Esortazione Apostolica | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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martedì 18 giugno 2013
Unknown

Esortazione Apostolica


Un  sermone pronunciato la mattina del 5 Aprile 1868 
da Charles Haddom Spurgeon, 
al Tabernacolo Metropolitano, Newington. London


"Ravvedetevi dunque e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati e perché vengano dei tempi di refrigerio dalla presenza del Signore" (Atti 3:19)

Dopo il sorprendente miracolo della guarigione dell'uomo zoppo, quando le persone stupefatte si raggrupparono in circolo attorno a Pietro e Giovanni, essi non furono affatto a corto di parole sul soggetto su cui affrontarli. Quegli uomini santi erano traboccanti dell'evangelo e perciò loro ebbero il compito di esaminare spontaneamente l'avvenimento, ma parlando di quel tema che era posto più vicino ai loro cuori. Al ministro cristiano non dovrebbe essere mai difficile parlare di Cristo; e in qualunque situazione egli si dovesse trovare, non dovrebbe mai doversi chiedere: "Qual'è un argomento adatto per queste persone?" Perché il Vangelo è per ogni stagione, sempre appropriato, e se è comunicato al cuore sarà certo che lavorerà la sua strada. Rivolto alla moltitudine che aveva attorno, Pietro subito iniziò a predicare loro il Vangelo senza esitare un solo secondo.
Oh! prontezza benedetta di un'anima infuocata dallo Spirito Santo, Signore concedila a noi per sempre! Osservate come con fervore Pietro storna la loro attenzione da lui e da suo fratello Giovanni verso il Signore Gesù Cristo. "Perché fissate su di noi ardentemente gli occhi, come se per nostra potenza o pietà avessimo fatto camminare quest'uomo?" L'oggetto del ministro cristiano dovrebbe essere sempre quello di distogliere l'attenzione da se stessi per darla al proprio argomento, così che non debba essere detto: "Come ha parlato bene!" ma "Su quali questioni importanti ha trattato!" Essi potevano essere sacerdoti di Baal che, coi loro vestiti fastosi e le loro pretese di possedere un potere misterioso potevano fare in modo di far guardare a loro stessi come canali di grazia, come se potessero compiere miracoli per mezzo del loro potere sacerdotale e non attraverso la loro santità; ma loro erano veri messaggeri di Dio che continuamente dicevano: "Non guardate a noi come se potessimo fare qualcosa: l'intero  potere per benedirvi si trova in Gesù Cristo e nell'Evangelo della Sua salvezza." 
È degno di nota il fatto che Pietro, nell'affrontare questa folla, venne subito alla vera essenza e al centro del suo messaggio. Lui non colpì il cespuglio a casaccio; lui non scoccò lontano e a vuoto la sua freccia, ma colpì il centro del bersaglio. Non predicò soltanto l'Evangelo delle buona notizie, ma Cristo, la persona di Cristo; Cristo crocifisso e crocifisso da loro, Cristo risorto, Cristo glorificato da Suo Padre.
Dipendere da questo Evangelo, questa è la forza del ministero cristiano, quando esso è ripieno con il nome, la persona e la gloria del Signore Gesù Cristo. Togli Cristo e tu privi di spiritualità l'Evangelo, perché tu offri solo la buccia esterna come i maiali sono abituati a mangiare, mentre il cuore prezioso è stato rimosso visto che hai tolto la persona del Signore Gesù Cristo.
Se c'è mai stata un'occasione, in cui un predicatore dell'evangelo avrebbe potuto dimenticare di parlare di Cristo, quella è accaduta certamente quando Pietro parlò così audacemente di Lui. Perché avrebbe potuto dire, "Non parlare di Gesù; loro l'hanno condotto proprio ora alla morte: le persone sono arrabbiate contro di Lui; predica la verità, ma non menzionare il Suo Nome; consegna la Sua dottrina, ma trattieniti dal fare menzione della Sua Persona, perché tu li inciterai a compiere altre follie; tu metterai la tua stessa vita a repentaglio; tu riuscirai  scarsamente a fare qualcosa di buono mentre loro sono così prevenuti e inoltre potrai fare molto danno" Ma, invece di questo, lasciando che loro potessero andare su tutte le furie come avrebbero potuto, Pietro parlò loro di Gesù Cristo e nient'altro che Gesù Cristo. Lui conosceva che questo era il potere di Dio per la salvezza e non si sarebbe tirato indietro  da questo; così a loro, proprio a loro, consegnò l'Evangelo del nostro Signore Gesù Cristo, con una precisione tanto buona quanto semplice che a mala pena potrà essere uguagliata. Notate come lo pone: "Voi" l'avete ucciso; "voi" l'avete crocifisso; "voi" avete preferito un assassino. Lui non ha paura di essere personale; lui non evita di toccare le coscienze degli uomini; lui piuttosto spinge la sua mano nei loro cuori per far sì che loro sentano il loro peccato; lui lavora per aprire una finestra nell'oscurità dei loro spiriti, per permettere che  la luce dello dello Spirito Santo splenda nella loro anima. Perciò noi, fratelli miei, quando predichiamo l'Evangelo, dobbiamo fare così:
dobbiamo trattare con gli uomini affettuosamente, ma con grazia. Siano allontanati perciò tutti gli accomodamenti e le dispute. 
Sia maledetto colui che allontana dall'Evangelo di Gesù Cristo, affinchè possa ottenere applausi dal popolo, o chi abbassa il tono della sua voce e smorza la sua lingua in modo tale da poter far piacere alla folla empia.
Un tale uomo può avere per un momento l'approvazione degli sciocchi, ma, come il Signore Suo Dio vive, egli sarà posto come un obiettivo per le frecce della vendetta nel giorno in cui il Signore tornerà a giudicare le nazioni. Pietro, quindi, predicò audacemente e sinceramente l'Evangelo, predicò il Cristo dell'Evangelo, lo predicò personalmente e direttamente alla folla che si radunò intorno a lui. Né Pietro fece alcun errore, quando annunciò l'Evangelo, nel fare la personale applicazione mediante la prescrizione dei suoi peculiari comandamenti. 
È prosperata fra noi una scuola di uomini che affermano che essi predicano in modo corretto l'Evangelo ai peccatori quando invece offrono soltanto dichiarazioni di quello che è l'Evangelo e del risultato di morire non salvati, ma diventano furiosi e parlano di scorrettezza qualora qualcuno si azzardi a  dire al peccatore: "Credi", o "Pentiti." 
Pietro non apparteneva a questa scuola, non sarebbe mai arrivato a trattare con questa gente e con i loro pensieri segreti, e se fosse vivo oggi, non si sarebbe mai unito a loro.  Perchè avendo dapprima parlato di Cristo, della Sua vita, della Sua morte e risurrezione, poi l'apostolo procedette ad immergere la spada, nelle loro coscienze, fino in fondo all'elsa dicendo, "Ravvedetevi dunque e convertitevi,  affinché i vostri peccati possano essere cancellati." 
Lì, io dico, in quella folla promiscua, raggruppata insieme dalla curiosità, attirata dal miracolo  che lui aveva operato, Pietro non ebbe esitazioni e nessun dubbio; egli predicò lo stesso vangelo come ce lo avrebbe predicato oggi se fosse stato qui e lo predicò nello stile più fervente e serio, ne predicò gli angoli e gli spigoli e poi ne predicò la parte pratica e rivolgendosi col cuore, l'anima e con la forza, ad ognuno in quella folla, dicendo: "Ravvedetevi, dunque e convertitevi, onde i vostri peccati siano cancellati."

Ora ci sono quattro osservazioni che costituiranno il discorso di questa predicazione e adesso li esamineremo dettagliatamente.

I)L'APOSTOLO INVITO' GLI UOMINI A PENTIRSI E A CONVERTIRSI

Di questo il nostro testo è una prova sufficiente senza dover andare troppo lontano per altri esempi. Pentirsi significa, nel suo significato letterale, cambiare la mente di qualcuno. È stato tradotto, dopo la conoscenza, o dopo la saggezza; è l'uomo che sta scoprendo che aveva torto e  rettifica il suo giudizio. Ma sebbene questo sia il significato della radice, la parola è entrata in un uso scritturale a significare molto di più. Forse non c'è migliore definizione di pentimento di quella che è data dal libro degli inni dei nostri bambini: 

Il pentimento è abbandonare
i peccati che amammo 
e mostrare che siamo afflitti sul serio; 
Non facendo mai più così.

Il pentimento è la scoperta del male del peccato, un dolersi piangendo per ciò che abbiamo commesso, una risoluzione di abbandonarlo. È, infatti, un cambiamento della mente di un carattere molto profondo e pratico che permette all'uomo di amare quello che una volta odiava e di odiare quello che una volta amava. La parola conversione, se tradotta in altre parole, significa voltarsi dai propri passi, voltarsi da, voltare a, tirarsi indietro dal peccato, verso la santità, un tirarsi indietro dalla negligenza all'intento, dal mondo al cielo, da se stessi a Gesù, compiendo un giro completo.La parola  usata qui, sebbene tradotta in inglese con, "Pentitevi e convertitevi," non è così nel greco, ma è, in realtà, "Pentitevi e trasformatevi", o, piuttosto "Pentitevi e svoltate." È un verbo attivo, proprio come era attivo l'altro. "Pentitevi e trasformatevi." Quando all'indemoniato furono scacciati i demoni, potrei comparare questo al pentimento, ma quando mise le sue vesti, e non fu più nudo e sporco, ma fu detto che egli si era vestito ed era sano di mente, potrei paragonare questo alla conversione. Quando il figliol prodigo stava dando da mangiare i suoi maiali, e ad un tratto cominciò a considerare e a tornare in se stesso, questo era il pentimento. Quando partì e lasciò il paese lontano, e andò a casa di suo padre, questo era la conversione. Il pentimento una parte della conversione. E', forse, potrei dire, il cancello o la porta di essa. Si tratta del Giordano attraverso il quale si passa quando ci volgiamo dal deserto del peccato per cercare la Canaan della conversione. La rigenerazione è l'impianto di una nuova natura, e uno dei primi segni di questa è, una fede in Cristo, e un pentimento del peccato, e una conseguente conversione da ciò che è male per ciò che è buono.
L'apostolo Pietro, rivolgendosi alla folla, disse loro: "Cambiate le vostre menti, siate dispiaciuti per ciò che avete fatto; abbandonate le vecchie abitudini; siate trasformati; diventate uomini nuovi". Questo era il suo messaggio anche se ora io l'ho messo in altre parole.
Ora, fratelli, è stato detto, e detto la maggior parte delle volte, veramente, che il pentimento e la conversione sono opera dello Spirito Santo di Dio. Non avete bisogno che io debba dimostrare questa dottrina. Noi ve l'abbiamo predicata un migliaio di volte, e siamo pronti a dimostrare che se qualche cosa debba essere insegnata nella Scrittura, è questa. Non c'è mai stato alcun pentimento genuino in questo mondo che non fosse opera dello Spirito Santo. Per questo scopo il nostro Signore Gesù è andato in alto: "Egli è innalzato in alto per dare il pentimento e la remissione dei peccati." Ogni vera conversione è opera dello Spirito Santo. Potete giustamente pregare con le parole del profeta: "Volgiti a noi, e noi cambieremo",  perchè fino a quando Dio non ci trasforma, noi non potremmo cambiare mai, e a meno che Egli ci converta, la nostra conversione non sarà che un errore. 
Ascoltate  ciò come una  citazione evangelica:
 

La vera fede e il vero pentimento,
Ogni grazia che ci conduce vicino;
senza pagare
Andiamo a Gesù Cristo e compriamo.

"E tuttavia," dite, "e tuttavia l'apostolo Pietro in realtà ci dice: 'Pentitevi e convertitevi!' Questo vuol dire, ci dite, con un respiro, che queste cose sono il dono dello Spirito Santo, e allora con il prossimo respiro leggete il testo, 'Pentitevi e convertitevi.' Sì, lo faccio, lo faccio, e grazie Dio, ho imparato a farlo. Ma voi direte: "Come conciliate queste due cose?" Io rispondo, non è parte del mio incarico di conciliare le parole del mio Maestro: il mio incarico è quello di predicare la verità, così come la trovo, per pronunciarla appena colta dalla Sua mano. 

Io non solo credo che queste cose siano in accordo l'una all'altra, ma penso di vedere dove esse siano in accordo, e di accettare tutto, sebbene io assolutamente disperi di fare la maggior parte di ciò che è scritto nella Scrittura, se possiamo vedere l'accordo dei due insiemi di verità oppure no, dobbiamo accettarli entrambi perché essi sono entrambi rivelati. Con questa mano ritengo così fermamente, come qualsiasi uomo vivente, che il pentimento e la conversione siano opera dello Spirito Santo, ma preferirei perdere questa mano, se rinunciassi a predicare che è dovere degli uomini di pentirsi e credere e dovere dei ministri cristiani di dire loro: "Pentitevi e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati."  Se gli uomini non ricevessero la verità fino a quando non la capiscono, ci sarebbero molte cose che non riceverebbero mai. 
Sì, ci sono molti fatti, fatti comuni in natura, che nessuno negherebbe salvo uno sciocco, i quali tuttavia dovrebbero essere negati se noi non ci credessimo finchè non li comprendiamo.
Prendiamo il fatto del pesce fresco preso dal mare: tu lo porti dal cuoco per servirlo in tavola. Mangi il sale del mare insieme a lui, forse? Lo troverai salato? Non è vissuto sempre in un mare salato? Perché allora non sa di sale marino? Esso invece è così fresco che sembra che sia stato allevato nei trasparenti ruscelli di montagna (non una particella di sale intorno a lui) eppure è vissuto immerso in un mare salato! Lo capite? No, non potete capirlo. Ma esso è così, è un pesce fresco in un mare salato! La stessa cosa avviene per un bue e una pecora; loro stanno mangiando nello stesso prato, alimentandosi esattamente dello stesso cibo e l'erba nel primo caso diventa carne di manzo, nell'altro caso carne di montone e sul primo ci sono peli e sull'altro la lana. Perché? Lo capite questo? Così ci possono essere due grandi verità nelle Sacre Scritture che sono entrambe vere eppure tutti i saggi nel mondo potrebbero essere confusi nel conciliarle insieme. Io non capisco, lo devo confessare, perché a Mosè fu detto di tagliare un albero e gettarlo nelle acque amare di Mara; non riesco a vedere alcun  collegamento tra l'albero e l'acqua, affinchè l'albero dovesse renderla dolce, eppure credo fermamente che quando Mosé mise l'albero nell'acqua, l'amarezza delle acque di Mara sparì e il ruscello divenne dolce. Non so perché Eliseo, quando andò a Gerico e trovò l'acqua nauseante, disse: "Portatemi una tazza di sale"; non so perché mettere il sale nel ruscello lo dovesse rendere dolce (mi sembra come se si riferisse a qualcos'altro) ma credo al miracolo, vale a dire che il sale fu messo dentro e che il ruscello fu addolcito. 
Alla stesso modo non capisco come avviene che le mie offerte di pentirsi, a peccatori impenitenti, dovrebbero in qualche modo far sì che possano pentirsi, ma so che avviene, perché lo vedo ogni giorno. Io non so perché una debole e povera creatura, dicendo ai suoi simili: "Credi", dovrebbe portarli a credere, ma accade così; lo Spirito Santo benedice, e loro credono e sono salvati; e anche se noi non possiamo vedere come avviene, se vediamo il fatto, saremo contenti e benediremo Dio per ciò. Forse si dovrebbe essere consapevoli che è stato fatto un tentativo da ingegnosi predicatori al fine di riuscire a sbarazzarsi della forza di questo testo. Alcuni dei nostri amici super calvinisti, che sono così seriamente contrari a qualsiasi cosa come esortazioni e inviti, hanno provato in ogni modo di sventrare questo testo, se loro avessero potuto, avrebbero tolto qualche cosa per metterci dentro qualcos'altro; loro hanno detto che il pentimento a cui gli uomini sono qui esortati, non è altro che un pentimento esteriore. Ma come può essere questo, quando viene aggiunto: "Pentitevi e convertitevi, affinché i vostri peccati possano essere cancellati"? Fare un pentimento meramente esteriore può portare a cancellare il peccato? Senza dubbio no! Il pentimento al quale gli uomini vengono esortati qui è un pentimento che porta con sè il perdono completo "affinchè i vostri peccati possano essere cancellati". E, inoltre, mi sembra sia una cosa scandalosa supporre che Pietro e Giovanni andarono per il mondo a predicare un pentimento vano, esteriore il quale non avrebbe salvato gli uomini. I miei fratelli che fanno questa osservazione dovrebbe vergognarsi di predicare un pentimento esteriore. Sono sicuro che dovrebbero pensare di non essere ministri di Dio a tutti gli effetti se loro hanno predicato su qualche virtù meramente esteriore. Ciò mostra a quale scivolamento devono essere guidati quando torcono così orrendamente le Sacre Scritture con così poca ragione. Fratelli, era un pentimento per la salvezza dell' anima, e niente di meno di questo fu quello che Pietro comandò a quegli uomini. 
Ora, lasciate che si venga al punto. Noi diciamo agli uomini di pentirsi e credere, non perché ci affidiamo su qualche potere presente in loro per fare ciò, perché noi sappiamo che sono morti in quanto a trasgressioni e peccati; perché noi non dipendiamo da qualche potere fondato nella nostra serietà o nel nostro discorso per renderli capaci di fare ciò che fanno, perché noi capiamo che la nostra predicazione è meno di niente senza Dio; ma perché il vangelo è il motore misterioso mediante il quale Dio converte i cuori degli uomini e noi troviamo che, se parliamo con fede, Dio lo Spirito Santo opera con noi e mentre noi dichiariamo il Vangelo, le ossa secche rivivono, lo Spirito Santo fa in modo che loro rivivano, mentre noi diciamo all'uomo zoppo di stare in piedi sui suoi piedi, l'energia misteriosa dello Spirito fa in modo che le sue caviglie ricevano forza, mentre noi diciamo  all'uomo impotente di distendere la sua mano, un potere divino accompagna il comando e la mano è stesa  e l'uomo è ristabilito. Il potere non giace nel peccatore e neppure nel predicatore, ma nello Spirito Santo che opera efficacemente attraverso il Vangelo per decreto divino, in modo che quando la verità viene predicata agli eletti di Dio, loro vengono vivificati attarverso di essa, le loro anime sono salvate e Dio è glorificato. Andate avanti, fratelli miei cari, a predicare con coraggio il Vangelo e non abbiate paura del risultato, perché, per quanto poca possa essere la vostra forza e anche se la vostra eloquenza può essere come niente, eppure Dio ha promesso di dare il potere di salvare al Suo Vangelo e così sarà fino alla fine del mondo. 
Osservate quindi, voi che non siete salvati, prima che lasci questo punto, osservate quello che  siamo tenuti a chiedervi questa mattina. È che  vi pentiate e che vi convertiate. Noi non siamo soddisfatti di avere il vostro ascolto, né i vostri occhi; noi non siamo contenti di avervi riuniti in questa casa di culto, è del tutto inutile che voi siate venuti qui, a meno che voi non vi pentiate e vi convertiate. Noi non siamo venuti a dirvi che dovete cambiare un pò e che accomodiate le vostre vie di un poco: no! se non mettete la vostra fiducia in Cristo, se non abbandonate il vostro vecchio stile di vita e non diventate creature nuove in Gesù Cristo, voi dovrete perire. Questa, niente di meno che questa è la richiesta essenziale del Vangelo. Né andando in chiesa, ne seguendo pratiche religiose, vi salverete; né piegando le ginocchia, né avendo alcuna forma esteriore di adorazione, né pretese e professioni di devozione; voi dovete pentirvi dei vostri peccati e dovete abbandonarli e se voi non fate questo, neanche i vostri peccati saranno cancellati!

Così  dunque abbiamo chiarito il primo punto: che l'apostolo comandò agli uomini di pentirsi e di convertirsi.
 

II. In secondo luogo C'ERA UNA BUONA RAGIONE PER QUESTO COMANDO
 
Il testo dice, "Ravvedetevi dunque." L'apostolo era logico: aveva una ragione per la sua esortazione. Non era una mera declamazione, ma il suono del ragionamento. "Ravvedetevi dunque." Quale era, dunque, il motivo dell'argomento? Perchè, in primo luogo, perché voi, come gli ebrei, avete messo Gesù Cristo a morte. Questo era letteralmente vero per le persone a cui egli parlava: loro avevano preso parte all'esecuzione di Cristo. E questo è spiritualmente vero anche per voi a cui parlo questa mattina. Ogni peccato nella sua essenza è un'uccisione di Dio. Mi comprendete? Ogni volta che voi fate quello che Dio non vuole che voi facciate, voi compiete nei fatti, e l'avete finora fatto, l'estromissione di Dio dal Suo Trono e il disconoscimento  dell'autorità che appartiene alla sua Divinità; voi compiete intenzionalmente e l'avete finora fatto, l'uccisione di Dio.
Questa è la conseguenza del peccato, il peccato è qualcosa che uccide Dio. Ogni violazione della legge è nella sua essenza un tradimento, una ribellione contro il Legislatore. Quando il nostro Signore Gesù Cristo fu inchiodato alla croce dai peccatori, il peccato ha solo compiuto letteralmente e apertamente ciò che  tutto lo stesso peccato che viene commesso in senso spirituale realmente compie. Mi capite? Quelle vostre offese alle quali voi avete pensato, seppure le consideriate cose da poco, in realtà sono state una pugnalata alla Divinità. Non vi pentireste, se è così? Finché pensavate che i vostri peccati fossero stati mere bazzecole, cose leggere su cui riderci sopra bonariamente, voi non vi sareste pentiti; ma ora vi ho dimostrato (e penso che la vostra coscienza mi dia ragione) che ogni peccato è in realtà un tentativo di escludere Dio dalla signoria del mondo e ogni peccato sta dicendo: "Non permettere che ci sia Dio!" 
Oh! allora c'è motivo sufficiente per pentirsi di esso. Seguitemi e ragionate con me, voi che avete infranto la legge di Dio. Supponiamo che le cause della vostra disubbidienza siano state assolte pienamente, non dovrebbero tutte le leggi essere trascurate e il governo morale sovvertito? E perché no, dal momento che ciò che uno può fare, un altro ha, chiaramente, lo stesso diritto di farlo? Che cosa accadrebbe allora se l'autorità di Dio non fosse più esercitata da nessuno nell'universo, dove saremmo tutti noi? Questo mondo diventerebbe un inferno! Che caos morale e covo di bestie! Non vedete dunque che la vostra iniquità è stata una cosa dannosa? Pentitevi e allontanatevi da essa. Se voi realmente potete credere questa mattina che, sebbene voi non inchiodaste Cristo sulla croce, né abbiate intessuto una corona di spine e gliel'abbiate messa sulla Sua testa, né foste lì in piedi presenti quando fu deriso, ogni vostro peccato è una vera crocifissione di Cristo e una derisione di Cristo e una macellazione di Cristo. Quindi, in realtà, c'è abbondante motivo affinché voi vi pentiate e vi allontaniate da esso. 
L'apostolo usò anche un altro argomento, vale a dire che Colui che loro avevano ucciso era la  persona  più benedetta, una persona così benedetta che Dio il Padre Lo aveva esaltato. Gesù Cristo non venne in questo mondo con qualche scopo egoista, ma completamente sovrabbondante di generosità, pieno di amore per gli uomini; eppure gli uomini lo misero a morte! Ora, ogni peccato è un insulto contro il Dio buono e gentile. Dio non meritava che noi ci ribellassimo contro di lui. Se fosse stato un grande tiranno prepotente verso di noi, che ci poneva in miseria, ci potrebbe essere una scusa per il nostro peccato, ma quando agisce è come un tenero padre, che viene incontro, giorno dopo giorno, alle nostre mancanze perdonando le nostre offese, è una vergogna, una crudele vergogna che si debba vivere quotidianamente  in rivolta contro di Lui. Voi che non avete creduto in Cristo, avete un motivo potente per pentirvi di non aver creduto in Lui, vedendo che è così buono e gentile. Che male vi ha mai fatto che voi dobbiate maledirLo? Che ferita ha fatto Gesù a qualcuno di voi che voi lo dobbiate  disprezzare? Voi, probabilmente,  negate la Sua Divinità, oppure, in ogni caso, disprezzate la grande salvezza che Lui è venuto a operare in questo mondo. Merita questo da voi?
"Principe della vita e della gloria, Re degli angeli, l'adorato dai serafini, sei disprezzato dagli uomini per i quali fu versato il Tuo il sangue!"
Oh, che cosa maledetta, il peccato, allora, deve essere, dal momento che si tratta così male una così gentile e benedetta persona! Questo dovrebbe farci struggere, questo dovrebbe  farci versare  gocce di pietà e di dolore; questo dovrebbe, davvero, farci ritrarre dai nostri modi folli  e malvagi, dal momento che andando contro Gesù noi L'abbiamo offeso così. 
Inoltre, Pietro usò un'altro appello, che mentre loro avevano rigettato il Cristo benedetto loro avevano scelto un assassino. 
Uomo, cosa ti hanno fatto i tuoi peccati, che tu debba preferirli a Gesù? E' stata la coppa dell'ubriacone? Oh, quale cosa bestiale preferirla a Cristo! Oppure è stata la tua lussuria? Stabilirla al posto di Cristo è stata una cosa diabolica! Hai vissuto con loro per anni? Dunque quale retribuzione ne hai avuto? Quale profitto ne hai ricavato?
Ora dimmi, tu che sei andato più lontano nel peccato, ora dimmi, sei soddisfatto del  trattamento? Desidereresti riandare indietro nel corso dei giorni vissuti e raccogliere nel tuo corpo il frutto dei tuoi misfatti?
Non soltanto, ma tu servi un duro padrone; un omicida fin dal principio che è quel diavolo per il quale hai rinunciato  alla tua vita. Oh, allora, questa è una cosa per cui pentirsi e cioè che tu hai gettato via Cristo e hai scelto un assassino. "Non quest'uomo," tu dici, "ma Barabba." Tu ti terrai questo mondo criminale, questo peccato di aver ucciso, ma il Salvatore benedetto, tu lo lascerai andare. Non è questo qui un buon argomento per pentirsi e convertirsi? Lo è sicuramente.
Pietro  serra il suo ragionamento su un altro argomento e spinge verso il basso, se posso dire così, il grande martello, questa volta, sulla testa del chiodo. 
Si tratta di questo, che il Signore Cristo che hai disprezzato fino ad ora, può fare cose grandi per te. "Il Suo nome mediante la fede nel Suo nome ha reso questo uomo forte, come voi lo vedete e lo conoscete." Cristo dunque, per la fede in Lui, può fare per voi tutto quello che voi desiderate. Se avrete fiducia in Gesù oggi, tutte le vostre iniquità saranno cancellate, il passato non sarà ricordato; il presente sarà reso stabile e il futuro benedetto. Se voi confiderete in Cristo, non ci sarà nessun peccato che lui non vi perdonerà, nessuna malvagia  abitudine il cui potere non sarà spezzato, nessuna brutta inclinazione al peccato il cui peso Egli non potrà  rimuovere. Credendo in Lui, vi potrà benedire oltre ogni immaginazione. E non è questo un motivo per il pentimento, che voi avreste disprezzato uno che  può farvi così tanto del  bene? Con le mani piene d'amore, Lui sta in piedi davanti alla porta del vostro cuore. Questa non è una buona ragione per aprire la porta e lasciar entrare lo straniero celeste, quando può benedirvi con una tale enorme estensione di benedizioni?
Come puoi rigetterai le tue proprie misericordie? Disprezzerai il cielo che sarà tuo se avrai il mio Maestro? Sceglierai il destino dal quale nessuno potrà liberarti, ma solo Lui può salvartene, e lascerai andare la gloria alla quale nessuno, ma solamente Lui ti potrà ammettere? Quando penso all'utilità di Cristo per i peccatori che periscono, c'è davvero una motivazione così abbondante per il pentimento che voi non avreste chiuso con Lui molto tempo fa ma avreste accettato che fosse il vostro tutto in tutti. 
In questo modo vedete l'apostolo discutere con loro da quella parola: "Dunque". 
C'era un'altra supplica che lui usò, e che vorrei usare questa mattina. Lui disse, "Fratelli, io so che lo avete fatto per ignoranza". Come se lui dicesse "Adesso che avete più luce, pentitevi di ciò che avete fatto nelle tenebre." Così mi permetto anche io di dirlo ad alcuni qui presenti. 
Voi non avevate ascoltato l'Evangelo, voi non sapevate che il peccato era una cosa così cattiva,  non avevate capito che Gesù Cristo era in grado di salvare nella maniera più completa coloro che vanno a Dio per mezzo di Lui. Bene, ora voi lo comprendete. Sui tempi della vostra ignoranza Dio chiude un occhio, ma ora "comanda a tutti gli uomini in ogni luogo di pentirsi." Maggiore è la luce, più implica grande responsabilità. Non tornate indietro al vostro peccato, affinché esso non divenga dieci volte peggiore per voi; perché se voi fate nella luce quello che una volta facevate nell'oscurità, Colui che chiuse un occhio, quando voi non conoscevate bene, può alzare la Sua mano e giurare che  voi non entrerete mai più nel suo riposo, perché voi avete peccato presuntuosamente e l'avete fatto nonostante lo Spirito della Sua grazia.
Scongiuro ogni uomo non convertito, qui presente, di porre mente  a quello che lui sarà in futuro. Se lui prima non sapeva che Gesù poteva salvarlo, ora lo sa; se lui era nel buio fino a questa mattina, ora non è più nel buio. "Ora non avete nessun mantello per il vostro peccato". Pertanto, poiché il mantello è stato tirato via e voi peccate contro la luce, dico come fece Pietro: "Pentitevi e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati." 

III. Ora brevemente passiamo al terzo punto che è questo, SENZA PENTIMENTO E CONVERSIONE IL PECCATO NON PUO' ESSERE PERDONATO

L'espressione usata nel testo, "cancellato", nell'originale può essere  spiegata  in modo migliore così. Molti commercianti orientali tenevano i conti su piccole tavolette di cera. Su queste tavolette, essi mettevano dei segni che servivano a registrare i debiti, e quando questi debiti erano stati pagati essi prendevano l'estremità smussata della penna e con questa appiattivano verso la cera e il debito spariva del tutto.  Questo era il modo di "cancellare"  a quei tempi. Ora, colui che si pente ed al quale è perdonato, è, attraverso il sangue prezioso di Cristo, in questo modo del tutto perdonato, e non vi è più alcuna traccia del suo peccato passato. Che bella immagine del perdono del peccato! E' tutto andato, neanche una traccia viene lasciata. Se noi cancelliamo un conto dai nostri libri, rimane una macchia, la registrazione è tolta, ma vi è la macchia, ma sulla tavoletta di cera non rimaneva macchia, tutto era andato e la cera era liscia. Così è per il peccato del popolo di Dio, quando è rimosso dal sangue di Gesù, è tutto sparito e andato via per sempre.  Ma vi assicuro che non potrebbe essere rimosso se non ci fosse il pentimento e la conversione come risultato della fede in Gesù. Questo deve essere così perchè in questo modo è più onesto. Vi aspettereste che un grande re perdonasse un cortigiano che sbaglia a meno che l'autore del reato prima non abbia confessato la sua colpa? Dove sarebbe l'onore e la dignità del trono di Dio, se gli uomini dovessero essere perdonati mentre ancora non hanno confessato il loro peccato? Cosa, un ladro perdonato che continua a rubare! Una prostituta perdonata che rimane  impura. L'ubriacone perdonato che continua a godere per i suoi boccali! In verità, così, il Vangelo sarebbe stato servitore dell'ingiustizia. Ma non è così e i peccatori impenitenti saranno dannati, lasciate che essi si vantino di ciò che volgiono circa la grazia.  Mio ascoltatore tu devi odiare il peccato, o Dio odierà te! Tu devi cambiare via o bruciare. Non puoi avere i tuoi peccati e andare in cielo.  Cosa vorrai? Lascerai i tuoi peccati e andrai in cielo, o terrai i tuoi peccati e andrai all'inferno? Quale sarà la tua scelta, perchè deve essere o una o l'altra, ci deve essere un divorzio tra noi e il peccato, o non ci potrà mai essere un matrimonio tra noi e Cristo! Non è la coscienza a dirci questo? Non c'è una coscienza qua che dica ad un uomo, "Puoi sperare di essere salvato  e vivere ancora come prima". 

Alcuni hanno detto questo, mi domando se gli avrei creduto. No, no, no,  sebbene la voce della coscienza a volte sia debole non può non vedere che il mantenimento del peccato e il perdono non possono convivere e che ci deve essere un abbandono dell'iniquità se vi è un perdono di essa. 
Questo deve essere così, per questo è molto giusto. Ti aspetteresti che un grande re perdonasse un cortigiano che sbaglia a meno che l'offensore confessasse prima la sua colpa? Dove sono l'onore e dignità del trono di Dio, se gli uomini fossero perdonati senza confessare il loro peccato? Ma, ascoltatore mio, anche se la tua coscienza ti dirà o così o no, Dio lo dice; "Chi confessa e riconosce il suo peccato troverà misericordia" ma non c'è alcuna promessa per l'impenitente.
Dio dichiara che colui che si pente sarà perdonato. "A questo uomo io guarderò, anche a lui che è mediocre ma ha uno spirito contrito e trema alla mia parola"; ma per l'altero Faraone, che dice "Chi è Dio che io debba ubbidirGli?",  non c'è nulla ma distruzione eterna lontano dalla presenza del Signore. Colui che va avanti nella sua iniquità e indurisce il suo collo, sarà distrutto improvvisamente e senza rimedio. Ah! Non ho perdono da predicare a voi che stabilite nelle vostre menti di continuare nel peccato, niente neppure note gentili di amore a tutti, nulla ma solo una promessa di una terribile attesa di giudizio e di ardore di fuoco. Ma ah! Se voi detestate i vostri peccati, se lo Spirito Santo di Dio ha fatto in modo che voi odiate le vostre vite passate, se  siete ansiosi di essere fatti uomini nuovi in Gesù Cristo, non ho niente altro che note di amore per voi. Credete in Gesù, gettatevi su Lui, perché Egli ha detto, "Chi viene a me io non lo caccerò fuori". "Sebbene i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; sebbene siano rossi come la porpora, diventeranno come lana." La porta è chiusa e velocemente serrata per ogni uomo che manterrà il suo peccato, ma è anche spalancata per il più grande peccatore fuori dall'inferno, se lascerà il suo peccato e afferrerà Gesù ponendo la sua fiducia in Lui.

IV. L'ultima osservazione è questa, IL PENTIMENTO E LA CONVERSIONE SARANNO CONSIDERATI COME  PARTICOLARMENTE PREZIOSI NEL FUTURO
 
Il testo infatti dice: "Affinché i vostri peccati siano cancellati e vengano i tempi di refrigerio alla presenza del Signore".
Un passaggio davvero molto difficile. Il suo significato è appena conosciuto. Tre o quattro significati gli sono stati fissati ad esso. In primo luogo, penso che significhi questo, colui che si pente e si  converte, beneficerà della cancellazione del peccato in quella stagione di dolcissima  pace che sempre segue al perdono. Dopo che un uomo è stato completamente spezzato  per il suo peccato, Dio lo tratta molto teneramente. Fra le parti della vita umana le ore più felici sono quelle che seguono immediatamente dopo la conversione. Sapete come cantiamo: 


Dov'è la beatitudine che conobbi 
Quando per la prima volta  vidi il Signore? 

Quando l'osso rotto inizia a guarire, Davide dice: "Tu fasci le ossa che hai spezzate per farci gioire." Quando il prigioniero esce prima di prigione, allora le catene per la prima volta cambiano musica, qando cadono rotte sul terreno! Quando l'uomo ammalato lascia la sua camera ammalata dalle sue convinzioni per respirare l'aria di libertà sente la salute di un peccatore perdonato! Oh, se voi poteste conoscere quale beatitudine è essere perdonati,  voi non stareste mai più lontano da Cristo! Ma voi non lo sapete e non potete dire come è dolce essere lavati nel sangue prezioso e avvolti con la biancheria di lino bianco e puro e avere il bacio del Padre Celeste sulla guancia! O "pentitevi e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati e vengano i tempi di refrigerio alla presenza del Signore. "
Forse questi tempi di refrigerio possono riferirsi anche ai tempi di un risveglio nella Chiesa cristiana. L'unico modo in cui voi, cari amici, potete condividere il refrigerio di un risveglio, è tramite il vostro pentimento e la vostra conversione. Un risveglio è un grande ristoro per la Chiesa. Prego che un'onda possente possa sommergere la Gran Bretagna, perché ne abbiamo molto bisogno. Ma a che serve un risveglio per un peccatore non perdonato? È come il dolce vento del sud... che soffia su un cadavere, non può portargli alcun calore. Se voi vi pentite e vi convertite, sarete in mezzo alla gioia generale del risveglio, avrete questa gioia, e i vostri peccati saranno cancellati. Che grido luttuoso è questo: "Il raccolto è passato, l'estate è finita e noi non siamo salvati!" Mi sembra di sentire quel grido da alcuni qui nel Tabernacolo questa mattina. Oh, che benedetto mese di Febbraio ed inizio di Marzo! C'era per noi una vendemmia come in estate. Che preghiere, che pianti, che grida! Com'era piena questa casa di preghiere! Come tutto il lungo giorno da prima che sopraggiungessero le stelle fin dopo l'alba abbiamo continuato a stare in preghiera! Ma tu non ti sei salvato, solo alcuni di voi lo sono. Il raccolto e l'estate sono finiti e tu non sei salvato. Ah! ho pregato Dio che tu possa ancora essere salvato ora. 
diSono incapace di realizzare uno scopo che ho tenuto caldo nel mio cuore, andare e predicare a una congregazione più grande nella Sala dell'Agricoltura durante il prossimo mese: mi trovo trattenuto dalla mano del Maestro. Mi sono venuti dei problemi di salute e ci saranno molto probabilmente mesi di prostrazione e di dolore che mi attendono; ma ho pregato che se non posso gettare la rete in un luogo più grande, posso ottenere ancora  di più di voi, qui. Noi non possiamo avere una congregazione più grande, ma posso essere contento di ottenere più conversioni. 
È una dura predicazione, è un lavoro pesante, a meno che non ci siano risultati. Noi dobbiamo avere delle conversioni. Come quella donna del vecchio detto: "dammi bambini o muoio". Così è per il predicatore: lui deve avere dei peccatori da salvare, o prega di morire. Ascoltatore caro, se questi tempi di risveglio dovessero venire, la nostra preghiera è che tu possa pentirti e convertirti, affinchè i tuoi peccati possano essere cancellati così che anche tu possa partecipare pienamente alle benedizioni inapprezzabili della stagione della grazia.
Inoltre, il testo vuol intendere, secondo il contesto, il secondo avvento. Gesù deve venire ancora una seconda volta e il suo arrivo sarà come una doccia possente che allaga un deserto. La Sua chiesa rivivrà e sarà rinfrescata; lei ancora una volta solleverà la testa dal suo letargo e il corpo dal suo sepolcro. Ma che dolore per voi che non siete salvati, quando Cristo ritornerà, perché il giorno del Signore sarà tenebre e non luce per voi. Quando Cristo tornerà per l'inconvertito, il giorno  sarà ardente come una fornace; e tutti i superbi e tutti i malfattori saranno stoppia. "Ma chi potrà sopportare il giorno del sua venuta? E chi starà in piedi quando lui apparirà? Perché egli è come il fuoco raffinatore e come un sapone che purifica: e siederà come un raffinatore e un purificatore d'argento, e lui purificherà i figli di Levi."
Oh, se voi vi pentiste e vi convertiste, sì, voi potreste stare in piedi pienamente assolti nel giorno del Sua venuta, quando il cielo e la terra si scioglieranno, quando la pietra solida comincerà a fondersi e le stelle, come le foglie appassite del fico, cadranno dall'albero, quando la tromba suonerà spandendo il suo suono forte e a lungo. "Svegliatevi, voi, morti e venite a giudizio", quando la grande assise starà seduta e il Giudice sarà là, il Giudice dei vivi e dei morti, per separare il giusto dal cattivo. 

Il Signore abbia misericordia di voi in quel giorno; e così Lui potrà salvarvi, se la Sua grazia vi farà obbedienti alle parole del nostro santo testo:  

"Pentitevi e convertitevi, affinché i vostri siano cancellati, quando i tempi di refrigerio verranno dalla presenza del Signore."





Traduzione dall'originale di Consapevoli nella Parola


"Di' loro: «Com'è vero che io vivo», dice il Signore, l'Eterno, «io non mi compiaccio della morte dell'empio, ma che l'empio si converta dalla sua via e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvagie.»"
(Ezechiele 33:11)
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