Dio ama tutti indistintamente? | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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martedì 4 giugno 2013
Unknown

Dio ama tutti indistintamente?


profeti

Dio ama tutti indistintamente? Qualcuno potrà anche essere scandalizzato della nostra risposta, ma rispondiamo di NO, Dio non ama tutti indistintamente. Non lo crediamo e non troviamo alcuna affermazione nella Bibbia che lo sostenga. L'idea che Dio ami tutti indistintamente fa appello al lato sentimentale e umanistico della natura di molte persone. Sfortunatamente, però, il sentimentalismo (insieme a sua sorella, la superficialità) è diventato il fattore dominante nello sviluppo del Cristianesimo oggi.

E' vero che Dio esercita una benevolenza generale verso l'umanità nel suo insieme, nel senso che: "Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti" (Mt. 5:45). Questo, però, non ha nulla a che vedere con lo speciale amore che Egli ha per il Suo popolo e per esso solo. I teologi seri riconoscono questo fatto. Il teologo Charles Hodge, a proposito dell'amore di Dio, giustamente afferma: "Esso è discriminante, fissato su alcuni e non su altri figli degli uomini" [Parte III, cap. 8, §2:4]. In verità, ogni cosa, inclusa la benevolenza generale verso l'umanità, è in funzione e per amore degli eletti, il popolo di Dio (2 Corinzi 4:15; cf. 2 Ti. 2:10). La Bibbia afferma chiaramente che di fatto Dio odia o "detesta" (ebr. sanay) chi? "tu detesti tutti gli operatori d'iniquità" (Sl. 5:5), "Tutta la loro malvagità è a Ghilgal; là li ho presi in odio" (Os. 9:15). Nel giorno del giudizio, a quelli che non sono stati adottati nella Sua famiglia, Cristo dirà: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!" (Mt. 25:41). Ben difficilmente questo potrebbe essere considerato una manifestazione di amore! 

Nel giorno del giudizio, a coloro che non sono stati adottati nella Sua famiglia ma che avevano avuto l'audacia di infiltrarsi nella chiesa e farsi passare da cristiani, Cristo dirà: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!" (Mt. 7:23). Ancora forse che questo vuol dire che Dio li ama? Se Dio amasse tutti, anche quelli che non sono stati adottati nella Sua famiglia, come molti affermano oggi, com'è che è scritto: "Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù" (Ro. 9:13)?

Questo è il verbo greco per miseo che il dizionario traduce come "odiare, perseguire con odio, detestare". Nel testo originale di Malachia (Ma. 1:2,3), il termine ebraico è sanay, la classica parola per "odio", spesso usata nell'Antico Testamento in opposizione radicale a ahab (tradotta con "amore", vedi 2 Cr. 19:2; Sl. 97:10; 119:113; Ec. 3:8).

Non c'è modo di sfuggirvi. Con Giacobbe ed Esaù, vediamo le dottrine gemelle dell'amore selettivo e dell'elezione divina in azione. Elezione significa essere amati dal Signore dall'eternità e predestinati all'adozione come Suoi figli (figli per grazia e non per natura, essendo solo Cristo figlio di Dio per natura). Con Dio vediamo che amore ed elezione vanno mano nella mano. Coloro che credono, quindi, che Dio ami tutti - anche i perduti - generalmente respingono l'elezione divina alla salvezza. Però, coloro che considerano gloriosa la dottrina dell'elezione divina, si rendono conto ed accettano facilmente il concetto che l'amore di Dio sia selettivo e non universale. Che l'amore di Dio sia selettivo e non universale è il chiaro messaggio delle Scritture. Prendete, per esempio, questo brano: "Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo. In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà" (Efes. 1:3-5).

Vi sono pure molti altri testi che provano quanto l'amore di Dio sia selettivo: "Camminate nell'Amore, come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi" (Ef. 5:2 ND). Questo Paolo lo dice in una lettera indirizzata specificatamente ai credenti di Efeso, ed è chiaro a chi si riferisce quel "noi". "Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato sé stesso per lei" (Ef. 5:25). Nessun altro, solo la chiesa, il popolo di Dio. Non potrebbe essere più chiaro di così. E l'angelo disse: "Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccat" (Mt. 1:21). Egli non salva tutti. Solo il Suo popolo. Sono quelli che Egli si è prefisso di salvare. "Dò la mia vita per le pecore" (Gv. 10:15). E' solo per il Suo popolo - le pecore - che Egli ha versato il Suo sangue sulla Croce. "...perché egli ha portato i peccati di molti" (Is. 53:12), non tutti, ma molti. "Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti..." (Eb. 9:28). Indubbiamente molti, ma non tutti.

Sebbene questo insegnamento sia semplice e perfettamente accettabile e comprensibile a coloro che davvero sono salvati, sembra che causi molta costernazione e opposizione. Perché? Perché alla gente piace immaginarsi un Dio che ama universalmente e non selettivamente. Perché? Perché vorrebbero che la salvezza si basasse su una scelta personale piuttosto che sulla volontà di Dio. Perché? Perché non c'è dottrina che peggio ripugni all'arroganza umana che quella dell'elezione - che siete stati salvati per grazia (Ef. 2:4-9). Questo semplice insegnamento toglie il tappeto di sotto i piedi a coloro che si aggrappano all'errata nozione che la propria salvezza sia il risultato dell'esercizio del libero arbitrio. Il Signore Gesù Cristo disse: "In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio" (Gv. 3:3). E' interessante notare come il termine greco anothen, tradotto "di nuovo", significhi anche "dall'alto". Nati di nuovo, nati dall'alto, cioè da Dio. Un doppio significato. Qui ancora vediamo come la rigenerazione sia un atto di Dio. Però, nonostante il fatto che è affermato chiaramente nella Scrittura che questi, che così rinascono, "non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio" (Gv. 1:13), ancora molti cristiani credono che la nuova nascita sia il risultato della volontà umana. Si potrebbe essere più perversi di così? Capovolgere le chiare espressioni della Parola di Dio certo non è cosa che farebbe un vero credente.

La salvezza è la manifestazione dell'amore di Dio in azione. Se Dio lasciasse la cosa semplicemente al nostro libero arbitrio, se dipendesse da noi l'essere salvati oppure meno, sarebbe l'atto MENO AMOREVOLE che ci si potrebbe immaginare perché nessuno potrebbe essere salvato senza il Suo intervento! Al contrario, Dio ha espresso il Suo amore salvando, per Sé stesso, un popolo.

Gli altri li ha lasciati alle proprie risorse. Diciamo allora con forza che Dio non deve la salvezza a nessuno. Egli avrebbe potuto semplicemente cancellare l'universo e ricominciare tutto da capo dopo la Caduta. Nella Sua grazia, però, Egli aveva sin dall'inizio programmato di continuare con questo e - a differenza degli angeli decaduti, per i quali non c'è salvezza - Egli ha scelto, dalla massa di persone che nasce in questo  mondo di salvarsi un popolo. Come dice l'Apostolo Paolo: "Egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole" (Ro. 9:18). E' così e basta, senza discussione. Il vero cristiano non si sentirà risentito per questo. Sapete perché? Perché il Signore ha previsto che sia così e quindi per principio è giusto e buono. E' questo che tanti non riescono ad accettare. Semplicemente non permettono a Dio di essere Dio e di fare ciò che Egli ritiene più opportuno. No, deve essere come loro decidono che sia. Sanno molto meglio loro di Dio come devono andare le cose. Vogliono che la salvezza dipenda dalle decisioni umane, e non dalla potenza di Dio. A questi, però, l'Apostolo dice: "Che diremo dunque? Vi è forse ingiustizia in Dio? No di certo! Poiché egli dice a Mosè: «Io avrò misericordia di chi avrò misericordia e avrò compassione di chi avrò compassione». Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia" (Ro. 9:14-16).

Ancora non avete colto il messaggio? Non dipende né da chi vuole né da chi corre! Questo è ciò che dice la Scrittura, anche se la maggioranza dei cristiani sembra voler credere il contrario. La salvezza non dipende da un atto della volontà umana. Essa è solo il risultato della misericordia che Dio decide di dare a chi ritiene più opportuno. Non siete voi che avete scelto Cristo. Nella Sua misericordia è Lui che vi ha scelto. Questa è la bellezza della salvezza. Essa ridimensiona il nostro smisurato orgoglio. Perché non potete semplicemente accettare quel che dice la Scrittura? Non vorreste certo essere contati, quando siete messi di fronte al fatto che Egli salvi alcuni e lasci gli altri nei loro peccati, fra coloro che domandano: "Che diritto ha Dio di fare così?". A coloro che osano porre una simile rozza domanda, è solo una la risposta che tuonerà loro indietro: "O uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa plasmata dirà forse a colui che la plasmò: «Perché mi hai fatta così?». Il vasaio non è forse padrone dell'argilla per trarre dalla stessa pasta un vaso per uso nobile e un altro per uso ignobile? Che c'è da contestare se Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza dei vasi d'ira preparati per la perdizione, e ciò per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso dei vasi di misericordia che aveva già prima preparati per la gloria" (Ro. 9:20-23).

Si dovrebbe oggi pensare che nessuno abbia ancora
letto Romani 9, o che molti facciano finta che questo non sia scritto. Nei versetti citati i vasi d'ira preparati per la perdizione sono i non salvati, mentre i vasi di misericordia che aveva già prima preparati per la gloria sono i salvati. Notate bene come sia LUI, Dio, che ha preparato alcuni per la perdizione ed altri per la gloria. Egli solo ha plasmato un gruppo per "l'onore" ed un gruppo per "il disonore". E' tutto in questo testo. Non c'è modo di sfuggirne. Questa è la predestinazione in azione. Se rifiutate quanto la Bibbia dice chiaramente, in che modo possiate definirvi cristiani è un mistero. L'onnipotenza di Dio implica che Egli come un vasaio abbia piena disponibilità su di noi che siamo come argilla nelle sue mani. Chiunque non accetti l'onnipotenza di Dio come potrebbe essere salvato? Difatti credere in Cristo è - ipso facto - credere nell'onnipotenza di Dio.

Molti si debbono mettere una buona volta in testa che la salvezza non vuol dire far uso del nostro libero arbitrio (che è una delle nostre opere), ma che essa è dimostrazione della potenza di Dio nella Sua irresistibile chiamata alla salvezza. Paolo lo esprime in questo modo: "Prima che i gemelli fossero nati e che avessero fatto del bene o del male (affinché rimanesse fermo il proponimento di Dio, secondo elezione, che dipende non da opere, ma da colui che chiama)" (Ro. 9:11,12). Iddio aveva fatto la Sua scelta. In altre parole, elezione e predestinazione glorificano Dio e rendono umile l'essere umano.

La vera spiritualità esige che Egli deve crescere e noi diminuire. Vi sono tre cose principali di cui il vero convertito deve rendersi conto. Queste tre cose fanno parte della mente che deve avere chiunque venga a Cristo.
  • La prima cosa di cui si rende conto un vero convertito a Cristo, è che Dio è onnipotente ed ha il diritto ed il potere di fare tutto ciò che Gli piace, non importa quanto difficili siano le Sue azioni e quanto le Sue decisioni rendano perplesso il nostro presuntuoso e piccolo pensiero.
  • La seconda cosa di cui si rende conto un vero convertito a Cristo è che non possiamo pretendere di comprendere l'opera cosmica di Dio, e che quindi non siamo nella posizione di criticarla, di respingerla o di lamentarcene.
  • La terza cosa di cui si rende conto un vero convertito a Cristo è che l'opera di Dio esalta sempre Lui e rende umili noi.
Il dovere di ogni pastore è quello di aiutare i nuovi convertiti a rendersi conto pienamente di queste tre cose, perché quando comprenderemo bene queste cose, saranno queste che formeranno la qualità della nostra futura crescita spirituale. All'alba della Caduta, tutto era stato disegnato da Dio per dimostrare la follia dell'autonomia umana o angelica. In altre parole, l'intero spettacolo del cosmo è inteso come dimostrazione della potenza e della sovranità di Dio e della debolezza e della dipendenza dell'uomo.

La salvezza è basata su questi presupposti
. Eppure l'evangelicalismo moderno ha inventato quest'idea antropocentrica che Dio ami la creatura umana in ogni caso e che sia semplicemente l'atto dell'arbitrio umano a decidere se uno debba essere o non essere salvato. Si presenta allora un'immagine pateticamente debole di Cristo. Si dice che Egli sia morto per salvarci, ma che spetti a noi decidere se accettare o non accettare questa salvezza. E' come se Dio si dovesse piegare alla vacca sacra del nostro libero arbitrio. Su questa base Dio dovrebbe persino amare chi finisce all'inferno (ammesso che ci credano, perché anche alcuni evangelici sono disposti a contraddire la Bibbia ed a negarne l'esistenza!). Tutto questo non solo è del tutto sbagliato, ma anche completamente (e perversamente) opposto a ciò che dice la Scrittura. La Bibbia, infatti, mostra che:
  • solo Dio ha il potere di salvare (Atti 3:8);
  • una persona che sia nata di nuovo è tale non perché l'abbia essa stessa voluto ma perché Dio l'ha voluto (Gv. 1:13) ed è avvenuto mediante la potenza dello Spirito (Gv. 3:6);
  • la salvezza è completamente l'opera della grazia e non il risultato d'alcunché noi si possa fare (Ef. 2:4-9);
  • coloro che sono salvati sono stati predestinati a tale salvezza già da prima della creazione del mondo (Ef. 1:3-5; Mt. 25:34; Ap. 13:8; 17:8);
  • che i non salvati periranno nei loro peccati, andranno all'inferno, e saranno completamente tagliati fuori da qualsiasi possibilità d'essere amati da Dio (Mt. 25:41; 7:23; 2 Ts. 1:9; Ap. 14:10,11).
Se diciamo alla gente che Dio ama tutti indistintamente, che Egli ha già pagato il prezzo dei loro peccati sulla base di quell'amore e che Egli  sia solo impedito nel salvare qualcuno dalla resistenza che gli oppone il libero arbitrio umano, che messaggio stiamo mai comunicando? Mostriamo l'immagine di un Dio impotente tenuto in ostaggio dalla debole volontà umana.

Se Dio vuole salvarvi, vi salverà! E' né più né meno di questo. Se pensate che il vostro libero arbitrio sorpassi Dio in astuzia e lo possa mettere nel sacco, allora siete proprio degli illusi, e dei più grossi. La Bibbia mostra come nulla (e nemmeno il nostro cosiddetto libero arbitrio), "...né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore" (Ro. 8:39). L'amore salvifico è del tutto irresistibile. Ecco perché è così meraviglioso. Il Signore dice chiaramente: "Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (Gv. 6:44). Questa è elezione e predestinazione in azione. Perché tanti le fanno obiezione? E' una cosa meravigliosa, stupefacente. Quando Dio si propone qualcosa, Egli lo porta a compimento, e la volontà umana non può frapporvisi. Se siamo d'accordo oppure no è del tutto irrilevante.

Egli non ama tutti indistintamente e non deve renderne conto a nessuno. Se dite che la dottrina dell'elezione è ingiusta, non amorevole e crudele, e quindi non può essere vera, vi rispondo che dire che Dio stia a guardare impotente mentre la gente, con il proprio libero arbitrio, respinge la Sua offerta di salvezza e la stia a guardare in modo ancora più impotente e pieno d'amore mentre essi cascano all'inferno, è infinitamente più ingiusto, ed è una dottrina priva d'amore e crudele, per non dire ridicola.

Potreste ribattere che nella Bibbia è scritto: "Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Gv. 3:16), e che quindi Dio ama tutti indistintamente. La parola "mondo", però, non significa qui qualsiasi persona che sia mai esistita. Al contrario, si riferisce al mondo creato che è caduto in tale stato di perdizione a causa del peccato. Una parafrasi di questo versetto potrebbe essere: "Questo è l'amore di Dio, che Egli non ha respinto definitivamente questa razza umana decaduta (come ha fatto con gli angeli), ma, al contrario, che Egli ha dimostrato il Suo infinito amore dando il Suo unigenito Figlio". Egli non ha dato il Suo unigenito Figlio come atto d'amore per tutti coloro che nel mondo sono vissuti, vivono e vivranno. No, perché dalla bocca stessa di Gesù abbiamo che Egli è venuto sulla terra: "per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti" (Mt. 20:28; cfr. Is. 53:12; Mt. 26:28; Eb. 9:28). Non tutti, ma molti.

Il Suo amore nella salvezza è selettivo. Questa è la verità e quella con la quale dobbiamo convivere se vogliamo essere cristiani onesti e fedeli. A meno che, come  spesso oggi succede, si relativizzi l'autorevolezza della Bibbia e si dica che i nostri pensieri al riguardo siano più validi.

Ora potreste dire: "E se io fossi fra quelli che non sono stati eletti? Non avrei speranza. La vita sarebbe solo un'assurdità. Perché preoccuparci di essa. Facciamo pure quel che ci pare, tanto...". Questo, però, è un atteggiamento sbagliato. Come figli di Adamo noi tutti siamo in questo mondo senza speranza. Nessuno di noi merita d'essere salvato. Il fatto stesso che il Signore si compiaccia di salvare qualcuno, questo sì che è notevole! A noi, è detto: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno" (Lu. 13:24). E' nostro dovere sforzarci per entrare nel Regno di Dio. Non importa "che molti cercheranno di entrare e non potranno". Questo è irrilevante. Dobbiamo fare tutto ciò che è possibile per entrare nel Regno di Dio, con la forza (Mt. 11:12)! Ci è comandato di farlo (Mr. 1:14,15). Nessuno conosce la mente di Dio sulla questione dell'elezione. E' solo Suo privilegio. La realtà è questa: nessuno che voglia entrare nel Regno di Dio ne sarà escluso, e nessuno si troverà all'inferno se non ci voleva finire! Alla fine di tutte le cose, quando Lo vedremo come Egli è veramente ed entreremo nella Sua gloria, ci renderemo conto di quanto Egli sia perfettamente giusto e meraviglioso.

Detto questo, dobbiamo rammentarci che l'evangelizzazione non significa spiegare che cosa sia o non sia la predestinazione o l'elezione. Non si tratta di qualcosa che possa subito essere compresa, ci vorrà del tempo, anche se vi sono persone che se ne sono rallegrate agli inizi stessi della loro conversione. Questi argomenti possono essere compresi solo crescendo nella propria fede e comprensione delle Scritture. Si potrà certo alludere ad essa, ma è cosa che riguarda il seguito della vita cristiana. Evangelizzare significa chiamare uomini e donne al ravvedimento ed alla fede in Gesù Cristo. Evangelizzare significa raccontare che cos'è successo sulla Croce quando Cristo stesso ha sofferto i dolori dell'inferno nel Suo corpo e nella Sua anima per il Suo popolo, coloro che Egli amava sin dall'inizio. Evangelizzare significa parlare della vittoria della Croce che conduce inesorabilmente a vincere la morte nella risurrezione. Evangelizzare vuol dire spiegare che, ravvedendoci ed affidando tutta la nostra vita a Cristo, seguendolo come nostro Signore e Salvatore, saremo salvati.

La dottrina di Cristo e la dottrina della salvezza sono la gioia e la medicina del vero predicatore e di chi l'ascolta.
Certo, verranno presto i giorni in cui l'insegnamento che vi presentiamo sarà considerato non solo politicamente scorretto (come succede oggi) ma sarà totalmente proibito dalle autorità civili. Verranno presto i giorni in cui questo insegnamento non solo sarà negato e strappato via dalla stessa Bibbia, ma sarà anche reso illegale dal regime satanico che, preannunciato dalla stessa Scrittura, sarà stabilito sulla terra. Rammentatevi, però, che la verità ha una sua forza propria e niente e nessuno riuscirà mai, per quanto ci provi, ad estinguerla. Potrà essere temporaneamente ostacolata e nascosta, ma mai abolita per sempre. Amando la verità e proclamandola, aiuteremo a tenerla accesa nel mondo.

"A colui che siede sul trono, e all'Agnello, siano la lode, l'onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli" (Ap. 5:13).
 

di A. Morrison (adattamento di P. Castellina)

 

"Allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell'amore, avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesú Cristo secondo il beneplacito della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia mediante la quale egli ci ha grandemente favoriti nell'amato suo Figlio" 
(Efesini 1:4-6)


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1 comments:

  1. Sono d accordo...Dio conosce i SUOI 2 TIMOTEO 19 e anche se spesso trovo ostilità nascosta dietro un falso buonismo che dice che siamo tutti uguali dobbiamo prendete atto che non è così...Gesu parla chiaramente di grano e zizzania figli di Dio e figli del diavolo e ugualmente dice fa questo riconoscerete i figli di Dio dai figli del diavolo dall amore gli uni verso gli altri ...insomma complimenti

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