L’apostolo Paolo
esortò gli anziani di Efeso a badare a se stessi (Atti 20:28): un breve
sermone che non si impara velocemente! A riguardo di questa esortazione, vorrei
considerare insieme con voi cosa significa badare a se stessi.
1. Badate che la grazia salvifica di Cristo abbia operato efficacemente nei vostri cuori
Badate a voi stessi affinché,
mentre proclamate al mondo la necessità di essere salvati da Cristo, non
restiate privi della grazia che offrite agli altri. Badate a voi stessi affinché,
mentre esortate gli altri a scampare dalla morte eterna, non siate i primi a perire.
Badate a voi stessi per non morire di fame mentre distribuite il Pane della vita
agli altri peccatori. La promessa di risplendere “come le stelle in eterno”
è riferita a coloro che, oltre ad aver “insegnato a molti la giustizia”
(Daniele 12:3), sono stati resi partecipi della grazia in prima persona.
Molti hanno messo in guardia
altri sul pericolo dell’inferno, mentre essi stessi, in seguito, vi si sono
precipitati. Numerosi predicatori sono finiti in quel luogo di tormento, pur avendo
esortato centinaia di volte chi li ascoltava ad applicarsi con attenzione e diligenza
per scampare la loro anima. Può Dio salvare coloro che, pur annunciando
il Vangelo ad altri, rifiutano di essere salvati? Possono fuggire l’ira
a venire coloro che trascurano ed abusano delle verità che predicano? Conosco
alcuni sarti che vanno vestiti di stracci, mentre confezionano vestiti eleganti
per i loro clienti! E ci sono delle cuoche che stentano a vivere, eppure imbandiscono
tavolate ricche di cibi succulenti! Credetemi fratelli, Dio non salverà
nessun uomo perché è un predicatore, né perché è
un buon predicatore, ma egli salva i peccatori perché li giustifica e li
santifica. Badate a voi stessi, dunque, affinché siate ciò che cercate
di persuadere altri ad essere e abbiate creduto di cuore alle verità che
vorreste inculcare nel cuore di coloro cui predicate.
È una cosa terribile
essere un cristiano nominale, ma è ancora più tremendo essere un
predicatore non salvato! Non tremate quando, aprendo la vostra Bibbia, leggete
quella che potrebbe essere la vostra condanna? Quando preparate i vostri sermoni,
non pensate che quello potrebbe costituire un atto d’accusa contro voi stessi?
Quando predicate contro il peccato, state pronunciando un giudizio contro voi
stessi! Quando proclamate le insondabili ricchezze di Cristo e della sua grazia,
condannate l’incredulità del vostro cuore! Un
predicatore inconvertito è una delle creature più infelici della
terra. Chi vive questa condizione non si rende conto del proprio stato ed è
simile a colui che possiede molti sassi che siccome assomigliano ai gioielli della
grazia gli impediscono di vedere la propria povertà. Anzi, queste persone
ripetono a se stesse: «Sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di
niente» (Apocalisse 3:17). Un predicatore può conoscere le Scritture,
compiere opere di giustizia, non vivere dominato da peccati grossolani, riprendere
coloro che trasgrediscono i comandamenti e servire l’altare giorno e notte,
pur rimanendo inconvertito. Quale tragedia morire di fame pur avendo a disposizione
tanta abbondanza!
Se coloro di cui sto
parlando mi ascoltassero seriamente, esaminerebbero se stessi per vedere se sono
nella fede e, anziché continuare a predicare agli altri, comincerebbero
a richiamare se stessi a ravvedimento. Un predicatore inconvertito che comprendesse
la condizione in cui si trova, comincerebbe a rendersi conto che nel giorno del
giudizio sarà vano domandare: «Signore, Signore, non abbiamo noi
profetizzato in nome tuo?» (Matteo 7:22). Quale conforto può trarre
Giuda Iscariota dal ricordo di aver annunciato il Vangelo insieme agli altri apostoli
e di essere stato chiamato da Cristo “amico”? Consiglio a queste persone
di lasciare che queste verità lavorino le loro coscienze e, in seguito,
di predicare alla propria congregazione un sermone applicando a se stessi le parole
del Salmo 50: «Dio dice all’empio: “Perché vai elencando
le mie leggi e hai sempre sulle labbra il mio patto, tu che detesti la disciplina
e ti getti dietro alle spalle le mie parole?”» (vv. 16-17). Esponete
questo testo con le lacrime agli occhi, confessate davanti all’assemblea
il vostro stato di peccato e fate richiesta delle loro preghiere affinché
Dio vi conceda il suo perdono e possiate predicare un Salvatore che avete incontrato
e conosciuto personalmente.
Ahimè, questa
è una delle più gravi calamità che possa abbattersi sulla chiesa di Dio! Uomini che diventano predicatori prima di diventare cristiani.
Uomini che sono appartati ed ordinati ministri del Vangelo prima di essere stati
santificati mediante la consacrazione del cuore. Uomini che adorano un Dio sconosciuto,
che predicano un Cristo che non hanno mai incontrato, affidandosi ad uno Spirito
che è lontano da loro. Come possono costoro parlare di comunione con Dio,
di santità di vita, di gloria e di beatitudine se non hanno sperimentato
nessuna di queste realtà? Oh, che i giovani che aspirano al ministero pongano
mente a queste cose! Infatti, invano si applicano agli studi se non conoscono
Dio e non aspirano a lui. A che serve lo studio di varie discipline se non cerchiamo
Dio in esse? Conoscere e contemplare Dio, temerlo ed adorarlo, amarlo e gioire
in lui: questa è la vera filosofia, mentre tutto il resto è solo
stoltezza. Il mondo non ha conosciuto Dio con la propria sapienza e gli uomini,
dichiarandosi savi, sono diventati stolti.
2. Badate di non
accontentarvi di essere stati salvati, ma vegliate su voi stessi affinché
le grazie che Dio vi ha donato portino frutto e siano ravvivate, e i sermoni che
preparate siano predicati al vostro cuore
La vostra opera non è
fine a se stessa, bensì tende al benessere spirituale della chiesa. Se
il vostro animo è rivolto alle cose di lassù, il gregge che dovete
pascere ne trarrà i benefici e, nell’ascoltarvi, si renderà
conto che avete goduto una profonda comunione con Dio. Ciò che abbiamo
nel cuore è ciò che giungerà alle orecchie della nostra congregazione.
Vi confesso che sto parlando in base alla mia triste esperienza, in quanto mi
accorgo che coloro dei quali devo prendermi cura risentono del mio stato d’animo.
Quando il mio cuore è freddo, lo è anche la mia predicazione, e
quando sono confuso, tale è anche la mia predicazione. In altre parole,
posso rendermi conto della mia condizione osservando quella di coloro che mi ascoltano
predicare.
Noi siamo come la “nutrice”
di coloro che appartengono a Cristo. Se non cibiamo correttamente noi stessi,
anch’essi cresceranno malnutriti. I nostri fratelli saranno “magri”
e il servizio che renderanno a Dio sarà fiacco. Se l’intensità
del nostro amore diminuisce, come potremmo ravvivare il loro? Se non camminiamo
santamente nel timore del Signore, la nostra predicazione lo manifesterà.
E se non sarà il contenuto dei nostri sermoni a dimostrare il nostro declino,
lo sarà il nostro modo di vivere. Se ci cibiamo di errori dottrinali o
di inutili controversie, coloro che ci ascoltano saranno i primi a fare le spese
della nostra stoltezza. Al contrario, se abbondiamo in fede, amore e zelo, anche
la nostra congregazione crescerà nella grazia e saremo di grande benedizione.
Oh, fratelli! Badate
a voi stessi dunque! Vegliate sul vostro cuore e mortificate le concupiscenze
mondane. Perseverate nella fede, camminate con zelo nell’amore e non vagate
qua e là, ma rimanete in casa e spendete il tempo che avete a disposizione
in comunione con Dio. Non inganniamo noi stessi e gli altri con un fervore simulato,
perché non sarà accompagnato dalla benedizione che scende dall’alto!
Soprattutto, impieghiamo molto tempo pregando e meditando la Scrittura, perché
è quando entriamo in questa “cameretta” che Dio fa scendere
il fuoco dal cielo per consumare i sacrifici che gli offriamo. Ricordatevi che
se trascureremo queste cose non saremo solo noi a cadere, ma anche coloro ai quali
siamo preposti nel Signore. Per amore del gregge affidato alle vostre cure: badate
a voi stessi!
3. Badate che il
vostro comportamento non contraddica ciò che predicate
Badate a non essere
un ostacolo che faccia inciampare colui che è cieco e non smentite col
vostro comportamento ciò che avete affermato con le vostre parole. Questo
peccato fa pensare alla gente che la Parola di Dio sia una filastrocca e che la
predicazione del Vangelo non sia altro che un vano cianciare. Colui che crede
davvero ciò che afferma, vivrà secondo quanto afferma! Una sola
espressione d’orgoglio, una parola volgare, una discussione troppo animata
o un solo atteggiamento dissoluto è sufficiente a rendere inutile la nostra
predicazione. Ditemi, fratelli, nel timore del Signore, desiderate che la vostra
opera porti frutto? Volete che le verità che predicate siano sperimentate
da coloro che vi ascoltano? Come? Questo è ciò a cui ambite e non
siete pronti a sopportare un torto, né siete disposti a rinunciare a qualcosa
per favorire coloro che sono nell’indigenza? Desiderate che la vostra opera
porti frutto e non volete assumere un atteggiamento più umile, essere più
condiscendenti con coloro che considerate gli ultimi? Ahimè! Quanti di
noi studiano molto per predicare correttamente, ma poco per vivere santamente!
Una settimana intera non ci sembra sufficiente per preparare un sermone di due
ore, mentre un’ora spesa meditando sul nostro comportamento ci pare già
troppa!
Fratelli, certamente
quello di cui stiamo discutendo è un motivo validissimo per badare sia
a ciò che diciamo sia a ciò che facciamo. Se “metteremo in
pratica” i comandamenti di Dio, saremo altresì “felici nel
nostro operare” (Giacomo 1:25). Se coloro che ci ascoltano devono “mettere
in pratica la Parola e non ascoltarla soltanto” (Giacomo 1:22), noi dobbiamo
essere facitori e non soltanto predicatori! La medesima fatica che impieghiamo
nel preparare i nostri sermoni dovrebbe essere profusa per vivere una vita santa.
Quando studiamo quello che dobbiamo predicare, se davvero siamo interessati alla
condizione spirituale di coloro che ci devono ascoltare, ci domandiamo: «Cosa
posso dire per condurli alla salvezza?» Allo stesso modo, dovremmo diligentemente
interrogare noi stessi domandandoci: «Come posso comportarmi per persuaderli
a credere e quale deve essere il mio atteggiamento per guadagnarne il maggior
numero?» Se la salvezza delle anime è il nostro obiettivo, lo perseguiremo
quando saremo sul pulpito e quando ne saremo discesi! Non solo le parole della
vostra bocca, ma anche il denaro del vostro portafogli sarà speso per il
bene eterno degli altri! Che questo sia il nostro impegno quotidiano: usare tutto
ciò che Dio ha messo a nostra disposizione per salvarne il maggior numero.
Se pensate che il ministero sia solo studiare e predicare, vi sbagliate di grosso!
E se questa fosse la vostra opinione, sareste indegni di essere chiamati ministri
di Cristo!
Lasciate, dunque, che vi esorti
con fervore ad essere “zelanti nelle buone opere” (Tito 2:14).
a) Siate irreprensibili e senza
macchia
Il vostro comportamento condanni il peccato e sia un esempio per gli altri. Pretendete, forse, che coloro dei quali dovete prendervi cura si preoccupino dell’anima più di voi? Se volete che essi “recuperino il tempo” (Efesini 5:16), voi non sprecatelo! Se desiderate che i loro discorsi non siano futili e vani, siate i primi a parlare di ciò che edifica, affinché ciò che dite conferisca grazia a quelli che ascoltano (Efesini 4:29). Se volete che le loro famiglie siano ordinate e sobrie, governate le vostre come si conviene. Non siate superbi ed autoritari e anch’essi saranno mansueti. Di fronte all’ostinazione ed agli sbagli degli altri, carne e sangue vi suggeriranno di usare le stesse armi e di risolvere i vari problemi che incontrerete ricorrendo alla sapienza “carnale”. Se, però, ritenete che sia meglio imitare Cristo che Alessandro o Cesare, allora “non lasciatevi vincere dal male, ma vincete il male con il bene” (Romani 12:21). Ricordatevi che siete stati chiamati ad essere servi di tutti; perciò non estraniatevi dal gregge, ma familiarizzate con coloro che sono stati affidati alle vostre cure facendo loro del bene.
Il vostro comportamento condanni il peccato e sia un esempio per gli altri. Pretendete, forse, che coloro dei quali dovete prendervi cura si preoccupino dell’anima più di voi? Se volete che essi “recuperino il tempo” (Efesini 5:16), voi non sprecatelo! Se desiderate che i loro discorsi non siano futili e vani, siate i primi a parlare di ciò che edifica, affinché ciò che dite conferisca grazia a quelli che ascoltano (Efesini 4:29). Se volete che le loro famiglie siano ordinate e sobrie, governate le vostre come si conviene. Non siate superbi ed autoritari e anch’essi saranno mansueti. Di fronte all’ostinazione ed agli sbagli degli altri, carne e sangue vi suggeriranno di usare le stesse armi e di risolvere i vari problemi che incontrerete ricorrendo alla sapienza “carnale”. Se, però, ritenete che sia meglio imitare Cristo che Alessandro o Cesare, allora “non lasciatevi vincere dal male, ma vincete il male con il bene” (Romani 12:21). Ricordatevi che siete stati chiamati ad essere servi di tutti; perciò non estraniatevi dal gregge, ma familiarizzate con coloro che sono stati affidati alle vostre cure facendo loro del bene.
b) Abbondate in opere
caritatevoli
Visitate i poveri, informatevi di ciò che necessitano e dimostrate in concreto la vostra compassione. Non siate avari, ma fate del bene a tutti e non cercate cose grandi per voi stessi e per i vostri posteri. Infatti, cosa perderete se impoverite per andare incontro ai bisogni altrui? Se insegnate che bisogna avere fede in Dio e farsi un tesoro in cielo, mostrate agli altri che credete in ciò che predicate! La nostra natura corrotta cercherà di cavillare per impedirci di adempiere al nostro dovere; perciò, badate bene a ciò che sto per dirvi (voglia Dio convincere i vostri cuori): colui che non è disposto a separarsi dai suoi beni per amore di Cristo, non è un vero cristiano! So bene che il cuore avaro cercherà ogni scusa per evitare di dividersi da ciò a cui è attaccato per ubbidire alla volontà di Dio, ma coloro che sono veri discepoli di Cristo seguiranno l’esempio del divino Maestro. Oh, quanto bene potrebbero fare i pastori del gregge se non amassero il mondo, né le cose che sono del mondo! Oh, se spendessero tutto ciò che Dio ha dato loro per fare del bene agli altri! Questa testimonianza aprirebbe molti più cuori alle dottrine della grazia di tutta la loro eloquenza! Anche se non dobbiamo rinchiuderci nei monasteri rinunciando ad ogni possedimento come fanno certuni, pure non dobbiamo possedere nulla che non appartenga prima a Dio.
Visitate i poveri, informatevi di ciò che necessitano e dimostrate in concreto la vostra compassione. Non siate avari, ma fate del bene a tutti e non cercate cose grandi per voi stessi e per i vostri posteri. Infatti, cosa perderete se impoverite per andare incontro ai bisogni altrui? Se insegnate che bisogna avere fede in Dio e farsi un tesoro in cielo, mostrate agli altri che credete in ciò che predicate! La nostra natura corrotta cercherà di cavillare per impedirci di adempiere al nostro dovere; perciò, badate bene a ciò che sto per dirvi (voglia Dio convincere i vostri cuori): colui che non è disposto a separarsi dai suoi beni per amore di Cristo, non è un vero cristiano! So bene che il cuore avaro cercherà ogni scusa per evitare di dividersi da ciò a cui è attaccato per ubbidire alla volontà di Dio, ma coloro che sono veri discepoli di Cristo seguiranno l’esempio del divino Maestro. Oh, quanto bene potrebbero fare i pastori del gregge se non amassero il mondo, né le cose che sono del mondo! Oh, se spendessero tutto ciò che Dio ha dato loro per fare del bene agli altri! Questa testimonianza aprirebbe molti più cuori alle dottrine della grazia di tutta la loro eloquenza! Anche se non dobbiamo rinchiuderci nei monasteri rinunciando ad ogni possedimento come fanno certuni, pure non dobbiamo possedere nulla che non appartenga prima a Dio.
4. Badate di non
essere schiavi di quei peccati contro cui predicate e che condannate pubblicamente
Magnifichereste Dio
sul pulpito per poi disonorarlo come gli altri ipocriti? Proclamereste il regno
di Cristo per poi disprezzarlo, ribellandovi ad esso? Dichiarereste la perfezione
della legge del Signore per poi trasgredirla? Come potreste vivere nel peccato?
Se il peccato è pericoloso, perché lo accarezzate? E se non lo è,
perché persuadete gli uomini a non peccare? Se è cosa spaventevole
cadere nelle mani del Dio vivente, perché non camminate nel suo timore?
E se non è così, perché allora allarmare le persone senza
motivo? Perché tu che insegni agli altri, non insegni a te stesso (Romani
2:21-23)? Badate dunque a voi stessi, affinché non predichiate contro quei
peccati dei quali siete ancora schiavi; infatti “uno è schiavo di
ciò che lo ha vinto” (II Pietro 2:19). “Non sapete voi che
se vi offrite a qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di colui a
cui ubbidite: o del peccato che conduce alla morte o dell’ubbidienza che
conduce alla giustizia?” (Romani 6:16). Fratelli miei, ricordatevi che è
più facile denunciare il peccato che vincerlo.
5. Infine, badate
di non essere privi delle qualifiche necessarie allo svolgimento del ministero
cristiano
Colui che deve insegnare
ad altri la via della salvezza, non può essere un fanciullo in quanto a
conoscenza. Quali requisiti sono necessari per noi che abbiamo una così
grande responsabilità! Quanti passi biblici difficili dobbiamo saper spiegare
agli altri e quanti problemi teologici da risolvere! Dobbiamo fuggire il male
nelle sue varie manifestazioni; dobbiamo aprire gli occhi degli altri affinché
non cadano in tentazione e dobbiamo saper risolvere svariati casi di coscienza.
Come può un lavoro di questo tipo essere svolto da persone impreparate
o immature? Quale ostinatezza e malizia nei cuori di coloro con cui abbiamo a
che fare! Quanti pregiudizi nelle menti di coloro che ci ascoltano! Siamo di fronte
ad uomini e donne dal cuore caparbio, che anche quando sono zittiti non riconoscono
di aver torto e non si lasciano convincere.
Quali uomini dovremmo
essere in capacità, determinatezza ed instancabile diligenza! Paolo conosceva
la propria insufficienza di fronte ad una tale chiamata e noi considereremo il
ministero con superficialità o, peggio ancora, con sufficienza e spavalderia
come se noi, invece, fossimo sufficienti? Il ministero cristiano non è
un peso per le spalle di un ragazzino! Non penso che predicare un sermone sia
la cosa più difficile per noi. Eppure, quale capacità è necessaria
per esporre in maniera chiara tutto il consiglio di Dio, per convincere chi ci
ascolta affinché la loro coscienza sia rischiarata? E non dimentichiamo
che il linguaggio che adoperiamo e il nostro comportamento devono essere coerenti
al messaggio che annunciamo. Dio dovrebbe essere onorato e glorificato dalla nostra
predicazione, ma a causa della nostra debolezza e negligenza può avvenire
il contrario! Quante volte gli schernitori sono usciti dal locale di culto beffandosi
del Vangelo a causa delle mancanze del predicatore? Le persone si addormentano
quando predichiamo se la nostra lingua e il nostro cuore sono addormentati e non
abbiamo la capacità di svegliarli!
E ancora: quale abilità è necessaria per difendere la verità contro quelli che la contraddicono? Se noi veniamo meno di fronte a questo dovere (Tito 1:9), i nemici della verità esulteranno. Tuttavia, questo è il male minore. Infatti, chi può dire quante anime deboli ed instabili saranno danneggiate e quale disprezzo sarà suscitato verso la chiesa?
E ancora: quale abilità è necessaria per difendere la verità contro quelli che la contraddicono? Se noi veniamo meno di fronte a questo dovere (Tito 1:9), i nemici della verità esulteranno. Tuttavia, questo è il male minore. Infatti, chi può dire quante anime deboli ed instabili saranno danneggiate e quale disprezzo sarà suscitato verso la chiesa?
Oh fratelli! È
vero, la necessità obbliga la chiesa a tollerare chi è debole, ma
guai a noi se tolleriamo con indulgenza le nostre debolezze! Esiste forse un metodo
per portare frutto, pur vivendo nell’ozio e nella trascuratezza? Se saremo
pigri, spegneremo lo Spirito Santo! Dio ci insegna che nella sua opera dobbiamo
essere “ferventi nello spirito” (Romani 12:11). Perciò, fratelli
miei, non sprecate il tempo a vostra disposizione. Studiate e pregate, predicate
e fate del bene a tutti. Badate a voi stessi, affinché la vostra negligenza
non danneggi l’opera di Dio.
Da una predicazione di Richard Baxter
"Esorto dunque gli anziani che sono tra di voi, io che sono anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sarò pure partecipe della gloria che deve essere manifestata: pascete il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon animo; non come dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come esempi del gregge. E quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce"
"Esorto dunque gli anziani che sono tra di voi, io che sono anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sarò pure partecipe della gloria che deve essere manifestata: pascete il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon animo; non come dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come esempi del gregge. E quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce"
(1 Pietro 5:1-4)
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