per essere vero. Questo tipo di cristiano (si fa per dire), mi ricorda un'esperienza che si legge in Numeri 14:41-45. Alcuni israeliti, troppo audacemente volevano conquistare la terra promessa. Mosè disse loro:
"Non salite, perché il Signore non è in mezzo a voi. Non fatevi sconfiggere dai vostri nemici! Poiché là, di fronte a voi, stanno gli Amalechiti e i Cananei, e voi cadrete per la spada; poiché vi siete sviati dal Signore, il Signore non sarà con voi". Nondimeno, si ostinarono a salire sulla cima del monte; ma l'arca del patto del Signore e Mosè non si mossero dall'accampamento. Allora gli Amalechiti e i Cananei che abitavano su quel monte scesero giù, li sconfissero, e li fecero a pezzi".
Quanta sicurezza ostentarono e che triste fine fecero. Il vero cristiano non deve essere mai sicuro di sé: dobbiamo essere prudenti. L'apostolo Pietro, quando fu avvertito che deve andare a casa di Cornelio, ebbe una visione. Vide il cielo aperto, e scenderne un oggetto simile ad una gran tovaglia, che, tenuta per i quattro angoli, era calata a terra. In essa c'era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo. E una voce gli disse:
"Alzati, Pietro; ammazza e mangia". Ma Pietro rispose: "No assolutamente, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di impuro e di contaminato". E la voce parlò una seconda volta: "Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure".
Questo avvenne per tre volte; poi d'un tratto quell'oggetto fu ritirato in cielo. Mentre Pietro, dentro di sé, si domandava che cosa significasse la visione, ecco gli uomini mandati da Cornelio, i quali, avendo domandato della casa di Simone, si fermarono alla porta. Avendo chiamato, chiesero se Simone, detto anche Pietro, alloggiasse lì. Mentre Pietro stava ripensando alla visione, lo Spirito gli disse:
"Ecco tre uomini che ti cercano. Alzati dunque, scendi, e va' con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io". Il giorno seguente andò con loro; e sei fratelli di Ioppe l'accompagnarono. Disse loro: "Voi sapete come non sia lecito a un giudeo di aver relazioni con uno straniero o di entrar in casa sua; ma Dio mi ha mostrato che nessun uomo deve essere ritenuto impuro o contaminato. Perciò, essendo stato chiamato, sono venuto senza fare obiezioni. Ora vi chiedo: qual è il motivo per cui mi avete mandato a chiamare?"
Pietro non era un cristiano audace, ma era molto cauto. Cerchiamo di essere molto cauti nelle cose del Signore, perché molti hanno naufragato a causa della loro superficialità. Quando si tratta delle cose di Dio, noi vogliamo essere certi che è proprio quella la Sua volontà. Prendiamo per esempio l'esperienza di Davide. Saul lo perseguita da nove anni e vuole ucciderlo. Quando Saul tornò dall'inseguimento dei Filistei, vennero a dirgli:
"Davide è nel deserto di En-Ghedi". Allora Saul prese tremila uomini, scelti fra tutto Israele, e andò in cerca di Davide e della sua gente fin sulle rocce delle capre selvatiche. Là vi era una caverna, nella quale Saul entrò per fare i suoi bisogni. Davide e la sua gente erano in fondo alla caverna. La gente di Davide gli disse: "Ecco il giorno nel quale il Signore ti dice: "Vedi, io ti do in mano il tuo nemico; fa' di lui quello che ti piacerà"". Allora Davide si alzò e, senza farsi scorgere, tagliò il lembo del mantello di Saul. Ma dopo, il cuore gli batté per aver tagliato il lembo del mantello di Saul. Davide disse alla gente: "Mi guardi il Signore dall'agire contro il mio re, che è l'unto del Signore, e dal mettergli le mani addosso; poiché egli è l'unto del Signore".
La situazione era a lui favorevole: avrebbe ucciso Saul e sarebbe diventato re di Israele, ma non lo fece perché non era quella la via tracciata da Dio, anche se tutto lo lasciava supporre. In seguito accadde che Saul si accampò sulla collina di Achila che è di fronte al deserto. Allora Davide si levò, venne al luogo dove Saul stava accampato e notò il luogo dov'erano coricati Saul e il capo del suo esercito. Saul stava coricato nel parco dei carri e la sua gente era accampata intorno a lui. Davide e Abisai dunque andarono di notte da quella gente; Saul era coricato e dormiva nel parco dei carri, con la sua lancia conficcata in terra, dalla parte della sua testa; e Abner e la sua gente gli stavano coricati intorno. Allora Abisai disse a Davide:
"Oggi Dio ti ha messo il tuo nemico nelle mani; ora lascia, ti prego, che io lo colpisca con la lancia e lo inchiodi in terra con un solo colpo e non ci sarà bisogno di un secondo". Ma Davide disse ad Abisai: "Non ucciderlo! Chi potrebbe mettere le mani addosso all'unto del Signore senza rendersi colpevole?"
Poi Davide aggiunse:
"Com'è vero che il Signore vive, il Signore soltanto sarà colui che lo colpirà, sia che venga il suo giorno e muoia, sia che scenda in campo di battaglia e vi perisca. Mi guardi il Signore dal mettere le mani addosso all'unto del Signore! Prendi ora soltanto, ti prego, la lancia che è vicino alla sua testa e la brocca dell'acqua e andiamocene".
Oggi abbiamo fra noi troppi credenti audaci. Noi invece, vogliamo andare piano, piano, fare un passo alla volta e chiedere al Signore: "Sei proprio tu? È proprio questo che tu vuoi? È proprio questa la tua volontà? ". Anche quando le circostanze sembrano a noi favorevoli, dobbiamo essere certi se quella è la volontà di Dio.

3. IL CRISTIANO ZERBINO

"Non valgo niente, non so fare niente, gli altri sono meglio di me, sono più capaci di me. Vi racconto due storie". 

1. Un uomo fece un lungo viaggio in nave nel corso del quale si ammalò e si indebolì notevolmente. Non riusciva a reggersi sulle gambe e per questo fu costretto a rimanere a letto. Un giorno sentì urlare: "Uomo in mare, uomo in mare". Il malato pensò: "Che Dio lo aiuti! Nella mia situazione non posso fare nulla per lui". Tuttavia, si ricordò che poteva almeno esporre la sua lanterna nell'oblò della nave. Faticosamente si alzò e mise la sua lanterna vicino all'oblò per fare luce. L'uomo caduto in mare fu salvato. Il giorno seguente quest'uomo, che si riteneva un miracolato, raccontò: "Mentre riemergevo dall'acqua, qualcuno aveva acceso una lanterna. La luce cadde proprio sulla mia mano; un marinaio la vide e mi trasse in salvo".

2. Si racconta che una donna stava preparando una cassa contenente materiale di prima necessità per i missionari in India. Arrivò un bambino che voleva donare anche lui qualcosa per la missione. Aveva solo pochi spiccioli, ma li diede. Con quelli, la donna comprò un opuscolo cristiano, che mise nella cassa. L'opuscolo finì in seguito nelle mani di un capo della tribù burmense, che lo lesse e si convertì. Egli condivise la sua conversione con tutta la sua tribù e molti altri si convertirono. Si costruì una Chiesa e un missionario si prese cura di questo gruppo. Successivamente si convertirono 1500 persone. Tutto ciò grazie al dono di un bambino che dette pochi spiccioli.
"La pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini. Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio".
4. IL CRISTIANO IPOCRITA

Tu sei già stato ingannato da una persona che ti aveva fatto credere di essere una buona persona, con valori morali elevati, ma che alla fine si rivelò ingannevole, disonesta e perfino maligna? Questo fu ciò che successe recentemente a molti residenti di una comunità situata in uno stato al Nord-est degli Stati Uniti.

Secondo un articolo pubblicato sul giornale "The Washington Post", e nel "Kansas City Star":
Un preminente e influente uomo d'affari di quella città, un individuo che aveva ricevuto i maggiori onori concessi dalla Camera di Commercio locale, fu sorpreso, solo con biancheria intima, nella stanza di un motel dove si trovava insieme ad una giovane, seminuda, che non era sua moglie.
Questo arresto portò ad un'attenta indagine che fece modo che quel rispettabilissimo leader civile affrontasse accuse per avere speso più di 5 Milioni di dollari (10 miliardi delle vecchie lire) per sesso con donne, molte delle quali gli dovevano numerosi favori. L'investigazione anche identificò questo leader comunitario, come colui che designato dalla legge, amministrava un fondo di 500.000 dollari, destinati alle cure di bambini con gravi danni cerebrali. Questo denaro, si scoprì dalle indagini, era scomparso.
Questo uomo, che fino a quel momento era stato considerato "un pilastro della comunità", aveva anche servito come anziano della chiesa, era stato consigliere cristiano volontario ed aveva aiutato giovani a concludere l'insegnamento medio. In apparenza, questo leader negli affari, non era appena un cittadino esemplare ma bensì qualcuno che la comunità ammirava profondamente e stimava per l'impegno sia professionale che morale.
Come mai, qualcuno che conosceva bene (e probabilmente aveva insegnato) la differenza fra il giusto e lo sbagliato, finisce in una cella, accusato di vari crimini morali ed etici? Potremmo tessere un'accesa discussione su questo tema, ma la risposta più probabile a questo rompicapo, forse sta nelle parole del re Salomone:
"Così come l'acqua riflette il viso, il cuore riflette chi noi siamo" (Proverbi 27,19).
É interessante notare che Salomone, considerato l'uomo più saggio che già sia vissuto, metta in evidenza il cuore e non la mente. C'é una buona ragione per questo: la nostra mente può conoscere la verità ma se il nostro cuore non la cattura, se falliamo emozionalmente, o se ci rifiutiamo di accettare ciò che intellettualmente sappiamo che é vero, la iniquità può, rapidamente e con inganno, infiltrarsi nella nostra vita. Esteriormente può sembrare che stiamo agendo in maniera corretta e nello stesso tempo abbiamo una doppia vita che nessuno conosce, fino al momento che non veniamo scoperti.

L'integrità non é un interruttore che possiamo accendere o spegnere, secondo le circostanze o quello che sembra essere più conveniente o opportuno. Avere integrità e dimostrarlo, significa essere intero e completo, essere lo stesso in privato, dove nessuno ci vede, come in pubblico, dove siamo circondati da occhi vigilanti.
Se tu stai lottando con te stesso, riconoscendo che ciò che gli altri vedono, può non essere ciò che esiste in te, lascia che ti dia un suggerimento: esamina il tuo cuore, così come la tua mente, per conoscere la tua motivazione. Se ci sono cose nella tua vita che non ti piacerebbe condividere con un amico intimo, cose che ti lascerebbero terrorizzato se fossero pubblicate sul giornale della tua città o che apparissero nel notiziario della TV, allora tu hai un problema di integrità che necessita essere curato.

Segui il consiglio del re Salomone e prega per avere un cuore saggio, perché tu possa essere la stessa persona, 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, sia che qualcuno ti stia osservando o no.

Ci sono persone che recitano, che pensano che il mondo sia un palcoscenico, un teatro. La loro maschera preferita è quella del cristiano. Nella vita privata, non sono credenti, non lo sono per nulla, non lo sono affatto. Sono dei camaleonti e si adattano all'esterno, così è la loro vita. L'esempio classico è Anania e Saffira. Possiamo ingannare il fratello, la sorella, il pastore, nostro marito o nostra moglie, ma il peccato ci ritroverà.
"In quel tempo, Abiia, figlio di Geroboamo, si ammalò. Geroboamo disse a sua moglie: "Alzati, ti prego, e travestiti, affinché non si sappia che tu sei moglie di Geroboamo, e va' a Silo. Là c'è il profeta Aiia, il quale predisse che sarei stato re di questo popolo. Prendi con te dieci pani, delle focacce, un vaso di miele, e va' da lui; egli ti dirà quello che avverrà di questo ragazzo". La moglie di Geroboamo fece così; partì, andò a Silo, e giunse a casa di Aiia. Aiia non poteva vedere, poiché gli si era indebolita la vista per la vecchiaia. Il Signore aveva detto ad Aiia: "La moglie di Geroboamo sta per venire a consultarti riguardo a suo figlio, che è ammalato. Tu parlale così e così. Quando entrerà, fingerà di essere un'altra". Quando Aiia udì il rumore dei passi di lei che entrava per la porta, disse: "Entra pure, moglie di Geroboamo; perché fingi d'essere un'altra? Io sono incaricato di dirti delle cose dure".
Perché fingi di essere un altro? Io sono incaricato di dirti cose dure. Perché fingi di essere un altro? La Bibbia condanna fermamente, decisamente coloro che fingono, quelli che appaiono e non sono. Gesù dirà:
"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere e del piatto, affinché anche l'esterno diventi pulito. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia. Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità".
E gli esempi di finzione, nella Scrittura sono tanti, innumerevoli e nessuno di loro è rimasto impunito.

Acab

Acab

Il re Acab re d'Israele e Giosafat, re di Giuda, marciarono dunque contro Ramot di Galaad. Il re d'Israele disse a Giosafat:
"Io mi travestirò per andare in battaglia; ma tu mettiti i tuoi abiti regali". E il re d'Israele si travestì e andò in battaglia. Il re di Siria aveva dato quest'ordine ai trentadue capitani dei suoi carri: "Non combattete contro nessuno, piccolo o grande, ma soltanto contro il re d'Israele". Quando i capitani dei carri scorsero Giosafat dissero: "Certo, quello è il re d'Israele", e si diressero contro di lui per attaccarlo; ma Giosafat mandò un grido. Allora i capitani si accorsero che egli non era il re d'Israele, e cessarono di assalirlo. Ma un uomo scoccò a caso la freccia del suo arco, e ferì il re d'Israele tra la corazza e le falde; perciò il re disse al suo cocchiere: "Svolta, portami fuori dal campo, perché sono ferito". Ma la battaglia fu così accanita quel giorno, che il re fu trattenuto sul suo carro di fronte ai Siri, e morì verso sera; il sangue della sua ferita era colato nel fondo del carro. Mentre il sole tramontava, un grido corse per tutto il campo: "Ognuno alla sua città! Ognuno al suo paese!" Così il re morì, fu portato a Samaria, e in Samaria fu sepolto.
 Giuda

Giuda

E che dire di Giuda uno dei dodici apostoli? Non fingeva forse? Fingeva di essere onesto, aveva infatti la borsa contenente i soldi che venivano versati per sostenere il ministerio di Gesù. E Giuda fingeva di essere onesto, ma nei Vangeli leggiamo che lui rubava i soldi dalla cassa. Non fingeva di essere interessato ai poveri? Gesù dunque, sei giorni prima della Pasqua, andò a Betania dov'era Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. Qui gli offrirono una cena; Marta serviva e Lazzaro era uno di quelli che erano a tavola con lui. Allora Maria, presa una libbra d'olio profumato, di nardo puro, di gran valore, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli; e la casa fu piena del profumo dell'olio. Ma Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse:
"Perché non si è venduto quest'olio per trecento denari e non si sono dati ai poveri?" Diceva così, non perché si curasse dei poveri, ma perché era ladro, e, tenendo la borsa, ne portava via quello che vi si metteva dentro. Gesù dunque disse: "Lasciala stare; ella lo ha conservato per il giorno della mia sepoltura. Poiché i poveri li avete sempre con voi; ma me, non mi avete sempre".
Finse per oltre tre anni.

Simon Mago

Simon Mago
"Or vi era un tale, di nome Simone, che già da tempo esercitava nella città le arti magiche, e faceva stupire la gente di Samaria, spacciandosi per un personaggio importante. Tutti, dal più piccolo al più grande, gli davano ascolto, dicendo: "Questi è "la potenza di Dio", quella che è chiamata "la Grande"". E gli davano ascolto, perché già da molto tempo li aveva incantati con le sue arti magiche. Ma quando ebbero creduto a Filippo che portava loro il lieto messaggio del regno di Dio e il nome di Gesù Cristo, furono battezzati, uomini e donne. Simone credette anche lui; e, dopo essere stato battezzato, stava sempre con Filippo; e restava meravigliato, vedendo i miracoli e le opere potenti che venivano fatti. Allora gli apostoli, che erano a Gerusalemme, saputo che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio, mandarono da loro Pietro e Giovanni. Essi andarono e pregarono per loro affinché ricevessero lo Spirito Santo; infatti non era ancora disceso su alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Quindi imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo. Simone, vedendo che per l'imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo Spirito Santo, offrì loro del denaro, dicendo: "Date anche a me questo potere, affinché colui al quale imporrò le mani riceva lo Spirito Santo". Ma Pietro gli disse: "Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai creduto di poter acquistare con denaro il dono di Dio. Tu, in questo, non hai parte né sorte alcuna; perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio. Ravvediti dunque di questa tua malvagità; e prega il Signore affinché, se è possibile, ti perdoni il pensiero del tuo cuore. Vedo infatti che tu sei pieno d'amarezza e prigioniero d'iniquità". Simone rispose: "Pregate voi il Signore per me affinché nulla di ciò che avete detto mi accada"".
E che dire delle figure presenti nella Scrittura? Non è forse vero che il grano somiglia alla zizzania? Non è forse questa una forma di finzione? Abbiamo maschere per tutte le occasioni. Una maschera per gli amici, una per il capoufficio, una per il marito o la moglie, una per i vicini di casa, una per Dio... Ma arriva sempre il momento che è la fine di tutte le commedie:
"Perciò tutto quello che avete detto nelle tenebre, sarà udito nella luce; e quel che avete detto all'orecchio nelle stanze interne, sarà proclamato sui tetti" (Luca 12:3).
Notate, però, tutti questi tentativi di finzione, sono stati smascherati da Dio, perché il Signore conosce ogni cosa. Nel Salmo 139 è scritto:
"Signore, tu mi hai esaminato e mi conosci. Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu comprendi da lontano il mio pensiero. Tu mi scruti quando cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte le mie vie. Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, Signore, già la conosci appieno. Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle, e poni la tua mano su di me. La conoscenza che hai di me è meravigliosa, troppo alta perché io possa arrivarci. Dove potrei andarmene lontano dal tuo spirito, dove fuggirò dalla tua presenza? Se salgo in cielo tu vi sei; se scendo nel soggiorno dei morti, eccoti là. Se prendo le ali dell'alba e vado ad abitare all'estremità del mare, anche là mi condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra. Se dico: "Certo le tenebre mi nasconderanno e la luce diventerà notte intorno a me", le tenebre stesse non possono nasconderti nulla e la notte per te è chiara come il giorno; le tenebre e la luce ti sono uguali. Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre. Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere, e l'anima mia lo sa molto bene. Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d'essi era sorto ancora. Oh, quanto mi sono preziosi i tuoi pensieri, o Dio! Quant'è grande il loro insieme! Se li voglio contare, sono più numerosi della sabbia; quando mi sveglio sono ancora con te. Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c'è in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna".
Il 27 Gennaio dal calendario Buon Seme: "Da molti anni un quadro era appeso in sala da pranzo. Era attribuito al famoso pittore fiammingo Rubens. Poi arrivò la guerra, con le sue privazioni e si decise di vendere il quadro. Un esperto invitato per stimare il valore, lo ispezionò accuratamente e scosse la testa: Non ne ricaverete granché, è una copia! Per tanto tempo molti erano stati tratti in inganno, ma l'occhio dell'esperto non si era sbagliato e aveva distinto la frode." Vogliamo essere sinceri con Dio, solo così il Signore potrà operare profondamente nella nostra vita.

5. IL CRISTIANO SUSCETTIBILE

Sono quei cristiani che si offendono subito. Quando si tratta di dire qualcosa agli altri, prendono le frecce dal loro turcasso e colpiscono a più riprese l'obiettivo, ma quando si tratta di loro, quando qualcuno gli fa notare che forse stanno sbagliando, si offendono, diventano scontrosi. Questo genere di credenti sono in ogni chiesa. La suscettibilità ha gradi diversi. A volte queste persone vedono il male dappertutto, anche dove non c'è. Diventano perfetti registi della loro vita, come se la vita attorno a loro fosse una fiction da immortalare nella telecamera del loro cervello. E così se involontariamente non li saluti, pensano che tu lo abbia fatto apposta. E se confidi una cosa ad altri e non a loro, si offendono. Se sanno una cosa in ritardo, si irrigidiscono.

Se parlano degli altri sanno essere severi, ma se sentono che qualcuno non condivide il loro modo di fare o di pensare, allora diventano "cattivi". I suscettibili all'inizio hanno tanti amici, ma poi il loro cerchio si restringe man mano che la gente li conosce e ci si allontana da loro. Rimane da solo o con pochi attorno ed è così suscettibile che pensa che la colpa è degli altri, sempre degli altri.

Molti anni fa, suonò per tutta la notte l'allarme di una macchina. La mattina presto, un uomo uscì dall'ascensore tutto inviperito urlando (mentre apriva il portone): "Chi è quell'imbecille che non si è accorto che l'allarme della sua macchina suonava?". Pochi istanti dopo scoprì che…era la sua macchina!!!
Quindi  se siamo permalosi, permettiamo a Dio di cambiare questo aspetto terribilmente negativo del nostro carattere e della nostra mente. Ricordiamoci due versetti: Giacomo dice al capitolo 3: "Fratelli miei, non siate in molti a far da maestri, sapendo che ne subiremo un più severo giudizio, poiché manchiamo tutti in molte cose". E San Paolo aggiunge:
"Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù".

6. IL CRISTIANO ONNIPRESENTE

Sono quei cristiani che vogliono fare tutto. Sono quelli che vogliono gestire tutto nella Chiesa e fuori dalla Chiesa. S'interessano di canto, musica, economia ecclesiastica, programmi, ospiti. Se c'è l'attività con la radio evangelica, vogliono avere almeno un programma al giorno. Se c'è la televisione, vogliono comparire in primo piano. In tutto vogliono avere l'ultima parola. Sono dappertutto. E quando fai loro capire che in certe cose non devono entrarci, allora sono pronti a calcare la mano quando le cose vanno male: "Lo avevo detto io. Se mi stavano a sentire le cose andavano diversamente. Io avrei fatto diversamente".

Ma nella Scrittura, non è concepita così la Chiesa. San Paolo dirà che siamo un organismo.
"Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito. Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: "Siccome io non sono mano, non sono del corpo", non per questo non sarebbe del corpo. Se l'orecchio dicesse: "Siccome io non sono occhio, non sono del corpo", non per questo non sarebbe del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l'odorato? Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto. Se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo? Ci sono dunque molte membra, ma c'è un unico corpo; l'occhio non può dire alla mano: "Non ho bisogno di te"; né il capo può dire ai piedi: "Non ho bisogno di voi". Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie; e quelle parti del corpo che stimiamo essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore; le nostre parti indecorose sono trattate con maggior decoro, mentre le parti nostre decorose non ne hanno bisogno; ma Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava, perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre. Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui. Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua".
Nel corpo di Cristo ciascuno ha il suo compito e se vedi che il fratello o la sorella non riesce a portare a termine il compito, piuttosto che pensare: "Io farei meglio", prega per lei, prega per lui.

7. IL CRISTIANO VERO

discepoli

Il cristiano vero non ha nulla di quello che abbiamo detto finora. Il cristiano vero non è un illuso. È consapevole che il cammino cristiano non è un volare su una soffice nuvoletta, distaccato dal terreno. Il cristiano vero sa che ogni giorno deve camminare per una via che è stretta ed angusta. Per non essere un illuso, ogni giorno deve verificare il suo livello di spiritualità. Come dice l'apostolo Paolo in 2Corinzi 13:5:
"Esaminatevi per vedere se siete nella fede; mettetevi alla prova. Non riconoscete che Gesù Cristo è in voi? A meno che l'esito della prova sia negativo".
Il cristiano vero non è un audace, un superficiale, ma uno che considera attentamente quello che deve fare. È cauto come Pietro, è spirituale come Paolo che non andò né in Asia né in Bitinia. È prudente come Davide che anche quando le occasioni sembravano essergli favorevoli, chiede a Dio qual era la Sua volontà. Il cristiano vero ha un concetto sobrio di se stesso. Non vive al terzo cielo e non vive neppure sotto terra. Ha un concetto sobrio di se stesso che con umiltà riconosce la sua dipendenza da Dio.

Il cristiano vero non appare, ma è. Non è un commediante, non si sforza a fare il cristiano, non è un ipocrita, ma è vero. Lo senti che è vero, lo senti che è genuino, lo senti che non è costruito: è se stesso nel bene e nel male. Non è mai la copia di un altro. Non ha la voce di un altro, non si muove come quell'altro, non parla come quell'altro; non la pensa come quell'altro solo perché gli è amico o solo perché chi frequenta ha una personalità dominante. È se stesso e basta. Questo credente è degno di fiducia.

Il cristiano vero non è suscettibile. Non è di quelli che si offende subito, che ti tiene il broncio, che sospetta subito il male anche dove non c'è, che è severo con gli altri, ma tollerante con se stesso. Il cristiano vero ha imparato ad amare, a perdonare, ha imparato a dimenticare. Il cristiano vero non è onnipresente. Non vuole fare tutto lui, lascia spazio agli altri, crede negli altri, incoraggia gli altri, lavora anche per la gloria degli altri.

E tu che cristiano sei? 

 

"Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli. Beati coloro che fanno cordoglio, perché saranno consolati. Beati i mansueti, perché essi erediteranno la terra. Beati coloro che sono affamati e assetati di giustizia, perché essi saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché essi otterranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio. Beati coloro che si adoperano per la pace, perché essi saranno chiamati figli di Dio.  Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.  Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia.  Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi"
(Matteo 5,3-12)

Tratto e rielaborato  da Gemme di Grazia 
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