L'idolatria delle immagini | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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domenica 8 luglio 2012
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L'idolatria delle immagini


idolatria

Un'immagine vale l'altra?


Oggi viviamo nell'epoca del pluralismo dove, così si dice, "ciascuno è libero di credere e di adorare quello che vuole" e questo viene considerato del tutto legittimo. Così ciascuno si fa la propria idea di Dio e …a quella rende culto. Quale, però, fra queste idee o immagini è "quella giusta"? "Non si fa questa domanda", ci rispondono oggi, "non è corretto! Dio è come ciascuno si immagina, va tutto bene, ognuna di queste immagini è equivalente, l'importante è essere 'in buona fede'". Un altro commenta: "Vedete, di Dio non si sa nulla di certo", giustificando così il fatto così di non volersi proprio occupare della questione e di voler vivere come più gli aggrada "senza alcun condizionamento".
Non è affatto vero, però, che le immagini che ciascuno si fa di Dio siano equivalenti, indifferenti, o addirittura "aspetti della stessa realtà", primo perché dati in contraddizione fra di loro non possono essere contemporaneamente veri, poi perché quello che uno crede ha conseguenze rilevanti sulla sua vita e senz'altro sulla società in cui vive. Persino chi dice "Non si sa nulla di certo" rende culto ad un dio, "il dio sconosciuto"; questo lo renderà moralmente inaffidabile proprio perché non crede in un Dio e in principi di vita oggettivi ed assoluti.

Il comandamento di Dio
idoli
Quante immagini di Dio si fa l'umanità e poi davanti ad esse si prostra in adorazione! Ci è lecito, però, farci delle immagini (fisiche o solo mentali) di Dio? Il secondo comandamento dato da Dio a Mosè lo esclude decisamente, minacciando gravi conseguenze su chi lo faccia. Ascoltiamolo:
"Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai, perché io, l'Eterno, il tuo DIO, sono un Dio geloso che punisce l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano e uso benignità a migliaia, a quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti" (Esodo 20:4-6).
Cosa ci viene detto qui? Se fosse a sé stante, sarebbe naturale supporre che si riferisca al culto di immagini di dèi al di fuori di Dio, ad esempio, il culto idolatra babilonese, che Isaia derideva (Isaia 44:9 e versetti seguenti; Isaia 46:1 e versetti seguenti), o il paganesimo del mondo greco-romano del tempo di Paolo, che così descriveva in Romani 1:23-25: "Hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili... essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore...". Nel suo contesto, però, il secondo comandamento può difficilmente riferirsi a questo tipo d'idolatria, perché, se così fosse, non farebbe che ripetere il pensiero del primo comandamento, senza aggiungervi nulla.
Il primo comandamento è non avere altri dèi oltre a me (Esodo 20:3). Di conseguenza, noi dobbiamo prendere il secondo comandamento, come in effetti è stato sempre preso, quale indicazione del principio secondo cui l'idolatria consiste non soltanto nell'adorare falsi dèi, ma anche nell'adorare il vero Dio tramite immagini.

Un Dio di comodo


Farsi immagini di Dio o rappresentazioni di sorta di carattere religioso è dunque espressamente condannato dalla legge che Dio stesso ha sovranamente stabilito su di noi. La proibizione è quella dell'idolatria, e idolatri non sono solo coloro che si fanno pitture e statue religiose per poi prostrarsi di fronte ad esse. Idolatra è pure chi di Dio si fa un'immagine mentale a proprio piacimento in contrapposizione a ciò che Dio stesso ha rivelato a proprio riguardo.
Un giorno un cristiano in treno stava leggendo la sua Bibbia, quando si sentì rivolgere da un compagno di viaggio che aveva riconosciuto trattarsi appunto della Bibbia, la domanda su che cosa stesse leggendo. Quello rispose: "Beh, il brano particolare che sto leggendo parla di che cosa Dio farà a coloro che sono colpevoli di aver trasgredito le Sue leggi e che non se ne ravvedono". E l'altro di rimando: "Oh, il mio Dio non farebbe mai una cosa del genere!". Il cristiano gli rispose senza scomporsi: "Si, ci credo. Il suo dio non farebbe mai una cosa del genere: punire i colpevoli! Il problema è che il dio in cui lei crede non esiste se non nella sua mente. Lei ha creato un dio a sua immagine, a misura di quello che lei vorrebbe, ed ora è come se fosse caduto in ginocchio ad adorare questa sua immagine, e non il Dio vero e vivente che ha rivelato Sé stesso attraverso la Bibbia. Il suo problema è che lei ha commesso il peccato di idolatria!".

Accontentarsi di ombre 
ombre
Che cos'è l'idolatria? In parole semplici essa potrebbe definirsi un accontentarsi di ombre. Un idolo è l'immagine di un Dio come noi vorremmo che fosse, e questo spesso secondo i nostri comodi. E' un'immagine, non la realtà. E' un'ombra, non la sostanza. E' una rappresentazione, ma sempre meno che Dio o altro che Dio. L'idolatria è accontentarsi di ombre.
Le ombre non sono la sostanza. Sebbene esse possano delineare qualcosa, non sono ciò che è rappresentato. Il dio a cui i nostri comodi si rivolgono, è il pascersi scioccamente di un'illusione. Perché focalizzarci su ombre quando potremmo vedere la cosa reale? Troppo spesso noi ci accontentiamo di ombre.
Il secondo comandamento parla di idolatria, quando noi ci accontentiamo di ombre. Rivela la tendenza che sussiste nell'essere umano di forgiarsi dèi a proprio piacimento. Se non ci fosse nell'essere umano la tendenza di forgiarsi i propri dèi, il Signore Iddio non ci avrebbe mai dato questo comandamento. Questa tendenza è sempre esistita nell'essere umano, fin dai tempi antichi, e risalta ancora oggi.

La tirannia del tangibile

Anche quelli che fra di noi sono i più istruiti, che conoscono la Bibbia, che hanno una filosofia di vita sofisticata, sono suscettibili a questa tendenza. E' la tirannia del tangibile. Con questo intendo dire che vi è sempre in noi il desiderio di oggettificare e quantificare tutti gli aspetti della realtà, Dio incluso. A noi piace dipingere cose a dimensione umana. Pensiamo, così facendo, di comprendere meglio le cose. Quando si tratta di Dio, però, dobbiamo stare molto attenti.
Dio non può essere pienamente compreso dalla mente umana. Non c'è libro di teologia per quanto massiccio e elaborato possa essere che possa adeguatamente dipingere l'infinito. Dio abita nell'eternità, Egli è l'Eterno. La nostra mente lo può intendere, ma non comprendere pienamente. Ciononostante, però, cerchiamo sempre di farlo, e ci accontentiamo di qualcosa di meno di Dio. Quando facciamo questo, corriamo il rischio di idolatria, moderna, ma sempre idolatria. L'idolatria non è solo la pratica poco illuminata delle culture primitive. E' viva e vegeta anche nell'illuminato e razionalista Occidente. Il secondo comandamento è rivolto proprio a coloro che si accontentano di ombre.

Qualcos'altro che Dio
idolo
Noi diventiamo colpevoli di idolatria quando adoriamo qualcosa di diverso da Dio, il Dio che si è autorevolmente rivelato nella Bibbia. Come abbiamo visto, il Signore dice nel secondo comandamento: "Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai, perché io, l'Eterno, il tuo DIO, sono un Dio geloso che punisce l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano e uso benignità a migliaia, a quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti" (Esodo 20:4-6).
Abbiamo detto che questo secondo Comandamento è molto simile al primo dove Dio dice: "Non avere altri dèi oltre a me". Entrambi sono proibizioni contro il rendere culto a qualcos'altro che non sia Dio. Non è necessario che sia un idolo fatto di legno o di pietra. Potrebbe essere qualunque cosa - anche cose religiose.
Vedete, tutto ciò che per noi diventa più importante di Dio, diventa un idolo. Ogni volta che qualcosa catturi la nostra totale attenzione, occupi la nostra mente, riempia i nostri pensieri e consumi i nostri desideri, potrebbe essere qualcosa che consideriamo più importante che Dio.  

Vi sono idoli molto sottili

L'idolatria potrebbe non essere all'inizio chiaramente delineata. C'è qualcosa che potremmo chiamare "idolatria strisciante". E' la sottile intrusione di qualcosa di diverso da Dio, al quale permettiamo di diventare fin troppo importante nella nostra vita. Talvolta nemmeno ci rendiamo conto possa essere un problema fintanto che dobbiamo fare una scelta. Pensate con me alle seguenti affermazioni. Riempite la parte mancante: "Signore, sono pronto a darti tutto, eccetto…": che cosa escludereste? Che ne dite di questa affermazione: "Signore, farei qualunque cosa per Te, eccetto…". C'è qualcosa che non sareste disposti a fare per il Signore? Oppure: "Signore, sono pronto a cambiare tutto nella mia vita, eccetto…". Ci sono nella vostra vita abitudini che non sareste disposti ad abbandonare? Vi sono luoghi in cui non andreste mai? Vi sono dei rapporti che non dovreste avere e ai quali voi non rinuncereste mai?
Tutto ciò che vi impedisce di ubbidire totalmente ai Suoi comandamenti, sono i temibili candidati per il posto di idoli. Un idolo potrebbe essere qualunque cosa. Potrebbe essere qualcosa di materiale che possediamo: un'auto, una barca, una casa di vacanze, dei gioielli, vestiti o cose come queste. Il vostro stile di vita potrebbe essere un idolo, uno stile di vita in cui date tutte le vostre energie per conservare un certo livello di prosperità. Potrebbe essere un idolo anche la vostra religiosità!
Quando gettate via le cose che veramente contano, al fine di ottenere una casa più grande, una macchina più bella, una potenza spirituale maggiore,  allora quelle cose diventano troppo importanti.

Cose religiose
religiosità
Gli idoli, quindi, possono anche essere cose religiose, anche idee che abbiamo su come secondo noi dovrebbe essere la vita cristiana o la Chiesa, e non secondo quanto presentato autorevolmente dalla Bibbia. In alcune chiese potrebbero predicare dal pulpito qualsiasi tipo di eresia, ma se osate mettere in discussione  la tradizione, "quello che si è sempre fatto", per voi saranno dolori, non importa se la Bibbia dice altrimenti! In alcune chiese se osate cambiare la liturgia stabilita o spostare l'organo in un'altra posizione,  o dimostrarvi contrari alle cose insegnate dal pastore, sarete fortemente contrastati . Se osate spostare il momento del culto in cui si canta, allora andranno su tutte le furie! In alcune chiese potreste apertamente professare dubbi sulla nascita verginale di Gesù, ma se durante il culto, per pregare non alzate le mani, oppure non vi adattate alla potenza di tante adorazioni fatte in mille maniere diverse, pretendendo di adorare il Signore in silenzio ed umiltà, diranno che siete impazziti. Questo vuol dire "battezzare" le cose sbagliate, dare l'importanza ultima a ciò che è peccato, privilegiare la forma alla sostanza. Se siamo così, anche noi,  siamo idolatri, anche se professiamo di essere cristiani. 

Tutto noi stessi a Dio  

Pensiamo ai bambini, ai nostri figli. Sono convinta che i bambini non vogliano semplicemente cose migliori e più grandi. Essi non possono essere soddisfatti con maggiori attività e con tutto ciò che il denaro possa comprare. Ciò che i nostri figli vogliono davvero, siamo noi stessi. Essi vogliono noi, il nostro tempo, la nostra attenzione più indivisa. Genitori, date loro ciò che potete, ma non trascurate di dare loro, voi stessi. Allo stesso modo Dio vuole così da noi. Rendere a Dio il culto che Gli è dovuto significa dare a Lui tutto noi stessi. Difatti rendiamo normalmente il culto a ciò a cui diamo anima e corpo. Che cos'è che "vi prende" totalmente? Potreste adorare voi stessi, potreste adorare altre persone. Potreste adorare cose materiali. Potreste adorare uno stile di vita. Potreste persino adorare cose o dottrine religiose. Quando adorate qualcosa o qualcuno di diverso da Dio, voi adorate delle ombre. 

Qualcosa di meno che Dio
vitello d'oro
Diventiamo colpevoli di idolatria anche quando noi adoriamo qualcosa meno che Dio stesso. E' interessante notare che il Secondo Comandamento è una proibizione di farci immagini scolpite. Questo comandamento ha in vista, però, qualcosa di diverso che idoli che rappresentino altri dei. Questo comandamento si focalizza sul farsi immagini che rappresentino  proprio  Dio stesso.
Ci è famigliare il racconto di quando Dio diede a Mosè i Dieci Comandamenti sul Monte Sinai. Mentre Mosè era sulla montagna a ricevere i comandamenti da Dio, il popolo era giù a valle che aspettava con impazienza. Tardando Mosè a scendere dalla montagna, accade qualcosa di molto interessante. Nel racconto di Esodo 32 il popolo chiede a gran voce ad Aronne di fare loro un dio che cammini davanti a loro, qualcosa di tangibile che infonda loro sicurezza. Così Aronne raccoglie tutti i gioielli d'oro che riesce a trovare fra il popolo, li fa fondere e con quelli forgia un vitello, un vitello d'oro. Ciò che è interessante qui è l'intenzione del popolo e di Aronne. Alcuni credono che, nel farsi quel vitello d'oro, la loro intenzione fosse quella di abbandonare il vero Dio. Invece io credo che la loro intenzione fosse diversa. Aronne dichiara al vers. 5 di quel brano: "Domani sarà festa in onore del SIGNORE!". Egli si stava riferendo al vero Dio. Potrebbe perciò essere che Aronne, almeno nella sua mente, avesse fatto forgiare un'immagine tangibile che rappresentasse il loro Dio.
Un commentatore scrive: "Essi esigevano, come bambini, di poter avere qualcosa che toccasse i loro sensi … qualche oggetto materiale come simbolo della presenza divina che andasse di fronte a loro". Forse il popolo di Israele non voleva in realtà sostituire Dio, ma semplicemente rappresentarlo. Forse. Forse no, ma anche se le loro intenzioni erano buone, Dio ne era rimasto offeso.
Vedete, qualunque immagine essi si fossero creata, per quanto artisticamente elevata avesse potuto essere, per quanto magnifiche fossero state le sue caratteristiche, il risultato finale sarebbe stato sempre qualcosa di meno e diverso di Dio. Nessuna immagine avrebbe mai potuto rappresentare la grandezza di Dio. Sarebbe stata solo una pallida rappresentazione di Dio, un'ombra, nella migliore delle ipotesi.
Forse il vitello doveva rappresentare la forza del Dio vivente. Forse era stato fatto per essere semplicemente d'aiuto per il culto. Ma qualcosa che è utile per il culto può diventare un idolo? Un altro racconto della Bibbia dimostra di si.

I serpenti velenosi
serpente di rame
In Numeri 21 leggiamo la storia del giudizio che Dio infligge al popolo tramite dei serpenti velenosi "i quali mordevano la gente, e gran numero d'Israeliti morirono" (Nu. 21:6). Il popolo rendendosi conto del loro peccato, aveva così iniziato a implorare Mosè affinché facesse cessare quella prova. Confessavano i loro peccati e lo imploravano che intercedesse per loro in preghiera presso Dio. Così Mosè prega, e Dio gli dice: "Forgiati un serpente velenoso e mettilo sopra un'asta: chiunque sarà morso, se lo guarderà, resterà in vita. Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra un'asta; e avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita" (Nu. 21:8,9). Nel frattempo però la gente continuava a morire. Immaginate come avrebbe potuto essere stare lì anche per noi. La gente diventa ammalata, la loro lingua si gonfia, il loro corpo è come se bruciasse. Il dolore è molto grande. C'è gente intorno a voi che si lamenta. Pensate ad una donna che si prende cura di suo marito nella propria tenda, con i bambini che guardano. L'uomo sta fra la vita e la morte. Degli operai si danno da fare per forgiare un serpente di bronzo. Ce la faranno a finirlo in tempo? L'uomo sta per morire. Piena di ansia la donna lo incoraggia a resistere. Finalmente l'opera è finita. Si fa un buco nel terreno, si innalza il serpente di bronzo ed il Signore e risuona il comando: "Guardatelo, guardatelo, e vivrete!". Il popolo così si volge verso il manufatto e il Signore Iddio comincia ad operare. I corpi tornano a ricevere forza. Il potere di guarire di Dio comincia a diffondersi nell'accampamento. Uomini e donne, ragazzi e ragazze ora sono in piedi, nuova vita scorre nelle loro vene. Ora nell'accampamento è ora di far festa. L'afflizione si trasforma in danza. Hanno rivolto lo sguardo verso quel serpente di bronzo e Dio ha compiuto un'opera potente. "Conservate bene quel serpente!" direbbe ora qualcuno fra voi.
Dio aveva usato quell'immagine solo come simbolo per far rammentare al popolo la Sua potenza. Era un mezzo mediante il quale la grazia era stata comunicata al popolo. Quel serpente però non era Dio. Era solo un'ombra. Ciononostante il popolo avrebbe conservato quell'immagine per centinaia di anni. Lo ritroviamo, infatti, ancora al tempo di Ezechia, in 2 Re 18, dove il popolo bruciava ancora incenso davanti a quel serpente! Ezechia lo fece distruggere perché ormai era diventato qualcosa che deviava l'attenzione del popolo da Dio. Era solo un pezzo di bronzo che aveva però sostituito Dio in loro stessi.
Il serpente era qualcosa che certo Dio aveva usato. Era stato un simbolo religioso. Era stato un sussidio per il culto. Era però diventato un idolo. Anche le cose religiose possono perciò diventare un sostituto per Dio. Può essere una croce o un crocefisso, una statua o un quadro, una reliquia o un credo. Queste cose non devono mai essere investite di qualità divine. Il Suo carattere è al di là di qualunque possibilità di rappresentarlo appieno. Qualcuno ha detto che questo è tanto assurdo quanto pretendere di suonare una sinfonia di Beethoven con un fischietto da arbitro, o chiedere ad uno studioso di riassumere in una frase la storia del mondo. Non lo si può fare: è assurdo solo il pensarlo.

La cosa che più conta

Dobbiamo stare molto attenti a non trasformare in idoli le cose religiose: esperienze di culto, luoghi, tradizioni… Quando rendiamo culto a qualcosa che sia meno che Dio, allora ci rendiamo colpevoli di idolatria. Non accontentatevi di un'ombra quando potete fare l'esperienza della cosa autentica.
Possiamo fare l'esperienza del Dio vero e vivente? Certo, e noi non abbiamo bisogno che la nostra fantasia, più o meno artistica, si metta in moto. Iddio ha rivelato autorevolmente Sé stesso attraverso la Bibbia e in Gesù e con Gesù vuole stabilire un rapporto personale con ciascuno di noi. Gesù disse alla donna samaritana che di santuari e tradizioni aveva fatto un idolo: "Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità" (Gv. 4:24). Quella donna incontra però Gesù, stabilisce un contatto con Lui e non solo trova in Gesù il vero volto di Dio, ma questo incontro sarà tale da farle cambiare tutto il proprio modo di vivere immorale. Anche noi in Gesù possiamo conoscere Dio e stabilire con Lui un rapporto autentico che ci aiuti a superare tutti i nostri idoli.
Non abbiamo bisogno di ombre: la cosa vera è solo un rapporto vivente con il vero Dio, che non può essere definito né quantificato. La cosa autentica è incontrare il vivente Signore Gesù e lasciare che Lui riempia la vostra vita. Abbiamo il privilegio di avere il Signore sovrano, che dimora nell'eternità, e che può dimorare nella nostra vita. E' al di là della nostra capacità di spiegarlo, o capire come Egli lo faccia, ma Lui lo fa. Egli viene in questa nostra struttura di carne e vi ispira nuova vita. L'immortale dimora nel mortale, e diventiamo figlioli di Dio. Il nostro spirito limitato entra in comunione con il Suo Spirito infinito, e ci mette in contatto con l'eterno. Colui che è più grande dell'intero universo può vivere in ognuno di noi. Non lo possiamo spiegare, ma ne possiamo fare l'esperienza. Non accontentatevi di nulla di meno. Non accontentatevi di ombre, quando potete fare esperienza della cosa reale. Incominciate a conoscere Gesù attraverso le pagine della Scrittura, Egli vi attrarrà irresistibilmente a seguirlo. Conoscerete Dio e con Dio la verità, e la verità vi renderà liberi, liberi veramente.

Conclusioni

Ricordiamoci sempre di queste parole di Isaia 40:18, nelle quali, dopo aver descritto vividamente la grandezza incommensurabile di Dio, la Scrittura, infatti, ci chiede: "A chi vorreste assomigliare Dio? Con quale immagine lo rappresentereste?". La domanda non attende risposta, bensì un castigato silenzio. Il suo scopo è quello di ricordarci che è tanto assurdo quanto empio pensare che un'immagine, modellata su qualche creatura o idea, (come sono le nostre immagini), possa costituire un'accettabile somiglianza al Creatore.



 


"La vostra scelleratezza vi sarà fatta ricadere addosso; voi porterete la pena della vostra idolatria, e conoscerete che io sono il Signore, DIO."
(Ezechiele 23:49


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