Nell’interpretazione degli insegnamenti profetici
delle Scritture è quasi universalmente riconosciuto dall’intero mondo
evangelico che questa presente era terminerà con un periodo di Grande Tribolazione,
al cui tempo, la Chiesa che è sulla terra, verrà rapita (presa in cielo
senza soffrire morte fisica) per essere per sempre con il Signore e per
raggiungere tutti quei santi che l’hanno preceduta fino a quel momento.
Per circa centocinquanta anni la Chiesa ha dibattuto sul “quando” questo rapimento sarebbe avvenuto, se prima o dopo la Grande Tribolazione. Nella Chiesa Evangelica attuale il pensiero più comune è a favore del rapimento prima della tribolazione (da cui ne deriva la teoria pre-tribolazionista).
Tuttavia, ben pochi cristiani conoscono la storia e i retroscena di
questa dottrina, tantomeno conoscono i presupposti e le basi su cui si
poggia.
Lo scopo di questo scritto è di rendere
disponibile in forma breve alcune delle informazioni mancanti sul tema
per compararle e commentarle sulla base delle evidenze. Così, la
speranza è che sia garantita al lettore la possibilità di considerare la
parte più ignorata dell’argomento, l’altra faccia della medaglia. Se il
punto di vista pre-tribolazionista è corretto, allora il tema
della Grande Tribolazione è e rimane, per il cristiano, una argomento di
interesse puramente accademico, perché privo di conseguenze. Se,
viceversa, si scopre corretto il punto di vista post-tribolazionista,
l’argomento diventa di importanza vitale perché ciò significherebbe che
la Chiesa deve ancora entrare nel periodo più intenso di persecuzione e tribolazione
della sua storia. Ne consegue, che se la Chiesa deve subire l’offensiva
dell’Anticristo e delle forze del male (nel tentativo di distruggere
definitivamente la cristianità nella sua interezza) è ora di cominciare a
prepararsi! I post-tribolazionisti (l’insieme di coloro che sostengono che il rapimento avverrà dopo la tribolazione) possono permettersi di non avere ragione. Non così i pre-tribolazionisti! Infatti, la loro coscienza dovrebbe imporgli di essere estremamente sicuri di quello che sostengono.
L’origine e i retroscena
Il pensiero pre-tribolazionista era
sconosciuto alla Chiesa primitiva. Nessuno infatti è mai stato in grado
di dimostrare che questa particolare dottrina venisse insegnata dai
padri della Chiesa, né dagli studiosi della Bibbia prima del 19° secolo.
Questo pensiero ebbe apparentemente origine durante un risveglio di
interesse intorno alla profezia biblica nel 1830, quando una giovane
donna scozzese, Margaret McDonald, sostenne di aver ricevuto per
“rivelazione” che la Chiesa sarebbe stata rapita prima della Grande
Tribolazione. Dopo questa sua affermazione l’idea si propagò fino a
Londra dove destò molto interesse. Nel corso di ulteriori “rivelazioni”,
le date per il rapimento oscillavano tra il 1835 e il 1847!
La teoria del pre-tribolazionismo venne esposta pubblicamente per la
prima volta alla Powerscourt House (Irlanda) in una serie di incontri
aventi per oggetto la profezia biblica, durante i quali, John Darby, fondatore del movimento dei Plymouth Brethren (da cui deriva la
chiesa dei Fratelli) accolse pienamente questo pensiero facendolo
diventare parte essenziale dei suoi insegnamenti, dando vita a quello
che oggi è conosciuto come il “Darbismo” o meglio ancora, il “Dispensazionalismo”. Tuttavia, non tutti tra i “Fratelli”
accettarono questo insegnamento. Fu infatti subito rigettato e
avversato da esponenti di spicco come George Muller e Samuel P.
Tregelles, i quali si dissociarono presto dal movimento dei Plymouth
Brethren proprio per questo motivo. Tra gli altri che si opposero a
questa “novella della seconda venuta di Cristo a due fasi”, reputando tale insegnamento non scritturale, c’era anche il “principe dei predicatori” (di fede battista) Charles Spurgeon.
Nonostante l’opposizione di uomini illustri questa dottrina varcò i
confini denominazionali per propagarsi in tutta l’Inghilterra.
L’insegnamento pre-tribolazionista raggiunse l’apice della sua notorietà
nel 20° secolo, soprattutto per mezzo degli insegnamenti sulla “dispensazione” contenuti nella Bibbia con note e commenti di C. I. Scofield.
I principali esponenti della dottrina della pre-tribolazione
sono: J.N. Darby, E.S. English, H.A. Ironside, J.D. Pentecost, J.R.
Rice, C.I. Scofield, H.C. Thiessen. R.A. Torrey, J.F. Walvoord e Hal
Linsdey.
Il lettore avrà ora interesse a conoscere quale fosse, intorno a
questo tema, il pensiero dei più noti e influenti uomini di Dio, nonché
teologi della Chiesa. Come già accennato, se si esaminano gli
insegnamenti e gli scritti dei primi 1900 anni del Cristianesimo, non si
trova alcuna traccia della dottrina pre-tribulazionista.
Alcuni dei massimi esponenti della Chiesa del passato furono: Policarpo,
Barnaba, Ireneo, Tertulliano, Agostino, Martin Lutero, Giovanni
Calvino, Charles e John Wesley, Matthew Henry, William Tyndale, John
Wycliffe, George Whitefield, Jonathan Edwards, John Knox, e Charles
Finney.
La lista dei personaggi che non ha mai parlato di rapimento prima
della tribolazione si allunga: George Muller, Samuel P. Tregelles,
Charles Spurgeon, William Booth, G. Campbell Morgan, W.E. Blackstone,
H.H. Halley, A.B. Simpson, C.T. Studd, Leon Morris, Oswald J. Smith,
Francis Schaeffer, Peter Marshall, J.B. Phillips, A.W. Pink, Paul S.
Rees. and C.S. Lovett.
Anche se questa lista di nomi eccellenti non può provare o
disapprovare alcuna dottrina, rappresenta comunque quel contributo
storico ineluttabile che ci consente di affermare con certezza che la
teoria del rapimento della Chiesa prima della tribolazione è una dottrina “nuova”, sconosciuta alla Chiesa fino al 1830, e priva di un consenso universale.
L’insegnamento delle Scritture
La maniera più attendibile per conoscere le verità profetiche
concernenti la fine dei tempi è la pura meditazione (scevra da ogni
condizionamento mentale, da altre interpretazioni, note, commentari, o
qualsiasi aggiunta d’uomo) degli insegnamenti espliciti della Bibbia sul
tema. Questo tipo di approccio metterà inevitabilmente in risalto che:
- (1) La Chiesa entrerà nella Grande Tribolazione
Nel sermone sul monte (Matteo 24, Marco 13, Luca 21) Gesù ci fornisce
un resoconto chiaro, preciso e dettagliato di quello che avverrà nei
tempi della fine. Egli ci dice che i credenti (gli eletti) che vivranno
in quei giorni dovranno passare attraverso un periodo di Tribolazione,
poi, procede a dare loro istruzioni al riguardo (es. Matteo 24:9-26). Ci
viene detto, infatti, che per amore degli eletti i giorni di questa
Tribolazione saranno accorciati (es. Matteo 24:22). Al riguardo, i
pre-tribolazionisti (coloro che sostengono che i cristiani non subiranno
persecuzione dall’Anticristo perché saranno già stati rapiti) allo
scopo di rendere valida la loro dottrina fanno grande violenza al
significato della parola “eletti” in questo passaggio della Scrittura.
Essi sostengono che quando Gesù parla di “eletti” in Matteo 24 egli si
riferisca al residuo dei Giudei che riceveranno la salvezza
(giustificazione per la fede in Cristo) durante la tribolazione. Questa
interpretazione di “eletti” non traspare in nessun passo del Nuovo
Testamento, ma è accreditato, senza questioni, che questo termine venga
utilizzato per intendere i membri del “corpo di Cristo” (Giudei e
stranieri), senza alcuna distinzione. “Poiché non c’è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano” (Romani 10:12); (Galati 3:18) “Non
c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né
maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”. Vedi anche Romani 2:28, 29 e Colossesi 3:11.
Proseguendo, in Apocalisse leggiamo dei santi passati per la Grande Tribolazione: “E
vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza
di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la
bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla
loro fronte e sulla loro mano” (Apocalisse 20:4). “Vidi che quella donna era ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù” (Apocalisse 17:6); vedi anche Apocalisse 7:9-14.
- (2) Gesù descrive un solo rapimento e ci dice quando dovrà avvenire
Nel discorso sul monte, solo un rapimento è descritto e ci viene detto con chiarezza quando avverrà: “Subito dopo la tribolazione di quei giorni……..(egli) manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti”. (Matteo 24:29-31; Marco 13:24-27).
Questo è l’unico e solo rapimento menzionato nell’intero
discorso. Un rapimento “pre” tribolazione è totalmente assente. Leggendo
i resoconti dei tre vangeli sul sermone su monte, non è possibile
arrivare a credere che Gesù abbia volutamente omesso ogni riferimento ad
un evento così importante quale la rimozione della Chiesa nella sua
totalità dalla faccia della terra! Per di più, Gesù fece una
dichiarazione precisa durante questo suo discorso che preclude la
possibilità che egli abbia omesso un soggetto di così grande importanza.
In Marco 13:23 egli dice: “Ma voi, state attenti; io vi ho predetto ogni cosa” (“vi ho detto tutto in anticipo”).
Se insistiamo così tanto su un ulteriore rapimento “prima”, di cui
egli non fa menzione alcuna, dobbiamo dunque credere che il nostro amato
Signore stesse mentendo?
- (3) Anche Paolo ci dice quando avverrà il rapimento
Gli insegnamenti dell’apostolo Paolo sono in perfetto accordo con
quelli di Gesù concernenti la tempistica del rapimento. In I Corinzi
15:52 egli scrive che noi saremo rapiti “In un momento, in un batter d’occhio” e che questo avverrà “al suono dell’ultima tromba“.
Apocalisse ci dice che sette sono le trombe che suoneranno e che la settima tromba (l’ultima) viene suonata alla fine della Tribolazione. In Matteo 24:31 Il “gran suono di tromba” annuncia il rapimento “post” (dopo la) Tribolazione. “E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli”. Questo è il rapimento descritto anche il I Tessalonicesi 4:16-18 “perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio,
scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi
viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle
nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il
Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole”.
In II Tessalonicesi 2:1-4, Paolo parla di nuovo del rapimento, del “nostro incontro con lui” e dice: “Nessuno
vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia
venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il
figlio della perdizione“. (II Tessalonicesi 1:3).
- (4) E’ possibile comprendere la tempistica del rapimento
La traslazione dei credenti che saranno ancora in vita (il rapimento)
viene categoricamente menzionata solo sei volte nel Nuovo Testamento,
ma la sua tempistica viene data solo in quattro di questi passaggi, vale
a dire in:
- Matteo 24:29-31 – (“subito dopo la tribolazione”)
- Marco 13:24-27 – (“dopo quella tribolazione”)
- I Corinzi 15:51-52 – (“al suono dell’ultima tromba”)
- II Tessalonicesi 2:1-3 – (“quel giorno non verrà prima che sia stato manifestato l’uomo del peccato”)
Gli altri due passaggi di I Tessalonicesi 4:14-17 e Giovanni 14:1-4 non ne descrivono la sequenza.
- (5) Tra i santi rapiti ci sono anche i martiri della Tribolazione
La Bibbia parla di due risurrezioni; la prima riguarda il giusto ed è
per la vita eterna, la seconda è per l’empio e riguarda la morte eterna
(Giovanni 5:28, 29; Luca 14:14; Atti 25:14). Da I Corinzi 15:51- 52 e I
Tessalonicesi 4:16-17 impariamo che la prima risurrezione e il rapimento
avvengono allo stesso momento, cioè quando i morti in Cristo sono
vivificati per ricevere un corpo incorruttibile ed essere raccolti fin
sulle nuvole per incontrare il Signore, assieme a coloro che saranno
rimasti in vita e che appartengono a Cristo. In Apocalisse 20:4-6 l’apostolo Giovanni ci dice che coloro che parteciperanno alla prima risurrezione regneranno con Cristo per 1000 anni. Questo gruppo di
credenti include anche quei santi che saranno stati decapitati durante
la Grande Tribolazione per non aver adorato la bestia, né ricevuto il
suo marchio. Questa è chiaramente detta la prima risurrezione (di modo che non ce ne possano essere delle precedenti) che include coloro che sono stati martiri durante la Grande Tribolazione.
È perciò molto chiaro. Se la prima risurrezione e il rapimento coincidono con lo stesso evento (a cui partecipano anche i martiri della tribolazione), è chiaro deve avvenire dopo la Grande Tribolazione! (George Muller faceva sempre questa domanda riguardo al rapimento: “Può esserci un’altra risurrezione prima della prima risurrezione? E può esserci un’altra tromba dopo l’ultima tromba?” Se ciò non è possibile, appare ora chiaro che il rapimento è stato volutamente spostato di tempo).
Nel posizionare ad hoc la risurrezione dei giusti prima della
Tribolazione e inserirne un’altra dopo la Grande Tribolazione e
chiamarle entrambe “prima risurrezione” il pensiero pre-tribolazionista
diventa poco convincente in materia! La teorizzazione di questa favola
appare nella nota di C.I. Scofield su I Corinzi 15:52 “La
prima risurrezione, che porta vita, avrà luogo nel momento in cui la
Chiesa verrà rapita per incontrare il Signore nell’aria. I martiri della
tribolazione risusciteranno alla fine di questo tremendo periodo,
quando Cristo tornerà sulla terra per stabilire il suo regno millenniale”.
Il pensiero pre-tribolazionista

La Bibbia dichiara inconfondibilmente che dopo la
Grande Tribolazione ci sarà il rapimento. Questo fatto è senza disputa.
Tuttavia, ci troviamo in presenza di un serio problema ogniqualvolta
qualcuno cerca i versi che descrivono il rapimento facendoli coincidere
arbitrariamente prima della Tribolazione. Questo
succede perché non è possibile trovarne. Anche questo fatto è oltre ogni
disputa, perché chi si accinge a studiare la Bibbia in tutta onestà,
presto scoprirà che la tesi pre-tribolazionista dipende interamente da inferenze e deduzioni,
poiché i passi della Scrittura utilizzati dai pre-tribolazionisti per
provare questa teoria devono essere per forza soggetti ad una
interpretazione forzata per dedurre un rapimento “pre”
Tribolazione. Lo stesso John Walvoord, uno tra i maggiori sostenitori di
oggi di questa tesi ha ammesso, nel suo libro “La controversia sul
rapimento” (pag. 148), che il pre-tribolazionismo “non è un insegnamento esplicito della Scrittura”,
una devastante ammissione, per il principale insegnante di questa
teoria, tanto che, nelle successive edizioni questa sua frase è stata
volutamente omessa!
Breve esame dei “versi prova” e i punti principali che formano la base della teoria pre-tribolazionista
(1) In Apocalisse 3:10, Gesù dice che: “Siccome hai
osservato la mia esortazione alla costanza, anch’io ti preserverò
dall’ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per
mettere alla prova gli abitanti della terra.“
Non c’è niente nel linguaggio di questo testo che ci autorizzi a
credere che noi cristiani verremo preservati dall’ora della tentazione
che sta per venire attraverso la rimozione del nostro corpo dalla terra,
cioè un rapimento. Nel testo originale greco, le stesse parole
qui usate per “anch’io ti preserverò” sono le stesse usate da Gesù in Giovanni 17:15 nella preghiera a favore dei discepoli, fatta ….. perché Dio li “preservi dal maligno”. Il Signore qui non stava pregando perché noi fossimo rimossi dal mondo, ma che fossimo preservati dalla potenza del male perché disse, “non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno”
(per il fatto che viviamo “in mezzo” al male). Lo stesso concetto è
contenuto nelle istruzioni alla preghiera che Gesù dà ai discepoli in
Matteo 6:13, “… ma liberaci dal maligno” (letteralmente, “salvaci dal male”), ma anche nell’espressione di Paolo in Galati 1:4 “per sottrarci al presente secolo malvagio”.
Perciò, quando preghiamo in questo modo, noi non chiediamo di essere
fisicamente rimossi dal male (perché come abitanti del mondo non
possiamo), ma stiamo chiedendo a Dio la forza per continuare a
vivere in questo mondo di tenebre! La Bibbia è piena di prove di come
possiamo riporre la nostra fiducia nel nostro meraviglioso Dio per
essere liberati in ogni tribolazione (Salmo 91, Isaia 43:2, Daniele 3:3-29, 6:16-23).
(2) In Luca 21:36 leggiamo: “Vegliate dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”.
Qui dobbiamo chiederci a che cosa si riferisca la frase “tutte queste cose”.
Esaminando il verso nel suo contesto (versi 25-28) noteremo che Gesù
parla dei segni immediatamente precedenti la sua seconda venuta in
gloria. In questo periodo gli uomini saranno presi da spavento e terrore
“per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo” (verso 26). Il contesto rende chiaro che questa paura è causata dall’attesa del giudizio divino di Dio “poiché le potenze dei cieli saranno scrollate”.
La seconda venuta di Cristo (il suo glorioso ritorno) sarà accompagnata
da giudizio e retribuzione (I Tessalonicesi 1:7-10; Atti 3:20-21), cose
che la Chiesa non deve temere, perché il Signore ci rivolge questo
incoraggiamento, “ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina” (verso 28). Le cose che stanno per venire (così temute dall’uomo) sono dunque associate con il ritorno glorioso del Signore e non alla Grande Tribolazione.
(3) In I Tessalonicesi si legge: “. . . cioè, Gesù che ci libera dall’ira imminente“ (1:10) “ Dio infatti non ci ha destinati ad ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo“ (5:9)
Di nuovo, questi passaggi non ci dicono niente del rapimento, ma solo
che la Chiesa non sarà soggetta all’ira di Dio. L’ira di Dio non
è la Tribolazione (che è la sofferenza risultante dall’ira
dell’Anticristo) ma si riferisce al giudizio finale di Dio sui malvagi.
In Romani 2:5 leggiamo: ” . . . il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio“.
In Matteo 24:29-30 si legge dei segni nel cielo che avverranno subito dopo la Grande Tribolazione e che
precedono la seconda gloriosa venuta di Cristo. In Apocalisse 6:13-17
leggiamo ancora di questi segni e della paura terribile degli empi che
vorranno nascondersi: “… dall’ira dell’Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira. Chi può resistere?”
I non convertiti non saranno preparati per il giorno dell’ira e del giudizio.
(4) Un altro “testo prova” comunemente quotato per sostenere un rapimento segreto “pre” tribolazione è Matteo 24:40-41: “Allora
due saranno nel campo; l’uno sarà preso e l’altro lasciato; due donne
macineranno al mulino: l’una sarà presa e l’altra lasciata”.
Questo passaggio non parla di rapimento, né tanto meno di chi sarà
preso o di chi sarà lasciato sulla terra. La Bibbia, tuttavia, non ci
lascia nel dubbio, ma ha fatto luce su questo passo, infatti è Gesù che
ci da l’esatto significato. In Matteo 13:24-30 egli ci ha lasciato la
parabola del grano e delle zizzanie, dove nei versi 36-42 ne dà
l’interpretazione.
In questa parabola, a cominciare dal verso 24 leggiamo che il regno
di Dio è paragonato a un uomo che semina una buona semenza nel suo
campo. Mentre dormiva, venne un nemico e vi piantò delle zizzanie le
quali crebbero assieme al grano. I servi del padrone gli chiesero da
dove fossero venute le zizzanie ed egli rispose loro che era stato il
nemico ad averle piantate. I servitori gli chiesero se avessero dovuto
raccoglierle, ma il padrone di casa gli disse di lasciarle stare per non
correre il rischio che anche il grano venisse sradicato. Grano e
zizzanie furono lasciate lì sul posto fino al tempo della raccolta,
quando i mietitori avrebbero prima raccolto le zizzanie per essere messe
in un fascio destinato al fuoco, e poi il grano per essere sistemato
nei covoni.
Interpretando questa parabola Gesù disse: “Colui che
semina il buon seme è il Figlio dell’uomo; il campo è il mondo; il buon
seme sono i figli del regno; le zizzanie sono i figli del maligno; il
nemico che le ha seminate, è il diavolo; la mietitura è la fine dell’età
presente; i mietitori sono angeli” (versi 37-39). Da qui capiamo
che i cristiani vivranno assieme ai non cristiani in questa presente
epoca fino alla fine del mondo, quando le zizzanie verranno separate per
essere distrutte.
“Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano con il
fuoco, così avverrà alla fine dell’età presente. Il Figlio dell’uomo
manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli
scandali e tutti quelli che commettono l’iniquità, e li getteranno nella
fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti” (versi 40-42).
Ora che abbiamo la chiave di lettura torniamo per un momento al verso 30 della parabola. “Lasciate che tutti e due (salvati e non salvati) crescano insieme fino alla mietitura (alla fine di questo mondo) e, al tempo della mietitura, (io, Gesù) dirò ai mietitori (gli angeli): ‘Cogliete prima le zizzanie (i figli del maligno, i non salvati), e legatele in fasci per bruciarle (nella fornace ardente dove vi sarà pianto e stridor di denti); ma il grano (i figli del regno, i salvati), raccoglietelo nel mio granaio“.
Più avanti, al verso 49 ne leggiamo il sommario: “Così avverrà alla fine dell’età presente. Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti”. Gesù lo dice chiaramente – prima saranno raccolti i non salvati, poi i salvati!
Su questo punto, la teoria pre-tribolazionista semplicemente rifiuta
le parole di Gesù. Nelle note di C.I. Scofield sul verso 24 leggiamo:
“la parabola del buon seme e delle zizzanie non descrive il mondo, ma
coloro che dicono d’appartenere al regno”; poi nella nota del verso 30
scrive, “alla fine della nostra era le zizzanie verranno messe da parte
per essere bruciate, ma prima il grano è raccolto nel granaio.” (NB:
questa frase non compare nella versione tradotta in italiano, ma solo
nell’ originale). Ciononostante, Gesù aveva detto “il campo è il mondo” (verso 38), e, “così avverrà alla fine dell’età presente” (verso 40); e ancora, “cogliete prima le zizzanie” (verso 30)!
(5) Per giustificare il loro punto di vista, i pre-tribolazionisti si
servono di alcune analogie tratte dall’Antico Testamento. Viene dato
molto rilievo alla traslazione di Enoc prima del giudizio del diluvio e
alla salvezza di Lot prima della distruzione di Sodoma, affermando che i
due personaggi sono una figura della Chiesa rapita in cielo prima della
tribolazione. Noè invece, che fu lasciato in terra durante il diluvio,
sarebbe figura d’Israele nella tribolazione. Ora, perché non potrebbe
essere anche Noè un modello della Chiesa preservata durante la Grande
Tribolazione non è mai stato detto.
(6) Riguardo all’imminenza del ritorno di Cristo i
pre-tribolazionisti sostengono che il Signore potrebbe ritornare “in
ogni momento” e che avrebbe potuto farlo in ogni periodo della storia
della Chiesa. Per tanti, solo questo ragionamento in sé costituirebbe la
ragione principale per aderire a questa dottrina.
Gli apostoli non consideravano il rapimento nel senso di imminenza,
cioè di “rapimento in ogni momento”. Ad esempio, Paolo era in attesa del
suo martirio e non del suo rapimento (II Timoteo 4:6-8), inoltre, in II
Tessalonicesi 2:1-2 Paolo è molto chiaro riguardo al fatto che il
rapimento non era imminente, “Ora, fratelli, circa
la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui,
vi preghiamo di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né
turbare sia da pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche
lettera data come nostra, come se il giorno del Signore fosse già
presente”.
Anche Pietro non credeva in un rapimento “in ogni momento”, perché
sapeva bene quale sarebbe stata la sua fine, cioè che sarebbe
invecchiato e sarebbe morto, ma mai rapito in ogni istante (Giovanni
21:18-19). Inoltre, tutti gli apostoli sapevano che il vangelo doveva prima essere predicato fino alle estremità della terra. (Ancora non è stato completato questo mandato duemila anni dopo).
Gesù stesso non ha mai insegnato che sarebbe potuto ritornare “in
ogni momento”. Le parabole delle vergini e dei talenti in Matteo 25 ci
dimostrano invece come dovremmo usare il nostro tempo nell’attesa del
ritorno di Cristo. Il verso 5 ci dice che “lo sposo tardava” e nel verso 19 che “dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò“.
Inoltre, Gesù disse che certi segni e determinate condizioni
avrebbero dovuto avverarsi prima della Tribolazione (i fatti descritti
in Matteo 24:15-21 e Marco 13:10, 14-19 devono ancora compiersi). Allo
stesso modo Paolo insegnò che prima del rapimento doveva verificarsi l’apostasia e manifestarsi l’Anticristo (II Tessalonicesi 2:1-3). Solo quando vedremo tutte queste cose avverarsi la fine sarà vicina (Matteo 24:32-33; Marco 13:28-30; Luca 21:28, 31).
(7) E’ opinione comune tra i pre-tribolazionisti che il pensiero di
un rapimento imminente “ad ogni istante” costituisca il migliore
incentivo per una condotta santa. Togli il rapimento ad ogni istante e
hai tolto questo incentivo e ti ritrovi con tanti cristiani che fanno
fatica a condurre una vita santa. Il defunto Dr. M.R. DeHaan, popolare
insegnante e conduttore di programmi biblici radiofonici, nel novembre
del 1962 fece il seguente commento via radio (incluso successivamente
nel libro “This Same Jesus” – “Questo stesso Gesù”): “anteporre
qualsiasi evento prima del ritorno del nostro Signore rappresenta un
peccato terribile meritevole d’essere severamente giudicato e dire che
debba accadere qualcosa prima che il nostro Signore possa ritornare
equivale a distruggere l’imminenza e la potenza della Sua seconda
venuta; toglie di mezzo un incentivo alla santificazione, al servizio, e
alla paziente aspettativa…”.
Eppure, la pietà (che è religione del cuore), se non è motivata
esclusivamente da un sincero amore per Dio e dall’unico proposito di
servirlo e di potergli piacere, non potrà mai essere chiamata santità!
Invece, la giusta motivazione a vivere per il Signore, è capace di
produrre lo stesso modello di vita santa e vittoriosa, sia che noi
aspettiamo il Suo ritorno la prossima settimana, il prossimo mese, o
entro dieci anni. La pietà che proviene dalla paura di non essere
“presi” al Suo ritorno, non è santificazione, ma mera ipocrisia.
(8) Alcuni dei principali sostenitori del pre-tribolazionismo moderno
(Hal Lindsey e J.F. Walvoord) ritengono essenziale il periodo di tempo
tra il rapimento e la seconda venuta al ripopolamento della terra in
vista del futuro Millennio. Hal Lindsey, nel suo popolare libro
intitolato “Addio terra, ultimo pianeta” (milioni di copie vendute in
pochi anni) ritiene questo fatto la prova più importante a favore della
teoria della pre-tribolazione! A pag. 143 egli scrive, “in questo è la
ragione principale per cui noi crediamo che il rapimento avverrà prima
della Tribolazione…se il rapimento avvenisse allo stesso momento della
seconda venuta, non rimarrebbe alcun credente in vita; perciò, non
entrerebbe nessuno nel regno del millennio che potrebbe ripopolare la
terra” (tratto dalla versione originale). In risposta alle sue tesi,
consideriamo che, all’apparizione di Cristo, un residuo di Giudei si
pentirà e sarà salvato (questi Giudei contribuiranno al ripopolamento
della terra (Zaccaria 12-14) come indicato da Lindsey stesso a pag. 54
del suo libro), inoltre, in quel tempo ci sarà un’intera generazione di
bambini che non avranno ancora raggiunto l’età della responsabilità
morale.
(9) I pre-tribolazionisti sostengono che suggerire che Dio permetta
alla sua preziosa Chiesa di soffrire durante la Grande Tribolazione
equivale a gettar discredito sul suo carattere amorevole. Se è così,
allora Dio è già sotto accusa per aver permesso a migliaia di suoi figli
preziosi, nel passato e anche nel presente, di soffrire le pene più
atroci per amore del suo nome. Purtroppo Dio non aveva in programma un
rapimento ad hoc per loro! Forse la scusa è che questi preziosi
figli non erano nella Grande Tribolazione, ma solo nella persecuzione.
Forse che, non essere nella Grande Tribolazione (pur morendo da martiri)
abbia alleggerito la loro sofferenza? C’è sofferenza maggiore di ciò
che causa morte fisica? No, perchè le sofferenze della Grande
Tribolazione non possono essere più intense di quelle che sono state
subite nel passato (anche se la portata di quelle sofferenze sarà
maggiore). Dopo tutto, possono esservi sofferenze di maggior intensità
che quelle di essere bruciati vivi, tagliati a pezzi, dati in pasto a
bestie feroci o altre diaboliche forme di morte sofferte dai martiri del
cristianesimo?
C’è un insegnamento coerente che pervade il Nuovo Testamento e che
prepara i figli di Dio alle sofferenze e che ci dice che è una
benedizione poter soffrire per causa Sua. Da nessuna parte è scritto che
i cristiani debbano aspettarsi di sfuggire alla Tribolazione.
Nonostante la persecuzione sia prevalente in molte parti del mondo la
Chiesa occidentale gode di una sicurezza e prosperità senza precedenti
nella storia, non sapendo cosa significhi realmente essere perseguitati e
tribolati per il vangelo. E’ stato calcolato che ci sono stati più
martiri cristiani nel 20° secolo che in tutte le epoche cristiane
precedenti. Come possiamo credere che noi saremo rapiti e rimossi da Dio
per scampare a un tempo di prova e di affinamento, quando Lui stesso ha
permesso e sta permettendo a un numero infinito di nostri fratelli di
soffrire fino alla morte? Siamo noi meglio di loro? È del tutto
inconsistente il credere che Dio permetta ai cristiani di soffrire la
persecuzione e il martirio a livello individuale o di piccoli gruppi di
individui, e nello stesso tempo non credere che questo gruppo di
perseguitati possa allargarsi così tanto fino a contenere in sé tutta
la CHIESA. Il nostro insegnamento è privo di fondamento se prevede che
nella gloria del cielo, i martiri del passato (che hanno ritenuto essere
un privilegio ineffabile soffrire e morire per il nome di Gesù) si
riuniscono in comunione con una Chiesa “sfuggita”, perché aveva
considerato diritto inalienabile “scappare” al suo destino!
“Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e,
mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia.
Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli;
poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi”. (Matteo 5:11-12; Luca 6:22- 23)
Sommario e conclusione

È credo comune tra molti sinceri credenti che ogni deviazione da questo popolare insegnamento sulla pre-tribolazione
sia di natura non scritturale, ma liberale (cioè, un dietro front dallo
storico punto di vista). Questa forma di credo, tuttavia, non regge il
confronto quando viene esaminato alla luce dei fatti storico biblici. La
Scrittura identifica solo una traslazione, o rapimento dei santi, ponendolo inconfondibilmente dopo
la Grande Tribolazione. Un rapimento prima della Tribolazione non è
descritto in nessuna parte della Bibbia. Questo tipo di dottrina dipende
esclusivamente da ingerenze, che ad un attento esame non possono essere
comprovate. Oltre tutto, la troppo breve storia del pre-tribolazionismo
rinnega il valore e l’importanza di una dottrina storica e
fondamentale. A tal proposito E.F. Sanders del Wheaton College ha
scritto: “investigate le pagine della storia della Chiesa e la sua
letteratura e non troverete mai alcuno (fino al 1830) che faccia
menzione del fatto che il Signore tornerà prima della Tribolazione. Nessuno fino ad oggi ha mai fatto citazioni o quotato scritti del passato per dimostrare il contrario!”. Le implicazioni di questa verità sono molto serie, perché se
la dottrina pre-tribolazionista fosse vera, significherebbe che è stata
nascosta alla Chiesa per 19 secoli. Allora nessuno tra i teologi o tra
gli insegnanti appartenenti al periodo precedente al 1830 è stato mai in
grado di scoprire nelle pagine della sacra Scrittura un rapimento e una
venuta del Signore prima della Tribolazione?
Due sono le ragioni per cui questo tema merita un’attenta considerazione.
Prima di tutto perché il pensiero pre-tribolazionista potrebbe contribuire alla propagazione dell’apostasia
nella Chiesa degli ultimi tempi. Questa dottrina, quando insegnata
assieme al vangelo della grazia a poco costo e del creder facile e a un
concetto di cristianesimo gradevole per credenti casuali disposti ad
accettare Gesù, può essere estremamente nociva.
Secondo, perché se una parte di Chiesa che crede nella
pre-tribolazione si trovasse ad entrare nella Grande Tribolazione, ne
conseguirebbe un periodo di confusione e devastazione spirituale senza
precedenti. Non ci vuole tanta immaginazione per descrivere lo shock, il
dubbio, l’allontanamento dalla vera fede e dall’amore, l’amarezza e la
confusione che ne potrebbe risultare. Di sicuro, l’efficacia della
testimonianza personale e dei ministeri verrebbe drasticamente
compromessa e il nome prezioso di Dio non sarebbe glorificato nel modo
in cui si dovrebbe. Esempio e preludio di ciò lo abbiamo avuto nel
risultato spiritualmente devastante della Chiesa in Russia, allorché in
tempi recenti, tra le sue fila si pensava che fosse giunta la fine, dopo
la decimazione (della Russia) ad opera dei Bolscevichi dopo la
rivoluzione del 1917. Abbiamo invece assistito all’effetto glorioso
della persecuzione in Cina nel 1948 in una Chiesa già preparata.
Per concludere, il tema del “rapimento” non dovrebbe essere
considerato come un testo di ortodossia, tanto meno dovrebbe essere il
motivo intorno al quale dipende la comunione cristiana. Tuttavia, i
pre-tribolazionisti sono qui con amore esortati a studiare con preghiera
e considerare la posizione post-tribolazionista affinché tutti
possiamo essere pronti qualora quel periodo terribile dovesse vederci
protagonisti, allo scopo di rendere a Dio gloria e onore nella
persecuzione e nella sofferenza e per conformarci sempre più alla sua
meravigliosa immagine.
“Perché vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui” (Filippesi 1:29), “Carissimi,
non vi stupite per l’incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi,
come se vi accadesse qualcosa di strano. Anzi, rallegratevi in quanto
partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della
rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare” (I Pietro 4:12-13), “Chi
ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione,
l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
Com’è scritto:
«Per amor di te siamo messi a morte tutto il
giorno;
siamo stati considerati come pecore da macello».
Ma, in tutte
queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha
amati” (Romani 8:35-37).
di Michael Corner
" Secondo la mia viva
attesa e la mia speranza di non aver da vergognarmi di nulla; ma che con
ogni franchezza, ora come sempre, Cristo sarà glorificato nel mio
corpo, sia con la vita, sia con la morte. Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. "
(Filippesi 1:20-22)
pace,del signore mi chiamo tonino volevo sapere quando gesù parlando con i suoi discepoli menzionava facendo riferimanto a gli eletti se la salvezza era estesa solamente ai giudei,visto che lui doveva dare ancora la sua vita per tutto il mondo,c'è da riflettere in questo,senza spargimento di sangue non c'è remissione di peccati,e quindi c'è da riflettere pure se gesù,menzionando gli eletti non si riferisse al popolo giudaico visto che 2000 anni fà la salvezza era solo per loro,i pagani cioè tutti noi non ci entravamo,per quanto riguarda l'ultima tromba,l'apostolo paolo dice anche al suonar della tromba in una delle sue epistole,non e tanto chiaro in questo se sia l'ultima oppure al suonar della tromba,non e ricollegabile al rapimento dopo la tribolazione,
RispondiEliminaPace a te Tonino, penso che la visione che dà l'articolo del periodo del rapimento sia abbastanza chiara ma nel caso se vuoi e mi fai sapere posso darti altre corrispondenze utili per quanto riguarda i tempi biblici, per quanto riguarda gli eletti, se Dio nel A.T. fa riferimento al Suo popolo eletto come agli ebrei, nel N.T. è chiaro che quando si riferisce al Suo popolo eletto fa riferimento agli eletti che Lui ha predestinato a salvezza fin dal Principio, comunque anche su questo argomento se vuoi posso darti dei riferimenti utili... Pace
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