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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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lunedì 12 novembre 2012
Unknown

La Vera Chiesa


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Introduzione


La Scrittura parla così spesso della chiesa che lo studio del suo insegnamento a riguardo è una parte separata dello studio della teologia. Vari libri del Nuovo Testamento hanno come loro punto focale la chiesa. Atti racconta la storia del raduno della chiesa del Nuovo Testamento; I Corinzi parla in modo particolare della fedeltà di Dio verso la Sua chiesa (1:9); Efesini ha come suo tema principale la chiesa in quanto corpo di Cristo (1:22-23; 5:30-32); Colossesi enfatizza la gloriosa verità che Cristo è il Capo della chiesa (1:18; 2:10); I Timoteo ci insegna il comportamento appropriato da tenersi nella chiesa (3:15); e Tito promuove il buon ordine nella chiesa (1:5). Tuttavia vi sono pochi che conoscono ciò che la Bibbia insegna a riguardo della chiesa o che realizzano perché la chiesa è così importante.
La parola greca tradotta chiesa significa "chiamata fuori". Il nome chiesa nel suo senso più alto e migliore si riferisce a coloro che sono salvati e a loro soltanto. Il nome ci ricorda che i veri membri della chiesa sono coloro che sono "chiamati … dall’oscurità alla sua luce meravigliosa" (I Pietro 2:9). Ci ricorda, anche, che il loro luogo nella chiesa è per grazia. Essi non sono membri per loro scelta o opere, ma per la chiamata di Dio.
Che i membri della chiesa sono chiamati fuori fa riferimento non soltanto alla loro salvezza dal peccato (essi sono chiamati fuori dall’oscurità), ma anche alla loro separazione spirituale dal mondo e dalla sua malvagità (II Corinzi 6:14-18). Implicata nel nome chiesa, quindi, è la santità ed ubbidienza dei membri della chiesa. Una chiesa i cui membri non sono santificati non merita il nome chiesa.
La santità è essenziale per l’esistenza stessa della chiesa. I membri d’essa sono chiamati, scelti a santità (Efesini 1:4), e redenti (Colossesi 1:21-22). La santità della chiesa è importante perché ha a che fare con il proposito di Dio nei suoi confronti. La ragione per l’esistenza della chiesa è la gloria di Dio (Efesini 1:6, 12). E’ nella santità della chiesa e dei suoi membri che questo proposito è realizzato. Una chiesa non santa, una chiesa i cui membri non sono santi, non può glorificare e non glorifica Dio. Nella santità della chiesa, soprattutto, la gloria di Dio risplende ed è riflessa.
E’ una vergogna e un danno per la chiesa che oggi i suoi membri non vivano come coloro che sono chiamati fuori. Se la chiesa stessa non è per niente differente dal mondo nel suo insegnamento, nella condotta dei suoi membri, e nelle sue pratiche, la sua testimonianza sarà inefficace. La gloria della chiesa, e la gloria della sua testimonianza in questo mondo perduto, sta nel suo essere chiamata fuori, separata, e santa, differente dal mondo malvagio.
Tre gruppi distinti di persone appartengono alla chiesa eletta di Dio, anche se alla fine essi saranno radunati in uno in Cristo. Vi sono, prima di tutto, gli eletti sulla terra in un qualsiasi particolare momento nella storia (Efesini 1:10). Ad essi si fa riferimento come la chiesa militante.
Secondo, vi sono gli eletti che hanno combattuto il buon combattimento, hanno terminato il loro corso, e sono andati in gloria. Essi sono la chiesa trionfante (II Timoteo 4:7; Apocalisse 6:10).
Infine, vi sono coloro che appartengono alla chiesa per elezione, ma che devono ancora nascere ed essere portati a ravvedimento e fede. Quella che chiamiamo la chiesa latente, o nascosta (II Pietro 3:9).
  
La Chiesa Militante
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 La chiesa sulla terra è correttamente chiamata la chiesa militante, ovvero la chiesa che combatte. Essa è descritta nella Scrittura come un esercito (Canzone di Salomone 6:4, 10; Apocalisse 19:11-16). La sua chiamata è per far guerra (II Corinzi 10:3-4; I Timoteo 1:18; II Timoteo 2:4). I suoi membri devono indossare l’armatura di Dio (Efesini 6:10-18). Cristo è il suo Capitano (Ebrei 2:10; Apocalisse 19:11-16).
Il termine militante significa che la chiesa non è soltanto pronta a combattere; essa è sempre impegnata in guerra. Questa è l’intera chiamata e vita della chiesa (II Timoteo 2:4). La battaglia non è finita fino a che lasciamo questa vita ed andiamo ad essere con Cristo in gloria (vv. 7-8).
La guerra della chiesa non è meramente difensiva. La chiesa ed i suoi membri sono chiamati a portare la battaglia nel territorio e campo del nemico, ad assumere l’offensiva. Di sicuro questo è ciò che la Parola intende in II Corinzi 10:4-5: "Perché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti attraverso Dio per distruggere le fortezze; abbattendo le immaginazioni ed ogni alta cosa che esalta se stessa contro la conoscenza di Dio, e portando in cattività ogni pensiero all’ubbidienza di Cristo." Questo passaggio insegna anche che la battaglia è spirituale. I nemici (Efesini 6:12), le armi (vv. 13-17), e la guerra stessa sono tutti spirituali, ma ciò non rende affatto il combattimento meno reale o difficile.
I nemici sono Satana, il mondo, e la nostra carne peccaminosa, il peccato e la tentazione in tutte le loro forme e dovunque essi siano trovati, perfino in noi stessi. Contro tali nemici, la battaglia non può essere combattuta con la potenza politica, sociale, economica, o militare. Essa è combattuta mediante la fede e la Parola di Dio (Efesini 6:13-17; I Giovanni 5:4).
E' una battaglia per le menti e le anime degli uomini, una battaglia contro false idee ed eresie come anche contro la malvagità e la tentazione (II Corinzi 10:4-5; Giacomo 4:7). E’ una battaglia contro qualsiasi cosa che sia non amichevole verso Dio e verso la conoscenza di Dio.
In questa battaglia, tuttavia, noi non combattiamo per la vittoria. Noi combattiamo nella vittoria, come coloro che già la possiedono attraverso la sofferenza, morte, risurrezione, ed ascensione del nostro Signore. Noi siamo più che vincitori attraverso Colui che ci ha amati (Romani 8:37). Ma noi dobbiamo combattere. In questo mondo non dobbiamo "godercela," ma dobbiamo essere soldati (II Timoteo 2:3-4).

La Chiesa Trionfante
chiesa tronfante
Chiesa trionfante è il nome dato a quella parte della chiesa che ora riposa dalle sue fatiche in gloria. Coloro che appartengono alla chiesa trionfante hanno combattuto il buon combattimento della fede, hanno finito il loro corso, ed hanno ricevuto una corona di giustizia dal Signore (II Timoteo 4:7-8).
Il fatto che parliamo della chiesa trionfante non dovrebbe suggerirci che la chiesa sulla terra non sia trionfante nella battaglia della fede. Anche coloro che stanno ancora combattendo la battaglia, soffrendo e lottando, sono più che vincitori attraverso Colui che li ha amati (Romani 8:37). Cristo ha trionfato gloriosamente sopra i Suoi nemici, la morte il peccato e Satana, e li ha totalmente sconfitti (Luca 10:17-18; Efesini 4:8; Colossesi 2:15). Noi siamo vittoriosi in Cristo.
Ciò ha bisogno di essere enfatizzato al giorno d’oggi. Cristo non sta aspettando di essere incoronato Re dei re. Egli è stato coronato di gloria ed onore alla destra di Dio (Ebrei 2:9), ed Egli governa nel mezzo del Suoi nemici (Salmo 110:2). Perfino mentre la battaglia è ancora combattuta, noi abbiamo già la vittoria in Lui e combattiamo un nemico già sconfitto. Tutto ciò che rimane è ciò che viene chiamato, in termini militari, le "operazioni di rastrellamento." Il regno è vinto. Deve soltanto essere consegnato al Padre (I Corinzi 15:24).
La vittoria di Cristo prevale anche mentre gli empi peggiorano sempre di più ed il mondo intero giace nelle tenebre. Gli empi sono così completamente sconfitti che Cristo non soltanto continua a governare su di loro, ma mediante il Suo sovrano governo inoltre li usa per il Suo proprio proposito.
Noi facciamo riferimento ai santi in gloria come "la chiesa trionfante" perché essi sono entrati nel godimento della vittoria. Mentre i santi sulla terra continuano la battaglia, essi si riposano dalle loro fatiche (Apocalisse 14:13) e "non usciranno mai più fuori" (Apocalisse 3:12). Mentre i guerrieri terrestri devono ancora indossare l’armatura della fede, i santi in cielo l’hanno deposta e sono vestiti di bianco (v. 5). Essi non vedono più i volti dei loro nemici, ma contemplano il volto dell’Agnello (Apocalisse 22:4). Le loro lacrime sono asciugate, e non vi è più morte per loro o tristezza o pianto o dolore (Apocalisse 21:4).
E’ buono per noi pensare alla chiesa trionfante in cielo. La loro gloria è una testimonianza del fatto che la vittoria è anche nostra. Tra non molto noi saremo dove sono loro, e riposeremo con loro. Che grande giorno che sarà! E mentre attendiamo, essi pregano in cielo per la vendetta di Dio sui nostri nemici, una preghiera che Dio di certo ode (Apocalisse 6:9-11).
Solo in due aspetti il trionfo dei santi in cielo è ancora incompleto. Primo, i loro corpi non sono ancora risuscitati, così che essi non godono della gloria celeste con anima e corpo glorificati. Secondo, il riposo della chiesa non è ancora glorificato, e, come i versi 9-11 suggeriscono, la loro gloria non è completa senza di noi. L’intero corpo di Cristo deve essere radunato in uno per la gloria di Dio il Padre, e fino a che non lo sarà, la chiesa trionfante deve attendere come noi.
Nella sicura speranza di quel giorno a venire, sicuro per il decreto di Dio, per il sangue ed il governo di Cristo, e per la sovrana opera dello Spirito, la chiesa militante combatte ed attende e prega, mentre la chiesa trionfante riposa ed attende e prega.

La Chiesa Latente 
chiesa latente
Coloro che sono glorificati in cielo e coloro che sono salvati e stanno ancora vivendo qui sulla terra non sono i soli che appartengono al corpo di Gesù Cristo, la chiesa invisibile. Vi sono anche quelli che non sono ancora nati e salvati ("latente"), ma che sono stati scelti da Dio. Essi, anche, appartengono alla chiesa per elezione e per lo spargimento del sangue di Cristo alla croce, anche se non ancora per rigenerazione e fede.
Cristo ha parlato spesso di coloro che il Padre Gli ha dato e che non erano ancora stati salvati (Giovanni 6:37, 39; Giovanni 10:16, 19; 17:2). Essi Gli sono stati dati prima della fondazione del mondo (Giovanni 17:6; Efesini 1:4), ed è per loro che Egli prega (Giovanni 17:9) e muore (vv. 13, 19). La loro salvezza e il posto nella Sua chiesa, quindi, sono garantiti.
E’ per queste persone che Cristo rimanda la Sua venuta. Prima che Egli possa ritornare nella volontà di Dio, tutti loro devono nascere ed essere salvati. Questo è ciò che leggiamo in II Pietro 3:9. Molti intendono le parole non volendo che alcuno perisca come per far riferimento ad un desiderio da parte di Dio per la salvezza di ogni persona senza eccezione, ma il verso non ha niente a che fare con una tale supposta volontà di Dio per la salvezza di ogni individuo.
Il nono verso parla in modo chiaro di noi. Cristo è paziente (misericordioso) "verso di noi." La Sua misericordia significa che Egli non vuole che alcuno di noi perisca, ma che tutti noi giungiamo a ravvedimento. La parola noi è chiaramente inferita nelle ultime due espressioni del verso, anche. Ciò che colpisce è il fatto che la parola noi a cui si fa riferimento include coloro che non sono ancora giunti a ravvedimento. Essi sono parte di noi, parte di coloro che "hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra … attraverso la giustizia di Dio e nostro Salvatore Gesù Cristo" (II Pietro 1:1), a cui sono state date "tutte le cose che pertengono alla vita e alla pietà" come anche "grandissime e preziose promesse" (vv. 3-4).
Noi comprendiamo che queste persone hanno tutte queste benedizioni soltanto in quanto scelte in Cristo ed acquistate da Lui. Tuttavia, l’elezione ed il sangue di Cristo sono così sicuri che di essi può essere detto che già hanno queste cose con noi e che già sono parte di noi.
In verità è in modo simile che il verso deve essere compreso. Pensare che il verso parli di un desiderio di Dio per la salvezza di ogni persona è renderlo senza senso. La promessa venuta di Cristo (II Pietro 3:4, 10) non può aver luogo fino a che tutti sono giunti a ravvedimento (v. 9). Per questo Dio nella Sua misericordia sta aspettando.
Ma se Dio sta aspettando la salvezza di tutti senza eccezione, allora Cristo non ritornerà mai. Tutti gli uomini senza eccezione non sono mai giunti e non giungeranno mai a ravvedimento. Vi sono sempre stati, e vi saranno sempre, quelli che periscono.
Piuttosto, la venuta di Cristo è legata alla salvezza dell’intera chiesa eletta, ciò che è chiamato il raccogliere quelle "altre pecore" (Giovanni 10:16). Quando tutte loro saranno state portate a ravvedimento per la grazia di Dio, possiamo essere sicuri che Cristo tornerà.
A quel fine la chiesa in cielo prega (Apocalisse 6:10-11), e la chiesa sulla terra si unisce a loro (Apocalisse 22:20), chiedendo la salvezza di tutti coloro che Dio ha scelto, ma che sono ancora nelle tenebre e nell’incredulità.
  
La Vera Chiesa 
la vera chiesa
Qual è la vera chiesa di Gesù Cristo, e dove deve essere trovata? Questa è una difficile ma importante domanda, una domanda che ci dobbiamo fare se dobbiamo diventare membri della chiesa invisibile. Molto spesso è una domanda a cui non è così facile dare una risposta.
Ciò che rende questa domanda ancora più difficile è la possibilità che una chiesa che una volta sembrava essere la chiesa di Cristo divenga la falsa chiesa. Cristo avverte la chiesa di Efeso a riguardo di questa possibilità in Apocalisse 2:5.
Che la chiesa di Efeso fosse in pericolo di divenire la falsa chiesa è evidente dalla minaccia di Cristo di rimuovere il suo "candelabro." Quei candelabri erano figure della vera chiesa, che bruciavano con l’olio dello Spirito (Zaccaria 4:1-6; Ebrei 1:9) e che esistevano come una luce nel mondo (Matteo 5:14). La chiesa di Efeso era in pericolo di perdere sia lo Spirito che la sua luce. Il fatto che la chiesa lì presente fosse minacciata con la rimozione del suo candelabro dal suo luogo significava che non sarebbe stata più di Cristo. Egli non avrebbe più camminato in essa (Apocalisse 1:12-13). Nella stessa maniera Cristo minaccia di sputare la chiesa di Laodicea fuori dalla Sua bocca (Apocalisse 3:16).
Ciò che è così terrificante nel caso di queste due chiese è il fatto che Cristo le minaccia di giudizio per aver perso il loro primo amore (Apocalisse 2:4) e per la tiepidezza e la sicurezza carnale (Apocalisse 3:16-17). Senza dubbio vi sono molte chiese oggi che sono in pericolo di giungere sotto gli stessi giudizi e per le stesse ragioni.
La vera chiesa di Cristo, quindi, è la chiesa che mantiene il suo primo amore (Apocalisse 2:4), che fa ciò che Cristo comanda (v. 5), che è fedele (v. 10), che si ravvede dei suoi peccati (v. 16), che mantiene stretto ciò che ha (v. 25), che è vigilante (v. 4), che fa in modo che i suoi membri non contaminino le loro vesti (v. 4), che osserva la Parola di Cristo e non nega il Suo nome (v. 8). Non ve ne sono molte così oggi.
E’ evidente da questi passaggi che non tutte le chiese sono ugualmente pure. Le chiese a cui Cristo indirizza i moniti in Apocalisse 2 e 3 vanno da quelle contro le quali Egli non ha alcuna rimostranza a quelle minacciate di distruzione. Tuttavia, a tutte esse Cristo Si rivolge ancora come a chiese, come anche nel caso della chiesa di Corinto, nonostante tutti i suoi problemi.
Dovremmo tenere a mente questo, perché significa che nel cercare la vera chiesa, non dovremmo cercare una chiesa perfetta. Fintanto che vi sarà il peccato nel mondo e nel popolo di Dio, una chiesa perfetta non può essere trovata.
Nessuna chiesa o denominazione può reclamare, come fa Roma ed alcune chiese Protestanti, di essere la sola vera chiesa di Cristo. Vi è una vasta gamma di chiese, più o meno pure e vere, che rappresentano, almeno in qualche grado, la chiesa di Gesù Cristo.
Tuttavia dobbiamo sapere che usando il termine di Vera Chiesa si intende una Chiesa la cui esistenza non dipende da forme, cerimonie, cattedrali, chiese, cappelle, pulpiti, fonti, paramenti, organi, dotazioni, denaro, re, governi, magistrati, o da qualsiasi atto di favore concesso da mani d'uomo. La Vera Chiesa ha continuato a vivere e continuerà a vivere anche quando tutte queste cose le saranno sottratte; è stata spesso, infatti, costretta a nascondersi nei deserti, nei boschi e nelle caverne della terra fuggendo da coloro che avrebbero dovuto esserle amici. La sua esistenza dipende da null'altro che la presenza di Cristo e del Suo Spirito. E' per questo che essa non muore, perché vive della loro presenza.
Questa è la Chiesa a cui particolarmente appartengono gli attributi biblici che indicano i suoi attuali onori e privilegi, come pure le promesse di futura gloria; questo è il corpo di Cristo; questo è il gregge di Cristo; questa è la famiglia fedele; questa è l'edificio di Dio, il fondamento di Dio, e il tempio dello Spirito Santo. Questa è la Chiesa dei primogeniti, i cui nomi sono scritti in cielo; questo è il sacerdozio regale, la generazione eletta, il popolo particolare, la proprietà acquistata, l'abitazione di Dio, la luce del mondo; il sale ed il frumento della terra; questa è "la Santa Chiesa Cattolica" del Credo apostolico; questa è "la Vera chiesa, Una, Cattolica ed Apostolica" del Credo niceno; questa  è la chiesa alla quale il Signore Gesù promette che: "le porte dell'Ades non la potranno vincere" (Matteo 16:18), ed alla quale Egli dice: "Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" (Matteo 28:20).
Questa è l'unica Chiesa che possieda vera unità. I suoi membri concordano completamente su tutte le questioni più importanti di dottrina, perché essi sono tutti istruiti dall'unico Spirito. Al riguardo di Dio, di Cristo, dello Spirito, del peccato e del loro stesso cuore, della fede, del ravvedimento, della necessità di santità di vita, del valore della Bibbia, dell'importanza della preghiera, della risurrezione e del prossimo giudizio finale, essi sono tutti di un'unica mente. Prendete tre o quattro fra loro, stranieri l'uno all'altro, dai più remoti angoli della terra; esaminateli separatamente su questi punti: troverete come tutti siano d'un unico pensiero.
Questa è l'unica chiesa che possieda autentica santità. I suoi membri sono tutti santi. Essi non sono semplicemente santi per la loro professione di fede, santi di nome e santi nel giudizio della carità. Essi sono santi di fatto e nella realtà, nella vita ed in verità. Essi sono più o meno conformi all'immagine di Gesù Cristo. Nessuna persona non santa appartiene a questa Chiesa.
Questa è l'unica Chiesa che sia veramente cattolica. Non é infatti la chiesa che appartiene solo ad una nazione o ad un popolo: i suoi membri possono essere trovati in ogni parte del mondo dove l'Evangelo è accolto e creduto. Non è confinato nei limiti di un paese soltanto, o costretto da una particolare forma di governo esteriore. In essa non c'è differenza fra Giudeo e Greco, uomo o donna, bianco o nero, episcopaliano o presbiteriano, ma la fede in Cristo è la sola cosa che conti. I suoi membri saranno un giorno raccolti da nord a sud, da est ad ovest, da ogni popolo, lingua e nazione: tutti sono e saranno uno in Cristo Gesù.
Questa è la sola Chiesa che sia veramente apostolica. E' edificata sul fondamento posto dagli Apostoli e sostiene le dottrine che essi predicavano. I due grandi obiettivi ai quali i suoi membri mirano sono la fede apostolica e la pratica apostolica. Essi considerano l'uomo o la donna che dice di seguire l'insegnamento apostolico senza possedere queste due cose solo come un rame risonante o uno squillante cembalo.
Questa è la sola Chiesa che è certo che durerà fino alla fine. Nulla potrà sovvertirla o distruggerla. Quando una Chiesa predica un Evangelo per il quale i suoi membri sono pronti a morire, può sopportare qualsiasi persecuzione! I suoi membri potranno anche essere perseguitati, oppressi, imprigionati, bastonati, decapitati, bruciati... ma la vera Chiesa non la si potrà estinguere mai.  Essa risorge sempre dalle sue afflizioni, vive attraverso l'acqua ed il fuoco. I Faraoni, Erode, Nerone, Maria la sanguinaria e mille altri ancora hanno cercato invano di abbattere questa Chiesa. Hanno bruciato e massacrato, ma loro sono scomparsi e la Chiesa è rimasta intatta. La Vera Chiesa sopravvive a tutti i suoi nemici e li vede seppellire. E' come un incudine sul quale inutilmente si abbattono i colpi di cento martelli, ma si spezzeranno prima i martelli. E' come un roveto che brucia senza mai consumarsi.
Questa è la Chiesa che compie l'opera di Cristo sulla terra. I suoi membri non sono che un piccolo gregge, pochi di numero in confronto con  gli uomini di questo mondo; uno o due qui, e due o tre là. Sono questi, però, che scuotono l'universo. Questi sono  gli operai  instancabili che diffondono la religione pura e senza macchia. Questi sono il sangue stesso che mantiene viva una nazione, lo scudo, la difesa, il supporto prezioso di ogni nazione nella quale essi abitano.
chiesa di Dio
Questa è la Chiesa che sarà veramente gloriosa fino alla fine. Quando ogni gloria terrena sarà passata, allora sarà questa la Chiesa che verrà presentata immacolata davanti al trono di Dio. Troni, principati, e podestà sulla terra si scioglieranno come neve al sole, ma la Chiesa dei primogeniti brillerà come le stelle del cielo e, alla fine, sarà presentata con gioia davanti al trono di Dio Padre, nel giorno dell'apparizione del Cristo. Quando i gioielli saranno completi ed avverrà la manifestazione dei Figli di Dio, una sola Chiesa sarà nominata, e quella sarà la Chiesa degli eletti.
Questa è la vera Chiesa alla quale sei chiamato ad appartenere, se vuoi essere salvato dalle conseguenze del peccato ed essere in pace con Dio. Fintanto che questo non ti apparterrà, non sarai altro che un'anima perduta. Tu potrai anche vantare innumerevoli privilegi esteriori; potresti anche godere di grande luce e conoscenza. Se però non appartieni al corpo di Cristo, la tua luce, le tue conoscenze, i tuoi privilegi non potranno salvare la tua anima. C'è chi fantastica che se appartiene a questa o quella chiesa, e il suo nome è iscritto sui suoi registri, si sottopone a certe forme, partecipa a particolari cerimonie, che tutto alla fine gli andrà bene. Non tutti, però, quelli che appartenevano ad Israele erano veramente da considerarsi israeliti e non tutti coloro che professano di essere cristiani possono considerarsi davvero membri del corpo di Cristo.
Potresti essere un convinto episcopaliano, o presbiteriano, o battista, o metodista, o delle Assemblee dei fratelli, o valdese, o evangelico, o pentecostale... Questo in sé stesso non ti salverà se non appartieni alla Vera Chiesa. Se non vi appartieni veramente, la triste realtà è che sarebbe meglio che non fossi mai nato.
Se Dio dimora nella Chiesa, la Vera Chiesa (e intendo tutti i suoi membri) deve dimostrare, manifestare, mostrare al mondo il modo di essere, di pensare, di vivere di Dio stesso, di Cristo. Essa deve essere nel mondo testimonianza della verità perché di essa dice la Scrittura che è: "…la casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità" (1 Ti. 3:15). Usando un'immagine, la Chiesa potrebbe essere assomigliata a un candeliere che sostiene e tiene ben in alto, affinché tutti la vedano, la luce che è Cristo. La luce dissipa le tenebre, dà speranza, permette di operare, rivela i malfattori che si nascondono nelle tenebre… La Vera Chiesa deve annunciare nel mondo la salvezza che si trova solo in Cristo, comunicare Cristo, far avvicinare a Lui la gente affinché in Lui trovi salvezza, la Chiesa deve operare nel mondo quello che Cristo stesso operava, opere d'amore e di giustizia, a gloria di Dio, come anticipazione del Regno di Dio che viene. Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: chi crede in me farà anch'egli le opere che io faccio; anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre" (Gv. 14:12).


Conclusione
chiesa celeste
Chi, alla domanda "A che cosa serve la Chiesa?" risponde: "Nulla, ne faccio benissimo a meno", non sa quello che sta dicendo o non ha mai, ed è più probabile, conosciuto una vera Chiesa fedele al suo Signore che sia e faccia ciò che Gesù ha comandato di essere e di fare. La Chiesa, come Gesù l'ha intesa, è qualcosa di meraviglioso e che ha sempre attirato anche coloro che all'inizio non credevano in ciò che essa predicava. Vorrei concludere ripetendo con profonda convinzione una cosa: la vera Chiesa di Gesù Cristo non si estinguerà mai. Cadranno magari le strutture delle pseudo-chiese ma la Vera Chiesa andrà avanti fino alla fine. Gesù disse "…nemmeno la potenza della morte potrà distruggerla" (Mt. 16:18). E' una certezza. Che noi si possa essere ciò che il Signore Gesù intendeva che noi fossimo: allora la nostra esperienza di Chiesa sarà meravigliosa ed entusiasmante e porterà veramente gloria a Dio.

 

"A me, il minimo di tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare fra i gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di manifestare a tutti la partecipazione del mistero che dalle piú antiche età è stato nascosto in Dio, il quale ha creato tutte le cose per mezzo di Gesù Cristo; affinché, per mezzo della chiesa, nel tempo presente sia manifestata ai principati e alle potestà, nei luoghi celesti, la multiforme sapienza di Dio, secondo il proponimento eterno che egli attuò in Cristo Gesú, nostro Signore, in cui abbiamo la libertà e l'accesso a Dio nella fiducia mediante la fede in lui."
(Efesini 3:8-12)


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