Uno degli
aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti
più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti
più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente
facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare
abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un
ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero
che non abbiamo veramente bisogno di Dio.
Però,
dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato.
Vogliamo
esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché
possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo
nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella
Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono
essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio
ci insegna nella sua parola sulla preghiera.
La Bibbia
insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento
ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi.
Ma la verità
che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto
che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente,
che cosa significa pregare nel nome di Gesù.
Chi può pregare?
La prima
verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare?
Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà?
Chiaramente,
oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano
non significa che vengono ascoltate da Dio.
Secondo la
Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò
come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare.
Per esempio,
in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come
Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al
trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo
pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio.
Leggiamo il brano.
“14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è
passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che
professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa
simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come
noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena
fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed
essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16)
Quindi,
solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare.
A CHI si deve pregare?
Quando
preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere?
E' giusto
pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito
Santo? Cosa ne dice la Bibbia?
In Matt. 6:9
Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio
Padre.
“Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9)
In Giov.
16:23 Gesù parla della preghiera al Padre.
“In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In
verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome,
egli ve la darà.” (Giov 16:23)
La Bibbia ci
insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo
pregare a Dio Padre.
Allora, qual
è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo?
Se dobbiamo
pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo?
Nel nome di Gesù
Gesù ci ha
insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto.
Lo Spirito Santo
Per quanto
riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta
allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non
esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo
pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo?
Lo Spirito
Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per
giungere a questo fine.
“Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo
annuncerà.” (Giov 16:14)
Si può anche
leggere Giov. 14:14-26.
Quando un
grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota
neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo
è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo.
Inoltre, lo
Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di
porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo.
“26 Allo
stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non
sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri
ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello
Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom
8:26-27)
Che
consolazione!
Quindi, a
chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo.
per COSA si deve pregare?
Per che cosa
dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni
preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure,
pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste?
Chiaramente,
nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per
avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari,
prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio,
prega per un buon tempo durante le vacanze.
Che cosa ne dice la Bibbia?
Esaminiamo
alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il
loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male.
Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male
spiritualmente.
Giovanni 14
Consideriamo
per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo.
“12 In
verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che
faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello
che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel
Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov
14:12-14)
Prima di
esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti
tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella
carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è
realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo
sforzarci di dividere rettamente questo brano.
Alcuni
credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente
questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo
nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase
“nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello
che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo
celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa
interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete
nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì.
Chi crede a
questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo
è un pensiero molto falso, e molto pericoloso.
Pensiamo a
come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse
situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività
comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha
anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo
versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente
è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta.
In un
secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore.
Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà
suo figlio.
In un altro
esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e
citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio,
visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio
nel nome di Gesù.
In un altro
esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una
che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il
proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È
convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che
desidera.
Senza andare
ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla
base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio
qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà
solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio
diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta.
Dio sarebbe soggetto alla nostra
volontà.
Se è così,
allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe
dovuto insegnarci a pregare:
“sia fatta
la nostra volontà, non la Tua”
Però, Dio
NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come
vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che
la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta!
Ci sono
tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio.
Per esempio,
leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino:
“E, andato
un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre
mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio
io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39)
Gesù,
nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse
la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua
richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la
sua.
In Luca 22,
Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che
sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse
evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo.
“31 «Simone,
Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io
ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai
convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32)
Gesù NON ha chiesto che Dio gli
togliesse la prova.
In
Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara
alla chiesa di Smirne.
“8
«All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e
l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la
tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di
essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere
quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi
in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci
giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha
orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà
colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11)
Egli spiegò
che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro
fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le
loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che
morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non
era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero
rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano
per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto
piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte
fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi.
Infatti, Dio
ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la
decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello
che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11
“In
lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il
proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria
volontà,” (Efe 1:11)
Se le nostre
preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile,
Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse
preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo.
Se le nostre
preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero
quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra
morte e di quella dei nostri cari.
“15 Le mie
ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle
profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e
nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando
nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16)
Se Dio ci
desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché
tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di
guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro
volontà, non quella di Dio. Se fosse
così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà
dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma
nel momento stabilito da noi.
Ma non è
così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che
stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose
secondo la decisione della Sua volontà!
Per esempio,
leggiamo in 1Samuele 2:6-8
“6 Il
SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa
risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8
Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere
con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della
terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8)
E' il
Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi!
Allora, qual
è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:
“e quello
che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)?
Per capire
bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo
contesto.
Cosa significa “nel mio nome”?
Dobbiamo
capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo
che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa
motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per
poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un
certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani.
Quindi, qual
è il senso della frase: “nel mio nome?”
Chiedere
“nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera,
costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi
saremo i sovrani. Ma non è così!
Pregare “nel
nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per
garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due
cose:
1. chiedere per i Suoi meriti
Prima di
tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti,
riconoscendo che noi non ne abbiamo.
Nessun di
noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di
Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio
nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi
venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico
del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla
(visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli
chiedo nel nome del mio amico.
Allora, chiedere nel nome di Gesù
necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per
conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria
insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver
nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste
per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente,
pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del
pregare nel nome di Gesù.
2. chiedere secondo la volontà di
Gesù
Dobbiamo però
considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di
chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere
secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo
principio. Ripeto: chiedere nel nome di
Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra.
Un soldato
semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome
del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà
del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il
nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato.
In 1Giovanni
5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio
esaudirà. Leggiamo.
“14 Questa è
la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua
volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli
chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov
5:14-15)
Avete notato
la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci
esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non
la nostra.
Quindi, se
preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la
volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per
quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo
come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare
Dio.
Quindi,
ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo
di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad
accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la
volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà.
Affinché il Padre sia glorificato
Allora, qual
è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano,
dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto.
“12 In
verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che
faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello
che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel
Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov
14:12-14)
Notiamo che
le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e
infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù
non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il
Padre.
Infatti, in
Giacomo 4:2-4 leggiamo:
“2 Voi
bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi
litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non
ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente
adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi
dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4)
Non avete perché non domandate,
ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché
domandate per spendere nei vostri piaceri.
Quando
chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde.
Torniamo
agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio.
Pensiamo
all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male,
e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta
pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di
Dio.
Nell'esempio
del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle),
quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per
la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può
essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per
prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori
hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in
fin dei conti, a se stesso.
Poi ho fatto
l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole
che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni
ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una
preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.
Poi c'era il
credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che
gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio
quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria
di Dio.
Quindi, non
dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase
“nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli
chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua
volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il
proprio comodo, ma la gloria di Dio.
Un brutto risultato
Che cosa
succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta?
Quando Dio
NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente
scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione
spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel
credente rimane deluso di Dio.
Giov. 15:5-7,16
Quindi, è
importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio
questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della
preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14.
Giovanni
15:5-7
“5 Io sono
la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro,
porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non
dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si
raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie
parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov
15:5-7)
Qui, Gesù
insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo
portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se
le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo.
Questa è una
condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una
condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà.
Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a
seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per
la sua.
Solamente se
ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo
e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di
Dio.
Un altro
versetto importante è Giovanni 15:16
“Non siete
voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché
andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che
chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16)
Gesù
risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in
eterno.
Ostacoli alle nostre preghiere
È importante
menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere.
L'orgoglio
Una cosa che
ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si
allontana da noi.
“Il SIGNORE
è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.”
(Sal 34:18)
Quando
abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella
figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo
pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non
confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi.
Mancanza di fede
Un altro
ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo
1.
“5 Se poi
qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti
generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede,
senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal
vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal
Signore,” (Giac 1:5-7)
Questo brano
ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre
verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di
Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però,
dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere
fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati.
La Preghiera fatta con egoismo
Abbiamo già
menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè,
alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria
di Dio, ma perché è il nostro desiderio.
Questo è ciò
che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei
piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio.
Come conoscere la volontà di Gesù
Visto che la
preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà,
come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio?
Dio ci ha
già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare
quando non la conosciamo.
Prima di
tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio?
Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando
non siamo sicuri della volontà di Dio?
Gesù stesso
ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36;
Luca 22:42. Leggo da Matteo.
“E, andato
un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre
mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio
io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39)
Nella sua
umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire
sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire
quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha
esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio.
Ed è così
che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà
di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi
a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo
confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà.
Conclusione
La preghiera
è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La
preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è
ascoltare Dio che ci parla.
E importante
pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose
giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per
merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non
secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante
accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi.
Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la
volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto
quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio
sia fatta!
Preghiamo
poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua
perfetta volontà.
Non
dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche
il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve
anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere
che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la
gloria di Dio.
Oh che
possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un
servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti
dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia,
quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio
glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore!
Marco deFelice
"Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15)
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Sermone N. 267 Sermone esposto nella mattinata di domenica, 14 agosto 1859, dal Rev. Charles H. Spurgeon, nella Music Hall di Royal Surrey Gardens, Londra.
"E in lui voi pure entrate a far parte dell'edificio, che ha da servire di dimora a Dio per lo Spirito." (Efesini2:22)
Sotto la vecchia dispensazione
mosaica Dio aveva una dimora visibile tra gli uomini. La brillante nube che appariva tra le ali dei cherubini sovrastanti il
propiziatorio e nel tabernacolo, mentre Israele pellegrinava nel deserto e
dopo, nel tempio, quando il popolo si stabilì nella propria terra, era
la manifestazione visibile della presenza di Dio nel luogo consacrato al
Suo culto. Ora ogni cosa della dispensazione mosaica era un tipo, una immagine, un simbolo di qualcosa più alto e nobile. Questa frma di adorazione era una serie di immagini ombra di cui l'Evangelo è la
sostanza. È triste dover constatare, tuttavia, che c'è così tanto giudaismo in tutti i nostri cuori, che frequentemeÈnte torniamo ai miseri elementi antichi della legge,
invece di andare avanti e vedere in loro un qualcosa di spirituale e
celeste, a cui dovremmo aspirare. È una vergogna, del secolo presente, ascoltare alcuni uomini parlare come fanno. Avrebbero fatto meglio a sposare subito il credo ebraico. Intendo dire che è vergognoso sentire alcuni uomini parlare come fanno nei confronti degli edifici di culto. Ricordo di aver ascoltato un sermone, una volta, su questo testo: "Se qualche uomo contamina il tempio di Dio, Dio lo distruggerà". E la prima parte del sermone era occupata da un infantile anatema contro chiunque avesse osato compiere un atto sacrilego nel cimitero della chiesa, o avesse osato appoggiare il palo di una tenda durante la fiera della settimana entrante, contro qualsiasi parte di tale edificio, che, mi sembrò, fosse il dio dell'uomo che occupava il pulpito. C'è qualcosa come un luogo santo da qualche parte? C'è qualche luogo in cui Dio ora dimora in particolare? Non lo so. Ascoltate le parole di Gesù: "Credimi: l'ora viene che né su questo monte, né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede."
Ricordate le parole dell'apostolo Paolo ad Atene: "Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo il Signore del cielo e della terra, non dimora in templi fatti da mano d'uomo". Quando gli uomini parlano di luoghi santi sembrano ignorare l'uso del linguaggio. Può mai essere che la santità abiti in mattoni e malta? Può
esistere mai un campanile santo?
Può mai essere che esistano nel mondo una finestra di alta moralità ed
uno stipite santo? Mi perdo nello stupore, totalmente perso,
se penso a quanto debba essere confuso il cervello degli uomini quando attribuiscono virtù
morali a mattoni e malta, a pietre e vetri colorati. Pregate quanto in profondità debba andare questa consacrazione e quanto in alto? Ogni corvo che vola su
quell'edificio in quel momento diviene solenne nell'aria? Certamente da come stanno le cose è razionale credere che, concepire che ogni verme che sta mangiando il corpo di un episcopale è come un verme consacrato e pertanto ci deve essere necessariamente un muro di mattoni, o un ampio percorso di ghiaia per proteggere i corpi dei santificati da eventuali vermi non consacrati che potrebbe insinuarsi attraverso il lato dei miscredenti del cimitero. Ribadisco, come in questo tipo di gioco da bambino, così il papato, come il giudaismo, sono la vergogna del secolo. Eppure, nonostante tutto, ci troviamo immersi in tempi e stagioni che indulgono in esso. Ciò a cui avete poco fa sorriso è solo uno spingere la questione poco oltre, un errore in cui si può molto facilmente cadere, esso è solo la follia di un errore in cui noi tutti è probabile che cadiamo. Abbiamo un tale rispetto per le nostre semplici cappelle , sentiamo una tale conforto quando siamo seduti in quel luogo, che in un modo o nell'altro siamo giunti a pensare che debba essere santo. Ora lasciamo che noi, se possiamo, e forse ci vuole una grande solidità e indipendenza mentale per farlo, lasciamo che si allontani una volta per sempre, che tutta l'idea di santità sia collegata con qualsiasi cosa che non sia un prodotto cosciente ed attivo, consentiamoci di liberarci una volta per tutte di tutte le superstizioni riguardo ai luoghi. Un
luogo è altrettanto consacrato di un altro e dovunque ci raduniamo con
vero cuore per adorare Dio, quel luogo diviene per quell'occasione la
casa di Dio. Per quanto possa essere considerato con grande rispetto
religioso, quel luogo, quando non c'è un cuore devoto che adora Dio, non
è la casa di Dio; può essere una casa di superstizione, ma non la casa
di Dio. Ma qualcuno obietterà: "Dio dovrà pur avere una dimora, il
nostro testo non l'afferma?" Sì, certamente e di quella dimora
parleremo. Esiste una casa di Dio; non è una struttura inanimata ma un
tempio spirituale e vivente: "In lui", cioè in Cristo,
"voi pure entrate a far parte dell'edificio, che deve servire da
dimora a Dio per lo Spirito". La casa di Dio è edificata con pietre
viventi di uomini e donne convertite. La Chiesa di Dio, che Cristo ha acquistato col proprio sangue, questo è l'edificio divino e la struttura nella quale Dio dimora anche oggi. Vorrei,
tuttavia, fare una considerazione riguardante i luoghi nei quali
offriamo il culto. Essi non posseggono una santità superstiziosa
connessa con le strutture, ma nello stesso tempo esiste un tipo di
sacralità collegata con la comunione con Dio. In qualsiasi luogo Dio abbia benedetto la mia anima, credo che sia nient'altro che la casa di Dio e la porta del cielo.
Non perché le pietre siano santificate, ma perché mi sono incontrato
con Dio ed il ricordo che ne ho lo rende consacrato per me. Quel luogo
dove Giacobbe si adagiò per dormire, che era in quella circostanza la
sua camera da riposo, fu per lui null'altro che la casa di Dio. Spero che
abbiate delle stanze nella vostra casa e "camerette", che sono più
sacre di una qualsiasi maestosa cattedrale con le guglie slanciate verso
il cielo. Dove c'incontriamo con Dio si manifesta questa sacralità, non è il luogo, ma è la comunione con Lui.
Dove restiamo in comunione con Dio e dove Egli stende il Suo braccio,
sia questo luogo una capanna o un filare o una brughiera o una montagna,
esso diviene per noi la casa di Dio; il luogo è immediatamente consacrato,
non però per considerarlo con riverenza superstiziosa, ma soltanto
consacrato nel ricordo delle ore benedette che lì abbiamo speso in
preziosa comunione con Dio.
Lasciando da parte queste considerazioni permettetemi di introdurvi nella casa che Dio ha costruito per la Sua dimora. Considereremo la Chiesa prima di tutto come un edificio, poi come una dimora ed infine come un tempio. I. Consideriamo, prima di tutto, la Chiesa come un EDIFICIO e chiediamoci che cos'è una chiesa, che cos'è la Chiesa di Cristo? Una setta riserva per sé il titolo di chiesa
mentre un'altra denominazione con veemenza lotta per appropriarsene, ma
non appartiene a nessuno di noi. La Chiesa di Dio non è composta da
alcuna denominazione umana particolare, ma da coloro i cui nomi sono
scritti nel libro dell'eterna elezione divina; da coloro che sono stati
acquistati da Cristo
sulla croce, che sono stati chiamati da Dio mediante lo Spirito Santo e
che, essendo stati vivificati da quello stesso Spirito, sono partecipi
della vita di Cristo e divengono membri del Suo corpo, della Sua carne, delle Sue ossa.
Questi si trovano in ogni denominazione, tra ogni tipo di cristiani,
alcuni lontani, dei quali neanche sognamo l'esistenza. Troviamo qui e
là, come per caso, un membro della Chiesa di Cristo, senza alcun
contatto con una setta in particolare, lontano dai suoi fratelli, non
avendone neppure conosciuto l'esistenza e che pur tuttavia ha conosciuto
Cristo, perché la vita
di Cristo è in lui. Questa Chiesa di Cristo, il popolo di Dio, in tutto
il mondo, con qualsiasi nome sia essa conosciuta è nel nostro testo
paragonata ad un edificio nel quale Dio dimora.
Permettetemi una piccola allegoria riguardante
questo edificio. La Chiesa non è un mucchio di pietre collegate insieme,
è un edificio. Il suo architetto l'ha progettato anticamente. Immagino
di scrutare nell'eternità e vederlo disegnare il primo schizzo. "Qui",
dice nella Sua sapienza eterna, "ci sarà la pietra angolare e lì il
pinnacolo". Lo vedo stabilire la lunghezza e la larghezza della
costruzione e le porte con eccezionale abilità, progettando ogni
particolare senza lasciare neanche una piccola parte non disegnata. Lo
immagino, quel potente architetto, mentre sceglie personalmente ogni
pietra dell'edificio, stabilendone la grandezza, la forma e perfino la
posizione che deve occupare, se dovrà brillare sulla facciata o nascosta
nel retro o sepolta al centro del muro. Immagino non soltanto il
progetto di massima, ma tutti i particolari, tutti in ordine, stabiliti
da un patto eterno, che è il piano divino del potente architetto sul
quale la chiesa
doveva essere costruita. Scrutando ancora, vedo quell'Architetto
scegliere la pietra angolare. Guarda in cielo e ci sono gli angeli,
quelle pietre lucenti, osserva ciascuno di loro, ma dice: "Nessuno di
loro è adatto. Debbo trovare una pietra angolare che sostenga il peso
dell'edificio, perché tutto deve poggiarvi sopra".
Tuttavia, già nell'eternità bisognava
trovare una pietra e doveva essere presa dalla stessa cava delle altre.
Dove doveva esser trovata? Dove era l'uomo adatto per fungere da pietra
angolare di tale maestoso edificio? No, né gli apostoli, né i profeti,
né i dottori erano adatti. Messi tutti insieme sarebbero stati come un
fondamento di sabbia e la casa avrebbe vacillato e sarebbe caduta.
Ecco come la mente divina risolse il caso: "Dio
diverrà uomo, vero uomo, Egli sarà della stessa sostanza delle altre
pietre del tempio, ma sarà anche Dio e perciò forte abbastanza per
portare il peso di quest'immensa struttura la cui cima raggiungerà il
cielo". Immagino di vedere la posa in opera della pietra del
fondamento; si assisterà ad una manifestazione di giubilo? No, vi sarà
del pianto. Gli angeli si radunano intorno alla pietra che è stata
posta, ed ecco gli angeli piangono, le arpe del cielo sono coperte di
sacco e non si ode alcun canto. Avevano cantato di gioia quando il mondo
fu creato, perché non cantano ora? Guardate e ne comprenderete la
ragione. Quella pietra è inserita nel sangue, quella pietra angolare non deve disporsi in nessun altro luogo, ma nel proprio sangue. Il cemento vermiglio tratto dalle Sue vene sacre deve incastrarla. E là è posta, la prima pietra dell'edificio divino.
Cominciate di nuovo a cantare o angeli del
cielo. La prima pietra è posta, la cruenta cerimonia è
completata ed ora da dove raccoglieremo le pietre per costruire questo
tempio? La prima pietra è al suo posto, dove sono le altre? Scaveremo ai
lati del Libano? Cercheremo queste pietre preziose nelle cave di marmo
dei re? NO, dove correte voi operai di Dio? Dove andate? Dove sono le
cave? Essi rispondono: "Andremo a scavare nelle cave di Sodoma e
Gomorra, nella profondità della peccaminosa Gerusalemme, in mezzo alla
Samaria errante". Li vedo togliere il terriccio, mentre scavano
profondamente nella terra e alla fine giungono a quelle pietre; ma
quanto sono grezze e ruvide, quanto sono dure, quanto irregolari. Sì, ma
sono le pietre elette da tanto tempo con un patto e queste devono
essere le pietre e non altre. Devono essere modificate, devono essere
raccolte, lavorate allo scalpello, lucidate ed infine messe al loro
posto. Vedo gli operai all'opera. La dura scure della legge le taglia e
poi viene il cesello lucidatore dell'Evangelo. Vedo le pietre messe al
loro posto e la Chiesa che è edificata. I ministri come saggi
costruttori corrono intorno al muro per mettere ogni pietra spirituale
al suo posto; ogni pietra è poggiata sulla grande pietra angolare e ogni
pietra dipende dal sangue e trova sicurezza e forza in Gesù Cristo, la
Pietra angolare "eletta e preziosa".
Non vedete anche voi l'edificio che si va
innalzando, ed ognuno degli eletti da Dio che sono raccolti, chiamati per Grazia e vivificati? Non vedete come le pietre viventi sono collegate insieme, contrassegnate da un amore santo e da una sacra fratellanza?
Siete mai entrati in quell'edificio per vedere come quelle pietre
poggiano una sull'altra portando il peso una dell'altra e così
adempiono la legge di Cristo? Considerate come la Chiesa ami Cristo e
come i suoi membri si amino? Come prima cosa la Chiesa è
legata alla Pietra angolare ed quindi ogni pietra è unita a quella successiva e
la prossima a quella ancora successiva finché l'intero edificio diviene un'unità?
Ecco, la struttura si eleva e alla fine è completata. Ed ora aprite
bene i vostri occhi e ammirate quale glorioso edificio è la Chiesa di
Dio. Gli uomini parlano dello splendore delle loro architetture, questa è
veramente architettura. Non modelli greci e gotici, ma dopo il modello del santuario che Mosè vide sul monte santo. Non lo vedi? Non secondo i modelli greci o gotici, ma
secondo il modello del santuario che Mosè vide sul monte santo. C'è stata mai struttura tanto attraente come questa, pulsante di vita in ogni atomo?
Su ogni pietra ci sono sette occhi e tutte sono
piene d'occhi e di cuori. Era stato mai pensato un edificio così
massiccio costituito da anime, una struttura formata da cuori umani? Non
c'è casa simile a quella del cuore affinchè uno vi riposi. Lì l'individuo
può trovare pace col suo prossimo; ma c'è una casa dove Dio si diletta di abitare, costruita con cuori viventi che pulsano d'amore
santo; costruita con anime redente, scelte dal Padre, acquistate dal
sangue di Gesù Cristo. La parte superiore di questo edificio è in cielo,
una parte dei credenti dimora già oltre le nuvole. Molte delle pietre
viventi dimorano ora nel pinnacolo del paradiso. Noi invece siamo qui,
ma la costruzione s'innalza, la sacra muratura è palpitante, e come la pietra angolare si eleva, così ognuno di noi deve salire fino a che alla fine l'intera struttura dalle sue fondamenta,
fino al pinnacolo, sarà sollevata verso il cielo e lì vi rimarrà per sempre: la
nuova Gerusalemme, il tempio della maestà di Dio.
Riguardo a questo edificio desidero fare
qualche altra considerazione prima di passare al punto successivo.
Quando gli architetti progettano un edificio commettono degli errori nel
formularne il piano. I più diligenti omettono qualche particolare ed
altri più dotati scoprono che qualcosa è sbagliato. Ma notiamo che la
Chiesa di Dio è costruita secondo regole precise, con compasso e con
regoli e alla fine non si potrà trovare alcun errore.
Tu forse caro fratello sei una pietra piccola nel
tempio e pensi che avresti dovuto essere una grande. Però, non c'è alcun errore. Hai un solo talento: è abbastanza, se ne avessi avuti
due rovineresti la costruzione. Forse sei stato messo in un angolo,
nascosto e dici a te stesso: "Oh, se fossi in una posizione preminente".
Invece, se fossi maggiormente in evidenza saresti fuori posto ed una
pietra fuori posto nell'architettura tanto delicata come quella divina,
rovinerebbe tutto. Ti trovi dove dovresti essere e restaci.
Siine certo non c'è un errore. Quando infine percorreremo la via
intorno alle mura dell'edificio, noteremo le torri ed ognuno sarà
indotto ad esclamare: "Quanto è gloriosa Sion!". Quando i nostri occhi
saranno illuminati ed i nostri cuori istruiti, ogni parte di questo
edificio riceverà la nostra ammirazione. La pietra più alta non è il
fondamento, né quest'ultimo può stare in cima. Ogni pietra è della forma
giusta, del giusto materiale e la struttura intera si adatta
perfettamente al suo scopo: la gloria di Dio, il tempio dell'Altissimo. In questa costruzione di Dio si riconosce la Sapienza infinita.
Bisogna notare anche un altro particolare: la sua forza inespugnabile.
Quest'abitazione di Dio, questa casa che non è il prodotto di mano d'uomo,
ma è l'edificio di Dio è stato attaccato spesso, ma non è mai stato espugnato.
Moltitudini di nemici hanno assalito i suoi antichi bastioni, ma li
hanno attaccati invano: "I re della terra si ritrovano e i principi si
consigliano assieme" ma che cosa è accaduto? Si sono coalizzati contro a
lei, ognuno di loro con uomini potenti, ognuno con la sua spada
sguainata, ma che cosa è successo? L'Eterno li ha dispersi. Come neve
dispersa sui monti da una tempesta improvvisa, così si sono dileguati, o
Dio e si sono sciolti davanti all'alito delle nostre narici.
Quando le nostre anime dovranno dimorare in Sion,
non temeranno la rabbia di Roma o dell'inferno.
La Chiesa non è in pericolo e non lo sarà mai. Che vengano pure i nemici lei può resistere. La sua maestosa staticità, la sua forza silenziosa
li comanda con sprezzo a sfidarla. Vengano ora e siano distrutti, si abbattano pure
contro di lei ed imparino che è la strada per la loro immediata
distruzione. Ella è salva e sarà salva fino alla fine. Pertanto, molto di più possiamo affermare, quindi, riguardo alla sua struttura, essa è costruita con sapienza infinita ed è sicuramente inespugnabile.
Infine, noi possimao affermare che è gloriosa per la sua bellezza. Non è
mai esistita una costruzione simile. Gli occhi si possono rallegrarein lei
dall'alba al tramonto, guardandola poi ricominciare di nuovo. Gesù
stesso si diletta in lei. Dio si è compiaciuto nell'architettura della
Sua Chiesa; così che si è rallegrato della Sua Chiesa come non ha mai fatto del
mondo. Quando Dio creò il mondo, elevò i monti e scavò i mari. Coprì le
vallate con l'erba, creò tutti gli uccelli del cielo e tutte le bestie
della campagna e fece l'uomo alla Sua propria immagine.
Quando gli angeli videro il risultato, cantarono insieme e si
rallegrarono. Dio non cantò, questo non era un motivo sufficiente per farGli
cantare che era"Santo, Santo, Santo".
Egli poteva soltanto dire che "era molto buono",
era però la bontà della forma fisica non quella della bontà morale della santità. Ma quando Dio
edificò la Chiesa allora cantò e questo è il brano
più straordinaro, talvolta penso, dell'intera Parola di Dio, dove Egli è descritto mentre
sta cantando: "L'Eterno il tuo Dio, è in
mezzo a te, come un potente che salva; egli si rallegrerà con gran gioia
per via di te, si acquieterà nell'amor suo, esulterà per via di te con
gridi (canti) di gioia" (Sofonia 3:17). Pensate, fratelli miei, a Dio che, mentre guarda la Sua Chiesa, così bella e preziosa nella sua
struttura, esulta di gioia per la Sua opera, e come
ogni pietra viene messa al suo posto, canta a stesso. È stato mai
composto un canto simile a quello? Oh, cantiamo, esaltiamo insieme il
nome di Dio, pregate Colui che prega per la Sua Chiesa, che l'ha fatta diventare la Sua particolare dimora!
II. Ma la vera gloria della Chiesa di Dio consiste nel fatto che non soltanto è un edificio, è unaabitazione.
Possiamo notare una grande bellezza in una struttura inabitata, ma
rimane sempre una venatura di malinconia. Viaggiando nel nostro paese,
spesso incontriamo qualche torre smantellata o qualche castello
diroccato. Sono costruzioni attraenti, ma non c'è segno di gioia, anzi
soltanto qualche dolorosa riflessione. Chi desidera osservare dei
palazzi desolati? Chi ama vedere la terra svuotata dei suoi figli e le
sue case senza abitanti? C'è però gioia in una casa illuminata e arredata, dove c'è il suono degli uomini.
Diletti, la Chiesa di Dio ha questa particolarità, per Sua particolare gloria, che è una casa abitata, che è l'abitazione di Dio attraverso lo Spirito. Quante chiese sono soltanto case ma non abitazioni! Potrei immaginare per voi una chiesa professante Dio, che è stata costruita con squadra e compasso, ma il suo
modello è stato formato in qualche credo antico, e non nella Parola di Dio. È
precisa nella sua disciplina, in accordo alle proprie norme ed accurata nelle sue le osservanze secondo il proprio modello. Si entra in quella chiesa,
la cerimonia è imponente, l'intero servizio forse vi attrae per un pò, ma si esce da quel luogo consapevoli che là non si è incontrata la vita di Dio, che è una casa, ma una casa senza inquilino.
Può essere dichiaratamente una chiesa, ma non è una chiesa in possesso della dimora dello Spirito Santo, è una casa vuota che dovrà presto essere fatiscente e caduta. Temo che questa sia la fine di molte nostre
chiese, istituzionalizzate o indipendenti. Ho paura che ciò sia vero per molte delle nostre chiese, stabilite e dissenzienti, così come la chiesa romana. Ci sono troppe chiese che non sono altro che una massa di ottusa, morta formalità, non c'è vita di Dio lì. Tu potresti andare al culto con un tal popolo, giorno dopo giorno, e il tuo cuore non potrebbe mai battere più veloce, il tuo sangue non salterebbe mai nelle sue vene, la tua anima non sarebbe mai rinfrescata, perché essa è una casa vuota. L'architettura dell'edificio può essere attraente, ma vuoto il suo deposito; non c'è tavola apparecchiata, non c'è gioia,
non uccisione del vitello grasso, non si danza, non si canta di gioia. Carissimi, facciamo attenzione affinchè anche le nostre chiese non diventino la stessa cosa, affinchè non si diventi un insieme di uomini senza vita spirituale e di conseguenza case disabitate, perché Dio non c'è. Ma una vera chiesa, che è visitata dallo Spirito di Dio,
dove vengono effettuate la conversione, l'istruzione e la devozione e cose così, attraverso l'influenza viva dello Spirito Santo: come una chiesa che ha Dio per inquilino.
Consideriamo ora questo amabile tema. Una chiesa costruita di anime viventi è lacasa di Dio stesso.
Cosa si intende con ciò? Io rispondo una casa è il luogo dove
un individuo trova serenità e si ristora. Fuori combattiamo col mondo,
là ogni nervo e tendine è teso per mantenere la rotta in mezzo ad un
mare di guai e per non essere trascinati via dalla corrente. Fuori, tra la gente,
incontriamo coloro che parlano un linguaggio diverso dal nostro, che
spesso, rapidamente, colpiscono e feriscono i nostri cuori. Perciò
dobbiamo stare in guardia e spesso ripetiamo: "L'anima
mia è in mezzo ai leoni, giace anche tra coloro che vengono dati alle fiamme dell'inferno". Nel mondo
che ci circonda abbiamo poco riposo, ma finita la giornata andiamo a
casa e qui troviamo requie. Il nostro corpo è ristorato. Mettiamo da
parte l'armatura che abbiamo indossato e non combattiamo più.
Non abbiamo davanti a noi dei visi estranei, ma
occhi benevoli che ci guardano. Non udiamo più un linguaggio tanto
oltraggioso ai nostri orecchi. L'amore si esprime e noi rispondiamo. La nostra casa è il luogo del nostro ristoro, del nostro conforto, del nostro riposo.
Ora Dio chiama la Chiesa la Sua dimora,
la Sua Casa. Lo vedo da fuori; Egli sta lanciando il fulmine e alzando la Sua voce sulle acque. AscoltateLo la Sua voce spezza i cedri
del Libano e fa partorire le cerve. GuardateLo quando fa la guerra,
guidando il carro della Sua potenza, Egli scaccia gli angeli ribelli
dai bastioni del cielo fino alla profondità dell'inferno. Ecco come Si innalza nella maestà della Sua forza! Chi è Costui così glorioso? È
Dio Altissimo e terribile. Ora guardateLo mentre mette da parte la Sua
spada splendente, ora non porta più la Sua lancia. Egli arriva a casa. I
Suoi figli sono vicini a Lui. Egli prende il Suo conforto e Si riposa. Non pensiate che mi allontani dalla realtà. Egli si riposa nella Sua Amata, che ha creato da Sè. Egli riposa nella Sua chiesa. Non è più un fuoco consumante, un terrore ed una fiamma. Ora, Egli è amore, gentilezza e dolcezza, pronto ad ascoltare il chiacchiericcio della preghiera dei Suoi figli, e le note disgiunte della canzone dei Suoi figli. Quanto è bella l'immagine della Chiesa come Casa di Dio, il luogo dove Egli trova consolazione: "Poiché l'Eterno ha scelto Sion, egli l'ha desiderata per sua dimora: «Questo è il mio luogo di riposo per sempre; qui abiterò, perché l'ho desiderato.» " (Salmo 132:13-14).
Inoltre, la casa è il luogo dove
l'individuo dimostra la sua vera personalità. Se incontrate un uomo al
mercato, parla con decisione, sa con chi sta trattando ed agisce come
con una persona qualunque. Ma, quando lo vedrete parlare con i suoi
figli a casa, direte: "È differente, non posso credere che sia la stessa
persona". Osservate il professore in cattedra mentre istruisce i suoi
alunni e notate la sua decisione quando parla d'argomenti difficili. Ma
non crederete che sia la stessa persona, quando alla sera metterà i suoi
piccini sulle ginocchia e racconterà loro delle favole o ripeterà le
"ninna nanna" della fanciullezza. Ed è proprio cosi. Guardate il re che
cavalca attraverso la strada nel suo sfarzo, migliaia si riuniscono intorno a lui con acclamazioni che squarciano il cielo. Quale portamento maestoso. È proprio
un re, un monarca in ogni centimentro, così torreggia in mezzo alle moltitudini.
Ma lo avete mai visto a casa? Allora è proprio come tutti gli altri
uomini; ha i suoi piccoli attorno a sé, sta sul pavimento e gioca con
loro. Ma è questo il re? Sì! Perché non agisce così nel suo palazzo o
per le strade? Perché non è nella sua dimora privata. Soltanto là un
uomo distende se stesso.
È così anche del nostro glorioso Dio: nella
Sua Chiesa è dove manifesta Se stesso e non nel mondo. Un individuo
comune punta il proprio telescopio verso il cielo, vede la gloria di Dio
nelle stelle e dice: "O Dio quanto sei infinito!". Con devozione rimira
il mare e osserva anche le sue tempeste e dice: "Ecco la potenza e la
maestà della divinità". L'anatomista seziona un insetto, e scopre in ogni sua parte la sapienza divina, e dice: "Come saggio è Dio!" Sì, ma è solo il credente che, quando si inginocchia nella sua camera può dire: "Mio padre ha fatto tutto questo," e allora può dire: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome". Vi sono cose sublimi che Dio comunica alla Sua Chiesa e che invece non
dona ad altri. È lì che prende i Suoi figli in seno; è lì che apre il
Suo cuore e permette ai Suoi di conoscere le fonti della Sua anima infinita e tutta la potenza del Suo affetto. Non è forse dolce il
pensiero di Dio a casa con i Suoi familiari, felice nella Sua casa, la
Sua Chiesa?
Ma mi colpisce ora anche un'altro pensiero.
La casa di un uomo è la sede di tutto quello che fa. Ecco lassù una grande
fattoria, costituita da costruzioni rurali, capanne e pagliai, ma nel
mezzo c'è la dimora del padrone, il centro di tutta l'attività. Non
importa quanto grano ci sia, tutto quello che si
produce va nei magazzini della casa. È per il mantenimento della famiglia che il marito porta avanti la propria attività.
Potrai sentire il muggito delle mandrie e
potrai contare tutte le pecore sparse sulle colline, ma la lana viene
portata a casa e le mammelle producono tutto il latte per i bambini di quella
famiglia, perché la casa è al centro di tutto. Ogni fiume scorre verso il quieto e dolce lago della casa. Ora la Chiesa di Dio non è il Suo centro? Egli agisce fuori nel
mondo, opera qua e là, ovunque, ma tutta la Sua attività verso cosa
tende? Verso la Chiesa. Perché Dio ricopre d'abbondanza i colli? Per cibare il Suo popolo. Verso quale scopo rivolge la Sua provvidenza? Perché muta le guerre e le tempeste in pace e calma? Per la Sua Chiesa!
Nessun angelo si mette in movimento se non ha una missione per la
Chiesa. Questa può manifestarsi direttamente o indirettamente ma è
sempre per quell'unico fine. Non c'è un arcangelo che adempia i piani
dell'Altissimo, senza portare sulle sue larghe ali la Chiesa e
trasportare i Suoi figli, perché non inciampino in alcuna pietra. I
depositi di Dio sono per la Sua Chiesa. Le profondità dove sono nascosti
i tesori delle ricchezze infinite di Dio, sono tutti per il Suo popolo.
Non c'è nulla che Egli possieda, dalla corona risplendente alle
ricchezze nascoste sotto il Suo trono, che non siano per i Suoi redenti.
Tutte le cose concorrono e cooperano al bene della Chiesa eletta da Dio, che è la Sua casa: la Sua dimora quotidiana.
Sono certo che se continuerete a meditare quando siete lontani su questa bellissima realtà
scoprirete quanto sia prezioso questo fatto sublime che, come la casa è
il centro d'ogni cosa, così la Chiesa è il centro di tutto ciò che Dio
compie e possiede.
Un altro pensiero e avrò finito. Abbiamo sentito molto parlare negli ultimi tempi riguardo l'invasione francese. Io comincerò ad essere allarmato a questo proposito quando lo vedo, ma certamente non fino a quel momento. Tuttavia c'è una cosa che possiamo dire abbastanza tranquillamente. Siamo in molti ad essere uomini di pace
e non ci piace prendere la spada. Alla prima vista del sangue ci
sentiamo male, siamo esseri pacifici, non siamo favorevoli alla lotta e
alla guerra. Ma se l'uomo più pacifico immagina che l'invasore sia
sbarcato sulle nostre coste, e che le nostre case siano in pericolo e che
saranno saccheggiate dal nemico, temo che tutta la nostra opposizione alla guerra
finirebbe e mi chiedo se ci sarebbe qualcuno tra noi che non sarebbe disposto a
prendere le armi per respingere il nemico. Con questo grido: "I nostri focolari e le
nostre case", combatteremmo contro l'invasore. Non vi sarebbe potere
tanto forte da paralizzare le nostre braccia e fino a che non cadessimo
morti, combatteremmo per le nostre case; nessun ordine tanto severo
potrebbe fermarci, spezzeremmo ogni legame ed il più debole tra noi
diventerebbe un gigante e le nostre donne delle eroine nel giorno della
difficoltà. Ogni mano troverebbe un'arma per frenare l'invasore. Amiamo
le nostre case e noi le difenderemmo.
Si e ora innalzate i vostri pensieri, la Chiesa è la casa di Dio, non la difenderà?
Permetterà che la Sua casa sia saccheggiata e soffra? Sarà il
Suo cuore macchiato dal sangue dei Suoi figli? Può essere mai che
la Chiesa sia abbattuta, i suoi bastoni presi d'assalto e la Sue pacifiche abitazioni messe a ferro e fuoco? No, mai, non fin tanto che Dio ha un cuore amorevole e finchè Egli chiama il Suo popolo, la Sua casa, la Sua dimora. Venite rallegriamoci in questa sicurezza, lasciamo che sia pure tutto il mondo in guerra, noi dimoriamo in pace perfetta, perché il Padre nostro è in casa, ed Egli è Dio Onnipotente. Lasciateli venire pure contro di noi, non dobbiamo aver paura, il Suo braccio li farà cadere, il soffio delle Sue narici li farà volare, una parola
li annienterà, essi si scioglieranno come grasso di montone, come
grasso d'agnelli saranno consumati e andranno in fumo. Tutte queste
riflessioni mi sembrano derivare, naturalmente, dal fatto che la Chiesa è la dimora di Dio.
III. Sto per mostrarvi, tra breve, il terzo punto, e cioè che la chiesa è il GLORIOSO TEMPIO DI DIO. Essa non appare ancora così ma lo sarà. Questa preziosa realtà è stata già menzionata. La Chiesa di Cristo
s'innalza oggi e continuerà ad innalzarsi fino a raggiungere "il monte
della Casa dell'Eterno (che) si ergerà sulla vetta dei monti e tutte le
nazioni affluiranno ad esso. Molti popoli v'accorreranno e diranno:
Venite saliamo al monte dell'Eterno" ed adoriamoLo. Allora la gloria
della Chiesa comincerà. Quando questa terra passerà, quando i monumenti
degli imperi saranno dissolti e si scioglieranno come lava ardente,
allora la Chiesa sarà rapita nelle nuvole e poi sarà esaltata nel cielo
stesso, per divenire un tempio come mai occhio vide.
Ora, fratelli e sorelle, in conclusione, faccio queste considerazioni. Se la Chiesa di Dio è la dimora di Dio, che cosa dobbiamo fare voi ed io? Per questo dovremmo cercare sinceramente, come facenti parte di quel tempio, di mantenerne sempre grandi gli abitanti . Non contristiamo il Suo Spirito affinchè non lasci la Sua chiesa per un pò, ma soprattutto non siamo
degli ipocriti perchè non verrebbe affatto nei nostri cuori.
Se
la Chiesa è il tempio e la dimora di Dio, non la contaminiamo. Se vi contaminate, contaminate la Chiesa, perché il tuo peccato, se
sei un membro della Chiesa, è il peccato della Chiesa stessa. L'impurità di una
pietra nell' edificio rovina praticamente tutta la sua perfezione. Presta attenzione affinché tu sia santo come Egli è santo. Non lasciare che il tuo cuore diventi una casa per Belial. Non pensare che Dio e il diavolo possano abitare nella stessa dimora. Dona tutto te stesso a Dio. Cerca di più il Suo Spirito, affinchè che come pietra vivente tu possa essere totalmente consacrato; senza mai essere contento a meno che tu senta in te la perpetua presenza del divino abitante che dimora nella Sua chiesa.
Che Dio benedica ora ogni pietra vivente del Suo tempio. E voi che ancora non siete
stati scavati nelle cave del peccato, prego che la Grazia divina v'incontri e
possiate essere rinnovati e convertiti al fine di essere resi partecipi della sorte dei
santi luminosi.
"Chi vince io lo farò una colonna nel tempio
del mio Dio, ed egli non uscirà mai più fuori; e scriverò su di lui il
nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova
Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio, e il mio nuovo
nome."
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