Uno degli
aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti
più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti
più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente
facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare
abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un
ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero
che non abbiamo veramente bisogno di Dio.
Però,
dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato.
Vogliamo
esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché
possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo
nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella
Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono
essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio
ci insegna nella sua parola sulla preghiera.
La Bibbia
insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento
ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi.
Ma la verità
che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto
che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente,
che cosa significa pregare nel nome di Gesù.
Chi può pregare?
La prima
verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare?
Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà?
Chiaramente,
oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano
non significa che vengono ascoltate da Dio.
Secondo la
Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò
come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare.
Per esempio,
in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come
Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al
trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo
pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio.
Leggiamo il brano.
“14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è
passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che
professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa
simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come
noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena
fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed
essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16)
Quindi,
solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare.
A CHI si deve pregare?
Quando
preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere?
E' giusto
pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito
Santo? Cosa ne dice la Bibbia?
In Matt. 6:9
Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio
Padre.
“Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9)
In Giov.
16:23 Gesù parla della preghiera al Padre.
“In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In
verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome,
egli ve la darà.” (Giov 16:23)
La Bibbia ci
insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo
pregare a Dio Padre.
Allora, qual
è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo?
Se dobbiamo
pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo?
Nel nome di Gesù
Gesù ci ha
insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto.
Lo Spirito Santo
Per quanto
riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta
allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non
esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo
pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo?
Lo Spirito
Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per
giungere a questo fine.
“Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo
annuncerà.” (Giov 16:14)
Si può anche
leggere Giov. 14:14-26.
Quando un
grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota
neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo
è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo.
Inoltre, lo
Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di
porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo.
“26 Allo
stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non
sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri
ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello
Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom
8:26-27)
Che
consolazione!
Quindi, a
chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo.
per COSA si deve pregare?
Per che cosa
dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni
preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure,
pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste?
Chiaramente,
nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per
avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari,
prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio,
prega per un buon tempo durante le vacanze.
Che cosa ne dice la Bibbia?
Esaminiamo
alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il
loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male.
Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male
spiritualmente.
Giovanni 14
Consideriamo
per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo.
“12 In
verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che
faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello
che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel
Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov
14:12-14)
Prima di
esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti
tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella
carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è
realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo
sforzarci di dividere rettamente questo brano.
Alcuni
credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente
questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo
nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase
“nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello
che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo
celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa
interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete
nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì.
Chi crede a
questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo
è un pensiero molto falso, e molto pericoloso.
Pensiamo a
come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse
situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività
comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha
anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo
versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente
è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta.
In un
secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore.
Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà
suo figlio.
In un altro
esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e
citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio,
visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio
nel nome di Gesù.
In un altro
esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una
che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il
proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È
convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che
desidera.
Senza andare
ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla
base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio
qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà
solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio
diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta.
Dio sarebbe soggetto alla nostra
volontà.
Se è così,
allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe
dovuto insegnarci a pregare:
“sia fatta
la nostra volontà, non la Tua”
Però, Dio
NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come
vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che
la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta!
Ci sono
tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio.
Per esempio,
leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino:
“E, andato
un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre
mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio
io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39)
Gesù,
nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse
la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua
richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la
sua.
In Luca 22,
Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che
sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse
evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo.
“31 «Simone,
Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io
ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai
convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32)
Gesù NON ha chiesto che Dio gli
togliesse la prova.
In
Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara
alla chiesa di Smirne.
“8
«All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e
l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la
tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di
essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere
quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi
in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci
giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha
orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà
colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11)
Egli spiegò
che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro
fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le
loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che
morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non
era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero
rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano
per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto
piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte
fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi.
Infatti, Dio
ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la
decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello
che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11
“In
lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il
proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria
volontà,” (Efe 1:11)
Se le nostre
preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile,
Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse
preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo.
Se le nostre
preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero
quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra
morte e di quella dei nostri cari.
“15 Le mie
ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle
profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e
nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando
nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16)
Se Dio ci
desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché
tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di
guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro
volontà, non quella di Dio. Se fosse
così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà
dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma
nel momento stabilito da noi.
Ma non è
così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che
stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose
secondo la decisione della Sua volontà!
Per esempio,
leggiamo in 1Samuele 2:6-8
“6 Il
SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa
risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8
Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere
con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della
terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8)
E' il
Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi!
Allora, qual
è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:
“e quello
che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)?
Per capire
bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo
contesto.
Cosa significa “nel mio nome”?
Dobbiamo
capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo
che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa
motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per
poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un
certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani.
Quindi, qual
è il senso della frase: “nel mio nome?”
Chiedere
“nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera,
costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi
saremo i sovrani. Ma non è così!
Pregare “nel
nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per
garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due
cose:
1. chiedere per i Suoi meriti
Prima di
tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti,
riconoscendo che noi non ne abbiamo.
Nessun di
noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di
Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio
nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi
venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico
del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla
(visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli
chiedo nel nome del mio amico.
Allora, chiedere nel nome di Gesù
necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per
conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria
insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver
nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste
per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente,
pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del
pregare nel nome di Gesù.
2. chiedere secondo la volontà di
Gesù
Dobbiamo però
considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di
chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere
secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo
principio. Ripeto: chiedere nel nome di
Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra.
Un soldato
semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome
del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà
del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il
nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato.
In 1Giovanni
5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio
esaudirà. Leggiamo.
“14 Questa è
la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua
volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli
chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov
5:14-15)
Avete notato
la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci
esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non
la nostra.
Quindi, se
preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la
volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per
quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo
come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare
Dio.
Quindi,
ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo
di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad
accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la
volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà.
Affinché il Padre sia glorificato
Allora, qual
è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano,
dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto.
“12 In
verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che
faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello
che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel
Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov
14:12-14)
Notiamo che
le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e
infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù
non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il
Padre.
Infatti, in
Giacomo 4:2-4 leggiamo:
“2 Voi
bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi
litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non
ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente
adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi
dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4)
Non avete perché non domandate,
ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché
domandate per spendere nei vostri piaceri.
Quando
chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde.
Torniamo
agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio.
Pensiamo
all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male,
e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta
pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di
Dio.
Nell'esempio
del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle),
quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per
la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può
essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per
prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori
hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in
fin dei conti, a se stesso.
Poi ho fatto
l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole
che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni
ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una
preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.
Poi c'era il
credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che
gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio
quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria
di Dio.
Quindi, non
dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase
“nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli
chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua
volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il
proprio comodo, ma la gloria di Dio.
Un brutto risultato
Che cosa
succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta?
Quando Dio
NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente
scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione
spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel
credente rimane deluso di Dio.
Giov. 15:5-7,16
Quindi, è
importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio
questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della
preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14.
Giovanni
15:5-7
“5 Io sono
la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro,
porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non
dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si
raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie
parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov
15:5-7)
Qui, Gesù
insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo
portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se
le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo.
Questa è una
condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una
condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà.
Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a
seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per
la sua.
Solamente se
ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo
e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di
Dio.
Un altro
versetto importante è Giovanni 15:16
“Non siete
voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché
andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che
chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16)
Gesù
risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in
eterno.
Ostacoli alle nostre preghiere
È importante
menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere.
L'orgoglio
Una cosa che
ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si
allontana da noi.
“Il SIGNORE
è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.”
(Sal 34:18)
Quando
abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella
figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo
pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non
confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi.
Mancanza di fede
Un altro
ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo
1.
“5 Se poi
qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti
generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede,
senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal
vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal
Signore,” (Giac 1:5-7)
Questo brano
ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre
verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di
Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però,
dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere
fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati.
La Preghiera fatta con egoismo
Abbiamo già
menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè,
alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria
di Dio, ma perché è il nostro desiderio.
Questo è ciò
che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei
piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio.
Come conoscere la volontà di Gesù
Visto che la
preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà,
come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio?
Dio ci ha
già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare
quando non la conosciamo.
Prima di
tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio?
Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando
non siamo sicuri della volontà di Dio?
Gesù stesso
ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36;
Luca 22:42. Leggo da Matteo.
“E, andato
un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre
mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio
io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39)
Nella sua
umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire
sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire
quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha
esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio.
Ed è così
che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà
di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi
a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo
confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà.
Conclusione
La preghiera
è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La
preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è
ascoltare Dio che ci parla.
E importante
pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose
giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per
merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non
secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante
accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi.
Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la
volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto
quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio
sia fatta!
Preghiamo
poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua
perfetta volontà.
Non
dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche
il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve
anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere
che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la
gloria di Dio.
Oh che
possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un
servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti
dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia,
quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio
glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore!
Marco deFelice
"Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15)
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"Beati
voi, quando gli uomini vi odieranno, e quando vi scacceranno da loro,
e vi insulteranno e metteranno al bando il vostro nome come malvagio,
a motivo del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno e saltate
di gioia, perché, ecco, il vostro premio è grande nei
cieli; perché i padri loro facevano lo stesso ai profeti"
(Luca 6:22-23).
Grazie a Dio per i predicatori! Non oso toccare gli unti di Dio, ma
non esito ad affermare che la più immonda banda di ladri che
esista all'inferno sono quei predicatori modernisti e progressisti
che negano il Vangelo e l'ispirazione verbale delle Scritture, e che predicano per piacere agli uomini anziché predicare la Parola
così come è riportata nella Bibbia.
Quanto più
caldo sarà l'inferno per questi predicatori rispetto agli altri
peccatori che saranno stati seduti in chiesa ad ascoltare i loro "vangeli
sociali". Certo, ci saranno anche dei predicatori all'inferno
(2 Corinzi 11:13-15). Proprio come Dio ha degli uomini da Lui chiamati
a predicare, così Satana ha dei predicatori da lui incaricati.
Non è
necessario incolpare Hollywood o i produttori di alcool per il caos
che troviamo nel mondo oggi. La colpa risiede in quei predicatori codardi, compiacenti, che accettano favori e onori, che divertono,
che sono legati alle denominazioni, che conoscono la verità
eppure si rifiutano di predicarla per paura di dispiacere a qualcuno.
Non si tratta
di invitare ad essere impopolari. A nessuno piace essere schivati.
Non è piacevole sapere di non essere apprezzati. Ma il nostro
Signore ha attraversato tutte queste situazioni - e molto altro. Egli
ha stabilito l'esempio. Egli ha detto: "Chi non prende la sua
croce e non viene dietro a me, NON È DEGNO DI ME" (Matteo
10:38). E anche: "Guai a voi quando tutti gli uomini diranno
bene di voi" (Luca 6:26).
Ai giorni
nostri, troppi predicatori se la passano fin troppo bene nel mondo.
Un giorno,
leggendo la Parola di Dio, notai alcuni dei brani usati dai più
grandi predicatori della Bibbia. Notai anche che quegli insegnamenti
erano scomodi. Non penso che essi sarebbero accolti con gioia dai
"fratelli" dei giorni nostri. Non penso che quei servi di
Dio riceverebbero riconoscimenti pubblici se venissero in una città
media Americana per condurre servizi di risveglio.
Questi "tizzoni
di fuoco" vissero molto tempo fa, e molta acqua è passata
sotto i ponti da quando essi predicarono nel mondo. Ma la natura umana
non è cambiata di uno iota. I "gagà" religiosi
esistono ancora oggi come esistevano al tempo di questi predicatori.
Lo spirito di quest'epoca è quello di sempre: "Cosa ti
eccita?"
Se studiate
la Parola, vedrete che da quando Dio ha unto degli uomini per diffondere
il Suo messaggio, in ogni epoca sono esistiti degli uomini di Dio.
Chi furono
alcuni dei predicatori scomodi della Bibbia, e quale era il loro messaggio?
1. Enoch: Un Predicatore Della "Seconda Venuta"
Enoch fu
impopolare ai suoi giorni. Il racconto biblico cita soltanto che egli
camminò con il Signore Iddio e rimase nella Sua presenza (Genesi
5:24).
Qual era
l'argomento delle sue predicazioni? Enoch predicò sulla seconda
venuta di Gesù!
"Anche
per costoro profetizzò Enoch, settimo dopo Adamo, dicendo:
'Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi, per giudicare
tutti; per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà
da loro commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno
pronunciati contro di lui'" (Giuda 14-15).
Enoch fu
un "predicatore della seconda venuta". Egli profetizzò
che il Signore Gesù verrà con le Sue sante miriadi.
Egli credeva che Gesù verrà per i Suoi santi, e che
Egli verrà CON i Suoi santi nel giudizio.
Enoch era un predicatore premillenario. Egli credeva nel rapimento
dei santi e nel ritorno di Gesù con i Suoi santi per giudicare
il mondo - cioè, gli empi.
Se noi fossimo
stati membri di una chiesa il cui pastore fosse stato Enoch, avremmo
ascoltato sermoni sul ritorno del Signore in terra con i Suoi santi
per giudicare i malvagi e gli empi.
Non desidero
criticare, ma soltanto chiedere: Quanto tempo è passato da
quando TU hai ascoltato un sermone sulla seconda venuta di Gesù?
Sono i fatti che contano! So che alcuni di voi amati fratelli che
leggete queste righe ascoltate la benedetta verità del ritorno
del Signore. Ma ci sono migliaia di membri di chiese che NON HANNO
MAI ascoltato un sermone sul ritorno del Signore.
Essi NON NE SANNO NULLA. Alcuni di essi non sono mai stati salvati
(Tito 2:11-15; 2 Corinzi 11:13-15). Un predicatore nato di nuovo deve
voler predicare la benedetta speranza!
Ma poi, alcuni
predicatori non vogliono predicare il messaggio che Gesù ritornerà
per giudicare gli empi. Essi dicono: "Tutti gli uomini sono buoni;
nessuno è malvagio; siamo tutti figli di Dio". Ma quando
essi compariranno davanti a un Dio santo, essi, con loro rammarico,
scopriranno di aver creduto nella menzogna e di aver predicato una
menzogna!
2. Noè: Annunciatore di Calamità, Profeta di Giudizio
Noè
fu un predicatore impopolare. Dubito che venisse invitato a cene o
riunioni fraterne. Pensavano che il povero vecchio Noè avesse
perso il senno; ma non era così!
Noè
fu il tipo di predicatore che ascolta, lavora, e avverte. Egli ascoltò
Dio! Lavorò all'arca! Avvertì le persone! I membri della
sua congregazione non aumentavano, né i suoi profitti. MA egli
"divenne erede della giustizia che si ottiene mediante la fede"
(Ebrei 11:7).
Il suo nome
può non essere entrato a far parte dei "grandi nomi delle
personalità religiose", ma è elencato tra coloro
che sono ESEMPI DI FEDE (Ebrei 11:1-40). Esistevano moltitudini di
persone ai tempi di Noè, ma l'unico nome che troviamo nel Registro
Eterno è il "fedele Noè".
Se Noè
predicasse oggi, sarebbe etichettato come fanatico religioso. Sarebbe
definito un annunciatore di calamità, un profeta di disgrazie!
Dubito che sarebbe accettato dalle organizzazioni religiose oggi.
Sarebbe estremamente impopolare tra i "fratelli". Non verrebbe
invitato in molte delle "grandi chiese".
Ma non credo
che a Noè importerebbe. Per lui non faceva differenza cosa
diceva la gente riguardo a lui e al suo messaggio. Era ciò
che aveva udito da Dio, e predicò il messaggio d'avvertimento
che Dio gli aveva detto di predicare.
Questo è
il comportamento di ogni uomo di Dio, e nessun uomo può predicare
la Parola di Dio senza predicare il giudizio! Dio è amore (1
Giovanni 4:8). Ma lo stesso Dio è un fuoco consumante (Ebrei
12:29). Noè dovette rimanere da solo, ma lo fece! Egli credé
a Dio, e "trovò grazia agli occhi del Signore" (Ebrei
6:8).
3. Giuseppe Denunciò le Opere Peccaminose dei Suoi Fratelli
Giuseppe,
una figura di Cristo, fu un predicatore impopolare. L'argomento delle
sue predicazioni: le opere malvagie dei suoi fratelli (Genesi 37:2).
Credo che
Giuseppe non andrebbe lontano nel moderno business affaristico della
predicazione. Viene insegnato a non parlare mai e in alcun caso contro
i fratelli, indipendentemente da ciò che essi fanno o dicono.
Questa è l'epoca dell'"amore fraterno", della "fratellanza",
del "non denunciare; promuovi l'ecumenismo", o così
ci dicono i pezzi grossi religiosi. "Invitate i predicatori progressisti
e modernisti nelle vostre chiese. Lasciate che predichino dai vostri
pulpiti e che preghino durante i vostri servizi. Amateli come fratelli,
e sarete di grande aiuto per loro", essi dicono. QUESTA È
L'INTENZIONE DEL MALIGNO ed è sempre stata questa fin da quando
egli è il Maligno.
Dio ha sempre
proibito ai Suoi servitori di stringere amicizia con gli operai del
Diavolo. "Uscite di mezzo a loro e separatevene!" "Non
partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma denunciatele!"
"Predica la Parola!" "Insisti!" "Rimprovera!"
"Esorta!" Questo è l'ammonimento dell'Onnipotente
verso i Suoi servitori (2 Corinzi 6:17; Efesini 5:11; 2 Timoteo 4:1-4).
Certamente,
a Giuseppe è costato molto prendere posizione contro i suoi
empi fratelli, ma alla fine il risultato è stato grande.
Se non sei
familiare con la vita di Giuseppe, leggila nel libro della Genesi.
Vale la pena servire Gesù! Può costarti ora, ma poi
riceverai in abbondanza. Si potrebbe scrivere un libro su Giuseppe.
Ma il suo messaggio sulle "opere malvagie dei fratelli"
lo rese certamente scomodo per quei fratelli.
Giuseppe
non è stato l'ultimo a perdere popolarità a causa di
una simile predicazione. Molti cari pastori sono stati messi al bando
per aver osato prendere posizione contro le opere malvagie dei fratelli.
Il modo per
essere popolari nel mondo è predicare la fratellanza tra gli
uomini, non guardare mai al male in alcun uomo, ma elogiarne sempre
il bene. "C'è del bene in ogni uomo", così
dicono i modernisti - MA non è quello che il Signore Gesù
predicò, eppure "Egli stesso conosceva quello che era
nell'uomo" (Giovanni 2:25).
4. Mosè Fu Contro la Schiavitù del Popolo di Dio
Mosè
fu un predicatore impopolare - l'argomento delle sue predicazioni:
"Lasciate andare il mio popolo!" Faraone è morto,
ma i suoi rappresentanti rimangono. Figurativamente parlando, i suoi
discendenti vivono ancora oggi, e operano nella religione. Essi fanno
del loro meglio per tenere il popolo di Dio in schiavitù e
in sottomissione.
Ad alcune
persone non piace il papa di Roma, ma certamente non è necessario
andare a Roma per trovare un papa. C'è abbondanza di papi in
America. Non si definiranno papi, ma dettano legge alle chiese e ai
predicatori nella stessa maniera.
Vi dico questo
nell'amore, Dio mi sia testimone. Vi dico la verità nel timore
di Dio, sapendo che io per primo devo rispondere all'affermazione
che sto per fare: Alcuni cari predicatori non si muovono e non agiscono
fino a quando non hanno ricevuto ordini da una qualche sede centrale.
Quando i pezzi grossi fanno conoscere la loro volontà, allora
i piccoli predicatori agiscono di conseguenza. DIO ABBIA PIETÀ!
Non capisco
perché la gente predica grazia, grazia, grazia, e poi mette
la gente in schiavitù! La Parola ci dice: "Se dunque il
Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi" (Giovanni
8:36).
Dio abbia
pietà del predicatore che diventa pastore di una congregazione
di credenti, accetta i loro soldi come salario, e poi permette a qualche
capo denominazionale di dirgli cosa predicare, cosa fare e quando
farlo! Non posso in coscienza comprendere un uomo del genere.
Ecco il testo
usato da Mosè: "Poi l'Eterno disse a Mosè: Va'
dal Faraone e digli: 'Così dice l'Eterno: Lascia andare il
mio popolo perché mi serva'" (Esodo 8:1).
Alcune preziose
persone non hanno tempo per servire Dio oggi. Sono troppo occupate
con i loro programmi. Credo nella giusta misura di programmi, quando
sono fatti "con dignità e ordine", ma una buona percentuale
dei programmi moderni deve essere buttata via. Chi proclama il nome
di Gesù deve andare per le strade e per i sentieri a predicare
il sacrificio di Cristo a un mondo morente.
Il mondo
si sta avvicinando a grandi passi all'inferno mentre un gruppo di
gente di chiesa siede a sorseggiare il tè, sgranocchiare biscotti
e discutere "modi e mezzi". Se leggessero le loro Bibbie,
allora scoprirebbero che è la via della croce che conduce a
casa, e anche ai mezzi.
Dobbiamo
prima dare noi stessi al Signore, e poi andare presso l'umanità
morente ad annunciare il messaggio della salvezza: Cristo morto per
noi sulla croce e risorto!
Il popolo
d'Israele era in schiavitù sotto Faraone. Essi non osavano
muoversi senza un suo comando.
Decine di
milioni di persone che vanno in chiesa oggi sono in schiavitù
sotto i capi delle denominazioni. Questi credenti non osano donare
i loro soldi ad altri all'infuori dei canali stabiliti dalla denominazione.
Essi non osano andare ad adorare Dio in alcun altro luogo che non
abbia la loro etichetta, e anche allora devono comunicare ogni cosa
alla "chiesa madre". Predicano grazia nel mondo, e praticano
legalismo e schiavitù.
Dio abbia
pietà di quelle persone che affermano di credere in Gesù
come Salvatore delle loro anime ma non si fidano di Lui per essere
guidati in merito a dove provvedere sostegno economico, dove adorare
o dove andare a scuola!
Credo nella
lealtà della chiesa, MA SOLO QUANDO CONDUCE LO SPIRITO! Credo
nella libertà Cristiana! Credo nella grazia di Dio! Mi sono
sempre rifiutato di lasciare che qualche uomo, o gruppo di uomini,
mi imponesse cosa fare o in quale luogo di culto andare o dove predicare!
Mosè
predicò libertà per il popolo di Dio. Una gran quantità
di essi furono uccisi, e un gran numero di essi furono feriti nei
loro sentimenti. Ma Dio deve aver avuto in gran considerazione Mosè,
poiché alla sua morte Egli stesso lo prese e lo seppellì
(Deuteronomio 34:5-6).
Pochi cari
predicatori oggi si stanno liberando dai legami e vogliono questa
libertà per i loro fratelli. Costa! Costa terribilmente, ma
molto più grande sarà la ricompensa di Dio nel Suo gran
giorno.
5. Nathan Predicò a un Grande Uomo il Suo Peccato
Nathan fu
un predicatore impopolare. Egli non ottenne un riconoscimento onorario
dall'Università di Gerusalemme, però ubbidì alla
sua chiamata! Il suo argomento fu: "Tu sei quell'uomo!"
Questo tipo
di predicazione non è mai stato in voga. Non è gradito
oggi, e l'uomo che predica quel tipo di Vangelo è impopolare.
Oggi, in questa epoca moderna e progressista, non si vuole che il
predicatore indichi la gente o li chiami per nome. Si potrebbero offendere!
Nathan predicò
il suo sermone a un uomo potente - al re stesso! Egli predicò
un sermone infuocato con parole facilmente comprensibili, e guardandolo
dritto negli occhi gli disse: "Tu sei quell'uomo!" (2 Samuele
12:7).
Sono tutti
uguali per Nathan. Pesci grandi e pesci piccoli - non c'era differenza
per Nathan. Egli ricevette da Dio un messaggio da proclamare, ed egli
lo proclamò esattamente come lo aveva ricevuto da Dio.
Ogni ministro
del Vangelo ha un messaggio da annunciare, e guai a quel predicatore
che non lo annuncia esattamente come l'Eterno Iddio lo ha dichiarato.
TRISTE, MA
VERO: Nell'attimo in cui un piccolo servitore di Dio riceve qualche
riconoscimento da una personalità importante, egli dimentica
Dio e i Suoi desideri. Si inchina e si abbassa e si vende al sistema
religioso in modo da ottenere una posizione elevata.
In quale
Dio credono alcune persone? Se Dio può salvare un giovane e
chiamare quel giovane a predicare la Sua Parola, non credete che DIO
gli darà un posto per predicare quel messaggio? IO SI!
Gesù
disse ai Suoi discepoli, in Marco 11:22, "ABBIATE FEDE IN DIO"!
Se mettiamo la nostra fiducia in Dio, se cerchiamo prima il Suo regno,
allora Egli si prenderà perfettamente cura del resto (Matteo
6:33). I discepoli informarono i governanti dei loro giorni dicendo:
"Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini" (Atti
5:29).
Dio ci dia
di più predicatori che ascoltino prima il messaggio da Dio,
e poi annuncino il messaggio di Dio esattamente come Dio ha detto!
Il luogo in cui trovare quel messaggio è la Parola di Dio.
6. Elia Era Contro i Profeti di Baal
Elia è
il nostro sesto predicatore impopolare. Non avrebbe il primo posto
nei moderni programmi. Verrebbe definito "profeta di sventura"
- una persona che guarda sempre al lato negativo delle cose - un "predicatore
di calamità".
Elia non
sarebbe mai stato invitato a predicare un sermone ecumenico. Egli
predicava il giudizio a venire. Egli arrivò al punto di predicare
che non vi sarebbe stata né pioggia né rugiada per tre
anni.
Elia pregò
che Dio chiudesse i cieli e fermasse la pioggia (Giacomo 5:17). Non
troverete che Elia andava girando per il paese pregando: "Dio,
benedici la nostra terra". Egli sapeva che Dio non l'avrebbe
benedetta a meno che essi non si fossero ravveduti.
Dio non benedirà
le nostre nazioni a meno che non torniamo in noi stessi e confessiamo
i nostri peccati; e in molti luoghi questo deve iniziare proprio dal
pulpito, e dai predicatori, se mai possa raggiungere le panche delle
chiese. Un predicatore che non predica il giudizio di Dio ha bisogno
di andare all'altare e confessare i propri peccati. "Dio è
amore", ma è anche "un fuoco consumante" (1
Giovanni 4:8; Ebrei 12:29).
Elia fu un
grande predicatore, ma fu anche molto impopolare (1 Re 17:1). Leggete
la storia della sua vita nell'Antico Testamento.
7. Micaia Non Era in Vendita
Il settimo
predicatore impopolare di cui discuteremo è Micaia. Questo
servitore di Dio oggi verrebbe definito "rozzo". Oggi gli
si direbbe: "Fratello Micaia, hai ancora bisogno di ammaestramento;
ti aiuterebbe ad esprimerti meglio e a comprendere meglio i fratelli".
Vedete, l'argomento
di Micaia fu: "Voi profeti siete bugiardi!" (2 Cronache
18:22). Un tale linguaggio oggi verrebbe certamente bandito dagli
"eruditi". "Che modi! Chiamare dei fratelli bugiardi!"
Ma Micaia lo fece!
Ci sono ancora
molti che si presentano in veste di servitori di Dio e si pavoneggiano
come ministri del Vangelo ma che in realtà sono soltanto dei
bugiardi. Paolo li descrive in 2 Corinzi 11:13-15. Il Diavolo non
è uno sciocco. Egli opera dall'interno della chiesa. Egli cerca
di mettere le mani sul pulpito. E, triste ma vero, egli lo ha già
fatto in molti luoghi.
Micaia finì
in prigione per aver predicato la verità del Signore (2 Cronache
18:12-34), ma egli fu uno di quei predicatori che non erano "in
vendita"!
Conosco alcuni
predicatori che un tempo furono tizzoni ardenti; ora non hanno calore
sufficiente neppure per riscaldare se stessi. Pregavo insieme ad alcuni
di loro quando non avevano soldi per pagare le bollette e il giorno
della riscossione si avvicinava. E anch'essi pregavano. Oggi, alcuni
di loro sono dottori. Qualcuno deve avergli dati un dottorato in teologia
nel corso degli anni, e per qualche motivo, non pregano più
e non predicano più.
Il prezzo
di alcune persone è così basso che non sarebbero utili
neppure in un mercatino delle pulci. Ma Micaia non era in vendita.
Egli preferì la prigione piuttosto che tradire il suo Signore.
8. Geremia Predicò Continuamente Sul Giudizio a Venire
Geremia,
il profeta piangente! (Non ci sono state abbastanza lacrime in alcuni
pulpiti negli ultimi dieci anni, da togliere le sigarette da bocca
a certi pastori. E quello - il vizio del fumo - è un'indicazione
di uno dei motivi per cui non ci sono più lacrime nei pulpiti
oggi. I predicatori che sbuffano fumo non piangono per i peccatori).
Geremia sentiva
come un fuoco ardente nelle sue ossa. "Ma la sua parola era nel
mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa" (Geremia
20:9). L'unico fuoco che alcuni moderni predicatori hanno è
quello che c'è nelle loro pipe. I loro cuori sono freddi come
i sermoni modernistici dai quali hanno ricevuto i loro incarichi.
Geremia ricevette il suo dall'Iddio Onnipotente: "Non temere!"
(Geremia 1:8).
Geremia avrebbe
avuto tempi difficili a trovare una chiesa nel "sistema"
moderno. Ogni sermone che egli predicò era sul traviamento
e sul giudizio. "Giudizio! Giudizio! Giudizio!" era il suo
testo. Oggi verrebbe accusato di essere antiquato. Le folle della
società moderna dichiarerebbero che i suoi sermoni sono come
un disco incantato.
Molti predicatori
fanno del loro meglio per tirar fuori un nuovo sermone per ogni servizio,
ma nella maggior parte dei casi ciò non è affatto necessario.
È necessario che lo stesso messaggio sia predicato più
e più volte - sempre però che si tratti del Vangelo.
La maggior parte delle persone presta scarsa attenzione al sermone
- e una buona percentuale di loro non lo mette per niente in pratica!
Perciò, è importante predicare e predicare e predicare
e predicare il messaggio che Egli ci ha dato, fino a quando la gente
si comporterà di conseguenza!
Il predicatore
che martella e martella e martella fino a quando un po' di Vangelo
penetri nel cuore, può non essere popolare e apprezzato tra
la gente dell'era moderna, ma è apprezzato da Dio - ed è
solo questo che conta.
Misero Geremia
in un pozzo, ma Dio lo liberò. Preferirei di gran lunga essere
in un pozzo per la gloria di Dio piuttosto che essere su un piedistallo
e accettare il compromesso con progressisti ben vestiti e ballare
alla musica di qualche sistema denominazionale.
Grazie a
Dio per i profeti che sanno piangere e condiscono i loro sermoni con
lacrime che giungono dai loro cuori spezzati per i peccati della loro
gente! Si parla tanto dell'acqua del battesimo, ma ciò di cui
abbiamo bisogno è di vedere un po' d'acqua negli occhi di predicatori
dal cuore spezzato; e quando la vedremo lì, vedremo lacrime
anche tra i credenti dispiaciuti per il loro peccato. Ma, naturalmente,
anche questo non è popolare; non in questi giorni di progressismo.
Ho scritto
questo messaggio principalmente per i credenti; ma se avete letto
queste parole e non siete salvati, Dio vi conceda che proprio ora
possiate confessare a Lui il vostro peccato e crediate al Signore Gesù
Cristo e siate salvati.
di Oliver B. Greene
" «Guai ai pastori che distruggono e disperdono il gregge del mio pascolo!» dice il Signore."
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