Impariamo ad affrontare il nemico | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

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sabato 20 agosto 2011
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Impariamo ad affrontare il nemico

soldato di Cristo
"Poiché io son persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potestà, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore." (Romani 8:38-39)


"Il male non è qualcosa, ma qualcuno." Se arriviamo a capirlo, abbiamo fatto un enorme passo avanti nella conoscenza della guerra spirituale.

La Scrittura ci avverte che perfino i cristiani saranno direttamente coinvolti nel conflitto personale contro il diavolo.
Non si tratta di un qualcosa di astratto o di psicologico, ma di un confronto da persona a persona, e nel conflitto dovremo affrontare il diavolo.

Paolo ci avverte di un aspetto particolare del carattere di Satana: è astuto e scaltro. Alla luce di tale avvertimento, egli ci esorta a prepararci e ad equipaggiarci per l'inevitabile confronto.
Vorrei parafrasare così il versetto 12 di Efesini 6:

"Poiché il nostro incontro di lotta non è contro persone dotate di corpo fisico, ma contro i dominatori e i regni della loro autorità, contro i dominatori del mondo in quest'epoca di oscurità, contro le forze spirituali del male nei cieli."

Siamo in conflitto contro un regno spirituale invisibile assai ben organizzato: il regno di Satana. Contrariamente all'opinione di tanta gente, Satana non è confinato all'inferno o nell'Ade, né risiede sulla superficie della terra. Il suo luogo di residenza è nei cieli, da dove domina su una banda di angeli ribelli che assumono il ruolo di principati per influenzare la terra al male. Dai gradini più bassi di quel regno sulla terra, Satana controlla innumerevoli miriadi di demoni o spiriti cattivi. Sotto il dominio di Satana anche sulla terra vi sono dei sotto-governatori, con zone delegate di autorità su imperi, regni, stati, comunità e città, per promuovere i crolli nell'ordine della razza umana.

In 2 Corinzi 10, 3-5 leggiamo che Dio ci ha fornito armi adatte alla battaglia. Non si tratta di armi carnali, ma spirituali: "potenti tramite Dio per abbattere le fortezze."

Il versetto 5 di questo capitolo rivela che il campo di battaglia è nella mente dell'uomo; e infatti, tutte le parole-chiave: "immaginazioni, ragionamenti, speculazioni, pensiero e conoscenza," riguardano il campo della mente e del pensiero.
In altre parole, siamo coinvolti in una terribile battaglia contro forze invisibili che cercano di dominare la razza umana.

Come popolo di Dio abbiamo la responsabilità di liberare la mente dell'uomo dal dominio di Satana e di renderla prigioniera dell'obbedienza a Cristo.
Ritengo che noi cristiani siamo le persone più importanti della terra, perché solo noi abbiamo le armi necessarie per questo tipo di opera. Questo ci rende ancor più importanti ed influenti dei governatori politici, dei comandanti militari, degli scienziati o di altra gente simile che nel loro campo particolare può anche avere grande efficacia, ma che non possiede gli attrezzi spirituali o l'equipaggiamento per questo compito. Siamo solo noi ad averlo.

LA NOSTRA ARMATURA PROTETTIVA

armatura

In questo articolo esamineremo l'armatura protettiva del cristiano, per passare poi a discutere le nostre armi aggressive.
So per esperienza quanto Paolo avesse ragione nell'avvertirci di proteggere prima noi stessi; troppo spesso infatti la gente si è impegnata in qualche seria preghiera di attacco contro Satana, per ridursi poi ad un disastro mentale, fisico o psichico, solo per non aver prima indossato l'armatura protettiva. Prima di coinvolgerci in qualche conflitto spirituale a vasto raggio, o in qualche programma ambizioso per assaltare le cittadelle dell'inferno, dobbiamo essere più che certi di avere indossato le nostre armi.

Per descrivere l'armatura protettiva, Paolo adopera l'illustrazione dell'equipaggiamento standard del legionario romano dei suoi tempi. I versetti da 13 a 17 di Efesini 6 citano sei pezzi di quell'equipaggiamento, e noi esamineremo la natura e la funzione particolare di ciascuno.

"Prendete perciò con voi tutta l'armatura di Dio, per poter resistere nel giorno malvagio, e rimanere in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della rettitudine, ed i piedi calzati con la preparazione del Vangelo della pace; Soprattutto, prendete lo scudo della fede, col quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la Parola di Dio."

1.  LA CINTURA  - Il versetto 14 ci dà il primo pezzo dell'equipaggiamento: La Cintura della Verità. Ai tempi di Paolo gli uomini non portavano pantaloni, ma un abito molto sciolto e spesso assai lungo. Se dovevano fare qualcosa che richiedeva movimento libero e attivo, dovevano prima liberarsi di quell'abbigliamento lungo ed ingombrante. Lo facevano col gesto che la Bibbia chiama: "cingersi i fianchi," sollevare cioè l'abito e stringerlo intorno ai fianchi con una cintura affinché le gambe, dal ginocchio in giù, fossero libere di muoversi. Per cui ovviamente, il primo passo era quello di mettersi una cintura.

Nell'applicazione spirituale la cintura significa la verità. Ovviamente si riferisce alla verità della Parola di Dio, ma ritengo abbia anche un'applicazione più fondamentale:
è verità significa essere onesti e reali, metter da parte tutte le affermazioni fantasiose, i capricci e le insincerità di cui la maggior parte della gente "religiosa" è ingombra, e uso di proposito questa categoria di persone.
Gesù ci ha avvertiti spesso sul lievito dei farisei: l'ipocrisia. La parola "ipocrita" ha un significato molto specifico, e la sua radice è la parola greca per attore. Nel greco antico l'attore appariva sulla scena indossando una maschera stilizzata, ad indicare il tipo di persona che si supponeva che fosse. Egli non appariva mai nella sua realtà, ma sempre con la maschera, declamando brani adatti al carattere della parte.

Questa è per me l'esatta rappresentazione del mondo religioso: una persona si sceglie la maschera che poi determinerà il suo modo di agire. Quando indossiamo la maschera, non siamo più noi stessi, ma ci comportiamo secondo le esigenze del copione. Spesso nella "recita" vi è pochissimo della persona reale.
Avete notato come la gente, quando prega o parla del Signore, usa un tono particolare di voce? O come la maggior parte della gente cambia contegno quando entra in chiesa? Si mettono la maschera, e la portano fedelmente fin quando non tornano fuori.

É assai raro che le persone "religiose" siano se stesse. Con la "cintura della verità" Paolo intende dire: "Sii autentico. Dì le cose come stanno. Chiama spada la spada, e non dire che è uno strumento agricolo. Chiama bugia la bugia, lussuria la lussuria e odio l'odio." Se non indossiamo la cintura della verità ogni volta che cerchiamo di andare avanti, inciamperemo nell'abito. Quindi il primo pezzo dell'armatura protettiva è la cintura della verità. Siate autentici.

2.  LA CORAZZA - Il secondo pezzo dell'equipaggiamento, sempre al versetto 14, è la Corazza della Rettitudine. Qual è l'organo particolare del corpo contenuto nel torace? Il cuore. La corazza quindi riguarda la protezione del cuore. É innanzi tutto il cuore che dobbiamo proteggere. In Proverbi 4,23 leggiamo: "Vigila sul cuore con ogni cura, perché da esso sgorga la vita."
Una volta trovai questo versetto appeso alla parete di un ospedale, era in dialetto africano, e il solo vederlo in un'altra lingua attirò la mia attenzione. La traduzione letterale italiana del versetto espresso in quel dialetto era: "Custodisci il tuo cuore con tutta la tua forza, perché da esso provengono tutte le cose che ci sono nella vita." La traduzione era talmente viva che non l'ho mai dimenticata.

Ciò che abbiamo nel cuore determinerà il corso della nostra vita. Se il cuore è pieno di amarezza, di sfiducia e di paura, andremo per la strada sbagliata. Ma se è pieno di fede, di pace e d'amore, la vita prenderà il giusto corso. Dobbiamo vigilare sul cuore con tutta la nostra forza. Per questo Paolo ci sollecita a indossare la corazza della rettitudine.
Ricordate che la rettitudine è una condizione del cuore e non della testa. Un brano parallelo in 1 Tessalonicesi 5,8 dice:

"Noi invece, che siamo figli del giorno, dobbiamo essere sobri, e indossare la corazza della fede e dell'amore..."

In Efesini 6 la corazza è la rettitudine, ma qui è fede e amore. Non si tratta di un'incoerenza della Scrittura, bensì di una spiegazione di cosa nel Nuovo Testamento si intenda per rettitudine: la fede, che opera mediante l'amore. La rettitudine di base per noi è la fede che agisce nell'amore, ed è una condizione del cuore.
Un altro punto della Scrittura, Romani 10,10, ci offre altra luce: "Con il cuore infatti si crede fino a raggiungere la rettitudine."
É diverso credere con la testa e credere col cuore. Se uno crede solo con la testa, di solito il suo comportamento resta invariato, ma quando crederemo col cuore, cambierà il nostro modo di vivere. La corazza della rettitudine, quindi, è la fede nel cuore che agisce nell'amore.

Cerco sempre più di accertarmi di fare tutto in amore. Altrimenti è sbagliato. Quando davanti alle persone abbiamo una reazione d'ira, o se restiamo sconvolti, anche se abbiamo ragione non ci saranno i dovuti risultati. Dobbiamo sorvegliare il cuore per accertare che il motivo di fondo del nostro agire sia l'amore.

3.  I CALZARI - Il terzo articolo dell'equipaggiamento spirituale lo troviamo al versetto 15: "I piedi calzati con la preparazione del vangelo della pace," e si tratta di scarpe, sandali o stivali. I legionari romani avevano degli stivali legati intorno al polpaccio con stringhe di cuoio, ed erano famosi per le lunghe distanze che potevano percorrere.

Per me questa immagine è assai concreta, perché mio padre mi raccontava che nella Seconda Guerra Mondiale, quando la notte i soldati si trovavano vicini al nemico, avevano l'ordine di dormire con gli stivali, perché se ci fosse stato un allarme improvviso  nel mezzo della notte e avessero dovuto cercare e indossare gli stivali, avrebbero perso tempo prezioso. Ogni volta che penso a questo brano ricordo quel regolamento. Per essere mobili e pronti, dovete esser certi di avere già i piedi protetti.
Nell'ammonizione: "...i piedi siano calzati con la preparazione del vangelo di pace..," Paolo dice che questo passo va fatto prima. Ma cosa vuol dire esattamente? Credo intenda dire due cose:

1°. Innanzi tutto, che per comunicare il Vangelo è necessaria prima una preparazione.
Dobbiamo conoscere i fatti fondamentali del Vangelo nella Scrittura. Tanta gente, membri "nati di nuovo" delle Chiese, sono del tutto incapaci di comunicare il Vangelo della salvezza a un'altra persona, anche se la cosa non è poi così difficile. Preparazione significa che i cristiani dovrebbero essere equipaggiati in anticipo, prima di presentare agli altri la propria fede e di spiegare le verità fondamentali del Vangelo.

2°.   L'altra esigenza indicata dalla frase "il vangelo di pace" è che per parlare di "essere in pace con Dio," dovremo noi stessi possedere quella pace.
In altre parole, dovremo essere  persone che trasmettono la pace. Credo che se i non convertiti possono anche non capire la nostra fede, sentendoci parlare capiranno il nostro spirito.
Sempre più comprendo che riusciamo a comunicare solo quello che siamo, anziché quello che diciamo. Sarebbe comodo poter dire una cosa e non doverla vivere, ma non funziona così.
Le "calzature della preparazione del Vangelo di pace" includono la preparazione intellettuale a spiegare il significato del Vangelo, e la preparazione spirituale ad essere in pace con noi stessi.

4.  LO SCUDO  - Il versetto 16 indica il quarto pezzo dell'armatura protettiva: lo scudo:

"Soprattutto prendete lo scudo della fede, col quale sarete in grado di spegnere tutti i dardi infuocati del maligno."

Nelle legioni romane c'erano due tipi di scudo: uno piccolo e rotondo e uno lungo e ovale. Quello a cui ci riferiamo qui è lo scudo lungo e ovale, designato a proteggere dalle frecce e da altri oggetti ogni parte del corpo. Quindi, il tipo di fede di cui Paolo parla qui è designato ad offrirci una protezione totale.
Quando cominciamo a prendere l'offensiva e sfidiamo Satana, egli farà delle ritorsioni e non solo a livello personale, ma anche contro la casa, la famiglia, gli affari e molti altri campi della nostra vita. Abbiamo quindi bisogno di uno scudo abbastanza ampio, tanto da proteggere noi, la famiglia, gli affari e tutto quello che necessita di copertura. Poiché la fede viene dall'ascolto, e l'ascolto dalla Parola di Dio, per appropriarci dello scudo della protezione totale di Dio dobbiamo passare molto tempo con la Parola di Dio.
Quasi ogni cristiano potrà testimoniare che più è usato da Dio, più Satana aumenterà la pressione sulla sua famiglia, e molti ministri sono stati squalificati dal proprio ministero proprio a causa della pressione satanica contro la loro casa.
Per questo Paolo ci sollecita a prendere lo scudo della fede, la protezione totale che Dio mette a nostra disposizione mediante la Sua Parola, e che proteggerà ogni zona della nostra vita.
Ma come Paolo fa rilevare, siamo noi a dover prendere quello scudo - non ci cade tra le mani. Dobbiamo appropriarci della fede, afferrarla saldamente e trattenerla in modo sicuro.

5.  L'ELMO - L'articolo successivo dell'equipaggiamento è costituito dall'elmo della salvezza.
Qual' è la parte del corpo protetta dall'elmo? La testa, che rappresenta la mente o la vita intellettuale, di pensiero.
Dio ha fornito una protezione specifica per la mente e per l'intelletto. Nei miei pochi anni di vita cristiana vera , ho visto diversi servi del Signore resi incapaci a servire veramente Cristo proprio dalle ferite alla testa. Non sapevano come proteggere la mente. Satana assedierà la nostra mente con cose tipo la sfiducia, una delle sue armi più comuni. Cominciamo a non aver più fiducia nella moglie, nel marito, negli altri cristiani, nel nostro ministro.
Altre armi usate da Satana e dirette contro la nostra mente sono: il sospetto, la paura, il dubbio e la depressione.
Si può dire che il venti percento degli operatori cristiani ha problemi di depressione. Parlo per esperienza in questo campo, perché prima di essere stata salvata, battezzata nello Spirito ed essere diventata cristiana, ho avuto un problema ostinato di depressione. Nonostante i molti risultati positivi riscontrati all'inizio del mio cammino con Dio, ho dovuto combattere una terribile battaglia contro la depressione. La avvertivo scendere in me, avvilupparmi come una nube grigia che apparentemente mi escludeva dalla famiglia e dagli altri. Per risolvere il problema, ho tentato ogni raccomandazione umana, fin quando non c'è stato più molto su cui contare.

Poi un giorno, leggendo Isaia 61,3 notai questa frase: "il canto di lode invece dello spirito di mestizia (o pesantezza)."
Leggendo la frase "spirito di mestizia," fu come se lo Spirito Santo mi dicesse: "Questo è il tuo problema! Non sei tu o la tua mente ma uno spirito che ti perseguita e che ti è stato addosso sin dall'infanzia."
Non appena riconobbi la vera identità del mio nemico e mi resi conto che il male non era qualcosa, ma qualcuno, fui per l'80% sulla via della vittoria.
A completare il quadro, mancava solo la conoscenza di Gioele 2,32: "Avverrà che chiunque invocherà il nome del Signore sarà liberato."

In tutta semplicità, quasi con ingenuità, gridai quei due versetti e dissi:

"Signore, Tu mi hai dimostrato che ho uno spirito di mestizia, ed ora io proclamo la Tua promessa che chiunque invoca il nome del Signore sarà liberato. Nel nome del Signore Gesù Cristo, ti chiedo di liberarmi da questo spirito di pesantezza."

E fui liberata davvero!

Ma dopo essere stata liberata Dio mi mostrò che se Egli aveva compiuto la liberazione, io avevo la responsabilità di rieducare la mia mente.
Prima della liberazione ne sarei stata incapace, ma una volta liberata dalla depressione, ero in grado di farlo; capii inoltre che Dio non lo avrebbe mai fatto al posto mio.

Rieducare la mente e coltivare dei modelli di pensiero era questione di disciplina personale, e non fu cosa di un istante. Ma mentre lottavo con quel problema, constatando che la debolezza principale risiedeva nella mia mente, lessi Efesini 6,17: "E prendete l'elmo della salvezza..."
La mia Bibbia in quel punto aveva un riferimento incrociato che rimandava a 1 Tessalonicesi 5,8:
"Noi invece, che siamo figli del giorno, dobbiamo essere sobri, indossando... l'elmetto della speranza della salvezza."

Quando lessi che l'elmetto era speranza, capii finalmente cosa fare, e Dio mi mostrò che dovevo coltivare la speranza, quell'aspettativa  fiduciosa delle cose buone. La speranza è la protezione della mente.

Qualcuno ha detto che l'individuo nasce pessimista o ottimista. Io so non solo di esser nata pessimista, ma anche di essere stata accuratamente allevata in quel modo dalla mia famiglia. Nutro un profondo amore e rispetto per i miei genitori, ma essi erano convinti che se non ti preoccupavi, avresti dovuto preoccuparti per il fatto di non preoccuparti.
Così mi sono resa conto che dovevo rieducare la mia mente, perché essere pessimisti significava rinnegare la mia fede, visto che la Scrittura mi prometteva che, se amavo Dio e vivevo secondo la Sua chiamata e i Suoi scopi, tutto quello che mi sarebbe successo avrebbe collaborato per il mio bene, e ciò non lasciava alcuno spazio logico al pessimismo.

Riuscii piano piano nella mia rieducazione e indossai l'elmetto della speranza. Tutti conosciamo l'avvertimento presente sui luoghi edificabili, che cioè certe aree sono "dure e difficili." Bene, la vita cristiana è un'area dura e difficile, ed è necessario proteggere di continuo la mente con l'elmo della speranza.

6.  La SPADA - L'ultimo pezzo dell'armatura spirituale è: "...la Spada dello Spirito, cioè la Parola di Dio."
Questo pezzo di equipaggiamento è il primo a farci uscire dal regno puramente difensivo per metterci in posizione aggressiva o offensiva. La spada può essere usata in maniera aggressiva contro il nemico, e ci fa passare dalla posizione di difesa a quella aggressiva. Il passo dice che la spada dello Spirito è la Parola di Dio.

In greco ci sono due vocaboli per "parola." Uno è logos, che significa ragione, consiglio o valutare la veritàL'altro è rhema, quello usato qui da Paolo e che significa precisamente "la parola che viene pronunziata."

Quindi, la spada dello Spirito è la parola quando la pronunci,  per cui, se non parli non hai una spada. Un esempio perfetto di questa verità è ciò che fece Gesù quando dovette affrontare il diavolo nel deserto. Rispose ad ogni tentazione dicendo: "Sta scritto..." E noi dobbiamo fare lo stesso.
Dobbiamo conoscere a fondo la Parola di Dio, e non lasciarla semplicemente a riposare sul comodino. Se la pronunciamo come una spada affilata a due tagli, riusciremo a tenere il diavolo fuori dai piedi.

Per concludere, enumeriamo in breve i sei articoli dell'armatura:

1. la cintura della verità;
2. la corazza della rettitudine;
3. i calzari della preparazione del Vangelo;
4. lo scudo della fede;
5. l'elmo della speranza e,
6. la spada, che significa la Parola di Dio espressa, parlata.
Bibbia
Se ci armeremo con questo arsenale completo di armi ed equipaggiamento spirituale, saremo in grado di resistere con successo agli astuti assalti del diavolo e risulteremo vittoriosi nel conflitto spirituale in cui ogni figlio di Dio è chiamato a combattere.




“Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia.” 
(Isaia 41:10)


Liberamente adattato da internet
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2 comments:

  1. 1Pietro 5;8-11
    8 Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. 9 Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo.
    10 Or il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente. 11 A lui sia la potenza, nei secoli dei secoli. Amen.

    1Tessalonicesi 5;6-8

    6 Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; 7 poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte. 8 Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza.
    i versetti che precedono sono un esempio ulteriore del valore della battaglia alla quale siamo chiamati ogni giorno a combattere. Una preghiera mi sovviene che si può trarre dal salmo 43,3 che dice "Manda la tua luce e la tua verità, perchè mi guidino, mi conducano al tuo santo monte e alle tue dimore". Tale invocazione contiene l'essenza di fondo delle armi che ci proteggono nella grazia nella battaglia di ogni giorno. Dio ti benedica sempre e in alto i cuori in Cristo Gesù.

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  2. Mio caro wids72, Dio ti benedica per i tuoi contributi...ti rinnovo l'invito a condividere con noi la lettura della Parola di Dio

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