Natale:tradizioni o fede? | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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giovedì 22 dicembre 2011
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Natale:tradizioni o fede?

fede

Viviamo in un mondo corrotto e malvagio, nel quale c’è iniquità senza limiti; non c’è più freno al male, e noi cristiani siamo chiamati a essere santi, perché il Padre nostro, il Dio onnipotente, è santo. In mezzo a tanta iniquità, abbiamo un gran bisogno di luce, di verità, di fondamenta solide. Dice il Signore: «Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove» (II Corinzi, 5:17), dunque noi che abbiamo accettato il Cristo siamo delle nuove creature in Gesù. Per lui abbiamo rinunciato alla nostra vecchia vita, al vecchio modo di vivere e di ragionare e in noi ogni cosa è diventata nuova. «Questa è opera del Signore, è cosa meravigliosa agli occhi nostri» (Salmi, 118:23).  Questa è una vita veramente degna di essere vissuta, ed è straordinaria; ma non è alla portata delle capacità umane: è la vita di Dio in noi, vissuta per mezzo della fede. Dio ci esorta a vivere la nuova vita, che non è più condizionata dalle tradizioni degli uomini, alle quali eravamo legati e nelle quali vivevamo come tutti gli altri. Adesso non abbiamo più necessità né motivo di vivere quel tipo di vita, perché Gesù vive in noi, ed è diventato la nostra vita. Ora siamo liberi! Gesù è morto e risorto per dare a noi la libertà: la libertà da tutti i peccati, dalle convenzioni sociali e dalle tradizioni umane che condizionano gli uomini, travisano la parola di Dio, la Verità, causando gravi danni. La fine dell’anno è un periodo di festeggiamenti di vario genere. È bene che noi consideriamo queste feste alla luce della Parola di Dio, perché “la verità vi farà liberi” dice Gesù (Giovanni, 8:32). Conoscere la verità è l’unico modo che ci permette di essere veramente liberi dai condizionamenti eretici e pagani. La vita nel Signore Gesù è meravigliosamente bella, una vita di gioia, una vita di pace, ma deve essere anche una vita senza compromessi, una vita pura, perché il Signore chiede un cuore puro. Ogni cuore puro, cioè il cuore di ogni credente nato di nuovo, desidera sicuramente conoscere la volontà di Dio e anche farla, perché sa che questa è la parte e la benedizione che Dio gli ha assegnata.

IL NATALE 


natività

Il “Natale” è la festa che secondo la tradizione religiosa si celebra il 25 dicembre e commemora la nascita di Gesù. Prima di entrare nell’argomento, vediamo nella Sacra Scrittura come viene descritta la nascita di Gesù. «In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l’impero. Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città. Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto; ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. In quella stessa regione c’erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. (...) Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: “Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere”. Andarono in fretta, e 2 trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia» (Luca, 2:1-8 e 15-16). Come si può notare, la nascita del Signore Gesù è descritta con grande semplicità. Altra questione: non si conosce la data reale della sua nascita. Per convenzione la si festeggia il 25 dicembre, anche se ormai praticamente tutti sono concordi sul fatto che Gesù non è nato in quella data. Il 25 dicembre cadeva però la festa pagana del solstizio d’inverno, una ricorrenza importante per gli antichi romani, che in quel giorno celebravano la festa del dio Sole. Una festa molto radicata, di quelle particolarmente sentite dal popolo. Quando, nel IV secolo, l’Imperatore romano Costantino impose il Cristianesimo come religione di stato, si dovettero abolire le varie feste pagane; chiaramente, però, non era possibile eliminare improvvisamente tradizioni secolari. E allora si decise di mantenere la festa, tramutando semplicemente il suo nome e il suo significato: al popolo non interessava tanto il significato della festività, purché gli venisse concesso di far festa. Così nacque il “Natale”. Quanti festeggiano quel giorno perché credono che è veramente nato Gesù? Oggi come allora, quello che conta è trovare un motivo per banchettare e divertirsi! Il 25 dicembre è cambiato il nome della festa, ma a ben guardare lo spirito è rimasto sempre quello pagano. Non sono questioni banali, ma cose molto serie, perché il Natale - cioè la nascita del nostro Signore - è avvenuta veramente: ma Gesù non è rimasto bambino, dopo la nascita ci sono state anche la morte e la resurrezione. Per un credente, la vera festa della natività del Signore Gesù è il momento in cui si converte: il momento in cui egli lo accetta nel proprio cuore che, come il luogo in cui Gesù è venuto al mondo, è proprio una stalla, nella quale è necessario che il Signore faccia una grande pulizia. Gesù Cristo si è calato così in basso da venire ad abitare nei nostri cuori; sta scritto che quando è nato Gesù, gli angeli del cielo hanno fatto festa. Anche quando qualcuno accetta Gesù - e cioè quando Gesù nasce nel suo cuore -, c’è grande festa per gli angeli nei cieli (Luca, 15:10). Quando qualcuno accetta per fede Gesù nel proprio cuore c’è, sì, luce: ma non è quella delle lampadine intermittenti, è la luce dello Spirito di Dio che si cala in lui, è la gloria di Dio che scende su lui. Ed è una grande festa: una festa che non finisce, una festa continua, eterna. Possiamo ben dire che noi festeggiamo la nascita di Gesù. Dal giorno che lo abbiamo accettato, c’è festa perenne nei nostri cuori! Anche nelle difficoltà, anche nella sofferenza, c’è festa; perché i travagli che affrontiamo su questa terra sono limitati nel tempo, e finiranno presto, mentre il premio e la gioia che Dio ci ha riservato nel cielo sono eterni. Guardando quindi in alto, quelli che sono “nati di nuovo”, non sentono più la necessità di abbassare lo sguardo su ciò che deve scomparire, ma tengono gli occhi puntati al cielo, e in questa maniera possono festeggiare. A volte capita che qualcuno chieda: «Qual è il giorno del festeggiamento della nascita di Gesù per te?» La risposta è: «Oggi! Perché dal giorno in cui abbiamo accettato Gesù nella nostra vita, noi siamo entrati nel giorno eterno, siamo entrati nell’Oggi che non finisce mai, che è Gesù». Però non è vero che noi Cristiani non festeggiamo la nascita del Signore: festeggiamo eccome! Certo, lo facciamo in un altro modo, e perciò non veniamo travolti da ciò che accade intorno a noi, dalla frenesia da cui la gente viene presa in questo periodo: tutti corrono, e sono tesi, angosciati, preoccupati, impegnati a fare compere, preparare regali, doni, a programmare ricchi pranzi, festeggiamenti... C’è uno spirito dietro a tutto questo, e a volte si è fatto chiamare lo spirito del “Natale”. Ma, badate bene, non è lo spirito di Dio, perché Dio non ha comandato tutto questo, né ci chiede di farlo. Indubbiamente tutti noi che abbiamo accettato Gesù nel nostro cuore abbiamo comunque una gran libertà: «Uno stima un giorno più d’un altro; l’altro stima tutti i giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente» (Romani, 14:5). Così, chi per festeggiare tiene particolarmente a un giorno, lo fa per il Signore: quindi se qualcuno desidera consacrare una giornata per lodare Dio, in particolare per qualche ricorrenza spirituale, lo faccia pure! Gloria a Dio! Dio guarda al cuore e non alle apparenze. Anche se, per parte nostra, non abbiamo più necessità di restare vincolati alle tradizioni o a particolari ricorrenze, perché Dio ci ha liberato da ogni condizionamento terreno e ci ha donato la sua pace. 

IL PRESEPE 


presepe

Parliamo ora del Presepe, tradizione collegata al festeggiamento del Natale. Il Presepe nasce dall’intento di fare qualche cosa di buono, dal desiderio di rappresentare gli avvenimenti, i fatti della nascita di Gesù. Ma questo uso è stato introdotto da Francesco d’Assisi appena intorno al tredicesimo secolo, e quindi ben 1200 anni dopo la nascita di Gesù. Perciò parecchio tempo dopo i fatti in questione! Dio non ha mai insegnato nulla del genere. Scrive l’apostolo Giovanni: «Iddio è spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità» (Giovanni, 4:24). Noi non abbiamo nessuna necessità di rappresentarci gli avvenimenti: dobbiamo realizzarli interiormente, farli diventare parte integrante della nostra vita. Non devono rimanere festeggiamenti esteriori! Devono essere parte di noi, in Gesù noi li viviamo, e nel giorno che abbiamo accettato Gesù questa è diventata la nostra vita. Sì, la nostra vita: e non il festeggiamento di un giorno e basta, o peggio, una semplice manifestazione esteriore. Per il resto, queste raffigurazioni sono solo vanità, perché Dio è spirito! Leggendo della nascita di Gesù, abbiamo visto che il Signore è venuto a nascere in una stalla; potrebbe essere stata anche una grotta, di certo era un ricovero per gli animali. Non abbiamo però letto di nessun animale: e vorrei ben vedere quale scellerato genitore metterebbe un figlio neonato davanti al muso di un bue o di un asino! Questa è un’altra fantasia senza fondamento. Essa si trova continuamente riproposta nel presepe e intende raffigurare molte cose che dovrebbero ricondursi a questa nascita, ma che poi in ogni luogo raffigurano semplicemente tradizioni locali. Quindi, si può dire che nel presepio risulta una nascita di Gesù che cambia a seconda dei luoghi. Dio, invece, non cambia a seconda delle località; Dio è lo stesso: ieri, oggi e in eterno; ed è in tutti i luoghi. Dio non cambia, Dio è “Colui che è”, e gloria a Dio per questo, perché così abbiamo un punto di riferimento preciso, fermo, che non muta secondo le circostanze e secondo i secoli, le usanze o le convenienze, come fa la religione. Dio è eterno, stabile, è una realtà sulla quale possiamo contare, che non cambierà dall’oggi al domani, o secondo le voglie degli uomini; è per questo che possiamo appoggiarci su Dio senza timore di essere confusi. È meraviglioso appoggiarsi su Dio! Ma Dio è spirito, e coloro che l’adorano è necessario che l’adorino “in spirito”, senza immagini (Giovanni 4:24). D’altronde, perché si imbastiscono queste rappresentazioni se poi non hanno da servire? Molti, per giustificare questi usi, affermano: “È solamente per ricordare il giorno e l’avvenimento, ma non hanno una importanza spirituale”. E allora, se non sono importanti, a cosa servono? Perché si dovrebbero continuare? No, non è vero che non significano niente! Questi usi hanno il loro significato spirituale, anche se si vuole far credere che non è vero. Questi usi si tramandano con un certo spirito, e incidono sullo spirito delle persone che li praticano! Nel testo dei dieci comandamenti è scritto: «Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso» (Esodo, 20:4-5). Non farti immagini sacre! Tu sei stato fatto all’immagine di Dio, lascia dunque che Dio continui ad ammodellarti, non fare ciò che gradisci tu! Lascia che Dio faccia il bene attraverso di te e non fare da te, perché in quel caso non sarà più la volontà di Dio, ma la tua volontà, o la volontà di qualcun altro, comunque non più la volontà di Dio. E visto che l’unica santa e giusta volontà è la volontà di Dio, allora è bene che segui questo insegnamento: non ti fare scultura o immagine alcuna come dimostrazione di cose spirituali, perché le cose spirituali non le puoi rappresentare. Non le puoi rappresentare, certo: ma le puoi realizzare! È questo che abbiamo necessità di fare: realizzare Gesù Cristo in noi, le verità spirituali, le realtà celesti! «Siccome non vedeste alcuna figura il giorno che il Signore vi parlò in Horeb dal fuoco, badate bene a voi stessi, affinché non vi corrompiate e vi facciate qualche scultura, la rappresentazione di qualche idolo, la figura di un uomo o di una donna (...) affinché (...) tu non ti senta attratto a prostrarti davanti a quelle cose e a offrire loro un culto» (Deuteronomio, 4:15-16 e 19). Quando Dio si è manifestato agli uomini, nel giorno che ha parlato a Mosè sul monte Horeb, nel pruno ardente, non si è vista alcuna figura. Si è sentita la voce, e ancora oggi Dio parla a chi ascolta con il cuore; ma si è solamente “udito”, non si è “vista” nessuna figura. Fateci caso: perché questo? Perché l’uomo non abbia a cadere in inganno. Dio ci conosce, sa quanto siamo fragili, come siamo portati a materializzare tutto, a farci delle rappresentazioni che possiamo toccare con le nostre mani. Ma Dio non vuole questo. In questa maniera, infatti, noi sviliamo Dio! Come possiamo pensare di rappresentare in qualche maniera Dio e le realtà celesti? Mosè, uomo di Dio, non ha visto figure di uomini, né di donne, né di nessun altra specie quando Dio si è manifestato, e neanche oggi Dio si manifesta in per mezzo di figure. Dio parla al cuore, per mezzo dello Spirito. Ogni volta, inevitabilmente, avviene che l’uomo parte con dei buoni propositi, ma dove va a finire? Finisce ogni volta per inchinarsi davanti a queste cose. Cioè, poco a poco, inavvertitamente, queste rappresentazioni diventano sacre. Ecco il guaio: la debolezza umana è sempre stata questa! I pagani che vivevano intorno a Israele praticavano cose simili. E noi uomini “moderni” non siamo cambiati: in tutte le epoche siamo sempre gli stessi, con le stesse debolezze, con gli stessi desideri. I popoli facevano queste cose, e Dio ha detto di non farle, perché facendole si cade nel laccio del diavolo e, facendo come fanno tutti gli altri, anche noi cristiani diventiamo dei pagani. È questo il pericolo: diventare anche noi dei pagani, eretici, idolatri: ossia, dopo aver incominciato per lo spirito, finire per la carne! Capite bene che è un pericolo grave, sul quale Dio ci mette in guardia, insegnandoci e mostrandoci la Via. Ogni cuore sincero non ha problemi ad applicare il suo insegnamento; anzi, questo è il suo desiderio, la sua gioia, la sua necessità, la sua allegrezza! 

L’ALBERO DI NATALE 


albero di natale

Altra tradizione particolarmente sentita è quella dell’albero di Natale. Adornare un abete, cospargerlo di neve finta, farlo brillare con tante lampadine, dà un senso di allegrezza, di festa. Tutto vero: ma Dio è lungimirante, e ci rivela i pericoli che non si vedono. Dio desidera che noi comprendiamo che queste tradizioni sono espressione di realtà spirituali, realtà che non si riesce a vedere con gli occhi né a comprendere con il ragionamento. La tradizione dell’albero di Natale fu importata dai paesi del Nord. Le popolazioni nordiche, pagane, adornavano gli abeti per un rito magico di propiziazione, perché il nuovo ciclo annuale della natura fosse loro favorevole. Il pino e l’abete erano alberi dedicati a un demone. Qualcuno forse direbbe un dio, ma in realtà si tratta di un demonio, un idolo pagano. Questa tradizione natalizia fu introdotta per prima in Germania, e appena nel 1611: quindi, in tempi non tanto lontani. E prima, dov’era? Cosa succedeva prima? Allora a rigor di logica per più di un migliaio d’anni, visto che queste cose non si facevano, il festeggiamento era incompleto? Satana gioca sulle debolezze umane, e come ha tentato Gesù stesso, continua a farlo tanto più con noi, introducendosi dove trova uno spiraglio. E non gli serve nemmeno tanto; basta che vediamo quanto gli è servito per far cadere Eva e Adamo: una parola. Non è servito nient’altro se non che lei prestasse attenzione al ragionamento di Satana: il diavolo non ha chiesto nient’altro. Il risultato è stato la catastrofe dell’umanità. Satana sicuramente non dice: “Guarda che sono il diavolo, con le corna, con la coda, con gli zoccoli”! Viene invece come un angelo di luce (II Corinzi, 11:14), come un ragionamento buono, una bugia a fin di bene, una magia bianca, una favola per rallegrare i bambini, perché la loro fantasia venga stimolata creativamente, ecc.; questo è il metodo con cui Satana entra! Si sente dire in più occasioni: “Lo facciamo per i bambini, per rendere allegra la festa!” E’ invece quella dei bambini è solo una scusa: sono i grandi ad aver bisogno e a trovare divertimento in tutto questo. Questa tradizione tanto innocente, si diceva, sotto sotto ha una radice velenosa: ci sono dei legami di spiriti immondi, demoni che provocano e agiscono perché queste cose vengano introdotte nella realtà cristiana. È possibile amalgamare il santo con il profano? È possibile per noi vivere due vite differenti in una sola volta? E’ possibile servire due padroni? No, non è possibile.

BABBO NATALE 


babbo natale

Nell’ambito di questi festeggiamenti troviamo un’altra figura di fantasia: Babbo Natale. In altre parti del mondo lo chiamano Santa Klaus o “Nonno gelo”; tutti seguono le stesse forme, coloro che lo chiamano San Nicolò, Babbo Natale o Santa Klaus: le stesse vesti, le stesse pratiche, gli stessi festeggiamenti, i doni per i bambini, lo stesso alone magico. Anche questa tradizione non è cristiana, anch’essa ha origini nordiche, ed è di recente introduzione. Questo personaggio da favola, con slitta volante, renne, doni per i bambini buoni eccetera, è completa espressione della tradizione pagana. Lo vediamo vestito con paramenti religiosi, ma non ha alcuna attinenza con la nascita del nostro Signore Gesù e con la Sacra Scrittura. Infatti «Gesù disse loro: Ben profetò Isaia di voi ipocriti, com’è scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d’uomini» (Marco, 7:6-7). Questi costumi e queste tradizioni sono solo apparenza. Tutto ciò non ha nulla in comune con la nascita di Gesù. Noi abbiamo bisogno di una sola persona: Gesù. Abbiamo necessità di vivere Gesù, di immergerci giorno dopo giorno in lui, di vivere la sua vita partecipando a ciò che lui è, perché “Egli è colui che è”, e noi abbiamo necessità di partecipare a questa eternità, non a rappresentazioni teatrali. Dio non ha mai insegnato cose simili, anzi ci mette in guardia: guardatevi dalle tradizioni degli uomini, io non le ho comandate!  

LA BEFANA 

befana

Un’altra tradizione legata a questo periodo di “feste” consumistiche è quella della Befana. Il termine corretto è Epifania, letteralmente “apparizione, o manifestazione”, di Gesù, si intende, ai magi d’Oriente, e quindi al mondo. Anche questa ricorrenza è stata degradata dalla tradizione secolare a una rappresentazione pagana. Il soggetto dell’evento è passato dall’adorazione dei re magi all’arrivo della Befana, una strega, impersonata da una vecchietta, brutta, gobba, con la scopa, ecc., che vola - anche lei - e porta regali per i bambini! Fateci caso: anche Babbo Natale è per i bambini. Si vuole far credere che i bambini ne hanno un gran bisogno. Ma questo invece è un tentativo di corruzione della purezza e della semplicità dei bambini. Gesù ha detto: «Lasciate che i bambini vengano a me, e non glielo vietate, perché il regno di Dio è per chi assomiglia a loro» (Luca, 18:16). Sono gli adulti, con la loro mente sofisticata (corrotta), a inquinare la purezza dei bambini con queste tradizioni. I nostri figli non hanno bisogno di queste panzane! Hanno bisogno che parliamo loro di Gesù Cristo, della Verità, che leggiamo loro la parola di Dio, che raccontiamo loro quello che Dio insegna: la nascita di Gesù, i suoi miracoli, le sue parabole, la sua crocifissione e la sua risurrezione. Loro hanno bisogno di conoscere Gesù, il suo amore, la sua potenza salvifica. Hanno bisogno di conoscere la grandezza di Dio, del Dio che ha liberato Israele dalla schiavitù d’Egitto, che lo ha tirato fuori dalla deportazione di Babilonia; di cosa è accaduto attraverso il suo servo Mosè, il suo servo Davide, i profeti; hanno bisogno di conoscere come ha operato e opera per mezzo dei suoi apostoli e dei suoi servi. Di questi racconti biblici i nostri figli hanno bisogno! Perché questo è pane, acqua, vita! I bambini, i figli che Dio ci ha dato, hanno bisogno di conoscere la Parola di Dio, non di queste rappresentazioni magico-pagane. I bambini hanno bisogno di purezza, luce, verità, e soltanto in Gesù possono trovarle; noi adulti abbiamo in amministrazione la loro educazione. Siamo noi genitori che abbiamo la responsabilità davanti a Dio di dare loro del cibo sano e non inquinato o avvelenato. La befana, questo personaggio fiabesco, frutto della fantasia popolare, sorto peraltro appena nel Medioevo - e quindi in un’epoca abbastanza recente -, non trova alcun riscontro nella parola di Dio: quindi è totalmente pagano e diabolico. Nella Bibbia non si trova traccia della Befana, come del resto di Babbo Natale.  

SIATE SANTI 


santo

«Insegna al fanciullo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà» (Proverbi, 22:6). Di questo hanno bisogno i nostri figli! Insegniamo loro questa condotta! «Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai» (Giosuè, 1:8). Questo libro (la Bibbia) insegna ai tuoi figli, questo libro metti in pratica, e non dare loro immondizia pagana! «Quando sarai entrato nel paese che il Signore, il tuo Dio, ti dà, non imparerai a imitare le pratiche abominevoli di quelle nazioni» (Deuteronomio, 18:9). Non imitare queste pratiche pagane, sono abominevoli agli occhi di Dio, sono impurità della gente del paese che vive intorno a te, non imparare queste cose da loro, medita sulla parola di Dio giorno e notte, e purificati! «...Affinché essi non v’insegnino a imitare tutte le pratiche abominevoli che fanno per i loro dèi, e voi non pecchiate contro il Signore, Dio vostro» (Deuteronomio, 20:18). Dio ci mostra la strada giusta, ci insegna la Via: non seguite ciò che fa la gente intorno a voi, non vi lasciate trasportare. A volte non è facile, ma Gesù ci ha avvertito che la porta è stretta e la via è angusta. Il Signore avverte che sarà salvato soltanto chi avrà resistito fino alla fine, senza scendere a compromessi, restando fermo nella verità, costi quel che costi. Chi non è disposto a pagare tutto quello che è necessario, anche il prezzo della propria vita (quanto più qualsiasi amicizia, parentela, proprietà o altro), vuol dire che non ama Dio sopra ogni cosa: Dio invece ci chiama proprio a questo, ad amarlo sopra ogni cosa, e quindi a restare fedeli a lui, senza badare a ciò che potrà accadere. Da quando il Signore Gesù dimora nel tuo cuore, hai la vita eterna, questa è la promessa di Dio. Non vuoi rinunciare a ogni altra cosa per ottenere questo? Dio ti chiede proprio questo. Non è detto che sarà facile: però è necessario. E se tu sei deciso a seguire il Signore Gesù nel suo insegnamento e sei determinato a fare così come lui ti insegna, allora sarà lui a provvedere il necessario per farti riuscire, perché colui che è con te è più forte di colui che è tuo avversario. Non ti preoccupare, sarà il Signore a provvedere perché tu riesca a farlo: in te però ci deve essere la determinazione di volerlo fare a ogni costo. Poi non sarà la tua forza a farti riuscire, ma sarà Dio che opererà in tuo favore, perché tu hai lui e quello che fai lo fai per essere fedele a lui. «Questo dunque io dico e attesto nel Signore, che non vi conduciate più come si conducono i pagani nella vanità dei loro pensieri, con l’intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio» (Efesini, 4:17-18). Non comportatevi più come gli inconvertiti, come coloro che ancora non hanno accettato Gesù nel loro cuore, coloro che vivono intorno a voi, e dei quali dovete essere la luce, il punto di riferimento, l’esempio, perché anche loro hanno bisogno della verità. Voi avete la verità. Non conducetevi più come gli altri, perché altrimenti loro non vedranno più niente di speciale in voi, anche voi sarete tenebre come loro. Ma se siete in Cristo e rimanete nella Verità, voi brillerete, sarete differenti, e loro vedranno in voi la Verità. Sarà così che avranno l’occasione di potersi convertire, di ricevere la testimonianza, di poter anche loro ricevere la vita eterna. Ma voi dovete essere luce. Perciò siate fedeli, voi siete nuove creature. Continuando a leggere, troviamo scritto: «Ma quant’è a voi, non è così che avete imparato a conoscere Cristo (...), avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima, a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente, e a rivestire l’uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità» (Efesini, 4:20 e 22-24). Ecco la verità: la strada è questa, voi credenti avete imparato, voi avete ricevuto. Non comportatevi più come i pagani, rivestite l’uomo nuovo e vivete la nuova vita riflettendo l’immagine di Dio. Non più tradizioni pagane. Non vi lasciate trascinare come piccoli fanciulli dietro a menzogne diaboliche. Gesù, che avete accettato, è la verità, voi avete la verità nel vostro cuore, non avete più necessità di menzogne, anzi, avete proprio necessità di liberarvi dalle menzogne che questo mondo corrotto vi offre. «Siate dunque imitatori di Dio, perché siete figli da lui amati. Camminate nell’amore, come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio, quale profumo di odore soave (...) Nessuno vi seduca con vani ragionamenti: poiché è per queste cose che l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli. Non siate dunque loro compagni; perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce (...) esaminando che cosa sia gradito al Signore. E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele» (Efesini, 5:1- 2, 6-8, 10-11). Questo è ciò che Iddio offre a coloro che gli appartengono. «E Colui che siede sul trono disse: Ecco, io faccio nuove tutte le cose. Poi mi disse: Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere» (Apocalisse, 21:5). Ogni cosa è stata resa nuova nella vostra vita dal giorno in cui avete accettato Gesù Cristo. Vivete questa nuova vita che è Cristo Gesù. Avete rinunciato alla vostra vita, l’avete rifiutata? Avete necessità di fare proprio questo. Gesù è la nuova vita: la vostra non è più la vita di prima, è una nuova vita, che si rinnova giorno dopo giorno, momento dopo momento, seguendolo. Non desiderate le cose che vi stanno attorno, siate benedizione e fonte di arricchimento per quelli che vi stanno attorno. 





"Poiché io sono l'Eterno che vi ho fatto salire dal paese d'Egitto, per essere il vostro DIO; siate dunque santi, perché io sono santo." 
(Levitico 11:45)

Liberamente adattato da internet
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2 comments:

  1. Pace in tutti cuori in Cristo Gesù, la grazia vivente che alberga nei cuori di coloro che lo hanno accettato e si sono lasciati plasmare dalla sua mano trasudante d'amore...In Giovanni al cap. 3;16-21 troviamo la sintesi di una vita rinnovata in Cristo nel cui obiettivo peculiare è vivere di quella verità che solo Lui dona a dismisura..."16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. 17 Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19 Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte; 21 ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio".

    Sia pace intima e verità a condurre la tua vita nel nome santo e glorioso di Gesù. In alto i cuori!!!!

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  2. Pace a te carissimo wids72 e che il Nostro Re e Signore continui a guidarti sempre più a Lui....in alto i cuori!!

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