La restaurazione nella chiesa non è questione solo di doni carismatici
e di strutture organizzative. Il popolo di Dio deve recuperare il possesso
di tutto ciò che gli appartiene in Cristo. E uno dei suoi beni
più preziosi è la libertà dalla legge e dalla
condanna.
Purtroppo, molti cristiani vivono oppressi da un senso di fallimento e di
colpa, anziché nella vittoria e nella gioia. Se dunque vogliamo che
la chiesa sia restaurata, i credenti devono essere liberati dal legalismo
che cosí spesso permea l'atmosfera delle chiese evangeliche.
Questo tema della grazia è stato per me e per altri il
segreto di una gloriosa liberazione. Abbiamo afferrato finalmente il messaggio
che sta al cuore del Vangelo: che siamo liberi rispetto alla legge.
La tendenza a ridurre la vita cristiana a una serie di regole esteriori è
stata sconfitta dall'autorità della Parola di Dio: "Io sono morto
alla legge, per vivere a Dio" (Gal. 2:19).
- Un altro vangelo
Nulla ha tanto ostacolato la crescita del Regno di Dio come il legalismo. Il diavolo sa bene che è più efficace sovvertire la natura stessa del Vangelo che combatterlo apertamente, perché cosí gli toglie ogni efficacia. Una religione fatta di divieti - "Non toccare, non assaggiare, non maneggiare!" - può avere un'apparenza di sapienza sul piano umano, ma, dice Paolo, non ha alcun valore contro l'indulgenza dei desideri carnali (cfr.Col. 2:21-23).
È consolante sapere che Paolo dovette affrontare gli stessi nostri problemi! Si meraviglia che i suoi discepoli abbiano cosí presto abbandonato "colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo" per seguire "un altro vangelo; il quale poi non è un altro vangelo; ma ci sono alcuni che... vogliono sovvertire il Vangelo di Cristo" (Gal. 1:6-7).
In Romani capitolo 7, Paolo spiega che tutti noi siamo per natura "sposati" con un marito duro e impietoso - la legge - che ha su di noi un potere assoluto e ci fa notare continuamente i nostri errori e i nostri difetti. Egli non muove mai un dito per aiutarci, anzi, non è neanche capace di farlo! Infine, ha sempre ragione. E, finché rimane in vita, non siamo liberi di sposare un altro. Che situazione!
In Romani capitolo 7, Paolo spiega che tutti noi siamo per natura "sposati" con un marito duro e impietoso - la legge - che ha su di noi un potere assoluto e ci fa notare continuamente i nostri errori e i nostri difetti. Egli non muove mai un dito per aiutarci, anzi, non è neanche capace di farlo! Infine, ha sempre ragione. E, finché rimane in vita, non siamo liberi di sposare un altro. Che situazione!
Non solo, ma Gesù ci dice con grande chiarezza che la legge non
cesserà mai (Matt. 5:17-20). Sembra che siamo intrappolati, senza
possibilità di scampo da una vita di fallimento e di condanna.
- La via di
uscita
Dopo aver descritto la situazione nei termini più neri possibili,
Paolo ci mostra la via d'uscita. La legge, è vero, non morirà
mai, ma - che bella notizia! - noi siamo morti alla legge attraverso
il corpo di Cristo, per appartenere a Lui (cfr.Rom. 7:4).
Dio fa conto che tutti coloro che sono in Cristo sono morti con Lui. Ora,
la legge non ha poteri sui morti. Noi siamo stati dunque liberati dal dominio
della legge per servire Dio nella per la nuova via dello Spirito, e non per
quella vecchia della lettera. Le leggi non possono mai produrre la vita:
tracciano soltanto il confine tra il bene e il male. Altrimenti, la giustizia
si sarebbe basata sulla legge (cfr.Gal. 3:21). Ma la legge è un "marito"
impotente, incapace di generare la vita.
Ora però, morti nei confronti della legge, siamo liberi di sposare
Cristo e portare frutto per Dio (cfr.Rom. 7:4). Gesù non è impotente:
è pieno di vita, e se dimoriamo in Lui, porteremo molto frutto.
I problemi sorgono quando il neo-convertito, dopo avere conosciuto la grazia,
ritorna dal vecchio "marito", la Legge, per vivere la nuova vita! Questo
produce sempre schiavitù e frustrazione. Dopo un periodo di pesantezza,
egli va di nuovo da Gesù per ricevere ancora il perdono. Ma troppo
spesso non comprende quello che fa, e di nuovo si impone delle regole per
non venire più meno a Gesù. Che confusione! Nessuna meraviglia
se tanti credenti vivono una vita di "alti e bassi": passano continuamente
da un marito all'altro!
- Congedati
Immaginate un soldato arruolatosi volontario. Sottoposto a tutti i rigori della vita militare, deve ubbidire a tutti gli ordini. Ma viene il giorno del suo congedo, e si incammina allegramente verso il cancello della caserma.
Ma ad un tratto lo scorge un maresciallo, che gli grida di fermarsi e mettersi
sull'attenti. L'ex soldato dapprima si impressiona; ma poi ricorda che si
è congedato, e lo saluta con brio: "Ciao ciao, maresciallo!" Questi
si arrabbia e diventa rosso in viso, ma non ha più poteri: il soldato
non è più sotto la sua autorità.
Allo stesso modo, noi siamo "congedati" dalla legge. Dobbiamo ricordarci
continuamente che siamo morti nei confronti della legge, che non è
più alla base del nostro rapporto con Dio. Ci siamo sposati con Cristo;
e la fruttuosità della nostra vita cristiana dipende dal nostro rapporto
di amore con Lui.
Tutti i veri cristiani sanno di non poter essere giustificati dalla
legge; ma molti non hanno capito di non poterne essere neanche
santificati. La legge condanna sempre. Essa serve solo per condurci
a Cristo (Gal. 3:24).
Il dramma di molti credenti è che finiscono in trappola. Si sentono
in colpa verso Dio per la mancanza di santità nella loro vita, e con
rinnovato zelo decidono di cambiare. Ma proprio qui, quando stanno per uscire
dal laccio, commettono l'errore che li riporta sempre alla sconfitta. Cominciano
ad imporsi di nuovo delle regole: mettono la sveglia mezz'ora prima, si
ripromettono di leggere tutta la Bibbia nel corso dell'anno, e cosí
via. Tutte cose valide di per sè, ma che non costituiscono
il segreto per "regnare nella vita"!
L'errore è pensare che, per vivere nella vittoria, bisogna fare
qualcosa. Il Nuovo Testamento ci insegna che, al contrario, regnano nella
vita coloro che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono
della giustizia (Rom. 5:17).
- Nessuna
condanna
Tanti credenti vivono con un perpetuo senso di condanna. Ma la risposta alla condanna non è mai migliorare il rendimento; piuttosto, è contare sulla posizione che è nostra per grazia. Dio ci ha giustificati come dono gratuito. Se dunque siamo stati assolti da Lui, nessuno ci può condannare! Dio ci dichiara innocenti, e non c'è una corte superiore cui Satana possa ricorrere in appello! Non c'è per noi alcuna condanna: non perché di recente siamo andati bene, ma perché siamo in Cristo Gesù, che ha portato le nostra colpe sulla croce. Siamo stati resi giusti agli occhi di Dio come dono gratuito.
Più apprezziamo questa verità, più sapremo respingere
il continuo bombardamento di accuse con cui Satana tenta di buttarci giù.
Egli sa che se riesce a spostarci dal terreno della nostra posizione in Cristo,
avrà la meglio su di noi. Potremo riuscire per un po' con i buoni
propositi, ma presto saremo di nuovo sotto condanna. La legge uccide sempre!
- In Adamo o in
Cristo?
Paolo ci dice che Adamo è un'immagine che rappresenta Cristo (cfr.Rom.
5:14). In che modo lo rappresenta Adamo?
La somiglianza sta nel fatto che quando peccò Adamo, capostipite del
genere umano, ci rese tutti peccatori. Eravamo tutti "in Adamo", e fummo
tutti contaminati dalla sua colpa. Nessuno sforzo umano può separarci
da lui e renderci giusti: fino a che siamo "in Adamo" restiamo colpevoli,
e non possiamo liberarci da soli.
Quando invece nasciamo di nuovo, entriamo a far parte di una nuova razza
che fa capo a Gesù. Esattamente come la colpa di Adamo ci fu addebitata,
cosí ora la giustizia di Gesù ci viene accreditata. Le nostre
manchevolezze non ci squalificano; non siamo relegati a una "terra di nessuno"
tra Gesù e Adamo. O siamo in Adamo, e perciò peccatori, o siamo
in Cristo, e di conseguenza giusti. Gesù Cristo è la
nostra giustizia, ed Egli non cambia.
Questa verità ci libera dall'oppressione e dalla condanna. Noi siamo
in Cristo, l'amato Figlio di Dio, e per amore di Lui, il Padre celeste
ci benedice di ogni benedizione spirituale (cfr.Ef. 1:6).
- Legalismo
Come alcuni tra i primi credenti erano tentati di farsi circoncidere per
sentirsi più sicuri di essere accettati da Dio, cosí molti
cristiani moderni adottano delle abitudini religiose esteriori nel vano tentativo
di meritare la grazia, che Dio invece vuole darci liberamente.
Questo problema si riscontra dappertutto. Tanti credenti sono presi da dettagli
esteriori: liste di luoghi in cui è vietato recarsi, di vestiti da
non indossare e di cose da non fare. E questo ha anche un effetto distruttivo
sulle riunioni della chiesa. Distratti da regole e da divieti, finiamo per
guardare se gli altri li stanno osservando alla lettera, e questo ci impedisce
di conoscerci veramente come amici.
Quando invece ho compreso di essere "accettato nell'Amato suo", sono libero
di ricevere te, che sei stato accettato allo stesso modo. Cosí possiamo
instaurare un rapporto di ben altro tipo!
- Dottrina
pericolosa?
Non è forse pericoloso affermare che la giustizia del cristiano è
indipendente dalla legge? Non c'è il rischio di cadere nell'anarchia,
di fare tutto quello che ci pare e piace e considerarci comunque giusti?
Paolo anticipa questa obiezione: "Rimarremo forse nel peccato affinché
la grazia abbondi?" (Rom. 6:1). La sua risposta è chiara: "No
di certo!". Noi che siamo in Cristo siamo stati uniti con Lui nella sua
morte e nel suo seppellimento, e cosí siamo stati liberati dal peccato.
Dobbiamo fare affidamento su questi fatti nella nostra vita quotidiana (cfr Rom.
6:11).
Non facciamo conto che sia vero per far sí che avvenga, ma perché
è cosí. Una volta sono arrivata in un aeroporto, credo
in Spagna, e mi dissero che erano le quattro di pomeriggio. Ma il mio orologio
indicava che erano invece le tre! Dovevo forse fare finta che fossero le
quattro, pur sapendo che in realtà erano le tre? Stranamente, non
mi fu necessario esercitare una grande forza di volontà per credere
che erano le quattro. Il fatto era che, dal momento che mi trovavo in Spagna,
erano le quattro!
Non buoni consigli, ma buone notizie!
Cosí è per noi quando usciamo da Adamo per vivere in Cristo.
Non ho bisogno di concentrare la mia forza di volontà per credere
di essere morto al peccato. La Bibbia mi dice che chi è in Cristo
è morto al peccato, perciò devo solo accettarlo come
un fatto! Il vangelo mi libera dal peccato. Questa è una buona notizia
davvero! Non solo ci libera dalla condanna e ci rende giusti come dono, ma
ci libera anche dal dominio del peccato e ci fa diventare schiavi della
giustizia.
La vita cristiana è un cammino e un combattimento di fede.
Quando la Scrittura ci promette la liberazione dal peccato, la nostra tendenza
è quella di guardare il nostro passato, invece di dare ascolto alla
Parola vivificante. Ma, se Dio ha promesso, Egli è in grado di compierlo
in noi ciò che ha detto: scriverà le Sue leggi nel nostro cuore
e ci libererà dal potere della tentazione. Il giusto vivrà
per fede!
Anche se dovessimo non sperimentare subito la piena realizzazione della promessa,
questo non l'annulla. Anche Abramo venne meno all'inizio della sua esperienza,
ma questo non lo squalificò più tardi: la promessa gli fu
mantenuta. Cosí anche noi dobbiamo imparare a confessare le nostre
cadute e ricevere il perdono, ma senza perdere di vista la promessa della
liberazione.
Molti arrivano a considerare la sconfitta come inevitabile e si accontentano di continue cadute e confessioni, convincendosi che sia questa la vita cristiana normale. Ma dobbiamo aprirci alla parola di fede che ci rivela come stanno le cose realmente, e perseverare nella fede fino a quando non ne riceviamo il pieno compimento! La promessa di Dio è chiara: "Il peccato non avrà più potere su di voi, perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia" (Rom. 6:14).
Molti arrivano a considerare la sconfitta come inevitabile e si accontentano di continue cadute e confessioni, convincendosi che sia questa la vita cristiana normale. Ma dobbiamo aprirci alla parola di fede che ci rivela come stanno le cose realmente, e perseverare nella fede fino a quando non ne riceviamo il pieno compimento! La promessa di Dio è chiara: "Il peccato non avrà più potere su di voi, perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia" (Rom. 6:14).
"Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto;nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia."
(Efesini 1: 3,7)
Liberamente adattato da internet
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