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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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venerdì 2 marzo 2012
Unknown

Il Tabernacolo dell'Altissimo



Gerusalemme Celeste
Sermone N. 267 
Sermone esposto nella mattinata di domenica, 14 agosto 1859, 
dal Rev. Charles H. Spurgeon, 
nella Music Hall di Royal Surrey Gardens, Londra.
"E in lui voi pure entrate a far parte dell'edificio, che ha da servire di dimora a Dio per lo Spirito." (Efesini2:22)
Sotto la vecchia dispensazione mosaica Dio aveva una dimora visibile tra gli uomini. La brillante nube che appariva tra le ali dei cherubini sovrastanti il propiziatorio e nel tabernacolo, mentre Israele pellegrinava nel deserto e dopo, nel tempio, quando il popolo si stabilì nella propria terra, era la manifestazione visibile della presenza di Dio nel luogo consacrato al Suo culto. Ora ogni cosa della dispensazione mosaica era un tipo, una immagine, un simbolo di qualcosa più alto e nobile. Questa frma di adorazione era una serie di immagini ombra di cui l'Evangelo è la sostanza. È triste dover constatare, tuttavia, che c'è così tanto giudaismo in tutti i nostri cuori, che frequentemeÈnte torniamo ai miseri elementi antichi della legge, invece di andare avanti e vedere in loro un qualcosa di spirituale e celeste, a cui dovremmo aspirare. È una vergogna, del secolo presente, ascoltare alcuni uomini parlare come fanno. Avrebbero fatto meglio a sposare subito il credo ebraico. 
Intendo dire che è vergognoso sentire alcuni uomini parlare come fanno nei confronti degli edifici di culto. Ricordo di aver ascoltato un sermone, una volta, su questo testo: "Se qualche uomo contamina il tempio di Dio, Dio lo distruggerà". E la prima parte del sermone era occupata da un infantile anatema contro chiunque avesse osato compiere un atto sacrilego nel cimitero della chiesa, o avesse osato appoggiare il palo di una tenda durante la fiera della settimana entrante,  contro qualsiasi parte di tale edificio, che, mi sembrò, fosse il dio dell'uomo che occupava il pulpito. C'è qualcosa come un luogo santo da qualche parte? C'è qualche luogo in cui Dio ora dimora in particolare? Non lo so. Ascoltate le parole di Gesù: "Credimi: l'ora viene che né su questo monte, né a Gerusalemme adorerete il Padre.  Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede."
Ricordate le parole dell'apostolo Paolo ad Atene: "Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo il Signore del cielo e della terra, non dimora in templi fatti da mano d'uomo".
Quando gli uomini parlano di luoghi santi sembrano ignorare l'uso del linguaggio. Può mai essere che la santità abiti in mattoni e malta? Può esistere mai un campanile santo? Può mai essere che esistano nel mondo una finestra di alta moralità ed uno stipite santo? Mi perdo nello stupore, totalmente perso, se penso a quanto debba essere confuso il cervello degli uomini quando attribuiscono virtù morali a mattoni e malta, a pietre e vetri colorati. Pregate quanto in profondità debba andare questa consacrazione e quanto in alto? Ogni corvo che vola su quell'edificio in quel momento  diviene solenne nell'aria? Certamente da come stanno le cose è razionale credere che, concepire che ogni verme che sta mangiando il corpo di un episcopale è come un verme consacrato e pertanto ci deve essere necessariamente un muro di mattoni, o un ampio percorso di ghiaia per proteggere i corpi dei santificati da eventuali vermi non consacrati che potrebbe insinuarsi attraverso il lato dei miscredenti del cimitero. Ribadisco, come in questo tipo di gioco da bambino, così il papato, come il giudaismo, sono la vergogna del secolo. Eppure, nonostante tutto, ci troviamo immersi in tempi e stagioni che indulgono in esso. Ciò a cui avete poco fa sorriso è solo uno spingere la questione poco oltre, un errore in cui si può molto facilmente cadere, esso è solo la follia di un errore in cui noi tutti è probabile che cadiamo. Abbiamo un tale rispetto per le nostre semplici cappelle , sentiamo una tale conforto quando siamo seduti in quel luogo, che in un modo o nell'altro siamo giunti a pensare che debba essere santo. Ora lasciamo che noi, se possiamo, e forse ci vuole una grande solidità e indipendenza mentale per farlo, lasciamo che si allontani una volta per sempre, che tutta l'idea di santità sia collegata con qualsiasi cosa che non sia un prodotto cosciente ed attivo, consentiamoci di liberarci una volta per tutte di tutte le superstizioni riguardo ai luoghi. Un luogo è altrettanto consacrato di un altro e dovunque ci raduniamo con vero cuore per adorare Dio, quel luogo diviene per quell'occasione la casa di Dio. Per quanto possa essere considerato con grande rispetto religioso, quel luogo, quando non c'è un cuore devoto che adora Dio, non è la casa di Dio; può essere una casa di superstizione, ma non la casa di Dio. Ma qualcuno obietterà: "Dio dovrà pur avere una dimora, il nostro testo non l'afferma?" Sì, certamente e di quella dimora parleremo. Esiste una casa di Dio; non è una struttura inanimata ma un tempio spirituale e vivente: "In lui", cioè in Cristo, "voi pure entrate a far parte dell'edificio, che deve servire da dimora a Dio per lo Spirito". La casa di Dio è edificata con pietre viventi di uomini e donne convertite. La Chiesa di Dio, che Cristo ha acquistato col proprio sangue, questo è l'edificio divino e la struttura nella quale Dio dimora anche oggi. Vorrei, tuttavia, fare una considerazione riguardante i luoghi nei quali offriamo il culto. Essi non posseggono una santità superstiziosa connessa con le strutture, ma nello stesso tempo esiste un tipo di sacralità collegata con la comunione con Dio. In qualsiasi luogo Dio abbia benedetto la mia anima, credo che sia nient'altro che la casa di Dio e la porta del cielo. Non perché le pietre siano santificate, ma perché mi sono incontrato con Dio ed il ricordo che ne ho lo rende consacrato per me. Quel luogo dove Giacobbe si adagiò per dormire, che era in quella circostanza la sua camera da riposo, fu per lui null'altro che la casa di Dio. Spero che abbiate delle stanze nella vostra casa e "camerette", che sono più sacre di una qualsiasi maestosa cattedrale con le guglie slanciate verso il cielo. Dove c'incontriamo con Dio si manifesta questa sacralità, non è il luogo, ma è  la comunione con Lui. Dove restiamo in comunione con Dio e dove Egli stende il Suo braccio, sia questo luogo una capanna o un filare o una brughiera o una montagna, esso diviene per noi la casa di Dio; il luogo è immediatamente consacrato, non però per considerarlo con riverenza superstiziosa, ma soltanto consacrato nel ricordo delle ore benedette che lì abbiamo speso in preziosa comunione con Dio. 
Lasciando da parte queste considerazioni permettetemi di introdurvi nella casa che Dio ha costruito per la Sua dimora. Considereremo la Chiesa prima di tutto come un edificio, poi come una dimora ed infine come un tempio.

I. Consideriamo, prima di tutto, la Chiesa come un EDIFICIO e chiediamoci che cos'è una chiesa, che cos'è la Chiesa di Cristo? Una setta riserva per sé il titolo di chiesa mentre un'altra denominazione con veemenza lotta per appropriarsene, ma non appartiene a nessuno di noi. La Chiesa di Dio non è composta da alcuna denominazione umana particolare, ma da coloro i cui nomi sono scritti nel libro dell'eterna elezione divina; da coloro che sono stati acquistati da Cristo sulla croce, che sono stati chiamati da Dio mediante lo Spirito Santo e che, essendo stati vivificati da quello stesso Spirito, sono partecipi della vita di Cristo e divengono membri del Suo corpo, della Sua carne, delle Sue ossa.
Questi si trovano in ogni denominazione, tra ogni tipo di cristiani, alcuni lontani, dei quali neanche sognamo l'esistenza. Troviamo qui e là, come per caso, un membro della Chiesa di Cristo, senza alcun contatto con una setta in particolare, lontano dai suoi fratelli, non avendone neppure conosciuto l'esistenza e che pur tuttavia ha conosciuto Cristo, perché la vita di Cristo è in lui. Questa Chiesa di Cristo, il popolo di Dio, in tutto il mondo, con qualsiasi nome sia essa conosciuta è nel nostro testo paragonata ad un edificio nel quale Dio dimora.
Permettetemi una piccola allegoria riguardante questo edificio. La Chiesa non è un mucchio di pietre collegate insieme, è un edificio. Il suo architetto l'ha progettato anticamente. Immagino di scrutare nell'eternità e vederlo disegnare il primo schizzo. "Qui", dice nella Sua sapienza eterna, "ci sarà la pietra angolare e lì il pinnacolo". Lo vedo stabilire la lunghezza e la larghezza della costruzione e le porte con eccezionale abilità, progettando ogni particolare senza lasciare neanche una piccola parte non disegnata. Lo immagino, quel potente architetto, mentre sceglie personalmente ogni pietra dell'edificio, stabilendone la grandezza, la forma e perfino la posizione che deve occupare, se dovrà brillare sulla facciata o nascosta nel retro o sepolta al centro del muro. Immagino non soltanto il progetto di massima, ma tutti i particolari, tutti in ordine, stabiliti da un patto eterno, che è il piano divino del potente architetto sul quale la chiesa doveva essere costruita. Scrutando ancora, vedo quell'Architetto scegliere la pietra angolare. Guarda in cielo e ci sono gli angeli, quelle pietre lucenti, osserva ciascuno di loro, ma dice: "Nessuno di loro è adatto. Debbo trovare una pietra angolare che sostenga il peso dell'edificio, perché tutto deve poggiarvi sopra".
Tuttavia, già nell'eternità bisognava trovare una pietra e doveva essere presa dalla stessa cava delle altre. Dove doveva esser trovata? Dove era l'uomo adatto per fungere da pietra angolare di tale maestoso edificio? No, né gli apostoli, né i profeti, né i dottori erano adatti. Messi tutti insieme sarebbero stati come un fondamento di sabbia e la casa avrebbe vacillato e sarebbe caduta.
Ecco come la mente divina risolse il caso: "Dio diverrà uomo, vero uomo, Egli sarà della stessa sostanza delle altre pietre del tempio, ma sarà anche Dio e perciò forte abbastanza per portare il peso di quest'immensa struttura la cui cima raggiungerà il cielo". Immagino di vedere la posa in opera della pietra del fondamento; si assisterà ad una manifestazione di giubilo? No, vi sarà del pianto. Gli angeli si radunano intorno alla pietra che è stata posta, ed ecco gli angeli piangono, le arpe del cielo sono coperte di sacco e non si ode alcun canto. Avevano cantato di gioia quando il mondo fu creato, perché non cantano ora? Guardate e ne comprenderete la ragione. 
Quella pietra è inserita nel sangue, quella pietra angolare non deve disporsi in nessun altro luogo, ma nel proprio sangue. Il cemento vermiglio tratto dalle Sue vene sacre deve incastrarla. E là è posta, la prima pietra dell'edificio divino.
Cominciate di nuovo a cantare o angeli del cielo. La prima pietra è posta, la cruenta cerimonia è completata ed ora da dove raccoglieremo le pietre per costruire questo tempio? La prima pietra è al suo posto, dove sono le altre? Scaveremo ai lati del Libano? Cercheremo queste pietre preziose nelle cave di marmo dei re? NO, dove correte voi operai di Dio? Dove andate? Dove sono le cave? Essi rispondono: "Andremo a scavare nelle cave di Sodoma e Gomorra, nella profondità della peccaminosa Gerusalemme, in mezzo alla Samaria errante". Li vedo togliere il terriccio, mentre scavano profondamente nella terra e alla fine giungono a quelle pietre; ma quanto sono grezze e ruvide, quanto sono dure, quanto irregolari. Sì, ma sono le pietre elette da tanto tempo con un patto e queste devono essere le pietre e non altre. Devono essere modificate, devono essere raccolte, lavorate allo scalpello, lucidate ed infine messe al loro posto. Vedo gli operai all'opera. La dura scure della legge le taglia e poi viene il cesello lucidatore dell'Evangelo. Vedo le pietre messe al loro posto e la Chiesa che è edificata. I ministri come saggi costruttori corrono intorno al muro per mettere ogni pietra spirituale al suo posto; ogni pietra è poggiata sulla grande pietra angolare e ogni pietra dipende dal sangue e trova sicurezza e forza in Gesù Cristo, la Pietra angolare "eletta e preziosa".
Non vedete anche voi l'edificio che si va innalzando, ed ognuno degli eletti da Dio che sono raccolti, chiamati per Grazia e vivificati? Non vedete come le pietre viventi sono collegate insieme, contrassegnate da un amore santo e da una sacra fratellanza? Siete mai entrati in quell'edificio per vedere come quelle pietre poggiano una sull'altra portando il peso una dell'altra e così adempiono la legge di Cristo? Considerate come la Chiesa ami Cristo e come i suoi membri si amino? Come prima  cosa la Chiesa è legata alla Pietra angolare ed quindi ogni pietra è unita a quella successiva e la prossima a quella ancora successiva finché l'intero edificio diviene un'unità? Ecco, la struttura si eleva e alla fine è completata. Ed ora aprite bene i vostri occhi e ammirate quale glorioso edificio è la Chiesa di Dio. Gli uomini parlano dello splendore delle loro architetture, questa è veramente architettura. Non modelli greci e gotici, ma dopo il modello del santuario che Mosè vide sul monte santo. Non lo vedi?
Non secondo i modelli greci o gotici, ma secondo il modello del santuario che Mosè vide sul monte santo. C'è stata mai struttura tanto attraente come questa, pulsante di vita in ogni atomo?
Su ogni pietra ci sono sette occhi e tutte sono piene d'occhi e di cuori. Era stato mai pensato un edificio così massiccio costituito da anime, una struttura formata da cuori umani? Non c'è casa simile a quella del cuore affinchè uno vi riposi. Lì l'individuo può trovare pace col suo prossimo; ma c'è una casa dove Dio si diletta di abitare, costruita con cuori viventi che pulsano d'amore santo; costruita con anime redente, scelte dal Padre, acquistate dal sangue di Gesù Cristo. La parte superiore di questo edificio è in cielo, una parte dei credenti dimora già oltre le nuvole. Molte delle pietre viventi dimorano ora nel pinnacolo del paradiso. Noi invece siamo qui, ma la costruzione s'innalza, la sacra muratura è palpitante, e come la pietra angolare si eleva, così ognuno di noi deve salire fino a che alla fine l'intera struttura dalle sue fondamenta, fino al pinnacolo, sarà sollevata verso il cielo e lì vi rimarrà per sempre: la nuova Gerusalemme, il tempio della maestà di Dio.
Riguardo a questo edificio desidero fare qualche altra considerazione prima di passare al punto successivo. Quando gli architetti progettano un edificio commettono degli errori nel formularne il piano. I più diligenti omettono qualche particolare ed altri più dotati scoprono che qualcosa è sbagliato. Ma notiamo che la Chiesa di Dio è costruita secondo regole precise, con compasso e con regoli e alla fine non si potrà trovare alcun errore.
Tu forse caro fratello sei una pietra piccola nel tempio e pensi che avresti dovuto essere una grande. Però, non c'è alcun errore. Hai un solo talento: è abbastanza, se ne avessi avuti due rovineresti la costruzione. Forse sei stato messo in un angolo, nascosto e dici a te stesso: "Oh, se fossi in una posizione preminente". Invece, se fossi maggiormente in evidenza saresti fuori posto ed una pietra fuori posto nell'architettura tanto delicata come quella divina, rovinerebbe tutto. Ti trovi dove dovresti essere e restaci. Siine certo non c'è un errore. Quando infine percorreremo la via intorno alle mura dell'edificio, noteremo le torri ed ognuno sarà indotto ad esclamare: "Quanto è gloriosa Sion!". Quando i nostri occhi saranno illuminati ed i nostri cuori istruiti, ogni parte di questo edificio riceverà la nostra ammirazione. La pietra più alta non è il fondamento, né quest'ultimo può stare in cima. Ogni pietra è della forma giusta, del giusto materiale e la struttura intera si adatta perfettamente al suo scopo: la gloria di Dio, il tempio dell'Altissimo. In questa costruzione di Dio si riconosce la Sapienza infinita.
Bisogna notare anche un altro particolare: la sua forza inespugnabile. Quest'abitazione di Dio, questa casa che non è il prodotto di mano d'uomo, ma è l'edificio di Dio è stato attaccato spesso, ma non è mai stato espugnato. Moltitudini di nemici hanno assalito i suoi antichi bastioni, ma li hanno attaccati invano: "I re della terra si ritrovano e i principi si consigliano assieme" ma che cosa è accaduto? Si sono coalizzati contro a lei, ognuno di loro con uomini potenti, ognuno con la sua spada sguainata, ma che cosa è successo? L'Eterno li ha dispersi. Come neve dispersa sui monti da una tempesta improvvisa, così si sono dileguati, o Dio e si sono sciolti davanti all'alito delle nostre narici.


 Quando le nostre anime dovranno dimorare in Sion,
non temeranno la rabbia di Roma o dell'inferno.

La Chiesa non è in pericolo e non lo sarà mai. Che vengano pure i nemici lei può resistere. La sua maestosa staticità, la sua forza silenziosa li comanda con sprezzo a sfidarla. Vengano ora e siano distrutti, si abbattano pure contro di lei ed imparino che è la strada per la loro immediata distruzione. Ella è salva e sarà salva fino alla fine. Pertanto, molto di più possiamo affermare, quindi, riguardo alla sua struttura, essa è costruita con sapienza infinita ed è sicuramente inespugnabile.
Infine, noi possimao affermare che è gloriosa per la sua bellezza. Non è mai esistita una costruzione simile. Gli occhi si possono rallegrarein lei  dall'alba al tramonto,  guardandola poi ricominciare di nuovo. Gesù stesso si diletta in lei. Dio si è compiaciuto nell'architettura della Sua Chiesa; così che si è rallegrato della Sua Chiesa come non ha mai fatto del mondo. Quando Dio creò il mondo, elevò i monti e scavò i mari. Coprì le vallate con l'erba, creò tutti gli uccelli del cielo e tutte le bestie della campagna e fece l'uomo alla Sua propria immagine. Quando gli angeli videro il risultato, cantarono insieme e si rallegrarono. Dio non cantò, questo non era un motivo sufficiente per farGli cantare che era"Santo, Santo, Santo".
Egli poteva soltanto dire che "era molto buono", era però la bontà della forma fisica non quella della bontà morale della santità. Ma quando Dio edificò la Chiesa allora cantò e questo è  il brano più straordinaro, talvolta penso, dell'intera Parola di Dio, dove Egli è descritto mentre sta cantando: "L'Eterno il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva; egli si rallegrerà con gran gioia per via di te, si acquieterà nell'amor suo, esulterà per via di te con gridi (canti) di gioia" (Sofonia 3:17). Pensate, fratelli miei, a Dio che, mentre guarda la Sua Chiesa, così bella e preziosa nella sua struttura, esulta di gioia per la Sua opera, e come ogni pietra viene messa al suo posto, canta a stesso. È stato mai composto un canto simile a quello? Oh, cantiamo, esaltiamo insieme il nome di Dio, pregate Colui che prega per la Sua Chiesa, che l'ha fatta diventare la Sua particolare dimora!

II. Ma la vera gloria della Chiesa di Dio consiste nel fatto che non soltanto è un edificio, è una abitazione. Possiamo notare una grande bellezza in una struttura inabitata, ma rimane sempre una venatura di malinconia. Viaggiando nel nostro paese, spesso incontriamo qualche torre smantellata o qualche castello diroccato. Sono costruzioni attraenti,  ma non c'è segno di gioia, anzi soltanto qualche dolorosa riflessione. Chi desidera osservare dei palazzi desolati? Chi ama vedere la terra svuotata dei suoi figli e le sue case senza abitanti? C'è però gioia in una casa illuminata e arredata, dove c'è il suono degli uomini.
Diletti, la Chiesa di Dio ha questa particolarità, per Sua particolare gloria, che è una casa abitata, che è l'abitazione di Dio attraverso lo Spirito. Quante chiese sono soltanto case ma non abitazioni! Potrei immaginare per voi una chiesa professante Dio, che è stata costruita con squadra e compasso, ma il suo modello è stato formato in qualche credo antico, e non nella Parola di Dio. È precisa nella sua disciplina, in accordo  alle proprie norme ed accurata nelle sue le osservanze secondo il proprio modello. Si entra in quella chiesa, la cerimonia è imponente, l'intero servizio forse vi attrae per un pò, ma si esce da quel luogo consapevoli che là non si è incontrata  la vita di Dio, che è una casa, ma una casa senza  inquilino.
Può essere dichiaratamente una chiesa, ma non è una chiesa in possesso della dimora dello Spirito Santo, è una casa vuota che dovrà presto essere fatiscente e caduta. Temo che questa sia la fine di molte nostre chiese, istituzionalizzate o indipendenti. Ho paura che ciò sia vero per molte delle nostre chiese, stabilite e dissenzienti, così come la chiesa romana. Ci sono troppe chiese che non sono altro che una massa di ottusa, morta formalità, non c'è vita di Dio lì. Tu potresti andare al culto con un tal popolo, giorno dopo giorno, e il tuo cuore non potrebbe mai battere più veloce, il tuo sangue non salterebbe mai nelle sue vene, la tua anima non sarebbe mai rinfrescata, perché essa è una casa vuota. L'architettura dell'edificio può essere attraente, ma vuoto il suo deposito; non c'è tavola apparecchiata, non c'è gioia, non uccisione del vitello grasso, non si danza, non si canta di gioia. Carissimi,  facciamo attenzione affinchè anche le nostre chiese non diventino la stessa cosa, affinchè  non si diventi un insieme di uomini senza vita spirituale e di conseguenza case disabitate, perché Dio non  c'è. Ma una vera chiesa, che è visitata dallo Spirito di Dio, dove vengono effettuate la conversione, l'istruzione e la devozione e cose così,  attraverso  l'influenza viva dello Spirito Santo: come una chiesa che ha Dio per inquilino.
Consideriamo ora questo amabile tema. Una chiesa costruita  di anime viventi è lacasa di Dio stesso.
Cosa si intende con ciò? Io rispondo una casa è il luogo dove un individuo trova serenità e si ristora. Fuori combattiamo col mondo, là  ogni nervo e tendine è teso per mantenere la rotta in mezzo ad un mare di guai e per non essere trascinati via dalla corrente. Fuori, tra la gente, incontriamo coloro che parlano un linguaggio diverso dal nostro, che spesso, rapidamente, colpiscono e feriscono i nostri cuori. Perciò dobbiamo stare in guardia e spesso ripetiamo: "L'anima mia è in mezzo ai leoni, giace anche tra coloro che vengono dati alle fiamme dell'inferno". Nel mondo che ci circonda abbiamo poco riposo, ma finita la giornata andiamo a casa e qui troviamo requie. Il nostro corpo è ristorato. Mettiamo da parte l'armatura che abbiamo indossato e non combattiamo più.
Non abbiamo davanti a noi dei visi estranei, ma occhi benevoli che ci guardano. Non udiamo più un linguaggio tanto oltraggioso ai nostri orecchi. L'amore si esprime e noi rispondiamo. La nostra casa è il luogo del nostro ristoro, del nostro conforto, del nostro riposo.
Ora Dio chiama la Chiesa la Sua dimora, la Sua Casa. Lo vedo da fuori; Egli sta lanciando il fulmine e alzando la Sua voce sulle acque. AscoltateLo la Sua voce spezza i cedri del Libano e fa partorire le cerve. GuardateLo quando  fa la guerra, guidando il carro della Sua potenza, Egli scaccia gli angeli ribelli dai bastioni del cielo fino alla profondità dell'inferno. Ecco  come Si innalza nella maestà della Sua forza! Chi è Costui così glorioso? È Dio Altissimo e terribile. Ora guardateLo mentre mette da parte la Sua spada splendente, ora non porta più la Sua lancia. Egli arriva a casa. I Suoi figli sono vicini a Lui. Egli prende il Suo conforto e Si riposa. Non pensiate che mi allontani dalla realtà. Egli si riposa nella Sua Amata,  che ha creato da Sè. Egli riposa nella Sua chiesa. Non è più un fuoco consumante, un terrore ed una fiamma. Ora, Egli è amore, gentilezza e dolcezza, pronto ad ascoltare il chiacchiericcio della preghiera dei Suoi figli, e le note disgiunte della canzone dei Suoi figli.  Quanto è bella l'immagine della Chiesa come Casa di Dio, il luogo dove Egli trova consolazione: "Poiché l'Eterno ha scelto Sion, egli l'ha desiderata per sua dimora:  «Questo è il mio luogo di riposo per sempre; qui abiterò, perché l'ho desiderato.» " (Salmo 132:13-14).
Inoltre, la casa è il luogo dove l'individuo dimostra la sua vera personalità. Se incontrate un uomo al mercato, parla con decisione, sa con chi sta trattando ed agisce come con una persona qualunque. Ma, quando lo vedrete parlare con i suoi figli a casa, direte: "È differente, non posso credere che sia la stessa persona". Osservate il professore in cattedra mentre istruisce i suoi alunni e notate la sua decisione quando parla d'argomenti difficili. Ma non crederete che sia la stessa persona, quando alla sera metterà i suoi piccini sulle ginocchia e racconterà loro delle favole o ripeterà le "ninna nanna" della fanciullezza. Ed è proprio cosi. Guardate il re che cavalca attraverso la strada nel suo sfarzo, migliaia si riuniscono intorno a lui con acclamazioni che squarciano il cielo. Quale portamento maestoso. È proprio un re, un monarca in ogni centimentro, così torreggia in mezzo alle moltitudini. Ma lo avete mai visto a casa? Allora è proprio come tutti gli altri uomini; ha i suoi piccoli attorno a sé, sta sul pavimento e gioca con loro. Ma è questo il re? Sì! Perché non agisce così nel suo palazzo o per le strade? Perché non è nella sua dimora privata. Soltanto là un uomo distende se stesso.
È così anche del nostro glorioso Dio: nella Sua Chiesa è dove manifesta Se stesso e non nel mondo. Un individuo comune punta il proprio telescopio verso il cielo, vede la gloria di Dio nelle stelle e dice: "O Dio quanto sei infinito!". Con devozione rimira il mare e osserva anche le sue tempeste e dice: "Ecco la potenza e la maestà della divinità". L'anatomista seziona un insetto, e scopre in ogni sua parte la sapienza divina, e dice: "Come saggio è Dio!" Sì, ma è solo il credente che, quando si inginocchia nella sua camera può dire: "Mio padre ha fatto tutto questo," e allora può dire: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome". Vi sono cose sublimi che Dio comunica alla Sua Chiesa e che invece non dona ad altri. È lì che prende i Suoi figli in seno; è lì che apre il Suo cuore e permette ai Suoi di conoscere le fonti della Sua anima  infinita e tutta la potenza del Suo affetto. Non è forse dolce il pensiero di Dio a casa con i Suoi familiari, felice nella Sua casa, la Sua Chiesa?
Ma  mi colpisce ora anche un'altro pensiero. La casa di un uomo è la sede di tutto quello che fa. Ecco lassù una grande fattoria, costituita da costruzioni rurali, capanne e pagliai, ma nel mezzo c'è la dimora del padrone, il centro di tutta l'attività. Non importa quanto grano ci sia, tutto quello che si produce va nei magazzini della casa. È per il mantenimento della famiglia che il marito porta avanti la propria attività.
Potrai sentire il muggito delle mandrie e potrai contare tutte le pecore sparse sulle colline, ma la lana viene portata a casa e  le mammelle producono tutto il latte per i bambini di quella famiglia, perché la casa è al centro di tutto. Ogni fiume scorre verso il quieto e dolce lago della casa. Ora la Chiesa di Dio non è il Suo centro? Egli agisce fuori nel mondo, opera qua e là, ovunque, ma tutta la Sua attività verso cosa tende? Verso la Chiesa. Perché Dio ricopre d'abbondanza i colli? Per cibare il Suo popolo. Verso quale scopo rivolge la Sua provvidenza? Perché muta le guerre e le tempeste in pace e calma? Per la Sua Chiesa! Nessun angelo si mette in movimento se non ha una missione per la Chiesa. Questa può manifestarsi direttamente o indirettamente ma è sempre per quell'unico fine. Non c'è un arcangelo che adempia i piani dell'Altissimo, senza portare sulle sue larghe ali la Chiesa e trasportare i Suoi figli, perché non inciampino in alcuna pietra. I depositi di Dio sono per la Sua Chiesa. Le profondità dove sono nascosti i tesori delle ricchezze infinite di Dio, sono tutti per il Suo popolo. Non c'è nulla che Egli possieda, dalla corona risplendente alle ricchezze nascoste sotto il Suo trono, che non siano per i Suoi redenti. Tutte le cose concorrono e cooperano al bene della Chiesa eletta da Dio, che è la Sua casa: la Sua dimora quotidiana. Sono certo che se continuerete a meditare quando siete lontani su questa bellissima realtà scoprirete quanto sia prezioso questo fatto sublime che, come la casa è il centro d'ogni cosa, così la Chiesa è il centro di tutto ciò che Dio compie e possiede.
Un altro pensiero e avrò finito. Abbiamo sentito molto parlare negli ultimi tempi riguardo l'invasione francese. Io comincerò ad essere allarmato a questo proposito quando lo vedo, ma certamente non fino a quel momento. Tuttavia c'è una cosa che possiamo dire abbastanza tranquillamente. Siamo in molti ad essere uomini di pace e non ci piace prendere la spada. Alla prima vista del sangue ci sentiamo male, siamo esseri pacifici, non siamo favorevoli alla lotta e alla guerra. Ma se l'uomo più pacifico immagina che l'invasore sia sbarcato sulle nostre coste, e che le nostre case siano in pericolo e che saranno saccheggiate dal nemico, temo che tutta la nostra opposizione alla guerra finirebbe e mi chiedo se ci sarebbe qualcuno tra noi che non sarebbe  disposto a prendere le armi per respingere il nemico. Con questo grido: "I nostri focolari e le nostre case", combatteremmo contro l'invasore. Non vi sarebbe potere tanto forte da paralizzare le nostre braccia e fino a che non cadessimo morti, combatteremmo per le nostre case; nessun ordine tanto severo potrebbe fermarci, spezzeremmo ogni legame ed il più debole tra noi diventerebbe un gigante e le nostre donne delle eroine nel giorno della difficoltà. Ogni mano troverebbe un'arma per frenare l'invasore. Amiamo le nostre case e noi le difenderemmo.
Si e ora innalzate i vostri pensieri, la Chiesa è la casa di Dio, non la difenderà? Permetterà che la Sua casa sia saccheggiata e soffra? Sarà il Suo cuore  macchiato dal sangue dei Suoi figli? Può essere mai che la Chiesa sia abbattuta, i suoi bastoni presi d'assalto e la Sue pacifiche abitazioni messe a ferro e fuoco? No, mai, non fin tanto che  Dio ha un cuore amorevole e finchè Egli chiama il Suo popolo, la Sua casa, la Sua dimora. Venite rallegriamoci in questa sicurezza, lasciamo che sia pure tutto il mondo in guerra, noi dimoriamo in pace perfetta, perché il Padre nostro è in casa, ed Egli è Dio Onnipotente. Lasciateli venire pure contro di noi, non dobbiamo aver paura, il Suo braccio li farà cadere, il soffio delle Sue narici li farà volare, una parola li annienterà, essi si scioglieranno come grasso di montone, come grasso d'agnelli saranno consumati e andranno in fumo. Tutte queste riflessioni mi sembrano derivare, naturalmente, dal fatto che la Chiesa è la dimora di Dio.

III. Sto per mostrarvi, tra breve, il terzo punto, e cioè che la chiesa è il GLORIOSO TEMPIO DI DIO. Essa non appare ancora così ma lo sarà. Questa preziosa realtà è stata già menzionata. La Chiesa di Cristo s'innalza oggi e continuerà ad innalzarsi fino a raggiungere "il monte della Casa dell'Eterno (che) si ergerà sulla vetta dei monti e tutte le nazioni affluiranno ad esso. Molti popoli v'accorreranno e diranno: Venite saliamo al monte dell'Eterno" ed adoriamoLo. Allora la gloria della Chiesa comincerà. Quando questa terra passerà, quando i monumenti degli imperi saranno dissolti e si scioglieranno come lava ardente, allora la Chiesa sarà rapita nelle nuvole e poi sarà esaltata nel cielo stesso, per divenire un tempio come mai occhio vide. Ora, fratelli e sorelle, in conclusione, faccio queste considerazioni. Se la Chiesa di Dio è la dimora di Dio, che cosa dobbiamo fare voi ed io? Per questo dovremmo cercare sinceramente, come facenti parte di quel tempio, di mantenerne sempre grandi gli abitanti . Non contristiamo il Suo Spirito affinchè non lasci la Sua chiesa per un pò, ma soprattutto non siamo degli ipocriti perchè non verrebbe affatto nei nostri cuori.
Se la Chiesa è il tempio e la dimora di Dio, non la contaminiamo. Se vi contaminate, contaminate  la Chiesa, perché il tuo peccato, se sei un membro della Chiesa, è il peccato della Chiesa stessa. L'impurità di una pietra nell' edificio rovina praticamente tutta la sua perfezione. Presta attenzione affinché tu sia santo come Egli è santo. Non lasciare che il tuo cuore diventi una casa per Belial. Non pensare che Dio e il diavolo possano abitare nella stessa dimora. Dona tutto te stesso a Dio. Cerca di più il Suo Spirito, affinchè che come pietra vivente tu possa essere totalmente consacrato; senza mai essere contento a meno che tu senta in te la perpetua presenza del divino abitante che dimora nella Sua chiesa.
Che Dio benedica ora ogni pietra vivente del Suo tempio. E voi che ancora non siete stati scavati nelle cave del peccato, prego che la Grazia divina v'incontri e possiate essere rinnovati e convertiti  al  fine di essere resi partecipi della sorte dei santi luminosi



 Traduzione  a cura di Consapevoli nella Parola





"Chi vince io lo farò una colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non uscirà mai più fuori; e scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio, e il mio nuovo nome."
(Apocalisse 3:12)
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