L’evangelo di Gesù Cristo | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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lunedì 27 febbraio 2012
Unknown

L’evangelo di Gesù Cristo

croce


Qual è il vero evangelo di Gesù Cristo? Anche la maggior parte dei non credenti sa che la Bibbia contiene quattro racconti, Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Ma qual è l’essenza di questi evangeli, o “buona novella”? Quando i cristiani parlando del vangelo di Gesù Cristo, di cosa parlano in realtà?
La Scrittura ci dà diverse definizioni di cosa è il vangelo. E dobbiamo usare queste definizioni bibliche per determinare se nella sua chiesa è vivo il vero evangelo di Cristo. Considerate:


1. Gesù dice che la sua chiesa è una chiesa di abnegazione e di croce

Il Signore disse a Pietro: “Se qualcuno mi vuole seguire, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Matteo 16:24). È chiaro che appartenere alla chiesa di Gesù significa molto più che credere in Lui. Molti cristiani oggi “fanno un voto per Gesù”. La loro attitudine è: “Ho votato per Cristo. Questo mi rende un membro del suo partito”. Ma una volta che hanno dato il voto, se ne vanno via e dimenticano tutta la sua Signoria sulle loro vite.
Gesù dice che appartenere alla sua chiesa va oltre tutto questo. Significa impegnarsi a seguirlo. E questo vuol dire vivere in abnegazione e prendere la propria croce. “E chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me” (Matteo 10:38).
Il nostro Signore lo dice chiaramente: “Se sei nella mia chiesa, allora preparati a soffrire e ad essere perseguitato per la tua fede in me. Preparati a rinnegare la tua fama, la reputazione e ogni ricerca del piacere. La gente ti inchioderà alla croce della beffa, della condiscendenza, dell’alienazione. E lo farà perché hai fame e sete di me. Se appartieni alla mia chiesa, sicuramente dovrai prendere una croce”.
Il fatto è che la chiesa di Cristo non è mai stata approvata o accettata dal mondo. E non lo sarà mai. Se vivi per Gesù, non dovrai separarti dalla compagnia altrui; saranno loro a lasciarti. Devi solo vivere per Lui. Improvvisamente, ti ritroverai rigettato e scartato, chiamato persino malvagio: “Gli uomini vi odieranno, vi scomunicheranno e vitupereranno, e bandiranno il vostro nome come malvagio, a causa del Figlio dell'uomo” (Luca 6:22).
Eppure, Gesù aggiunge, questa è la strada che porta al vero appagamento. “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la ritroverà” (Matteo 16:25). In altre parole: “L’unico modo per trovare il significato della vita è vendere tutto quello che hai per me. Allora troverai la vera gioia, la pace e la soddisfazione”. Cristo ci dice: “La mia chiesa è senza macchia o ruga. Perciò, quando verrai da me, dovrai essere disposto a deporre ogni peccato. Devi arrendere tutto a me, morire completamente a te stesso, a tutte le tue ambizioni impure e al tuo egoismo. Per fede, sarai sepolto con me. Ma risorgerai a nuova vita”.
Pensate a cosa significa essere senza macchia o ruga. Sappiamo che una macchia è una chiazza. Ma cos’è una ruga? Avete mai sentito la frase: “una nuova ruga”? Significa aggiungere una nuova idea ad un concetto già esistente. Una ruga, in quel senso, si applica a quelli che cercano di migliorare l’evangelo. Suggerisce un modo facile per raggiungere il cielo, senza arrendersi completamente a Cristo.
Questo è il genere di evangelo che viene predicato oggi in molte chiese. I sermoni hanno l’unico obiettivo di incontrare i bisogni della gente. Eppure, mentre leggo le parole di Gesù, vedo che questo genere di predicazione non funziona. Non compie la vera opera dell’evangelo.
Non fraintendetemi: non sono contro il predicare la consolazione e la forza al popolo di Dio. Come pastore del Signore, sono chiamato a fare esattamente questo. Ma se predico solo per I bisogni della gente, ed ignoro l’invito rivoltoci da Cristo a deporre le nostre vite, allora i veri bisogni non potranno mai essere soddisfatti. Le parole di Gesù sono chiare: i nostri bisogni potranno essere soddisfatti solo se moriamo a noi stessi e prendiamo la sua croce.


Gesù dichiara: “La mia chiesa è un luogo di pentimento incondizionato ed aperto”. Infatti l’apostolo Paolo attesa: “La parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola di fede, che noi predichiamo; se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e se credi con il cuor che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato.
“Perché con il cuore un uomo crede a giustizia; e con la bocca confessa per la salvezza. Perché la Scrittura dice: Chiunque crede in lui non sarà svergognato” (Romani 10:8-11). Per dirla in poche parole, otteniamo la salvezza quando confessiamo apertamente il pentimento. Gesù afferma: “Non sono venuto a chiamare a pentimento i giusti, ma i peccatori” (Matteo 9:13). E, dice, il pentimento è il mezzo attraverso il quale si può essere guariti e ristorati: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto per chiamare a pentimento i giusti, ma i peccatori” (Luca 5:31-32).
Carissimi, questa è la buona novella. Gesù ci sta dicendo: “Nella mia chiesa, tutti vengono guariti attraverso il pentimento. Non importa chi sei – il malato fisico, mentale o spirituale. Tutti devono venire a me attraverso la stessa via. E tutti trovano guarigione attraverso il pentimento”.
Io vi chiedo: quante chiese aprono ancora i loro altari a quelli dal cuore rotto, affinché vengano avanti e si pentano? Quanti pastori hanno smesso di fare l’appello in quest’opera spirituale così importante? E quanti credenti hanno perso il senso del loro bisogno di confessare il peccato? Allora, qual è il messaggio centrale del vangelo di Cristo? Lo dice chiaramente in Matteo, Marco, Luca e Giovanni. In questi quattro evangeli, egli ci dice: “Ecco cosa predico nella mia chiesa. Questo è il mio messaggio per tutti i peccatori”.
Prima di tutto, “Gesù è venuto… predicando l’evangelo del regno di Dio, e dicendo: Il tempo è compiuto, e il regno di Dio è vicino: ravvedetevi e credete all’evangelo” (Marco 1:14-15). Qual è stato il primo messaggio di Gesù? Egli predicò il pentimento.
Per alcuni cristiani, questo potrebbe essere un linguaggio forte. Potrebbero rispondere: “Va bene, ma quanto forte Gesù ha predicato il pentimento?”. Luca risponde nel suo evangelo. Gesù disse ai suoi ascoltatori: “Se non vi pentite, perirete allo stesso modo” (Luca 13:5).


Penserai forse che l’evangelo di pentimento di Cristo sembri quasi depressivo. Ma Paolo dice il contrario. Un cuore pentito porta vera vita: “La tristezza secondo Dio infatti produce ravvedimento a salvezza, che non ha rimpianto; ma la tristezza del mondo produce la morte” (2 Corinzi 7:10). Il pentimento fu il fulcro del primissimo sermone dopo la risurrezione di Cristo. Pietro disse alle folle radunate a Pentecoste: “Gesù di Nazaret… che voi avete preso, e con mani inique avete crocifisso ed immolato” (Atti 2:22-23).
Udendo ciò, il popolo fu colto da un potente convincimento. La Parola predicata compunse i loro cuori, perché lo Spirito Santo era giunto in tutta la sua potenza. E secondo Gesù, è proprio questa l’opera dello Spirito. Egli disse che lo Spirito Santo viene per “convincere il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio” (Giovanni 16:8).
La folla era così emozionata, da non riuscirsi a muovere. Improvvisamente, davanti a loro c’erano la morte e la vita. Perciò gridarono a Pietro, chiedendogli cosa potessero fare. E lui rispose: “Pentitevi, e siate battezzati nel nome di Gesù Cristo per la remissione dei peccati… Salvatevi da questa perversa generazione” (Atti 2:38, 40).
Questo brano illustra il pentimento al centro del messaggio di Gesù. Se nel messaggio non c’è convincimento – non si predica la verità sul peccato e sulla colpa, e non c’è la persuasione del cuore – allora vuol dire semplicemente che in esso non vi è lo Spirito Santo. In queste predicazioni non c’è e basta.
Penso ai tanti predicatori “senza convinzione” che sono responsabili delle anime di migliaia di cristiani. Le loro congregazioni sono schiave del peccato, e le loro iniquità crocifiggono Cristo ogni giorno. È assolutamente tragico. Ciò di cui queste persone hanno bisogno è un messaggio di un predicatore che non abbia paura di dire loro: “Avete peccato contro Cristo”. Ma avviene esattamente il contrario. La gente si radica nel peccato a causa di pastori compromessi.
Ezechiele dice di questi predicatori: “Infatti avete rattristato il cuore del giusto con menzogne, quando io non lo rattristavo, e avete fortificato le mani dell'empio, perché non si convertisse dalla sua via malvagia per rimanere in vita” (Ezechiele 13:22). Il profeta sta dicendo: “Avete rattristato il giusto con delle predicazioni frivole. Ed avete fortificato ancora di più il peccato sensuale, senza incolparlo. Avete detto loro delle menzogne a proposito della vita eterna. No! State privando queste persone della vita eterna. Avete trasformato la grazia di Dio in lascivia!”.
Paolo dice che presto arriverà il giorno del giudizio. E per questo, dobbiamo predicare l’evangelo con ancora più convinzione, visto che il giorno si avvicina. Dobbiamo riprovare e rigettare, agendo nello stesso tempo con longanimità ed amore. Infatti, sta giungendo il giorno in cui tutti i pastori dovranno comparire davanti al Signore per rendere conto di cos’hanno predicato. Hanno rattristato il giusto? Hanno rafforzato le mani del debole? Oppure hanno predicato una parola impavida che convince, sotto una santa unzione?
Il fatto è che a Pietro non interessava di offendere quelle persone a Pentecoste. Il suo unico scopo era quello di mostrare loro la verità. E quando lo Spirito Santo rivela la verità, convince. Va in profondità e sradica ogni area del cuore.
Purtroppo, oggi questo non accade in molte chiese. Non solo lo Spirito Santo non è presente in tali chiese, ma non è neanche il benvenuto. Il nostro ministero di recente ha ricevuto lettera dopo lettera in cui riecheggiava lo stesso ritornello: “Ho un vicino al quale ho testimoniato per mesi. Sta per divorziare… ha problemi di alcolismo… ha una relazione adultera…
“Perciò l’ho portato in chiesa, sperando che vi potesse sentire una parola sulla sua condizione e sul suo bisogno del Signore. Ma il mio pastore non parla mai di peccato. Non dice mai niente che possa portare convinzione, che parli del bisogno della purificazione di Gesù, della sua potenza liberatrice. Perciò il mio vicino rimane comodo nel suo peccato”.
Che tragedia! Quanto sarà afflitto Dio per un popolo che continua a rimanere nel suo peccato, nella chiesa stessa.
Altri scrivono: “Frequento una chiesa che prende alla leggera il peccato, ma non ne posso più. Ogni settimana, ti porgono un’inchiesta per sapere se ci è piaciuto il servizio. Vogliono sapere: La musica era troppo alta? Le riunioni erano troppo lunghe? Il sermone vi è piaciuto? Pastore David, vado in chiesa per trovare speranza per i miei parenti perduti. Ma invece mi viene chiesto di giudicare se l’intrattenimento mi è piaciuto”.
Secondo Gesù, nessuno può essere liberato dal peccato – nessuno potrà mai trovarsi davanti alla verità – senza la presenza convincente e la potenza dello Spirito Santo.


Considera questa scena, mentre Gesù parlava ai suoi seguaci: “«Questo è il pane che è disceso dal cielo; non è come la manna che mangiarono i vostri padri e morirono; chi si ciba di questo pane vivrà in eterno. Queste cose disse nella sinagoga, insegnando a Capernaum. Udito questo, molti dei suoi discepoli dissero: «Questo parlare è duro, chi lo può capire?». Ma Gesù, conoscendo in se stesso che i suoi discepoli mormoravano di questo, disse loro: «Questo vi scandalizza?»” (Giovanni 6:58-61).
Notate che Cristo qui stava parlando ai credenti. Qual era il parlare duro a cui avevano reagito? Era: “Dovete mangiare la mia carne e bere il mio sangue, altrimenti non avrete vita in voi. La mia carne è cibo, ed il mio sangue è vera bevanda. E la vita eterna viene solo se li consumate”.
Ora, l’evangelo che strizza l’occhio al peccato dice: “Non puoi predicare quel genere di cose. I peccatori non lo comprenderebbero mai. Bere sangue e mangiare carne? Penserebbero che siamo barbari. Dobbiamo cambiare le parole per renderle più appetibili. Altrimenti si offenderebbero, specialmente i non credenti”.
Nella vera chiesa di Cristo ci saranno delle parole offensive. Sì, in questa chiesa sentirete un messaggio di buone notizie, un evangelo di amore, misericordia, grazia e longanimità. Ma nella chiesa di Cristo, ci sono anche messaggi che non ci si può azzardare a manomettere. E quei messaggi comprendono la predicazione del sangue di Cristo e della sua croce.
Gesù vide che la gente era scioccata dalle sue parole. Perciò chiese loro, in effetti: “Vi siete offesi? Vi sentite oltraggiati dalle mie parole di verità?”. Poi dichiarò: “Le parole che vi dico sono spirito e vita” (Giovanni 6:63). Lo disse chiaro e tondo: “Le cose che vi offendono sono proprio quelle che vi portano vita”. Come reagirono i suoi seguaci? “Da quel momento molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui”.
Cosa sta dicendo Gesù a proposito del suo evangelo? Per dirla in parole povere, sta dichiarando che il messaggio del suo sangue e della croce è offensivo. Eppure è l’unico evangelo che porta alla vita eterna. Nonostante ciò, sono molti quelli che non lo accettano. “Ma vi sono tra voi alcuni che non credono”.
Oggi le parole di Gesù sono svendute da molte chiese. Incredibilmente, alcune congregazioni hanno tolto qualsiasi riferimento al sangue di Cristo persino dai loro servizi di adorazione. I pastori non lo menzionano nei loro sermoni. Gli inni sul sangue sono stati tolti dalle chiese. Tutto viene considerato troppo offensivo.
Ma Gesù ci avverte: “Non importa quanto vi possano sembrare offensive le mie parole. Non potete cambiarle. Le mie parole producono vita. E dovete consumarle come se fossero del cibo e delle bevande, renderle una fibra del vostro essere. Perciò, non potete alleggerire quello che ho detto. Se togliete il sangue e la croce dalle vostre predicazioni, state impedendo alla gente di ottenere la speranza della vita eterna.
“Il messaggio della salvezza attraverso il sangue si può comprendere solo mediante lo Spirito. Ma deve essere predicato anche a costo di essere fraintesi. Perciò, siate coraggiosi e predicate il mio evangelo, non importa quale risposta otteniate. È solo la Parola quella che salva”.
Vediamo una scena molto simile in Matteo. “E venuto nella sua patria, li ammaestrava nella loro sinagoga… Ed essi si scandalizzavano di lui” (Matteo 13:54, 57). Persino la cerchia dei discepoli più intimi di Gesù venne a dirgli che il suo messaggio era troppo offensivo: “Sai tu che a sentire queste parole i farisei si sono scandalizzati?” (15:12). In questa scena, non era la gente che si scandalizzava, ma i leader religiosi. Apparentemente, le moltitudini ricevevano quello che Gesù insegnava. Ma i pastori si sentivano oltraggiati.


Se sei nella chiesa di Gesù, allora sentirai dei messaggi duri da parte dello Spirito Santo. Perché? Perché lo Spirito grida contro tutto ciò che pensiamo, diciamo o facciamo che viene dalla carne. Gesù dice: “Poiché dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, maldicenze” (Matteo 15:19).
Eppure, il segno di ogni vero seguace di Gesù è che si arrende ad ogni parola di Cristo. Questo servo ama la riprensione perché sa quello che produce nel suo cuore. Vede i cambiamenti che porta, e sa che sono vita per lui. Nel suo profondo, è anche questo il motivo per cui un peccatore viene nella casa di Dio. Non solo per essere contato fra il numero di una grande congregazione. È per essere trovato da Dio, perché nel suo cuore sa di essere perduto. La sua anima non è in pace, e lui ha trascorso troppe notti insonni. Vuole delle risposte, la verità, un cambiamento reale, perché sa di essere destinato all’inferno. E non ha bisogno di un credente o di un ministro che gli dica che va tutto bene. Naturalmente, se questo peccatore ode il messaggio di Cristo, ne potrà essere offeso. Potrebbe arrabbiarsi e scalciare. Ma non dimenticherà ciò che ha udito. E lo Spirito Santo userà quelle parole per rivelargli la verità.
Ci hanno insegnato che Cristo è la testata d’angolo della sua chiesa. Paolo dice che questa pietra è una roccia d’offesa: “Come sta scritto: Ecco, io pongo in Sion una pietra d'inciampo e una roccia di scandalo, ma chiunque crede in lui non sarà svergognato” (Romani 9:33). Anche Pietro definisce Gesù una roccia di offesa: “La pietra, che gli edificatori hanno rigettato, è divenuta la testata d'angolo, pietra d'inciampo e roccia d'intoppo che li fa cadere. Essendo disubbidienti, essi inciampano nella parola, e a questo sono altresì stati destinati” (1 Pietro 2:7-8).
Pietro avrebbe potuto dirci per esperienza che succede quando ci si vuole sbarazzare del messaggio della croce. Lui si scandalizzò quando Gesù predisse la sua morte ai discepoli. Perciò, “Pietro lo prese da parte e cominciò a rimproverarlo, dicendo: Lungi da te, Signore, così non sia” (Matteo 16:22).
Ma Gesù gli rispose con queste parole pungenti: “Ma egli, voltatosi, disse a Pietro: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini»” (16:23).
Ecco un chiaro esempio di come Satana può piantare l’inganno anche in un pastore giusto, che ama Cristo. E ci puoi scommettere che Pietro non dimenticò mai più le parole del Maestro. Allo stesso modo oggi, ogni ministro e credente deve prestare ascolto agli avvertimenti di Cristo: “Il mio sangue e la mia croce forse ti scandalizzano. Ma se ti vergogni del mio messaggio, se cerchi di alleggerirlo, allora sei tu a scandalizzare me. Non rappresenti la mia Parola o la mia chiesa”.


La prima cosa che Gesù farebbe sarebbe quella di fare un giro della città, piangendo. La Scrittura ci dice: “E come egli si avvicinava, vide la città e pianse a su di essa, dicendo: «Oh, se tu, proprio tu, avessi riconosciuto almeno in questo tuo giorno le cose necessarie alla tua pace! Ma ora esse sono nascoste agli occhi tuoi » ” (Luca 19:41-42).
Cosa fece piangere Gesù? Iniziò con un giro commovente della città. Fu sopraffatto dal dolore alla vista dei cosiddetti religiosi che non avevano pace. Queste persone avevano rigettato la verità in cambio di favole. Ed ora stavano seguendo una forma di religione morta. Erano come pecore senza pastore.
Ora, non sono qui per giudicare nessuno. Ma voglio chiedere a chiunque legge questo messaggio: riesci ad immaginare il tuo pastore che fa il giro della tua città e pianga per essa? Quale immagine diversa Gesù ci dà dai vari pianificatori e progettatori delle grandi chiese odierne. Queste persone vanno di casa in casa, fanno inchieste, chiedono alla gente cosa vorrebbe vedere in chiesa: “Quanto ti piacerebbe fosse lungo il sermone? Quindici minuti? Dieci?”.
Gesù fu testimone di una cosa del genere ai suoi tempi. Mentre camminava verso il tempio, vide le tavole dei cambiavalute, ministri che mercanteggiavano le cose di Dio. Non c’era una vera preghiera, né timore del Signore. E Cristo pianse per tutto questo, gridando: “Sta scritto: La mia casa è una casa di preghiera, ma voi ne avete fatto un covo di ladroni” (Luca 19:46).
Io vi chiedo: Gesù piangerebbe per quello che vedrebbe oggi nella tua chiesa? Troverebbe il tuo pastore angosciato per le anime perdute? O lo troverebbe ad approfittarsi delle cose sacre agli occhi di Dio? Cristo troverebbe il suo popolo in preghiera? O lo troverebbe occupato negli affari e nei programmi, concentrato sui propri interessi?
Una volta concluso il giro nella tua città, Gesù approverebbe il suo popolo? O lo avvertirebbe in questi termini: “Siete ciechi. Il giudizio è alle porte, ma voi sembrate più che mai come il mondo. Perché non pregate, perché non cercate la mia forza e la mia saggezza per redimere i tempi?”.
Dio ci aiuti a non mitigare il suo evangelo. Se hai un pastore che predica il vero evangelo di Gesù Cristo, io ti esorto ad incoraggiarlo. E a pregare per lui. Grazie al Signore che il tuo pastore non si fida dei predicatori famosi per avvicinare le folle.
E sii grato che la presenza dello Spirito Santo abbia spazio di compiere la sua vera opera in mezzo a noi. Quando l’evangelo di Gesù Cristo viene predicato con convinzione, i cieli si aprono ed il diavolo è costretto a scappare.

di David Wilkerson 



Posted with permission from:
World Challenge, Inc.
www.worldchallenge.org
(903) 963-8626



"Infatti il messaggio della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio"
(1Corinzi 1:18)
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