I sette uomini che governano il mondo dalla tomba | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

Ultime News

    • Pregare nel nome di Gesù

      Uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, ma allo stesso tempo, uno degli aspetti più fraintesi, è la preghiera. Come è vero che la preghiera è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, è altrettanto vero che è estremamente facile sbagliare grandemente in questo campo. Un errore è quello di non pregare abbastanza. È molto facile credere di non avere tempo di pregare. Questo è un ragionamento sbagliato, perché alla base di questa convinzione c'è il pensiero che non abbiamo veramente bisogno di Dio. Però, dall'altro estremo, uno può anche pregare tanto, ma pregare in modo sbagliato. Vogliamo esaminare alcuni brani della Bibbia che parlano della preghiera, affinché possiamo averne un concetto più conforme alla Bibbia. Se preghiamo a modo nostro, che però non è conformato alle verità che Dio ci ha lasciato nella Bibbia, le nostre preghiere possono essere inutili, o peggio ancora, possono essere un'offesa a Dio. Perciò, prestate molta attenzione alle verità che Dio ci insegna nella sua parola sulla preghiera. La Bibbia insegna che dobbiamo pregare al PADRE. Troviamo questo insegnamento ripetutamente, come anche quello che lo Spirito Santo prega per noi. Ma la verità che vogliamo considerare molto più a fondo in questo studio riguarda il fatto che dobbiamo pregare nel nome di Gesù Cristo. Consideriamo, molto attentamente, che cosa significa pregare nel nome di Gesù. Chi può pregare? La prima verità da capire quando consideriamo la preghiera è: chi ha diritto di pregare? Ovvero, chi può pregare, avendo la certezza biblica che Dio lo ascolterà? Chiaramente, oggi, come sempre, tante persone pregano. Ma il fatto che tante persone pregano non significa che vengono ascoltate da Dio. Secondo la Bibbia, sono coloro che hanno Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e perciò come Sacerdote e Mediatore, che possono pregare. Per esempio, in Ebrei 4:14-16, che è stato scritto per coloro che hanno Cristo come Sacerdote e Signore, leggiamo che è per mezzo di Lui che abbiamo accesso al trono di Dio per essere soccorsi. Quindi, è per mezzo di Cristo che possiamo pregare. Chi è senza Cristo non ha questo libero accesso al trono di Dio. Leggiamo il brano. “14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebr 4:14-16) Quindi, solamente chi è un vero figlio di Dio ha diritto di pregare. A CHI si deve pregare? Quando preghiamo, a chi dobbiamo rivolgere le nostre preghiere? E' giusto pregare solo a Dio Padre, o si dovrebbe pregare anche a Gesù e allo Spirito Santo? Cosa ne dice la Bibbia? In Matt. 6:9 Gesù ci insegna a pregare, e Lui ci dichiara chiaramente di pregare a Dio Padre. “Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;” (Mat 6:9) In Giov. 16:23 Gesù parla della preghiera al Padre. “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” (Giov 16:23) La Bibbia ci insegna ripetutamente, sia con insegnamenti, sia con esempi, che dobbiamo pregare a Dio Padre. Allora, qual è il ruolo di Gesù e qual è quello dello Spirito Santo? Se dobbiamo pregare a Dio Padre, che ruolo hanno Gesù Cristo e lo Spirito Santo? Nel nome di Gesù Gesù ci ha insegnato di pregare nel suo nome. Fra poco esamineremo questo concetto. Lo Spirito Santo Per quanto riguarda lo Spirito Santo, non esiste alcuna preghiera nella Bibbia rivolta allo Spirito Santo, tranne una profezia in Ezechiele 37. Quindi, visto che non esiste alcuna preghiera rivolta allo Spirito Santo, è chiaro che non dobbiamo pregare a Lui. Ma qual è il suo ruolo? Lo Spirito Santo ha il ruolo di glorificare Cristo e di indicarci la giusta strada per giungere a questo fine. “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” (Giov 16:14) Si può anche leggere Giov. 14:14-26. Quando un grande faro illumina un palazzo di notte, se fa un buon lavoro, non lo si nota neanche, ma si nota ed ammira solamente il palazzo. Similmente lo Spirito Santo è come il faro: ci aiuta a vedere ed ammirare la persona di Gesù Cristo. Inoltre, lo Spirito Santo, prega per noi aiutandoci nel nostro debole ed incerto modo di porgere le nostre preghiere, perché, Egli conosce Dio nel suo profondo. “26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Rom 8:26-27) Che consolazione! Quindi, a chi dobbiamo pregare? Dobbiamo pregare a Dio Padre, nel nome di Gesù Cristo. per COSA si deve pregare? Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per qualsiasi cosa? Dio esaudisce ogni preghiera? È possibile chiedere qualsiasi cosa nel nome di Gesù, oppure, pregare nel nome di Gesù ci limita nelle nostre richieste? Chiaramente, nella carne, l'uomo prega per ottenere tutto quello che desidera. Prega per avere buona salute o per una guarigione, prega per avere successo negli affari, prega di superare gli esami a scuola, prega per avere sicurezza in viaggio, prega per un buon tempo durante le vacanze. Che cosa ne dice la Bibbia? Esaminiamo alcuni brani fondamentali sulla preghiera. Questi brani sono importanti per il loro insegnamento, ma spesso vengono presi fuori contesto ed interpretati male. Quando abbiamo un concetto sbagliato della preghiera, questo ci fa molto male spiritualmente. Giovanni 14 Consideriamo per primo il brano in Giovanni 14:12-14. Leggiamolo. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Prima di esaminare con cura questi versetti, ricordiamoci che a volte siamo tutti tentati di voler far dire alla Bibbia quello che ci è comodo. Cioè, nella carne, abbiamo la tendenza di interpretare la Bibbia non in base a quello che è realmente scritto, ma in base a quello che ci è comodo. Quindi, dobbiamo sforzarci di dividere rettamente questo brano. Alcuni credenti, e purtroppo anche delle chiese intere, interpretano erroneamente questo brano dicendo che noi possiamo chiedere qualsiasi cosa che desideriamo nel nome di Gesù, e Dio sicuramente ci esaudirà. Questo implica che la frase “nel nome di Gesù” diventa quasi una formula magica che ci fa ottenere quello che vogliamo. Questa falsa interpretazione fa diventare Dio il nostro servo celeste, soggetto ad ubbidire alla nostra volontà. Chi insegna questa falsa interpretazione cita la parte del brano che dichiara: “quello che chiederete nel mio nome, io la farò”, come se tutto l'insegnamento fosse racchiuso lì. Chi crede a questa menzogna, pensa che se preghiamo qualcosa con cuore, Dio la farà. Questo è un pensiero molto falso, e molto pericoloso. Pensiamo a come una persona che crede a questa falsità potrebbe pregare in diverse situazioni. Immaginate un credente che lavora in proprio. La sua attività comincia ad andare molto male, e lui rischia di perdere tutto. Non solo, ma ha anche dei grossi debiti con la banca legati all'attività. Citando questo versetto, egli chiede a Dio di salvare la sua attività. Perciò questo credente è sicuro, visto che ha pregato nel nome di Gesù, che Dio salverà la sua ditta. In un secondo esempio, un credente ha un figlio adulto ribelle, lontano dal Signore. Il credente prega, citando questo versetto, e così è convinto che Dio salverà suo figlio. In un altro esempio, un credente ha un figlio con una grave malattia. Il credente, prega, e citando questo versetto, dichiara che è sicuro che Dio guarirà suo figlio, visto che è convinto che si può ottenere qualsiasi cosa se la si chiede a Dio nel nome di Gesù. In un altro esempio, un credente sta cercando di comprare una casa, e avendone trovato una che gli piace tantissimo, prega, chiedendo a Dio di operare in modo che il proprietario abbassi il prezzo abbastanza da permettergli di comprarla. È convinto che Dio opererà per fargli ottenere quella casa al prezzo che desidera. Senza andare ad analizzare questi esempi in dettaglio, considerate il principio che sta alla base di questo modo di pensare. Se fosse vero che possiamo chiedere a Dio qualsiasi cosa che desideriamo, avendo la certezza che Lui ci esaudirà solamente perché abbiamo citato la frase “nel nome di Gesù”, allora, Dio diventerebbe il nostro servo celeste, pronto ad esaudire ogni nostra richiesta. Dio sarebbe soggetto alla nostra volontà. Se è così, allora Gesù ha sbagliato quando ha insegnato il Padre Nostro, perché avrebbe dovuto insegnarci a pregare: “sia fatta la nostra volontà, non la Tua” Però, Dio NON è il nostro servo, e NON esiste per esaudire le nostre preghiere come vogliamo noi. Non dobbiamo pregare che la nostra volontà sia fatta, ma che la volontà di DIO sia fatta! Ci sono tante verità bibliche che ci aiutano a capire questo principio. Per esempio, leggiamo Matteo 26:39, quando Gesù era nel Giardino: “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Gesù, nonostante i suoi diritti di Figlio di Dio, non chiese al Padre che cambiasse la sua volontà per esaudire la propria richiesta. Piuttosto, rese nota la sua richiesta al Padre, e poi, chiese che la volontà del Padre fosse fatta, non la sua. In Luca 22, Gesù stava preparando i discepoli per la sua morte. Egli spiegò a Pietro che sarebbe stato provato duramente. Notiamo che Gesù non chiese che Pietro potesse evitare la prova, pregò solamente per la fede di Pietro. Vi leggo. “31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».” (Luca 22:31-32) Gesù NON ha chiesto che Dio gli togliesse la prova. In Apocalisse 2, Gesù sta parlando alle sette chiese. Notiamo quello che dichiara alla chiesa di Smirne. “8 «All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.” (Apo 2:8-11) Egli spiegò che vari credenti in questa chiesa sarebbero stati messi a morte per la loro fede. Possiamo presumere che questi credenti erano padri e madri, e avessero le loro famiglie. Però, è evidente che la volontà di Dio per loro era che morissero per la loro fede. Dal brano però comprendiamo che la morte fisica non era una sconfitta, perché poi Gesù dichiarò che se quei credenti fossero rimasti fedeli fino alla morte, avrebbe dato loro la corona della vita. Quindi, Dio aveva stabilito il suo piano per quei credenti, e nessuna loro preghiera avrebbe potuto cambiare il perfetto piano di Dio. Non dovevano pregare Dio affinché li salvasse dalla morte fisica, presumendo per di più che Dio li avrebbe esauditi. Infatti, Dio ha un piano perfetto, che è la SUA propria volontà, e Dio fa TUTTO secondo la decisione della Sua volontà. È importante capire questa verità basilare. Quello che Dio fa, lo fa secondo la decisione della Sua volontà. Leggiamo Efesini 1:11 “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà,” (Efe 1:11) Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, il mondo non sarebbe stabile, Dio non sarebbe Dio, e nulla sarebbe sicuro. La volontà di Dio cambierebbe di minuto in minuto, in base alle diverse preghiere che Gli arrivano da tutto il mondo. Se le nostre preghiere potessero cambiare la volontà di Dio, per esempio, non sarebbe vero quello che è scritto nel Salmo 139:15,16 che riguarda il momento della nostra morte e di quella dei nostri cari. “15 Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora.” (Sal 139:15-16) Se Dio ci desse qualunque cosa che Gli chiediamo, questo brano non sarebbe vero, perché tante persone, vedendo arrivare la morte, pregherebbero, chiedendoGli di guarire o di superare il pericolo, e in questo modo sarebbe stata fatta la loro volontà, non quella di Dio. Se fosse così la morte non dipenderebbe più dalla volontà di Dio, ma dalla volontà dell'uomo. Non arriverebbe più al momento stabilito nel libro di Dio, ma nel momento stabilito da noi. Ma non è così! Non è l'uomo che stabilisce quando morirà, come non è l'uomo che stabilisce quando un certo problema deve risolversi come vuole lui. È il Signore che opera tutte le cose secondo la decisione della Sua volontà! Per esempio, leggiamo in 1Samuele 2:6-8 “6 Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. 7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. 8 Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.” (1Sam 2:6-8) E' il Signore che determina le cose, tramite le nostre preghiere, non noi! Allora, qual è il senso di Giovanni 14:13, quando Gesù dichiara:    “e quello che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov 14:13)? Per capire bene questa verità, dobbiamo leggere non solo questa frase, ma tutto il suo contesto. Cosa significa “nel mio nome”? Dobbiamo capire il senso della frase, “nel mio nome”. Dobbiamo anche capire il motivo che ci spinge a pregare nel nome di Gesù. Gesù stesso ci spiega questa motivazione. Infine, dobbiamo capire altre condizioni che la Bibbia ci dà per poter pregare. Molto spesso, un brano non insegna tutta la verità biblica di un certo argomento, e deve essere considerato insieme ad altri brani. Quindi, qual è il senso della frase: “nel mio nome?” Chiedere “nel nome di Gesù” non è una formula magica che, aggiunta ad una preghiera, costringe Dio ad esaudirci. A quel punto, Dio sarebbe il nostro servo, e noi saremo i sovrani. Ma non è così! Pregare “nel nome di Gesù” non è una frase che si aggiunge a qualsiasi preghiera, per garantire che Dio farà come Gli abbiamo chiesto. Invece significa almeno due cose: 1. chiedere per i Suoi meriti Prima di tutto, pregare nel nome di Gesù significa pregare per i Suoi meriti, riconoscendo che noi non ne abbiamo. Nessun di noi merita alcuna cosa buona da Dio. Quindi, dobbiamo chiedere per i meriti di Gesù. Se chiedo un favore al mio migliore amico, lo chiedo nel mio proprio nome, cioè riconoscendomi degno, visto che sono il SUO migliore amico, che mi venga fatto questo favore. Però, se devo chiedere un grande favore all'amico del mio amico, che non conosco personalmente, so di non meritare da lui nulla (visto che non mi conosce), e perciò, non gli chiedo nel mio nome, ma gli chiedo nel nome del mio amico. Allora, chiedere nel nome di Gesù necessariamente implica un cuore umile. Chi chiede nel nome di Gesù SA che, per conto suo, non merita nulla da Dio. Perciò, questa consapevolezza della propria insufficienza cambia anche la richiesta stessa. Infatti chi sa di non aver nessun merito, non pretende nulla, e non considera Dio come Colui che esiste per esaudire i nostri desideri. Sa che Dio è sovrano, e va ai piedi di Dio umilmente, pronto ad essere sottomesso alla Sua volontà. Tutti questi sono aspetti del pregare nel nome di Gesù. 2. chiedere secondo la volontà di Gesù Dobbiamo però considerare anche una seconda verità estremamente importante nel fatto di chiedere nel nome di Gesù. Chiedere nel nome di Gesù significa anche chiedere secondo la Sua volontà, non la nostra. È importantissimo capire questo principio. Ripeto: chiedere nel nome di Gesù significa chiedere secondo la SUA volontà, non la nostra. Un soldato semplice, che porta gli ordini dati dal comandante agli altri, chiede nel nome del comandante. Non chiede quello che vuole lui, chiede quello che è la volontà del comandante. Infatti, se dovesse chiedere quello che vuole lui, usando il nome del comandante per ottenerla, sarebbe colpevole di un grave reato. In 1Giovanni 5:14,15, leggiamo una chiara spiegazione di quali sono le preghiere che Dio esaudirà. Leggiamo. “14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.” (1Giov 5:14-15) Avete notato la frase: “se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce”? Chiedere nel nome di Gesù DEVE essere secondo la SUA volontà, non la nostra. Quindi, se preghiamo per ottenere qualcosa che desideriamo tantissimo, ma se non è la volontà di Dio, non possiamo chiederla nel nome di Gesù. Se preghiamo per quello che vogliamo noi, e aggiungiamo le parole, “nel nome di Gesù”, siamo come i pagani, usando quelle parole come un talismano, cercando di controllare Dio. Quindi, ricordiamo che chiedere nel nome di Gesù significa chiedere con umiltà, sapendo di non meritare alcuna cosa buona da Dio, e questo atteggiamento ci aiuta ad accettare qualsiasi cosa che Egli ci darà. Significa anche chiedere secondo la volontà di Cristo, non seconda la nostra volontà. Affinché il Padre sia glorificato Allora, qual è il senso di Giovanni 14:12-14? Per capire correttamente questo brano, dobbiamo leggerlo tutto, e leggere anche il suo contesto. “12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giov 14:12-14) Notiamo che le richieste che facciamo qua sono legate al fare opere per la gloria di Dio, e infatti, il MOTIVO per cui Gesù ci esaudisce è per glorificare il Padre. Gesù non risponde ad ogni nostra richiesta. Risponde se la richiesta glorificherà il Padre. Infatti, in Giacomo 4:2-4 leggiamo: “2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. 4 O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:2-4) Non avete perché non domandate, ovvero, perché non pregate, e se domandate spesso non ricevete, perché domandate per spendere nei vostri piaceri. Quando chiediamo per ottenere quella che è la nostra volontà, Dio non risponde. Torniamo agli esempi che ho dato all'inizio di questo studio. Pensiamo all'uomo che lavora in proprio e la sua attività comincia ad andare molto male, e si ritrova con tanti debiti. Egli prega Dio affinché salvi la sua attività. Sta pregando affinché Dio risolva i suoi problemi. Non sta cercando la gloria di Dio. Nell'esempio del genitore che ha un figlio che spiritualmente cammina male (che è ribelle), quel credente chiaramente vuole che suo figlio sia salvato. È buono pregare per la salvezza dei nostri cari. Però, in un certo senso, quella preghiera può essere anche un frutto di egoismo, perché quel genitore non sta cercando per prima cosa la gloria di Dio. Non gli pesa il fatto che tanti altri genitori hanno figli ribelli. Egli vuole che SUO figlio sia salvato. Sta pensando, in fin dei conti, a se stesso. Poi ho fatto l'esempio del credente con il figlio con una grave malattia. Il genitore vuole che il figlio sia guarito, perché vuole il piacere di goderlo per tanti anni ancora. Però, nemmeno questa richiesta è cercare la gloria di Dio. È una preghiera per non dover subire la sofferenza della morte di una persona cara.    Poi c'era il credente che chiedeva l'intervento di Dio affinché potesse comprare la casa che gli piaceva tanto. Anche qua, il credente sta cercando di ottenere da Dio quello che sarebbe il suo gradimento. Non sta cercando in primo luogo la gloria di Dio. Quindi, non dobbiamo credere la terribile menzogna che basta pregare aggiungendo la frase “nel nome di Gesù” e possiamo essere sicuri che Dio ci darà quello che Gli chiediamo. Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere che sia fatta la Sua volontà e significa anche farlo con un cuore umile, che quindi cerca non il proprio comodo, ma la gloria di Dio. Un brutto risultato Che cosa succede, quando uno crede la menzogna che Dio esaudirà qualsiasi sua richiesta? Quando Dio NON esaudisce quella preghiera, la fede di quel credente viene fortemente scossa. Egli sta molto male, e solitamente, o cade in grave depressione spirituale, oppure, si arrabbia con Dio. Perciò credendo a quella menzogna quel credente rimane deluso di Dio. Giov. 15:5-7,16 Quindi, è importante capire il senso vero dei principi di Giovanni 14. Per capire meglio questo discorso, esaminiamo qualche altro brano in cui Gesù parla della preghiera. Questi brani fanno parte del contesto di Giovanni 14. Giovanni 15:5-7 “5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.” (Giov 15:5-7) Qui, Gesù insegna che dobbiamo dimorare in Lui, e che lo scopo è affinché possiamo portare molto frutto. Poi, Egli dichiara che solamente se dimoriamo in Lui e se le sue parole dimorano in noi, sarà fatto quello che domandiamo. Questa è una condizione importantissima. “Dimorare in Cristo” significa essere in una condizione di umiltà, di santità di vita e di sottomissione alla sua volontà. Quando le parole di Cristo dimorano in noi, esse ci esortano a conoscere e a seguire la Parola di Dio. Quindi, non viviamo più per la nostra volontà, ma per la sua. Solamente se ci ritroviamo in questa condizione possiamo domandare a Dio quello che vogliamo e ci sarà fatto, perché significherà che domanderemo quella che è la volontà di Dio. Un altro versetto importante è Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” (Giov 15:16) Gesù risponde alle nostre preghiere quando servono per portare frutto che rimane in eterno. Ostacoli alle nostre preghiere È importante menzionare alcuni ostacoli alle nostre preghiere. L'orgoglio Una cosa che ostacola sempre la preghiere è l'orgoglio. Se abbiamo orgoglio, Dio si allontana da noi. “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito.” (Sal 34:18) Quando abbiamo orgoglio non confessato, Dio resta lontano da noi. Possiamo fare bella figura davanti agli altri, possiamo apparire di essere zelanti, possiamo pregare tanto, ma sarà tutto inutile, tutto invano. Fino a quando non confessiamo il nostro orgoglio, Dio resterà lontano da noi. Mancanza di fede Un altro ostacolo alle nostre preghiere è la mancanza di fede, come leggiamo in Giacomo 1. “5 Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,” (Giac 1:5-7) Questo brano ci insegna l'importanza della fede. Chiaramente, dobbiamo ricordare le altre verità che abbiamo visto. Se prego qualcosa che non è secondo la volontà di Dio, posso avere la fede più grande del mondo, ma Dio non mi risponderà. Però, dall'altro lato, quando preghiamo secondo la volontà di Dio, è importante avere fede in Dio. Così, Dio viene glorificato, e noi saremo edificati. La Preghiera fatta con egoismo Abbiamo già menzionato prima che Dio non risponde alle preghiere fatte con egoismo, cioè, alle preghiere attraverso le quali vogliamo ottenere qualcosa NON per la gloria di Dio, ma perché è il nostro desiderio. Questo è ciò che ci dice Giacomo 4, quando parla delle preghiere fatte per spendere nei piaceri. Dobbiamo pregare, invece, per la gloria di Dio. Come conoscere la volontà di Gesù Visto che la preghiera che Dio esaudisce è quella preghiera fatta secondo la sua volontà, come possiamo sapere qual'è la volontà di Dio? Dio ci ha già rivelato molto della sua volontà, e ci insegna anche il modo in cui pregare quando non la conosciamo. Prima di tutto, come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Sappiamo quasi sempre quello che vorremmo noi, ma come dobbiamo pregare quando non siamo sicuri della volontà di Dio? Gesù stesso ci dà un esempio di come pregare in questi casi in Matt. 26:39; Marco 14:36; Luca 22:42. Leggo da Matteo. “E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mat 26:39) Nella sua umanità, Gesù non voleva affrontare la sofferenza che sapeva di dover subire sulla croce. Però, il suo desiderio più forte rispetto al non voler subire quelle sofferenze, fu quello di voler fare la volontà del Padre. Quindi, ha esposto a Dio il suo desiderio, ma chiese che fosse fatta la volontà di Dio. Ed è così che anche noi dobbiamo pregare, quando non conosciamo con certezza la volontà di Dio in una certa situazione. Certamente possiamo portare tutti i nostri pesi a Dio, e anche dirGli quello che sarebbe il nostro desiderio, però poi dobbiamo confidare nella sua perfetta saggezza, e chiedere che sia fatta la Sua volontà. Conclusione La preghiera è una parte essenziale della vita cristiana e della nostra crescita. La preghiera è la nostra comunicazione con Dio, mentre lo studio della Bibbia è ascoltare Dio che ci parla. E importante pregare, però, è importante pregare nel modo che Dio stabilisce, per le cose giuste. L'unico vero accesso a Dio che abbiamo è quello per mezzo di Gesù, per merito di Cristo. Non solo, ma dobbiamo pregare secondo la SUA volontà, non secondo la nostra. Quando non siamo sicuri della volontà di Dio, è importante accettare la sua volontà, anche se è il contrario di quello che vorremmo noi. Infatti noi non sappiamo qual è la cosa migliore. Dobbiamo avere fede che la volontà di Dio è la cosa perfetta, anche se non siamo in grado di capire tutto quello che Dio sta facendo. Preghiamo, chiedendo che la volontà perfetta di Dio sia fatta! Preghiamo poi con fede, fede che Dio ci ascolta e ci esaudisce sempre, secondo la sua perfetta volontà. Non dimentichiamo che la preghiera non serve solo per fare richieste a Dio. Anche il ringraziamento ne è una parte molto importante. Inoltre, la preghiera serve anche per confessare i nostri peccati. E serve poi principalmente per chiedere che Dio sia glorificato. Le nostre richieste dovrebbero sempre essere per la gloria di Dio. Oh che possiamo diventare un popolo che prega sempre di più, non vedendo Dio come un servo celeste che esiste per darci quello che vogliamo noi, ma essendo spinti dal desiderio di vedere il nostro grande Dio glorificato! La nostra vera gioia, quella che ci riempirà per tutta l'eternità, consisterà nel vedere Dio glorificato. Quindi, che la gloria di Dio sia il desiderio del nostro cuore! Marco deFelice "Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste" (1 Giovanni 5:14-15) «Ti è piaciuto questo articolo? Non perderti i post futuri seguendoci»

    • Abramo era giudeo?

    • Un unico eletto

    • Vicini alla fine

    • Il quasi cristiano

lunedì 12 dicembre 2011
Unknown

I sette uomini che governano il mondo dalla tomba

filosofia

Un’analisi che ci aiuta a capire il mondo di oggi

Fino ad un centinaio di anni fa lo studio della filosofia rappresentava in genere un’autentica ricerca della verità sostenuta da uomini come ad esempio Socrate, Platone, Aristotole. I filosofi cercavano sinceramente delle risposte ai problemi basilari della vita. Oggi, invece, la filosofia tenta spesso di respingere la verità.
Molti filosofi moderni asseriscono che non c’è una verità definitiva e di conseguenza nessun fondamento su cui potrei costruire la vita. Come è arrivata la gente a tale conclusione in questo “illuminato” ventunesimo secolo? La tendenza generale del pensiero è in gran parte dovuta a sette uomini che continuano a dirigere il mondo dalla loro tomba.
Questi sette uomini che esercitano ancora una tremenda influenza sul pensiero moderno sono Charles Darwin, Karl Marx, Julius Wellhausen, John Dewey, Sigmund Freud, John Maynard Keynes e Soren Kierkegaard.

Darwin – L’evoluzionista

darwin

Charles Robert Darwin (1809-1882) era un naturalista inglese che si era imbarcato per una spedizione di ricerca nel Sud Pacifico, in parecchie isole dell’Atlantico e lungo le coste del Sud America dal 1831 al 1836.
Ritornato in patria scrisse due famosi trattati: “L’origine delle specie” e l’origine dell’uomo”. Benché le sue conclusioni non fossero nuove, Darwin mise insieme argomenti ed opinioni di altri e divenne “il padre dell’evoluzione”.
Le idee di Darwin sull’evoluzione biologica oltre a non essere affatto sostenute da evidenza scientifica, hanno dato impulso alla creazione di altre false ideologie. L’ottimismo storico, per esempio, asserisce che c’è una forza entro la storia e un determinismo che inevitabilmente migliorano l’uomo: dal peggiore al migliore, dal primitivo all’evoluto, dall’ignorante all’educato. La teoria di Darwin che in origine la vita era in forma molto semplice e che si evolse dopo milioni di anni nelle specie complicate conosciute oggi, rinforza semplicemente l’ottimismo storico.
Considerando lo sviluppo operato dall’uomo, dal carro tirato dai cavalli all’esistenza del jet-aircraft in molto meno di 100 anni, si potrebbe erroneamente concludere che la civilizzazione sarà probabilmente libera da malattia e da fame e che un mondo utopistico di pace e di conoscenza infinita stia proprio alla porte.
L’ottimismo storico non è scritturale. Questo non è il migliore, ma il peggior mondo che ci sia mai stato. E la Bibbia dice che il mondo sta diventando sempre peggiore: “E se quei giorni (la Grande Tribolazione) non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, qui giorni saranno abbreviati” (Matteo 24:22). Il postulato che l’uomo sta diventando migliore è falso e particolarmente ingannevole.
La Bibbia afferma chiaramente che l’uomo originale fu fatto ad immagine di Dio e visse in un ambente perfetto.
L’uomo poteva camminare con Dio e godere di una perfetta comunione con Lui. E l’uomo fu abbastanza intelligente da dare il nome a tutte le numerose creature che Dio fece. Nessuna persona potrebbe fare ciò oggi.
ADAMO era intelligente, ma peccò contro Dio. Come risultato, l’alto stato morale dell’uomo cominciò a degenerare da allora fin ad ora. La registrazione biblica del continuo fallimento dell’uomo dovrebbe ampiamente dimostrare che l’ottimismo storico non è valido.

Marx e il Materialismo Dialettico

marx

Il secondo uomo che dirige il mondo dalla tomba è Karl Hinrich Marx (1818-1883), tedesco, filosofo della storia e la più importante figura nella storia del pensiero socialista.
Marx è molto conosciuto per il suo libro “Il Capitale”, pubblicato nel 1867, che diede forza a ciò che egli definiva “la tendenza autodistruttiva del sistema economico capitalistico”.
Precedentemente, nel 1848, egli e l’amico Friedrich, Engels collaborarono alla stesura del “Manifesto del Comunismo”. Questo lavoro riassumeva l’intera filosofia sociale di Marx e servì da fondamento per il comunismo mondiale.
Al contrario della teoria darwiniana della selezione naturale (sopravvivenza del più adatto), Marx credeva maggiormente all’evoluzione dell’individuo e diceva che l’uomo è il prodotto del suo ambiente economico, non della sua eredità.
Marx definì il problema dell’uomo come una disparità o “lotta di classe”: il proletariato o classe lavoratrice, era sacrificata e ridotta al ruolo di salariata dalla borghesia o classe dirigente. Quest’ultima, diceva Marx, si era impadronita della possibilità economica del lavoratore e gli aveva fatto perdere la sua capacità di migliorare economicamente e di cambiare il mondo. Come animali avidi, avari, bruti e selvaggi, i borghesi erano non solo egoisti, ma anche nemici del progresso storico.
Fu Marx a predicare la rivoluzione con le sue memorabili parole “I lavoratori non hanno niente da perdere se non le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare. Proletari di tutto il mondo, unitevi!”.
Molte persone ascoltarono Marx, anche un magro, calvo giornalista, Vladimir Ilych Ulayanov, un uomo che la storia conosce come Nikolai Lenin.
Lenin predicò la dottrina della inevitabilità del comunismo e della vittoria del comunismo. La devozione dei suoi seguaci si trasformò in qualcosa che poté essere chiamato una fede religiosa. Quella fede religiosa è il materialismo dialettico, con la sua priorità della materia sopra la mente e lo spirito.
Il materialismo dialettico insegna che solo le cose materiali, cose che possono essere viste, udite, odorate, gustate, toccate, sono reali e che l’umanità è il prodotto del sistema economico. L’uomo non ha la mente o anima distinte dalla materia e sentimenti, pensiero e volontà non hanno un’esistenza indipendente. Quando forze opposte si incontrano si producono dei cambiamenti, che culminano nella rivoluzione e il risultato è visto come un nuovo tipo di uomo e il suo mondo abbraccia entrambi gli opposti. Solo la materia ha realtà.
Questa filosofia senza Dio afferma che il capitalismo e il comunismo sono in via di collisione e che solo il comunismo promette la perfetta società comunitaria, senza guerra, povertà, crimine. Sotto tale sistema, tuttavia, l’individuo è nulla, conta solo il suo contributo verso la società. Anche i legami familiari sono minimizzati, il diritto di proprietà o la proprietà privata sono aboliti e la reale esistenza di Dio è messa in ridicolo.
“La religione…. È l’oppio del popolo” scrisse Marx. Eppure è possibile affermare che 100 milioni di persone in questo secolo sono morte sotto la schiavitù del materialismo dialettico e del suo discendente politico il comunismo.

Wellhausen e il Liberalismo Religioso


wellhausen

Il terzo uomo che dirige il mondo dalla tomba è Julius Wellhausen (1844-1918), un tedesco del 20° secolo, studioso razionalista della bibbia il cui “alto criticismo” condusse all’umanesimo cristiano. Wellhausen fu la scintilla del liberalismo religioso e del disastroso punto di vista che la Bibbia è qualcosa di molto meno dell’infallibile Parola di Dio.
Insieme con altri “alti critici” Wellhausen tentò di provare scientificamente che la Bibbia è formata da un assortimento miscellaneo di frammenti e falsi. I critici cercarono una spiegazione naturalistica, evoluzionistica per la Bibbia, la storia di Israele e la Chiesa cristiana.
Invariabilmente Wellhausen e gli altri insistevano che in pratica nessuno dei libri del Vecchio Testamento era scritto dagli autori tradizionali, ma era stato scritto da degli scrittori molto più tardi, che non avevano diretta conoscenza di tutto ciò che stavano scrivendo. Perciò la Bibbia è puramente un libro naturale, pieno di errori, contraddizioni e niente altro che bugie.
Nell’insinuare che Mosè non fu l’autore del Pentateuco, Wellhausen, nel suo commentario ritenuto documentato, cercò anche di eliminare tutti i miracoli e le profezie che si erano adempiute.
A causa delle loro profezie avveratesi, Isaia e Daniele furono particolarmente presi di mira. E questo criticismo, come la teoria dell’evoluzione, è stata insegnato di fatto per più di un secolo nelle università laiche e in molte scuole di teologia nel mondo.
Con Wellhausen e gli “alti critici” si è giunti a un Dio “dimezzato” che non fece miracoli, non mandò alcun Salvatore a morire sulla croce per la remissione del peccato dell’umanità (Giovanni 3:16) e non interviene affatto.
Alcuni collegi, fondati per istruire uomini per il ministero cristiano “per portare nel mondo la speranza che il sangue di Gesù Cristo, figlio di Dio, purifica da tutti i peccati” avevano ora un nuovo sogno, educare un uomo e portarlo alla saggezza, alla maturità e comprensione per creare un mondo utopico.

John Dewey – Il padre dell’Educazione Progressiva

dewey

Il quarto uomo che dirige il mondo dalla tomba è John Dewey (1859-1952) filosofo statunitense, psicologo ed educatore che si nutrì delle idee evoluzioniste dei suoi giorni e divenne “il padre dell’educazione progressiva”.
Dewey credeva che l’idea e il metodo siano più importante della verità. La sua filosofia umanistica era fondamentalmente un rifiuto della fede cristiana. Dewey che apparve proprio all’alba dell’età scientifica, dichiarò che tutta la conoscenza da origine all’esperienza e che le idee sono strumenti delle azioni, la cui utilità determina la loro verità.
La questione ora non è cosa può imparare un uomo, ma: è felice con la sua conoscenza? Essa è la sua “forza motrice”? Lo soddisfa? Produce un risultato pratico all’interno della società?
Fino ai giorni di Dewey l’educazione, si basava soprattutto sull’apprendimento della lettura, scrittura, aritmetica e sull’insegnamento di verità. Per esempio fino al 1850 i Cristiani evangelici controllavano l’educazione negli Stati Uniti. Tutta l’educazione pubblica era fondamentalmente cristiana. La tendenza di Dewey ad una educazione progressista da allora l’ha volta nella direzione opposta. Infatti, l’educazione è diventata una delle grandi forze di opposizione a Dio, come si può vedere nelle tendenze moderne delle scuole.

Freud e la Rivoluzione Sessuale


freud

Il quinto uomo che dirige il mondo dalla tomba è il neurologo austriaco Sigmund Freud (1856-1939) fondatore della psicanalisi.
Freud, che descrisse la religione come una neurosi dell’umanità, preparò la via agli studi della mente e della personalità umana. Egli giunse alla conclusione che l’istinto sessuale dell’uomo è il principale promotore della vita umana e dichiarò che una persona è ciò che è per la repressione o espressione di tali istinti.
Freud reputava che l’inibizione dell’istinto sessuale di una persona intristisce, deprime e perverte la sua personalità.
La cosa più grave che possa accadere alla società, dicono i rivoluzionari del sesso, è un codice morale repressivo.
La rivoluzione cui Freud appiccò la scintilla ha raggiunto sempre maggiori proporzioni evidenziata dal torrente di un incalcolabile numero di film, dalle leggi che proteggono e incoraggiano la libertà sessuale, dalla tolleranza della religione nei confronti del “gay liberation front” (movimento di liberazione degli omosessuali) e dal sorprendente incremento nell’incidenza di malattie veneree.
La Bibbia non insegna mai che soddisfare i propri desideri sessuali è assolutamente importante. L’uomo è un essere spirituale. Cercare soddisfazione nel cibo, sesso, droghe o alcool conduce solo a disperazione e delusione.

John Keynes – Produrre ricchezza spendendo

keynes

John Maynard Keynes (1883-1946), inglese, il sesto uomo che dirige il mondo dalla tomba, è considerato uno dei più influenti economisti di tutti i tempi. Il suo libro “Teoria generale dell’occupazione dell’interesse e della moneta” pubblicato nel 1936, cambiò la teoria e la politica economica ed è la base delle politiche economiche della maggior parte dei paesi non comunisti di oggi.
Keynes analizzò i processi economici che condussero alla crisi degli anni 30. Egli arguì che i governi dovevano prendere speciali misure per opporsi ad una crisi: aumentare la spesa del governo ed il denaro libero, abbassare i tassi di interesse e aumentare la quantità di denaro disponibile per prestiti. Tali azioni dovrebbero incoraggiare l’investimento, accrescere l’impiego e dare possibilità ai consumatori di spendere di più.
La teoria di Keynes ebbe profondi effetti. Il presidente Franklin D. Roosevelt la utilizzò come modello della sua politica per la ripresa economica dalla grande crisi e per finanziare la seconda guerra mondiale. Più importante ancora, la teoria contribuì allo spostamento della linea del “laissez-faire”, principio che sostiene che il governo dovrebbe interferire solo in minima parte negli affari economici.
Fu Keynes a dire che il danaro non era solo qualcosa da scambiare in un mercato libero, ma un mezzo fluido per il quale il governo controlla la gente e col quale il governo crea il benessere.
Keynes diceva che il benessere non è creato dalla capacità, dal duro lavoro, dalla responsabilità e da gente che offre una giusta giornata lavorativa in cambio di una giusta giornata di paga. Invece il benessere è creato dalla manipolazione governativa e particolarmente dalle spese del governo. In altre parole il governo può “produrre ricchezze spendendo”. E attraverso questa teoria economica che ha preso piede il concetto che il governo ha la responsabilità di evitare di interessarsi della mancanza di impiego creata dalla recessione e dalla crisi.
Io credo che far avanzare un paese sulla base di spese in perdita è un sistema errato e corrotto e sicuramente porterà al giudizio di Dio.

Kierkegaard – Esistenzialismo, Neortodossia
 
kierkegaard

L’ultimo uomo che dirige il mondo dalla tomba è Soren Aabye Kierkegaard (1813-1855), filosofo e teologo danese. Kierkegaard fu il promotore dell’esistenzialismo la cui conclusione è che la realtà e verità sono soggettive. Egli introdusse anche la neortodossia nel regno della religione.
Kierkegaard pensava che l’individuo deve continuamente decidere cos’è giusto e cos’è sbagliato, cosa crede ed accetta e cosa rifiuta. Tuttavia non ci sono standard oggettivi o regole alle quali una persona può rivolgersi per ottenere risposta ai suoi problemi, o prendere decisioni, perché standard differenti, producono schemi contrastanti.
Questa filosofia trovò pronta accettazione nell’ambiente scolastico, specialmente in quello secolare. L’esistenzialismo dice agli studenti che il passato non significa nulla. Non c’è futuro. Ora solo il momento presente è quello che conta. Il momento attuale non ha cause o conseguenze. Perciò gli individui possono andare avanti e fare ciò che credono conveniente.
Dall’esistenzialismo è emerso un avvicinamento rivoluzionario ad un’etica che giudica il modello biblico una collezione preselezionata di regole e leggi che crea il “legalismo”.
Questa filosofia dice che né la Bibbia né alcuna persona può in qualche modo costruire un codice valido una volta per tutte e per tutti riguardo al vero e al falso, che è permanentemente legato all’individuo e alla sua situazione. Perciò non ci sono leggi, né prescrizioni, per nessuno. È tutto ciò che importa, non “cos’è giusto” nei confronti del modello biblico. La neortodossia è veramente l’introduzione dell’esistenzialismo nel regno della religione.
Questa visione ha portato molti a ridefinire sottilmente a maggior parte delle convinzione tradizionali sostenute dai cristiani evangelici. La neortodossia dice che l’ispirazione è ciò che accade quando una persona legge la Bibbia, non ciò che accade quando la Bibbia fu scritta. In effetti, dice che la Bibbia contiene la Parola di Dio, non che è la Parola di Dio. Quando una persona legge la Bibbia, essa diventa vera per lei applicata ai suoi bisogni ed esperienze.
È possibile che alcuni cristiani si facciano inavvertitamente prendere al laccio dell’esistenzialismo? Qualche cristiano potrebbe esclamare senza riflettere durante una campagna di evangelizzazione: “Ciò che dovete avere è un’esperienza con Gesù Cristo” ma è questo che ti salva?
No una persona non è salvata da un’esperienza con Cristo, essa è salvata per grazia, mediante la fede, la fede salvatrice nell’opera compita da Gesù Cristo sulla croce. L’esperienza è il risultato della fede e la conseguenza del credere la cosa vera, non la sostanza o la causa della verità.
Quando un cristiano si allontana dalla sana dottrina, si allontana dalla perfetta teologia. Quando egli si affida a qualche tipo di dottrina dell’esperienza, il credente si scosta dalla genuina fede biblica.
Una dottrina sana è la cosa più necessaria nella Chiesa di oggi. Ma scostandosi anche di un solo passo da essa, una persona scivola nell’esistenzialismo. Ci sono molte persone che vanno alla ricerca di un’esperienza ed hanno come conseguenza una vita spirituale in ribasso.
I cristiani devono vegliare e non favorire per sbadataggine gli ideali completamente privi di Dio di questi uomini che continuano a dirigere il mondo dalla tomba con le loro filosofie che accecano gli uomini portandoli lontano dal vera e unica verità: LA PAROLA DI DIO E CRISTO GESÙ .

 

"Verrà il tempo, infatti, in cui non sopporteranno la sana dottrina ma, per prurito di udire, si accumuleranno maestri secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità per rivolgersi alle favole. "
(2 Timoteo 4:3-4) 


Liberamente adattato da internet
  • Blogger Commenti
  • Facebook Commenti

6 comments:

  1. Nn per piaggeria ke nn serve a nessuno,ma aggiungerei che trattasi di personaggi loschi dediti alla magia e al satanismo; marx alias kissel mordechai era un ebreo askenazita della loggia dei barboni con bakunin, dei fomentatori della rivoluzione delle masse; il problema è ke ci sono insegnanti convinti sostenitori di questi individui,tra l'altro pagati con i soldi delle tasse del nostro onesto lavoro, i quali insegnano le loro teorie ai ns figli nelle scuole e università. Non credo che ció sia normale agli occhi di DIO nonostante questi insegnanti facciano un lavoro onesto,ma riempire le menti di ragazzi innocenti con queste cretinate...siamo al dessert,cara Ruth pace

    RispondiElimina
  2. Non voglio difendere gli insegnanti ma molti di loro non fanno che seguire i programmi stabiliti...quindi direi che l'inganno parte a monte...comunque caro fabulus, sappiamo bene che in tutto ciò che è di questo mondo l'inganno impera...volgiamoci a Gesù solo Lui è la Verità...pace

    RispondiElimina
  3. Cara Ruth che l'inganno parta dall'alto siamo d'accordo ma ognuno é responsabile delle proprie azioni,ergo l'insegnante che nn si aggiorna sulle cose che dice nn puó essere giustificato,mentre quello che sa, e non offre una informazione corretta alternativa al programma è responsabile di una distorta veritá raccontata ai ragazzi. Molti insegnanti favoriscono con la filosofia l'ateismo. Faccio un esempio:ci sono giornalisti,la maggiorparte che sono informati su tutto ma le notizie vengono filtrate secondo i programmi dei vertici, e non credo che non siano responsabili;potremmo fare numerosi altri esempi...questi quindi sono tutti mancanti perchè non guardano verso Cristo?ma non tutti sono credenti ma molti preferiscono rimanere scbiavi del sistema mondo! Alla fine si riconteranno le pecore. AlleluYA

    RispondiElimina
  4. Si secondo me sono tutti mancanti perchè non guardano verso Cristo caro fabulus...comunque alla fine le pecore saranno davvero poche...pace che Dio ti benedica

    RispondiElimina
  5. La verità vi renderà liberi...è un monito che dovrebbe invadere l'animo di chi concepisce una vita in piena libertà determinata dalla grazia di Dio. Viviamo in un mondo che quasi irrimediabilmente vive e si nutre di menzogne a 360°, tant'è che la società attuale è il frutto di una manipolazione storica culturale che sotto l'egida dei poteri economici-finanziari che fanno capo al sistema bancario multinazionale hanno sovvertito fatti ed episodi del dopoguerra per condurre il mondo verso una globalizzazione che sta inghiottendo il mondo, preda di una falsa democrazia che non è altro che diventata un'appendice dei poteri forti per manipolare e gestire indebitamente i popoli. In tutto ciò non c'è giustizia e non c'è Dio in primo luogo, il motore, attaraverso la parola viva che gli appartiene e che solo può dare un senso all'esistenza. Queste uomini appartenenti a società segrete, formate da quadri del mondo economico, sociale, politico, militare e religioso, nel tempo hanno sempre racchiuso in questo vincolo di segretezza un losco operato hanno condotto le generazioni dei popoli alla dipendenza del denaro sia che si parlasse di capitalismo o comunismo. Sono le coscienze libere che accettano Cristo nella propria vita e ne conducono una vita trasformata a dare le risposte a un mondo più giusto ed equilibrato. Gesù cmq sia aveva preavvertito lo stato di cose attuali le quali preannunciano la prossima fine di tutte le cose dive si affermerà la sua giustizia e il suo eterno Regno d'amore...Vi lascio con passo dell'Apocalisse 22 ver. 1-5 il quale mi lascia una forte speranza duratura nell'anima che mi aiuta e che auguro che possa essere per voi incentivante per non cadere schiacciati mai dall'evidenza delle nefandezze che viviamo oggi giorno1; chi è in Cristo in verità e grazia ha questa visione sempre presente nel passo enunciato in Apocalisse..."Poi mi mostrò il fiume dell'acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. 2 In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l'albero della vita. Esso dà dodici raccolti all'anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell'albero sono per la guarigione delle nazioni. 3 Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello; i suoi servi lo serviranno, 4 vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte. 5 Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.
    Pace e benedizione in Cristo Gesù

    RispondiElimina
  6. Carissimo wids72, viviamo in attesa del momento in cui ci troveremo davanti a Lui per vederLo.....pace che il Signore ti benedica per le tue parole..

    RispondiElimina

Tutti i commenti non inerenti verranno cestinati

Item Reviewed: I sette uomini che governano il mondo dalla tomba 9 out of 10 based on 10 ratings. 9 user reviews.