Muovere i primi passi verso la comprensione della Tribolazione | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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domenica 1 ottobre 2017
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Muovere i primi passi verso la comprensione della Tribolazione

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La persecuzione e la diffusione del vangelo 

Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini; perché vi metteranno in mano ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe. Matteo 10:16-17
Nel Nuovo Testamento persecuzione e diffusione del vangelo vanno di pari passo. Laddove c’è persecuzione è perché il vangelo viene predicato (la persecuzione a cui Gesù si riferisce in Matteo 24 si verifica perché i credenti stanno diffondendo il vangelo fedelmente).

La persecuzione e le opportunità di testimoniare

e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per servire di testimonianza davanti a loro e ai pagani.Matteo 10:18
 
La persecuzione futura offrirà ai credenti un’opportunità di presentare il vangelo alle autorità governanti. Il periodo di testimonianza mondiale (di “risveglio”) descritto in Matteo 24 toccherà ogni sfera sociale (elites governative incluse).

Lo Spirito Santo prepara i credenti per una testimonianza efficace

Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire; perché in quel momento stesso vi sarà dato ciò che dovrete dire. Poiché non siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Matteo 10:19-20
 
Se la potenza per essere testimoni di Cristo è un’opera esclusiva dello Spirito Santo, questo vale anche per i credenti a cui Matteo 24 si riferisce, la cui testimonianza produrrà abbondanti risultati.

La diffusione del Vangelo è accompagnata da miracoli

Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Matteo 10:8
 
I segni, prodigi e miracoli verranno accordati ai credenti per favorire la loro credibilità. Non verranno elargiti per spaventare i non salvati, ma per risvegliare le loro coscienze affinché credano alla potenza salvifica di Dio – per attirare la loro attenzione al vangelo e per favorirne la credibilità. La presenza di segni e prodigi in Matteo 24 attesta che un risveglio è in atto (il risveglio della Tribolazione) per la fedele testimonianza di credenti consacrati.

La diffusione del vangelo produce anche separazione

Il fratello darà il fratello a morte, e il padre il figlio; i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire.Matteo 10:21
perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua. Matt. 10:35-36
 
La diffusione del vangelo sembra andare a braccetto con il tradimento, la separazione e le divisioni all’interno delle famiglie. Anche in questo caso siamo in presenza di un linguaggio figurativo – di una sineddoche – dove una parte della frase serve per rappresentare il discorso nel suo insieme. In altre parole, il vangelo non sarà solo causa di divisioni in famiglia, ma anche all’interno di gruppi sociali di ogni genere, tra amici e colleghi, tra ministri di culto e intere denominazioni. Le divisioni di cui si parla in Matteo 24 sono solo la descrizione della dolorosa ripercussione che accompagnerà la diffusione del vangelo – da una parte ci saranno cristiani che rimarranno fedeli e dall’altra coloro che comprometteranno la loro dedicazione a Cristo ritirandosi dal loro mandato.

Dio promette consolazione e sostegno ai credenti che soffriranno la persecuzione per amore del vangelo

Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri. Matteo 10:29-31
 
Qui Gesù non dice che i credenti fedeli saranno salvati dalla sofferenza e/o risparmiati dalla morte. Tuttavia, ai suoi Dio promette conforto assicurando che la sua presenza sarà sempre con loro, sopperendo ad ogni bisogno con la misura di grazia necessaria per sopportare la persecuzione (che la loro fedele testimonianza inevitabilmente avrà prodotto). Nel mezzo della tribolazione, dei patimenti e delle sofferenze, il Signore si rivolgerà a loro con parole di conforto.

Lo stesso concetto ripreso dal vangelo di Luca ci dimostra che è irragionevole aver paura.


Ma a voi, che siete miei amici, io dico: non temete quelli che uccidono il corpo ma, oltre a questo, non possono far di più. Io vi mostrerò chi dovete temere. Temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella geenna. Sì, vi dico, temete lui. Luca 12:4-5
 
Perciò, siamo pienamente giustificati ogni volta che solleviamo dei dubbi sul fatto che la chiesa sarà risparmiata dalla Tribolazione, perché né nel Nuovo Testamento, né nei duemila anni di storia della Chiesa si è mai trovata testimonianza che dei credenti siano scampati alla persecuzione derivante dalla predicazione del vangelo.

Dio promette una ricompensa ai credenti che rimangono fermi nella loro testimonianza

Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Matt. 10:32-33
 
Dio promette una ricompensa ai credenti che testimoniano in suo favore, qualsiasi siano le sofferenze ad essa connesse. Questo verso è quasi una copia di 2 Timoteo 2:12 …..

Certa è quest’affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; se abbiamo costanza, con lui anche regneremo; se lo rinnegheremo anch’egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. 2 Tim. 2:11-13
…e può essere usato per spiegare il significato del verso 33 …..
Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Matt. 10:33
 
2 Timoteo 2:11 ci dice:
  • che tutti coloro che sono stati giustificati in Cristo saranno risuscitati con Lui a vita eterna;
  • che tutti quelli che soffrono per Lui – rimanendo fedeli alla loro chiamata qualsiasi angoscia questa comporti – saranno ricompensati con il privilegio di regnare con Cristo nel regno del Millennio;
  • che a coloro che rifiutano di soffrire con Cristo, avendo scelto di compromettere la propria testimonianza, verrà negato il privilegio di regnare con Lui;
  • che anche se al credente infedele verrà negato il privilegio di regnare con Cristo, pur tuttavia non perderà la sua salvezza. La frase “perché non può rinnegare se stesso” significa che Dio non ritorna indietro sulla sua parola. La salvezza è un dono; il privilegio di regnare con Cristo è una ricompensa.
Questo non è altro che il significato di Matteo 10:32-33  …..
Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli.

..… ed anche il significato di Matteo 10:22 …..
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.
(qui è inclusa anche la consegna del premio finale)
….. che combacia esattamente con una frase che si trova in Matteo 24:13 e che getta luce sul suo significato …..
ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.
….. e ciò significa che la perdita della retribuzione è il punto, non la perdita della salvezza. Questo ci dice quanto sia importante in Matteo 24 la retribuzione (il premio) nella testimonianza e nella sofferenza – ma anche che lo status futuro del credente nel regno a venire è deciso dalle singole scelte che si fanno giorno per giorno – se testimoniare fedelmente a favore di Cristo o se tirarsi indietro.


2 TIMOTEO 2:11-13


2 TIMOTEO


La Tribolazione: Persecuzione

Allora vi abbandoneranno all’oppressione e vi uccideranno. Matt. 24:9a
 
Questo verso ci fa fare un balzo all’inizio della Grande Tribolazione, allorché il trattato con la morte sarà firmato tra l’Anticristo e i capi di Israele.....
Egli (l’Anticristo) stabilirà un patto con molti (la maggioranza politica in Israele), per una settimana (gli ultimi sette anni della profezia di Daniele)Dan. 9:27
…..ponendoci proprio nel mezzo della settantesima settimana di Daniele per descrivere la persecuzione che avrà luogo in quel tempo. È improbabile che la persecuzione qui descritta arrivi sulla chiesa d’improvviso, perché la persecuzione non viene “dal nulla”, ex nihilo, ma richiede uno specifico ambiente sociale che ne prepara la via e la facilita. Perché la persecuzione totale si verifichi, due precondizioni sono in gioco:
  • un collasso delle norme culturali che solitamente tengono a freno l’odio e la crudeltà – un collasso che lascerà le persone così disorientate, confuse e incapaci a distinguere tra il buono e il cattivo; e in concomitanza,
  • qualcosa di razionale che dia legittimità alla situazione di anomia sociale.
È ciò che descrive il verso 12, un vero e proprio allontanamento da quello che una volta era normale.
Perché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà. Matt. 24:12
Il verso 12 ci dice che il periodo di tribolazione sarà segnato da un rampante aumento (plhqunqhnai) dell’iniquità. Quello che viene qui indicato non è semplicemente un incremento marginale del peccato, ma un collasso totale e pervasivo di norme etiche simile a quello che spinse Dio a giudicare Sodoma e Gomorra, del genere che portò Isaia ad avvisare (invano) Israele prima che venisse preso d’assedio dai Babilonesi …..
Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene,che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre,che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro! Isaia 5:20
Un collasso morale del genere non è mai istantaneo, ma ha sempre origine da una lenta erosione dell’ordine morale (che comincia quasi sempre dalla base intellettuale della società). La struttura sociale potrà apparire sana e intatta per un periodo, ma prima o poi l’effetto disintegrazione si moltiplicherà, dalle fondamenta dell’edificio fino ai piani evelati, dall’ avant-garde culturale all’intera comunità che l’abbraccia, dalle università ai giornali e ai mezzi di comunicazione di massa.
Una volta che l’ordine morale non sarà più onorato dalla base sociale, avverrà che chiunque vi aderirà – chiunque oserà ammettere che la sua vita è ancora governata da un codice di condotta biblico – sarà apertamente disprezzato e censurato per intolleranza, bigotteria e ristrettezza mentale. Questo è quello che è cominciato a verificarsi a partire dagli anni 70 con la nascita del relativismo postmoderno (post-relativismo) e il diffondersi della cultura pop.
Il palcoscenico sarà quindi aperto ad una persecuzione “legale” – quella del tipo descritta al verso 9. Tutto ciò che serve è qualcosa per giustificarla e una scintilla per innescarla.

La persecuzione: di portata mondiale

e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome. Matteo 24:9b
La persecuzione qui descritta sarà di portata mondiale. Per quei credenti che già la sperimentano (si pensi alla Cina o all’Asia) all’inizio non sarà altro che una semplice escalation delle sofferenze che normalmente sono costretti a subire – anche se poi raggiungeranno livelli più alti. Questo avverrà dopo l’abominazione della desolazione (24:15) – cioè dalla metà della settantesima settimana di Daniele in poi.
in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e offerta; sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore. Il devastatore commetterà le cose più abominevoli, finché la completa distruzione, che è decretata, non piombi sul devastatore. Dan. 9:27

Verso 10 – tradimento

Il verso 10 parla invece di “separazione”….
Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda. Matt. 24:10
…. che si verificherà tra i cristiani non appena comincerà la persecuzione. Due saranno i gruppi che si formeranno in quel periodo nella chiesa e che si divideranno. Questo è chiaramente preannunciato dal nostro modello interpretativo di Matteo 10.
  • Un gruppo insisterà sulla ricerca di un compromesso con le autorità nella speranza che la persecuzione nei loro confronti venga alleggerita.
  • L’altro gruppo rimarrà fedele al Signore rigettando ogni compromesso e testimoniando con franchezza delle verità storiche della fede cristiana, che Dio ha mandato Gesù Cristo nel mondo per liberare uomini e donne dal potere di satana per affidarli al regno del figlio di Dio …..
Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. Col. 1:13
….. e che non c’è alcun’altra via per la salvezza se non in Gesù …..
Gesù gli disse: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Giovanni 14:6
Ancora una volta questo concetto è ripreso esattamente nel modello interpretativo di Matteo 10.
Ora non abbiamo più dubbi del fatto che l’inizio della separazione descritta al v. 10 ……
Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda. Matteo 24:10
….. possa essere collegata con l’inizio dei dolori descritto in Matteo 24:7-8.

Verso 11 – Inganno: uomini di carisma

Il verso 11 ci dice che …..
Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. Matteo 24:11
In un contesto di crisi sociali, morali, economiche e geopolitiche, emergeranno inevitabilmente dei falsi “Messia” che si autoproclameranno promettendo libertà e falsa speranza. Anche se il verso 11 descrive l’ascesa di falsi profeti all’interno della comunità cristiana, questo non vuol dire che non avvenga anche tra i non credenti, allorché personaggi politici e ciarlatani di ogni genere avanzeranno sulla scena mondiale con la promessa di porre rimedio alle piaghe politiche e sociali che avranno afflitto l’umanità.
anticristo

Uno di loro sarà l’Anticristo – che introdurrà se stesso con una promessa di pace – una pace irresistibilmente allettante per il mondo già nel caos per conflitti militari, crisi economiche, ambientali, ecc… Questi è il cavaliere del cavallo bianco del primo sigillo di Apocalisse 6 – che esce cavalcando portando con sé un arco, ma senza frecce nella faretra – simbolo dell’intenzione a non far uso di mezzi violenti (almeno nella fase di ascesa a leader politico mondiale), almeno inizialmente. Egli si guadagnerà una buona reputazione grazie al successo nelle negoziazioni dei conflitti – che alla fine utilizzerà per stringere il tanto atteso trattato di pace (un vero patto di difesa) in Medio Oriente – o come dice la scrittura, “l’alleanza con la morte” o “il patto con il soggiorno dei morti” (ISAIA 28:15)
Egli (l’Anticristo) stabilirà un patto con molti (i politici di Israele), per una settimana. Dan. 9:27

Verso 12 – L’assenza di carità

Il verso 12 prosegue dicendo ….
Poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà. Matteo 24:12
Qui è necessario sottolineare due cose …
  • che la parola “aumenterà”, come è già stato detto significa che moltiplicherà in maniera non marginale, ma su vasta scale; e,
  • che la parola originale greca (ton) tradotta con “dei più, vuol dire l’amore della maggioranza – il chè significa che la vasta maggioranza dei cristiai comprometterà la propria fede e si ritirerà davanti al compito di testimoniare al mondo la propria fede.
Questo verso ci sta dicendo quello che in pochi vogliono ammettere – ci parla di una tragedia che ci spezza il cuore: che la maggioranza dei cristiani si svierà abbandonando il ruolo di testimoni, rifiutando di combattere per la causa di Cristo.

Verso 13 – Perseveranza e ricompensa

Questo ci porta al verso 13 …..

Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. Matteo 24:13
Anche qui abbiamo la stessa promessa che troviamo in Matteo 10 ….
Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Matteo 10:32-33

tortura
 
….. un passaggio della scrittura che abbiamo interpretato alla luce di 2 Timoteo 2:11-13, dove Paolo spiega che il punto non è la salvezza o la dannazione, ma la ricompensa o la mancata ricompensa.
Certa è quest’affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; se abbiamo costanza, con lui anche regneremo; se lo rinnegheremo anch’egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. 2 Tim. 2:11-13
Siamo in presenza di un vero archetipo culturale (tipico dell’Antico e del Nuovo Testamento, una moneta comune non solo nella scrittura, ma anche nella letteratura secolare) cioè che tutti coloro che servono fedelmente il loro Re in battaglia (quando si schierano con lui mentre gli altri si ritirano) e che giurano lealtà al Re per sempre, vengono elevati allo status di signori del regno (a prescindere dalla loro posizione sociale) ottenendo l’inestimabile privilegio di regnare con lui e di far parte della sua “schiera di fratelli“.

Il miglior esempio della Bibbia di quanto sopra esposto lo troviamo nell’episodio dei trentasette uomini valorosi di Davide – i quali, malgrado le avversità, si strinsero attorno al loro condottiero per combattere contro i Filistei – e che regnarono con lui fino a che non venne incoronato Re (2 Samuele 23:8-39 e 1 Cronache 11:10–47).
Invece, l’Enrico V di Shakespeare è uno degli esempi più belli che si trovano nella letteratura secolare. Chi può dimenticare quei mirabili versi che Shakespeare dedica al Re Enrico V nel quarto atto, terza scena?
Re Enrico V

Felici noi, noi pochi,
schiera di fratelli;
poiché chi oggi spargerà il suo sangue
con me sarà mio fratello,
e per quanto bassa sia la sua condizione
questo giorno la nobiliterà:
molti gentiluomini che dormono ora nei loro letti in Inghilterra
malediranno se stessi per non essere stati qui oggi,
e non parrà loro neanche di essere uomini quando parleranno
con chi avrà combattuto con noi il giorno di San Crispino. 

In altre parole, il Re Enrico V sta dicendo che chiunque combatte per la sua causa – cioè chiunque versa il suo sangue assieme a lui in battaglia – sarà nominato Signore del Suo Regno. Questo è lo stesso concetto riportato da Paolo in Filippesi 3:11-14.
Per giungere in qualche modo alla risurrezione (exanastasin) dei morti. Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio (brabeion) della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.
Paolo non sta mettendo in dubbio che la sua salvezza è un pericolo, perché è sicuro di essere pienamente giustificato nel sangue dell’Agnello e che la sua giustificazione è un dono incondizionato, totalmente svincolato da ogni suo merito.

Dov’è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede; poiché riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge. Romani 3:27-28
Ciò per cui Paolo sta combattendo è il premio (brabeion) – la ricompensa che Dio promette a tutti coloro che lo servono fedelmente, che non si ritirano di fronte alle difficoltà e sofferenze. È la stessa parola che usa in 1 Corinzi 9:24.
Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio (brabeion)? Correte in modo da riportarlo.
Ottenere un premio implica un impegno da parte di chi lo riceve. Il dono, d’altro canto, non implica nulla se non accettare quel dono che viene fatto. Qui Paolo non sta parlando del dono, ma del premio – di quel premio che Dio riconosce a tutti i credenti che rimangono fedeli – che si schierano con lui nella battaglia spirituale – che non si ritirano di fronte alle avversità: il premio di regnare con lui nel regno che deve venire è quello di diventare parte della “schiera di fratelli” di Cristo, cioè di essere invitati a far parte del circolo più intimo riservato da Cristo ai suoi uomini di valore! Questo lo ripete Paolo in Filippesi 3:11-14.
La parola per risurrezione nel verso 11 non è la parola che Paolo normalmente usa, exanastasin, ma è anastasin. Il prefisso ex (ek) significa fuori da e implica …
  • la risurrezione dei giusti (risorti a vita eterna – un dono),
  • che c’è una seconda risurrezione dei fedeli allo status di co-regnanti con Cristo (elevati per essere ricompensati).

 tribolazione


La tribolazione è il mezzo utilizzato da Dio per risvegliare i sensi dei non credenti, per aprire i loro occhi alla condizione miserabile in cui versano e per far loro capire l’assurdità di vivere una vita senza Dio. E’ anche il mezzo di Dio per spronare i credenti ad un cammino di comunione più intima con lui, perchè riscoprano le giuste priorità e comincino a investire nel regno di Dio. (1) La tribolazione ha inizio e i non credenti ne subiscono la pressione (2) e sono forzati ad operare una scelta. Coloro che si affidano a Cristo (3) sono salvati (4), mentre, chi rifiuta l’offerta di grazia e di perdono (5) è destinato al suo giusto giudizio (6). La tribolazione ha effetto anche sui credenti (7) i quali si trovano a loro volta di fronte a una scelta. Coloro che rimangono fedeli testimoni alla loro fede e chiamata, qualsiasi sofferenza questa comporti (8), riceveranno una giusta ricompensa entrando a far parte della “compagnia dei fratelli di Cristo” per avere il privilegio di regnare con lui (9). Quelli che si ritirano, rifiutando di soffrire per la causa di Cristo (10) si vedranno rifiutare il privilegio di regnare assieme a lui, non potendo entrare a far parte della sua compagnia valorosa di fratelli. Questo sarà per loro una perdita schiacciante (11).

Verso 14 –Tribolazione e risveglio

E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine. Matt. 24:14
Il “vangelo dei regno” è il “vangelo di Dio” (il “vangelo della salvezza”), anche se per molti anni gli studiosi hanno provato ad operare una distinzione tra le due espressioni. Molti studiosi moderni, tuttavia, confermano che la frase “il vangelo del regno” è niente più che una metonimia, una figura retorica che consiste nel sostituire un termine proprio o una frase con un altro o un’altra che trasmette essenzialmente lo stesso significato. Qualcosa simile a un eufemismo. Perché l’uso di una metonimia nel discorso profetico? Perché i Giudei erano riluttanti all’uso della parola Dio per paura di profanare l’ineffabile nome. Infatti, anziché dire o scrivere “il regno di Dio”, scrivevano “il regno dei cieli”. Qui vale la stessa cosa: anziché dire o scrivere “il vangelo di Dio” – per indicare il vangelo della salvezza, la buona notizia della grazia redentrice di Dio, dicono o scrivono “il vangelo del regno”. E questo è il punto del verso 14, un risveglio di portata mondiale, lo scopo e la natura del quale farà piccoli i risvegli del passato.
Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano. Apocalisse 7:9
Poi uno degli anziani mi rivolse la parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono venute?» Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. Apocalisse 7:13-14
E’ solo durante la tribolazione che il vangelo verrà predicato a tutta l’umanità. Solo allora ogni uomo, donna e bambino verranno raggiunti con il messaggio della buona notizia.
Durante la tribolazione saranno redente più anime che in ogni altro periodo della storia. La tribolazione innescherà un risveglio di portata mondiale. E perché? La risposta è perché la persecuzione avrà purificato la chiesa dall’impurità che allora si sarà sbarazzata del falso e dell’infedele. Coloro che rimarranno in piedi saranno completamente spesi per Dio e non tratteranno nulla per loro stessi. Lo stesso varrà per coloro che si aggiungeranno alla chiesa in quel periodo, i quali, dopo aver valutato i costi della loro consacrazione, porteranno il loro contributo alla causa di Cristo. Più i martiri saranno, più il vangelo della salvezza si spanderà.
La Tribolazione è l’ultima chiamata di Dio all’umanità; non è un tempo d’ira, ma un periodo di grazia, una chiamata finale al ravvedimento e alla salvezza. Prepariamoci sin da ora per essere pronti quando arriverà la Tribolazione. Che Dio ci dia l’onore di essere insigniti della corona della vita per il nostro fedele servizio e ricompensati con l’accesso alla sua gloriosa compagnia di fratelli.

tempi finali


Riassumendo

  • Quanto sono importanti i segni? Molto. Se non vi faremo attenzione saremo presi alla sprovvista dagli eventi futuri.
  • Perché rischieremmo di non dargli la giusta importanza al loro apparire? Per la stessa ragione descritta nella parabola del diluvio: perché saremo assorti nella ricerca delle cose della vita.
Si tratta in grandi linee dei semplici principi enunciati da Gesù all’inizio del suo ministero …
Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona. Matt. 6:24
… principi ai quali i credenti non sempre aderiscono perfettamente.

Un credente infedele non godrà della piena intimità con Cristo al suo ritorno, né tantomeno avrà l’onore e il privilegio di regnare con lui nel futuro regno del millennio. Questo è nella sostanza il significato delle frasi gli riserverà la sorte degli ipocriti”, lo farà punire a colpi di flagello” e dell’idea del senso di rimorso insito in “pianto e stridor di denti.
Questo è il fato di tutti i servitori infedeli! È la perdita delle perdite! Ma”, tu obietterai, “io pensavo che al ritorno di Cristo tutti i credenti avrebbero avuto gli stessi privilegi e goduto dello stesso livello di intimità con il loro Salvatore?” E’ ora di ripensarci!
 di Douglas R. Shearer

 Per gentile concessione di Sequenza Profetica




"Costoro sono quelli che sono venuti dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello.
Per questo essi sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte nel suo tempio; e colui che siede sul trono dimorerà tra di loro.
(Apocalisse 7:14-15)
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