Affrontare e vincere lo scoraggiamento | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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venerdì 28 settembre 2012
Consapevoli nella Parola

Affrontare e vincere lo scoraggiamento

sconforto
Un problema epidemico

C'è un'epidemia che attraversa il paese, un'epidemia molto più diffusa dell'AIDS. Non è l'influenza cinese o il cancro, e nemmeno il più comune raffreddore. Quest'epidemia, però, è altrettanto mortale della più temuta malattia conosciuta all'uomo. Quest'epidemia è chiamata scoraggiamento.
Si possono dire molte cose sullo scoraggiamento, ma almeno tre sono le caratteristiche che lo rendono un problema così forte.
La sua universalità. Una delle caratteristiche che rendono lo scoraggiamento un problema così temuto è che si tratta di un problema universale. In altre parole: lo scoraggiamento colpisce tutti. Nessuno è immune dallo scoraggiamento. Ciascuno di voi, una volta o l'altra, è stato scoraggiato. Spremetevi le meningi finché volete, non riuscirete a trovare nessuno che non sia stato mai scoraggiato. Giovani o vecchi, ricchi o poveri, istruiti o incolti, bianchi o neri, gialli o rossi, avvantaggiati o svantaggiati, cristiani o non cristiani. Tutti arrivano prima o poi allo scoraggiamento.
La sua ricorrenza. Una seconda caratteristica dello scoraggiamento è che esso è un fenomeno ricorrente. Essere stato scoraggiato una volta, non rende immuni dalla malattia. Si può essere scoraggiati sempre di nuovo. Non esiste alcun anticorpo che ci possiamo iniettare per diventarne immuni. Lo scoraggiamento viene, va e poi torna di nuovo.
E' contagioso. Una terza caratteristica dello scoraggiamento è che esso è altamente contagioso. Lo scoraggiamento si diffonde persino per contatto casuale. Si diventa scoraggiati perché altri sono scoraggiati. Magari avete sentito quella storia di un uomo che stava sul bordo di un ponte, pronto per buttarsi giù e morire. Un passante era capitato li per caso, aveva fermato l'auto ed aveva cercato di riportare alla ragione quel poveretto. In totale suo scoraggiamento, l'uomo aveva risposto che in questo mondo ci sono troppe cose sbagliate per voler continuare a vivere. Il passante così aveva cercato di ragionare con quell'uomo, dicendo che le cose non erano poi così brutte come sembravano. Per dieci - quindici minuti, così, la conversazione fra i due era continuata - alla fine tutt'e due avevano finito col buttarsi giù. Lo scoraggiamento è contagioso!

Alla luce della Bibbia
luce 
Proprio perché lo scoraggiamento può essere un tale insidioso problema, anche fra i credenti, dovremmo cercare di capire ciò che la Bibbia ha da dire sullo scoraggiamento e su come trattarlo. Consideriamo così alcune delle cause dello scoraggiamento e pure alcune fra le cure che vengono delineati in un testo della Bibbia, tratto dal libro di Nehemia. Leggiamo quanto troviamo al cap. quattro.
"Noi dunque ricostruimmo le mura che furono congiunte assieme fino a metà della loro altezza; il popolo aveva preso a cuore il lavoro. Quando però Sanballat, Tobiah, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdodei vennero a sapere che la riparazione delle mura di Gerusalemme, progrediva e che le brecce cominciavano a chiudersi, si adirarono grandemente, e tutti assieme congiurarono di venire ad attaccare Gerusalemme e a crearvi disordini. Ma noi pregammo il nostro DIO e a causa di loro ponemmo contro di loro delle sentinelle di giorno e di notte. Quelli di Giuda però dicevano: "Le forze dei portatori di pesi vengono meno, e le macerie sono tante che noi non riusciremo a costruire le mura!". Inoltre i nostri avversari dicevano: "Essi non sapranno e non vedranno nulla, finché noi piomberemo in mezzo a loro e li uccideremo; così faremo cessare i lavori". Ma quando i Giudei che dimoravano vicino a loro vennero per ben dieci volte a dirci: "Da qualsiasi parte vi volgerete, ci saranno addosso", io disposi uomini armati nei luoghi più bassi dietro le mura; vi disposi il popolo per famiglie, con le loro spade, le loro lance e i loro archi. Dopo aver esaminato la cosa mi levai e dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: "Non abbiate paura di loro! Ricordatevi del Signore grande e tremendo e combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e figlie, per le vostre mogli e per le vostre case!"" (Ne. 4:6-14).

Le cause dello scoraggiamento
scoraggiamento
Nehemia, come forse vi rammentate, era il capo degli ebrei che erano ritornati in Israele dall'esilio in Babilonia, con la precisa intenzione di ricostruire le mura di Gerusalemme. Dio gli aveva dato la visione di ricostruire ciò che era stato distrutto. All'inizio tutti avevano avuto un grande entusiasmo. Avevano cominciato l'opera con grande gioia non vedendo l'ora che fosse terminata. Il testo dice che "il popolo aveva preso a cuore il lavoro". Tutti lavoravano con diligenza. Ci viene detto che avevano ricostruito "le mura che furono congiunte assieme fino a metà della loro altezza".
Il lavoro stava andando bene, la gente era entusiasta e lentamente le mura crescevano. Poi accade qualcosa. Il popolo comincia ad avere difficoltà di ogni genere e, quando le cose erano diventate particolarmente dure, la gente aveva cominciato ad essere scoraggiata.
Vedete, quando Dio è all'opera, pure il nemico è all'opera per tentate di ostacolarlo, di boicottarlo. La ricostruzione delle mura di Gerusalemme non ne era eccezione. Dove Dio è all'opera, Satana fa sorgere degli agitatori per cercare di bloccare l'opera di Dio. Leggiamo ai versetti 7 e 8: "Quando però Sanballat, Tobiah, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdodei vennero a sapere che la riparazione delle mura di Gerusalemme, progrediva e che le brecce cominciavano a chiudersi, si adirarono grandemente, e tutti assieme congiurarono di venire ad attaccare Gerusalemme e a crearvi disordini"
Quando i nemici dell'opera di Dio cominciano a opporsi al popolo di Dio, il risultato è che il popolo diventa grandemente scoraggiato. Anche a noi accade la stessa cosa. Spesso è quando il nemico si mette contro di noi che diventiamo scoraggiati. E' importante sapere questo, e riconoscere il fenomeno per quello che è. Se noi cominciamo a capire come sopraggiunga lo scoraggiamento, potremmo anche capire come affrontarlo in modo positivo. Lo scoraggiamento arriverà. La sfida per noi è quella di intendere i segni della sua venuta e prendere le necessarie misure per vincerlo. Dobbiamo comprenderne sia le cause che le medicine.

1.  La fatica

La fatica, la stanchezza, è una delle maggiori cause dello scoraggiamento. Dopo che i nemici della ricostruzione avevano cominciato a creare disturbi fra il popolo, noi cominciamo a vedere come subentri la fatica: Al versetto 10 leggiamo: "Quelli di Giuda, però, dicevano: le forze dei portatori di pesi vengono meno…"
Il popolo che aveva lavorato fin ora a ricostruire il muro era già da tempo che lavorava. Erano esausti, ed ora questa opposizione era venuta, e questo aveva solo fatto si che la loro fatica fisica diventasse più acuta. Quando sei esaurito fisicamente, è molto facile diventare scoraggiato al più piccolo problema.
E' pure interessante notare il momento in cui questa gente era diventata stanca e scoraggiata. Il vers. 6 dice che le mura erano state ricostruite fino alla metà della loro altezza. Erano a metà dell'opera. Molte volte quando iniziamo un nuovo progetto, la prima metà va in fretta e bene. Perché? Perché siamo entusiasti e non vediamo l'ora di raggiungere l'obiettivo. E' qualcosa di nuovo, ma poi la novità scompare e il lavoro diventa una routine e noioso, e poi diventa facile stancarsi. E quando si è stanchi, è facile diventare scoraggiati e cominciare a pensare che non si arriverà mai alla fine. E' proprio quello che è successo a quelli di Giuda. Il vers. 10 dice: "Le forze dei portatori di pesi vengono meno… noi non riusciremo a costruire le mura!". Erano diventati pronti ad abbandonare l'opera. Sono le stesse persone di cui al versetto 6 si dice: "Il popolo aveva preso a cuore il lavoro".
Magari anche voi potreste pensare a qualche progetto che avevate intrapreso in cui avete avuto una simile esperienza. Magari un progetto nel vostro lavoro, intorno a casa vostra. A metà dell'opera avete cominciato a pensare che non l'avreste mai portata a compimento. Forse vi siete accorti che ci voleva più tempo di quello che all'inizio avevate pensato, il che non è insolito. Forse avete cominciato a razionalizzare e persino a sviluppare argomenti sul perché non avreste mai finito. Forse avete pure pensato che fosse la volontà di Dio a non desiderare che noi doveste terminare. Molta gente manca di compiere molte cose a causa di quel tipo di fatica e di scoraggiamento. Questo è ancora più vero quando, nel frattempo, le cose non vanno affatto bene. Quando fate cadere la vernice che avete appena dato, o rompete il vetro che cercavate di mettere, o bruciate il forno a microonde, questo può essere scoraggiante. E' particolarmente vero quando siete fisicamente stanchi.

2. La frustrazione

Un'altra ragione per cui si può diventare scoraggiati è la frustrazione. Al vers. 10 leggiamo pure che il popolo diceva: "… e le macerie sono tante che noi non riusciremo a costruire le mura!". Erano diventati scoraggiati perché erano così frustrati della situazione!
Parlavano delle macerie che si erano frapposte loro. Sono sicuro che avevano incontrato vecchie rocce spezzate, detriti, e calce seccata, come pure altri residui di varia natura sotto di loro. C'era robaccia dappertutto. Ed era frustrante.
Proprio come loro perdono di vista così il loro obiettivo, anche noi perdiamo di vista il nostro obiettivo quando nella nostra vita vi sono troppe macerie, troppi residui, troppa robaccia da dover trattare. Avete voi nella vostra vita troppe macerie che vi impediscono di andare avanti e costruire cose nuove?
Quali sono le vostre macerie? Le vostre macerie potrebbero essere dei peccati o delle azioni sbagliate da voi commesse, o cattivi pensieri e atteggiamenti che non siete disposti ad abbandonare. Le vostre macerie potrebbero anche essere le molte cose triviali con le quali perdete il vostro tempo, consumate la vostra energia, il vostro denaro. Le macerie o robaccia è tutto ciò che viene in mezzo fra voi e gli obiettivi che vi proponete, ciò che vi impedisce di realizzare obiettivi veramente importanti nella vostra vita. Le scorie, la spazzatura, i detriti causano problemi: ci frustrano. Ecco perché dovremmo venire prima alle prese con tutta la spazzatura che c'è nella nostra vita. Dobbiamo però comprendere che tutti questi detriti sono un problema.
In Ebrei 12:1 troviamo scritto: "Anche noi dunque, essendo circondati da un così gran numero di testimoni, deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti". Troppa robaccia nella nostra vita è un ostacolo ed un peso. Ci fa rallentare. Ci fa inciampare. Ci fa cadere. Ed è molto frustrante. E' come cercare di correre in mezzo al fango, non è facile muovere in fretta i piedi, consuma energie. Il risultato è che usiamo tutta la nostra attenzione ed energia su questi detriti, e non raggiungiamo l'obiettivo desiderato. Una delle cause prime dello scoraggiamento è la frustrazione.

3. La paura

Un'altra delle cause dello scoraggiamento è la paura. I nemici dell'opera del Signore sono maestri nell'instillare la paura nel popolo di Dio. Nehemia stesso vedeva la loro paura, Avevano paura dei loro nemici, e come risultato, credevano che non ce l'avrebbero mai fatta. Ricordate come dicevano al vers. 10: "Noi non riusciremo a ricostruire le nostre mura". Erano pronti a rinunciare all'opera. Avevano paura di essere ammazzati dal nemico. Sentivano di non essere in gradi di terminare ciò che avevano iniziato nel ricostruire il muro. Il risultato è che diventarono molto scoraggiati.
La paura è scoraggiante. Quando avete paura, come reagite? Bene, qualche volta la paura vi fa semplicemente abbandonare l'opera. Si tratta dello stesso sentimento che avevano quei Giudei. A causa della paura, erano pronti ad abbandonare l'opera. Pensavano di non essere abbastanza forti per potere resistere al nemico. Se pensiamo che il compito sia troppo grande e le risorse troppo limitate, qualche volta anche noi reagiamo allo stesso modo. Se facciamo così, certamente falliremo. Questi Giudei avrebbero potuto rinunciare all'impresa. Se l'avessero fatto, avrebbero sicuramente fallito, e non avrebbero compiuto l'opera che chiaramente Dio aveva determinato che essi portassero a compimento.
Dobbiamo fare attenzione a non lasciarci vincere dalla paura. Dobbiamo essere consapevoli che quando abbiamo paura, siamo più vulnerabili allo scoraggiamento. E' una tattica del nemico. E' una delle sue maggiori strategie per sconfiggerci.
Abbiamo così visto tre cose che possono portare lo scoraggiamento nella nostra vita: la fatica, la frustrazione e la paura. Dobbiamo stare molto in guardia quando le incontriamo. Là dove esse si trovano, lo scoraggiamento non mancherà di arrivare.

Il rimedio allo scoraggiamento
fede
Che fare, però, quando siamo scoraggiati? Abbiamo visto tre fra le cause dello scoraggiamento. Quale ne è la medicina?

1. Riorganizzarsi

Una delle prime cose che fa Nehemia, ed una delle prime che noi pure dobbiamo fare, è di riorganizzarsi. Al vers. 13 Nehemia dice: "io disposi uomini armati nei luoghi più bassi dietro le mura; vi disposi il popolo per famiglie, con le loro spade, le loro lance e i loro archi"
Rammentate che essi avevano già completato la metà dell'altezza delle mura. Nehemia già aveva organizzato il popolo ed essi avevano compiuto la metà di quello che si erano proposti di fare. Ora, però, era sorta una nuova situazione. Una nuova situazione richiedeva un cambiamento nell'organizzazione. Così Nehemia riorganizzò il popolo per renderlo più efficace nel loro compito.
Quando noi diventiamo scoraggiati, una delle prime cose che dobbiamo fare è riorganizzare le nostre priorità. Dobbiamo riesaminare la nostra vita ed applicarvi un cambiamento nell'approccio invece di diventare tanto scoraggiati da abbandonare l'opera.
Se avete un problema, allora, riorganizzatevi. Avete un problema nel vostro matrimonio? Beh, non desistete. Cambiate il vostro approccio. Adottate un nuovo atteggiamento. Avete un problema al lavoro? Non rinunciate. Cambiate le vostre priorità. Avete un problema nel vostro rapporto con Dio? Non smettete di seguire Gesù! Riorganizzate la vostra vita di preghiera! Affidate a Dio quell'area della vostra vita che Gli avevate sottratto. Forse siete frustrati per tutta la robaccia che si è accumulata nella vostra vita. Allora riorganizzatevi. Eliminatene un po',  il punto è  che non dovete rinunciare mai alla lotta. Non lasciatevi vincere dallo scoraggiamento. Reagite, fate qualcosa al riguardo!

2. Ricordarsi

Al fine di vincere lo scoraggiamento, dobbiamo ricordarci del Signore. Ascoltate che cosa dice Nehemia al vers. 14 quando egli vede la loro paura: "Dopo aver esaminato la cosa mi levai e dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: "Non abbiate paura di loro! Ricordatevi del Signore grande e tremendo e combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e figlie, per le vostre mogli e per le vostre case!""
In che modo voi vi rammentate del Signore? Che cosa ricordate di Lui? Beh, prima di tutto rammentatevi che Egli è presente. Vedete, si può diventare molto scoraggiati quando si pensa di essere rimasti soli nella situazione in cui vi trovate. Dio però è accanto a voi? Pensavate che si fosse ritirato da voi? Sia che ce ne rendiamo conto oppure no, aiuta a rendercene conto!
Rammentatevi che Dio è grande e tremendo. Dio è del tutto sufficiente per trattare il vostro scoraggiamento e la situazione che state affrontando. C'è qualcosa di cui dobbiamo rammentarci. Ecco che cosa significa rammentarsi del Signore.
Così, quando siete scoraggiati, dovete volgere la vostra attenzione dal vostro scoraggiamento a Colui che è in grado di venire alle prese con successo della vostra situazione. Dio vi è stato fedele nel passato, Egli vi è fedele oggi, e Lui vi sarà fedele anche per il futuro. Rammentatevi del Signore. Rammentate le Sue promesse. Rammentatevi della Sua bontà. Rammentatevi della Sua potenza. Egli è un Dio grande e tremendo. Ricordatevi di Lui!

3. Resistere

Dovete infine ingaggiare guerra contro lo scoraggiamento. Dovete essere attivi e combattere lo scoraggiamento. Notate che cosa dice Nehemia al vers. 14: " e combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e figlie, per le vostre mogli e per le vostre case!"".
Nehemia dice che essi non avrebbero dovuto desistere, rinunciare alla lotta, ma combattere. Egli dice loro non semplicemente di non cedere allo scoraggiamento, ma di resistere con tutte le loro forze! Egli li chiamava all'azione. E' questo stesso appello al quale noi dovremmo prestare attenzione se vogliamo vincere la guerra contro lo scoraggiamento.
Dalla Bibbia è chiaro che noi, come credenti, siamo ingaggiati in una battaglia spirituale. Stiamo combattendo un conflitto soprannaturale. Il nostro nemico è il diavolo ed i suoi seguaci. Satana e i suoi spiriti demoniaci sono impegnati a fare tutto quanto sia loro possibile per sconfiggerci. Dobbiamo fare precisamente ciò che a cui Nehemia incoraggiava il popolo a fare. Dobbiamo resistere.
E' esattamente ciò che ci viene detto in Giacomo 4:7: "Sottomettetevi dunque a Dio, resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi" . Dobbiamo resistere alla sua opera nel nostro mezzo. Dobbiamo resistere ai pensieri negativi. Dobbiamo resistere ad ogni scoraggiamento che egli cerca di instillare nella nostra vita. Dobbiamo combattere la battaglia della fede e stare fermi contro l'opera del nemico nella nostra vita. Solo in questo modo noi avremo successo nella nostra lotta contro lo scoraggiamento.
Sebbene la fatica, la frustrazione e la paura, possano portarci allo scoraggiamento, riorganizzare le nostre priorità, rammentarci del Signore e resistere al diavolo, ci potrà far conseguire la vittoria sullo scoraggiamento. Se applicheremo questi principi, Dio ci farà conseguire la vittoria.
di J. David Hoke (trad. di P. Castellina)

“quando il Nemico arriva come una fiumana, lo Spirito di Dio gli resisterà”
(Isaia 59,19)

Consapevoli nella Parola

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1 comments:

  1. Da tempo l'uomo occidentale ha bruciato la bisaccia e il bastone
    del viandante, con la sua commovente attitudine alla domanda.
    La dimora dell'uomo non è più l'orizzonte, ma il nascondiglio, dove non incontra nessuno e dove perciò comincia a dubitare della sua stessa esistenza.
    L'io generato dalla violenza del Potere lo rende meschino, lo convoglia nel particolare che più lo sollecita, entro cui egli ha l'illusione di autogovernarsi.
    Nella palude omologante l'uomo avverte uno strano malessere che possiamo definire come un'anoressia dell'umano.

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